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Anno XIV Numero Unico Aprile 2015
ADOLESCENZA
ricerca del sé o il se alla ricerca?
Adolescenza!
Non c'è una strada definita per ricercare se stessi, la
propria personalità, il proprio io!
L' adolescenza è il periodo dell' età evolutiva in cui l'
i individuo passa dallo stato infantile a quello di un
adulto. Durante l' adolescenza l' individuo subisce
delle trasformazioni sia fisiche sia psicologiche: la
comparsa del seno, la crescita della barba e di altri
peli corporei, il mutamento del timbro della voce,
tutti mutamenti che si manifestano in maniera signifi
cativa. In questa fase evolutiva si manifestano atteg-
giamenti a volte di ribellione, scontrosità, introspe-
zione, tutti piuttosto normali poiché coincidenti con
la fase di maturazione sessuale e di formazione della
propria personalità. Talvolta l' individuo non riesce a superare i molteplici dubbi che
albergano dentro di sé e di conseguenza ci si isola dalla propria famiglia e si chiede aiuto
agli amici che non sempre riescono ad interpretare fino in fondo i suoi atteggiamenti e a
sciogliere i suoi dubbi e quindi non possono aiutarlo. Solo in alcuni casi, l' individuo
trova conforto nel suo migliore amico, al quale parla di sé, confidando i suoi segreti,
fidandosi ciecamente.
Vito Perniola 1^BL.
LA REDAZIONE
a.s.2014/2015
Docenti:Mariella Nardulli, Leonardo Spor-
telli
Studenti.Vito Perniola, Francesca Buttiglio-
ne, Giuseppe Martinelli, Greta Ciccarone,
Angela Teodosio, Erika Fumarola, Micaela
Carone, Noemi Console, Federica Lone-
ro, Fabiana Lorusso, Martina Moretti,
Alessandra Lonigro, Monica Masiel-
lo,Serena Signorile,Angelica Difon-
zo,Veronica Cotecchia, Albachiara Desta-
so, Angela Desario, Stefania Giorgio, Or-
jada Sallaku, Sonia Sisto, Rosa Verbena,
Denise De Salvo, Aurora Borrello, Sou-
kaina Buiti , Elena Finelli, Rossella Cala-
brese, Antonisa Pistilli, Fabiana Zeverino.
Si ringraziano i docenti: Paola Forte, Cate-
rina Levato, Trifone Gargano
PAGINA 2
Indice
Adolescenza ricerca del sè…
pag.2
Nuovo anno, nuovi volti
pag 2
Danni irrimediabili all’ambiente
pag.3
Un regalo di Natale
pag.4
La banca dei capelli
pag. 5
Social network., letteratura e società
pag. 6
Ferite a morte
pag.7
De Acquaviva a Bari…
pag. 8
De Madrid a Barcelona…
pag. 9
Il Don Milani a Strasburgo
pag.10
Treno della memoria 2015
pag.11-12
Storia di una ladra di libri
pag.13
Progetto lettura
pag.14
Ultime news dall’aldilà
pag.14
La terza B della SM Giovanni XXIII….
pag.15
Nessun dorma
pag 16
Anno XIV Numero Unico
NUOVO ANNO, NUOVI VOLTI.
« Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non
è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene
far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno
l'unico responsabile di tutto. »
Lorenzo Milani
Ogni anno, un gran numero di studenti , provenienti dai paesi viciniori scelgono questo
istituto per il loro futuro e per noi studenti delle classi prime è fondamentale ambientarsi
e socializzare con i propri coetanei visto che siamo nella fase adolescenziale, il periodo
in cui da bambini si diventa adulti.
In questa fase si è molto fragili, perché ci facciamo condizionare molto facilmente dai
giudizi esterni e vogliamo essere accettati dagli altri, per questo, a volte, molti cercano di
conformarsi agli altri, sia negli atteggiamenti, sia nel modo di vestirsi, seguendo la massa.
Col passare degli anni poi si comprende che bisogna semplicemente essere se stessi,
ignorando le cattive influenze.
< SI DEVE ESSERE CORRETTI CON I COMPAGNI E BISOGNA ESSERE UNITI GLI
UNI CON GLI ALTRI.>>
A mio parere il don Milani è un istituto che può offrire molte opportunità nella forma-
zione: sono contenta di aver scelto questo istituto, perché spero mi aiuti a realizzare i
miei sogni”
Francesca Buttiglione 1^BL
PAGINA 3
DANNI IRRIMEDIABILI
ALL’AMBIENTE
IL CASO ETERNIT
In passato l’intervento umano nei confronti dell’ambiente, non
ha creato notevoli cambiamenti al nostro pianeta. Oggi la situa-
zione sembra essersi completamente capovolta e l’uomo ha una
significativa responsabilità ambientale. Fattori,infatti, come la
deforestazione, la forte antropizzazione, l’inquinamento atmo-
sferico, l’uso di pesticidi in agricoltura e lo smaltimento di rifiuti
tossici sottoterra, sottopongono attualmente l’ambiente a un
forte “stress”. Tuttavia, non è solo il nostro pianeta a risentire
di questi problemi decisivi, ma siamo anche noi, abitanti della
Terra, ad autodanneggiarci. Un esempio del nostro comporta-
mento lesivo è rappresentato dal caso Eternit.
CHE COS’E’ L’ETERNIT?
L’Eternit è un impasto di acqua, cemento e amianto che il suo
inventore, l’austriaco Ludwing Hatschek, chiamò in quel modo
poiché pensava fosse eterno. La produzione iniziale avvenne già
nel 1912 dalla Eternit di Casale Monferrato. Nel dopoguerra,
l’utilizzo dell’Eternit conobbe un vero e proprio boom. Infatti
dalle applicazioni tradizionali in campo edilizio, si utilizzò anche
per oggetti di uso comune. Tuttavia, a partire dalla metà degli
nni 60, vennero scoperte verità inquietanti riguardo la tossici-
tà delle polveri di amianto rilasciate dall’Eternit. Che l’amianto
creasse gravi patologie lo si sospettava già da un po’ di tempo ma dopo lunghe analisi, si è avuta l’assoluta certezza dei gravi
danni che provoca alla salute. Lo stabilimento di Casale è accertato che ha provocato la morte di moltissime persone ( circa
duemila), tra le quali anche persone che non lavoravano nello stabilimento. Infatti la polvere, portata dal vento, si incanalava
per le vie della città aggredendo le ignare famiglie. Sono stati avviati molti procedimenti giudiziari contro l’Eternit, seguite da
proteste e manifestazioni da parte sia delle famiglie delle vittime di questa “peste” metallica , sia da coloro favorevoli alla chiu-
sura e alla bonifica dell’area dove era situato lo stabilimento. Così, nel 1992, lo stesso anno in cui venne emanato un decreto
che vietava l’utilizzo dell’amianto, vennero avviati i lavori di bonifica da Eternit dei siti pubblici. Nel 2005, lo stabilimento di
Casale venne bonificato. Purtroppo, il peggio deve ancora venire perché il picco dei decessi si registrerà tra il 2015 e 2020 e
solo dopo, inizierà il declino di questa peste metallica. Possiamo dunque affermare che l’eternit è una delle tante prove di
come l’uomo danneggi tutto ciò che lo circonda e se stesso. Il perché lo ci si chiede da sempre ma la risposta è forse da ri-
cercare nell’ indole umana, distratta da un consumismo sfrenato e senza regole, poco rispettoso dell’ambiente, incurante degli
irrimediabili danni ambientali.
GIiuseppe Martinelli I^BL
Anno XIV Numero Unico
Scolaresca del don Milani. Viaggio di istruzione a Siena
“Ci sforziamo di
conservarci in salute
per poter morire bene
di radiazioni o di aria
avvelenata”
Guido Ceronetti
PAGINA 4
Se, come sostengono alcuni studi, l’altruismo è un rimedio
propedeutico (e omeopatico) alla depressione, la popolazione
del Don Milani tiene particolarmente alla propria salute psichi-
ca. Anche quest’anno abbiamo abbracciato all’unanimità l’idea
di proseguire con il progetto “Adotta un maestro”, ideato e
sostenuto dall’associazione Volontaria-mente, adottando, co-
me suggerisce il nome dell’iniziativa, un maestro che si occupe-
rà della formazione culturale di una classe “allargata” in Benin
(lì le classi comprendono studenti di varie fasce di età), in una
scuola assurdamente sospesa sull’acqua, ospitata in una strut-
tura che il nostro grado di civilizzazione considererebbe pri-
mitiva: una palafitta.
Nei primi mesi dell’anno scolastico ciascuno di noi ha avuto la
possibilità di contribuire, in piccola parte, a quello che mi è
piaciuto definire un regalo di Natale ben più vicino al significa-
to originario della festività di quanto non lo siano i doni nella
nostra società consumista e ben salda alla propria dimensione
materiale: garantire a qualcuno che non lo ha qualcosa che noi
diamo per scontato, e che, anzi, rivendichiamo, difendendolo a
spada tratta (e in particolar modo ultimamente, in vista della
riforma), ovvero l’educazione scolastica; ancorché, stando ap-
punto a dati pareri specialistici , siamo noi ad averne tratto i
maggiori benefici e, ad un modico, sbilanciato prezzo materiale,
il cui ritorno è a nostro vantaggio, essendo puramente psicolo-
gico, è effettivamente considerabile di maggior valore.
In occasione del concerto di Natale, che ha peraltro permesso
ai ragazzi e ai docenti coordinatori dell’orchestra di aderire alla
causa secondo la loro personalissima modalità, ovvero la musi-
ca, la sera del 15 dicembre abbiamo invitato i responsabili dell’associazione, il dottor Logrieco e la dottoressa Giangrande, che allora
erano prossimi alla partenza, per affidare alle loro mani esperte e tremanti di commozione la somma che in ben poco tempo siamo
riusciti a raccogliere, che garantirà ai nostri lontani compagni beninesi di essere seguiti da un maestro per un anno intero.
Sarebbe inutile ribadire ulteriormente quanto riteniamo impor-
tante rispondere ad un appello timido, sommesso, di cui a stento
percepiamo gli echi, perché proveniente da una realtà talmente
distante da quella a cui siamo abituati da risultarci incredibile,
addirittura assurda (sfido a non trovare assurdo il pensiero di
nostri coetanei che imparano a leggere e scrivere, a pensare con
senso critico e a stare con gli altri su una piattaforma di legno
instabile e scricchiolante), ma che ,nonostante tutto, è riuscito a
raggiungerci, trasportato dalle labbra degli esponenti di
un’associazione che senz’altro saremo felici di supportare nuova-
mente.
Greta Ciccarone 5^BL
Anno XIV Numero Unico
“Spesso un piccolo dono produce grandi effetti”
Seneca
PAGINA 5
Da ormai tanti anni la nostra
scuola promuove eventi di soli-
darietà per sensibilizzare gli
studenti ad aiutare persone in
difficoltà.
Con il Patrocinio del Comune
di Acquaviva delle Fonti e i
responsabili dell’associazione
“Banca dei capelli” si è organiz-
zato un evento di solidarietà
durante il quale gli studenti
hanno avuto l’opportunità di
donare delle ciocche di capelli
(lunghezza minima 25 centime-
tri) alla “Calviclinica”, famosa
azienda di Bari specializzata nel
settore, che si occupa di creare
e donare, gratuitamente, delle
parrucche ai pazienti oncologi-
ci.
Abbiamo raggiunto circa cento
adesioni da parte degli studenti
dell’Istituto “Don Lorenzo Mi-
lani”, che si sono dimostrati
subito motivati a partecipare a
questa iniziativa.
Durante l’assemblea tenutasi il giorno 15 Dicembre 2014 nell’Auditorium della nostra scuola, grazie alla solidale collaborazione
di cinque parrucchieri di Acquaviva delle Fonti, abbiamo potuto raccogliere più di cento ciocche per la creazione delle parruc-
che.
L’Assemblea d’Istituto è stato un modo concreto e solidale di vivere il Natale con un gesto d’amore e di condivisione nei con-
fronti di chi soffre.
Allietati dalle note musicali degli studenti del Liceo Musicale, abbiamo potuto realizzare un evento che ci ha resi consapevoli di
uno dei tanti problemi che attualmente affliggono la nostra società e di quanto noi ragazzi siamo coinvolti come cittadini re-
sponsabili di una società migliore.
Angela Teodosio 4^BL
Anno XIV Numero Unico
PAGINA 6
Durante l’assemblea d’Istituto del mese di Novembre abbiamo analizzato e
parlato dei social network che, al giorno d’oggi, influenzano la letteratura, la
società e l’individuo. Come esposto dal professore Trifone Gargano in sede di
assemblea, i social network determinano, in ambito letterario, la rinascita del- le
antiche modalità di scrittura: i famosi 140 caratteri di Twitter ricordano lo
scrittore Giacomo Leopardi, che li utilizzava due secoli fa per i “pensieri”; le
modalità di interazione di Facebook riprendono il lavoro degli aedi come O-
mero, poiché il post di Facebook non è altro che una storia alla quale tutti
possono aggiungere un qualcosa, e soprattutto, alla quale viene aggiunto un
nuovo punto di vista. Nella nostra società, che la professoressa Maria Grazia
Gelao definisce come “società liquefatta”, riprendendo i temi discussi da Bauman, filosofo
e sociologo contemporaneo, l’uomo vive la sua situazione, che è, in realtà, drammatica
perché vive in un mondo che Montale ha definito “finto”; quindi ha bisogno del sostegno
della comunità, e ha bisogno di sviluppare un proprio punto di vista, soprattutto con Fa-
cebook.
Una visione pessimistica di Facebook e degli altri social network ci porta ad un costante
stato di allerta, poiché si corre sempre il rischio di imbattersi in qualcuno che non si co-
nosce e che potrebbe essere pericoloso; oppure si rischia di intaccare e polverizzare la
propria personalità e non riuscire a distinguere la realtà in cui si vive dalla realtà virtuale;
sviluppando la malattia chiamata IAD (Internet Addiction Disorder). Non dobbiamo, pe-
rò, dimenticare che l’uomo, secondo Aristotele, è un essere sociale, che ha bisogno di
stare con gli altri e di condividere; e che lo stesso Bauman sostiene che l’uomo acquisisca
la sua individualità nella comunità in cui vive.
Ritornando a considerare i social network da un punto di vista di diffusione letteraria, e
non solo, Internet è un modo rapido e innovativo che permette alle figure emergenti di farsi conoscere: basti pensare a tutti gli scrit-
tori che sono diventati famosi grazie ai like e alle condivisioni; inoltre, molti utenti leggono libri interi grazie a questo tipo di diffusio-
ne, infatti, in America è una pratica già diffusa. In Italia, a parte il ritardo tecnologico, c’è anche un forte pregiudizio sui videogiochi,
che in realtà stimolano la dimensione collettiva degli individui; sui social network, e, addirittura sulla scrittura abbreviata che, secondo
molti, influisce negativamente sul linguaggio e sulle capacità di espressione di chi la usa; in questo caso bisogna informarsi meglio e
ricordarsi che nel Medioevo molti documenti erano scritti con le abbreviazioni e non ci sono mai stati casi di persone diventate anal-
fabete!
Erika Fumarola, 4^ AM
Anno XIV Numero Unico
Gli studenti incontrano la
scrittrice Ilva Fabiani
PAGINA 7
FERITE A MORTE
Ogni giorno noi veniamo a conoscenza di ciò che
accade nel mondo, notizie di carattere economi-
co, politico, ma anche tanta cronaca nera che ci
racconta di abusi perpetrati a danno di bambini,
di persone deboli, di extracomunitari, di donne.
Ricorrenti sono i casi di mariti o fidanzati che
rispondono in maniera violenta alla fine di una
storia o ad una situazione difficile. Le vittime
sono donne non sempre giovani o giovanissime
ma anche madri di famiglie, cinquantenni, perso-
ne avanti negli anni e gli omicidi sono mossi a
volte da gelosia, da ripicca, da una violenza in-
controllabile e ingiustificata. I nomi di Melania
Rea, Elena Ceste, Roberta Ragusa sono noti or-
mai a tutti per l'efferatezza con cui sono state
uccise dai loro mariti, dai loro compagni di vita.
Se da una parte queste notizie non fanno più
scalpore, tanto ci siamo abituati a sentirle, dall'al-
tra richiederebbero un' attenta vigilanza e una
profonda riflessione su quanto sta accadendo. La
società dovrebbe riflettere su una modalità che è
sempre più importante: l'uso della violenza per
risolvere problemi ma soprattutto le giovani
donne dovrebbero riflettere per poi evitare di
diventare le potenziali vittime in un rapporto
sbagliato. Come sempre l'educazione, la consa-
pevolezza, il parlarne diventa l'unico strumento
per cautelarsi.
Questo è il motivo per cui nel nostro liceo don
L. Milani, il giorno 6 marzo 2015, dedicato all'as-
semblea d'istituto, si è discusso di questo con
una avvocata, una giornalista e un'attrice. L'in-
contro, durato circa due ore, ha coinvolto il tri-
ennio.
L'avvocata Maria Pia Vigilante e la giornalista An-
na Maria Ferretti, hanno parlato dell'importanza,
ad esempio, di usare un linguaggio al femminile poiché, fino ad oggi,è usato solo il genere ma-
schile, di liberarsi da stereotipi per cui determinati colori si associano ad un genere, di creare
centri antiviolenza che possano operare sul territorio, a sostegno delle donne maltrattate. La parte
che ha coinvolto emotivamente noi ragazze è stata l'interpretazione dell'attrice Giovanna Carelli
che ha letto dei brani tratti dal libro "Ferite a morte" di Serena Dandini; attraverso la lettura di
questi testi si poteva immediatamente cogliere la sofferenza e la rabbia di chi ingiustamente subisce
una violenza. L'incontro è stato molto coinvolgente , per tanto vanno ringraziati i docenti Marian-
tonietta Zingrillo e Mariella Nardulli e il Dirigente Nicola Francesco Lucarelli che hanno saputo
organizzare questa giornata, guidandoci a diventare donne più consapevoli e rispettose di noi stes-
se.
3^BLES
Carone Micaela,Console Noemi,
Lonero Federica, Lonigro Alessandra,
Lorusso Fabiana, Masiello Monica,
Moretti Martina, Signorile Serena
Anno XIV Numero Unico
La poesia che si fa
fiore
La carta che si fa
denuncia
dell’orrore…
E noi a coglierne i
petali come speran-
ze lasciate scivola-
re sull’asfalto”
Alda Merini
PAGINA 8 Anno XIV Numero Unico
Nuestra clase, el
primero BL, ha
participado durante este
mes de Marzo, al
espectáculo en lengua
española “De Madrid a
Barcelona - Sancho y
yo”.
El espectáculo habla de
un viaje de Madrid a
Barcelona que hacen
Alonso, Sancho y Dulce
para promocionar en
otras ciudades el libro
de Alonso.
Alonso es un chico muy
pero que muy guapo
(Giada se ha sacado una
foto con él), le gusta leer
y escribir y tiene mucha
cultura.
Sancho es regordito y le
gusta el fútbol y va a
volverse el mejor amigo
de Alonso.
Dulce es una chica muy
guapa y extrovertida que decide irse de viaje con Alonso y
Sancho en su side car.
Otros personajes segundarios son: Lola y Miguel. Lola va a ser la
novia de Alonso y Miguel es el dueño del bar donde se
desarrollan los hechos.
Pero durante el viaje tienen que afrontar muchas dificultades: va
a terminarse la gasolina, va a hacer muy mal tiempo y además
Alonso se va a enfrantar contra unos gigantes (los molinos de
viento).
De repente los tres viajeros han hablado y comunicado con
nosotros y por eso nos hemos sentido parte activa del
espectáculo.
Al final hemos bailado y después nos hemos sacado fotos con los
actores. Ha sido una experiencia divertida y muy agradable.
Nuestra clase desea poder partecipar a otro espectáculo
parecido.
La nostra classe,
la 1BL, ha parte-
cipato nel mese
di Marzo, allo
spettacolo in
lingua spagnola
“De Madrid a
Barcelona - San-
cho y yo”.
Lo spettacolo
parla di un viag-
gio da Madrid a
Barcellona che
compiono Alon-
so, Sancho e
Dulce per pro-
muovere in al-
tre città il libro
di Alonso.
Alonso è un
ragazzo molto
molto bello
(Giada ha scat-
tato una foto
insieme a lui), gli piace leggere e scrivere ed è molto colto.
Sancho è grassottello e gli piace il calcio e diventerà il migliore
amico di Alonso.
Dulce è una ragazza molto bella e estroversa che decide di viag-
giare con Alonso e Sancho sul loro side car.
Altri personaggi secondari sono: Lola e Miguel. Lola diventerà la
ragazza di Alonso e Miguel è il proprietario del bar dove si svol-
geranno gli eventi.
Ma durante il viaggio devono affrontare molte difficoltà: finirà la
benzina, troveranno cattivo tempo e ancora, Alonso si imbatte-
rà con dei giganti (i mulini a vento).
All’improvviso i tre viaggiatori hanno parlato e comunicato con
noi e perciò ci siamo sentiti parte attiva dello spettacolo.
Alla fine abbiamo ballato e poi abbiamo scattato foto con gli at-
tori. È stata un’esperienza divertente e molto piacevole. La no-
stra classe vorrebbe poter partecipare a un altro spettacolo si-
mile
.Angelica Di Fonzo e la 1^ BL
PAGINA 9Anno XIV Numero Unico
Nosotros
también, los
chicos de
segundo BL,
fuimos al teatro
de Bari para ver
la obra “De
Madrid a
Barcelona -
Sancho y yo”.
Esta obra nos ha
parecido muy
moderna y actuál
y se inspira a la
novela clásica de
fama internacional
“El ingenioso
hidalgo Don
Quijote de la
Mancha”.
Todo empieza en
un bar de Madrid,
donde Miguel, el
proprietario del
bar, està viendo
un partido de fútbol con su amigo Sancho. Su equipo pierde el
partido y los dos se enfadan, pero interviene Alonso para
tranquilizarlos y diciendoles: “perder es el germen de la
victoria”.
Otro personaje de la obra es Lola, la sobrina de Miguel. Ella
está enamorada de Alonso y quiere a toda consta ayudarlo a
cumplir su sueño: el de llegar a ser un famoso escritor. Envia
uno de sus libros a una editoriál de Barcelona. Alonso decide
viajar allí con Sancho y Dulce. Como ya han comentando
nuestros compañeros de primero, durante el viaje tienen que
superar muchos obstáculos pero logran sobrepasarlos. Cuando
llegan a Molina de Aragón participan a una manifestación de
protesta junto a los alumnos de una escuela que el Ministerio
de Cultura quiere cerrar. En esta circustancia el monólogo de
Alonso en defensa de la enseñanza y de la cultura resulta muy
intenso.
En realidad este es un viaje es imaginario que se realiza en la
fantasía, la de Alonso que representa el personaje de Don
Quijote y es el bar de Miguel en dónde se desencadenan los
acontecimiento de la imaginación.
Sancho, Dulce, Lola y Miguel quieren echarle una mano a su
gran amigo Alonso, para que consiga superar sus temores e
incertidumbres hacia la vida. Las palabras que el guapisimo
Alonso nos ha entregado al final son para nosotros como un
consejo recibido por parte de un hermano mayor, el de luchar
para realizar nuestros sueños; esto es lo que nos
comprometemos intentar!
Anche noi, i ragazzi
di 2BL, siamo andati
al teatro di Bari per
vedere l’opera “De
Madrid a Barcelona -
Sancho y yo”.
Quest’opera ci è
sembrata molto mo-
derna e attuale e si
ispira al romanzo
classico di fama inter-
nazionale “El ingenio-
so hidalgo Don Qui-
jote de la Mancha”.
Tutto inizia in un bar
di Madrid, dove c’è
Miguel, il proprietario
del bar, che sta ve-
dendo una partita di
calcio con il suo ami-
co Sancho. La loro
squadra perde la par-
tita e i due si altera-
no, ma interviene
Alonso per tranquil-
lizzarli dicendo loro “perdere è il germe della vittoria”.
Un altro personaggio dell’opera è Lola, la nipote di Miguel. Lei
è innamorata di Alonso e vuole a tutti i costi aiutarlo per com-
piere il suo sogno: quello di diventare un famoso scrittore.
Invia uno dei suoi libri a un editore di Barcellona. Alonso deci-
de di andare a Barcellona con Sancho e Dulce. Come già hanno
commentato i nostri compagni di Prima, durante il viaggio de-
vono affrontare molti ostacoli ma riescono a superarli. Quan-
do arrivano a Molina de Aragón partecipano a una manifesta-
zione di protesta insieme agli alunni di una scuola che il Mini-
stero vuole chiudere. In questa circostanza il monologo di A-
lonso in difesa del mondo della scuola e della cultura è molto
forte ed intenso.
In realtà questo è un viaggio nella fantasia di Alonso, che rap-
presenta il personaggio di Don Chisciotte, mentre è il bar di
Miguel lo scenario in cui gli eventi dell’immaginazione si susse-
guono.
Sancho, Dulce, Lola e Miguel vogliono dare una mano al loro
grande amico Alonso, in modo che riesca a superare le sue
paure e incertezze della vita. Le parole che il bellissimo Alonso
ci ha consegnato alla fine rappresentano per noi il consiglio
ricevuto da un fratello maggiore: lottare per realizzare i nostri
sogni ed è questo ciò che ci impegniamo di inseguire!
Veronica Cotecchia, Albachiara De Staso e la 2^BL
PAGINA 10
L’8 febbraio un gruppo
composto da 51 alunni
del liceo Don L. Milani,
sotto la guida delle pro-
fessoresse Zingrillo,
Santorsola e Calfapietro,
insegnanti rispettivamen-
te di diritto e inglese,
sono partiti per raggiun-
gere Strasburgo, sede
del Parlamento Europeo.
Lo stage di tre giorni
prevedeva la visita della
città, della sede del Par-
lamento, la partecipazio-
ne ad un’assemblea ple-
naria e anche l’uscita a
Friburgo, vicino centro
della Germania. Lo sco-
po dello stage è stato
quello di avvicinare noi
giovani alla conoscenza
diretta di una organizza-
zione tanto importante
quale è quella del Parla-
mento Europeo.
In realtà, benché si senta parlare ogni giorno di Unione Europea, spesso non si sa bene a che cosa corrisponde, in che modo operi,
quali siano le sedi più importanti. Pertanto il vedere direttamente, l’ascoltare un funzionario della sede di Bruxelles, che ha riassunto
il percorso di questo partenariato economico e politico sovrannazionale dagli anni della prima formazione ad oggi, l’assistere alla
sessione plenaria, ci ha consentito di capire meglio cosa vuol dire UE. Alcune di noi avrebbero voluto che la conversazione con il
funzionario durasse più a lungo, sentendosi particolarmente coinvolte da quello che diceva, ad altre sarebbe piaciuto durante la ses-
sione plenaria essere ancora più vicine ai parlamentari che esprimevano le loro opinioni per partecipare dal vivo alla discussione e
alle decisioni. La visita alla cittadina, ai monumenti, ai musei e quella a Friburgo hanno completato l’esperienza perché gli impianti
urbanistici e architettonici di questi centri sono molto differenti da quelli dei nostri paesi e delle nostre città.
In conlusione dobbiamo ringraziare sempre i nostri genitori che ci hanno sostenuto economicamente dandoci questa opportunità, i
nostri docenti organizzatori e buoni accompagnatori, il Dirigente e tutti coloro che sostengono queste iniziative che arricchiscono
l’esperienza scolastica facendo nascere nuove curiosità e maggiori consapevolezze.
Anno XIV Numero Unico
“Sono un cittadino, non di Atene o
della Grecia, ma del mondo”
Socrate
4 ^BLES: De Sario Angelica
Giorgio Stefania
Sallaku Orjada
Sisto Sonia
Verbena Rosa
PAGINA 11
L’associazione “Terra del Fuoco”, da dieci anni ormai, dà la possibilità ai
ragazzi pugliesi di partecipare al progetto “Treno della Memoria”, un viag-
gio che fa toccare con mano una realtà che si studia solo sui libri di storia e
che permette di vedere una delle più grandi fabbriche della morte della
storia dell’umanità: la shoah. Cinque ragazze delle classi quinte del liceo
Don Milani, accompagnate dal prof. L. Sportelli, hanno avuto la possibilità di
parteciparvi.
Il viaggio è iniziato il 27 Gennaio 2015, giorno della Memoria. La prima tap-
pa è stata la città di Trieste dove abbiamo visitato la Risiera di San Saba, un
campo di raccoglimento di ebrei, ma soprattutto di prigionieri politici, che
venivano lì radunati per poi essere deportati definitivamente nei campi di
concentramento di Auschwitz e Birkenau. Nella Risiera di San Saba abbia-
mo avuto la possibilità di leggere alcune delle testimonianze dei deportati
stessi, tra cui anche pensieri espressi da bambini che, nella loro innocenza, hanno
contribuito al racconto di ciò che è accaduto tra quelle mura. Si tratta dell’unico cam-
po di concentramento italiano dove è stata costruita una camera a gas, della quale
restano oggi solo le fondamenta.
Il 29 Gennaio è stato dedicato alla visita di Cracovia; la visita della città ci ha dato
l’opportunità di ammirare la Cattedrale che si affaccia sulla piazza centrale, ci ha col-
pito molto un maestoso albero di Natale, che usano sfoggiare fino al 2 di Febbraio.
Nonostante le temperature vertiginose, che arrivavano a toccare anche i 7 gradi sot-
to zero, la neve riusciva a regalarci sempre un’atmosfera magica e un paesaggio incan-
tevole.
Nel tardo pomeriggio lo staff , al fine di illustrare il percorso storico che va dalla crisi
economica all’ascesa di Hitler, ha inscenato varie rappresentazioni per le strade della
città: un giovane ragazzo rimasto senza lavoro a causa della crisi; una coppia di sposi
tedeschi entusiasti della presa di potere del führer; una donna obbligata ad allontanar-
si dalla sua famiglia perché ebrea. Infine, i collaboratori della “Terra del Fuoco” ci
hanno offerto una serata di accoglienza per darci il benvenuto.
La mattina del 30 Gennaio ci siamo recati al quartiere ebraico, dove abbiamo potuto
osservare i luoghi di culto della religione ebraica, abbiamo visto sia la più antica Sina-
goga che quella tutt’oggi ancora frequentata; nel ghetto abbiamo assistito nuovamente
a rappresentazioni teatrali finalizzate ad immedesimarci in quel contesto storico. Nel
pomeriggio ci siamo diretti alla fabbrica di Schindler, oggi un museo commemorativo,
dove sono state ricostruite tutte le tappe che hanno portato al cosiddetto pangerma-
nesimo. All’interno del ghetto abbiamo potuto osservare monumenti costruiti al fine
di ricordare la follia della shoah. In piazza degli Eroi, ci sono 70 grandi sedie, opera di
due artisti polacchi, ad ogni sedia corrispondono ben mille vittime.
Il 31 Gennaio è stato interamente dedicato alla visita dei campi di concentramento di
Auschwitz e Birkenau. Abbiamo esplorato il campo di Auschwitz, ormai un vero e proprio museo: nei vari blocchi, che un
tempo erano i dormitori dei prigionieri, oggi si possono osservare i loro effetti personali (valigie, occhiali, scarpe e addirittura
capelli). Spostandoci all’esterno dei blocchi-museo ci siamo trovati di fronte al muro dove avvenivano le fucilazioni, oggi diven-
tato un monumento. Ad Auschwitz era presente una camera a gas con relativo forno crematorio, entrambi inagibili in quanto
considerati inefficienti a causa della loro errata progettazione, di fatto la loro collocazione non permetteva un adeguato
“smaltimento” dei corpi. A causa di questo disagio e delle piccole dimensioni del campo, ne venne progettato un secondo,
quello di Birkenau, costruito al fine di “accogliere” un maggior numero di deportati. La nostra ultima tappa è stato il campo di
concentramento di Birkenau, in esso due magazzini furono adibiti a forni crematori provvisori durante la costruzione di altre
quattro camere a gas. La nostra guida ci ha raccontato che, con l’arrivo degli ungheresi, durante la “soluzione finale”, i quattro
forni non erano più sufficienti e vennero riaperti i due provvisori. A differenza di Auschwitz, a Birkenau non resta più nulla,
tutto è stato completamente distrutto dai tedeschi dopo la guerra e ne restano semplicemente le macerie.
A conclusione di questa giornata, come ogni anno, è stata organizzata una cerimonia al fine di poter dar voce alle numerosissi-
me vittime dell’Olocausto. Ognuno di noi partecipanti ha scelto il nome di un deportato, lo ha pronunciato al microfono segui-
to da un “io ti ricordo” e ha acceso una candela che ha posizionato sui binari che hanno “visto arrivare” migliaia di ebrei, di
omosessuali, di zingari e di disabili destinati ai soprusi della razza ariana.
(segue a pag.12)
Anno XIV Numero Unico
PAGINA 12
(segue da pag.11)
L’ultimo giorno, il 1 Febbraio, si è tenuta un’assemblea di chiusura nella quale molti di noi hanno espresso le emozioni provate
e i pensieri scaturiti da questa indimenticabile esperienza, solo al termine di essa è stato possibile capire le sofferenze patite e
le condizioni di vita disumane a cui furono sottoposte le vittime, non solo da parte dei nazisti, ma anche da parte di quelli ap-
partenenti alla cosiddetta “zona grigia”: gli indifferenti che fingevano di non vedere ciò che li circondava e non esprimevano il
loro dissenso, forse per paura.
“Il momento più toccante l’ho vissuto a Birkenau: c’era neve ovunque e un silenzio quasi straziante, sentivo solo il fruscio dei nostri passi
sulla neve. Ho chiuso gli occhi e ho immaginato una fila interminabile di ebrei, soprattutto bambini, che camminavano. Sentivo molto
freddo, c’erano 7 gradi sotto zero, ma ero coperta e munita di guanti e cappello; mi sono chiesta: loro cosa avevano? Indosso una cami-
cia, pantaloni leggeri; nella mente una domanda: “dove stiamo andando?”. Denise De Salvo 5AL
“Ringrazio il ‘Treno della Memoria’ per questo viaggio che non è stato solo di grande im-
portanza culturale, ma anche molto formativo nella crescita di tutti noi, ci ha fatto capire i
veri valori della vita. Arrivando ad Auschwitz e a Birkenau abbiamo potuto avvertire il dolo-
re delle vittime che hanno attraversato quelle terre con la sola colpa di essere nati in una
cultura diversa da quella ariana. Consiglierei a tutti questo viaggio in quanto fondamentale
per la formazione del proprio essere”. Aurora Borrello 5AM
“Il viaggio a cui abbiamo partecipato mi ha permesso di crescere soprattutto sul piano
umano, sono tornata diversa: meno superficiale, più matura. Ciò che più mi ha colpito è
stato il discorso sulla “zona grigia”, quella a cui appartenevano gli indifferenti. Ho capito
che l’indifferenza di oggi è uguale, se non peggiore di quella che ha permesso che avvenis-
se il genocidio. Sono giunta alla conclusione che, ignorando ciò che succede, permettiamo
che il “fenomeno”, anche se in maniera diversa, si ripresenti! Siamo noi il futuro della so-
cietà e se siamo più consapevoli possiamo cambiare il mondo.” Soukaina Buiti 5AES
“È quando ti ritrovi in luoghi del genere che comprendi come possa essere meschino e
insensato l’agire umano. Più di sei milioni di morti non dovrebbe essere un numero da ricor-
dare solo in una data prestabilita, non si dovrebbe dimenticare che ogni intolleranza, ogni
segno di disprezzo verso una persona ritenuta diversa, considerata inferiore a noi, è razzi-
smo. Di fatto non facciamo che continuare ciò che Hitler ha iniziato. È difficile descrivere le
mille emozioni che si provano in luoghi così colmi di dolore, ma una cosa è certa: ti cambia
la vita; io sono diversa”. Elena Finelli 5ASU
“Dopo un simile viaggio la responsabilità che ci si sente dentro è maggiore, va molto oltre il
racconto di un libro di storia. Vedere e prendere coscienza di ciò che l’uomo ha creato per
distruggere, ricordare per fare in modo che tutto ciò non accada mai più. Grazie al Treno
della Memoria che ha permesso a me ed altri 750 ragazzi di poter vivere un’esperienza
unica ed emozionante, che ci ha ‘aperto gli occhi’. È avvenuto, quindi può accadere anco-
ra: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire, agiamo affinché non accada”.
Rossella Diletta Calabrese 5BES
Anno XIV Numero Unico
PAGINA 13
Dalla lettura all’immaginazione : la Morte scrive ad Hitler.
«Mi ricordo sovente di lei, e in una delle mie numerose tasche ho conservato la sua storia da
raccontare. Non è che una delle miriade di storie che porto con me, ognuna a suo modo stra-
ordinaria.
Ciascuna di loro rappresenta un tentativo, un faticoso tentativo, di dimostrarmi che la
vostra esistenza di uomini vale la pena di essere vissuta. Eccola qui. Una fra tante. La ladra di
libri.
Se ti fa piacere, vieni con me. Ti racconterò questa storia. Ti mostrerò qualcosa.»
Con mano lieve, Markus Zusak accompagna il lettore nel periodo più cupo della Storia
dell’ultimo secolo. Nella Germania della Seconda guerra mondiale, una bambina di nove anni, Liesel, si sente in dovere di
salvare tutti quei libri che, secondo i nazisti, avevano “inquinato” il loro Paese e, quindi , andavano bruciati.
Sulla base di un evento reale, il libro, forte ma nello stesso tempo intriso di poesia , dona al lettore la sensazione di precipi-
tarsi interamente negli avvenimenti raccontati. L’innovazione principale consiste in una narratrice del tutto singolare : la Mor-
te che, nella Storia, non aveva mai avuto così tanto da fare. Interessante, però , è anche il sentiero psicologico e l’intreccio
emotivo che avvolge i personaggi, trattando i temi dell’amicizia, dell’amore, della bontà e del sacrificio.
Ma,calandosi nell’immaginazione, cosa direbbe la Morte ad Hitler se potesse scrivergli una lettera? Forse gli rivolgerebbe que-
ste parole:
«Caro Führer,
anche se,forse, il termine non è del tutto appropriato, perché penso che lei non sia proprio caro a nessuno, ho deciso di scriverle per
esternare l’orrore che provavo quando osservavo donne costrette a veder allontanare i propri mariti, bambini sottratti ai propri genitori
e anziani sopraffatti dal dolore. Mi ricordo di tutte le anime che raccoglievo quando aleggiavo sui campi di sterminio e mi chiedo come
lei abbia fatto a rimanere impassibile. A causa del suo stupido “orgoglio” , ha cercato di rendere la sua razza pura, ma non credo ci sia
mai riuscito. Anzi, l’ha solo macchiata del sangue di milioni di innocenti. Dicono che la guerra sia la migliore amica della Morte, ma
debbo dissentire, perché anche la Morte ha un cuore.
In tutta quella sofferenza, però , ho deciso di trovare uno svago : cercare i colori nei sopravvissuti . Così, ho osservato colori magnifici,
vivaci, brillanti , che non avevo mai visto prima. Credo che ognuno abbia qualcosa di speciale, ma lei , la ladra di libri, si è distinta per il
verde della speranza.
Il futuro lo si costruisce nel presente ed il presente deriva dal passato . La piccola Liesel ha cercato di costruirsi un futuro migliore, nono-
stante le avversità della sua vita, dimostrando che ogni essere umano può salvare se stesso dalle tragedie immani, come la guerra, con
speranza e determinazione. Lei ci è riuscita. »
“Storia di una ladra di libri” è uno di quei libri che ti cambiano la vita.
Antonisa Pistilli e Fabiana Zeverino 4^BL
Anno XIV Numero Unico
Gli studenti del don Milani incontrano
lo scrittore Mario De Siati
“I lettori sono
i miei vampi-
ri”
Italo Calvino
PAGINA 14 Anno XIV Numero Unico
PROGETTO LETTURA
Leggere libri per leggere criticamente il mondo
Abbiamo ripreso quest’anno il progetto lettura “incontro con
l’autore” che ci ha visto in prima linea negli anni passati, sia
come istituto che come territorio.
L’attività della lettura è in Italia in forte regresso, pertanto la
consapevolezza della sua importanza nella formazione di noi
studenti, diventa prioritaria.
Da più anni, in occasione della Giornata mondiale del libro
proclamata dall’UNESCO, le biblioteche in rete di Acquaviva
propongono ogni anno un concorso di scrittura e di lettura,
aperto a tutti i ragazzi di ogni ordine e grado. Quest’anno la
scelta dei libri per la scuola secondaria di secondo grado, ha
visto in concorso i due romanzi scelti per il nostro progetto
lettura.
Il progetto è la concreta opportunità di leggere e discutere il
contenuto di un libro, direttamente con l’autore, una occasio-
ne di indiscutibile e significativa formazione per noi studenti.
Con la scrittrice Ilva Fabiani che ha presentato il suo roman-
zo “Le lunghe notti di Anna Alrutz”, abbiamo potuto riflettere,
nella Giornata della memoria, su quanto è accaduto nelle lun-
ghe notti del nazismo: la sterilizzazione forzata di 787 donne ,
presunte portatrici di malattie ereditarie. Vicenda poco nota a
tanti ma che la Fabiani ha potuto approfondire con una ricerca
storica che ha puntato l’attenzione su alcune atrocità del nazi-
smo: donne che amputavano altre donne, nella loro femminili-
tà.
Ilva Fabiani nel suo romanzo di esordio, approfondisce in
modo introspettivo il personaggio di Anna che , nonostante la
mostruosità degli avvenimenti, è piena d’amore e i suoi senti-
menti resistono alla barbarie di un folle.
Il 30 marzo gli studenti hanno potuto conversare con lo scrit-
tore Mario Desiati che, nel suo ultimo romanzo “Mare di
zucchero”,racconta la storia di una spontanea ed incontami-
nata amicizia tra due ragazzini, Ervin e Luca . Il romanzo pren-
de spunto dallo sbarco a Bari, nell’agosto del 1991 , della nave
Vlora, proveniente da Durazzo, che portò con sé più di 20
mila migranti albanesi che chiedevano pane, libertà, dignità di
essere uomini.
Nel romanzo la Puglia per Desiati è terra di accoglienza, di
libertà, di solidarietà. Il romanzo è un invito a coltivare la cul-
tura della solidarietà che senz’altro non si improvvisa: nasce in
famiglia, continua a scuola, col favorire quei comportamenti
quotidiani, rispettosi degli altri.
“ Leggere molto è uno dei cammini che conducono
all’originalità; uno è tanto più originale e peculiare quanto più
conosce ciò che gli altri hanno detto” M. De Unamuno.
Leer mucho es uno de los caminos de la originalidad; uno es tanto
màs original y proprio cuanto mejor enterado està de lo que han
dicho los demàs.
la redazione
Ultime news dall’aldilà
interviste, cronache e divertissement
Il Sommo Poeta, il nostro caro Dante Alighieri, anche
quest’anno, ci ha fatto compagnia nelle ore di letteratura italiana
e, ancora una volta, siamo stati felici di realizzare un giornalino
dedicato a lui e alla sua opera più importante: La Divina Comme-
dia. Alla fine dello scorso anno, abbiamo pubblicato Il gazzettino
dell’Inferno, in esso erano contenuti i nostri lavori di scrittura
creativa nati dalla lettura della prima Cantica. Nel corso di que-
sto anno scolastico, con l’insegnante di lettere, prof.ssa Caterina
Levato, abbiamo letto un’ampia selezione di canti del Purgatorio
e, fiduciosi di noi stessi, dopo il successo del Gazzettino, ci siamo
messi quindi all’opera e abbiamo prodotto una nuova testata:
L’Eco del Purgatorio. Le difficoltà ci sono state, essendo, la secon-
da cantica, più difficile sia per la materia trattata che per lo stile,
ma non ci è mancato l’entusiasmo e tanto meno è venuta meno
la voglia di realizzare un lavoro “genuino” e piacevole alla lettu-
ra. Come al solito, la nostra professoressa ha messo molto del
suo in questo progetto, ma dobbiamo modestamente riconosce-
re che, rispetto alla passata esperienza, siamo stati più capaci e
creativi e la nostra crescita come “giornalisti” era evidente a noi
stessi, articolo dopo articolo. Abbiamo migliorato le tecniche di
scrittura e per alcuni ormai è un gioco da ragazzi realizzare arti-
coli di questo genere, nonché un divertimento. Un divertimento
anche perché, come l’anno scorso, per l’impaginazione e per la
realizzazione di articoli, pubblicità o giochi di enigmistica, siamo
ricorsi alla tecnologia e si sa che, per noi ragazzi, utilizzare un
computer non è mai un dispiacere, anche quando ci siamo dovu-
ti “scervellare” affinché tutti gli articoli fossero disposti alla per-
fezione nelle diverse pagine. Personalmente, sono rimasto sba-
lordito dall’assiduità e dal grande piacere con cui tutti abbiamo
realizzato questo progetto, col passare del tempo ci siamo ac-
corti che era molto importante anche perché, pian piano, emer-
gevano le personalità e la specificità di ognuno di noi. A lavoro
concluso, ci siamo sentiti sollevati, ma soprattutto soddisfatti di
noi stessi per aver contribuito, ognuno nel suo piccolo, alla buo-
na realizzazione di questo fantastico progetto che ha coinvolto
tutti gli alunni della IV A L. Che dire, non possiamo che rinnova-
re l’appuntamento con il nostro sommo Dante all’anno prossi-
mo, per un'altra entusiasmante ed imperdibile edizione del no-
stro giornale da dedicare al Paradiso. Ovviamente, con la fonda-
mentale partecipazione della nostra professoressa, a cui dobbia-
mo tutto questo. Per chi lo desiderasse è possibile sfogliare in
rete i nostri giornali: Il Gazzettino dell’Inferno http://issuu.com/
tgargano/docs/gazzettino_02_ter; L’Eco del Purgatorio http://
issuu.com/tgargano/docs/eco_purgatorio
Francesco Gabriele
4^AL
PAGINA 15Anno XIV Numero Unico
La 3^B della Scuola Media Giovanni XXXIII
incontra Mario Desiati
Oggi noi alunni della classe 3^B della Scuola Secondaria di I
Grado "Giovanni XXIII-Lucarelli" ci siamo recati presso il
Liceo "Don Milani" per partecipare all'incontro con Mario
Desiati, autore del libro "Mare di zucchero". Lo scrittore si è
presentato, dimostrando, come lui stesso afferma, di sentirsi
ancora più giovane dei suoi 37 anni. Desiati è nato a Martina
Franca, ma vive a Roma dal 2003. dove ha coltivato la sua
passione per la letteratura. Ha pubblicato vari romanzi, da cui
è stato tratto anche un film. L'autore ha presentato breve-
mente la vicenda del libro che tratta la storia di un bambino
albanese approdato a Bari a bordo della famosa nave che o-
spitò circa 21.000 profughi.
Desiati si è soffermato sulla grande collaborazione che ci fu
tra i passeggeri, i quali, essendo su una barca omologata per
130 persone e mancante di un motore, dovettero compiere
grandi sacrifici, aiutandosi a vicenda per raggiungere la pro-
spettiva di un futuro migliore. Sul palco con lo scrittore c'era-
no tre alunni del Liceo linguistico, i quali hanno chiesto a Ma-
rio Desiati quale fosse il suo rapporto con gli immigrati. Egli
ha risposto, dicendo di aver legato subito con i
ragazzi albanesi, per via della comune passione per il calcio, la
quale li portava spesso a disputare partite, prima divisi nelle
squadre "Italia-Albania" e poi in squadre miste. Attraverso ciò
si è instaurato un legame molto forte tra i ragazzi delle due
etnie. Una seconda ragazza ha domandato il perché della scel-
ta di parlare spesso del mare nel suo libro. La risposta è stata
che il mare è molto importante nella vita di noi Pugliesi, per-
ché bene o male è sempre vicino ai nostri paesi. Infatti in mol-
ti passi del testo è presente il mare, che in questo caso agisce
da forza amica per i 21.000 migranti, ma spesso è
avverso agli uomini. Maurizio il terzo alunno ha raccontato
della sua passione per il calcio, chiedendo se secondo l'autore
fossero migliori i giochi elettronici moderni o i classici giochi
da tavolo da fare in compagnia.
Desiati ha detto di preferire i classici giochi "da bar", ma ha constatato che è impossibile evitare i nuovi mezzi tecnologici:
egli stesso ha affermato di preferire gli e-book ai libri cartacei, anche per problemi di spazio che ha a casa sua. Però ha
raccontato anche di come spesso i libri lo abbiano aiutato nella sua vita, tanto da essere diventati parte di sé. Infatti se-
condo lui con un libro accanto non si è mai soli. Riguardo la passione per il calcio dello studente Maurizio, Desiati ha rac-
contato un aneddoto riguardante la sua esperienza di giovane calciatore risalente agli anni '90. Un giorno la sua squadra
giovanile venna a sapere che al San Paolo, ad assistere al match tra Martina Franca e Bari, ci sarebbe stato un osservatore
del Parma. Tutti volevano fare bella figura, ma i Baresi erano troppo forti e conclusero il primo tempo sul punteggio di 23
-0. Nella ripresa mossi a compassione, il Bari fece segnare un goal al Martina, ma il match si chiuse 53-1. Con il morale a
pezzi la squadra tornò a casa. Quel giorno a Mario Desiati venne il dubbio che forse avrebbe fatto meglio a raccontare le
avventure, piuttosto che a viverle. E così si accese in lui quella fiamma della scrittura, tutt'oggi così prolifica e coinvolgen-
te. Desiati ha concluso la discussione ribadendo quanto la cultura e i libri siano colonne portanti nella vita di ognuno. Ed
alla fine del dibattito un applauso collettivo ha salutato lo scrittore che è dovuto andare via., per incontrare gli studenti di
un altro istituto.
Soddisfatti per l'esperienza vissuta siamo tornati in classe.
PAGINA 16
NESSUN DORMA…
Grande successo al San Carlo di Napoli
per Dario Di Vietri!
Quando sabato 28 marzo 2015, nel teatro San
Carlo di Napoli, è stato annunciato che in
scena , nei panni di Calaf per la
Turandot, ci saresti stato tu a indossare
i panni del principe , l’emozione di vedere il
traguardo che hai raggiunto, tu, studente
del liceo Musicale Don Milani
ci ha riempito di sentimenti di gioia e di
commozione.
Bravo Dario, siamo fieri di te e di averti
avuto studente del nostro Liceo.
Nessun dorma…all’alba vincerò!!!!
Anno XIV Numero Unico
“E’ bello scrivere
perché riunisce le
due gioie:
parlare da solo
e parlare ad una fol-
la”
Cesare Pavese

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Anno xiv aprile 2015-numero unico

  • 1. Anno XIV Numero Unico Aprile 2015
  • 2. ADOLESCENZA ricerca del sé o il se alla ricerca? Adolescenza! Non c'è una strada definita per ricercare se stessi, la propria personalità, il proprio io! L' adolescenza è il periodo dell' età evolutiva in cui l' i individuo passa dallo stato infantile a quello di un adulto. Durante l' adolescenza l' individuo subisce delle trasformazioni sia fisiche sia psicologiche: la comparsa del seno, la crescita della barba e di altri peli corporei, il mutamento del timbro della voce, tutti mutamenti che si manifestano in maniera signifi cativa. In questa fase evolutiva si manifestano atteg- giamenti a volte di ribellione, scontrosità, introspe- zione, tutti piuttosto normali poiché coincidenti con la fase di maturazione sessuale e di formazione della propria personalità. Talvolta l' individuo non riesce a superare i molteplici dubbi che albergano dentro di sé e di conseguenza ci si isola dalla propria famiglia e si chiede aiuto agli amici che non sempre riescono ad interpretare fino in fondo i suoi atteggiamenti e a sciogliere i suoi dubbi e quindi non possono aiutarlo. Solo in alcuni casi, l' individuo trova conforto nel suo migliore amico, al quale parla di sé, confidando i suoi segreti, fidandosi ciecamente. Vito Perniola 1^BL. LA REDAZIONE a.s.2014/2015 Docenti:Mariella Nardulli, Leonardo Spor- telli Studenti.Vito Perniola, Francesca Buttiglio- ne, Giuseppe Martinelli, Greta Ciccarone, Angela Teodosio, Erika Fumarola, Micaela Carone, Noemi Console, Federica Lone- ro, Fabiana Lorusso, Martina Moretti, Alessandra Lonigro, Monica Masiel- lo,Serena Signorile,Angelica Difon- zo,Veronica Cotecchia, Albachiara Desta- so, Angela Desario, Stefania Giorgio, Or- jada Sallaku, Sonia Sisto, Rosa Verbena, Denise De Salvo, Aurora Borrello, Sou- kaina Buiti , Elena Finelli, Rossella Cala- brese, Antonisa Pistilli, Fabiana Zeverino. Si ringraziano i docenti: Paola Forte, Cate- rina Levato, Trifone Gargano PAGINA 2 Indice Adolescenza ricerca del sè… pag.2 Nuovo anno, nuovi volti pag 2 Danni irrimediabili all’ambiente pag.3 Un regalo di Natale pag.4 La banca dei capelli pag. 5 Social network., letteratura e società pag. 6 Ferite a morte pag.7 De Acquaviva a Bari… pag. 8 De Madrid a Barcelona… pag. 9 Il Don Milani a Strasburgo pag.10 Treno della memoria 2015 pag.11-12 Storia di una ladra di libri pag.13 Progetto lettura pag.14 Ultime news dall’aldilà pag.14 La terza B della SM Giovanni XXIII…. pag.15 Nessun dorma pag 16 Anno XIV Numero Unico NUOVO ANNO, NUOVI VOLTI. « Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto. » Lorenzo Milani Ogni anno, un gran numero di studenti , provenienti dai paesi viciniori scelgono questo istituto per il loro futuro e per noi studenti delle classi prime è fondamentale ambientarsi e socializzare con i propri coetanei visto che siamo nella fase adolescenziale, il periodo in cui da bambini si diventa adulti. In questa fase si è molto fragili, perché ci facciamo condizionare molto facilmente dai giudizi esterni e vogliamo essere accettati dagli altri, per questo, a volte, molti cercano di conformarsi agli altri, sia negli atteggiamenti, sia nel modo di vestirsi, seguendo la massa. Col passare degli anni poi si comprende che bisogna semplicemente essere se stessi, ignorando le cattive influenze. < SI DEVE ESSERE CORRETTI CON I COMPAGNI E BISOGNA ESSERE UNITI GLI UNI CON GLI ALTRI.>> A mio parere il don Milani è un istituto che può offrire molte opportunità nella forma- zione: sono contenta di aver scelto questo istituto, perché spero mi aiuti a realizzare i miei sogni” Francesca Buttiglione 1^BL
  • 3. PAGINA 3 DANNI IRRIMEDIABILI ALL’AMBIENTE IL CASO ETERNIT In passato l’intervento umano nei confronti dell’ambiente, non ha creato notevoli cambiamenti al nostro pianeta. Oggi la situa- zione sembra essersi completamente capovolta e l’uomo ha una significativa responsabilità ambientale. Fattori,infatti, come la deforestazione, la forte antropizzazione, l’inquinamento atmo- sferico, l’uso di pesticidi in agricoltura e lo smaltimento di rifiuti tossici sottoterra, sottopongono attualmente l’ambiente a un forte “stress”. Tuttavia, non è solo il nostro pianeta a risentire di questi problemi decisivi, ma siamo anche noi, abitanti della Terra, ad autodanneggiarci. Un esempio del nostro comporta- mento lesivo è rappresentato dal caso Eternit. CHE COS’E’ L’ETERNIT? L’Eternit è un impasto di acqua, cemento e amianto che il suo inventore, l’austriaco Ludwing Hatschek, chiamò in quel modo poiché pensava fosse eterno. La produzione iniziale avvenne già nel 1912 dalla Eternit di Casale Monferrato. Nel dopoguerra, l’utilizzo dell’Eternit conobbe un vero e proprio boom. Infatti dalle applicazioni tradizionali in campo edilizio, si utilizzò anche per oggetti di uso comune. Tuttavia, a partire dalla metà degli nni 60, vennero scoperte verità inquietanti riguardo la tossici- tà delle polveri di amianto rilasciate dall’Eternit. Che l’amianto creasse gravi patologie lo si sospettava già da un po’ di tempo ma dopo lunghe analisi, si è avuta l’assoluta certezza dei gravi danni che provoca alla salute. Lo stabilimento di Casale è accertato che ha provocato la morte di moltissime persone ( circa duemila), tra le quali anche persone che non lavoravano nello stabilimento. Infatti la polvere, portata dal vento, si incanalava per le vie della città aggredendo le ignare famiglie. Sono stati avviati molti procedimenti giudiziari contro l’Eternit, seguite da proteste e manifestazioni da parte sia delle famiglie delle vittime di questa “peste” metallica , sia da coloro favorevoli alla chiu- sura e alla bonifica dell’area dove era situato lo stabilimento. Così, nel 1992, lo stesso anno in cui venne emanato un decreto che vietava l’utilizzo dell’amianto, vennero avviati i lavori di bonifica da Eternit dei siti pubblici. Nel 2005, lo stabilimento di Casale venne bonificato. Purtroppo, il peggio deve ancora venire perché il picco dei decessi si registrerà tra il 2015 e 2020 e solo dopo, inizierà il declino di questa peste metallica. Possiamo dunque affermare che l’eternit è una delle tante prove di come l’uomo danneggi tutto ciò che lo circonda e se stesso. Il perché lo ci si chiede da sempre ma la risposta è forse da ri- cercare nell’ indole umana, distratta da un consumismo sfrenato e senza regole, poco rispettoso dell’ambiente, incurante degli irrimediabili danni ambientali. GIiuseppe Martinelli I^BL Anno XIV Numero Unico Scolaresca del don Milani. Viaggio di istruzione a Siena “Ci sforziamo di conservarci in salute per poter morire bene di radiazioni o di aria avvelenata” Guido Ceronetti
  • 4. PAGINA 4 Se, come sostengono alcuni studi, l’altruismo è un rimedio propedeutico (e omeopatico) alla depressione, la popolazione del Don Milani tiene particolarmente alla propria salute psichi- ca. Anche quest’anno abbiamo abbracciato all’unanimità l’idea di proseguire con il progetto “Adotta un maestro”, ideato e sostenuto dall’associazione Volontaria-mente, adottando, co- me suggerisce il nome dell’iniziativa, un maestro che si occupe- rà della formazione culturale di una classe “allargata” in Benin (lì le classi comprendono studenti di varie fasce di età), in una scuola assurdamente sospesa sull’acqua, ospitata in una strut- tura che il nostro grado di civilizzazione considererebbe pri- mitiva: una palafitta. Nei primi mesi dell’anno scolastico ciascuno di noi ha avuto la possibilità di contribuire, in piccola parte, a quello che mi è piaciuto definire un regalo di Natale ben più vicino al significa- to originario della festività di quanto non lo siano i doni nella nostra società consumista e ben salda alla propria dimensione materiale: garantire a qualcuno che non lo ha qualcosa che noi diamo per scontato, e che, anzi, rivendichiamo, difendendolo a spada tratta (e in particolar modo ultimamente, in vista della riforma), ovvero l’educazione scolastica; ancorché, stando ap- punto a dati pareri specialistici , siamo noi ad averne tratto i maggiori benefici e, ad un modico, sbilanciato prezzo materiale, il cui ritorno è a nostro vantaggio, essendo puramente psicolo- gico, è effettivamente considerabile di maggior valore. In occasione del concerto di Natale, che ha peraltro permesso ai ragazzi e ai docenti coordinatori dell’orchestra di aderire alla causa secondo la loro personalissima modalità, ovvero la musi- ca, la sera del 15 dicembre abbiamo invitato i responsabili dell’associazione, il dottor Logrieco e la dottoressa Giangrande, che allora erano prossimi alla partenza, per affidare alle loro mani esperte e tremanti di commozione la somma che in ben poco tempo siamo riusciti a raccogliere, che garantirà ai nostri lontani compagni beninesi di essere seguiti da un maestro per un anno intero. Sarebbe inutile ribadire ulteriormente quanto riteniamo impor- tante rispondere ad un appello timido, sommesso, di cui a stento percepiamo gli echi, perché proveniente da una realtà talmente distante da quella a cui siamo abituati da risultarci incredibile, addirittura assurda (sfido a non trovare assurdo il pensiero di nostri coetanei che imparano a leggere e scrivere, a pensare con senso critico e a stare con gli altri su una piattaforma di legno instabile e scricchiolante), ma che ,nonostante tutto, è riuscito a raggiungerci, trasportato dalle labbra degli esponenti di un’associazione che senz’altro saremo felici di supportare nuova- mente. Greta Ciccarone 5^BL Anno XIV Numero Unico “Spesso un piccolo dono produce grandi effetti” Seneca
  • 5. PAGINA 5 Da ormai tanti anni la nostra scuola promuove eventi di soli- darietà per sensibilizzare gli studenti ad aiutare persone in difficoltà. Con il Patrocinio del Comune di Acquaviva delle Fonti e i responsabili dell’associazione “Banca dei capelli” si è organiz- zato un evento di solidarietà durante il quale gli studenti hanno avuto l’opportunità di donare delle ciocche di capelli (lunghezza minima 25 centime- tri) alla “Calviclinica”, famosa azienda di Bari specializzata nel settore, che si occupa di creare e donare, gratuitamente, delle parrucche ai pazienti oncologi- ci. Abbiamo raggiunto circa cento adesioni da parte degli studenti dell’Istituto “Don Lorenzo Mi- lani”, che si sono dimostrati subito motivati a partecipare a questa iniziativa. Durante l’assemblea tenutasi il giorno 15 Dicembre 2014 nell’Auditorium della nostra scuola, grazie alla solidale collaborazione di cinque parrucchieri di Acquaviva delle Fonti, abbiamo potuto raccogliere più di cento ciocche per la creazione delle parruc- che. L’Assemblea d’Istituto è stato un modo concreto e solidale di vivere il Natale con un gesto d’amore e di condivisione nei con- fronti di chi soffre. Allietati dalle note musicali degli studenti del Liceo Musicale, abbiamo potuto realizzare un evento che ci ha resi consapevoli di uno dei tanti problemi che attualmente affliggono la nostra società e di quanto noi ragazzi siamo coinvolti come cittadini re- sponsabili di una società migliore. Angela Teodosio 4^BL Anno XIV Numero Unico
  • 6. PAGINA 6 Durante l’assemblea d’Istituto del mese di Novembre abbiamo analizzato e parlato dei social network che, al giorno d’oggi, influenzano la letteratura, la società e l’individuo. Come esposto dal professore Trifone Gargano in sede di assemblea, i social network determinano, in ambito letterario, la rinascita del- le antiche modalità di scrittura: i famosi 140 caratteri di Twitter ricordano lo scrittore Giacomo Leopardi, che li utilizzava due secoli fa per i “pensieri”; le modalità di interazione di Facebook riprendono il lavoro degli aedi come O- mero, poiché il post di Facebook non è altro che una storia alla quale tutti possono aggiungere un qualcosa, e soprattutto, alla quale viene aggiunto un nuovo punto di vista. Nella nostra società, che la professoressa Maria Grazia Gelao definisce come “società liquefatta”, riprendendo i temi discussi da Bauman, filosofo e sociologo contemporaneo, l’uomo vive la sua situazione, che è, in realtà, drammatica perché vive in un mondo che Montale ha definito “finto”; quindi ha bisogno del sostegno della comunità, e ha bisogno di sviluppare un proprio punto di vista, soprattutto con Fa- cebook. Una visione pessimistica di Facebook e degli altri social network ci porta ad un costante stato di allerta, poiché si corre sempre il rischio di imbattersi in qualcuno che non si co- nosce e che potrebbe essere pericoloso; oppure si rischia di intaccare e polverizzare la propria personalità e non riuscire a distinguere la realtà in cui si vive dalla realtà virtuale; sviluppando la malattia chiamata IAD (Internet Addiction Disorder). Non dobbiamo, pe- rò, dimenticare che l’uomo, secondo Aristotele, è un essere sociale, che ha bisogno di stare con gli altri e di condividere; e che lo stesso Bauman sostiene che l’uomo acquisisca la sua individualità nella comunità in cui vive. Ritornando a considerare i social network da un punto di vista di diffusione letteraria, e non solo, Internet è un modo rapido e innovativo che permette alle figure emergenti di farsi conoscere: basti pensare a tutti gli scrit- tori che sono diventati famosi grazie ai like e alle condivisioni; inoltre, molti utenti leggono libri interi grazie a questo tipo di diffusio- ne, infatti, in America è una pratica già diffusa. In Italia, a parte il ritardo tecnologico, c’è anche un forte pregiudizio sui videogiochi, che in realtà stimolano la dimensione collettiva degli individui; sui social network, e, addirittura sulla scrittura abbreviata che, secondo molti, influisce negativamente sul linguaggio e sulle capacità di espressione di chi la usa; in questo caso bisogna informarsi meglio e ricordarsi che nel Medioevo molti documenti erano scritti con le abbreviazioni e non ci sono mai stati casi di persone diventate anal- fabete! Erika Fumarola, 4^ AM Anno XIV Numero Unico Gli studenti incontrano la scrittrice Ilva Fabiani
  • 7. PAGINA 7 FERITE A MORTE Ogni giorno noi veniamo a conoscenza di ciò che accade nel mondo, notizie di carattere economi- co, politico, ma anche tanta cronaca nera che ci racconta di abusi perpetrati a danno di bambini, di persone deboli, di extracomunitari, di donne. Ricorrenti sono i casi di mariti o fidanzati che rispondono in maniera violenta alla fine di una storia o ad una situazione difficile. Le vittime sono donne non sempre giovani o giovanissime ma anche madri di famiglie, cinquantenni, perso- ne avanti negli anni e gli omicidi sono mossi a volte da gelosia, da ripicca, da una violenza in- controllabile e ingiustificata. I nomi di Melania Rea, Elena Ceste, Roberta Ragusa sono noti or- mai a tutti per l'efferatezza con cui sono state uccise dai loro mariti, dai loro compagni di vita. Se da una parte queste notizie non fanno più scalpore, tanto ci siamo abituati a sentirle, dall'al- tra richiederebbero un' attenta vigilanza e una profonda riflessione su quanto sta accadendo. La società dovrebbe riflettere su una modalità che è sempre più importante: l'uso della violenza per risolvere problemi ma soprattutto le giovani donne dovrebbero riflettere per poi evitare di diventare le potenziali vittime in un rapporto sbagliato. Come sempre l'educazione, la consa- pevolezza, il parlarne diventa l'unico strumento per cautelarsi. Questo è il motivo per cui nel nostro liceo don L. Milani, il giorno 6 marzo 2015, dedicato all'as- semblea d'istituto, si è discusso di questo con una avvocata, una giornalista e un'attrice. L'in- contro, durato circa due ore, ha coinvolto il tri- ennio. L'avvocata Maria Pia Vigilante e la giornalista An- na Maria Ferretti, hanno parlato dell'importanza, ad esempio, di usare un linguaggio al femminile poiché, fino ad oggi,è usato solo il genere ma- schile, di liberarsi da stereotipi per cui determinati colori si associano ad un genere, di creare centri antiviolenza che possano operare sul territorio, a sostegno delle donne maltrattate. La parte che ha coinvolto emotivamente noi ragazze è stata l'interpretazione dell'attrice Giovanna Carelli che ha letto dei brani tratti dal libro "Ferite a morte" di Serena Dandini; attraverso la lettura di questi testi si poteva immediatamente cogliere la sofferenza e la rabbia di chi ingiustamente subisce una violenza. L'incontro è stato molto coinvolgente , per tanto vanno ringraziati i docenti Marian- tonietta Zingrillo e Mariella Nardulli e il Dirigente Nicola Francesco Lucarelli che hanno saputo organizzare questa giornata, guidandoci a diventare donne più consapevoli e rispettose di noi stes- se. 3^BLES Carone Micaela,Console Noemi, Lonero Federica, Lonigro Alessandra, Lorusso Fabiana, Masiello Monica, Moretti Martina, Signorile Serena Anno XIV Numero Unico La poesia che si fa fiore La carta che si fa denuncia dell’orrore… E noi a coglierne i petali come speran- ze lasciate scivola- re sull’asfalto” Alda Merini
  • 8. PAGINA 8 Anno XIV Numero Unico Nuestra clase, el primero BL, ha participado durante este mes de Marzo, al espectáculo en lengua española “De Madrid a Barcelona - Sancho y yo”. El espectáculo habla de un viaje de Madrid a Barcelona que hacen Alonso, Sancho y Dulce para promocionar en otras ciudades el libro de Alonso. Alonso es un chico muy pero que muy guapo (Giada se ha sacado una foto con él), le gusta leer y escribir y tiene mucha cultura. Sancho es regordito y le gusta el fútbol y va a volverse el mejor amigo de Alonso. Dulce es una chica muy guapa y extrovertida que decide irse de viaje con Alonso y Sancho en su side car. Otros personajes segundarios son: Lola y Miguel. Lola va a ser la novia de Alonso y Miguel es el dueño del bar donde se desarrollan los hechos. Pero durante el viaje tienen que afrontar muchas dificultades: va a terminarse la gasolina, va a hacer muy mal tiempo y además Alonso se va a enfrantar contra unos gigantes (los molinos de viento). De repente los tres viajeros han hablado y comunicado con nosotros y por eso nos hemos sentido parte activa del espectáculo. Al final hemos bailado y después nos hemos sacado fotos con los actores. Ha sido una experiencia divertida y muy agradable. Nuestra clase desea poder partecipar a otro espectáculo parecido. La nostra classe, la 1BL, ha parte- cipato nel mese di Marzo, allo spettacolo in lingua spagnola “De Madrid a Barcelona - San- cho y yo”. Lo spettacolo parla di un viag- gio da Madrid a Barcellona che compiono Alon- so, Sancho e Dulce per pro- muovere in al- tre città il libro di Alonso. Alonso è un ragazzo molto molto bello (Giada ha scat- tato una foto insieme a lui), gli piace leggere e scrivere ed è molto colto. Sancho è grassottello e gli piace il calcio e diventerà il migliore amico di Alonso. Dulce è una ragazza molto bella e estroversa che decide di viag- giare con Alonso e Sancho sul loro side car. Altri personaggi secondari sono: Lola e Miguel. Lola diventerà la ragazza di Alonso e Miguel è il proprietario del bar dove si svol- geranno gli eventi. Ma durante il viaggio devono affrontare molte difficoltà: finirà la benzina, troveranno cattivo tempo e ancora, Alonso si imbatte- rà con dei giganti (i mulini a vento). All’improvviso i tre viaggiatori hanno parlato e comunicato con noi e perciò ci siamo sentiti parte attiva dello spettacolo. Alla fine abbiamo ballato e poi abbiamo scattato foto con gli at- tori. È stata un’esperienza divertente e molto piacevole. La no- stra classe vorrebbe poter partecipare a un altro spettacolo si- mile .Angelica Di Fonzo e la 1^ BL
  • 9. PAGINA 9Anno XIV Numero Unico Nosotros también, los chicos de segundo BL, fuimos al teatro de Bari para ver la obra “De Madrid a Barcelona - Sancho y yo”. Esta obra nos ha parecido muy moderna y actuál y se inspira a la novela clásica de fama internacional “El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha”. Todo empieza en un bar de Madrid, donde Miguel, el proprietario del bar, està viendo un partido de fútbol con su amigo Sancho. Su equipo pierde el partido y los dos se enfadan, pero interviene Alonso para tranquilizarlos y diciendoles: “perder es el germen de la victoria”. Otro personaje de la obra es Lola, la sobrina de Miguel. Ella está enamorada de Alonso y quiere a toda consta ayudarlo a cumplir su sueño: el de llegar a ser un famoso escritor. Envia uno de sus libros a una editoriál de Barcelona. Alonso decide viajar allí con Sancho y Dulce. Como ya han comentando nuestros compañeros de primero, durante el viaje tienen que superar muchos obstáculos pero logran sobrepasarlos. Cuando llegan a Molina de Aragón participan a una manifestación de protesta junto a los alumnos de una escuela que el Ministerio de Cultura quiere cerrar. En esta circustancia el monólogo de Alonso en defensa de la enseñanza y de la cultura resulta muy intenso. En realidad este es un viaje es imaginario que se realiza en la fantasía, la de Alonso que representa el personaje de Don Quijote y es el bar de Miguel en dónde se desencadenan los acontecimiento de la imaginación. Sancho, Dulce, Lola y Miguel quieren echarle una mano a su gran amigo Alonso, para que consiga superar sus temores e incertidumbres hacia la vida. Las palabras que el guapisimo Alonso nos ha entregado al final son para nosotros como un consejo recibido por parte de un hermano mayor, el de luchar para realizar nuestros sueños; esto es lo que nos comprometemos intentar! Anche noi, i ragazzi di 2BL, siamo andati al teatro di Bari per vedere l’opera “De Madrid a Barcelona - Sancho y yo”. Quest’opera ci è sembrata molto mo- derna e attuale e si ispira al romanzo classico di fama inter- nazionale “El ingenio- so hidalgo Don Qui- jote de la Mancha”. Tutto inizia in un bar di Madrid, dove c’è Miguel, il proprietario del bar, che sta ve- dendo una partita di calcio con il suo ami- co Sancho. La loro squadra perde la par- tita e i due si altera- no, ma interviene Alonso per tranquil- lizzarli dicendo loro “perdere è il germe della vittoria”. Un altro personaggio dell’opera è Lola, la nipote di Miguel. Lei è innamorata di Alonso e vuole a tutti i costi aiutarlo per com- piere il suo sogno: quello di diventare un famoso scrittore. Invia uno dei suoi libri a un editore di Barcellona. Alonso deci- de di andare a Barcellona con Sancho e Dulce. Come già hanno commentato i nostri compagni di Prima, durante il viaggio de- vono affrontare molti ostacoli ma riescono a superarli. Quan- do arrivano a Molina de Aragón partecipano a una manifesta- zione di protesta insieme agli alunni di una scuola che il Mini- stero vuole chiudere. In questa circostanza il monologo di A- lonso in difesa del mondo della scuola e della cultura è molto forte ed intenso. In realtà questo è un viaggio nella fantasia di Alonso, che rap- presenta il personaggio di Don Chisciotte, mentre è il bar di Miguel lo scenario in cui gli eventi dell’immaginazione si susse- guono. Sancho, Dulce, Lola e Miguel vogliono dare una mano al loro grande amico Alonso, in modo che riesca a superare le sue paure e incertezze della vita. Le parole che il bellissimo Alonso ci ha consegnato alla fine rappresentano per noi il consiglio ricevuto da un fratello maggiore: lottare per realizzare i nostri sogni ed è questo ciò che ci impegniamo di inseguire! Veronica Cotecchia, Albachiara De Staso e la 2^BL
  • 10. PAGINA 10 L’8 febbraio un gruppo composto da 51 alunni del liceo Don L. Milani, sotto la guida delle pro- fessoresse Zingrillo, Santorsola e Calfapietro, insegnanti rispettivamen- te di diritto e inglese, sono partiti per raggiun- gere Strasburgo, sede del Parlamento Europeo. Lo stage di tre giorni prevedeva la visita della città, della sede del Par- lamento, la partecipazio- ne ad un’assemblea ple- naria e anche l’uscita a Friburgo, vicino centro della Germania. Lo sco- po dello stage è stato quello di avvicinare noi giovani alla conoscenza diretta di una organizza- zione tanto importante quale è quella del Parla- mento Europeo. In realtà, benché si senta parlare ogni giorno di Unione Europea, spesso non si sa bene a che cosa corrisponde, in che modo operi, quali siano le sedi più importanti. Pertanto il vedere direttamente, l’ascoltare un funzionario della sede di Bruxelles, che ha riassunto il percorso di questo partenariato economico e politico sovrannazionale dagli anni della prima formazione ad oggi, l’assistere alla sessione plenaria, ci ha consentito di capire meglio cosa vuol dire UE. Alcune di noi avrebbero voluto che la conversazione con il funzionario durasse più a lungo, sentendosi particolarmente coinvolte da quello che diceva, ad altre sarebbe piaciuto durante la ses- sione plenaria essere ancora più vicine ai parlamentari che esprimevano le loro opinioni per partecipare dal vivo alla discussione e alle decisioni. La visita alla cittadina, ai monumenti, ai musei e quella a Friburgo hanno completato l’esperienza perché gli impianti urbanistici e architettonici di questi centri sono molto differenti da quelli dei nostri paesi e delle nostre città. In conlusione dobbiamo ringraziare sempre i nostri genitori che ci hanno sostenuto economicamente dandoci questa opportunità, i nostri docenti organizzatori e buoni accompagnatori, il Dirigente e tutti coloro che sostengono queste iniziative che arricchiscono l’esperienza scolastica facendo nascere nuove curiosità e maggiori consapevolezze. Anno XIV Numero Unico “Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo” Socrate 4 ^BLES: De Sario Angelica Giorgio Stefania Sallaku Orjada Sisto Sonia Verbena Rosa
  • 11. PAGINA 11 L’associazione “Terra del Fuoco”, da dieci anni ormai, dà la possibilità ai ragazzi pugliesi di partecipare al progetto “Treno della Memoria”, un viag- gio che fa toccare con mano una realtà che si studia solo sui libri di storia e che permette di vedere una delle più grandi fabbriche della morte della storia dell’umanità: la shoah. Cinque ragazze delle classi quinte del liceo Don Milani, accompagnate dal prof. L. Sportelli, hanno avuto la possibilità di parteciparvi. Il viaggio è iniziato il 27 Gennaio 2015, giorno della Memoria. La prima tap- pa è stata la città di Trieste dove abbiamo visitato la Risiera di San Saba, un campo di raccoglimento di ebrei, ma soprattutto di prigionieri politici, che venivano lì radunati per poi essere deportati definitivamente nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Nella Risiera di San Saba abbia- mo avuto la possibilità di leggere alcune delle testimonianze dei deportati stessi, tra cui anche pensieri espressi da bambini che, nella loro innocenza, hanno contribuito al racconto di ciò che è accaduto tra quelle mura. Si tratta dell’unico cam- po di concentramento italiano dove è stata costruita una camera a gas, della quale restano oggi solo le fondamenta. Il 29 Gennaio è stato dedicato alla visita di Cracovia; la visita della città ci ha dato l’opportunità di ammirare la Cattedrale che si affaccia sulla piazza centrale, ci ha col- pito molto un maestoso albero di Natale, che usano sfoggiare fino al 2 di Febbraio. Nonostante le temperature vertiginose, che arrivavano a toccare anche i 7 gradi sot- to zero, la neve riusciva a regalarci sempre un’atmosfera magica e un paesaggio incan- tevole. Nel tardo pomeriggio lo staff , al fine di illustrare il percorso storico che va dalla crisi economica all’ascesa di Hitler, ha inscenato varie rappresentazioni per le strade della città: un giovane ragazzo rimasto senza lavoro a causa della crisi; una coppia di sposi tedeschi entusiasti della presa di potere del führer; una donna obbligata ad allontanar- si dalla sua famiglia perché ebrea. Infine, i collaboratori della “Terra del Fuoco” ci hanno offerto una serata di accoglienza per darci il benvenuto. La mattina del 30 Gennaio ci siamo recati al quartiere ebraico, dove abbiamo potuto osservare i luoghi di culto della religione ebraica, abbiamo visto sia la più antica Sina- goga che quella tutt’oggi ancora frequentata; nel ghetto abbiamo assistito nuovamente a rappresentazioni teatrali finalizzate ad immedesimarci in quel contesto storico. Nel pomeriggio ci siamo diretti alla fabbrica di Schindler, oggi un museo commemorativo, dove sono state ricostruite tutte le tappe che hanno portato al cosiddetto pangerma- nesimo. All’interno del ghetto abbiamo potuto osservare monumenti costruiti al fine di ricordare la follia della shoah. In piazza degli Eroi, ci sono 70 grandi sedie, opera di due artisti polacchi, ad ogni sedia corrispondono ben mille vittime. Il 31 Gennaio è stato interamente dedicato alla visita dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Abbiamo esplorato il campo di Auschwitz, ormai un vero e proprio museo: nei vari blocchi, che un tempo erano i dormitori dei prigionieri, oggi si possono osservare i loro effetti personali (valigie, occhiali, scarpe e addirittura capelli). Spostandoci all’esterno dei blocchi-museo ci siamo trovati di fronte al muro dove avvenivano le fucilazioni, oggi diven- tato un monumento. Ad Auschwitz era presente una camera a gas con relativo forno crematorio, entrambi inagibili in quanto considerati inefficienti a causa della loro errata progettazione, di fatto la loro collocazione non permetteva un adeguato “smaltimento” dei corpi. A causa di questo disagio e delle piccole dimensioni del campo, ne venne progettato un secondo, quello di Birkenau, costruito al fine di “accogliere” un maggior numero di deportati. La nostra ultima tappa è stato il campo di concentramento di Birkenau, in esso due magazzini furono adibiti a forni crematori provvisori durante la costruzione di altre quattro camere a gas. La nostra guida ci ha raccontato che, con l’arrivo degli ungheresi, durante la “soluzione finale”, i quattro forni non erano più sufficienti e vennero riaperti i due provvisori. A differenza di Auschwitz, a Birkenau non resta più nulla, tutto è stato completamente distrutto dai tedeschi dopo la guerra e ne restano semplicemente le macerie. A conclusione di questa giornata, come ogni anno, è stata organizzata una cerimonia al fine di poter dar voce alle numerosissi- me vittime dell’Olocausto. Ognuno di noi partecipanti ha scelto il nome di un deportato, lo ha pronunciato al microfono segui- to da un “io ti ricordo” e ha acceso una candela che ha posizionato sui binari che hanno “visto arrivare” migliaia di ebrei, di omosessuali, di zingari e di disabili destinati ai soprusi della razza ariana. (segue a pag.12) Anno XIV Numero Unico
  • 12. PAGINA 12 (segue da pag.11) L’ultimo giorno, il 1 Febbraio, si è tenuta un’assemblea di chiusura nella quale molti di noi hanno espresso le emozioni provate e i pensieri scaturiti da questa indimenticabile esperienza, solo al termine di essa è stato possibile capire le sofferenze patite e le condizioni di vita disumane a cui furono sottoposte le vittime, non solo da parte dei nazisti, ma anche da parte di quelli ap- partenenti alla cosiddetta “zona grigia”: gli indifferenti che fingevano di non vedere ciò che li circondava e non esprimevano il loro dissenso, forse per paura. “Il momento più toccante l’ho vissuto a Birkenau: c’era neve ovunque e un silenzio quasi straziante, sentivo solo il fruscio dei nostri passi sulla neve. Ho chiuso gli occhi e ho immaginato una fila interminabile di ebrei, soprattutto bambini, che camminavano. Sentivo molto freddo, c’erano 7 gradi sotto zero, ma ero coperta e munita di guanti e cappello; mi sono chiesta: loro cosa avevano? Indosso una cami- cia, pantaloni leggeri; nella mente una domanda: “dove stiamo andando?”. Denise De Salvo 5AL “Ringrazio il ‘Treno della Memoria’ per questo viaggio che non è stato solo di grande im- portanza culturale, ma anche molto formativo nella crescita di tutti noi, ci ha fatto capire i veri valori della vita. Arrivando ad Auschwitz e a Birkenau abbiamo potuto avvertire il dolo- re delle vittime che hanno attraversato quelle terre con la sola colpa di essere nati in una cultura diversa da quella ariana. Consiglierei a tutti questo viaggio in quanto fondamentale per la formazione del proprio essere”. Aurora Borrello 5AM “Il viaggio a cui abbiamo partecipato mi ha permesso di crescere soprattutto sul piano umano, sono tornata diversa: meno superficiale, più matura. Ciò che più mi ha colpito è stato il discorso sulla “zona grigia”, quella a cui appartenevano gli indifferenti. Ho capito che l’indifferenza di oggi è uguale, se non peggiore di quella che ha permesso che avvenis- se il genocidio. Sono giunta alla conclusione che, ignorando ciò che succede, permettiamo che il “fenomeno”, anche se in maniera diversa, si ripresenti! Siamo noi il futuro della so- cietà e se siamo più consapevoli possiamo cambiare il mondo.” Soukaina Buiti 5AES “È quando ti ritrovi in luoghi del genere che comprendi come possa essere meschino e insensato l’agire umano. Più di sei milioni di morti non dovrebbe essere un numero da ricor- dare solo in una data prestabilita, non si dovrebbe dimenticare che ogni intolleranza, ogni segno di disprezzo verso una persona ritenuta diversa, considerata inferiore a noi, è razzi- smo. Di fatto non facciamo che continuare ciò che Hitler ha iniziato. È difficile descrivere le mille emozioni che si provano in luoghi così colmi di dolore, ma una cosa è certa: ti cambia la vita; io sono diversa”. Elena Finelli 5ASU “Dopo un simile viaggio la responsabilità che ci si sente dentro è maggiore, va molto oltre il racconto di un libro di storia. Vedere e prendere coscienza di ciò che l’uomo ha creato per distruggere, ricordare per fare in modo che tutto ciò non accada mai più. Grazie al Treno della Memoria che ha permesso a me ed altri 750 ragazzi di poter vivere un’esperienza unica ed emozionante, che ci ha ‘aperto gli occhi’. È avvenuto, quindi può accadere anco- ra: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire, agiamo affinché non accada”. Rossella Diletta Calabrese 5BES Anno XIV Numero Unico
  • 13. PAGINA 13 Dalla lettura all’immaginazione : la Morte scrive ad Hitler. «Mi ricordo sovente di lei, e in una delle mie numerose tasche ho conservato la sua storia da raccontare. Non è che una delle miriade di storie che porto con me, ognuna a suo modo stra- ordinaria. Ciascuna di loro rappresenta un tentativo, un faticoso tentativo, di dimostrarmi che la vostra esistenza di uomini vale la pena di essere vissuta. Eccola qui. Una fra tante. La ladra di libri. Se ti fa piacere, vieni con me. Ti racconterò questa storia. Ti mostrerò qualcosa.» Con mano lieve, Markus Zusak accompagna il lettore nel periodo più cupo della Storia dell’ultimo secolo. Nella Germania della Seconda guerra mondiale, una bambina di nove anni, Liesel, si sente in dovere di salvare tutti quei libri che, secondo i nazisti, avevano “inquinato” il loro Paese e, quindi , andavano bruciati. Sulla base di un evento reale, il libro, forte ma nello stesso tempo intriso di poesia , dona al lettore la sensazione di precipi- tarsi interamente negli avvenimenti raccontati. L’innovazione principale consiste in una narratrice del tutto singolare : la Mor- te che, nella Storia, non aveva mai avuto così tanto da fare. Interessante, però , è anche il sentiero psicologico e l’intreccio emotivo che avvolge i personaggi, trattando i temi dell’amicizia, dell’amore, della bontà e del sacrificio. Ma,calandosi nell’immaginazione, cosa direbbe la Morte ad Hitler se potesse scrivergli una lettera? Forse gli rivolgerebbe que- ste parole: «Caro Führer, anche se,forse, il termine non è del tutto appropriato, perché penso che lei non sia proprio caro a nessuno, ho deciso di scriverle per esternare l’orrore che provavo quando osservavo donne costrette a veder allontanare i propri mariti, bambini sottratti ai propri genitori e anziani sopraffatti dal dolore. Mi ricordo di tutte le anime che raccoglievo quando aleggiavo sui campi di sterminio e mi chiedo come lei abbia fatto a rimanere impassibile. A causa del suo stupido “orgoglio” , ha cercato di rendere la sua razza pura, ma non credo ci sia mai riuscito. Anzi, l’ha solo macchiata del sangue di milioni di innocenti. Dicono che la guerra sia la migliore amica della Morte, ma debbo dissentire, perché anche la Morte ha un cuore. In tutta quella sofferenza, però , ho deciso di trovare uno svago : cercare i colori nei sopravvissuti . Così, ho osservato colori magnifici, vivaci, brillanti , che non avevo mai visto prima. Credo che ognuno abbia qualcosa di speciale, ma lei , la ladra di libri, si è distinta per il verde della speranza. Il futuro lo si costruisce nel presente ed il presente deriva dal passato . La piccola Liesel ha cercato di costruirsi un futuro migliore, nono- stante le avversità della sua vita, dimostrando che ogni essere umano può salvare se stesso dalle tragedie immani, come la guerra, con speranza e determinazione. Lei ci è riuscita. » “Storia di una ladra di libri” è uno di quei libri che ti cambiano la vita. Antonisa Pistilli e Fabiana Zeverino 4^BL Anno XIV Numero Unico Gli studenti del don Milani incontrano lo scrittore Mario De Siati “I lettori sono i miei vampi- ri” Italo Calvino
  • 14. PAGINA 14 Anno XIV Numero Unico PROGETTO LETTURA Leggere libri per leggere criticamente il mondo Abbiamo ripreso quest’anno il progetto lettura “incontro con l’autore” che ci ha visto in prima linea negli anni passati, sia come istituto che come territorio. L’attività della lettura è in Italia in forte regresso, pertanto la consapevolezza della sua importanza nella formazione di noi studenti, diventa prioritaria. Da più anni, in occasione della Giornata mondiale del libro proclamata dall’UNESCO, le biblioteche in rete di Acquaviva propongono ogni anno un concorso di scrittura e di lettura, aperto a tutti i ragazzi di ogni ordine e grado. Quest’anno la scelta dei libri per la scuola secondaria di secondo grado, ha visto in concorso i due romanzi scelti per il nostro progetto lettura. Il progetto è la concreta opportunità di leggere e discutere il contenuto di un libro, direttamente con l’autore, una occasio- ne di indiscutibile e significativa formazione per noi studenti. Con la scrittrice Ilva Fabiani che ha presentato il suo roman- zo “Le lunghe notti di Anna Alrutz”, abbiamo potuto riflettere, nella Giornata della memoria, su quanto è accaduto nelle lun- ghe notti del nazismo: la sterilizzazione forzata di 787 donne , presunte portatrici di malattie ereditarie. Vicenda poco nota a tanti ma che la Fabiani ha potuto approfondire con una ricerca storica che ha puntato l’attenzione su alcune atrocità del nazi- smo: donne che amputavano altre donne, nella loro femminili- tà. Ilva Fabiani nel suo romanzo di esordio, approfondisce in modo introspettivo il personaggio di Anna che , nonostante la mostruosità degli avvenimenti, è piena d’amore e i suoi senti- menti resistono alla barbarie di un folle. Il 30 marzo gli studenti hanno potuto conversare con lo scrit- tore Mario Desiati che, nel suo ultimo romanzo “Mare di zucchero”,racconta la storia di una spontanea ed incontami- nata amicizia tra due ragazzini, Ervin e Luca . Il romanzo pren- de spunto dallo sbarco a Bari, nell’agosto del 1991 , della nave Vlora, proveniente da Durazzo, che portò con sé più di 20 mila migranti albanesi che chiedevano pane, libertà, dignità di essere uomini. Nel romanzo la Puglia per Desiati è terra di accoglienza, di libertà, di solidarietà. Il romanzo è un invito a coltivare la cul- tura della solidarietà che senz’altro non si improvvisa: nasce in famiglia, continua a scuola, col favorire quei comportamenti quotidiani, rispettosi degli altri. “ Leggere molto è uno dei cammini che conducono all’originalità; uno è tanto più originale e peculiare quanto più conosce ciò che gli altri hanno detto” M. De Unamuno. Leer mucho es uno de los caminos de la originalidad; uno es tanto màs original y proprio cuanto mejor enterado està de lo que han dicho los demàs. la redazione Ultime news dall’aldilà interviste, cronache e divertissement Il Sommo Poeta, il nostro caro Dante Alighieri, anche quest’anno, ci ha fatto compagnia nelle ore di letteratura italiana e, ancora una volta, siamo stati felici di realizzare un giornalino dedicato a lui e alla sua opera più importante: La Divina Comme- dia. Alla fine dello scorso anno, abbiamo pubblicato Il gazzettino dell’Inferno, in esso erano contenuti i nostri lavori di scrittura creativa nati dalla lettura della prima Cantica. Nel corso di que- sto anno scolastico, con l’insegnante di lettere, prof.ssa Caterina Levato, abbiamo letto un’ampia selezione di canti del Purgatorio e, fiduciosi di noi stessi, dopo il successo del Gazzettino, ci siamo messi quindi all’opera e abbiamo prodotto una nuova testata: L’Eco del Purgatorio. Le difficoltà ci sono state, essendo, la secon- da cantica, più difficile sia per la materia trattata che per lo stile, ma non ci è mancato l’entusiasmo e tanto meno è venuta meno la voglia di realizzare un lavoro “genuino” e piacevole alla lettu- ra. Come al solito, la nostra professoressa ha messo molto del suo in questo progetto, ma dobbiamo modestamente riconosce- re che, rispetto alla passata esperienza, siamo stati più capaci e creativi e la nostra crescita come “giornalisti” era evidente a noi stessi, articolo dopo articolo. Abbiamo migliorato le tecniche di scrittura e per alcuni ormai è un gioco da ragazzi realizzare arti- coli di questo genere, nonché un divertimento. Un divertimento anche perché, come l’anno scorso, per l’impaginazione e per la realizzazione di articoli, pubblicità o giochi di enigmistica, siamo ricorsi alla tecnologia e si sa che, per noi ragazzi, utilizzare un computer non è mai un dispiacere, anche quando ci siamo dovu- ti “scervellare” affinché tutti gli articoli fossero disposti alla per- fezione nelle diverse pagine. Personalmente, sono rimasto sba- lordito dall’assiduità e dal grande piacere con cui tutti abbiamo realizzato questo progetto, col passare del tempo ci siamo ac- corti che era molto importante anche perché, pian piano, emer- gevano le personalità e la specificità di ognuno di noi. A lavoro concluso, ci siamo sentiti sollevati, ma soprattutto soddisfatti di noi stessi per aver contribuito, ognuno nel suo piccolo, alla buo- na realizzazione di questo fantastico progetto che ha coinvolto tutti gli alunni della IV A L. Che dire, non possiamo che rinnova- re l’appuntamento con il nostro sommo Dante all’anno prossi- mo, per un'altra entusiasmante ed imperdibile edizione del no- stro giornale da dedicare al Paradiso. Ovviamente, con la fonda- mentale partecipazione della nostra professoressa, a cui dobbia- mo tutto questo. Per chi lo desiderasse è possibile sfogliare in rete i nostri giornali: Il Gazzettino dell’Inferno http://issuu.com/ tgargano/docs/gazzettino_02_ter; L’Eco del Purgatorio http:// issuu.com/tgargano/docs/eco_purgatorio Francesco Gabriele 4^AL
  • 15. PAGINA 15Anno XIV Numero Unico La 3^B della Scuola Media Giovanni XXXIII incontra Mario Desiati Oggi noi alunni della classe 3^B della Scuola Secondaria di I Grado "Giovanni XXIII-Lucarelli" ci siamo recati presso il Liceo "Don Milani" per partecipare all'incontro con Mario Desiati, autore del libro "Mare di zucchero". Lo scrittore si è presentato, dimostrando, come lui stesso afferma, di sentirsi ancora più giovane dei suoi 37 anni. Desiati è nato a Martina Franca, ma vive a Roma dal 2003. dove ha coltivato la sua passione per la letteratura. Ha pubblicato vari romanzi, da cui è stato tratto anche un film. L'autore ha presentato breve- mente la vicenda del libro che tratta la storia di un bambino albanese approdato a Bari a bordo della famosa nave che o- spitò circa 21.000 profughi. Desiati si è soffermato sulla grande collaborazione che ci fu tra i passeggeri, i quali, essendo su una barca omologata per 130 persone e mancante di un motore, dovettero compiere grandi sacrifici, aiutandosi a vicenda per raggiungere la pro- spettiva di un futuro migliore. Sul palco con lo scrittore c'era- no tre alunni del Liceo linguistico, i quali hanno chiesto a Ma- rio Desiati quale fosse il suo rapporto con gli immigrati. Egli ha risposto, dicendo di aver legato subito con i ragazzi albanesi, per via della comune passione per il calcio, la quale li portava spesso a disputare partite, prima divisi nelle squadre "Italia-Albania" e poi in squadre miste. Attraverso ciò si è instaurato un legame molto forte tra i ragazzi delle due etnie. Una seconda ragazza ha domandato il perché della scel- ta di parlare spesso del mare nel suo libro. La risposta è stata che il mare è molto importante nella vita di noi Pugliesi, per- ché bene o male è sempre vicino ai nostri paesi. Infatti in mol- ti passi del testo è presente il mare, che in questo caso agisce da forza amica per i 21.000 migranti, ma spesso è avverso agli uomini. Maurizio il terzo alunno ha raccontato della sua passione per il calcio, chiedendo se secondo l'autore fossero migliori i giochi elettronici moderni o i classici giochi da tavolo da fare in compagnia. Desiati ha detto di preferire i classici giochi "da bar", ma ha constatato che è impossibile evitare i nuovi mezzi tecnologici: egli stesso ha affermato di preferire gli e-book ai libri cartacei, anche per problemi di spazio che ha a casa sua. Però ha raccontato anche di come spesso i libri lo abbiano aiutato nella sua vita, tanto da essere diventati parte di sé. Infatti se- condo lui con un libro accanto non si è mai soli. Riguardo la passione per il calcio dello studente Maurizio, Desiati ha rac- contato un aneddoto riguardante la sua esperienza di giovane calciatore risalente agli anni '90. Un giorno la sua squadra giovanile venna a sapere che al San Paolo, ad assistere al match tra Martina Franca e Bari, ci sarebbe stato un osservatore del Parma. Tutti volevano fare bella figura, ma i Baresi erano troppo forti e conclusero il primo tempo sul punteggio di 23 -0. Nella ripresa mossi a compassione, il Bari fece segnare un goal al Martina, ma il match si chiuse 53-1. Con il morale a pezzi la squadra tornò a casa. Quel giorno a Mario Desiati venne il dubbio che forse avrebbe fatto meglio a raccontare le avventure, piuttosto che a viverle. E così si accese in lui quella fiamma della scrittura, tutt'oggi così prolifica e coinvolgen- te. Desiati ha concluso la discussione ribadendo quanto la cultura e i libri siano colonne portanti nella vita di ognuno. Ed alla fine del dibattito un applauso collettivo ha salutato lo scrittore che è dovuto andare via., per incontrare gli studenti di un altro istituto. Soddisfatti per l'esperienza vissuta siamo tornati in classe.
  • 16. PAGINA 16 NESSUN DORMA… Grande successo al San Carlo di Napoli per Dario Di Vietri! Quando sabato 28 marzo 2015, nel teatro San Carlo di Napoli, è stato annunciato che in scena , nei panni di Calaf per la Turandot, ci saresti stato tu a indossare i panni del principe , l’emozione di vedere il traguardo che hai raggiunto, tu, studente del liceo Musicale Don Milani ci ha riempito di sentimenti di gioia e di commozione. Bravo Dario, siamo fieri di te e di averti avuto studente del nostro Liceo. Nessun dorma…all’alba vincerò!!!! Anno XIV Numero Unico “E’ bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una fol- la” Cesare Pavese