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Custode del futuro: 
Percorsi didattici tra territorio, 
identità e memoria 
Istituto Comprensivo Statale Serra San Quirico 
“Don Mauro Costantini” 
Comuni di Mergo, Rosora e Serra San Quirico. 
Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado.
A Don Mauro Costantini, 
fonte di conoscenze, idee, proposte e disponibilità
2 
Quel che il tempo non cancella 
poli fondamentali attorno ai quali si svolge 
la sua intensa attività. Notevole comunque il 
suo apporto anche a livello diocesano dove 
è chiamato a far parte di varie commissioni. 
Nell’ambiente di Serra San Quirico, oltre 
al ministero sacerdotale e all’insegnamento 
di religione nella Scuola media “Domenico 
Gaspari” che ha assunto nell’anno scolastico 
87-88, Don Mauro si interessa attivamente alle 
varie iniziative culturali e sociali, promuovendo-le 
e sostenendole con intelligenza e dedizione. 
Sempre generoso e disponibile, spesso non 
trova tempo per pensare alla propria salute, 
finché la malattia lo costringe ad un necessario 
ricovero presso l’ospedale di Fabriano. 
Due giorni dopo, il mattino del 25 settembre 
2003, nel suo misterioso progetto, Dio lo chia-ma 
a sé, improvvisamente, drammaticamente. 
Nell’apprendere l’inverosimile notizia, tutta 
la comunità di Serra è prostrata da indicibile 
dolore. Il sindaco decreta il lutto cittadino. 
Il saluto funebre, il sabato 27 settembre, nella 
chiesa parrocchiale di “San Quirico”, che egli 
aveva fortemente voluto restaurata, è stato 
l’omaggio di una moltitudine immensa di sacer-doti, 
di fedeli, di amici, accomunati nel pianto 
e nella certezza che Don Mauro continua a 
vivere anche nell’impegno verso il bene e il 
bello che egli ha sempre proposto in ogni 
circostanza, ad ogni uomo di buona volontà. 
27 setttembre 2003 
Testimonianza del Dirigente Scolastico 
prof.ssa Mirella Mazzarini 
Il mio saluto e la mia testimonianza di 
Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo 
di Serra San Quirico anche a nome dei Presidi 
che hanno condiviso con Don Mauro l'impegno 
scolastico. 
Chi è stato Don Mauro nella scuola? Quale 
impronta vi lascia? Cos'è stata la scuola per lui? 
Mi sono posta queste domande non per un 
retorico bisogno di chiudere in un'immagine 
qualcuno che abbiamo paura di aver perso o 
che sembra sfuggirci per sempre perché ci 
lascia inaspettatamente per lo strappo che la 
morte comunque provoca. Me le sono poste 
per le lacrime che ho visto piangere dai ragazzi 
e dagli insegnanti suoi colleghi e amici, per il 
silenzio e la tristezza che hanno attanagliato la 
scuola, per il dolore che ci accomuna da qual-che 
giorno. 
Nella scuola Don Mauro è stato una miniera di 
conoscenze, di idee, di proposte, di disponibi-lità. 
“Don Mauro, dove andiamo in gita?”. Lui che, 
senza rivolgersi alle agenzie di viaggio, sapeva di 
itinerari ricchi di storia, di bellezze paesaggisti-che, 
di percorsi diversi dalle mete standardizza-te 
e consumate del turismo di massa. 
“Don Mauro, cosa sai della famiglia di Roberto 
e di Fabiana?”. Di qualche alunno, cioè, che gli 
insegnanti vedevano demotivato o troppo spes-so 
impreparato. 
Ecco allora che i consigli di classe diventavano 
quello che la Pedagogia ha sempre chiesto alla 
scuola: occasione di analisi dei bisogni formativi 
dell'alunno, proposta di formazione legata al 
contesto familiare e sociale; perché Don Mauro 
non si esprimeva mai con un sufficiente o con 
un ottimo. A lui interessava parlare di come 
quello o quell'altro ragazzo si erano posti nelle 
varie occasioni di vita della scuola. Sapeva leg-gere 
e legare il profitto alle attese e alle caren-ze 
delle famiglie, sapeva condividere le proble-matiche 
dei colleghi, ricucire strappi per malin-tesi 
o posizioni prese e ricondurre tutto al 
fine: l’educazione dei ragazzi, lo sviluppo in cia-scuno 
della stima di sé, del senso di responsa-bilità 
e di partecipazione. 
“Don Mauro, quale progetto pensi che possa 
qualificare la scuola, cosa possiamo sperimenta-re 
quest'anno?”. Con Don Mauro non si parlava 
soltanto di religione, ma di educazione civica, di 
storia, di ambiente, di scienze. Così egli si 
poneva quale esperto e quale animatore, senza 
perdersi nelle dispute sulle metodologie più 
efficaci per la ricerca didattica. 
Sono nati, negli anni, nella Scuola Media, per-corsi 
di scoperta dei tesori che Serra San 
Quirico custodisce: la sfida a ritrovare l'ombra 
del campanile di Santa Lucia, cancellata dal ter-remoto, 
i documenti di analisi e di descrizione 
delle fontane, dei portali, dei sentieri, ultimo 
quello dell'Eremo di Grottafucile . 
Se Don Mauro nella scuola è stato un uomo 
impegnato e un testimone, per la scuola è stato 
una risorsa di creatività. Cosa è stata la scuola 
per lui? Luogo di vita. 
Non so se egli abbia letto le opere psicopeda-gogiche 
da Pestalozzi a Rousseau, da Piaget a 
Bruner, da Dewey a Don Milani, certamente ha 
realizzato i loro principi educativi. 
Mentre cercavo di raccogliere possibili elemen-ti 
che mi permettessero di descrivere Don 
Mauro, mi sono resa conto che egli sfugge ad 
una descrizione netta e circoscritta, così come 
spesso “sfuggiva” per parlare d'altro o per un 
nuovo incombente impegno. 
Sfuggiva perché la sua tensione verso l'alto, 
verso il cielo faceva parte del suo stile di vita 
anche di insegnante. Con una frase, un accenno, 
uno sguardo riusciva, senza nulla imporre, ad 
essere sprone per superare la quotidianità, l'at-taccamento 
stretto al reale e al presente, per 
ricondurre ai valori cristiani della vita e al 
senso della fede. 
Così, in realtà, non sfuggiva perché invitando ad 
una pausa, alla riflessione, additando il fine di 
tutte le cose, ancora una volta, ”insegnava”. 
A Don Mauro, che avvertiva come le parole 
scritte o pronunciate possono essere dissonan-ti, 
dimostriamo che la parola che cerchiamo è 
la Parola di Dio. 
Cenni biografici su Don Mauro 
Era fiero, Don Mauro, di essere di Sasso, la pic-cola 
frazione di Serra S. Quirico che lo ha visto 
nascere l’8 ottobre 1958, da Gino Costantini 
e Maria Angeloni.Ad appena 8 mesi, perde 
il papà e più tardi, quando ha 22 anni, anche 
la mamma, rimanendo così solo con il fratello 
Elvio, più grande di lui. 
Dopo la scuola elementare del paese va in 
seminario a Camerino dove frequenta la scuola 
media ed il liceo classico. Successivamente 
compie gli studi teologici nel Seminario regio-nale 
di Fano. 
Viene consacrato sacerdote da Papa Giovanni 
Paolo II in S. Pietro il 6 giugno 1982. 
Il primo ministero sacerdotale lo svolge come 
vice-rettore nello stesso Seminario regionale: 
durante questi anni, con la sua tenacia e con 
molto sacrificio trova il tempo di frequentare 
a Roma l’Università Gregoriana, dove consegue 
la Licenza in Teologia dogmatica. Nel giugno del 
1987 viene nominato parroco “pievano” di “San 
Quirico” in Serra San Quirico, ma non abban-dona 
la sua attività di segretario e docente 
all’Istituto Teologico Marchigiano ancora a Fano 
e poi dal 1993 nella sede di Ancona. 
La Parrocchia e l’Istituto Teologico sono i due
3 
25 settembre 2004 
Primo anniversario della scomparsa 
Intervento della Preside prof.ssa Maria 
Urbani Scaglione 
Nel ricordare Don Mauro, sarei subito portata 
ad esporre riflessioni, emozioni e sentimenti, 
ma le parole non direbbero perché Don Mauro 
è tra noi. In questa vita terrena non ci sarà 
dato di incontrarlo, ma lo sentiamo qui, nelle 
strade di Serra, nella Scuola Media, impegnato 
nelle iniziative volte a far conoscere e amare 
questo paese scoprendone bellezze naturali, 
storia ed arte e dando sapore al vivere insie-me: 
ecco perché è doveroso parlarne e conti-nuare 
a farlo, per quei segni che il tempo non 
può e non deve cancellare. Ho incontrato Don 
Mauro nell'agosto del 1989; perdevo mio mari-to 
e Don Mauro era in chiesa con noi a 
Castelplanio (in settembre ho preso servizio 
anche in questo paese). L'ho incontrato per 
l'ultima volta nel 2003 a casa mia, non per por-tare 
quelle parole di conforto che non posso-no 
lenire un immenso dolore, ma per condivi-dere 
gravi riflessioni, sentimenti, per ascoltare 
quegli interrogativi che ciascuno di noi si pone 
di fronte ai grandi misteri della vita terrena. Un 
tratto di tempo ben definito, ed al suo interno 
tanti motivi che mi portano a raccontare per 
ricordare insieme. A scuola, durante i Consigli 
di Classe, Don Mauro era l'ultimo a prendere 
la parola: ascoltati gli altri colleghi, si esprimeva 
con una sintesi che armonizzava anche gli 
opposti giudizi e suggeriva con una indimenti-cabile 
saggezza, parlando sempre degli alunni 
con rispetto e amore. 
E poi, l'attenzione alla vita del paese sapendone 
leggere ogni aspetto e offrendo le proprie 
conoscenze nelle varie esperienze! Ed offriva la 
sua collaborazione agli altri senza reticenze, 
come quando lo avevo consultato per un con-corso 
di pittura a Castelplanio promosso dalla 
Pro Loco. 
Ed ancora: un incontro con gli amici del centro 
“ Il castello”, per parlarci degli Angeli! Non mi 
era stato facile trovare un relatore per un 
argomento che affascina, che ci porta ad imma-ginare 
figure eteree che abbiamo la necessità di 
sentire al nostro fianco. Anche in quell'occasio-ne, 
un Don Mauro semplice e preparato, e con 
la disponibilità che lo distingueva, ha trascorso 
un pomeriggio con noi parlando, ascoltando e 
non chiudendo con il suo dire l'immaginazione 
e, forse, i sogni dei presenti. E come non ricor-dare 
il suo amore per i giovani croati arrivati a 
Serra San Quirico? Non mi aveva chiesto colla-borazione, 
ma la sua grande umanità mi aveva 
coinvolto. E quel pellegrinaggio alla sala Nervi? 
Non voglio aggiungere altro: penso che ciascu-no 
di Voi potrebbe e vorrebbe raccontare per-ché 
non si può dimenticare. 
Concludo con le parole di Don Mauro che ci 
indicano i grandi temi di ieri, di oggi, e di sem-pre, 
da affrontare nel vivere quotidiano come 
lui ha fatto: “...la nostra attenzione ai poveri e 
ai problemi della pace, della giustizia e della 
solidarietà”. 
Grazie, Don Mauro. 
25 settembre 2005 
Secondo anniversario della scomparsa 
Testimonianza del prof. Mario Tinti 
Caro Don Mauro, 
hai coltivato una bellezza singolarmente mite e 
dolce nella tua dinamica capacità di comunica-zione 
e disponibilità interpersonale, nella quale 
facevi avvertire il riferimento vivo ad un Amore 
concreto e trascendente, da cui scaturiva l’affa-bilità 
affettuosa del tuo porgere, del tuo acco-gliere, 
donare e promuovere con propulsiva 
discrezione tenace. 
Ci aiutavi a vivere con umiltà e carità pastorale 
l’incontro personale e comunitario con Gesù, e 
la tua dedizione generosa, la tua attenta premu-ra 
si apriva a tutti, fedeli e non credenti, nella 
promozione di una armoniosa convivenza civile 
di riconciliazione e sussidiarietà, al di là di ogni 
appartenenza. 
L’amore per la nostra Serra San Quirico faceva 
riversare il tuo impegno negli ambiti più prossi-mi 
ed intimi della persona, quali l’associazioni-smo, 
l’espressione del pensiero, la cura e la 
conoscenza dell’ambiente, l’attenzione ai biso-gnosi 
e agli emarginati, la dimensione culturale 
ed artistica, della musica e del teatro. 
Indimenticabile la tua squisita, semplice e 
profonda attività educativa, di collaborazione 
con i colleghi e nella diligente ed efficace solle-citudine 
per gli alunni e le tante significative ini-ziative 
ed esperienze che hai contribuito ad 
innescare e sviluppare, rendendo la Scuola di 
Serra ulteriormente piacevole, interessante, 
istruttiva, umanamente e socialmente accatti-vante 
e formativa. 
Nelle tue parole, nel rivolgerti ai giovanissimi 
studenti, dialogando con loro, scorreva un fasci-no 
contagioso, denso di linfa suasiva, come 
quando una volta parlavi del perdono, ne esem-plificavi 
e svisceravi con appassionata sapienza 
ed umiltà il valore significante di “parola del 
cuore e dell’intelligenza“, dell’uomo che, anche 
se offeso, offre qualcosa di più di un semplice 
dono, e rilevavi l’intensità di quel prefisso 
accrescitivo “per”, onde il “ per-dono” ci rende 
veramente degni di poter attingere la pace, la 
solidarietà e la giustizia, al fine di ristabilire uno 
spazio di reciproca intesa, di contatto ed aiuto 
fraterno ad essere ciascuno migliore per il 
bene di tutti. 
Aleggiava nel tuo atteggiamento, nel tuo sguar-do 
buono e a volte trasognato, un’amicizia cor-diale 
e rispettosa, un senso religioso materiato 
di comprensività ed ascolto, di umiltà e gratitu-dine, 
di studio e di grazia. 
Ricordarti, anche nell’intitolazione dell’Istituto 
Comprensivo di Serra San Quirico, non é sol-tanto 
prova riconoscente di nostalgico ricordo 
per lo sgorgare della tua delicata, armoniosa 
forza creativa di interessi, di fede, di relazioni, 
di cui ci hai gratificato; ma, soprattutto, costitui-sce 
memoria vivificante, nel presente e nel 
futuro, di un lievito che ci fermenta nell’anima, 
che muove l’intelligenza e l’impegno in dinami-ca 
collaborazione ad attraversare con fatica e 
servizio il ponte della nostra esistenza, tra la 
contingenza, da rendere sempre più umana e 
feconda, e il mistero misericordioso di Dio. 
E così continui ad essere stimolante compagno 
gentile per la creazione di una serrana comu-nità, 
sempre più unita e spiritualmente più vivi-da, 
nel rispetto del suo ambiente e del tessuto 
morale, culturale e progettuale della sua citta-dinanza.
al territorio e con lo scopo di promuoverne 
le ricchezze storiche, culturali e ambientali. 
Anche l’odierna iniziativa, di taglio storico-documentale, 
è molto importante non solo 
per la qualità complessivamente espressa, ma 
per l’idea di recupero attraverso le moderne 
tecnologie della memoria storica della nostra 
scuola.Tutto questo trova un oggettivo ricono-scimento 
nei diversi enti pubblici e soggetti 
privati che con il loro concorso rendono 
possibile la realizzazione del progetto. 
Per questo, anche a nome di tutti i cittadini, 
ringrazio il Dirigente, il personale amministrati-vo, 
i docenti e gli alunni tutti per essere attivi 
protagonisti di un processo che non solo 
rende migliore la scuola in generale ma anche 
il territorio di riferimento e le comunità che 
in esso vivono. 
Grazie ancora e buon lavoro. 
Il Sindaco di Serra San Quirico 
Gianni Fiorentini 
Prefazione 
Apprestandomi a scrivere queste poche righe, 
il primo pensiero è stato quello di essere effet-tivamente 
un sindaco molto fortunato: avere 
sul proprio territorio un istituto scolastico 
comprensivo capace non solo di ottima qualità 
di insegnamento ma anche promotore di inizia-tive 
culturali di grande importanza. 
Qui sta la conferma del riconosciuto valore 
della nostra scuola, costruito in anni di impe-gno, 
serietà, professionalità, coinvolgimento 
del corpo insegnanti e degli alunni. Iniziative 
realizzate con passione ed intelligenza, attente 
4
5 
mentazione aiuta a mantenere la memoria sto-rica 
della scuola e attraverso questo contribui-sce 
ad esplicitarne l’identità assolvendo a diffe-renti 
bisogni quali: favorire il lavoro collegiale, 
facilitare la progettazione educativa, valorizzare 
l’impegno degli studenti, favorire processi 
di metacognizione. 
