1. I disturbi specifici di
apprendimento
Che cosa sono
Strategie e strumenti
Normativa Esame di Stato
2. I disturbi specifici di apprendimento
(DSA)
Dislessia
Disgrafia
Disortografia
Discalculia
Disprassia
Disnomia
3. Dislessia: il disturbo riguarda principalmente
l’automatizzazione del processo di decodifica del testo scritto
.
Disgrafia: la scrittura è difficile come segno, contorta, non
c’è percezione del segno grande e del segno piccolo.
Disortografia: ci sono difficoltà nel comporre in modo
regolare la parola, frequenti errori ortografici o ci sono delle
improprie congiunzioni o separazioni di parole.
Discalculia: corrisponde a specifiche difficoltà di
processamento numerico (incapacità di apprendere le
tabelline o di automatizzare i calcoli)
4. Disnomia: incapacità ad usare di ricordare i nomi in
modo pertinente, trovando velocemente la parola che
corrisponde al pensiero.
Disprassia: difficoltà a mettere in sequenza dati,
(mesi, anni, giorni), a ricordare la giusta sequenza di
azioni da fare (es. allacciarsi le scarpe, organizzare i
loro gesti per un’azione “mirata”)
5. Cosa significa DSA?
Sono disturbi genetici e congeniti, causati da una variazione del funzionamento dei
neuroni delle aree cerebrali deputate alla scrittura, alla lettura e/o al calcolo.
Per queste ragioni non sono guaribili, anche se una diagnosi precoce e la riabilitazione
logopedica possono aiutare a compensare, cioè a ridurre le conseguenze funzionali del
disturbo.
Si tratta di disturbi “specifici”: ogni disturbo interessa uno specifico dominio di abilità
(lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
Si presentano come un fenomeno “a macchia di leopardo”, cioè non c’è mai un caso
uguale all’altro, sia per l’intensità, sia perché un ragazzo può presentare più disturbi
contemporaneamente (comorbilità)
Comportano una serie di difficoltà trasversali che costituiscono i sintomi secondari dei
DSA (nella memoria, nella motricità, nella percezione, nel linguaggio).
6. Cosa succede ad un alunno dislessico
quando legge?
Non si attiva o si attiva in ritardo l’emisfero sinistro del cervello, sede delle funzioni di letto-scrittura, a favore dell’emisfero destro,
sede di facoltà più “analogiche” e di processi che privilegiano l’immagine
Il campo visivo esercita un effetto distraente
(i dislessici vedono le righe spostarsi, sembra loro che le parole saltino fuori dalla pagina)
Fatica a sincronizzare i processi
(di fronte a una domanda ha sempre bisogno di maggior tempo)
Ha difficoltà a riconoscere la corrispondenza grafema-fonema (lettura fonologica) e, soprattutto, ad individuare a vista una parola
intera già nota e ad attivare i significati giusti.
-
7. Le strategie di lettura
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8. Dati sulla dislessia
Riguarda il 4-5% della popolazione scolastica
Nei casi lievi ben recuperati con precoci interventi può
risolversi completamente nel 20% dei casi
In età adulta: 45% lettura più fluente e corretta (dislessia
compensata), 35% lettura disturbata (dislessia persistente)
La dislessia è quasi sempre associata a uno o più DSA:
- 60% dei casi con la disortografia
- 43% dei casi con la disgrafia
- 44% dei casi con la discalculia
9. Discalculia
Interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il
riconoscimento immediato di piccole quantità, i
meccanismi di quantificazione, la seriazione, la
comparazione, le strategie di composizione e
scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a mente.
rende difficoltose le procedure esecutive per lo più
implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei
numeri, l’incolonnamento, il recupero dei fatti numerici e
gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
10. La disgrafia
Riguarda il 20% della popolazione scolastica (non
sempre DSA)
La disgrafia è una difficoltà di scrittura che coinvolge
la riproduzione dei segni alfabetici e numerici.
11. Cosa succede all’alunno disgrafico quando
scrive?
La sua mano scorre con fatica sul foglio e l’impugnatura della
penna è spesso scorretta
non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i
grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede
in “salita” o in “discesa” rispetto al rigo
La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente
regolata; talvolta è troppo forte e il segno lascia un'impronta
marcata anche nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è
troppo debole e svolazzante.
12. Sono frequenti le inversioni nella direzione del gesto
che si evidenziano sia nell’esecuzione dei singoli
grafemi che nella scrittura autonoma, che a volte
procede da destra verso sinistra
presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella
produzione autonoma di figure geometriche ( tende a
“stondare” gli angoli e a non chiudere le forme)
il livello di sviluppo del disegno è spesso inadeguato
all’età; la riproduzione di oggetti o la copia di
immagini è molto globale e i particolari risultano poco
presenti
13. La copia di parole e di frasi è scorretta; sono presenti
inversioni nell'attività grafo-motoria ed errori dovuti a
scarsa coordinazione oculo-manuale.
Le dimensioni delle lettere non sono rispettate, la
forma è irregolare
Anche il ritmo di scrittura risulta alterato; il bambino
scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza,
ma la sua mano esegue movimenti a “scatti”, senza
armonia del gesto e con frequenti interruzioni.
