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IO…
INSIEME AGLI
ALTRI…
NEL CAMMINO
SCOLASTICO!
Approcci e strategie
didattiche
per alunni con D.S.A.
Istituto Comprensivo Vinci
Scuola Primaria Spicchio – Sovigliana
a.s.2012/2013
Insegnanti: De Felice Marilena, Pacini Fioretta
Oggi, a scuola,
voglio subito imparare
a leggere, domani poi
imparerò a scrivere e
domani l’altro imparerò
a fare i numeri!
 Il momento dell’ingresso nel mondo della
scuola primaria riserva spesso delle
sorprese. Non sempre i bambini riescono da
subito ed in maniera adeguata ad acquisire
nuove abilità e competenze in ambito
didattico, ciò può mettere il bambino in
condizioni di disagio.
 A volte i bambini vengono classificati come
svogliati, pigri, come poco attenti e distratti.
Altre volte sono i problemi comportamentali
ad attirare l’attenzione e a confondere
genitori ed insegnanti.
.
 E’ invece importante riconoscere e
distinguere tra quelle che sono difficoltà
legate all’ apprendimento e alla
socializzazione da quelli che sono veri e
propri disturbi dell’apprendimento.
Difficoltà Generiche di
Apprendimento
oppure
Disturbo Specifico
dell’ Apprendimento?
DIFFICOLTÀ
GENERICHE
DI
APPRENDIMENTO
Scarso sviluppo
psico – motorio
( acquisizione dello
schema corporeo,
lateralizzazione,
coordinazione
oculo-manuale,..)
Contesto socio –
culturale di
provenienza privo
di stimoli adeguati
Ritardo
maturazionale
Scarso bagaglio di
esperienze
Scarso
investimento
motivazionale
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pedagogico
Situazioni di
accertata patologia
specifica ( ritardo
mentale, sindrome
di Down,disturbi
pervasivi dello
sviluppo …)
Ritardo Semplice
del Linguaggio e
Disturbo Specifico
del Linguaggio
PER QUALI BAMBINI SIAMO QUI?
 Per quelli che pur non avendo patologie neuro – motorie,
cognitive, psico-patologiche o sensoriali, manifestano delle
difficoltà nell’apprendimento della lettura, della scrittura e
in quella del calcolo.
 Per quelli molto intelligenti.
 Per quelli che per riuscire a leggere, a scrivere devono
impegnare al massimo le loro capacità e le loro energie, si
stancano molto, sono lenti e commettono tanti errori.
 Per quelli che sperimentano per anni, sin dal loro ingresso
in classe prima, tutti i giorni e per molte ore al giorno, a
scuola ed anche a casa, la frustrazione di non riuscire,
l’angoscia e l’impotenza di non farcela, la rabbia di non
essere capiti.
SIAMO QUI
PER TUTTI
I BAMBINI CON UN
DISTURBO
SPECIFICO
DELL’APPRENDIMENTO
COSA CARATTERIZZA UN BAMBINO
CON D.S.A.?
 Una significativa difficoltà che interessa uno specifico
dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento
intellettivo
 Una discrepanza tra le potenzialità complessive dell’alunno e
i risultati raggiunti nelle prestazioni scolastiche strumentali
 La difficoltà di automatizzare i processi elementari che
dovrebbero poter divenire, dopo un periodo di esposizione
all’esercizio-allenamento-ripetizione, automatici.
 Un impaccio considerevole nello svolgimento di tutte quelle
attività che richiedono un'integrazione di più competenze di
base
I D.S.A. hanno origine neurobiologica.
Sono causati da un’alterazione delle
funzioni a carico delle strutture
preposte all’acquisizione e
all’automatizzazione
dell’apprendimento della lettura,
scrittura e del calcolo.
Deficit fonologico (difficoltà di
combinazione dei suoni)
Deficit nell’elaborazione visuo –percettiva
(difficoltà nell’elaborazione visiva degli
stimoli, dovuto ad un funzionamento
anomalo delle cellule della corteccia
visiva)
LA DISLESSIA
È un disturbo specifico dell’apprendimento della
lettura. In genere il bambino dislessico ha difficoltà a
riconoscere le lettere alfabetiche, ad analizzarle nella
giusta sequenza e a sintetizzarle per formare una
parola. Tale disturbo ostacola allora il normale
processo di riconoscimento dei segni grafici associati
alle parole, compromettendo la capacità di lettura
che si presenta pertanto lenta e scorretta.
È un disturbo nella scrittura che si caratterizza come una
difficoltà specifica nella riproduzione grafica dei segni
alfabetici e numerici.
Il bambino nello scrivere rimane spesso indietro. La sua
grafia risulta illegibile perchè la forma delle lettere è
irregolare, il tratto sembra tremolante, i legami tra le
lettere sono scorretti.
Spesso la pressione della mano sul foglio in alcuni punti è
troppo forte, talvolta è troppo debole. Anche ’impugnatura
dello strumento grafico è scorretta come la postura del
corpo e delle mani.
LA DISGRAFIA
È un disturbo che riguarda l’ortografia. Esso consiste
nella difficoltà nel rispettare le regole di
trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio
scritto. La scrittura è caratterizzata da molti errori di
varia tipologia che si ripetono sistematicamente e
persistono nel tempo anche quando vengono
effettuati interventi di recupero ortografico.
LA DISORTOGRAFIA
La discalculia è una difficoltà specifica
nell'apprendimento del calcolo che si manifesta nel
riconoscimento e nella denominazione dei simboli
numerici, nella scrittura dei numeri,
nell'associazione del simbolo numerico alla
quantità corrispondente, nella numerazione in
ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di
situazioni problematiche.
LA DISCALCULIA
 ritardo del linguaggio
 problemi di pronuncia
legati all’ omissione di
suoni o parti di parole ad
esempio “cinema” “cimena”
o alla sostituzione di suoni
simili.
 difficoltà in compiti di
memoria a breve termine
nell’ imparare filastrocche o
canzoncine
 Ritardo nell'acquisizione di
abilità motorie
 facile distraibilità e/o
agitazione motoria
ALCUNI SEGNALI GIÀ NEL
CORSO DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA…
 leggere l’orologio
 memorizzare i giorni della settimana, i
mesi dell’anno o le stagioni
 orientarsi nel tempo quotidiano
 orientarsi nell’orario
scolastico(successione delle materie,
organizzazione dei compiti ...) e nel tempo
prossimale (ieri, oggi, domani ..)
 orientarsi nelle routines quotidiane
 eseguire autonomamente delle attività
quotidiane come vestirsi, lavarsi,
riordinare le proprie cose
 eseguire quelle azioni che coinvolgono la
motricità fine come ad esempio allacciarsi
le scarpe, agganciarsi un giacchetto,
abbottonarsi il grembiule
 distinguere la destra dalla sinistra
 organizzare e gestire il suo spazio fisico
I BAMBINI CON
DSA IN GENERE
PRESENTANO
ANCHE ALTRE
DIFFICOLTÀ CHE SI
RIPERCUOTONO
INEVITABILMENTE
SULL’ AUTONOMIA
PERSONALE.
Non possiamo e non dobbiamo far finta che tutta vada bene per il
bambino. … è importante conoscere il motivo delle sue difficoltà
scolastiche per aiutarlo e sostenerlo psicologicamente…ne avrà
tanto bisogno perché….
Disturbo Distratto
Specifico e non Svogliato e
dell’ Apprendimento Asino
DSA significa
Perché non
capisco?
Sono stupido…i
miei compagni mi
prenderanno in
giro…
Non mi importa
niente della scuola…
tanto non sono
proprio capace!!!
Faccio soffrire
tutti…è proprio
così, sono un
bambino cattivo.!
òNon voglio fare i
compiti,…non
voglio andare a
scuola…non
voglio!!
Ce l’hanno tutti
con me !..
nessuno mi
capisce…
Un bambino con specifiche difficolta,’ apprende
come tutti i suoi compagni…lo fa solo in maniera
diversa!
Per consentire loro di raggiungere gli obiettivi di
apprendimento, è necessario ricorrere a una
didattica personalizzata che include strategie di
insegnamento adeguate ai loro bisogni educativi
specifici (legge 170/2010).
Ma soprattutto devono essere supportati
nell’aumentare la motivazione ad apprendere.
LA DIDATTICA ADATTA AGLI ALUNNI
CON DSA È FUNZIONALE PER TUTTI GLI
STUDENTI CON STILI DI
APPRENDIMENTO ETEROGENEI.
QUALI STRATEGIE DIDATTICHE METTERE IN PRATICA?
QUALI ADATTAMENTI CHE TENGANO CONTO DELLE PERFORMANCE
DI TALI ALUNNI ATTUARE ?
COME COMPORTARSI PER INCORAGGIARLI NEL PERCORSO
SCOLASTICO?
 Evitare che il problema strumentale diventi
psicologico
 Lavorare su qualcosa in cui riesce bene
 Far usare, dove necessario, gli strumenti compensativi
(tabelle, immagini, mappe concettuali, schemi – guida,
calcolatrice, registratore, personal computer)
 Evitare esercizi di semplice applicazione meccanica
delle strutture grammaticali.
 Valutare il contenuto del lavoro scritto, non
l’ortografia
 Evitare di far leggere il bambino ad alta voce
 Far disporre di tempi di lavoro più distesi.
 Privilegiare l’ascolto e il parlato
 Chiarire e semplificare le consegne scritte
 Presentare delle piccole quantità di lavoro
 Coinvolgere attivamente il bambino nelle attività
 Privilegiare il lavoro di gruppo - clima collaborativo,
identità.
 Stimolare i bambini, tramite input sensoriali, a
costruire storie o descrivere oggetti.
 Utilizzi immagini ed esperienze concrete….per
sopperire ad una memoria a breve termine spesso
deficitaria
 Privilegiare le attività svolte in apprendimento
cooperativo.
ParolE
L'esplorazione di sé in una prospettiva narrativa
e descrittiva (classe 3a)
Ricostruzione documentaria della storia individuale ; raccolta di tracce di sé
(reperti, dati, etc.) e di testimonianze individuali e collettive (interviste).
Rivisitazione, con l’aiuto dei genitori e degli insegnanti, di tappe fondamentali
del passato.
Narrazione e scrittura ( aiuto testi di appoggio).
Memoria colmata con l’immaginazione (autobiografia documentaria e
immaginaria).
Intervista cometraccia di lavoro (scaletta)
Temporalizzazione e spazializzazione. Riflessione linguistica,
specificatamente sul modo indicativo e sulle forme verbali di riferimento.
N. 1
IO NEL PASSATO
FOTO -INTERVISTA
N. 2
OGGETTI E AFFETTI
DESCRIZIONE SOGG.
OGG
N. 3
IO NEL PRESENTE
SPECCHIO
N.4
IO FRA ARTE E IMMAGINARIO
QUADRI – CLASSE DE REVE
Questo primo itinerario, è costituito da tre
fasi:
• La ricerca
• La costruzione e la lettura delle interviste
• La narrazione e la descrizione
IERI…“IO NEL
PASSATO”
• I bambini ricercano fotografie che riguardano momenti
significativi della loro vita, quali la nascita, la scuola
d'infanzia, la prima elementare.
• Viene dato ampio spazio alla discussione per
condividere esperienze della loro vita.
Questo momento è molto importante per il
bambino D.S.A. perché nell’oralità può
esprimere in modo partecipe e significativo
tutta la propria potenzialità emotivo-
relazionale.
Si “raccontano”le foto
•Si prepara per l’alunno D.S.A. un breve schema
semplificato rispetto alla classe:
- Il protagonista:
- Dove:
- Quando:
- Cosa faccio:
• Dopo la lettura delle foto si concordano
insieme le interviste ai familiari su
“Come ero”…
• Si negoziano i significati degli interventi orali
al fine di rendere “le domande-intervista”:
- chiare
- sintatticamente corrette
- utili alla raccolta delle informazioni
necessarie per la ricostruzione della loro
storia.
I genitori devono scrivere le loro risposte
- Per l’alunno D.S.A. l’insegnante predispone lo schema seguente
Le interviste vengono lette in classe.
Anche il bambino D.S.A. può leggere la sua agli altri
e partecipare al lavoro collettivo della classe.
• Si discute sulle informazioni raccolte
• viene ricostruita la situazione comunicativa
• si descrive, sempre oralmente, “come ero…”
tenendo conto degli elementi emersi dall’intervista.
Tutti i bambini, compreso l’alunno D.S.A.,
trasformano autonomamente il testo-intervista in
narrazione scritta.
COME ERO PICCOLO!
Come ero
piccolo!
Le informazioni mancanti per la
ricostruzione della loro storia da piccoli
sono ancora molte, per cui si decide di
intervistare nuovamente i genitori.
Le modalità per la formulazione del testo
intervista sono le stesse della precedente.
Per il bambino D.S.A. viene predisposto lo
schema seguente
2ª INTERVISTA AI GENITORI
ASPETTO FISICO:
IO ERO:  ALTO  BASSO
 GRASSO  MAGRO
AVEVO I CAPELLI?  SI  NO
I MIEI CAPELLI ERANO:
 BIONDI
 LISCI
 NERI  CASTANI
 RICCIOLUTI
IL MIO CARATTERE ERA:
 VIVACE
 ESPANSIVO
 UBBIDIENTE
 PESTIFERO
 CORAGGIOSO
PIANGEVO TANTO?
 TRANQUILLO
 CHIUSO
 DISUBBIDIENTE
 DISPETTOSO
 PAUROSO
 SI  NO
IL MIO COMPORTAMENTO ERA:
 DOCILE  RIBELLE
MI ADDORMENTAVO FACILMENTE?
 SI  NO
IL MIO LINGUAGGIO ERA:
 BALBETTANTE  VELOCE  SICURO
IO PARLAVO:
 TANTO  POCO
VOLEVO IL CIUCCIO?
 SI  NO
IL MIO NOME E’ STATO SCELTO DA:
 BABBO  MAMMA  ALTRE PERSONE
HO CICATRICI O SEGNI PARTICOLARI?
La risposta viene scritta dai genitori
RECUPERO ALTRE NOTIZIE DEL MIO PASSATO…
SI LEGGONO LE INFORMAZIONI RACCOLTE
• Il “ritornare bambini” (ripetizione giocosa dei primi balbettii, della
bizza, del pianto…, filastrocche, ninne nanne… ) consente di
familiarizzare ulteriormente a livello senso-percettivo con:
• i suoni complessi (trigrammi…)
• l’aspetto fonologico delle parole (suoni duri, dolci, cupi…)
La discussione sul materiale raccolto permette al
bambino D.S.A. di passare dal testo intervista al testo
descrittivo-narrativo senza particolari difficoltà.
IL GIOCATTOLO PREFERITO
(descrizione soggettiva)
• Il mio giocattolo è …………………………………
• Me lo ha regalato ……………………………
• Cosa ci facevo ……………………………………….
• Oggi …………………………………………
Il percorso didattico autobiografico prevede la descrizione di
un giocattolo di “quando ero piccolo” molto caro agli alunni.
Per la descrizione oggettiva vengono utilizzai
i canali senso-percettivi
LA RIFLESSIONE SULLA LINGUA
RICORRERE ALL’IMMAGINARIO E’ FONDAMENTALE
PER TUTTI I BAMBINI,
IN MODO PARTICOLARE PER L’ALUNNO D.S.A.
Si scoprono i pronomi personali.
- DRAMMATIZZAZIONE E SUCCESSIVA RIPRODUZIONE GRAFICA
IL VERBO
• Si consolida il concetto di verbo- azione- informazione
• giochi di mimo:“Indovina!” (rappresentazioni a coppie eo
piccoli gruppi di azioni “di quando erano piccoli”)
• Durante la rappresentazione i bambini non coinvolti
devono indovinare :
B.: <<Ride, piangono, ridono, mangiano, gattonano…>>
LA RAPPRESENTAZIONE GIOCOSA MOTIVA IL
BAMBINO D.S.A. AD APPRENDERE E LO STIMOLA AD
ESPRIMERE AL MEGLIO LA PROPRIA CREATIVITA’.
I VERBI ESSERE E AVERE
• Dalla lettura dei “pezzetti autobiografici” i bambini
osservano il ripetersi di alcuni verbi (ERA, AVEVO,
SONO …).
• Dalla conversazione scaturisce l’importanza di
queste parole :<<Parlano di noi>>.
• Lettura del brano “La fabbrica dei verbi” tratto dal
testo “La grammatica è una canzone dolce”
I bambini individuano in “essere” e “avere” i capi
della fabbrica e si divertono a “trasformarli” .
LA PRESENZA DI UN
ALUNNO CON DISTURBO
SPECIFICO
DELL’APPRENDIMENTO IN
UN GRUPPO–CLASSE È
SEMPRE UN VALORE
AGGIUNTO IN QUANTO
OCCASIONE DI
APPROFONDIMENTO DI
METODOLOGIE DIDATTICHE
CHE RISULTANO UN
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  • 1. IO… INSIEME AGLI ALTRI… NEL CAMMINO SCOLASTICO! Approcci e strategie didattiche per alunni con D.S.A. Istituto Comprensivo Vinci Scuola Primaria Spicchio – Sovigliana a.s.2012/2013 Insegnanti: De Felice Marilena, Pacini Fioretta
  • 2. Oggi, a scuola, voglio subito imparare a leggere, domani poi imparerò a scrivere e domani l’altro imparerò a fare i numeri!
  • 3.  Il momento dell’ingresso nel mondo della scuola primaria riserva spesso delle sorprese. Non sempre i bambini riescono da subito ed in maniera adeguata ad acquisire nuove abilità e competenze in ambito didattico, ciò può mettere il bambino in condizioni di disagio.  A volte i bambini vengono classificati come svogliati, pigri, come poco attenti e distratti. Altre volte sono i problemi comportamentali ad attirare l’attenzione e a confondere genitori ed insegnanti. .  E’ invece importante riconoscere e distinguere tra quelle che sono difficoltà legate all’ apprendimento e alla socializzazione da quelli che sono veri e propri disturbi dell’apprendimento.
  • 5. DIFFICOLTÀ GENERICHE DI APPRENDIMENTO Scarso sviluppo psico – motorio ( acquisizione dello schema corporeo, lateralizzazione, coordinazione oculo-manuale,..) Contesto socio – culturale di provenienza privo di stimoli adeguati Ritardo maturazionale Scarso bagaglio di esperienze Scarso investimento motivazionale Errori di tipi pedagogico Situazioni di accertata patologia specifica ( ritardo mentale, sindrome di Down,disturbi pervasivi dello sviluppo …) Ritardo Semplice del Linguaggio e Disturbo Specifico del Linguaggio
  • 6. PER QUALI BAMBINI SIAMO QUI?  Per quelli che pur non avendo patologie neuro – motorie, cognitive, psico-patologiche o sensoriali, manifestano delle difficoltà nell’apprendimento della lettura, della scrittura e in quella del calcolo.  Per quelli molto intelligenti.  Per quelli che per riuscire a leggere, a scrivere devono impegnare al massimo le loro capacità e le loro energie, si stancano molto, sono lenti e commettono tanti errori.  Per quelli che sperimentano per anni, sin dal loro ingresso in classe prima, tutti i giorni e per molte ore al giorno, a scuola ed anche a casa, la frustrazione di non riuscire, l’angoscia e l’impotenza di non farcela, la rabbia di non essere capiti.
  • 7. SIAMO QUI PER TUTTI I BAMBINI CON UN DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO
  • 8. COSA CARATTERIZZA UN BAMBINO CON D.S.A.?  Una significativa difficoltà che interessa uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo  Una discrepanza tra le potenzialità complessive dell’alunno e i risultati raggiunti nelle prestazioni scolastiche strumentali  La difficoltà di automatizzare i processi elementari che dovrebbero poter divenire, dopo un periodo di esposizione all’esercizio-allenamento-ripetizione, automatici.  Un impaccio considerevole nello svolgimento di tutte quelle attività che richiedono un'integrazione di più competenze di base
  • 9. I D.S.A. hanno origine neurobiologica. Sono causati da un’alterazione delle funzioni a carico delle strutture preposte all’acquisizione e all’automatizzazione dell’apprendimento della lettura, scrittura e del calcolo. Deficit fonologico (difficoltà di combinazione dei suoni) Deficit nell’elaborazione visuo –percettiva (difficoltà nell’elaborazione visiva degli stimoli, dovuto ad un funzionamento anomalo delle cellule della corteccia visiva)
  • 10. LA DISLESSIA È un disturbo specifico dell’apprendimento della lettura. In genere il bambino dislessico ha difficoltà a riconoscere le lettere alfabetiche, ad analizzarle nella giusta sequenza e a sintetizzarle per formare una parola. Tale disturbo ostacola allora il normale processo di riconoscimento dei segni grafici associati alle parole, compromettendo la capacità di lettura che si presenta pertanto lenta e scorretta.
  • 11.
  • 12. È un disturbo nella scrittura che si caratterizza come una difficoltà specifica nella riproduzione grafica dei segni alfabetici e numerici. Il bambino nello scrivere rimane spesso indietro. La sua grafia risulta illegibile perchè la forma delle lettere è irregolare, il tratto sembra tremolante, i legami tra le lettere sono scorretti. Spesso la pressione della mano sul foglio in alcuni punti è troppo forte, talvolta è troppo debole. Anche ’impugnatura dello strumento grafico è scorretta come la postura del corpo e delle mani. LA DISGRAFIA
  • 13.
  • 14. È un disturbo che riguarda l’ortografia. Esso consiste nella difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. La scrittura è caratterizzata da molti errori di varia tipologia che si ripetono sistematicamente e persistono nel tempo anche quando vengono effettuati interventi di recupero ortografico. LA DISORTOGRAFIA
  • 15.
  • 16. La discalculia è una difficoltà specifica nell'apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell'associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche. LA DISCALCULIA
  • 17.
  • 18.  ritardo del linguaggio  problemi di pronuncia legati all’ omissione di suoni o parti di parole ad esempio “cinema” “cimena” o alla sostituzione di suoni simili.  difficoltà in compiti di memoria a breve termine nell’ imparare filastrocche o canzoncine  Ritardo nell'acquisizione di abilità motorie  facile distraibilità e/o agitazione motoria ALCUNI SEGNALI GIÀ NEL CORSO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA…
  • 19.  leggere l’orologio  memorizzare i giorni della settimana, i mesi dell’anno o le stagioni  orientarsi nel tempo quotidiano  orientarsi nell’orario scolastico(successione delle materie, organizzazione dei compiti ...) e nel tempo prossimale (ieri, oggi, domani ..)  orientarsi nelle routines quotidiane  eseguire autonomamente delle attività quotidiane come vestirsi, lavarsi, riordinare le proprie cose  eseguire quelle azioni che coinvolgono la motricità fine come ad esempio allacciarsi le scarpe, agganciarsi un giacchetto, abbottonarsi il grembiule  distinguere la destra dalla sinistra  organizzare e gestire il suo spazio fisico I BAMBINI CON DSA IN GENERE PRESENTANO ANCHE ALTRE DIFFICOLTÀ CHE SI RIPERCUOTONO INEVITABILMENTE SULL’ AUTONOMIA PERSONALE.
  • 20. Non possiamo e non dobbiamo far finta che tutta vada bene per il bambino. … è importante conoscere il motivo delle sue difficoltà scolastiche per aiutarlo e sostenerlo psicologicamente…ne avrà tanto bisogno perché…. Disturbo Distratto Specifico e non Svogliato e dell’ Apprendimento Asino DSA significa
  • 21. Perché non capisco? Sono stupido…i miei compagni mi prenderanno in giro… Non mi importa niente della scuola… tanto non sono proprio capace!!! Faccio soffrire tutti…è proprio così, sono un bambino cattivo.! òNon voglio fare i compiti,…non voglio andare a scuola…non voglio!! Ce l’hanno tutti con me !.. nessuno mi capisce…
  • 22. Un bambino con specifiche difficolta,’ apprende come tutti i suoi compagni…lo fa solo in maniera diversa! Per consentire loro di raggiungere gli obiettivi di apprendimento, è necessario ricorrere a una didattica personalizzata che include strategie di insegnamento adeguate ai loro bisogni educativi specifici (legge 170/2010). Ma soprattutto devono essere supportati nell’aumentare la motivazione ad apprendere.
  • 23. LA DIDATTICA ADATTA AGLI ALUNNI CON DSA È FUNZIONALE PER TUTTI GLI STUDENTI CON STILI DI APPRENDIMENTO ETEROGENEI.
  • 24. QUALI STRATEGIE DIDATTICHE METTERE IN PRATICA? QUALI ADATTAMENTI CHE TENGANO CONTO DELLE PERFORMANCE DI TALI ALUNNI ATTUARE ? COME COMPORTARSI PER INCORAGGIARLI NEL PERCORSO SCOLASTICO?
  • 25.  Evitare che il problema strumentale diventi psicologico  Lavorare su qualcosa in cui riesce bene  Far usare, dove necessario, gli strumenti compensativi (tabelle, immagini, mappe concettuali, schemi – guida, calcolatrice, registratore, personal computer)  Evitare esercizi di semplice applicazione meccanica delle strutture grammaticali.  Valutare il contenuto del lavoro scritto, non l’ortografia  Evitare di far leggere il bambino ad alta voce  Far disporre di tempi di lavoro più distesi.  Privilegiare l’ascolto e il parlato  Chiarire e semplificare le consegne scritte  Presentare delle piccole quantità di lavoro  Coinvolgere attivamente il bambino nelle attività  Privilegiare il lavoro di gruppo - clima collaborativo, identità.  Stimolare i bambini, tramite input sensoriali, a costruire storie o descrivere oggetti.  Utilizzi immagini ed esperienze concrete….per sopperire ad una memoria a breve termine spesso deficitaria  Privilegiare le attività svolte in apprendimento cooperativo.
  • 27. L'esplorazione di sé in una prospettiva narrativa e descrittiva (classe 3a)
  • 28. Ricostruzione documentaria della storia individuale ; raccolta di tracce di sé (reperti, dati, etc.) e di testimonianze individuali e collettive (interviste). Rivisitazione, con l’aiuto dei genitori e degli insegnanti, di tappe fondamentali del passato. Narrazione e scrittura ( aiuto testi di appoggio). Memoria colmata con l’immaginazione (autobiografia documentaria e immaginaria). Intervista cometraccia di lavoro (scaletta) Temporalizzazione e spazializzazione. Riflessione linguistica, specificatamente sul modo indicativo e sulle forme verbali di riferimento. N. 1 IO NEL PASSATO FOTO -INTERVISTA N. 2 OGGETTI E AFFETTI DESCRIZIONE SOGG. OGG N. 3 IO NEL PRESENTE SPECCHIO N.4 IO FRA ARTE E IMMAGINARIO QUADRI – CLASSE DE REVE
  • 29. Questo primo itinerario, è costituito da tre fasi: • La ricerca • La costruzione e la lettura delle interviste • La narrazione e la descrizione IERI…“IO NEL PASSATO”
  • 30. • I bambini ricercano fotografie che riguardano momenti significativi della loro vita, quali la nascita, la scuola d'infanzia, la prima elementare. • Viene dato ampio spazio alla discussione per condividere esperienze della loro vita. Questo momento è molto importante per il bambino D.S.A. perché nell’oralità può esprimere in modo partecipe e significativo tutta la propria potenzialità emotivo- relazionale.
  • 31. Si “raccontano”le foto •Si prepara per l’alunno D.S.A. un breve schema semplificato rispetto alla classe: - Il protagonista: - Dove: - Quando: - Cosa faccio:
  • 32.
  • 33. • Dopo la lettura delle foto si concordano insieme le interviste ai familiari su “Come ero”… • Si negoziano i significati degli interventi orali al fine di rendere “le domande-intervista”: - chiare - sintatticamente corrette - utili alla raccolta delle informazioni necessarie per la ricostruzione della loro storia. I genitori devono scrivere le loro risposte
  • 34. - Per l’alunno D.S.A. l’insegnante predispone lo schema seguente
  • 35. Le interviste vengono lette in classe. Anche il bambino D.S.A. può leggere la sua agli altri e partecipare al lavoro collettivo della classe. • Si discute sulle informazioni raccolte • viene ricostruita la situazione comunicativa • si descrive, sempre oralmente, “come ero…” tenendo conto degli elementi emersi dall’intervista. Tutti i bambini, compreso l’alunno D.S.A., trasformano autonomamente il testo-intervista in narrazione scritta.
  • 38. Le informazioni mancanti per la ricostruzione della loro storia da piccoli sono ancora molte, per cui si decide di intervistare nuovamente i genitori. Le modalità per la formulazione del testo intervista sono le stesse della precedente. Per il bambino D.S.A. viene predisposto lo schema seguente
  • 39. 2ª INTERVISTA AI GENITORI ASPETTO FISICO: IO ERO:  ALTO  BASSO  GRASSO  MAGRO AVEVO I CAPELLI?  SI  NO I MIEI CAPELLI ERANO:  BIONDI  LISCI  NERI  CASTANI  RICCIOLUTI
  • 40. IL MIO CARATTERE ERA:  VIVACE  ESPANSIVO  UBBIDIENTE  PESTIFERO  CORAGGIOSO PIANGEVO TANTO?  TRANQUILLO  CHIUSO  DISUBBIDIENTE  DISPETTOSO  PAUROSO  SI  NO
  • 41. IL MIO COMPORTAMENTO ERA:  DOCILE  RIBELLE MI ADDORMENTAVO FACILMENTE?  SI  NO IL MIO LINGUAGGIO ERA:  BALBETTANTE  VELOCE  SICURO IO PARLAVO:  TANTO  POCO
  • 42. VOLEVO IL CIUCCIO?  SI  NO IL MIO NOME E’ STATO SCELTO DA:  BABBO  MAMMA  ALTRE PERSONE HO CICATRICI O SEGNI PARTICOLARI? La risposta viene scritta dai genitori RECUPERO ALTRE NOTIZIE DEL MIO PASSATO…
  • 43. SI LEGGONO LE INFORMAZIONI RACCOLTE • Il “ritornare bambini” (ripetizione giocosa dei primi balbettii, della bizza, del pianto…, filastrocche, ninne nanne… ) consente di familiarizzare ulteriormente a livello senso-percettivo con: • i suoni complessi (trigrammi…) • l’aspetto fonologico delle parole (suoni duri, dolci, cupi…) La discussione sul materiale raccolto permette al bambino D.S.A. di passare dal testo intervista al testo descrittivo-narrativo senza particolari difficoltà.
  • 44.
  • 45. IL GIOCATTOLO PREFERITO (descrizione soggettiva) • Il mio giocattolo è ………………………………… • Me lo ha regalato …………………………… • Cosa ci facevo ………………………………………. • Oggi ………………………………………… Il percorso didattico autobiografico prevede la descrizione di un giocattolo di “quando ero piccolo” molto caro agli alunni.
  • 46. Per la descrizione oggettiva vengono utilizzai i canali senso-percettivi
  • 47.
  • 48. LA RIFLESSIONE SULLA LINGUA RICORRERE ALL’IMMAGINARIO E’ FONDAMENTALE PER TUTTI I BAMBINI, IN MODO PARTICOLARE PER L’ALUNNO D.S.A. Si scoprono i pronomi personali. - DRAMMATIZZAZIONE E SUCCESSIVA RIPRODUZIONE GRAFICA
  • 49.
  • 50.
  • 51. IL VERBO • Si consolida il concetto di verbo- azione- informazione • giochi di mimo:“Indovina!” (rappresentazioni a coppie eo piccoli gruppi di azioni “di quando erano piccoli”) • Durante la rappresentazione i bambini non coinvolti devono indovinare : B.: <<Ride, piangono, ridono, mangiano, gattonano…>> LA RAPPRESENTAZIONE GIOCOSA MOTIVA IL BAMBINO D.S.A. AD APPRENDERE E LO STIMOLA AD ESPRIMERE AL MEGLIO LA PROPRIA CREATIVITA’.
  • 52.
  • 53. I VERBI ESSERE E AVERE • Dalla lettura dei “pezzetti autobiografici” i bambini osservano il ripetersi di alcuni verbi (ERA, AVEVO, SONO …). • Dalla conversazione scaturisce l’importanza di queste parole :<<Parlano di noi>>. • Lettura del brano “La fabbrica dei verbi” tratto dal testo “La grammatica è una canzone dolce”
  • 54. I bambini individuano in “essere” e “avere” i capi della fabbrica e si divertono a “trasformarli” .
  • 55. LA PRESENZA DI UN ALUNNO CON DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO IN UN GRUPPO–CLASSE È SEMPRE UN VALORE AGGIUNTO IN QUANTO OCCASIONE DI APPROFONDIMENTO DI METODOLOGIE DIDATTICHE CHE RISULTANO UN VANTAGGIO PER TUTTI E OPPORTUNITÀ DI SCAMBI EMOTIVI, RELAZIONALI E COLLABORATIVI CON QUESTI BAMBINI CHE SONO DAVVERO SPECIALI!