Tale documentazione colloca la Scuola nel 
Territorio, valorizza risorse e potenzialità 
umane e materiali, recepisce le istanze del per-corso 
di Autonomia delle Istituzioni Scolastiche 
previste per legge e deve essere conosciuta dal 
maggior numero di persone, Enti, Associazioni, 
Aziende che, a vari livelli, si interessano della 
scuola. 
Il Collegio Docenti nell’anno scolastico 
2004/05 ha approvato il Progetto 
“Documentare la scuola” ed ha istituto 
un gruppo di lavoro per raccogliere e selezio-nare 
i lavori prodotti dalle varie scuole negli 
ultimi anni. 
I documenti scelti rappresentano soltanto 
una minima parte delle attività/percorsi con-dotti 
dall’Istituto Comprensivo, da sempre 
attento alle sollecitazioni e problematiche 
del territorio. 
La seguente pubblicazione verrà integrata da 
un CD multimediale che offrirà la possibilità 
di visionare processi e percorsi educativo-didattici. 
Il lavoro, realizzato dai docenti con la collabo-razione 
di enti, associazioni e imprese, è stato 
motivato sia dal punto di vista progettuale 
che operativo dalla volontà di mantenere viva 
la presenza e il ricordo di Don Mauro 
Costantini, anima di tante iniziative scolastiche 
e personalità di spicco del territorio. 
Promotore e fautore di significativi percorsi 
didattici, Don Mauro ha lasciato un segno 
concreto in molte pagine di tale pubblicazione. 
Per questa motivazione, "Custode del futuro: 
percorsi didattici tra territorio, identità 
e memoria" risulta a lui dedicata. 
Inoltre, a testimonianza del suo valore, impe-gno 
e operato profuso a scuola e sul territo-rio, 
l'Istituto Comprensivo di Serra San Quirico 
sarà intitolato "Don Mauro Costantini" in 
occasione del II anniversario della sua morte. 
Un ringraziamento particolare va alla sig.ra 
Marisa Giacometti, a Giuseppe Bartelucci 
e a Luca Alfieri per il contributo fondamentale 
offerto alla realizzazione dell’opera; al prof. 
Antonio Orfei per il coordinamento dell’opera; 
alla dott.ssa Anna Maria Morici per la cura del-l’archivio; 
a Massimo Martizzi per la digitalizza-zione 
di tutta la documentazione dei lavori; 
a tutto il personale docente e non docente 
delle scuole dell’Istituto Comprensivo che 
ha contribuito negli anni alla realizzazione delle 
attività che costituiscono l’oggetto del presen-te 
volume. 
L’opera è stata realizzata con il contributo 
della Provincia di Ancona, della Comunità 
Montana dell’Esino-Frasassi e del Comune 
di Serra San Quirico e con il patrocinio della 
Regione-Ufficio Scolastico Regionale. 
Luciana Remaggi 
Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo 
Statale di Serra San Quirico 
Presentazione 
L’Istituto Comprensivo, che coordina l’attività 
didattica delle Scuole dell’infanzia, primaria 
e secondaria di primo grado del territorio dei 
Comuni di Serra San Quirico, Mergo e Rosora, 
negli ultimi decenni ha promosso una moltepli-cità 
di attività scolastiche tra le cui finalità c’è 
quella di trasformare l’alunno in cittadino con-sapevole. 
Attraverso sperimentazioni, laboratori, esplora-zioni, 
si è prodotta una documentazione impo-nente 
e multidisciplinare, un vero e proprio 
giacimento culturale che arricchisce la comu-nità. 
Tale processo ha favorito la consapevolezza 
individuale e collettiva di appartenenza ad un 
territorio di grande qualità che è stato a lungo 
marginalizzato e sottovalutato. 
In questo contesto l’insegnante non è solo 
“trasmettitore” di conoscenze ma anche 
“facilitatore” di contatti formativi e di relazioni 
tra Scuola e Territorio anche attraverso una 
valida comunicazione esterna alla scuola con 
la comunità che ci circonda e di cui facciamo 
parte. 
Abbiamo bisogno di comunicare bene per non 
rimanere soli, per trovare alleanze, per meglio 
realizzare la nostra azione concreta di cambia-mento. 
In un contesto d’innovazione, la valuta-zione 
delle pratiche e dei processi messi in 
atto, del proprio lavoro, degli allievi, degli obiet-tivi 
educativi assumono maggiore importanza 
per riflettere criticamente sul proprio agire 
professionale. 
All’interno dell’istituzione scolastica la docu-
Storia della scuola 
Genga, Mergo e Rosora. 
L’amministrazione della Scuola Elementare 
e Materna (quest’ultima dal 1968) si è protrat-ta 
pur con alterne vicende che hanno coinvol-to 
i due Circoli limitrofi di Sassoferrato 
e Castelplanio, fino all’a.s. 1995/96; dal 1° set-tembre 
1996 la Direzione Didatica è stata tra-sformata, 
ai sensi della Legge n.97/1994, 
in Istituto Comprensivo di Scuola Materna 
Elementare e Media ed è anche stata ristruttu-rata 
nel territorio in quanto ha perso 
il Comune di Genga ed ha acquisito la Scuola 
Media di Serra San Quirico. 
Successivamente, nell’a.s. 1997/98 è stata 
annessa all’Istituto anche la Scuola Media 
di Angeli di Rosora. Le due Scuole Medie sud-dette 
esistevano già nei primi anni ’60, l’una 
autonoma fino al 1989 e l’altra sezione stacca-ta 
a Castelplanio. 
Quello fin qui esposto è solo un breve excur-sus 
delle origini e delle varie vicessitudini delle 
scuole del nostro territorio. 
Un grande arricchimento culturale e morale 
sarebbe per tutti noi consultare gli archivi sto-rici 
esistenti della scuola, dai quali trapelano 
la vita, i sentimenti, 
i problemi e le aspettative realizzate dai nostri 
predecessori che tanto hanno dato a questi 
luoghi, a testimonianza di un forte connubio 
tra scuola e territorio. 
Connubio che traspare in ogni iniziativa o pro-getto 
realizzato nelle scuole del nostro 
Istituto. 
Oggi come allora il legame tra scuola e terri-torio 
è molto forte e questo è un valore che 
mai deve perdersi. 
Da notizie acquisite tramite la consultazione 
dell’archivio storico comunale, l’archivio della 
nostra istituzione scolastica e i testi del 
Francesconi e del Gaspari, siamo in grado 
di ricostruire una breve storia dell’istruzione 
a Serra San Quirico. 
Nel XIII secolo i Monaci Silvestrini, presenti 
nel territorio serrano, fondavano una scuola 
con una cattedra di lettere greche. 
Il Comune nel XV secolo istituiva permanen-temente 
il maestro pubblico per la scuola che 
allora era denominata Ginnasio. 
Nel 1700 il Comune incaricava i curati di 
impartire l’istruzione ai giovani delle frazioni 
di Domo, Sasso e Rotorscio, mentre nel cen-tro 
storico vi era un maestro per i maschi 
e una maestra per le femmine. 
Anche nel XIX secolo l’istruzione nel Comune 
serrano continua ad essere molto fiorente: 
vengono istituite le scuole serali, l’amministra-zione 
comunale sussidia una biblioteca comu-nale 
e con l’aiuto economico di alcuni cittadini 
si predispone l’apertura di 
un asilo infantile. 
Intorno alla fine del 1800 diversi giornali sia 
locali che nazionali ed alcuni periodici didattici 
parlano con lode delle scuole elementari del 
Comune di Serra San Quirico, il quale, fra l’al-tro, 
è il primo di tutta la provincia ad applicare 
nelle proprie scuole la legge dell’istruzione 
obbligatoria. 
Agli inizi del ‘900 Serra San Quirico è sede di 
Direzione Didattica Governativa o di Circolo 
Direttivo che comprendeva i Comuni di 
7
Il Progetto sperimentale di Educazione Ambientale è un’ini-ziativa 
dell’Istituto Comprensivo Statale che si è posta come 
obiettivo la conoscenza e la valorizzazione dei beni ambien-tali, 
storici e artistici dei comuni di Serra S.Quirico, Mergo 
e Rosora e la produzione di materiali didattici multimediali 
che possano essere fruiti sia dagli alunni della scuola sia da 
alunni di altre scuole del territorio regionale. 
Il progetto ha riguardato attività finalizzate a: 
• conoscere il proprio paese; 
• sviluppare lo spirito di esplorazione; 
• rapportarsi col mondo esterno alla scuola; 
• imparare a lavorare in collaborazione e vivere relazioni 
positive con i compagni e con gli adulti; 
• vivere la natura, imparare ad amarla e rispettarla; 
• ideare, progettare e realizzare strumenti comunicativi 
e informativi reali; 
• utilizzare tali strumenti per descrivere, osservare, 
approfondire; 
• utilizzare le nuove tecnologie informatiche all’interno 
di un progetto culturale significativo; 
• costruire nuove conoscenze più che ad acquisire informa-zioni; 
• coinvolgere nel progetto educativo tutte le agenzie della 
formazione; 
• superare la divisione fra le "materie" di studio; 
• modificare i ruoli tradizionali dell’insegnante e dell’alunno 
promuovendo le capacità degli alunni e ponendo gli inse-gnanti 
stessi in condizione di studenti-ricercatori. 
In una prima fase del progetto ciascuna scuola ha svolto 
un’attività di ricerca sul proprio territorio raccogliendo una 
molteplicità di materiali documentari anche attraverso la 
realizzazione di visite didattiche; al termine sono stati pro-dotti 
cartelloni, foto, filmati, ecc.. 
Questi i 3 temi proposti attraverso un curricolo verticale: 
• Ricerca di tracce 
del passato: castel-lo, 
mura, torri, 
“copertelle”... 
• Esplorazione degli 
aspetti dominanti 
del territorio: 
paese, angoli verdi, 
strutture ludiche, 
strade... 
• Parco della Gola 
della Rossa e di 
Frasassi: 
- istitutzione e loca-lizzazione 
- aspetti naturalistici 
- risorse artistiche: 
Abbazie di S.Vittore 
e di S.Elena 
• Analisi socio-eco-nomica 
dal ‘900 ad 
oggi 
• Costituzione del 
Parco, motivazioni 
• Esplorazione degli 
aspetti dominanti 
dell’ambiente natu-rale: 
monte, fiume, 
collina, fossi, calan-chi, 
canneto... 
• Esplorazione delle 
caratteristiche prin-cipali 
legate alla 
flora, alla fauna, 
ai colori, ai suoni 
dell’ambiente 
• Il fiume Esino 
e Sentino 
• Flora e fauna: 
caratteristiche 
della nostra zona 
• Bosco di conifere 
• Bosco ceduo (fun-ghi) 
• Prati M.Murano 
• Acquedotto 
Gorgovivo 
• Piante officinali 
• Fauna, animali 
estinti (lontra,orso, 
lupo, acquila) 
• Le rocce del 
M.Murano 
• La Grotta del 
Mezzogiorno 
• Progetto didattico 
“Pim, Pam”: 
- animazione teatrale 
- esplorazione 
realistica, fantastica, 
corporea e virtuale 
- rielaborazione 
delle esperienze 
- documentazione 
• “Lettura” del teri-torio 
su carte geo-grafiche 
• Documentazione 
ed esperienze 
• Animazione tea-trale 
• Realizzazione del 
plastico del Parco in 
collaborazione con 
la scuola media 
• Le vie dei pellegri-ni 
nel corso della 
storia 
• S.Ansovino 
• S.Bartolo 
Scuola Media Scuola Elementare Scuola dell’Infanzia L’ambiente 
Territorio Ambiente fisico Itinerari 
Progetto sperimentale di 
Educazione Ambientale
In una seconda fase i materiali prodotti dai 3 gruppi di lavo-ro 
(materna, elementare e media) sono stati immessi in 
internet sotto forma di pagine WEB attraverso la disponibi-lità 
della rete della Provincia di Ancona denominata PAN-NET. 
Le metodologie alle quali si è fatto ricorso per realizzare il 
progetto sono state: 
• la pratica del gioco come invito a proporre contesti didat-tici 
all'interno dei quali l’apprendere sia esperienza piacevole 
e gratificante; 
• l’attività di ricerca, individuale e di gruppo, come momento 
di responsabilizzazione dei i ragazzi e di organizzazione del 
pensiero, capacità cruciale nel moderno mondo della comu-nicazione 
e del lavoro; 
• l’impiego di strumenti multimediali che, oltre ad essere 
estremamente motivanti, danno il senso di disporre di risor-se 
per il saper fare e consentono di non disperdere, ma 
valorizzare forme di intelligenza intuitiva, empirica e immagi-nativa, 
assai diffuse tra i ragazzi. 
valore 
• Valorizzazione e conservazione della 
realtà ambientale e culturale 
• Qualificazione dell’ambiente e del bene 
culturale come patrimonio di ciascuno 
SCUOLA INDIVIDUO 
IDENTITÀ 
Sociale 
Culturale 
Ambientale 
conoscenza appartenenza 
TERRITORIO 
L’ambiente 
Progetto Educazione Ambientale a.s. 1999/2000 
• Condivisione di scelte educative 
• Collaborazione nelle iniziative 
• Esplorazione del proprio ambiente naturale 
• Esplorazione del proprio ambiente 
socio-culturale 
• Confronto con gli altri ambienti naturali 
e socio-culturali 
• Partecipazione alle iniziative locali 
• Fruizione delle risorse naturali 
• Consapevolezza di entità territoriali 
più ampie 
9
L’ambiente 
Le vie antiche 
Tra i castelli 
MOTIVAZIONE 
Adesione al progetto 
di Educazione Ambientale 
d’Istituto: valorizzazione 
dei beni storico-artistici 
del territorio. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Esplorazione, ricerca storico-artistica, 
documentazione sui 
castelli di: 
• Serra San Quirico 
• Rosora 
• Rotorscio 
• Mergo 
Il lavoro è stato documentato 
in pagine web. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA DELL’INFANZIA 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00 
10
11 
L’ambiente 
Le testimonianze 
monastiche 
MOTIVAZIONE 
Adesione al progetto 
di Educazione Ambientale 
d’Istituto: valorizzazione 
dei beni storico-artistici 
del territorio in occasione 
dell’anno giubilare 2000. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Esplorazione, ricerca storico-artistica, 
valenza religiosa, 
documentazione sui siti 
monastici: 
• Sant’Elena 
• Valdicastro 
• Sant’Urbano 
• Santa Maria delle Stelle 
• San Bartolo della Castagna 
• Grottafucile 
• Santa Maria del Mercato 
• Santa Lucia 
• San Quirico 
• Eremo delle Grotte 
Il lavoro è stato inserito nel 
CD “ A piccoli passi” e tra-dotto 
in pagine web. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00 
Le vie antiche
12 
L’ambiente 
Le vie della natura 
A scuola nel Parco 
MOTIVAZIONE 
• Fare esperienze di lavoro 
di gruppo per lo studio del-l'ambiente 
• Conoscere aspetti fonda-mentali 
di scienze naturali: 
zoologia, botanica e geologia 
del Parco 
• Ricercare e studiare fossili 
per leggere la storia del 
nostro ambiente 
• Sperimentare l'aspetto edu-cativo 
del Parco 
• Utilizzare l'immagine foto-grafica 
• Esprimere impressioni ed 
emozioni suscitate dalla visita 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
• Uscita per osservare, foto-grafare 
e descrivere attenta-mente 
l’ambiente del monte 
Murano nei suoi vari aspetti: 
geologia, zoologia e botanica 
• Attività di ricerca in classe 
• Preparazione di un libro 
con foto e testi su vegetazio-ne, 
animali e fossili del monte 
Murano e di un quaderno 
con le relazioni degli alunni 
contenente impressioni, 
emozioni, riflessioni sull’espe-rienza 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1998/99
L’ambiente Le vie della natura 
Sono evidenti, nella scelta dei 
personaggi animati, le relazioni 
con l’ambiente e la natura. 
Oltre a semplici storie aventi 
come riferimento la natura, è 
stata proposta in primo luogo 
la celebre fiaba di “Jack e il 
fagiolo magico”, per un giusto 
equilibrio tra finzione e realtà, 
adatta anche in quanto può 
aprire i bambini verso l’esplo-razione 
dell’ambiente naturale 
e storico (castello). 
Dalla baracca antica dei burat-tini 
essi hanno narrato le loro 
storie, armati principalmente 
degli antichi strumenti dell’o-ralità 
e del gesto. 
Il Merlo ha altresì condotto i 
bambini nella baracca virtuale, 
dove il computer, creativa-mente 
utilizzato, diventa stru-mento 
di ascolto, rielabora-zione, 
produzione. 
Come documentazione del 
presente lavoro è stato realiz-zato 
un ipertesto dal titolo: 
Pim, Pam, Zippo,Tappo e 
Claclacla. 
Il lavoro in CDrom è stato 
presentato al Concorso 
nazionale “Il mio teatro in un 
CD” (Forlì 2001) risultando 
tra le scuole vincitrici. 
Pim Pam 
MOTIVAZIONE 
Esplorazione degli aspetti 
dominanti nell’ambiente a 
partire dal territorio in cui 
è localizzata ciascuna scuola: 
paese, angoli verdi, strutture 
ludiche all’aperto, strade, 
conformazione “fisica” (calan-chi, 
fossi, fiume, colline) e sto-rica 
del luogo (castello, mura, 
torri, copertelle…) … alla 
ricerca di tracce del passa-to… 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
L’insegnante animatrice ha 
viaggiato da scuola a scuola 
con un grazioso bauletto 
(riferimento al castello), colo-rato 
e tappezzato di immagini 
floreali (riferimento alla natu-ra), 
tutto da aprire e in cui 
i bambini hanno scoperto 
cinque personaggi: 
• Pim, un pupazzo da mettere 
sul corpo a forma di bambino; 
• Pam, una pupazza da mette-re 
sul corpo a forma di bam-bina; 
• Zippo, una marionetta a fili 
a forma di cane; 
• Tappo, un burattino a guanto 
a forma di leprotto; 
• Claclacla, una marionetta 
a forma di rana; 
ed inoltre: 
• il Merlo Merghino, alla 
ricerca delle storie del terri-torio. 
QUADRI ESPRESSIVI 
Pim, Pam e… altri per narrar! 
E’ stato lo spettacolo del camminare… 
E’ stata l’amplificazione del piede… 
I bambini hanno infatti esplorato i sentieri veri dei nostri ambienti, in un gioco continuo tra realtà, fin-zione 
e fantasia. Ma è stato anche il camminare nei sentieri del cuore, passando per una porta molto 
grande, che si apriva proprio in quell’Anno Giubilare. 
Le stesse storie qui narrate con l’antica arte dell’oralità terminavano ciascuna con una festa, all’insegna 
della convivialità e degli antichi rapporti umani, basati sull’amore e sulle semplici cose. 
Le semplicissime storie, evocate da voci varie, sono state narrate nell’antica baracca dei burattini, che 
accoglieva gli stessi pupazzi scoperti tra le mura dei nostri castelli, entro un colorato baule. 
Un papà ed una mamma si sono trasformati, per l’occasione, in due fantastici burattinai. Di particolare 
rilievo la nuova baracca, quella virtuale, nello spettacolo collocata nel fondale e che seguiva in parallelo 
l’intero gioco animato, creando scenografie e coreografie in movimento.Tale baracca è stata attivata 
totalmente con il computer grazie ad un esperto operatore esterno, il quale ha curato la realizzazione 
di video (riprese ai castelli, ai campi, al nostro bellissimo e variegato territorio, nonché speciali video in 
“cromakey”) insieme all’insegnante animatrice. 
Chi però ha motivato l’uso del computer come Nuova Baracca è stato, nel corso dell’anno scolastico, un 
6° personaggio: il Merlo Merghino che,“volando da un paese all’altro” raccoglieva le storie narrate dai 
bambini alle loro insegnanti. Quel “vero merlo” ha raccolto poi ogni storia in un CDrom esplorabile clic-cando 
su cinque icone relative alle storie delle cinque Scuole dell’Infanzia. A teatro ne sono state rac-contate 
due, utilizzando sia la baracca virtuale, sia le animazioni dirette dei bambini sul palcoscenico. 
Ssssssss….non sentite anche voi sulla terra piccoli passi che fanno “pim pam”?... 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA DELL’INFANZIA 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00 
13
14 
L’ambiente Le vie della natura 
se ne fa è gradevole e diver-tente. 
Il Professor Lorenzo un bel 
giorno ha portato con sé 
un grosso e simpatico gatto 
(Gatto Mimmo…) che, osser-vando 
quanto accade nella 
fattoria in cui vive con il 
Professor Lorenzo, ha raccon-tato 
tutto ciò che lì ha visto 
con quel suo occhio aperto 
(mentre con l’altro chiuso 
dormiva…). Ciò che Mimmo 
ha visto era relativo al rac-conto 
di “C’era una volta il 
coniglietto Batuffolo…”, sinte-tizzato 
e rielaborato dall’inse-gnante 
animatrice in un CD 
da visionare al computer, 
oltre a storie varie, presenta-te 
invece con modalità e stra-tegie 
scelte da ciascuna 
Scuola dell’Infanzia. Ogni 
scuola, pur nello sfondo 
comune della fattoria, ha 
potuto quindi scegliere un 
racconto specifico su cui ha 
lavorato in maniera più 
approfondita per la 
propria rappre-sentazione 
teatra-le. 
MOTIVAZIONE 
E’ stato scelto questo argo-mento 
in quanto ritenuto 
adatto ai bambini della Scuola 
dell’Infanzia per il loro natura-le 
e positivo rapporto con 
gli animali, mentre “La fattoria 
degli animali” di George 
Orwell, è risultato un conte-nuto 
interessante nel percor-so 
teatrale della Scuola 
Secondaria di primo grado, 
come risvolto dell’argomento 
stesso. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Un bel giorno… i bambini 
hanno trovato sul tappeto, 
luogo privilegiato per il gioco 
di animazione, un pupazzo, 
il Professor Lorenzo (ossia 
Konrad Lorenz, autore de 
“L’anello di re Salomone”), 
studioso, ricercatore soprat-tutto 
nel campo degli anima-li… 
che subito ha preso vita 
grazie alle insegnanti di cia-scuna 
Scuola dell’Infanzia. 
Questo personaggio portava 
ai bambini, nella sua valigia 
a bolli, tanti animaletti, quelli 
della fattoria.A questo punto 
le scuole si sono diversificate 
tra loro nella scelta del 
mediatore, ma certo è che 
qualsiasi contenuto diventa 
interessante per i bambini 
quando la mediazione che 
laboratori musico-teatrali. 
Sono state anche inventate 
filastrocche in rima, alcune 
delle quali animate durante 
i laboratori musico-teatrali, 
un’interessante iniziativa pro-mossa 
dall’Istituto 
Comprensivo di Serra San 
Quirico ed aperta a tutta la 
regione. 
Tra le narrazioni scelte, oltre 
a quella di Batuffolo (che la 
Scuola dell’Infanzia di Rosora 
ha rielaborato nel proprio 
spettacolo teatrale), sono 
state scelte:“I musicanti di 
Brema” (rappresentata dai 
bambini della Scuola 
dell’Infanzia di Castellaro, 
durante il proprio laborato-rio) 
e “Gallo Cristallo” (dai 
bambini della Scuola 
dell’Infanzia di Mergo). 
Il percorso ha previsto inol-tre: 
• la visita di una vera fattoria; 
• la rielaborazione di una 
fattoria murale a scuola con 
tutti gli animali presentati 
dal Professor Lorenzo; 
• la strutturazione di un ango-lo 
ludico comprendente fatto-rie 
tridimensionali (in questo 
senso il gioco della fattoria è 
diventato uno spazio, un 
tempo, un gioco tutto da 
gestire, da inventare ed in cui 
i bambini, in piccoli gruppi, 
rielaboravano, ricostruivano il 
proprio vissuto, personalmen-te 
e con grande piacere); 
• la rielaborazione espressiva 
di quanto vissuto, fino alla 
realizzazione di spettacoli vari 
presentati all’interno dei labo-ratori 
musico-teatrali. 
Il percorso condotto dall’in-segnante 
animatrice, ha avuto 
inizio con un questionario 
Ogni Scuola dell’Infanzia ha 
ricevuto dall’insegnante ani-matrice 
un CD contenente 
diversi brani musicali, nonché 
canzoni relative all’argomento 
scelto, poi animate da ciascun 
gruppo di bambini. In modo 
specifico hanno lavorato 
su alcuni canti animati 
la Scuola dell’Infanzia 
di Rosora, presentati 
nel corso dello spet-tacolo 
teatrale e le 
Scuole dell’Infanzia 
di Angeli e Borgo 
Stazione duran-te 
i propri 
Animali in fattoria
L’ambiente Le vie della natura 
15 
(o indagine conoscitiva) in cui 
la stessa sottoponeva a cia-scun 
ragazzo alcune domande 
per individuare le aspettative 
che ciascuno riponeva nel 
laboratorio teatrale stesso. 
Da questo momento in poi 
è iniziato un rapporto costan-te 
tra l’esperta e i ragazzi che 
ha avuto la sua fase più opera-tiva 
dal mese di gennaio 2005. 
I primi giochi sono stati quelli 
diretti alla conoscenza di sé, 
delle proprie possibilità 
espressive, ma anche degli 
altri. Alcuni di essi sono stati 
ripresi e applicati durante 
la realizzazione espressiva 
del canovaccio teatrale, crea-to 
dall’insegnante sulla base 
delle sintesi di ciascun alunno, 
che erano state effettuate 
dopo la visione del film relati-vo 
al testo di Orwell.Tale era 
il coinvolgimento emotivo 
durante la visione (mediata) 
che alcuni hanno reagito con 
l’espressione visiva e verbale 
dei sentimenti e delle emo-zioni 
scaturite durante la 
visione stessa. 
La scelta dei ruoli espressivi 
è stata più volte oggetto di 
analisi e negoziazione, così 
come trovare soluzioni sceni-che 
(alcune delle quali realiz-zate 
dai ragazzi stessi), il repe-rire 
oggetti utili alla propria 
immedesimazione. Unanime la 
scelta di non usare oggetti di 
immedesimazione per gli ani-mali 
(difficile tema con ragazzi 
così grandi, il cui effetto finale 
ha superato le aspettative dei 
ragazzi) bensì i trucchi da 
volto. Il lavoro è stato con-dotto 
serenamente e in 
maniera molto produttiva. 
Al termine di ogni spettacola-zione 
veniva effettuata una 
conversazione su tutti gli 
aspetti di una messinscena. 
Tra i ragazzi presenti nel 
gruppo ve ne erano alcuni 
che avevano già realizzato 
esperienze di teatro con la 
stessa insegnante animatrice. 
Ciò è risultato un fatto molto 
positivo, che ha consentito 
di osservare nel tempo alcuni 
aspetti dell’espressività di cia-scuno 
sviluppata in un senso 
o in un altro, e di ricordare 
fatti, contenuti, espressioni 
legate al proprio personale 
vissuto. L’insegnante ha potu-to 
allora spiegare tecnicamen-te 
certe soluzioni teatrali, 
alcuni tecniche di animazione, 
il perché della scelta di un 
ruolo espressivo anziché 
di un altro per quel bambi-no... 
nei tempi passati. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA DELL’INFANZIA 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
2004/05
16 
L’ambiente Le vie della natura Animali in fattoria 
…Il tutto entro una…vera fatto-ria, 
tridimensionale, dove gli 
oggetti e gli “arredi” erano stati 
collocati pensando proprio ad 
una fattoria…. 
Lo spettacolo teatrale che ha 
preso vita nello spazio scenico 
del Teatro Santa Maria del 
Mercato di Serra San Quirico, 
ha posto in evidenza il contrasto 
tra una allegra, sana, simpatica 
fattoria animata dai bambini 
della Scuola dell’Infanzia di 
Rosora e una fattoria caduta 
nel tempo in una situazione 
di disagio a causa del contrasto 
tra il fattore e gli animali ed ani-mata 
dai ragazzi della Scuola 
Secondaria di primo grado di 
Angeli. Il tutto ha ripreso il tema 
degli animali e del loro sereno 
rapporto con l’uomo secondo 
quanto delineato da Konrad 
Lorenz ne “l’anello di Re 
Salomone” tramutato qui in 
“Professor Lorenzo” e da George 
Orwell nel suo famoso testo 
“La fattoria degli animali”. 
Ne è scaturito un intreccio par-ticolare 
che ha reso molto inte-ressante 
ed articolato un sem-plice 
tema come quello della 
fattoria. Sia i bambini sia 
i ragazzi hanno dato vita a 
situazioni espressive molto auto-nome, 
dove tutti, assai motivati, 
esprimevano il proprio ruolo 
espressivo con gioia e senso 
di responsabilità. I bambini della 
Scuola dell’Infanzia si sono 
mossi nello spazio scenico con 
molta disinvoltura rispettando 
quanto deciso insieme, sul tap-peto, 
durante l’attività di anima-zione, 
ma anche improvvisando 
situazioni personali. Si è portato 
a teatro quanto avvenuto 
a scuola, attraverso due video 
cromakey davvero significativi 
e realizzati davanti ad uno 
schermo verde, quindi “lavorato” 
con maestria da un esperto 
operatore tecnico. I due video 
iniziali sono serviti come presen-tazione 
concreta dello spettaco-lo 
stesso. Ciascun bambino, dopo 
aver scelto a scuola il proprio 
ruolo espressivo (animale della 
fattoria), ha realizzato la pittura 
della propria maglia e con sem-plici 
ma efficaci accessori ha 
effettuato danze, mimi, giochi 
espressivi, canti animati… 
I ragazzi più grandi hanno quin-di 
proseguito lo spettacolo tea-trale 
personificando uno o più 
ruoli espressivi, gestiti con vera 
autonomia e grande partecipa-zione. 
Il loro modo di prendere 
lo spazio scenico, così come la 
concentrazione anche quando 
attendevano il proprio turno 
(restavano sempre in scena), 
è stato un fatto notato da più 
persone che hanno assistito alla 
loro performance. 
In scena ha preso vita un nuovo 
testo, ricucito dall’insegnante 
animatrice sulla base delle varie 
sintesi che ciascuno aveva rea-lizzato 
dopo la visione a scuola 
del film relativo al testo di 
Orwell. E’ stato concordato insie-me 
a loro che la narrazione 
(e a ragione) dovesse essere 
sostenuta fuori-campo dall’inse-gnante 
animatrice anche per 
non dover togliere un ruolo 
espressivo ai ragazzi. 
La colonna sonora concordata 
durante l’attività laboratoriale 
ha rivelato la sua efficienza, 
in quanto permetteva allo spet-tatore 
di coinvolgersi nel conte-nuto 
quasi come fosse un film. 
Ai ragazzi è stata data l’oppor-tunità 
di esprimere la stessa 
tematica di “libertà” attraverso 
una danza finale su una musica 
scelta nel loro repertorio. Ne è 
scaturita una bellissima espres-sione 
fisica che, creata intera-mente 
da loro, li ha fatti esplo-dere 
in modo totale. 
LO SPETTACOLO:ANIMALI IN FATTORIA 
(dagli animali della fattoria alla fattoria degli animali)
L’ambiente Le vie della natura 
Non solo cani e gatti 
mato delle situazioni propo-ste 
e vissute: utilizzo della 
mediazione del“professor 
Lorenzo”, ossia un pupazzo 
sapiente che ha promosso 
una continua azione di esplo-razione/ 
osservazione e riela-borazione 
dei dati del conte-sto 
naturale. Il personaggio 
animato ha mantenuto vivo 
l’interesse dei ragazzi e, 
attraverso l’attivazione del 
gioco di finzione, ha facilitato 
l’acquisizione di informazioni 
e conoscenze; 
• rielaborazione verbale, cor-porea 
e grafico pittorica delle 
esperienze: uso degli spazi• 
laboratori; 
• documentazione del per-corso: 
realizzazione di “sche-de 
scientifiche” su ciascun 
animale osservato/presentato. 
MOTIVAZIONE 
Il percorso segue l’interesse 
dei bambini per il mondo ani-male 
e trae motivazione dal-l’itinerario 
di animazione tea-trale 
“Gli animali della fatto-ria” 
con il quale condivide 
contenuti e strategia metodo-logica. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Viaggio nel mondo “animale” 
del nostro territorio: 
• gli animali domestici: “Gli 
animali della fattoria” (colle-gamento 
con il percorso 
di animazione teatrale); 
• gli animali selvatici collocati 
negli elementi: 
• terra; 
• acqua; 
• cielo. 
Il contenuto degli animali che 
vivono vicino a noi ha costi-tuito 
lo sfondo integratore 
delle proposte didattiche 
delle Scuole dell’Infanzia. 
Le scelte metodologiche 
seguite per lo sviluppo del 
percorso hanno fatto riferi-mento 
a: 
• esplorazione del territorio: 
visita ad una fattoria, osserva-zione 
diretta degli ecosistemi 
vicini alla realtà scolastica; 
• approccio e recupero ani- 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA DELL’INFANZIA 
ANNO SCOLASTICO 
2004/05 
17
L’ambiente 
Tanti rifiuti: che fare?... 