14. Disortografia
La disortografia è la difficoltà a tradurre
correttamente i suoni che compongono le parole in
simboli grafici
Riguarda il 2-8% della popolazione scolastica
15. Cosa succede ad un alunno disortografico?
Commette errori fonologici: i grafemi (segni) che
utilizza non corrispondono ai fonemi (suoni)
Esempi
- "bala" - la "p" è stata sostituita dalla "b" (scambio di grafemi)
- "pla" - manca una "a" (omissione di lettere)
- "palala" - è stata aggiunta la sillaba "la" (aggiunta di sillabe)
- "lapa" - sono state invertite le sillabe (errore di inversione)
16. Fa altri errori (non fonologici):
Esempi:
"lago" al posto di "l'ago" (errore di omofona non omografa, suono uguale ma si scrive
diversamente);
"in fatti" al posto di "infatti" (errore di separazione);
"avolte" al posto di "a volte" (errore di fusione)
"qucina" al posto di "cucina" (errore di grafema omofono)
"ha casa mia" al posto di "a casa mia" (errori con l'h)
"cavalo" al posto di "cavallo" - errore di doppie
"in fatti" al posto di "infatti" (errore di separazione);
"apri" al posto di "aprì" - errore di accentazione
17. La diagnosi
E’ importante intervenire precocemente sui segnali premonitori fin dalla
scuola dell’infanzia (difficoltà di linguaggio e della programmazione
motoria)
E’ possibile formulare una diagnosi alla fine della seconda classe della
scuola primaria
La struttura che rilascia la certificazione può essere sia pubblica che privata
Introduzione di un modello unificato
La diagnosi suggerisce strumenti e misure, ma è il docente a scegliere in
rapporto al ragazzo
DSA e DSH
18. Cosa può fare l’insegnante?
Accoglienza
Programmazione didattica personalizzata
Valutazione
19. Accoglienza ed integrazione
Stabilire una buona relazione con l’alunno facendogli
capire che si è interessati alle sue difficoltà
Stimolare l’alunno a partecipare alle decisioni che
riguardano il suo percorso didattico
Creare occasioni nelle quali si parli della dislessia e
creare l’occasione nella quale gli alunni con DSA
riescano a dichiararsi alla classe
Incontrare i genitori degli allievi con DSA
20. Didattica personalizzata (Pdp)
Il piano didattico personalizzato (PdP) è uno
strumento con il quale i docenti del CdC scelgono:
- la programmazione individualizzata
- i criteri di valutazione
- gli strumenti compensativi
- le misure dispensative
21. Suggerimenti per la didattica
Rendere sempre consapevole l’alunno dei suoi progressi, facendogli notare che è in grado di
applicare conoscenze che non possedeva prima
Variare le attività (affaticamento)
Favorire l’apprendimento attraverso il canale visivo con diagrammi, mappe mentali e concettuali
(le mappe vanno preparate dal docente o da chi lo segue a casa nel caso di dislessia)
Prima di spiegare anticipare il significato di parole “chiave”
Non dettare appunti ma fornire fotocopie o file
Dare più tempo per l’esecuzione del compito
In caso di lettura in classe, far lavorare in coppia gli alunni e il compagno leggerà per il dislessico
Se possibile fornire registrazioni per riascoltare le lezioni
Ridurre i compiti assegnati a casa
Evitare di farlo copiare dalla lavagna
22. Fotocopie
Usare un’ interlinea 1,5-2, il carattere Arial o Comic
Scrivere in stampato maiuscolo o minuscolo (da
concordare con l’alunno)
Evitare sottolineature, grassetto, il testo giustificato
Non utilizzare testi con più di 100/150 parole
Usare frasi brevi
Alleggerire sempre la parte testuale a favore di
schemi e immagini
23. Valutazione
Le verifiche devono prevedere tempi di svolgimento più lunghi oppure
una riduzione delle richieste o un adattamento delle modalità
Occorre privilegiare il più possibile verifiche orali a contenuto limitato
Segnare gli errori ortografici ma non valutarli
Consentire lo svolgimento delle prove di produzione scritta a computer
(Word con correttore ortografico)
Programmare le verifiche orali
Usare la calcolatrice e i formulari, leggere all’alunno lentamente il testo
del problema e/o fornirgli i dati
Se disnomico, consentire all’alunno di consultare una mappa durante
l’interrogazione
24. Esame di Stato
Si applicano le misure dispensative e gli strumenti
compensativi indicati dal CdC nel PdP
Gli alunni devono sostenere tutte le prove scritte
I candidati possono usufruire di dispositivi per
l’ascolto dei testi delle prove scritte o dell’ausilio di un
insegnante che legga a voce alta per loro
25. Cosa fa il referente DSA?
Le funzioni del “referente” sono, in sintesi, riferibili
all’ambito della sensibilizzazione ed approfondimento
delle tematiche, nonché del supporto ai colleghi
direttamente coinvolti nell’applicazione didattica
delle proposte.
26. fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti;
fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di
realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato;
collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei problemi
nella classe con alunni con DSA;
offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione;
cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto;
diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento;
fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali poter
fare riferimento per le tematiche in oggetto;
fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione di buone
pratiche in tema di DSA;
funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori dei servizi
sanitari, EE.LL. ed agenzie formative accreditate nel territorio
informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA