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SOMMARIO
Alla scoperta delle nostre origini
pag.1-12
Cara amica ti scrivo
pag.2
Assemblee e autogestioni
pag. 3
Tablet in classe...
pag. 4-5
Il “don Milani” ospite di RaiTre:
pag. 6
La televisione: un progresso re-
gresso...
pag. 7
Facebook: la grande famiglia...:
pag.8.9
Contrastiamo i killer della cultura
pag.9
A modo nostro grazie!
pag.10-11
The end
pag. 12
Anno XI Numero Unico Aprile 2013
ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE ORIGINI
Nona edizione del progetto alternanza scuola-lavoro presso il Castello Nor-
manno Svevo di Gioia del Colle e il Parco Archeologico di Monte Sannace
Con il progetto di alternanza
scuola-lavoro, pro mosso dal nostro
Istituto in collaborazi one con la Sopri-
ntendenza per i Beni Ar cheologici della Pu-
glia,abbiamo scoperto le origini della nostra
magnifica regione: il modo di vivere dei
nostri antenati, le varie tipologie delle loro
abitazioni, ciò che essi utilizzavano per la
vita quotidiana:utensi li da cucina, strumen-
ti per tessere, armi, gioielli, vasi. Abbia-
mo imparato ad utilizzare le tecni-
che di uno sca vo archeologi-
co e a ricon oscere gli
oggetti ri nvenuti
durante lo ste
sso:framme nti di
vasi, di ossa che poi abbiamo
lavato, siglato e assembla to fino a ricomporre
vasi risalenti al IV-III seco lo a.C., intraprenden-
do,così, un interessante percorso che ci ha
consentito di annullare la distanza tra l’età
arcaica e il nostro tempo, arricchendoci sia culturalmente che umanamente.
E’ stato davvero emozionante ricostruire e toccare con mano oggetti creati e appartenuti ai
nostri antenati che in futuro faranno bella mostra di sé nel Museo Nazionale di Gioia del Col-
le e in altri musei del nostro territorio, anche grazie al nostro piccolo contributo.
segue in ultima pagina
“ Tutti i dilet-
tanti scrivono
volentieri . Per-
ciò alcuni di
loro scrivono
così bene.”
( F.Dürrenmatt)
PAGINA 2 Anno XI Numero Unico
La Redazione
A.s. 2012/2013
Docenti: Mariella Nardulli, Leo-
nardo Sportelli
Studenti: Carmela Ribecco, Greta
Ciccarone, Annalisa Manobianca,
Paola Nerilli, Luana Ciccarone, Pa-
mela Palmirotta, Alessia Ghurabar-
di,Gianluca Ferrulli, Rossella, Serra,
Ines Petrelli, Selene Alberto, Nadia
Valente, Imma Morgese, Micaela
Carone, Simona Coscia, Alessia E-
sposito, Liliana Capozzo, Federica
Lisi, Olga Armigero, 3^AES, 5^DL,
2^AES
Inoltre hanno collaborato i
docenti: Angela Iacobellis, Anna-
maria Impemba
Cara amica ti scrivo
Ricordando Anna Frank
Cara Anna,
ammiro la forza con cui hai dovuto affrontare la drammatica reclusione forzata , abbandonando la tua
vita di adolescente spensierata, non ne sarei stata capace. I miei primi quattordici anni di vita sono stati
felicemente indimenticabili.
Mi rende triste il solo pensiero che alla tua età hai dovuto affrontare tutto quel dolore e che tutti i tuoi
sogni sono stati distrutti.
Mi hai aiutato a capire il vero senso della vita e ad apprezzare quello che ogni giorno ho la fortuna di
avere.
Grazie! Alessia Esposito Classe 1^BES
Cara Anna,
leggendo le pagine del tuo diario mi sono molto commossa e identificata con te, anche io ho più o
meno la tua stessa età.
Ma le nostre vite sono state molto diverse, io vivo la mia vita spensieratamente
e tra le mie preoccupazioni più grandi c'è quella di prendere un cattivo voto a scuola.
Tu, invece avevi ben altre preoccupazioni, molto più serie!
Hai vissuto i tuoi anni più belli in una soffitta, chiusa come in una prigione e non hai potuto avere
un'adolescenza normale.
Il tuo diario mi ha impressionata, confusa, spaventata. Mi chiedo come mai cose così terribili possano
essere accadute a ragazzine come noi, a bambini, a milioni di altre persone.
A volte ho paura che possa capitare anche a me poi, mi guardo intorno e vedo un mondo più
tollerante,in cui mi impegnerò a diffondere valori positivi.
Michaela Carone, Simona Coscia Classe 1^BES
Cara Anna,
Ora sono io a scriverti le mie emozioni, le mie parole arriveranno lassù, in cielo, quello stesso cielo
che tu ammiravi dalla soffitta, dove vi eravate nascosti per salvarvi dall'orrore della persecuzione. Qui
siete rimasti reclusi per due
anni, immersi nel terrore e nel silenzio con la continua paura di essere scoperti. Eri una ragazza molto
saggia ed altruista, soffrivi, ma non hai pensato solo alle sofferenze ma a tutto quello che è rimasto di
bello al mondo. Eri sincera con te stessa, e con gli altri. Posso comprendere solo in parte le tue
sofferenze, visto che oggi viviamo in pace e nel benessere, abbiamo tutto quello che desideriamo e
soprattutto la libertà. Oggi vivo una vita serena e viziata e mi "vergogno" per tutto quello che chiedo
ai miei genitori, mentre tu anelavi soltanto alla tua libertà. Vorrei che tu sapessi che sei di grande
esempio per me perché con tanto coraggio hai affrontato problemi troppo grandi per la tua età e hai
capito subito i veri valori della vita.
Nadia Valente, Imma Morgese Classe 1^BES
“ E’ bello
scrivere per-
ché riunisce
le due gioie:
parlare da
solo e parlare
a una folla”
( C. Pavese)
PAGINA 3Anno XI Numero UnicoI
ASSEMBLEE E AUTOGESTIONE
“Perdita di tempo” o partecipazione
formativa condivisa?
Fondamentale è, nell’ ambito dell’ istruzio-
ne, il diritto all’ assemblea; lo dimostrano
statuti, regolamenti, e gli innumerevoli
slogan dei ragazzi durante le manifesta-
zioni.
L’ assemblea non è soltanto un momento
di svago, noi rappresentanti d’ istituto
siamo infatti convinti che questa, se orga-
nizzata e vissuta nel modo giusto, abbia
una forte valenza educativa.
Nel corso di quest’anno scolastico abbia-
mo organizzato diverse attività nei mo-
menti di condivisione assembleare: dalla
visione di film, ai dibattiti con esperti, fino
a lezioni interamente gestite da noi ragaz-
zi. Uno dei momenti di cui andiamo fieri e
che senz’altro ci ha aiutato a crescere,
infatti, è stata l’ autogestione: sebbene
ottenerla non sia stato semplicissimo, mai
come in quella occasione, crediamo di
essere riusciti a dimostrare che la cultura
non deve essere trasmessa soltanto con le
lezioni “tradizionali”, ma ognuno di noi è
capace di insegnare e quindi trasmettere
qualcosa.
Partendo da questo presupposto abbiamo
presentato al Dirigente scolastico un pro-
gramma fittissimo di attività, al fine di
metterci alla prova e dimostrare quanto
sia importante per noi il luogo in cui pas-
siamo gran parte del nostro tempo.
Abbiamo realizzato laboratori di lingua
araba, portoghese, albanese e giapponese,
laboratori di storia della musica e lezioni di
chitarra, laboratori di disegno, approfondi-
menti per le classi quinte, lezioni di ballo
di tutti i tipi e tanto altro ancora, riuscen-
do a catturare l’ attenzione di molti docen-
ti che si sono divertiti insieme a noi.
Nonostante tutto, qualcuno resta scettico
sulle nostre capacità di gestire questi mo-
menti di aggregazione (spesso e volentieri
definiti come “perdite di tempo”), ma noi
non ci fermiamo, e coltiviamo ogni giorno l’
intento di riuscire a sensibilizzare tutta la
popolazione scolastica con attività formati-
ve interessanti e di apertura ad un mondo
sempre più globalizzato: basti pensare
all’assemblea organizzata l’8 marzo, in cui
abbiamo conosciuto e incontrato la realtà
di una delle regioni più povere dell’Africa: il
Benin.
Luana Ciccarone classe 4^BL
8 marzo 2013
Assemblea d’istituto Liceo don Milani - Acquaviva
VOLONTARIA//MENTE
“Incontriamo il Benin”
“Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina.”
Sant’Agostino
Testimonianza dott. Gaetano Logrieco
(Primario chirurgia generale ospedale Miulli - Acquaviva)
A cura della 3B Linguistico
da sin: prof. Gargano, dott.ssa Giangrande,prof.ssa Nardulli, rappresentanti di
istituto Ciccarone, Cavalieri
PAGINA 4
Anno XI Numero Unico
Decisamente meglio un testo digitale!
•Meglio utilizzare un tablet che studiare su vecchi ed antichi libri. Studiare su testi digitali è un metodo più stimolante
del tradizionale per imparare. Un vero e proprio metodo innovativo ed all'avanguardia con i tempi.
•La multimedialità rende più interattiva la lezione e riesce ad aumentare il livello di attenzione degli studenti,in quanto
si utilizza uno strumento informativo che su di loro ha un forte impatto.
•Con un testo digitale si possono trovare molte e più aggiornate informazioni in poco spazio. La consultazione è più
veloce ed eclettica. Si rivoluziona completamente il modo di studiare: con gli ipermedia la ricerca non è più noiosa e
complessa.
•I libri digitali evitano di far trasportare pesantissimi volumi. Con internet si possono stampare solo pagine che servo
no,senza portarsi appresso cose che non si devono studiare.
•Vi è la possibilità di seguire argomenti correlati in tempi brevi: ciò non appesantisce la letture e facilita l'apprendime-
to dell'argomento stesso. Nei testi con scrittura tradizionale la stesura lineare determina difficoltà nel ricercare colle-
gamenti tra vari argomenti, le cui informazioni si trovano poi anche distribuite su molti volumi.
•Il costo di un tablet è inferiore rispetto a quello dei testi scolastici in adozione
•I costi energetici di collegamento alla rete sono risibili se si confronta l'equivalente consumo di carta. Dal punto di
vista ambientale,occorre orientarsi verso una maggiore dematerializzazione dei consumi.
Addio carta, addio biblioteche
con chilometri di scaffali dal pavimento al soffitto
La rivoluzione si chiama eBook
Gli eBook saranno il più grosso fattore di accelerazione
della cultura dopo Gutenberg
(L. Simonelli, in Tuttoscienza 2000)
Tablet in classe: sicuri di sostituire...
L'idea governativa di introdurre nella scuola libri di testo digitali...
Se ne presentano alcune, discusse ed argomentate da ragazze di...
PAGINA 5Anno XI Numero Unico
Un libro è tutto te stesso e apre infiniti orizzonti!
• Avere davanti uno schermo non è coinvolgente. Il libro si tocca con le mani,si sfoglia,si sfrutta a proprio
piacimento. Si può sottolineare,evidenziare,prendere appunti accanto al testo. Si impara,leggendo e
rileggendo,pagine pasticciate dei libri.
• La carta non rovina la vista,mentre leggere a lungo e con attenzione uno schermo luminoso e faticoso e
fastidioso. Per non parlare poi anche dei problemi alla "salute cerebrale"...
• Studiare su un testo digitale risulta più difficile, poichè si hanno molti elementi di distrazione.
• Avere una rete disponibile non è sempre facile. Cosa si studierebbe in una classe in un giorno di
black-out? Inoltre, c'è sempre il rischio di interruzione del lavoro e della perdita di dati.
• Il testo offre l'esempio di una selezione accurata dei contenuti nel mare sterminato di tutta l'informazio-
ne possibile. L'educazione non consiste solo nel trasmettere informazioni, ma nell'insegnare i criteri di
selezione per evitare accumulo e disordine mentale.
• Il libro cartaceo permette una maggiore immedesimazione nelle storie raccontate. Crea il piacere di poter
sfogliare le pagine,di assaporarne l'odore,riportando indietro nel tempo e facendo ricordare momenti
e persone.
• I libri sono tutti da gustare, i freddi file no.
• Perchè dovremmo riempire il computer con una massa di bit che potrebbero farlo scoppiare e poi aspetta
re due settimane che la stampante tiri fuori pagine di un libro,quando dietro l'angolo si può comprare
velocemente una edizione economica?
2A (Scienze Umane)
così i libri cartacei?
ha suscitato varie e diverse reazioni.
una classe liceale.
PAGINA 6
Anno XI Numero Unico
Il don Milani ospite di RAI 3
A seguito di un fortunato contatto tra l'istituto Don Milani e Rai3 é stato possibile a due classi del nostro istituto, 3^
A LES e 3^B LES il giorno 30 novembre 2012 di essere protagoniste della trasmissione su Rai3 condotta dal
giornalista Corrado Augias.Questa trasmissione “Le Storie” porta ogni giorno una classe di un istituto superiore a
discutere di un libro attinente al proprio percorso di studi. Considerata l'attenzione all'economia che caratterizza
l'indirizzo Economico Sociale (LES), la scelta é caduta sul testo di Federico Rampini “<<Non ci possiamo più
permettere uno stato sociale>> Falso!”.Noi alunni,entusiasti alla notizia di questa nuova e particolare esperienza
siamo stati accompagnati dalle professoresse Damato,Impemba e Petrilli ma la vera esperienza formativa è stata la
preparazione pre-trasmissione:infatti abbiamo dovuto leggere l'ultimo libro di Rampini per poi discuterne con lui in
trasmissione. Nella puntata registrata quello stesso giorno, invece, l'attenzione si è spostata nel sociale e gli alunni
hanno sostenuto un dibattito con il sacerdote più controverso d'Italia,don Gallo.
Il libro di Rampini,incentrato sul paragone tra stato sociale italiano e la situazione sociale ed economica americana è
stata una vera e propria sfida per noi alunni. Seppur l'argomento era pertinente al corso di studi del liceo Economico
Sociale,è servito l'aiuto dei professori per poter comprendere e riuscire ad analizzare i contenuti del libro. tutto
questo però ci ha arricchito con conoscenze indispensabili per la vita di oggi.
Per quanto riguarda don Gallo alcuni di noi hanno letto l'ultimo libro pubblicato. Lo stile narrativo del sacerdote però
è completamente diverso da quello di Rampini perché il suo obbiettivo è quello di una comprensione immediata delle
sue parole che,dette da un religioso,sono ancora più significative.
Infatti don Gallo è famoso per aver affronta to dei problemi molto scottanti che spesso la Chiesa
italiana si rifiuta di affrontare, perché addi rittura ritenuti immorali. Don Gallo,invece oltre ad
affrontarli apertamente nei suoi libri,si mobilita per risolverli:cerca di salvare dalla
strada le prostitute e i drogati, ammette e incoraggia i rapporti
omosessuali e per questo vie ne malvi sto dai più alti esponenti della
Chiesa cattolica italiana.
Dopo la nostra lunga prepa razione è arrivato
il giorno tanto atteso da tutti .Ovviamente
l'emozione era tanta quanta la tensione:infatti nel
corso del programma gli alunni dovevano porre
delle domande ed essere in grado di
sostenere un vero e proprio discorso. A proposito di
questo, prima della messa in onda la giornalista responsabile della trasmissione ha sostenuto un vero e proprio brain
storming con tutti noi nel quale tutti abbiamo presentato le domande preparate e abbiamo imparato a formularle.
Questo è stato il momento chiave dell'intera esperienza;infatti, partendo dalle nostre domande iniziali, la giornalista
ci ha spinto a formulare domande sintetiche e pertinenti. In questo modo siamo stati tutti pronti ad affrontare
il dibattito e a comprendere ancora di più quello di cui stavamo parlando. Per tutto il tempo della permanenza negli
studi Rai eravamo stupiti di vivere quello che abitualmente guardavamo in tv.
La trasmissione è stata un successo e noi siamo stati fortunati nell'apprendere delle conoscenze che ci permettono di
riuscire a comprendere la realtà attuale che a volte viene nascosta a noi giovani, perché sembriamo non motivati e
disinteressati. Con questa partecipazione crediamo di aver dimostrato il contrario.
Rossella Serra, Ines Petrelli, Gianluca Ferrulli
classe 3^AES
-
PAGINA 7Anno XI Numero Unico
La televisione: un progresso regresso
Una riflessione su “Italiani ieri e oggi” di Michele Rossi
Il saggio “Italiani ieri e oggi” di Mi-
chele Rossi affronta tra le altre, una
problematica sempre attuale: il ruo-
lo svolto oggi dal mezzo televisivo.
Con il passaggio dal bianco e nero al
colore si è verificato un progresso
regresso nel mondo della televisio-
ne. Un servizio dapprima pubblico e
culturale che con il passare del tem-
po ha finito per trasformarsi in uno
strumento ludico e occultatore. Es-
so riflette una realtà parallela ed
ipocrita che induce a distogliere lo
sguardo dalla realtà effettiva.
L’immagine della realtà presentata
dalla televisione, si svuota di signifi-
cato e vale dunque per la sua effica-
cia persuasiva e non più per i suoi
contenuti.
Tutti facciamo parte di un sistema
nel quale non si riesce più a discer-
nere il reale dall’ideale e per questo
ci si accontenta di alimentarsi di una
cultura falsa e superficiale. La nascita
della televisione ha favorito la pub-
blica uniformità culturale, al giorno d’oggi mutatasi in una pubblica uniformità sottoculturale. Il progresso della televisione
ha convertito l’Italia, nostra patria, da culla artistica e culturale del mondo in “una sotto- Italia, un’Italia di serie B”, come
affermava Moravia. La causa di questo degrado è costituita dall’avvento della politica nel sistema mediatico, abile manovra-
tore delle menti di noi burattini, “pronti a ridere, e a esaltarsi, ad applaudire tutto quello che è veloce, privo di senso e
ripetitivo”, come sostiene Fellini. In questo modo la televisione si concede la libertà di offrirci una vasta gamma di pro-
grammi-spazzatura che ci forniscono emozioni già confezionate, “prêt-à-porter”.
Il sistema mediatico ha creato un meccanismo di suggestione sul quale si fonda il fenomeno dell’espansione capitalistica,
definita dal sociologo americano Ritzer “McDonaldizzazione”. Questa suggestione ha avuto caratteri così determinanti da
imporsi in maniera decisiva sulle nuove generazioni: queste infatti, una volta uscite dal guscio, entrano direttamente in
contatto con la televisione, specchio deformante della realtà.
Le generazioni passate, armate di libro, dichiarano guerra alle odierne, munite di telecomando, rivendicando i cari vecchi
tempi. Tempi in cui il libro rappresentava un mezzo attraverso il quale evadere dalla realtà, senza alcuna pretesa. Al con-
trario, la televisione che domina il nostro tempo ha la pretesa di rappresentare la realtà, anche se realtà non è. Noi auto-
mi dipendiamo da questa finta realtà che ci barcamena all’unisono verso ciò che siamo spinti a credere come vero e sensa-
to, inconsapevoli ed ingenui siamo trasportati dall’onda. Evitiamo il naufragio, rendiamoci consapevoli dell’effettiva realtà.
Prendiamo il comando per rivoluzionare quella ipocrita realtà, “brandendo il telecomando non più verso il video, ma fuori
dalla finestra, sulla città”, passando dunque dall’apatia all’azione.
Liliana Capozzo & Federica Lisi
Classe 4^ BL
PAGINA 8
Anno XI Numero Unico
In un mondo globalizzato in cui basta un semplice
clic per connettersi con persone dall’altra parte del
globo, in barba al fuso orario e alla distanza fisica,
Facebook, in un certo senso il neonato nella grande
famiglia dei social network, è stato immediatamente
accolto come il mezzo di comunicazione di massa
per eccellenza. A differenza di twitter o netlog, Fa-
cebook consente di creare quasi un alter ego virtu-
ale di se stessi completo in tutto e per tutto, con
tanto di foto, video, aggiornamenti in tempo reale
per non parlare dei “link” più svariati, delle milioni
di pagine che trattano gli argomenti più gettonati
dell’attualità.
Il “diario” in particolare è una vera e propria linea
del tempo che permette di riesumare i post più
vecchi e dimenticati del proprio profilo, perché
Facebook è questo: una traccia indelebile di sé, alla
portata di tutti. Ed è proprio all’affermazione “alla
portata di tutti” che suonano i primi campanelli
d’allarme. Quanto siamo disposti a scoprirci, a e-
sporre la nostra identità, sul web, pur sapendo che
qualsiasi cosa scriviamo, pubblichiamo, condividia-
mo, anche nell’impeto del momento e pentendoce-
ne l’istante successivo, rimarrà per sempre
nell’archivio della rete, pronto e disponibile agli
occhi famelici di un qualunque attento cercatore?
I miliardi di utenti di Facebook non si pongono il
problema, oppure lo archiviano, pensando che
“tanto a me non può succedere niente di brutto,
figuriamoci.” Eppure si sente parlare con una fre-
quenza allarmante di casi di pedofili che attirano ragazzini e ragazzine (anche se l’età minima d’iscrizione è tredici anni, nor-
ma che peraltro cerca solo di tutelare la sicurezza degli utenti, ovviamente, come in tutte le cose, i piccoli trasgressori non
mancano) fingendosi loro coetanei, arrivando a convincerne alcuni ad incontrarli dal vivo. O ancora di persone che si fin-
gono altri per diffamarli; di fidanzati o pretendenti ossessivi che sfruttano il social network per mandare avanti il loro pro-
cesso di stalking nei confronti del povero ragazzo o della povera ragazza di turno, che vengono inconsapevolmente attac-
cati anche dal fronte informatico.
Non solo, si parla anche di casi di dipendenza da Facebook, una vera e propria patologia che porta all’alienazione quasi
totale dalla realtà, in cui l’alter ego virtuale diventa ciò che conta, a discapito del vestito di ossa e carne, pensieri e senti-
menti che si indossano quotidianamente, che viene percepito scomodo e costrittivo al pari di una camicia di forza.
Ma se i potenziali pericoli sono così tanti e così preoccupanti da suscitare l’attenzione anche di esperti, avvocati, crimino-
logi, psicologi, come si spiega il fulminante successo di Facebook?
La risposta si trova in quella che è la sua funzione originaria, il motivo per cui è stato “creato” e che si è un po’ perso con
il passare del tempo e con i numerosi aggiornamenti del sito, non sempre bene accolti dagli utenti: comunicare.
La società di oggi ha bisogno di mantenersi in contatto (in rete) costantemente. Non è un caso che di recente sia scoppia-
to il boom degli smartphone, che consentono la perpetua connessione ad Internet.
E’ legittimo pensare che ciascuno di noi abbia bisogno di sentirsi in contatto con le persone che ci circondano.
segue a pag. 9
Chatta, Tagga, Condividi… senza rischi
alla scoperta delle trappole di facebook
Seminario di studio, 5 ottobre 2012, ore 15,30
Auditorium Istituto don Milani – Acquaviva delle Fonti
Saluti e presentazione: Giulia Calfapietro (Presidente “a casa di giacinto”)
Presiede e modera: Franco Occhiogrosso (Condirettore Rivista Minori e Giustizia – Componente Consiglio
Direttivo Associazione Magistrati per i Minori e la Famiglia)
Introducono: i ragazzi di “a casa di giacinto junior”
Relazionano:
Mariella Nardulli (docente di Lettere Liceo Statale Don Lorenzo Milani – Acquaviva)……
“Facebook attraverso gli occhi dei ragazzi”
Maria Grazia Gelao (docente di Psicologia e Scienze sociali Liceo statale Don Lorenzo Milani Acquaviva)
“Il linguaggio di facebook”
Lucrezia Maselli (avvocato del foro di Bari)
“Implicazioni legali: aspetti civili, penali e violazione della privacy”
Roberto Borraccia( esperto in crimini informatici)
“Come tutelarsi dalle insidie di facebook”
Dott.ssa Chaira Giordano (Sostituto Procuratore della Repubblica) – Intervento programmato
Conclude: Fulvia D’Elia (sociologa Università di Bari)
PAGINA 9ti felicemente indimentAnno XI Numero Unico
Studenti, buon salve.
Scrivo per informarvi di quello che sta avvenendo nelle scuole di tutta Italia. Come già accennato nella
prima assemblea d’Istituto di quest’anno, le biblioteche scolastiche stanno per chiudere. Il ministro Profu-
mo,lo scorso 20 marzo, ha firmato il decreto legge in cui si afferma che, per motivi economici,le biblioteche
scolastiche saranno soppresse. Chiaramente,tutti sappiamo in che situazione si trova il nostro “bel Paese”:
l’economia è crollata,definitivamente,con il governo Monti che,ammettiamolo, ha cercato in tutti i modi di
risanare il deficit statale. L’unica pecca, che bisogna riconoscere all’operato del governo reggente, è quella di
aver sbagliato tutto!Il mio non vuol essere un attacco alle istituzioni, a quello ci hanno già pensato i mass
media; il mio “j’accuse” ha solo lo scopo informativo di sollecitare gli animi:. DOBBIAMO FARE QUALCO-
SA! STANNO UCCIDENDO LA CULTURA E IL SAPERE! Hanno congelato gli stipendi ai docenti,ridotto le
ore settimanali nelle scuole professionali,proponendo la “settimana corta”, nei licei hanno eliminato il latino
e la storia dell’arte e, ora,vogliono toglierci le biblioteche,luoghi in cui libri e giornali sono a disposizione,
gratuitamente, di tutti,dal dirigente agli studenti.
Quello che mi preoccupa,però, non è solo la crescita dell’ ignoranza,quanto il fatto che i bibliotecari perde-
ranno il lavoro o verranno assegnati a occupazioni per le quali non hanno le competenze necessarie. I bi-
bliotecari scolastici sono Docenti Inidonei che,più correttamente, dovrebbero esser definiti Docenti Idonei
ad altri compiti,poiché, per motivi di salute, spesso legati a cause di servizio, sono “utilizzati” per svolgere
altri compiti (in questo caso bibliotecari). In Italia sono più di 3500 unità, che operano nelle scuole pubbliche
che, tempo fa,su richiesta del MIUR(Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca),hanno frequen-
tato corsi di formazione specifici per la gestione delle biblioteche.
“Dall’estate 2012 pende su di noi una spada di Damocle,ossia l’articolo 14, commi 13 e 14, della legge
135/2012” afferma una di questi docenti, “La spending review intitolata:<<Disposizioni urgenti per la revi-
sione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini>>, invece, di fatto, toglierà agli alunni ed al
personale il Servizio di Biblioteca Scolastica ed altri e ci costringerà,se non si ferma, a lasciare la nostra atti-
vità di Docenti.” Cosa,secondo me, inconcepibile! Come si può pensare che le biblioteche siano non indi-
spensabili per noi alunni? Come si può,da un giorno all’altro,mettere per strada un docente che, per motivi
di salute certificati,non può più esercitare il suo lavoro? Domande che,sicuramente, i Docenti Inidonei, si
sono posti e vorrebbero porre a coloro che occupano i posti al vertice del nostro governo. La soppressio-
ne delle biblioteche ricadrà principalmente su di noi,alunni in crescita e in piena formazione. Anche Laura
Boldrini, presidente della Camera neoeletta, difende i bibliotecari scolastici e afferma di impegnarsi a fare
tutto ciò che è nelle sue possibilità e capacità per evitare che venga adottato un decreto che rischia di pena-
lizzare migliaia di persone. Ma mentre i nuovi arrivati, in Parlamento e Governo, spendono belle parole, il
ministro Profumo,di soppiatto, ha già messo il suo “autografo” sotto la proposta di legge.
Chiudere i centri di Cultura significa che,soprattutto per piccole cittadine,come Acquaviva,ad esempio, non
vi sarà più un luogo di incontro,di scoperte, un luogo in cui chiunque possa spendere il proprio tempo libe-
ro,senza cadere nel banale. In molti si stanno battendo per questa causa e,personalmente, vorrei far parte di
quel gruppo,anche se ristretto, e vorrei invitare tutti voi,docenti,alunni,Preside e personale ATA, a sostene-
re coloro che sono,a dir poco, indispensabili per noi e per la nostra crescita, soprattutto perché “La cultu-
ra,anche se non produce oggetti impacchettabili nel cellophane(come pomodori o altre merci), produce
qualcosa di più prezioso e irripetibile: produce intelligenza, conoscenza, competenza e valori. Cose di cui
abbiamo immensamente bisogno in questo infelice momento storico” come sostiene la grande scrittrice
Dacia Maraini, in una delle sue lettere,in favore di questa causa,inviata al quotidiano “Il Corriere della Sera”.
Selene Elfo Ska Alberto 5^DL
segue da pag. 8
Ma con la rivoluzio-
ne di Internet e di
Facebook il contatto
è diventato quasi
esclusivamente vir-
tuale: non è più
qualcosa di fisico e
ristretto a chi ci è
accanto, ma intangi-
bile e aperto a tutto
il mondo. Sta a noi
decidere se prefe-
riamo staccare la
spina e andare a
farci una passeggiata
o se rimanere colle-
gati all’amo, al cor-
done ombelicale che
è la rete.
Citando uno degli
avvocati che il 5 ot-
tobre ha partecipato
come relatore al
seminario di studio
“ Chatta, Tagga,
Condividi… senza
rischi” : “Pericoli o
no, ormai Facebook
esiste e non si può
tornare indietro.” Il
massimo che possia-
mo fare è aprire gli
occhi ed esercitare,
quando siamo onli-
ne, la stessa pruden-
za (se non maggio-
re) che riserviamo
alla vita reale.
Greta Ciccarone
Classe 3^BL
PAGINA 10
Anno X I Numero Unico
A modo nostro: grazie !
La tradizione vuole che a 100 giorni dalla maturità alunni e professori si riuniscano per condividere “l’ultima
cena” insieme. E ogni cena o pranzo che sia, sta ad un discorso conclusivo che funge da ringraziamento ufficia-
le e richiesta di “perdono” da parte di 17 povere comari sciagurate (come ci definirebbe il professor Palmiot-
to).
Noi, invece, andiamo contro ogni regola e vi proponiamo la ricetta per quest’ultimo pranzo.
Per iniziare, procurarsi:
-una professoressa Pistacchio, sinonimo di bontà: la classica donna “casa e chiesa” che non si è mai dimostrata
debole ed indifesa;
-un professor Palmiotto, sinonimo di tenerezza: l’arte insegna con passione, rendendo talvolta divertente la
sua lezione;
-una professoressa Carnevale, sinonimo di precisione: con lei la filosofia diventa magia, ma devi saperla come
l’ave Maria;
-un professor Tedesco, sinonimo di carisma: è vero che la scienza non sia mai stata il nostro forte, ma è anche
vero che grazie a lui la ricorderemo sino alla morte;
-una professoressa Latronico, sinonimo di solarità: ci lasciamo inebriare dalla scia del suo profumo, ma non
sarà così con Unamuno;
-un professor Fumai, sinonimo di saggezza: la matematica porta nel cuore, ma le sue esperienze di vita propo-
ne con amore..e sicuramente faranno più furore;
-una professoressa D’Aprile, sinonimo di bon-ton: i suoi appunti sono come le sacre scritture, il problema è
capirne le strutture;
-un professor Sportelli, sinonimo di disponibilità: in corridoio lo fermiamo per avere buone novelle, in palestra
ci forma come modelle;
-
PAGINA 11Anno XI Numero Unico
una professoressa Francisca, sinonimo di allegria: infonde il suo amore per lo spagnolo con uno schiocco di dita
solo;
un professor Campanale, sinonimo di comicità: non è importante la vita di un autore, quanto la lezione di vita data-
ci con amore;
- una professoressa Santoiemma, sinonimo di sorriso: ogni anno ci allieta con le canzoni di Natale ed il suo sorriso
è una droga letale;
-una professoressa Nardulli, sinonimo di laboriosità: la letteratura non è la sua unica preoccupazione, ama dedicarsi
a tutti con devozione;
-una professoressa Tripartito, sinonimo di fiscalità: ogni venerdì da 5 anni è un fisso appuntamento ed ogni volta
sempre un nuovo argomento;
-una professoressa Pepe, sinonimo di continuo movimento: non sopporta che si usino i cellulari e quando spiega
scende sempre nei particolari;
una professoressa Santorsola, sinonimo di donna ribelle e cosmopolita: viaggiare per lei è una regola fondamentale
ed ogni alunno deve studiare l’inglese in modo maniacale.
ATTENZIONE!! Fondere il tutto con 17 splendide donzelle e amalgamare fino a rendere il composto omogeneo.
Lasciare che la miscela si solidifichi nel frigo MATURITA’ per quattro giorni, mangiare il risultato il giorno dei qua-
dri e poi digerire con una fantastica vacanza!
Bene, eccoci qui, riuniti come tutte le famiglie solitamente fanno nelle occasioni speciali. La nostra occasione è
dover festeggiare il tempo che ci resta da condividere insieme, Ma poi pensandoci, realizziamo che ci sia davvero
poco da festeggiare. Cento giorni sono pochi: in cento giorni dobbiamo decidere cosa fare della nostra vita, prepa-
rare la nostra tesina, imparare ancora tante lezioni. Dobbiamo ancora litigare e confrontarci, dare le nostre inter-
rogazioni e sorridere, praticamente dobbiamo fare i conti con gli ultimi mesi di liceo della nostra vita e questa non
è affatto una bella consolazione.
Insomma, professori, state per accompagnare all’altare della maturità 17 piccole, grandi donne, determinate nella
loro debolezza, diligenti nella loro nullafacenza, sempre sorridenti nella loro ansia. I pezzi che abbiamo perso con
tanto dispiacere, sono pezzi fondamentali che proprio non potremo dimenticare.
E poi chissà cosa si prova a stare dal vostro lato: cos’è, per un professore, terminare un ciclo di cinque anni e guar-
dare i propri alunni seduti di fronte ad una commissione, mentre cercano di aprirsi per dare il meglio? Deve essere
emozionante. Noi vi ringraziamo per tutto quello che ci avete insegnato: oltre ad aver arricchito la nostra cultura,
ci avete rese umane, donne con personalità. Ed è per questo che anche grazie a voi, il ricordo del liceo sarà eterna-
mente acceso in noi. Per quello che ne resta, cercheremo di dare il meglio fino alla fine, fino a quel tanto atteso
“colloquio orale”.
PAGINA 12 Mi rende triste il solo pen-Anno XI Numero Unico
segue da prima pagina
Il progetto di alternanza scuola-lavoro in cui siamo state
coinvolte, è stimolante non solo perché ci ha messe diretta-
mente in contatto con il mondo del lavoro, ma soprattutto
potrebbe costituire l’occasione per scoprire vocazioni e atti-
tudini nascoste.
La parte conclusiva del progetto ci vedrà protagoniste attive
nella realizzazione di depliant illustrativi del Castello del Mu-
seo e del sito archeologico redatti sia in lingua italiana che
nelle lingue straniere studiate. Al termine del progetto, nel
mese di maggio, guideremo una classe del nostro Istituto e un
gruppo di studenti delle scuole medie di Gioia del Colle nella
visita del castello e del sito archeologico.
Maria Silvia Miale
per la classe III BL
fumetto di Olga Armigero I BL
“Non esiste un vascello veloce
come un libro
per portarci in terre lontane”
studentesse nel laboratorio di restauro

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I Care aprile 2013

  • 1. SOMMARIO Alla scoperta delle nostre origini pag.1-12 Cara amica ti scrivo pag.2 Assemblee e autogestioni pag. 3 Tablet in classe... pag. 4-5 Il “don Milani” ospite di RaiTre: pag. 6 La televisione: un progresso re- gresso... pag. 7 Facebook: la grande famiglia...: pag.8.9 Contrastiamo i killer della cultura pag.9 A modo nostro grazie! pag.10-11 The end pag. 12 Anno XI Numero Unico Aprile 2013 ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE ORIGINI Nona edizione del progetto alternanza scuola-lavoro presso il Castello Nor- manno Svevo di Gioia del Colle e il Parco Archeologico di Monte Sannace Con il progetto di alternanza scuola-lavoro, pro mosso dal nostro Istituto in collaborazi one con la Sopri- ntendenza per i Beni Ar cheologici della Pu- glia,abbiamo scoperto le origini della nostra magnifica regione: il modo di vivere dei nostri antenati, le varie tipologie delle loro abitazioni, ciò che essi utilizzavano per la vita quotidiana:utensi li da cucina, strumen- ti per tessere, armi, gioielli, vasi. Abbia- mo imparato ad utilizzare le tecni- che di uno sca vo archeologi- co e a ricon oscere gli oggetti ri nvenuti durante lo ste sso:framme nti di vasi, di ossa che poi abbiamo lavato, siglato e assembla to fino a ricomporre vasi risalenti al IV-III seco lo a.C., intraprenden- do,così, un interessante percorso che ci ha consentito di annullare la distanza tra l’età arcaica e il nostro tempo, arricchendoci sia culturalmente che umanamente. E’ stato davvero emozionante ricostruire e toccare con mano oggetti creati e appartenuti ai nostri antenati che in futuro faranno bella mostra di sé nel Museo Nazionale di Gioia del Col- le e in altri musei del nostro territorio, anche grazie al nostro piccolo contributo. segue in ultima pagina “ Tutti i dilet- tanti scrivono volentieri . Per- ciò alcuni di loro scrivono così bene.” ( F.Dürrenmatt)
  • 2. PAGINA 2 Anno XI Numero Unico La Redazione A.s. 2012/2013 Docenti: Mariella Nardulli, Leo- nardo Sportelli Studenti: Carmela Ribecco, Greta Ciccarone, Annalisa Manobianca, Paola Nerilli, Luana Ciccarone, Pa- mela Palmirotta, Alessia Ghurabar- di,Gianluca Ferrulli, Rossella, Serra, Ines Petrelli, Selene Alberto, Nadia Valente, Imma Morgese, Micaela Carone, Simona Coscia, Alessia E- sposito, Liliana Capozzo, Federica Lisi, Olga Armigero, 3^AES, 5^DL, 2^AES Inoltre hanno collaborato i docenti: Angela Iacobellis, Anna- maria Impemba Cara amica ti scrivo Ricordando Anna Frank Cara Anna, ammiro la forza con cui hai dovuto affrontare la drammatica reclusione forzata , abbandonando la tua vita di adolescente spensierata, non ne sarei stata capace. I miei primi quattordici anni di vita sono stati felicemente indimenticabili. Mi rende triste il solo pensiero che alla tua età hai dovuto affrontare tutto quel dolore e che tutti i tuoi sogni sono stati distrutti. Mi hai aiutato a capire il vero senso della vita e ad apprezzare quello che ogni giorno ho la fortuna di avere. Grazie! Alessia Esposito Classe 1^BES Cara Anna, leggendo le pagine del tuo diario mi sono molto commossa e identificata con te, anche io ho più o meno la tua stessa età. Ma le nostre vite sono state molto diverse, io vivo la mia vita spensieratamente e tra le mie preoccupazioni più grandi c'è quella di prendere un cattivo voto a scuola. Tu, invece avevi ben altre preoccupazioni, molto più serie! Hai vissuto i tuoi anni più belli in una soffitta, chiusa come in una prigione e non hai potuto avere un'adolescenza normale. Il tuo diario mi ha impressionata, confusa, spaventata. Mi chiedo come mai cose così terribili possano essere accadute a ragazzine come noi, a bambini, a milioni di altre persone. A volte ho paura che possa capitare anche a me poi, mi guardo intorno e vedo un mondo più tollerante,in cui mi impegnerò a diffondere valori positivi. Michaela Carone, Simona Coscia Classe 1^BES Cara Anna, Ora sono io a scriverti le mie emozioni, le mie parole arriveranno lassù, in cielo, quello stesso cielo che tu ammiravi dalla soffitta, dove vi eravate nascosti per salvarvi dall'orrore della persecuzione. Qui siete rimasti reclusi per due anni, immersi nel terrore e nel silenzio con la continua paura di essere scoperti. Eri una ragazza molto saggia ed altruista, soffrivi, ma non hai pensato solo alle sofferenze ma a tutto quello che è rimasto di bello al mondo. Eri sincera con te stessa, e con gli altri. Posso comprendere solo in parte le tue sofferenze, visto che oggi viviamo in pace e nel benessere, abbiamo tutto quello che desideriamo e soprattutto la libertà. Oggi vivo una vita serena e viziata e mi "vergogno" per tutto quello che chiedo ai miei genitori, mentre tu anelavi soltanto alla tua libertà. Vorrei che tu sapessi che sei di grande esempio per me perché con tanto coraggio hai affrontato problemi troppo grandi per la tua età e hai capito subito i veri valori della vita. Nadia Valente, Imma Morgese Classe 1^BES “ E’ bello scrivere per- ché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla” ( C. Pavese)
  • 3. PAGINA 3Anno XI Numero UnicoI ASSEMBLEE E AUTOGESTIONE “Perdita di tempo” o partecipazione formativa condivisa? Fondamentale è, nell’ ambito dell’ istruzio- ne, il diritto all’ assemblea; lo dimostrano statuti, regolamenti, e gli innumerevoli slogan dei ragazzi durante le manifesta- zioni. L’ assemblea non è soltanto un momento di svago, noi rappresentanti d’ istituto siamo infatti convinti che questa, se orga- nizzata e vissuta nel modo giusto, abbia una forte valenza educativa. Nel corso di quest’anno scolastico abbia- mo organizzato diverse attività nei mo- menti di condivisione assembleare: dalla visione di film, ai dibattiti con esperti, fino a lezioni interamente gestite da noi ragaz- zi. Uno dei momenti di cui andiamo fieri e che senz’altro ci ha aiutato a crescere, infatti, è stata l’ autogestione: sebbene ottenerla non sia stato semplicissimo, mai come in quella occasione, crediamo di essere riusciti a dimostrare che la cultura non deve essere trasmessa soltanto con le lezioni “tradizionali”, ma ognuno di noi è capace di insegnare e quindi trasmettere qualcosa. Partendo da questo presupposto abbiamo presentato al Dirigente scolastico un pro- gramma fittissimo di attività, al fine di metterci alla prova e dimostrare quanto sia importante per noi il luogo in cui pas- siamo gran parte del nostro tempo. Abbiamo realizzato laboratori di lingua araba, portoghese, albanese e giapponese, laboratori di storia della musica e lezioni di chitarra, laboratori di disegno, approfondi- menti per le classi quinte, lezioni di ballo di tutti i tipi e tanto altro ancora, riuscen- do a catturare l’ attenzione di molti docen- ti che si sono divertiti insieme a noi. Nonostante tutto, qualcuno resta scettico sulle nostre capacità di gestire questi mo- menti di aggregazione (spesso e volentieri definiti come “perdite di tempo”), ma noi non ci fermiamo, e coltiviamo ogni giorno l’ intento di riuscire a sensibilizzare tutta la popolazione scolastica con attività formati- ve interessanti e di apertura ad un mondo sempre più globalizzato: basti pensare all’assemblea organizzata l’8 marzo, in cui abbiamo conosciuto e incontrato la realtà di una delle regioni più povere dell’Africa: il Benin. Luana Ciccarone classe 4^BL 8 marzo 2013 Assemblea d’istituto Liceo don Milani - Acquaviva VOLONTARIA//MENTE “Incontriamo il Benin” “Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina.” Sant’Agostino Testimonianza dott. Gaetano Logrieco (Primario chirurgia generale ospedale Miulli - Acquaviva) A cura della 3B Linguistico da sin: prof. Gargano, dott.ssa Giangrande,prof.ssa Nardulli, rappresentanti di istituto Ciccarone, Cavalieri
  • 4. PAGINA 4 Anno XI Numero Unico Decisamente meglio un testo digitale! •Meglio utilizzare un tablet che studiare su vecchi ed antichi libri. Studiare su testi digitali è un metodo più stimolante del tradizionale per imparare. Un vero e proprio metodo innovativo ed all'avanguardia con i tempi. •La multimedialità rende più interattiva la lezione e riesce ad aumentare il livello di attenzione degli studenti,in quanto si utilizza uno strumento informativo che su di loro ha un forte impatto. •Con un testo digitale si possono trovare molte e più aggiornate informazioni in poco spazio. La consultazione è più veloce ed eclettica. Si rivoluziona completamente il modo di studiare: con gli ipermedia la ricerca non è più noiosa e complessa. •I libri digitali evitano di far trasportare pesantissimi volumi. Con internet si possono stampare solo pagine che servo no,senza portarsi appresso cose che non si devono studiare. •Vi è la possibilità di seguire argomenti correlati in tempi brevi: ciò non appesantisce la letture e facilita l'apprendime- to dell'argomento stesso. Nei testi con scrittura tradizionale la stesura lineare determina difficoltà nel ricercare colle- gamenti tra vari argomenti, le cui informazioni si trovano poi anche distribuite su molti volumi. •Il costo di un tablet è inferiore rispetto a quello dei testi scolastici in adozione •I costi energetici di collegamento alla rete sono risibili se si confronta l'equivalente consumo di carta. Dal punto di vista ambientale,occorre orientarsi verso una maggiore dematerializzazione dei consumi. Addio carta, addio biblioteche con chilometri di scaffali dal pavimento al soffitto La rivoluzione si chiama eBook Gli eBook saranno il più grosso fattore di accelerazione della cultura dopo Gutenberg (L. Simonelli, in Tuttoscienza 2000) Tablet in classe: sicuri di sostituire... L'idea governativa di introdurre nella scuola libri di testo digitali... Se ne presentano alcune, discusse ed argomentate da ragazze di...
  • 5. PAGINA 5Anno XI Numero Unico Un libro è tutto te stesso e apre infiniti orizzonti! • Avere davanti uno schermo non è coinvolgente. Il libro si tocca con le mani,si sfoglia,si sfrutta a proprio piacimento. Si può sottolineare,evidenziare,prendere appunti accanto al testo. Si impara,leggendo e rileggendo,pagine pasticciate dei libri. • La carta non rovina la vista,mentre leggere a lungo e con attenzione uno schermo luminoso e faticoso e fastidioso. Per non parlare poi anche dei problemi alla "salute cerebrale"... • Studiare su un testo digitale risulta più difficile, poichè si hanno molti elementi di distrazione. • Avere una rete disponibile non è sempre facile. Cosa si studierebbe in una classe in un giorno di black-out? Inoltre, c'è sempre il rischio di interruzione del lavoro e della perdita di dati. • Il testo offre l'esempio di una selezione accurata dei contenuti nel mare sterminato di tutta l'informazio- ne possibile. L'educazione non consiste solo nel trasmettere informazioni, ma nell'insegnare i criteri di selezione per evitare accumulo e disordine mentale. • Il libro cartaceo permette una maggiore immedesimazione nelle storie raccontate. Crea il piacere di poter sfogliare le pagine,di assaporarne l'odore,riportando indietro nel tempo e facendo ricordare momenti e persone. • I libri sono tutti da gustare, i freddi file no. • Perchè dovremmo riempire il computer con una massa di bit che potrebbero farlo scoppiare e poi aspetta re due settimane che la stampante tiri fuori pagine di un libro,quando dietro l'angolo si può comprare velocemente una edizione economica? 2A (Scienze Umane) così i libri cartacei? ha suscitato varie e diverse reazioni. una classe liceale.
  • 6. PAGINA 6 Anno XI Numero Unico Il don Milani ospite di RAI 3 A seguito di un fortunato contatto tra l'istituto Don Milani e Rai3 é stato possibile a due classi del nostro istituto, 3^ A LES e 3^B LES il giorno 30 novembre 2012 di essere protagoniste della trasmissione su Rai3 condotta dal giornalista Corrado Augias.Questa trasmissione “Le Storie” porta ogni giorno una classe di un istituto superiore a discutere di un libro attinente al proprio percorso di studi. Considerata l'attenzione all'economia che caratterizza l'indirizzo Economico Sociale (LES), la scelta é caduta sul testo di Federico Rampini “<<Non ci possiamo più permettere uno stato sociale>> Falso!”.Noi alunni,entusiasti alla notizia di questa nuova e particolare esperienza siamo stati accompagnati dalle professoresse Damato,Impemba e Petrilli ma la vera esperienza formativa è stata la preparazione pre-trasmissione:infatti abbiamo dovuto leggere l'ultimo libro di Rampini per poi discuterne con lui in trasmissione. Nella puntata registrata quello stesso giorno, invece, l'attenzione si è spostata nel sociale e gli alunni hanno sostenuto un dibattito con il sacerdote più controverso d'Italia,don Gallo. Il libro di Rampini,incentrato sul paragone tra stato sociale italiano e la situazione sociale ed economica americana è stata una vera e propria sfida per noi alunni. Seppur l'argomento era pertinente al corso di studi del liceo Economico Sociale,è servito l'aiuto dei professori per poter comprendere e riuscire ad analizzare i contenuti del libro. tutto questo però ci ha arricchito con conoscenze indispensabili per la vita di oggi. Per quanto riguarda don Gallo alcuni di noi hanno letto l'ultimo libro pubblicato. Lo stile narrativo del sacerdote però è completamente diverso da quello di Rampini perché il suo obbiettivo è quello di una comprensione immediata delle sue parole che,dette da un religioso,sono ancora più significative. Infatti don Gallo è famoso per aver affronta to dei problemi molto scottanti che spesso la Chiesa italiana si rifiuta di affrontare, perché addi rittura ritenuti immorali. Don Gallo,invece oltre ad affrontarli apertamente nei suoi libri,si mobilita per risolverli:cerca di salvare dalla strada le prostitute e i drogati, ammette e incoraggia i rapporti omosessuali e per questo vie ne malvi sto dai più alti esponenti della Chiesa cattolica italiana. Dopo la nostra lunga prepa razione è arrivato il giorno tanto atteso da tutti .Ovviamente l'emozione era tanta quanta la tensione:infatti nel corso del programma gli alunni dovevano porre delle domande ed essere in grado di sostenere un vero e proprio discorso. A proposito di questo, prima della messa in onda la giornalista responsabile della trasmissione ha sostenuto un vero e proprio brain storming con tutti noi nel quale tutti abbiamo presentato le domande preparate e abbiamo imparato a formularle. Questo è stato il momento chiave dell'intera esperienza;infatti, partendo dalle nostre domande iniziali, la giornalista ci ha spinto a formulare domande sintetiche e pertinenti. In questo modo siamo stati tutti pronti ad affrontare il dibattito e a comprendere ancora di più quello di cui stavamo parlando. Per tutto il tempo della permanenza negli studi Rai eravamo stupiti di vivere quello che abitualmente guardavamo in tv. La trasmissione è stata un successo e noi siamo stati fortunati nell'apprendere delle conoscenze che ci permettono di riuscire a comprendere la realtà attuale che a volte viene nascosta a noi giovani, perché sembriamo non motivati e disinteressati. Con questa partecipazione crediamo di aver dimostrato il contrario. Rossella Serra, Ines Petrelli, Gianluca Ferrulli classe 3^AES
  • 7. - PAGINA 7Anno XI Numero Unico La televisione: un progresso regresso Una riflessione su “Italiani ieri e oggi” di Michele Rossi Il saggio “Italiani ieri e oggi” di Mi- chele Rossi affronta tra le altre, una problematica sempre attuale: il ruo- lo svolto oggi dal mezzo televisivo. Con il passaggio dal bianco e nero al colore si è verificato un progresso regresso nel mondo della televisio- ne. Un servizio dapprima pubblico e culturale che con il passare del tem- po ha finito per trasformarsi in uno strumento ludico e occultatore. Es- so riflette una realtà parallela ed ipocrita che induce a distogliere lo sguardo dalla realtà effettiva. L’immagine della realtà presentata dalla televisione, si svuota di signifi- cato e vale dunque per la sua effica- cia persuasiva e non più per i suoi contenuti. Tutti facciamo parte di un sistema nel quale non si riesce più a discer- nere il reale dall’ideale e per questo ci si accontenta di alimentarsi di una cultura falsa e superficiale. La nascita della televisione ha favorito la pub- blica uniformità culturale, al giorno d’oggi mutatasi in una pubblica uniformità sottoculturale. Il progresso della televisione ha convertito l’Italia, nostra patria, da culla artistica e culturale del mondo in “una sotto- Italia, un’Italia di serie B”, come affermava Moravia. La causa di questo degrado è costituita dall’avvento della politica nel sistema mediatico, abile manovra- tore delle menti di noi burattini, “pronti a ridere, e a esaltarsi, ad applaudire tutto quello che è veloce, privo di senso e ripetitivo”, come sostiene Fellini. In questo modo la televisione si concede la libertà di offrirci una vasta gamma di pro- grammi-spazzatura che ci forniscono emozioni già confezionate, “prêt-à-porter”. Il sistema mediatico ha creato un meccanismo di suggestione sul quale si fonda il fenomeno dell’espansione capitalistica, definita dal sociologo americano Ritzer “McDonaldizzazione”. Questa suggestione ha avuto caratteri così determinanti da imporsi in maniera decisiva sulle nuove generazioni: queste infatti, una volta uscite dal guscio, entrano direttamente in contatto con la televisione, specchio deformante della realtà. Le generazioni passate, armate di libro, dichiarano guerra alle odierne, munite di telecomando, rivendicando i cari vecchi tempi. Tempi in cui il libro rappresentava un mezzo attraverso il quale evadere dalla realtà, senza alcuna pretesa. Al con- trario, la televisione che domina il nostro tempo ha la pretesa di rappresentare la realtà, anche se realtà non è. Noi auto- mi dipendiamo da questa finta realtà che ci barcamena all’unisono verso ciò che siamo spinti a credere come vero e sensa- to, inconsapevoli ed ingenui siamo trasportati dall’onda. Evitiamo il naufragio, rendiamoci consapevoli dell’effettiva realtà. Prendiamo il comando per rivoluzionare quella ipocrita realtà, “brandendo il telecomando non più verso il video, ma fuori dalla finestra, sulla città”, passando dunque dall’apatia all’azione. Liliana Capozzo & Federica Lisi Classe 4^ BL
  • 8. PAGINA 8 Anno XI Numero Unico In un mondo globalizzato in cui basta un semplice clic per connettersi con persone dall’altra parte del globo, in barba al fuso orario e alla distanza fisica, Facebook, in un certo senso il neonato nella grande famiglia dei social network, è stato immediatamente accolto come il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza. A differenza di twitter o netlog, Fa- cebook consente di creare quasi un alter ego virtu- ale di se stessi completo in tutto e per tutto, con tanto di foto, video, aggiornamenti in tempo reale per non parlare dei “link” più svariati, delle milioni di pagine che trattano gli argomenti più gettonati dell’attualità. Il “diario” in particolare è una vera e propria linea del tempo che permette di riesumare i post più vecchi e dimenticati del proprio profilo, perché Facebook è questo: una traccia indelebile di sé, alla portata di tutti. Ed è proprio all’affermazione “alla portata di tutti” che suonano i primi campanelli d’allarme. Quanto siamo disposti a scoprirci, a e- sporre la nostra identità, sul web, pur sapendo che qualsiasi cosa scriviamo, pubblichiamo, condividia- mo, anche nell’impeto del momento e pentendoce- ne l’istante successivo, rimarrà per sempre nell’archivio della rete, pronto e disponibile agli occhi famelici di un qualunque attento cercatore? I miliardi di utenti di Facebook non si pongono il problema, oppure lo archiviano, pensando che “tanto a me non può succedere niente di brutto, figuriamoci.” Eppure si sente parlare con una fre- quenza allarmante di casi di pedofili che attirano ragazzini e ragazzine (anche se l’età minima d’iscrizione è tredici anni, nor- ma che peraltro cerca solo di tutelare la sicurezza degli utenti, ovviamente, come in tutte le cose, i piccoli trasgressori non mancano) fingendosi loro coetanei, arrivando a convincerne alcuni ad incontrarli dal vivo. O ancora di persone che si fin- gono altri per diffamarli; di fidanzati o pretendenti ossessivi che sfruttano il social network per mandare avanti il loro pro- cesso di stalking nei confronti del povero ragazzo o della povera ragazza di turno, che vengono inconsapevolmente attac- cati anche dal fronte informatico. Non solo, si parla anche di casi di dipendenza da Facebook, una vera e propria patologia che porta all’alienazione quasi totale dalla realtà, in cui l’alter ego virtuale diventa ciò che conta, a discapito del vestito di ossa e carne, pensieri e senti- menti che si indossano quotidianamente, che viene percepito scomodo e costrittivo al pari di una camicia di forza. Ma se i potenziali pericoli sono così tanti e così preoccupanti da suscitare l’attenzione anche di esperti, avvocati, crimino- logi, psicologi, come si spiega il fulminante successo di Facebook? La risposta si trova in quella che è la sua funzione originaria, il motivo per cui è stato “creato” e che si è un po’ perso con il passare del tempo e con i numerosi aggiornamenti del sito, non sempre bene accolti dagli utenti: comunicare. La società di oggi ha bisogno di mantenersi in contatto (in rete) costantemente. Non è un caso che di recente sia scoppia- to il boom degli smartphone, che consentono la perpetua connessione ad Internet. E’ legittimo pensare che ciascuno di noi abbia bisogno di sentirsi in contatto con le persone che ci circondano. segue a pag. 9 Chatta, Tagga, Condividi… senza rischi alla scoperta delle trappole di facebook Seminario di studio, 5 ottobre 2012, ore 15,30 Auditorium Istituto don Milani – Acquaviva delle Fonti Saluti e presentazione: Giulia Calfapietro (Presidente “a casa di giacinto”) Presiede e modera: Franco Occhiogrosso (Condirettore Rivista Minori e Giustizia – Componente Consiglio Direttivo Associazione Magistrati per i Minori e la Famiglia) Introducono: i ragazzi di “a casa di giacinto junior” Relazionano: Mariella Nardulli (docente di Lettere Liceo Statale Don Lorenzo Milani – Acquaviva)…… “Facebook attraverso gli occhi dei ragazzi” Maria Grazia Gelao (docente di Psicologia e Scienze sociali Liceo statale Don Lorenzo Milani Acquaviva) “Il linguaggio di facebook” Lucrezia Maselli (avvocato del foro di Bari) “Implicazioni legali: aspetti civili, penali e violazione della privacy” Roberto Borraccia( esperto in crimini informatici) “Come tutelarsi dalle insidie di facebook” Dott.ssa Chaira Giordano (Sostituto Procuratore della Repubblica) – Intervento programmato Conclude: Fulvia D’Elia (sociologa Università di Bari)
  • 9. PAGINA 9ti felicemente indimentAnno XI Numero Unico Studenti, buon salve. Scrivo per informarvi di quello che sta avvenendo nelle scuole di tutta Italia. Come già accennato nella prima assemblea d’Istituto di quest’anno, le biblioteche scolastiche stanno per chiudere. Il ministro Profu- mo,lo scorso 20 marzo, ha firmato il decreto legge in cui si afferma che, per motivi economici,le biblioteche scolastiche saranno soppresse. Chiaramente,tutti sappiamo in che situazione si trova il nostro “bel Paese”: l’economia è crollata,definitivamente,con il governo Monti che,ammettiamolo, ha cercato in tutti i modi di risanare il deficit statale. L’unica pecca, che bisogna riconoscere all’operato del governo reggente, è quella di aver sbagliato tutto!Il mio non vuol essere un attacco alle istituzioni, a quello ci hanno già pensato i mass media; il mio “j’accuse” ha solo lo scopo informativo di sollecitare gli animi:. DOBBIAMO FARE QUALCO- SA! STANNO UCCIDENDO LA CULTURA E IL SAPERE! Hanno congelato gli stipendi ai docenti,ridotto le ore settimanali nelle scuole professionali,proponendo la “settimana corta”, nei licei hanno eliminato il latino e la storia dell’arte e, ora,vogliono toglierci le biblioteche,luoghi in cui libri e giornali sono a disposizione, gratuitamente, di tutti,dal dirigente agli studenti. Quello che mi preoccupa,però, non è solo la crescita dell’ ignoranza,quanto il fatto che i bibliotecari perde- ranno il lavoro o verranno assegnati a occupazioni per le quali non hanno le competenze necessarie. I bi- bliotecari scolastici sono Docenti Inidonei che,più correttamente, dovrebbero esser definiti Docenti Idonei ad altri compiti,poiché, per motivi di salute, spesso legati a cause di servizio, sono “utilizzati” per svolgere altri compiti (in questo caso bibliotecari). In Italia sono più di 3500 unità, che operano nelle scuole pubbliche che, tempo fa,su richiesta del MIUR(Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca),hanno frequen- tato corsi di formazione specifici per la gestione delle biblioteche. “Dall’estate 2012 pende su di noi una spada di Damocle,ossia l’articolo 14, commi 13 e 14, della legge 135/2012” afferma una di questi docenti, “La spending review intitolata:<<Disposizioni urgenti per la revi- sione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini>>, invece, di fatto, toglierà agli alunni ed al personale il Servizio di Biblioteca Scolastica ed altri e ci costringerà,se non si ferma, a lasciare la nostra atti- vità di Docenti.” Cosa,secondo me, inconcepibile! Come si può pensare che le biblioteche siano non indi- spensabili per noi alunni? Come si può,da un giorno all’altro,mettere per strada un docente che, per motivi di salute certificati,non può più esercitare il suo lavoro? Domande che,sicuramente, i Docenti Inidonei, si sono posti e vorrebbero porre a coloro che occupano i posti al vertice del nostro governo. La soppressio- ne delle biblioteche ricadrà principalmente su di noi,alunni in crescita e in piena formazione. Anche Laura Boldrini, presidente della Camera neoeletta, difende i bibliotecari scolastici e afferma di impegnarsi a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità e capacità per evitare che venga adottato un decreto che rischia di pena- lizzare migliaia di persone. Ma mentre i nuovi arrivati, in Parlamento e Governo, spendono belle parole, il ministro Profumo,di soppiatto, ha già messo il suo “autografo” sotto la proposta di legge. Chiudere i centri di Cultura significa che,soprattutto per piccole cittadine,come Acquaviva,ad esempio, non vi sarà più un luogo di incontro,di scoperte, un luogo in cui chiunque possa spendere il proprio tempo libe- ro,senza cadere nel banale. In molti si stanno battendo per questa causa e,personalmente, vorrei far parte di quel gruppo,anche se ristretto, e vorrei invitare tutti voi,docenti,alunni,Preside e personale ATA, a sostene- re coloro che sono,a dir poco, indispensabili per noi e per la nostra crescita, soprattutto perché “La cultu- ra,anche se non produce oggetti impacchettabili nel cellophane(come pomodori o altre merci), produce qualcosa di più prezioso e irripetibile: produce intelligenza, conoscenza, competenza e valori. Cose di cui abbiamo immensamente bisogno in questo infelice momento storico” come sostiene la grande scrittrice Dacia Maraini, in una delle sue lettere,in favore di questa causa,inviata al quotidiano “Il Corriere della Sera”. Selene Elfo Ska Alberto 5^DL segue da pag. 8 Ma con la rivoluzio- ne di Internet e di Facebook il contatto è diventato quasi esclusivamente vir- tuale: non è più qualcosa di fisico e ristretto a chi ci è accanto, ma intangi- bile e aperto a tutto il mondo. Sta a noi decidere se prefe- riamo staccare la spina e andare a farci una passeggiata o se rimanere colle- gati all’amo, al cor- done ombelicale che è la rete. Citando uno degli avvocati che il 5 ot- tobre ha partecipato come relatore al seminario di studio “ Chatta, Tagga, Condividi… senza rischi” : “Pericoli o no, ormai Facebook esiste e non si può tornare indietro.” Il massimo che possia- mo fare è aprire gli occhi ed esercitare, quando siamo onli- ne, la stessa pruden- za (se non maggio- re) che riserviamo alla vita reale. Greta Ciccarone Classe 3^BL
  • 10. PAGINA 10 Anno X I Numero Unico A modo nostro: grazie ! La tradizione vuole che a 100 giorni dalla maturità alunni e professori si riuniscano per condividere “l’ultima cena” insieme. E ogni cena o pranzo che sia, sta ad un discorso conclusivo che funge da ringraziamento ufficia- le e richiesta di “perdono” da parte di 17 povere comari sciagurate (come ci definirebbe il professor Palmiot- to). Noi, invece, andiamo contro ogni regola e vi proponiamo la ricetta per quest’ultimo pranzo. Per iniziare, procurarsi: -una professoressa Pistacchio, sinonimo di bontà: la classica donna “casa e chiesa” che non si è mai dimostrata debole ed indifesa; -un professor Palmiotto, sinonimo di tenerezza: l’arte insegna con passione, rendendo talvolta divertente la sua lezione; -una professoressa Carnevale, sinonimo di precisione: con lei la filosofia diventa magia, ma devi saperla come l’ave Maria; -un professor Tedesco, sinonimo di carisma: è vero che la scienza non sia mai stata il nostro forte, ma è anche vero che grazie a lui la ricorderemo sino alla morte; -una professoressa Latronico, sinonimo di solarità: ci lasciamo inebriare dalla scia del suo profumo, ma non sarà così con Unamuno; -un professor Fumai, sinonimo di saggezza: la matematica porta nel cuore, ma le sue esperienze di vita propo- ne con amore..e sicuramente faranno più furore; -una professoressa D’Aprile, sinonimo di bon-ton: i suoi appunti sono come le sacre scritture, il problema è capirne le strutture; -un professor Sportelli, sinonimo di disponibilità: in corridoio lo fermiamo per avere buone novelle, in palestra ci forma come modelle; -
  • 11. PAGINA 11Anno XI Numero Unico una professoressa Francisca, sinonimo di allegria: infonde il suo amore per lo spagnolo con uno schiocco di dita solo; un professor Campanale, sinonimo di comicità: non è importante la vita di un autore, quanto la lezione di vita data- ci con amore; - una professoressa Santoiemma, sinonimo di sorriso: ogni anno ci allieta con le canzoni di Natale ed il suo sorriso è una droga letale; -una professoressa Nardulli, sinonimo di laboriosità: la letteratura non è la sua unica preoccupazione, ama dedicarsi a tutti con devozione; -una professoressa Tripartito, sinonimo di fiscalità: ogni venerdì da 5 anni è un fisso appuntamento ed ogni volta sempre un nuovo argomento; -una professoressa Pepe, sinonimo di continuo movimento: non sopporta che si usino i cellulari e quando spiega scende sempre nei particolari; una professoressa Santorsola, sinonimo di donna ribelle e cosmopolita: viaggiare per lei è una regola fondamentale ed ogni alunno deve studiare l’inglese in modo maniacale. ATTENZIONE!! Fondere il tutto con 17 splendide donzelle e amalgamare fino a rendere il composto omogeneo. Lasciare che la miscela si solidifichi nel frigo MATURITA’ per quattro giorni, mangiare il risultato il giorno dei qua- dri e poi digerire con una fantastica vacanza! Bene, eccoci qui, riuniti come tutte le famiglie solitamente fanno nelle occasioni speciali. La nostra occasione è dover festeggiare il tempo che ci resta da condividere insieme, Ma poi pensandoci, realizziamo che ci sia davvero poco da festeggiare. Cento giorni sono pochi: in cento giorni dobbiamo decidere cosa fare della nostra vita, prepa- rare la nostra tesina, imparare ancora tante lezioni. Dobbiamo ancora litigare e confrontarci, dare le nostre inter- rogazioni e sorridere, praticamente dobbiamo fare i conti con gli ultimi mesi di liceo della nostra vita e questa non è affatto una bella consolazione. Insomma, professori, state per accompagnare all’altare della maturità 17 piccole, grandi donne, determinate nella loro debolezza, diligenti nella loro nullafacenza, sempre sorridenti nella loro ansia. I pezzi che abbiamo perso con tanto dispiacere, sono pezzi fondamentali che proprio non potremo dimenticare. E poi chissà cosa si prova a stare dal vostro lato: cos’è, per un professore, terminare un ciclo di cinque anni e guar- dare i propri alunni seduti di fronte ad una commissione, mentre cercano di aprirsi per dare il meglio? Deve essere emozionante. Noi vi ringraziamo per tutto quello che ci avete insegnato: oltre ad aver arricchito la nostra cultura, ci avete rese umane, donne con personalità. Ed è per questo che anche grazie a voi, il ricordo del liceo sarà eterna- mente acceso in noi. Per quello che ne resta, cercheremo di dare il meglio fino alla fine, fino a quel tanto atteso “colloquio orale”.
  • 12. PAGINA 12 Mi rende triste il solo pen-Anno XI Numero Unico segue da prima pagina Il progetto di alternanza scuola-lavoro in cui siamo state coinvolte, è stimolante non solo perché ci ha messe diretta- mente in contatto con il mondo del lavoro, ma soprattutto potrebbe costituire l’occasione per scoprire vocazioni e atti- tudini nascoste. La parte conclusiva del progetto ci vedrà protagoniste attive nella realizzazione di depliant illustrativi del Castello del Mu- seo e del sito archeologico redatti sia in lingua italiana che nelle lingue straniere studiate. Al termine del progetto, nel mese di maggio, guideremo una classe del nostro Istituto e un gruppo di studenti delle scuole medie di Gioia del Colle nella visita del castello e del sito archeologico. Maria Silvia Miale per la classe III BL fumetto di Olga Armigero I BL “Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane” studentesse nel laboratorio di restauro