Riusare, separare, riciclare 
Per ciascuna azione sono 
state attivate specifiche stra-tegie/ 
unità didattiche riassun-te 
in: 
• riusare: la bancarella 
delle semplici cose: attiva-zione 
del laboratorio di 
manipolazione che ha incenti-vato 
la raccolta e l’utilizzo 
del materiale di scarto per 
la realizzazione di tutti gli 
oggetti e i lavori prodotti 
nell’arco dell’anno scolastico, 
utilizzati poi per l’allestimen-to 
di una mostra in ciascuna 
scuola dell’Istituto; 
• separare: le isole ecolo-giche: 
visita all’isola ecologi-ca 
del paese e costruzione a 
scuola di appositi contenitori 
per la raccolta differenziata 
dei materiali; 
• riciclare: c’era una volta 
la carta: esperienze di rici-claggio 
della carta. 
L’Ente CIS che ha promosso 
il progetto, in collaborazione 
con gli Istituti Comprensivi 
partecipanti, ha organizzato 
una manifestazione finale e 
una mostra dove sono stati 
esposti tutti i prodotti realiz-zati. 
MOTIVAZIONE 
Il percorso è stato attivato 
in risposta alle sollecitazioni 
del territorio, in particolare 
dal Progetto CISINCONTRA 
proposto dal Consorzio 
Intercomunale Servizi, in 
un momento in cui era 
necessario promuovere 
la sensibilizzazione di tutti 
verso le problematiche eco-logico- 
ambientali e incentiva-re 
la raccolta differenziata 
dei rifiuti. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
L’itinerario ha interessato 
temi legati a: 
• il recupero creativo dei 
materiali/oggetti di scarto: 
carta/cartone, stoffa, legno, 
bottiglie di plastica; 
• le isole ecologiche: ubica-zione, 
connotazione delle 
“campane”, costruzione di 
contenitori per la raccolta 
dei rifiuti (carta e plastica) 
nell’ambiente scolastico, 
raccolta separata dei rifiuti 
a scuola; 
• il riciclaggio: esperienze 
di riciclaggio della carta. 
Le soluzioni emerse nello 
sviluppo del percorso costi-tuiscono 
una risorsa per il 
territorio e sinteticamente 
si identificano con le “parole 
d’ordine”: riusare, separare, 
riciclare. 
Le vie della natura 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA DELL’INFANZIA 
ANNO SCOLASTICO 
2003/03 
18
L’ambiente Le vie della natura 
19 
Il fosso di Rosora 
MOTIVAZIONE 
Conoscere gli ambienti tipici 
del territorio: il fosso di 
Rosora, un percorso naturali-stico. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Itinerario multidisciplinare 
realizzato a classi aperte, con 
gruppi di alunni eterogenei 
per età. La documentazione 
con ipertesto multimediale 
è stata realizzata dalle classi 
3°, 4°, 5°. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
2000/01
20 
L’ambiente Le vie della natura 
Il fiume Esino 
MOTIVAZIONE 
Esplorare, conoscere, studiare 
un elemento naturale del 
nostro territorio considerato 
dal punto di vista geografico 
e scientifico. 
Il lavoro si colloca nell’ambito 
delle attività interdisciplinari 
della scuola media di Serra 
San Quirico sviluppate intor-no 
al tema dell’acqua quale 
risorsa del territorio di 
appartenenza. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Nello specifico delle classi 
seconde i contenuti sono 
centrati sul fiume Esino con 
particolare riguardo per gli 
aspetti faunistici e floristici, 
secondo la logica dell’ap-profondimento 
e della forma-lizzazione 
dei percorsi e delle 
esperienze iniziate preceden-temente. 
Le conoscenze acquisite, 
sono state tradotte attraver-so 
attività di laboratorio, in 
un documento multimediale. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
2002/03
L’ambiente Le vie della natura 
Centrale Sant’Elena 
MOTIVAZIONE 
• Uso dell’acqua per la pro-duzione 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1985/86 
di energia integrativa 
• Valorizzazione delle fonti 
di energia rinnovabili 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Produzione di energia idroe-lettrica 
sul territorio: 
• visita alla centrale 
di Sant’Elena; 
• studio delle fonti energeti-che; 
• attività di laboratorio 
ed esperimenti pratici; 
• elaborazione dati; 
• realizzazione di documenti 
fotografici, testuali e grafici. 
21
L’ambiente Le vie della natura 
Gorgovivo 
MOTIVAZIONE 
• Conoscenza dell’elemento 
acqua 
• Valorizzazione e salvaguardia 
della risorsa naturale 
• Educazione ad un uso 
corretto e responsabile 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Il percorso didattico, a carat-tere 
multidisciplinare, è fina-lizzato 
all’esplorazione e alla 
conoscenza della sorgente e 
dell’acquedotto di Gorgovivo 
attraverso visite guidate, ana-lisi 
e rielaborazione dei dati. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1997/98 
1998/99 
22
L’ambiente Le vie della natura 
Fontinalia 
MOTIVAZIONE 
• Adesione Progetto 
Ambiente d’Istituto: valorizza-zione 
delle risorse naturali 
e storico artistiche del terri-torio 
• Partecipazione Progetto 
e Concorso CISINCONTRA 
• Partecipazione Concorso 
FAI 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Fons, dio delle sorgenti, 
è venerato dagli antichi roma-ni 
il 13 ottobre: da qui nasce 
la festa di Fontinalia. 
Miti, poesie, documenti stori-ci, 
foto, disegni tra fonti, fon-tane 
e fontanelle di Serra San 
Quirico. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
2002/03 
23
24 
L’ambiente Le vie della natura 
Le fontane raccontano 
MOTIVAZIONE 
Il lavoro è stato sollecitato 
dalla necessità di scoprire, 
valorizzare e tutelare la risor-sa 
naturale dell’acqua. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Esplorazione, studio e docu-mentazione 
sulle fontane 
del centro storico di Serra 
San Quirico: uso ed impor-tanza 
nel corso del tempo, 
dal medioevo ad oggi. 
Il percorso, a carattere multi-disciplinare, 
è stato sintetizza-to 
nella realizzazione di un 
manifesto. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1991/92
L’ambiente Le vie della natura 
25 
Realizzazione di un 
piccolo arboreto 
MOTIVAZIONE 
• Conoscenza della flora 
autoctona del territorio 
• Progettazione dello spazio 
verde della scuola 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Gli alunni sono stati guidati 
alla conoscenza della flora 
tipica del territorio attraver-so 
un percorso di ricerca 
scientifica. 
La necessità di organizzare 
lo spazio esterno della scuola 
ha sollecitato le classi a: 
• progettare la realizzazione 
del giardino; 
• costruire una piantina del 
plesso e dell’area circostante 
in scala 1:50; 
• pianificare la messa a dimo-ra 
delle specie floristiche 
sulla base delle esigenze 
di vita delle piante stesse. 
La realizzazione dell’arboreto 
è stata condotta in collabora-zione 
con l’Amministrazione 
Comunale che ha fornito 
materiali e risorse utili alla 
realizzazione del progetto. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
2001/02
26 
Le nostre vie 
evoluzione nel tempo, con-fronto 
tra passato e presente. 
I lavori prodotti, foto, testi 
e carte topografiche, sono 
documentati e raccolti in 
un apposito album. 
L’efficacia delle attività è stata 
garantita: 
• dalla connotazione pratica e 
laboratoriale che ha interessa-to 
e stimolato tutti gli alunni. 
• dalla valenza interdisciplinare 
che ha coinvolto tutto il grup-po 
docente nella programma-zione 
e nella correlazione con 
altri percorsi in atto nella 
scuola. 
MOTIVAZIONE 
Il percorso, inserito nel pro-gramma 
del Progetto di edu-cazione 
ambientale d’Istituto 
“Il nostro Paese”, è finalizzato 
all’approfondimento dell’iden-tità 
culturale e sociale di cia-scuno. 
Gli alunni sono stati motivati 
all’attuazione dell’itinerario 
attraverso: 
• il coinvolgimento nella pro-grammazione 
dei lavori di 
gruppo e delle attività di 
laboratorio; 
• l’esecuzione di esperienze 
pratiche; 
• le escursioni e le visite gui-date 
nel paese; 
• la rielaborazione dei dati al 
computer. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Il percorso ha trattato e svi-luppato 
temi legati a: 
• le nostre vie: analisi fisica, 
denominazione, collocazione 
geografica, documentazione 
fotografica; 
• personaggi storici, religiosi, 
letterari, politici che danno il 
nome alle vie: identificazione, 
ricerca e studio dei personag-gi 
“famosi”; 
• tipologia e nomenclatura di 
strade significative: storia ed 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
2001/02 
L’ambiente
Valorizzazione 
dei beni artistici
28 
Un merlo viaggiatore… 
nelle storie dei bambini 
Pim dice: “ehi ragazzi, qui 
manca l’amico merlo!!! Stava 
con noi nel baule, ora era il 
suo turno…”. 
Replica Tappo:“E’ sempre il 
solito, non riesce a star fermo 
un minuto al suo posto…”. 
Sottolinea Claclacla: “Senti chi 
parla!”. 
Afferma Zippo:“Beato lui, che 
ha le ali, così il cacciatore non 
riesce ad acchiapparlo!”. 
Continua Pam:“Zitti zitti, 
proviamo a chiamarlo”. 
Niente da fare il merlo non 
c’è!!!! 
Di qui l’esigenza di ipotizzare 
questo personaggio: 
• Chi è 
• Da dove viene 
• Come sarà fatto 
I bambini hanno risposto 
attraverso la verbalizzazione, 
in momenti di circle time e, 
graficamente, con disegni 
esemplificativi. 
Intanto a Mergo, una mamma 
aveva acquistato un merlo 
vero che, per un certo perio-do, 
ha vissuto in una gabbia, 
presentandosi come il merlo 
Merghino, dello stemma di 
Mergo. 
Questi era stanco di starsene 
appeso in uno stemma 
così…volando da un paese 
all’altro aveva raccolto le sto-rie 
inventate dai bambini che 
MOTIVAZIONE 
Allargare i confini dell’Istituto 
Comprensivo intrecciando, 
in un lavoro comune, scuole 
di un più vasto territorio. Le 
Scuole dell’Infanzia 
dell’Istituto Comprensivo 
erano inserite nel Progetto 
sperimentale A.L.I.C.E. e 
RETEMAR e nella sperimenta-zione 
“Il Gioco del Teatro”. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Laboratori musico-teatra-li 
e le storie del merlo 
viaggiatore 
Mediatori dell’intero percorso 
animato, cinque pupazzi trova-ti 
in un baule tutto colorato, 
tra vicoli e strade dei castelli 
dove ogni Scuola dell’Infanzia 
è localizzata (ad eccezione di 
Angeli, dove, in mancanza del 
centro storico, si è ovviato 
sfruttando le cantine dell’edi-ficio 
scolastico). 
A ciascun personaggio era 
collegata una semplice storia 
legata all’ambiente e alla natu-ra 
tipica del territorio. 
Ma un bel giorno i personaggi 
non hanno avuto più nulla da 
narrare, così nel baule viene 
trovato un foglio con su scrit-te 
le seguenti battute, animate 
dall’insegnante del...“tappeto”: 
all’altra. Il simpatico uccello, 
alla maniera di Internet e 
della posta elettronica, faceva 
viaggiare le storie con un CD. 
Intanto il merlo (che per i 
bambini di Mergo era una 
“merla”), però è uscito davve-ro 
dalla gabbia volando nel-l’immenso 
cielo e recuperan-do 
con ciò la libertà che i 
bambini tutti volevano dargli. 
Così i bambini di Serra San 
Quirico hanno scritto una e-mail 
ai bambini di Mergo, per 
spiegare loro l’accaduto, visto 
che il merlo era stato loro 
ospite e in un momento di 
disattenzione era da lì fuggito, 
cosicché i bambini di Mergo 
hanno subito risposto con 
un’altra e-mail. Lo stesso 
hanno fatto i bambini di 
Angeli, con un grazioso scrit-to. 
Ne è nata in tal modo una 
corrispondenza telematica 
molto motivante e graziosa. 
Un bel giorno… il merlo 
Merghino ha inviato ad altre 
scuole del territorio, alcune 
delle quali collegate in rete, 
una lettera d’invito a parteci-pare 
ai due laboratori musi-co- 
teatrali. 
Condizione necessaria per la 
partecipazione: l’invenzione di 
una storia, di un canto e la 
realizzazione in Power Point. 
Tale materiale, per la verità 
“raccolto” ed “ascoltato” 
dal merlo Merghino, è stato 
poi presentato nella seconda 
parte del laboratorio stesso. 
Nella prima giornata le due 
Scuole dell’Infanzia di Mergo 
e di Serra San Quirico hanno 
giocato con i bambini di 
Arcevia-Conce, Genga, 
Castelbellino Stazione, in uno 
spettacolo davvero interattivo 
e ricco di magici momenti. 
Nella seconda giornata, le tre 
Scuole dell’Infanzia di Rosora, 
Angeli e Castellaro, hanno 
interagito con i bambini di 
Cupramontana,Arcevia- 
Palazzo, Castelbellino 
Stazione. 
Quest’ultima giornata, in par-ticolare, 
ha dato vita ad un’in-teressante 
strategia dove, più 
che mai, si è concretizzata 
una nuova forma di “teatro 
pedagogico”, che coniuga in 
sé sia il “teatro dei ragazzi” 
(cioè quando i bambini delle 
nostre scuole erano gli anima-tori 
di certe situazioni), sia 
il “teatro per i ragazzi” (cioè 
quando gli spettatori diventa-no 
protagonisti del gioco ani-mato, 
presentando agli altri 
i loro prodotti). 
Il simpatico evento è visitabile 
nel sito 
http://digilander.iol.it/iltappe-tomagico, 
dove le storie pre-sentate 
nei due laboratori 
sono navigabili in una mappa 
tutta sensibile, compreso lo 
stesso merlo viaggiatore! 
Il percorso è stato altresì 
documentato in un CDrom, 
ora a disposizione anche dei 
bambini e dei genitori. Sono 
stati gli stessi bambini a scan-dire 
i propri disegni, in un’e-sperienza 
motivante ed inte-ressante. 
E i bambini ricordano bene 
quel simpatico merlo viaggia-tore 
che riusciva a narrare 
le loro storie dopo che questi 
le ascoltava uscire dalle loro 
bocche, mentre la maestra: 
“scriveva...scriveva... 
scriveva!!!” 
incontrava nelle Scuole 
dell’Infanzia dell’Istituto 
Comprensivo di Serra San 
Quirico. 
…Ma parliamoci chiaramente! 
Come ha fatto il merlo a par-lare 
ai bambini? 
Dopo aver raccolto le ipotesi 
dei bambini circa l’identità del 
merlo, un giorno i bambini 
hanno trovato nel baule un 
CDrom che soltanto il com-puter 
poteva aprire. 
Che emozione!!! Lì c’era il 
merlo con una simpatica 
voce, in un programma assai 
carino, raffigurante l’ambiente 
naturale del merlo in opere 
d’arte. 
Il tutto culmina in cinque bot-toni, 
ricollegabili ciascuno alle 
storie che i bambini avevano 
già inventato. 
L’esplorazione nel CDrom, 
stimolando una forte atten-zione, 
creava una situazione 
tangibile di alta motivazione. 
E’ stato allora che il compu-ter, 
da strumento tecnologico, 
è divenuto una sorta di barac-ca 
virtuale capace di narrare, 
evocare ed emozionare nelle 
voci, nei suoni, nei segni…. 
Ritrovare lì le tracce del pro-prio 
vissuto (legato anche 
all’esperienza della lettoscrit-tura) 
e conoscere quello degli 
altri bambini delle altre scuo-le, 
è stato un po’ come volare 
con il merlo, da una scuola 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA DELL’INFANZIA 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00 
Valorizzazione dei beni artistici
Valorizzazione dei beni artistici 
29 
Catalogazione beni storici: 
portali e affreschi 
MOTIVAZIONE 
Sensibilizzare i giovani sui 
temi della salvaguardia e con-servazione 
del patrimonio 
storico-artistico. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Analisi, documentazione foto-grafica 
e catalogazione dei 
beni artistici “minori” come 
i portali attraverso delle 
schede elaborate sul tipo 
della sovrintendenza. 
Realizzazione di un depliant 
illustrativo con piantina 
del centro storico di Serra 
S. Quirico e quaderni illustra-ti 
editi a cura della Pro Loco 
e del Comune. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
Portali 1991/92 
Affreschi 1992/93
Valorizzazione dei beni artistici 
Criptae Focilis: un Eremo da salvare 
Serra San Quirico, che ha 
impegnato per più anni il 
lavoro degli alunni, ha favorito 
la ricerca su vari aspetti: dalla 
ricerca sulla vita e mestieri 
negli antichi monasteri, alla 
ricostruzione della struttura 
architettonica in un plastico, 
alla delimitazione 
ed indicazione del sentiero 
di accesso all’Eremo, all’indivi-duazione 
dei rischi in cui 
incorrono i pochi ruderi rima-sti 
ed alla conseguente sensi-bilizzazione 
degli enti pubblici. 
La riscoperta dell’Eremo di 
Grottafucile ha favorito l’im-pegno 
didattico degli alunni, 
coinvolgendo varie discipline 
(lettere, storia, geografia, edu-cazione 
artistica, educazione 
tecnica, educazione fisica, reli-gione 
cattolica) ed i rispettivi 
docenti, con specifiche visite 
d’istruzione, lavori di gruppo, 
coinvolgimento di esperti, rap-porti 
con le istituzioni del 
territorio.Tutti momenti che 
hanno particolarmente inte-ressato 
i ragazzi, che hanno 
potuto verificare concreta-mente 
le loro abilità nei vari 
settori. 
MOTIVAZIONE 
• Promuovere la conoscenza 
della storia e dell'architettura 
dell'Eremo di Grottafucile 
• Far conoscere lo stato di 
degrado del bene storico-arti-stico 
• Sollecitarne la salvaguardia 
• Inserirlo nell'elenco dei beni 
censiti dal FAI 
• Utilizzare l'immagine foto-grafica 
e digitale 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
La Scuola Media di Serra San 
Quirico da diversi anni realiz-za 
delle attività sui beni 
ambientali, architettonici 
e storico-artistici del territo-rio. 
La ricchezza ambientale 
ed artistica di Serra, la sensi-bilità 
degli insegnanti e la 
risposta positiva degli alunni 
hanno favorito il consegui-mento 
di questo obiettivo, 
che ogni anno si è fatto per 
la verità più ambizioso e ben 
motivato ed è stato raggiunto 
con maggiore perfezione. 
Anche la popolazione e le 
istituzioni hanno sempre più 
apprezzato e favorito questo 
inserimento della scuola nella 
realtà locale. 
La riscoperta dei ruderi 
dell’Eremo di Grottafucile, 
nel territorio del comune 
di Fabriano ma nei pressi di 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1994/95 
1995/96 
30
31 
Grottafucile otto anni dopo: 
“La voce dell’Eremo” 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
L'Eremo di Grottafucile, 
appartenente territorialmen-te 
al comune di Fabriano ma 
sorto nei pressi di Serra San 
Quirico è, nella consapevolez-za 
di tutta una popolazione, 
un monumento da salvare. 
Di esso restano pochi ruderi; 
si tratta di uno dei pochi casi 
di eremi rupestri della regio-ne 
Marche, di cui due sono 
posti proprio nella Vallesina, 
a poca distanza fra loro 
(l'Eremo delle Grotte di 
Cupramontana e quello, 
appunto, di Grottafucile). 
Il sito dell'Eremo è all'interno 
del Parco della Gola della 
Rossa e di Frasassi, alle pendi-ci 
del monte Rovellone, ed 
il suo recupero ha una valen-za 
sia architettonica che natu-ralistica. 
Il recupero architettonico 
è possibile a partire dai rude-ri 
esistenti e da una pianta, 
redatta da un agrimensore 
alla fine dell'Ottocento quan-do 
erano ancora visibili le 
basi della costruzione. È pos-sibile, 
oltre che rinforzare le 
parti murarie esistenti, ripor-tare 
alla luce il perimetro con 
uno scavo che supera di poco 
la pulizia del terreno. Questo 
per la parte costruita in 
muratura dai monaci. 
Altrettanto importante 
è risanare e conservare 
i primissimi vani dell'Eremo 
ricavati nella roccia viva, che 
scende a formare uno spazio 
coperto con delle piccole 
ulteriori cavità nella parte 
bassa, dove appunto i monaci 
dimorarono. Questo aspetto 
del recupero, ha anche un 
significato naturalistico, per 
il rispetto di tutta la roccia 
e delle sue cavità, oltre che 
per la flora e fauna presente 
nel sito e particolarmente dif-fusasi 
tra i ruderi. 
La fruibilità turistico culturale 
dell'Eremo non è difficile, per-ché 
visitare il sito richiede 
mezz'ora di cammino a piedi, 
da accessi poco fuori della 
superstrada Ancona-Roma, 
dalla quale, tra l'altro, per chi 
proviene da Roma, è possibile 
notare i ruderi, nonché 
la grande cava, oggi ferma, 
che avrebbe potuto causarne 
la definitiva scomparsa. 
La Scuola Media di Serra San 
Quirico, raccogliendo una 
istanza forte del territorio, 
ha lavorato al recupero del 
valore dell'Eremo, sensibiliz-zando 
gli alunni attraverso 
un progetto di conoscenza e 
di documentazione e propo-nendo 
un Progetto di salva-guardia 
che cerca di coinvol-gere 
cittadini, Enti, Istituzioni, 
Aziende, Associazioni del ter-ritorio. 
In questo modo vuole affer-mare 
il ruolo strategico della 
scuola come Istituzione della 
Comunità Educante, in grado 
di offrire alle giovani genera-zioni 
valori, conoscenze, com-petenze 
che li rendano adulti 
attivi, responsabili, impegnati 
nel progettare il futuro, quindi 
cittadini a pieno titolo. 
Allo stesso tempo vuole pro-porre 
la scuola come Agenzia 
formativa capace di indicare 
percorsi significativi su cui 
investire energie e risorse, 
in un'ottica di sistema e di 
integrazione di azioni, per 
riaffermare la storia e l'iden-tità 
del territorio. 
È stato realizzato un DVD 
ed organizzato un convegno 
a cui hanno partecipato rap-presentanti 
del Comune 
di Serra San Quirico, della 
Comunità Montana 
dell’Esino-Frasassi e del 
monastero di San Silvestro 
di Montefano. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
2002/03 
Valorizzazione dei beni artistici
Valorizzazione dei beni artistici 
Giornate FAI Primavera 
MOTIVAZIONE 
• Sensibilizzare le giovani 
generazioni ai grandi temi 
della salvaguardia e conserva-zione 
del patrimonio artistico 
e naturalistico 
• Coinvolgere da subito 
i futuri cittadini nell’opera di 
protezione e tutela dei beni 
culturali e ambientali 
• Promuovere la conoscenza 
del centro storico e il deside-rio 
di valorizzarlo 
• Maturare il senso del bello 
• Utilizzare l'immagine foto-grafica, 
multimediale ed elet-tronica 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
• Studio della storia di Serra 
San Quirico attraverso 
i documenti 
• Analisi approfondita dei beni 
artistici del paese con parti-colare 
riferimento alla Cinta 
muraria, alle Porte, al 
Cassero, alle Copertelle e alle 
Chiese di San Quirico e San 
Filippo 
• Partecipazione alle Giornate 
FAI di primavera con mini 
guide per la visita del centro 
storico di Serra San Quirico 
anche in lingua inglese e fran-cese 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
2003/04 
32
Valorizzazione dei beni artistici 
33 
La scuola adotta un monumento 
MOTIVAZIONE 
• Conoscere e promuovere 
la conoscenza dei beni artisti-ci 
e culturali presenti nel ter-ritorio 
• Conoscere la storia e l'ar-chitettura 
delle chiese del 
centro storico di Serra San 
Quirico 
• Sensibilizzare i giovani sul-l'importanza 
della conserva-zione 
e del restauro 
• Utilizzare l'immagine foto-grafica, 
multimediale ed elet-tronica 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
• Visita e raccolta di materiale 
fotografico dopo i restauri 
• Studio storico e artistico 
della chiesa di Santa Lucia 
• Ricerca di materiale foto-grafico 
precedente i lavori 
di restauro 
• Confronto delle foto dei 
beni prima e dopo il restauro 
• Realizzazione del calendario 
in forma cartacea e di una 
videocassetta 
Fino a pochi anni fa i due cam-panili 
principali del centro stori-co 
di Serra San Quirico sembra-vano 
rincorrersi e gareggiare nel 
suono. Gli anziani ricordano in 
particolare il suono del campa-none 
di Santa Lucia, che si 
diffondeva attraverso colli e val-late, 
nonostante la cella campa-naria 
fosse troppo piccola per 
far esprimere tutta la sua 
potenza sonora. Altri ricordano 
come da giovani fossero stati 
incaricati per il suono delle cam-pane 
nei giorni di festa, sia dal 
basso con le corde, sia dall’alto 
direttamente con le mani. Poi, 
da diversi anni, le campane di 
Santa Lucia han preso a tacere, 
in seguito alla dichiarazione 
della pericolosità della struttura 
muraria del campanile. 
La nostra Scuola Media “D. 
Gaspari “, avendo ormai collau-dato 
in tante occasioni il collega-mento 
della scuola con il territo-rio, 
nell’aderire al Progetto “La 
Scuola adotta un Monumento“, 
ha subito trovato d’accordo 
alunni ed insegnanti nello 
scegliere per l’adozione il 
Campanile di Santa Lucia. 
“Adottare un Monumento - sono 
parole del progetto - non signifi-ca 
solo conoscerlo, ma anche 
prenderlo sotto tutela spirituale 
e dunque sottrarlo all’oblio e al 
degrado, diffonderne la cono-scenza, 
promuoverne la valoriz-zazione”. 
Era proprio il nostro desiderio e 
il nostro scopo. 
Il campanile di Santa Lucia 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1996/97 
1997/98 
1998/99
Valorizzazione dei beni artistici La scuola adotta un monumento 
La chiesa di S. Antonio 
MOTIVAZIONE 
• Avvicinare il ragazzo al con-testo 
culturale in cui vive 
• Favorire la valorizzazione 
dei beni artistici 
• Riscoprire tradizioni e riti 
• Promuovere l’integrazione 
tra scuola e territorio 
• Costruire percorsi trasver-sali 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
A.s. 1997/98: analisi del perio-do 
storico e del centro stori-co 
di Rosora. Lettura icono-grafica, 
della struttura archi-tettonica 
e delle opere con-tenute 
all’interno della chiesa. 
A.s. 98/99: analisi dell’artigia-nato 
locale e delle tradizioni. 
A.s. 99/2000: maglietta con 
immagine della chiesa, video-cassetta 
e mostra finale dei 
lavori. 
34 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1997/98 
1998/99 
1999/00
Valorizzazione dei beni artistici 
35 
S.Ansovino 
MOTIVAZIONE 
• Fare esperienze di lavoro 
di gruppo attraverso l'educa-zione 
ambientale 
• Conoscere gli aspetti natu-ralistici 
del percorso 
Sant'Ansovino Avacelli 
• Ricercare le conoscenze 
artistiche e storiche 
• Utilizzare l'immagine foto-grafica, 
multimediale ed i testi 
elaborati per produrre un 
CD 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
• Uscita (intera giornata) per 
osservare e descrivere atten-tamente 
il sentiero 
Sant'Ansovino - Avacelli nei 
suoi aspetti fondamentali 
naturalistici (geologia, zoolo-gia 
e botanica) artistici, storici 
• Attività di ricerca con 
esame di documenti 
• Studio dei documenti, con 
attenzione all'aspetto 
Sant'Ansovino - Via dei pelle-grini 
• Rielaborazione dei materiali 
e preparazione di un CD 
La nostra escursione ha inizio 
quando le classi 1A e 1B parto-no 
dalla Scuola Media con il 
pulmino alla volta di 
Sant’Ansovino-Avacelli. 
Durante il viaggio ci siamo fer-mati 
a osservare la frana di 
Trivio di Serra San Quirico aper-tasi 
su terreno argilloso. La sosta 
ci ha permesso di riflettere sulla 
diversa morfologia del territorio. 
Dopo pochi minuti siamo scesi 
dal pulmino per proseguire a 
piedi. Per giungere all’abbazia 
di Sant’Ansovino abbiamo per-corso 
un sentiero di terra battu-ta 
situato sul fondovalle. Questo 
sentiero era un’antica via dei 
pellegrini e, ancor prima, era 
la via di comunicazione utilizza-ta 
dai Longobardi per passare 
dalla Valle del fiume Esino a 
quella del fiume Misa. Durante 
la passeggiata abbiamo osserva-to 
e a volte raccolto foglie 
e bacche, abbiamo studiato 
gli arbusti, visto alcuni insetti 
e intravisto uno scoiattolo. In un 
momento di silenzio assoluto 
abbiamo udito alcuni rumori che 
ci hanno fatto pensare ad altri 
animali del bosco. 
Il paesaggio era magnifico e la 
vegetazione ricca e folta, abbia-mo 
capito anche che sul versan-te 
di Avacelli, alla nostra destra, 
c’era stato un rimboschimento 
di pini. 
La professoressa ci ha guidato 
nell’osservazione di varie specie 
di quercia e ci fatto notare 
come le querce si difendono 
dai parassiti: quando l’albero è 
minacciato, le ghiande formano 
un bozzolo (galla) nel quale 
viene imprigionato l’insetto che 
muore o raramente riesce a 
scappare. Abbiamo scoperto 
una piccola sorgente che forma-va 
uno stagno con girini e rane. 
Subito dopo siamo entrati nel-l’antichissima 
abbazia: sulla fac-ciata 
c’era una nicchia con 
croce scolpita e una finestra: le 
mura erano in pietra della zona. 
Appena entrati abbiamo visto 
davanti a noi l’abside con l’alta-re, 
sopra il quale c’erano due 
candelabri, un crocifisso e dei 
fiori. L’altare era posizionato 
n mezzo all’abside perché esso 
aveva la funzione di amplificare 
il suono. 
Di fianco all’altare si notava una 
porta murata che probabilmen-te 
usava il sacerdote per andare 
in sacrestia. 
Ai lati dell’abside abbiamo 
osservato due colonne; i capitelli 
avevano decorazioni diverse: 
foglie, uva, croci e una testa 
umana. 
Sulle pareti c’erano affreschi 
antichi ma ben conservati per-ché 
la pittura veniva eseguita 
dopo che era stata messa la 
calce sulla parete. 
Don Natale, che si occupa della 
chiesa, ci ha spiegato e fatto 
vedere anche il sotterraneo. 
Dopo aver visitato la chiesa, ci 
siamo avventurati su un sentiero 
che costeggiava il bosco da una 
parte e piccoli appezzamenti di 
terreno coltivato dall’altra. 
Abbiamo attraversato il fosso 
La Pretara e di Fugiano. 
Proseguendo per una lunghissi-ma 
salita, abbiamo osservato le 
rocce e raccolto alcuni fram-menti. 
Finalmente siamo arrivati 
ad Avacelli dove abbiamo sosta-to 
e pranzato, per poi riposarci 
in un bar. Dopo una breve 
pausa, siamo andati al centro 
storico, abbiamo visitato la chie-sa 
di San Lorenzo e abbiamo 
fatto le foto dei vari scorci del 
centro storico del paese. 
Nel primo pomeriggio, abbiamo 
iniziato una lunghissima discesa, 
che, sempre attraversando il 
bosco, ci ha riportato sulla stra-da 
Serra San Quirico-Avacelli, 
dove ci attendeva il pulmino. 
PERCORSO SANT’ANSOVINO - AVACELLI 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00
Professioni 
artigianali
Alla scoperta dei mestieri antichi 
MOTIVAZIONE 
Conoscere gli aspetti generali 
di alcuni fra i principali 
mestieri antichi che vanno 
scomparendo. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
• Ricerca di informazioni sui 
principali mestieri antichi 
• Visite e raccolta di materia-le 
fotografico 
• Realizzazione di una docu-mentazione 
in forma cartacea 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
2001/02 
37 
Professioni artigianali
38 
Professioni artigianali 
I mestieri dei serrani 
vanno scomparendo, così 
come sta cadendo in disuso 
la parola stessa “mestiere”. 
Attraverso la scuola, i ragazzi 
hanno potuto coniugare 
passato e presente, tradizione 
e innovazione; hanno inoltre 
preso coscienza della respon-sabilità 
e dell’impegno che 
l’uomo, con il suo lavoro, 
continuamente testimonia. 
MOTIVAZIONE 
La ricerca vuole riportare 
l’attenzione su alcune profes-sioni 
artigianali in via di estin-zione 
o particolarmente inte-ressanti. 
La scuola intende 
così legare il proprio proget-to 
educativo al territorio, 
per contribuire a rinsaldare 
i legami tra le generazioni 
e favorire il rispetto per le 
tracce che la storia dell’uomo 
lascia nei sentieri della vita. 
Nel giro di pochi decenni 
sono profondamente cambiati 
comportamenti, rapporti 
umani, riti della società, modi 
di pensare e di lavorare... 
Abitudini consolidate sono 
scomparse per lasciare 
il posto ad un “nuovo” sem-pre 
incalzante. L’educare 
esige che di tutto ciò si pren-da 
consapevolezza, per assu-merne 
la misura ed il senso. 
In tale contesto, “I mestieri 
dei serrani” è una ricerca 
realizzata da ragazzi che 
vogliono capire meglio 
il tempo ed il cammino del-l’uomo. 
Il tempo come 
memoria, senza cui non c’è 
evoluzione. L’uomo come 
protagonista che modella, 
trasforma le cose, cambia 
se stesso e l’organizzazione 
sociale. Per i ragazzi conosce-re 
i mestieri ha significato 
avvicinarsi ad attività che 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
PUBBLICAZIONE 
1997/98
Professioni artigianali 
39 
Il selcino detto anche 
“paccapietre” 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Visita all’anziano selcino del 
comune di Serra San Quirico 
e ricerca sul libro di 
Domenico Gaspari “Memorie 
storiche” del 1885 che narra 
gli avvenimenti e le arti prin-cipali 
a Serra nella prospetti-va 
di una memoria storica. 
L’attività del selcino o “pacca 
pietre” è una delle più caratteri-stiche 
e tradizionali del 
Comune di Serra San Quirico. 
Fin dai tempi dei Romani la 
pietra locale è stata usata 
come materiale da costruzione. 
Lo conferma la cascata artifi-ciale, 
risalente al II secolo a.C. 
circa, costruita in località 
Sant’Elena con blocchi squadra-ti. 
Anche il centro storico è stato 
edificato totalmente in pietra 
arenaria. Domenico Gaspari 
affermava nel suo libro del 
1885 che nel territorio esiste-vano 
due fossi, il Forchiusano 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1985/86 
e la Venella, che erano due vere 
miniere di pietra arenaria, adat-tissima 
e assai ricercata per 
costruzione e per lastrico delle 
vie. Questa pietra educò natu-ralmente 
in paese un buon 
numero di tagliapietra, scalpelli-ni 
e selcini. 
L’attività del selcino, nel corso 
degli anni, è andata progressiva-mente 
regredendo, tanto che 
oggi sono rimasti, a tempo 
pieno, solo due selcini, di cui 
uno è pensionato, mentre tre 
o quattro persone l’esercitano 
come secondo lavoro. 
I mestieri dei serrani
40 
Professioni artigianali 
La fornace ieri e oggi 
L’attività della fornace è stata 
l’unica nel passato a dare 
impiego a parecchie persone, 
tra cui molte donne. Il merito 
di tale iniziativa si deve all’inge-gner 
Francolini, che tra il 1885 
e il 1886 fondò la fornace con 
due forni. Oggi la fornace è 
gestita a livello familiare e 
vi lavorano 5 persone, mentre 
nel passato, durante il periodo 
di massimo sviluppo, gli operai 
erano 25. 
All’inizio dell’attività la pietra, 
che arrivava dalla cava della 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1985/86 
Rossa, prima per mezzo dei 
carrelli trainati da buoi e, suc-cessivamente, 
attraverso carrelli 
su binari, veniva scaricata sul 
piazzale, messa nei forni, alti 
11 metri, alternandola con stra-ti 
di carbone. Le zolle cotte, 
uscite dai forni, venivano messe 
nei sacchi e vendute soprattutto 
ai contadini, che le utilizzavano 
sia per disinfettare stalle, pollai, 
ecc. che per mescolarle al ver-derame. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Visita alla fornace di Serra 
San Quirico Stazione, raccol-ta 
di informazioni dal libro di 
Domenico Gaspari “Memorie 
storiche” del 1885 e intervi-sta 
a un ex dipendente della 
fornace. 
I mestieri dei serrani
Professioni artigianali 
41 
La cava di pietra 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Visita alla cava di pietra della 
Gola della Rossa. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
2002/03 
I mestieri dei serrani
42 
Professioni artigianali 
Il mulino idraulico 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Visita al mulino idraulico 
sull’Esinante, un fiumiciattolo 
affluente dell’Esino e intervi-sta 
al molinaro, il signor 
Mattiacci. 
I mulini idraulici furono introdot-ti 
in tutte le regioni italiane nel 
XIII secolo. Alla loro costruzione 
contribuirono dapprima i mona-ci, 
poi i signorotti di campagna 
e i proprietari terrieri. Poco red-ditizie 
risultavano le modeste 
macine a mano, per cui si sentì 
l’esigenza di costruire impianti 
molitori di più vasta portata, 
utilizzando l’acqua dei fiumi 
al posto della forza muscolare 
per fare girare la macina. I 
primi mulini funzionavano sta-gionalmente 
in inverno e in pri-mavera, 
quando c’era abbon-danza 
di acqua e il contadino 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1985/86 
era poco impegnato nei lavori 
di campagna. 
Tra gli anni ‘20 e ‘40 si è avuta 
una scomparsa dei mulini 
idraulici, mentre si registra un 
minore uso dei mulini a cilindri. 
Così in poco più di un secolo 
sono scomparse e stanno per 
essere cancellate per sempre 
le testimonianze di antichi pro-grammi. 
Oggi la trasformazione 
delle granaglie avviene grazie 
all’impiego di tecnologie talora 
anche sofisticate, frutto di una 
continua applicazione dell’inge-gno 
umano. 
I mestieri dei serrani
43 
Professioni artigianali 
Il frantoio oleario 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Visita all’antico frantoio di 
Serra San Quirico appartenu-to 
ai frati Silvestrini. 
Il frantoio, uno dei più antichi 
della zona, risale approssimati-vamente 
ad oltre 400 anni fa. 
In questi lunghi anni esso è 
appartenuto ai frati Silvestrini, 
che non lavoravano personal-mente 
le olive ma avevano a 
loro disposizione degli operai 
che si occupavano della produ-zione 
dell’olio. Successivamente 
la famiglia Chiaraluce ha inizia-to 
con loro una collaborazione 
(circa 60 anni fa) che è durata 
fino al 1978 - 79, anno in cui la 
proprietà del frantoio è passata 
dall’Istituto dei monaci 
Silvestrini a questa famiglia. 
Molti anni fa la lavorazione del-l’olio 
richiedeva molto più per-sonale, 
infatti essa veniva svolta 
solo manualmente. Occorrevano 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1989/90 
4-5 persone per produrre in 
un’ora 1 quintale d’olio, a diffe-renza 
di oggi che con 2 perso-ne 
si ha una produzione di 5 
quintali. I vecchi strumenti, di 
cui è rimasto qualche “cimelio”, 
sono stati sostituiti da macchi-nari 
moderni che permettono 
alla piccola azienda di produrre 
un buon olio, sia per uso fami-liare, 
sia per altri clienti che 
desiderano una spremitura a 
garanzia di qualità. Proprio per 
la buona qualità dell’olio, la 
famiglia Chiaraluce ha ricevuto 
nel 1910 (periodo di collabora-zione 
con i monaci), un diploma 
per la miglior produzione, in 
una esposizione internazionale 
avvenuta a Roma. 
I mestieri dei serrani
44 
Professioni artigianali 
Il forno 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Visita al forno e intervista 
al proprietario Mattiacci 
Luciano. 
La famiglia Mattiacci aveva un 
mulino in località Esinante e 
nel 1956 acquistò un forno a 
Serra stazione. Successivamente 
uno dei tre fratelli, Alfredo, deci-se 
di separarsi dalla società e 
di proseguire autonomamente 
l’attività installando un forno 
nuovo a Serra San Quirico 
paese. 
Inizialmente, in questo nuovo 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1988/89 
forno, il signor Mattiacci faceva 
solo pane, ma poi ha ampliato 
l’attività producendo pizza e 
squisiti dolci. Inizialmente la 
lavorazione del pane era ese-guita 
completamente a mano, 
poi quando le condizioni econo-miche 
migliorarono la famiglia 
Mattiacci acquistò macchinari 
moderni e sofisticati che usa 
tuttora. 
I mestieri dei serrani
Professioni artigianali 
Mezzi usati nella 
agricoltura ieri-oggi 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Confronto tra i vecchi meto-di 
di lavorazione della terra 
e i più recenti sistemi usati al 
tempo della realizzazione del-l’esperienza. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1986/87 
45 
I mestieri dei serrani
46 
Professioni artigianali 
Bottega scuola: 
orientamento alla manualità 
MOTIVAZIONE 
• Stimolare le capacità creati-ve 
dei ragazzi 
• Sviluppare la manualità 
• Creare interessi 
• Educare al gusto del lavoro 
• Avvicinare i giovani al lavoro 
autonomo ed in particolare a 
taluni mestieri del settore 
artigiano 
• Orientare 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
• Attività teorico-pratiche 
sotto la guida di qualificati 
maestri artigiani e coordinate 
da docenti 
• Realizzazione di manufatti 
di vario genere a seconda del 
settore o ambito in cui gli 
alunni si sono cimentati: cesti 
di midollino, fotografie digitali, 
cornici, dolci vari, addobbi 
natalizi, presepi realizzati con 
materiali diversi, oggetti in 
vetro pitturato, oggetti in 
legno e in terracotta, restau-ro 
mobili antichi, monili 
di biogetteria… 
• Esposizione dei prodotti alla 
mostra finale organizzata nei 
vari anni o ad Ancona, o a 
Jesi, o a Fabriano 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA MEDIA 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00
Percorsi 
didattico-artistici
Percorsi didattico-artistici 
La sincrofonodiascopia 
diapositive (detto “caramate”, 
prodotto dalla “Singer”, da 
noi battezzato sincrofonodia-scopio) 
con avanzamento 
automatico in base al tempo 
e negli intervalli programmati 
e preventivamente incisi, con-sentiva 
viaggi entusiasmanti 
ed impegnativi nell’icofono-sfera 
delle tematiche e dei 
soggetti affrontati, per i quali 
alunni ed insegnanti, in un 
laborioso clima di gioiosa 
creazione, pervenivano alla 
produzione di un linguaggio 
totale, risultato dalla fusione 
intrecciata, dall’embricamento 
vivace di suoni, musica, imma-gini, 
frasi e parole. 
Certo, non erano i risultati 
ineccepibili che interessavano, 
ma i processi, le esperienze 
vive ed autentiche di effettiva 
crescita della personalità di 
ciascuno in una relazionalità 
formativa e qualificante di 
interscambio, lavoro e diverti-mento. 
Si partiva dalla proposizione 
dell’idea, dal brainstorming 
sul soggetto da sviluppare, 
abbozzandone, una volta sta-bilita, 
la scaletta procedurale 
in un piano di lavorazione che 
vedeva alunni ed insegnanti 
ricercare, procurare docu-mentazioni, 
elaborare intervi-ste, 
comporre testi in una 
modularità contemporanea 
alle uscite sul campo, ai piace-voli 
viaggi indimenticabili con 
i pullmini per fotografare in 
diapositive luoghi, oggetti, 
persone, personaggi, animali, 
edifici. 
I materiali così raccolti ven-gono 
articolati in scene, 
sequenze, inquadrature, e le 
voci recitanti, gli speakers, 
affinano le loro capacità di 
dizione nel restituire i testi, 
le didascalie antecedentemen-te 
elaborate, col supporto di 
brani musicali attraverso sug-gestive 
dissolvenze e irruen-ze. 
I ragazzi, emozionati, par-tecipano 
con grande respon-sabilità 
ed impegno, si eserci-tano 
nell’autocontrollo, espe-rimentano 
con motivazione 
ed interesse paradigmi opera-tivi 
in cui accrescono con 
fatica e divertimento la loro 
persona, la loro umanità, il 
loro piacere di esserci nel 
mondo, aumentando le pro-prie 
competenze e conoscen-ze 
in rapporto al reale nel 
quale si muovono ed agisco-no. 
La migliore e cosciente utiliz-zazione 
dello strumento lin-gua, 
sistema di segni e di 
suoni, in vista anche della 
destinazione sociale, della 
proiezione al pubblico, con 
i genitori e la comunità, per-mette 
ai ragazzi di familiariz-zarsi 
con un nuovo mezzo di 
espressione, di cogliere nelle 
fasi di produzione e montag-gio 
della sincrofonodiascopia 
possibilità e significati qualifi-canti 
e comunicativi, di codifi-cazione 
e decodificazione, 
innervando l’abitudine a guar-dare 
con più attenzione la 
realtà da isolare, a lavorare 
in gruppo e ad avere una 
coscienza critica del mondo 
massmediale. 
In questo modo si risvegliano 
l’intelligenza, la comprensio-ne, 
si virtualizzano potenzia-lità 
di analisi e sintesi, rielabo-rative 
e creative, in una ludica 
organizzazione di attivi con-tributi 
disciplinari, dove le 
suggestioni, gli stimoli ideativi 
e le sequenze esperenziali 
penetrano nell’anima del fan-ciullo, 
consentendogli di crea-re 
la propria “carne mentale”, 
nell’esplosione guidata, con-giuntamente 
agli insegnanti, 
della propria affettività, ricca 
di curiosità ed interessi. 
Il “medium” del sincrofono-diascopio 
è oggi certamente 
superato dalla tecnologia 
informatica del computer e 
della digitalizzazione. 
Ma, pur nella diversità dei 
mezzi, le ragioni di fondo, 
metodologiche e didattiche, 
restano inalterate, se si con-cepisce 
e si vive l’educazione 
come autoeducazione, come 
vibrante processo di variegati 
stimoli organizzativi e forma-tivi 
in cui si sviluppa entro 
l’anima giocosa e sensibile del 
fanciullo l’uomo e la persona, 
con il desiderio sempre 
insoddisfatto di sapere e di 
fare, per il proprio e l’altrui 
bene. 
Numerosi sono stati i docu-mentari 
fonodiascopici pro-dotti, 
negli anni 
Ottanta/Novanta, dagli alunni 
dell’allora Direzione Didattica 
di Serra San Quirico. Ne 
ricordiamo alcuni: 
“Tre antiche abbazie” 
“Un mostro...Ma chi lo sa?” 
“Il cantico delle creature” 
“Storia e lavorazione di un 
frutto prezioso: l’oliva” 
“La valle dei selcini” 
“La grotta grande del vento” 
“Medicina e salute” 
“L’isola dei quadrati magici”. 
MOTIVAZIONE 
La “sincrofonodiascopia” 
nella seconda metà degli 
anni Settanta 
Volevamo percorrere un sen-tiero 
che arrivasse al cuore 
intelligente del ragazzo, che 
ne stimolasse la voglia di fare, 
di intraprendere, di conosce-re 
e sapere, diventando egli 
stesso protagonista dell’espe-rienza 
scolastica, in modo 
effervescente ed attivo, coin-volgendo 
il singolo e il grup-po, 
gli insegnanti e la comu-nità. 
La sonorizzazione delle dia-positive, 
di volta in volta sgra-nate 
in un rosario tematico 
di ricerca ed indagine, oppure 
di fantasia e di racconto, ha 
innescato un fervore di inizia-tive 
molteplici, divertenti ed 
istruttive. Non soltanto tra-smissione, 
ma anche e 
soprattutto produzione di 
cultura audiovisiva, come cro-giuolo 
di apprendimenti stori-ci, 
artistici, geografici, ambien-tali, 
nel decantarsi del linguag-gio 
che si arricchisce e dilata 
in forme e proprietà sempre 
più squisitamente comunicati-ve 
ed espressive, in un brioso 
amalgama multidisciplinare 
ed interdisciplinare. 
L’apparecchio usato, insieme 
magnetofono e proiettore di 
48
Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia 
l’abbazia di Valdicastro 
In un appezzamento di terreno che 
comprendeva una valle suggestiva 
tra pendici boscose, San Romualdo 
fondò, agli albori del 1000, l’abbazia 
di Valdicastro. 
Il complesso abbaziale aveva, tra 
gli altri scopi, anche quello di pro-tezione 
e difesa del territorio. 
Nell’angolo S.O. si staglia la torre 
a pianta quadrata, superstite ele-mento 
del sistema difensivo. 
All’estremità S.E. si situa l’entrata 
principale della chiesa. 
Ai nostri occhi, appare nella sua 
maestosità l’interno dell’abside 
centrale con l’altare e le finestre 
a doppio strombo. 
Le campate sono sostenute da 
quattro solidi pilastri compositi. 
La parte più notevole della cripta 
è l’absidiola che racchiude un’ara, 
che qui vediamo, sottostante ad 
una delle tre monofore a strombo 
solo interno, segno di notevole 
antichità. 
Un’entrata di accesso al chiostro 
si struttura nella tipica forma di un 
arco romano-gotico. Al centro del 
chiostro sorge il tipico pozzo a 
forma ottagonale. 
Su di un lato spicca una facciata ad 
ordine di archi sovrapposti a tutto 
tondo. 
Le tre abbazie 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
I ragazzi visitano “tre antiche 
abbazie” del loro territorio: 
Valdicastro, Sant’Elena, 
Sant’Urbano e, insieme agli 
insegnanti, ne studiano l’archi-tettura, 
conoscono la funzio-ne 
dei vari ambienti e, di con-seguenza, 
alcuni momenti 
della vita dei monaci che 
in esse hanno abitato. 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
1979/80 
49
Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia 
l’abbazia di Sant’Urbano 
Agli inizi dell’anno 1000 d.C. San 
Romualdo fondò l’abbazia di 
Sant’Urbano. 
Subito colpisce la visione delle tre 
absidi: la centrale, più grande ed 
ampia, con tre monofore, fiancheg-giata 
dalle due absidi minori, trafo-rate 
anch’esse da monofore. La 
piacevole decorazione è costituita 
da colonnine e da romanici archet-ti 
pensili. L’abside mediana è abbel-lita, 
sotto la gronda, da una fascia 
dentellata. 
Per una scala di otto gradini 
entriamo nel corpo anteriore del 
tempio che costituisce la chiesa 
dei fedeli, separata… 
Da un muro trasversale, dal presbi-terio, 
che sorge più elevato rispet-to 
alla parte interna più bassa, 
riservata al popolo, quasi a sottoli-neare 
una netta distinzione tra i 
monaci e i credenti. 
Nell’ampio presbiterio, l’altare, su 
cui legge, pensoso e meditabondo, 
Don Luigi. 
Il corpo centrale della cripta 
è diviso da due file di colonnine. 
In fondo, l’altare, posto davanti 
alla piccola abside, sorregge la sta-tua 
di Sant’Urbano. 
50
51 
Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia 
l’abbazia di Sant’Elena 
Ecco l’abbazia di Sant’Elena, eretta 
da San Romualdo sempre agli inizi 
del 1000 d.C.. 
Nella sua monumentale imponenza 
troneggia l’abside, unica, ampia, 
semicircolare con due finestre a 
doppio strombo fiancheggiate dalle 
monofore della parete posteriore. 
La facciata dell’abbazia è insolita-mente 
alta, per la sopraelevazione 
della cella campanaria ad essa con-giunta. 
Alla base un notevole portale: 
strombatura a tre archi a tutto 
sesto concentrici. Nell’ultima 
arcata i motivi ornamentali: girali 
di viticci. Nell’architrave, scolpito 
con al centro una croce di tipo 
greco, l’intarsio di due agili animali, 
leoni o cervi: l’uno si inginocchia 
alla croce, l’altro appare renitente 
e contestatore. 
Dall’entrata, si espande, maestosa, 
la vastità gotica del tempio nelle 
sue tre navate. 
Il prebisterio, con l’altare e il dipin-to 
di Sant’Elena, fiancheggiato dalle 
due luminose monofore, sorge 
su un piano sopraelevato, separato 
dal resto dello spazio riservato 
ai fedeli.Vi si accede da una scala 
in pietra a ridosso di un muretto 
sulla cui sinistra si apre l’entrata 
per la cripta. 
La cripta, franata nel tempo, è stata 
ricostruita nel 1925, perdendo 
quasi tutte le caratteristiche origi-narie. 
Superstite, forse, questa 
monofora a strombo poligonale.
Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia 
spetialmente messòr lo 
frate sole, lo qual’è iòrno, et 
allumini noi per lui. 
Et ellu è bellu e radiante cum 
grande splendore; 
de Te Altissimo porta signifi-catione. 
…Laudato si’, mi’ Signore, 
per frate vento 
et per aere et nubilo et 
sereno et onne tempo, 
per lo quale a le tue creature 
dai sostentamento. 
Laudato si’, mi’ Signore, 
per sor’acqua, 
la quale è multo utile et 
umile et pretiosa et casta. 
Laudato si’, mi’ Signore 
per frate focu, per lo quale 
ennallumini la nocte: 
ed ello è bello et iocundo et 
robustoso et forte. 
Laudato si’, mi’ Signore, 
per sora nostra 
matre terra, 
la quale ne sustenta et 
governa, et produce diversi 
fructi con coloriti 
flori ed herba… 
Il Cantico delle creature 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
I ragazzi, guidati dagli inse-gnanti, 
leggono “Il Cantico 
delle creature”, lo “traduco-no”, 
lo studiano, ne compren-dono 
il contenuto e gli inse-gnamenti. 
Altissimu, onnipotente bon 
Signore, tue so’ le laude, la 
gloria e l’honore et omne 
benedictione… 
Laudato sie, mi 
Signore, cum tucte le tue 
creature, 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
1980/81 
52
Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
All’uscita da scuola un gruppo 
di ragazzi decide di fare un 
pic-nic in campagna. 
Preso il cibo e ascoltate 
le raccomandazioni delle 
mamme, i ragazzi partono 
felici. Lungo il percorso gioca-no 
e cantano.Trovato un 
bel prato, si siedono e fanno 
il loro pic-nic. 
Al termine, mentre gli altri 
riprendono a giocare e a 
cantare, uno di loro si allonta-na 
per fare una passeggiata 
e arriva nei pressi di una casa 
abbandonata... si avvicina e ad 
una finestra vede apparire… 
un mostro. Ma chi lo sa? 
Impaurito torna dagli amici e 
racconta loro ciò che ha 
visto. 
Insieme si recano in caserma 
per narrare quanto accaduto. 
L’Arma prontamente intervie-ne. 
Con grande coraggio cari-ca, 
sfonda la porta e… “Nella 
casa abbandonata c’era o non 
c’era il mostro? Ma chi lo sa?” 
Sono le 12,40 del 21 marzo 1981, 
è una splendida giornata primaveri-le, 
un gruppo di ragazzi decide di 
fare un allegro pic-nic in campagna. 
Preso il cibo e ascoltate le racco-mandazioni 
Lungo il percorso giocano e canta-no. 
Trovato un bel prato, si siedono 
e fanno il loro pic-nic. 
Al termine, mentre gli altri ripren-dono 
a giocare e a cantare, uno 
di loro si allontana per fare una 
passeggiata e arriva nei pressi 
di una casa abbandonata… si avvi-cina 
e… 
delle mamme, i ragazzi 
partono felici. 
ad una finestra vede apparire… 
un mostro? Ma chi lo sa? 
Impaurito torna dagli amici e rac-conta 
loro ciò che ha visto. 
Insieme si recano in caserma per 
narrare quanto accaduto. L’Arma 
prontamente interviene. 
Con grande coraggio carica, 
sfonda la porta e… “Nella casa 
abbandonata c’era o non c’era 
il mostro? Ma chi lo sa?” 
Un mostro... Ma chi lo sa? 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
1980/81 
53
Percorsi didattico-artistici 
Ciak a scuola 
“La Scartocciata” 
Film a soggetto - Ricerca socio-culturale e folcloristica sul 
mondo contadino. 
“La pesca volante” 
Documentario sulla pesca del pesce azzurro. 
“Una fetta di paradiso” 
Storia scritta, animata e realizzata dai ragazzi. 
Film d’animazione. 
“La trebbiatura” 
Storia scritta e filmata dai ragazzi.Animazione. 
“Paese mio” 
Documentario geografico. 
“A special cartoon” Animazione in 3 episodi. 
“Gianni il sensale” A soggetto, in costume. 
Storia scritta dai ragazzi - ricerca socio-ambientale. 
“Pippo’s story” Fiaba inventata, illustrata e fumettata. 
Film di animazione. 
“La frittata” A soggetto. Ricerca socio-antropologica 
e culinaria sulle tradizioni delle campagne, elaborata dai 
ragazzi. 
“Gli ultimi cantastorie” A soggetto. Ricerca sui cantori 
della passione di Cristo (rievocazione-evento storico-reli-gioso). 
“La polenta” A soggetto. Rievocazione socio ambientale 
d’epoca.Testo scritto dai ragazzi. 
MOTIVAZIONE 
Dall’esperienza del maestro 
“Peppe Pirani”, pioniere per 
le attività audiovisive e di ani-mazione, 
impegnato con 
diversi ragazzi delle Scuole 
Elementari e gli insegnanti 
che hanno collaborato con 
lui, è scaturita la realizzazione 
di lavori filmico/teatrali poi 
sintetizzati nel testo “Ciak 
a scuola” (Accademia delle 
Muse). 
Fare cinema a scuola, oltre 
che corredo documentaristi-co 
a ricerche socio-ambientali 
o geografiche, è soprattutto 
liberazione dalla dipendenza 
del fascino e delle emozioni 
imposte dagli altri. Scrivere 
soggetti, o partecipare alle 
loro stesure, girare un film 
(come interpreti, come equi-pe 
tecnica) è per i ragazzi 
scoprire e creare trucchi 
e finzioni. E’ attività altamente 
creativa. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Le esperienze più significative, 
alcune delle quali segnalate e 
premiate in diverse Rassegne 
del Cinema dei Ragazzi, sono 
state ampiamente documenta-te 
nel testo citato e di segui-to 
elencate: 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
Dal 1978 
54
Percorsi didattico-artistici 
55 
Leggende e filastrocche 
MOTIVAZIONE 
Recupero e approfondimento 
di leggende e filastrocche 
legate al territorio di Serra 
San Quirico. 
CONTENUTO 
SINTESI PERCORSO 
Il lavoro di recupero di alcu-ne 
leggende popolari ha con-dotto 
i ragazzi ad un 
approfondimento linguistico, 
narrativo e creativo fino alla 
realizzazione di maschere 
relative ai vari argomenti 
e alla loro animazione. 
Leggende: 
I briganti della gola 
La strega della fornace 
I fantasmi…delle pesche 
I diavoli della ripa 
Con i bambini si è realizzato 
un lavoro di recupero delle 
antiche filastrocche traman-date 
nel corso dei tempi, tra 
i giochi nella natura e fissate 
nella propria memoria. 
Filastrocche e conte: 
Trucci trucci cavallucci 
Sotto il ponte 
Sotto la cappa del camino 
Le cornacchie nel patè 
Oh, Maria Giulia 
LIVELLO SCOLASTICO 
SCUOLA ELEMENTARE 
ANNO SCOLASTICO 
1999/00
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Custode del futuro: Percorsi didattici tra identità, territorio e memoria

  • 1. Custode del futuro: Percorsi didattici tra territorio, identità e memoria Istituto Comprensivo Statale Serra San Quirico “Don Mauro Costantini” Comuni di Mergo, Rosora e Serra San Quirico. Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado.
  • 2.
  • 3. A Don Mauro Costantini, fonte di conoscenze, idee, proposte e disponibilità
  • 4. 2 Quel che il tempo non cancella poli fondamentali attorno ai quali si svolge la sua intensa attività. Notevole comunque il suo apporto anche a livello diocesano dove è chiamato a far parte di varie commissioni. Nell’ambiente di Serra San Quirico, oltre al ministero sacerdotale e all’insegnamento di religione nella Scuola media “Domenico Gaspari” che ha assunto nell’anno scolastico 87-88, Don Mauro si interessa attivamente alle varie iniziative culturali e sociali, promuovendo-le e sostenendole con intelligenza e dedizione. Sempre generoso e disponibile, spesso non trova tempo per pensare alla propria salute, finché la malattia lo costringe ad un necessario ricovero presso l’ospedale di Fabriano. Due giorni dopo, il mattino del 25 settembre 2003, nel suo misterioso progetto, Dio lo chia-ma a sé, improvvisamente, drammaticamente. Nell’apprendere l’inverosimile notizia, tutta la comunità di Serra è prostrata da indicibile dolore. Il sindaco decreta il lutto cittadino. Il saluto funebre, il sabato 27 settembre, nella chiesa parrocchiale di “San Quirico”, che egli aveva fortemente voluto restaurata, è stato l’omaggio di una moltitudine immensa di sacer-doti, di fedeli, di amici, accomunati nel pianto e nella certezza che Don Mauro continua a vivere anche nell’impegno verso il bene e il bello che egli ha sempre proposto in ogni circostanza, ad ogni uomo di buona volontà. 27 setttembre 2003 Testimonianza del Dirigente Scolastico prof.ssa Mirella Mazzarini Il mio saluto e la mia testimonianza di Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo di Serra San Quirico anche a nome dei Presidi che hanno condiviso con Don Mauro l'impegno scolastico. Chi è stato Don Mauro nella scuola? Quale impronta vi lascia? Cos'è stata la scuola per lui? Mi sono posta queste domande non per un retorico bisogno di chiudere in un'immagine qualcuno che abbiamo paura di aver perso o che sembra sfuggirci per sempre perché ci lascia inaspettatamente per lo strappo che la morte comunque provoca. Me le sono poste per le lacrime che ho visto piangere dai ragazzi e dagli insegnanti suoi colleghi e amici, per il silenzio e la tristezza che hanno attanagliato la scuola, per il dolore che ci accomuna da qual-che giorno. Nella scuola Don Mauro è stato una miniera di conoscenze, di idee, di proposte, di disponibi-lità. “Don Mauro, dove andiamo in gita?”. Lui che, senza rivolgersi alle agenzie di viaggio, sapeva di itinerari ricchi di storia, di bellezze paesaggisti-che, di percorsi diversi dalle mete standardizza-te e consumate del turismo di massa. “Don Mauro, cosa sai della famiglia di Roberto e di Fabiana?”. Di qualche alunno, cioè, che gli insegnanti vedevano demotivato o troppo spes-so impreparato. Ecco allora che i consigli di classe diventavano quello che la Pedagogia ha sempre chiesto alla scuola: occasione di analisi dei bisogni formativi dell'alunno, proposta di formazione legata al contesto familiare e sociale; perché Don Mauro non si esprimeva mai con un sufficiente o con un ottimo. A lui interessava parlare di come quello o quell'altro ragazzo si erano posti nelle varie occasioni di vita della scuola. Sapeva leg-gere e legare il profitto alle attese e alle caren-ze delle famiglie, sapeva condividere le proble-matiche dei colleghi, ricucire strappi per malin-tesi o posizioni prese e ricondurre tutto al fine: l’educazione dei ragazzi, lo sviluppo in cia-scuno della stima di sé, del senso di responsa-bilità e di partecipazione. “Don Mauro, quale progetto pensi che possa qualificare la scuola, cosa possiamo sperimenta-re quest'anno?”. Con Don Mauro non si parlava soltanto di religione, ma di educazione civica, di storia, di ambiente, di scienze. Così egli si poneva quale esperto e quale animatore, senza perdersi nelle dispute sulle metodologie più efficaci per la ricerca didattica. Sono nati, negli anni, nella Scuola Media, per-corsi di scoperta dei tesori che Serra San Quirico custodisce: la sfida a ritrovare l'ombra del campanile di Santa Lucia, cancellata dal ter-remoto, i documenti di analisi e di descrizione delle fontane, dei portali, dei sentieri, ultimo quello dell'Eremo di Grottafucile . Se Don Mauro nella scuola è stato un uomo impegnato e un testimone, per la scuola è stato una risorsa di creatività. Cosa è stata la scuola per lui? Luogo di vita. Non so se egli abbia letto le opere psicopeda-gogiche da Pestalozzi a Rousseau, da Piaget a Bruner, da Dewey a Don Milani, certamente ha realizzato i loro principi educativi. Mentre cercavo di raccogliere possibili elemen-ti che mi permettessero di descrivere Don Mauro, mi sono resa conto che egli sfugge ad una descrizione netta e circoscritta, così come spesso “sfuggiva” per parlare d'altro o per un nuovo incombente impegno. Sfuggiva perché la sua tensione verso l'alto, verso il cielo faceva parte del suo stile di vita anche di insegnante. Con una frase, un accenno, uno sguardo riusciva, senza nulla imporre, ad essere sprone per superare la quotidianità, l'at-taccamento stretto al reale e al presente, per ricondurre ai valori cristiani della vita e al senso della fede. Così, in realtà, non sfuggiva perché invitando ad una pausa, alla riflessione, additando il fine di tutte le cose, ancora una volta, ”insegnava”. A Don Mauro, che avvertiva come le parole scritte o pronunciate possono essere dissonan-ti, dimostriamo che la parola che cerchiamo è la Parola di Dio. Cenni biografici su Don Mauro Era fiero, Don Mauro, di essere di Sasso, la pic-cola frazione di Serra S. Quirico che lo ha visto nascere l’8 ottobre 1958, da Gino Costantini e Maria Angeloni.Ad appena 8 mesi, perde il papà e più tardi, quando ha 22 anni, anche la mamma, rimanendo così solo con il fratello Elvio, più grande di lui. Dopo la scuola elementare del paese va in seminario a Camerino dove frequenta la scuola media ed il liceo classico. Successivamente compie gli studi teologici nel Seminario regio-nale di Fano. Viene consacrato sacerdote da Papa Giovanni Paolo II in S. Pietro il 6 giugno 1982. Il primo ministero sacerdotale lo svolge come vice-rettore nello stesso Seminario regionale: durante questi anni, con la sua tenacia e con molto sacrificio trova il tempo di frequentare a Roma l’Università Gregoriana, dove consegue la Licenza in Teologia dogmatica. Nel giugno del 1987 viene nominato parroco “pievano” di “San Quirico” in Serra San Quirico, ma non abban-dona la sua attività di segretario e docente all’Istituto Teologico Marchigiano ancora a Fano e poi dal 1993 nella sede di Ancona. La Parrocchia e l’Istituto Teologico sono i due
  • 5. 3 25 settembre 2004 Primo anniversario della scomparsa Intervento della Preside prof.ssa Maria Urbani Scaglione Nel ricordare Don Mauro, sarei subito portata ad esporre riflessioni, emozioni e sentimenti, ma le parole non direbbero perché Don Mauro è tra noi. In questa vita terrena non ci sarà dato di incontrarlo, ma lo sentiamo qui, nelle strade di Serra, nella Scuola Media, impegnato nelle iniziative volte a far conoscere e amare questo paese scoprendone bellezze naturali, storia ed arte e dando sapore al vivere insie-me: ecco perché è doveroso parlarne e conti-nuare a farlo, per quei segni che il tempo non può e non deve cancellare. Ho incontrato Don Mauro nell'agosto del 1989; perdevo mio mari-to e Don Mauro era in chiesa con noi a Castelplanio (in settembre ho preso servizio anche in questo paese). L'ho incontrato per l'ultima volta nel 2003 a casa mia, non per por-tare quelle parole di conforto che non posso-no lenire un immenso dolore, ma per condivi-dere gravi riflessioni, sentimenti, per ascoltare quegli interrogativi che ciascuno di noi si pone di fronte ai grandi misteri della vita terrena. Un tratto di tempo ben definito, ed al suo interno tanti motivi che mi portano a raccontare per ricordare insieme. A scuola, durante i Consigli di Classe, Don Mauro era l'ultimo a prendere la parola: ascoltati gli altri colleghi, si esprimeva con una sintesi che armonizzava anche gli opposti giudizi e suggeriva con una indimenti-cabile saggezza, parlando sempre degli alunni con rispetto e amore. E poi, l'attenzione alla vita del paese sapendone leggere ogni aspetto e offrendo le proprie conoscenze nelle varie esperienze! Ed offriva la sua collaborazione agli altri senza reticenze, come quando lo avevo consultato per un con-corso di pittura a Castelplanio promosso dalla Pro Loco. Ed ancora: un incontro con gli amici del centro “ Il castello”, per parlarci degli Angeli! Non mi era stato facile trovare un relatore per un argomento che affascina, che ci porta ad imma-ginare figure eteree che abbiamo la necessità di sentire al nostro fianco. Anche in quell'occasio-ne, un Don Mauro semplice e preparato, e con la disponibilità che lo distingueva, ha trascorso un pomeriggio con noi parlando, ascoltando e non chiudendo con il suo dire l'immaginazione e, forse, i sogni dei presenti. E come non ricor-dare il suo amore per i giovani croati arrivati a Serra San Quirico? Non mi aveva chiesto colla-borazione, ma la sua grande umanità mi aveva coinvolto. E quel pellegrinaggio alla sala Nervi? Non voglio aggiungere altro: penso che ciascu-no di Voi potrebbe e vorrebbe raccontare per-ché non si può dimenticare. Concludo con le parole di Don Mauro che ci indicano i grandi temi di ieri, di oggi, e di sem-pre, da affrontare nel vivere quotidiano come lui ha fatto: “...la nostra attenzione ai poveri e ai problemi della pace, della giustizia e della solidarietà”. Grazie, Don Mauro. 25 settembre 2005 Secondo anniversario della scomparsa Testimonianza del prof. Mario Tinti Caro Don Mauro, hai coltivato una bellezza singolarmente mite e dolce nella tua dinamica capacità di comunica-zione e disponibilità interpersonale, nella quale facevi avvertire il riferimento vivo ad un Amore concreto e trascendente, da cui scaturiva l’affa-bilità affettuosa del tuo porgere, del tuo acco-gliere, donare e promuovere con propulsiva discrezione tenace. Ci aiutavi a vivere con umiltà e carità pastorale l’incontro personale e comunitario con Gesù, e la tua dedizione generosa, la tua attenta premu-ra si apriva a tutti, fedeli e non credenti, nella promozione di una armoniosa convivenza civile di riconciliazione e sussidiarietà, al di là di ogni appartenenza. L’amore per la nostra Serra San Quirico faceva riversare il tuo impegno negli ambiti più prossi-mi ed intimi della persona, quali l’associazioni-smo, l’espressione del pensiero, la cura e la conoscenza dell’ambiente, l’attenzione ai biso-gnosi e agli emarginati, la dimensione culturale ed artistica, della musica e del teatro. Indimenticabile la tua squisita, semplice e profonda attività educativa, di collaborazione con i colleghi e nella diligente ed efficace solle-citudine per gli alunni e le tante significative ini-ziative ed esperienze che hai contribuito ad innescare e sviluppare, rendendo la Scuola di Serra ulteriormente piacevole, interessante, istruttiva, umanamente e socialmente accatti-vante e formativa. Nelle tue parole, nel rivolgerti ai giovanissimi studenti, dialogando con loro, scorreva un fasci-no contagioso, denso di linfa suasiva, come quando una volta parlavi del perdono, ne esem-plificavi e svisceravi con appassionata sapienza ed umiltà il valore significante di “parola del cuore e dell’intelligenza“, dell’uomo che, anche se offeso, offre qualcosa di più di un semplice dono, e rilevavi l’intensità di quel prefisso accrescitivo “per”, onde il “ per-dono” ci rende veramente degni di poter attingere la pace, la solidarietà e la giustizia, al fine di ristabilire uno spazio di reciproca intesa, di contatto ed aiuto fraterno ad essere ciascuno migliore per il bene di tutti. Aleggiava nel tuo atteggiamento, nel tuo sguar-do buono e a volte trasognato, un’amicizia cor-diale e rispettosa, un senso religioso materiato di comprensività ed ascolto, di umiltà e gratitu-dine, di studio e di grazia. Ricordarti, anche nell’intitolazione dell’Istituto Comprensivo di Serra San Quirico, non é sol-tanto prova riconoscente di nostalgico ricordo per lo sgorgare della tua delicata, armoniosa forza creativa di interessi, di fede, di relazioni, di cui ci hai gratificato; ma, soprattutto, costitui-sce memoria vivificante, nel presente e nel futuro, di un lievito che ci fermenta nell’anima, che muove l’intelligenza e l’impegno in dinami-ca collaborazione ad attraversare con fatica e servizio il ponte della nostra esistenza, tra la contingenza, da rendere sempre più umana e feconda, e il mistero misericordioso di Dio. E così continui ad essere stimolante compagno gentile per la creazione di una serrana comu-nità, sempre più unita e spiritualmente più vivi-da, nel rispetto del suo ambiente e del tessuto morale, culturale e progettuale della sua citta-dinanza.
  • 6. al territorio e con lo scopo di promuoverne le ricchezze storiche, culturali e ambientali. Anche l’odierna iniziativa, di taglio storico-documentale, è molto importante non solo per la qualità complessivamente espressa, ma per l’idea di recupero attraverso le moderne tecnologie della memoria storica della nostra scuola.Tutto questo trova un oggettivo ricono-scimento nei diversi enti pubblici e soggetti privati che con il loro concorso rendono possibile la realizzazione del progetto. Per questo, anche a nome di tutti i cittadini, ringrazio il Dirigente, il personale amministrati-vo, i docenti e gli alunni tutti per essere attivi protagonisti di un processo che non solo rende migliore la scuola in generale ma anche il territorio di riferimento e le comunità che in esso vivono. Grazie ancora e buon lavoro. Il Sindaco di Serra San Quirico Gianni Fiorentini Prefazione Apprestandomi a scrivere queste poche righe, il primo pensiero è stato quello di essere effet-tivamente un sindaco molto fortunato: avere sul proprio territorio un istituto scolastico comprensivo capace non solo di ottima qualità di insegnamento ma anche promotore di inizia-tive culturali di grande importanza. Qui sta la conferma del riconosciuto valore della nostra scuola, costruito in anni di impe-gno, serietà, professionalità, coinvolgimento del corpo insegnanti e degli alunni. Iniziative realizzate con passione ed intelligenza, attente 4
  • 7. 5 mentazione aiuta a mantenere la memoria sto-rica della scuola e attraverso questo contribui-sce ad esplicitarne l’identità assolvendo a diffe-renti bisogni quali: favorire il lavoro collegiale, facilitare la progettazione educativa, valorizzare l’impegno degli studenti, favorire processi di metacognizione. Tale documentazione colloca la Scuola nel Territorio, valorizza risorse e potenzialità umane e materiali, recepisce le istanze del per-corso di Autonomia delle Istituzioni Scolastiche previste per legge e deve essere conosciuta dal maggior numero di persone, Enti, Associazioni, Aziende che, a vari livelli, si interessano della scuola. Il Collegio Docenti nell’anno scolastico 2004/05 ha approvato il Progetto “Documentare la scuola” ed ha istituto un gruppo di lavoro per raccogliere e selezio-nare i lavori prodotti dalle varie scuole negli ultimi anni. I documenti scelti rappresentano soltanto una minima parte delle attività/percorsi con-dotti dall’Istituto Comprensivo, da sempre attento alle sollecitazioni e problematiche del territorio. La seguente pubblicazione verrà integrata da un CD multimediale che offrirà la possibilità di visionare processi e percorsi educativo-didattici. Il lavoro, realizzato dai docenti con la collabo-razione di enti, associazioni e imprese, è stato motivato sia dal punto di vista progettuale che operativo dalla volontà di mantenere viva la presenza e il ricordo di Don Mauro Costantini, anima di tante iniziative scolastiche e personalità di spicco del territorio. Promotore e fautore di significativi percorsi didattici, Don Mauro ha lasciato un segno concreto in molte pagine di tale pubblicazione. Per questa motivazione, "Custode del futuro: percorsi didattici tra territorio, identità e memoria" risulta a lui dedicata. Inoltre, a testimonianza del suo valore, impe-gno e operato profuso a scuola e sul territo-rio, l'Istituto Comprensivo di Serra San Quirico sarà intitolato "Don Mauro Costantini" in occasione del II anniversario della sua morte. Un ringraziamento particolare va alla sig.ra Marisa Giacometti, a Giuseppe Bartelucci e a Luca Alfieri per il contributo fondamentale offerto alla realizzazione dell’opera; al prof. Antonio Orfei per il coordinamento dell’opera; alla dott.ssa Anna Maria Morici per la cura del-l’archivio; a Massimo Martizzi per la digitalizza-zione di tutta la documentazione dei lavori; a tutto il personale docente e non docente delle scuole dell’Istituto Comprensivo che ha contribuito negli anni alla realizzazione delle attività che costituiscono l’oggetto del presen-te volume. L’opera è stata realizzata con il contributo della Provincia di Ancona, della Comunità Montana dell’Esino-Frasassi e del Comune di Serra San Quirico e con il patrocinio della Regione-Ufficio Scolastico Regionale. Luciana Remaggi Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale di Serra San Quirico Presentazione L’Istituto Comprensivo, che coordina l’attività didattica delle Scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado del territorio dei Comuni di Serra San Quirico, Mergo e Rosora, negli ultimi decenni ha promosso una moltepli-cità di attività scolastiche tra le cui finalità c’è quella di trasformare l’alunno in cittadino con-sapevole. Attraverso sperimentazioni, laboratori, esplora-zioni, si è prodotta una documentazione impo-nente e multidisciplinare, un vero e proprio giacimento culturale che arricchisce la comu-nità. Tale processo ha favorito la consapevolezza individuale e collettiva di appartenenza ad un territorio di grande qualità che è stato a lungo marginalizzato e sottovalutato. In questo contesto l’insegnante non è solo “trasmettitore” di conoscenze ma anche “facilitatore” di contatti formativi e di relazioni tra Scuola e Territorio anche attraverso una valida comunicazione esterna alla scuola con la comunità che ci circonda e di cui facciamo parte. Abbiamo bisogno di comunicare bene per non rimanere soli, per trovare alleanze, per meglio realizzare la nostra azione concreta di cambia-mento. In un contesto d’innovazione, la valuta-zione delle pratiche e dei processi messi in atto, del proprio lavoro, degli allievi, degli obiet-tivi educativi assumono maggiore importanza per riflettere criticamente sul proprio agire professionale. All’interno dell’istituzione scolastica la docu-
  • 8.
  • 9. Storia della scuola Genga, Mergo e Rosora. L’amministrazione della Scuola Elementare e Materna (quest’ultima dal 1968) si è protrat-ta pur con alterne vicende che hanno coinvol-to i due Circoli limitrofi di Sassoferrato e Castelplanio, fino all’a.s. 1995/96; dal 1° set-tembre 1996 la Direzione Didatica è stata tra-sformata, ai sensi della Legge n.97/1994, in Istituto Comprensivo di Scuola Materna Elementare e Media ed è anche stata ristruttu-rata nel territorio in quanto ha perso il Comune di Genga ed ha acquisito la Scuola Media di Serra San Quirico. Successivamente, nell’a.s. 1997/98 è stata annessa all’Istituto anche la Scuola Media di Angeli di Rosora. Le due Scuole Medie sud-dette esistevano già nei primi anni ’60, l’una autonoma fino al 1989 e l’altra sezione stacca-ta a Castelplanio. Quello fin qui esposto è solo un breve excur-sus delle origini e delle varie vicessitudini delle scuole del nostro territorio. Un grande arricchimento culturale e morale sarebbe per tutti noi consultare gli archivi sto-rici esistenti della scuola, dai quali trapelano la vita, i sentimenti, i problemi e le aspettative realizzate dai nostri predecessori che tanto hanno dato a questi luoghi, a testimonianza di un forte connubio tra scuola e territorio. Connubio che traspare in ogni iniziativa o pro-getto realizzato nelle scuole del nostro Istituto. Oggi come allora il legame tra scuola e terri-torio è molto forte e questo è un valore che mai deve perdersi. Da notizie acquisite tramite la consultazione dell’archivio storico comunale, l’archivio della nostra istituzione scolastica e i testi del Francesconi e del Gaspari, siamo in grado di ricostruire una breve storia dell’istruzione a Serra San Quirico. Nel XIII secolo i Monaci Silvestrini, presenti nel territorio serrano, fondavano una scuola con una cattedra di lettere greche. Il Comune nel XV secolo istituiva permanen-temente il maestro pubblico per la scuola che allora era denominata Ginnasio. Nel 1700 il Comune incaricava i curati di impartire l’istruzione ai giovani delle frazioni di Domo, Sasso e Rotorscio, mentre nel cen-tro storico vi era un maestro per i maschi e una maestra per le femmine. Anche nel XIX secolo l’istruzione nel Comune serrano continua ad essere molto fiorente: vengono istituite le scuole serali, l’amministra-zione comunale sussidia una biblioteca comu-nale e con l’aiuto economico di alcuni cittadini si predispone l’apertura di un asilo infantile. Intorno alla fine del 1800 diversi giornali sia locali che nazionali ed alcuni periodici didattici parlano con lode delle scuole elementari del Comune di Serra San Quirico, il quale, fra l’al-tro, è il primo di tutta la provincia ad applicare nelle proprie scuole la legge dell’istruzione obbligatoria. Agli inizi del ‘900 Serra San Quirico è sede di Direzione Didattica Governativa o di Circolo Direttivo che comprendeva i Comuni di 7
  • 10. Il Progetto sperimentale di Educazione Ambientale è un’ini-ziativa dell’Istituto Comprensivo Statale che si è posta come obiettivo la conoscenza e la valorizzazione dei beni ambien-tali, storici e artistici dei comuni di Serra S.Quirico, Mergo e Rosora e la produzione di materiali didattici multimediali che possano essere fruiti sia dagli alunni della scuola sia da alunni di altre scuole del territorio regionale. Il progetto ha riguardato attività finalizzate a: • conoscere il proprio paese; • sviluppare lo spirito di esplorazione; • rapportarsi col mondo esterno alla scuola; • imparare a lavorare in collaborazione e vivere relazioni positive con i compagni e con gli adulti; • vivere la natura, imparare ad amarla e rispettarla; • ideare, progettare e realizzare strumenti comunicativi e informativi reali; • utilizzare tali strumenti per descrivere, osservare, approfondire; • utilizzare le nuove tecnologie informatiche all’interno di un progetto culturale significativo; • costruire nuove conoscenze più che ad acquisire informa-zioni; • coinvolgere nel progetto educativo tutte le agenzie della formazione; • superare la divisione fra le "materie" di studio; • modificare i ruoli tradizionali dell’insegnante e dell’alunno promuovendo le capacità degli alunni e ponendo gli inse-gnanti stessi in condizione di studenti-ricercatori. In una prima fase del progetto ciascuna scuola ha svolto un’attività di ricerca sul proprio territorio raccogliendo una molteplicità di materiali documentari anche attraverso la realizzazione di visite didattiche; al termine sono stati pro-dotti cartelloni, foto, filmati, ecc.. Questi i 3 temi proposti attraverso un curricolo verticale: • Ricerca di tracce del passato: castel-lo, mura, torri, “copertelle”... • Esplorazione degli aspetti dominanti del territorio: paese, angoli verdi, strutture ludiche, strade... • Parco della Gola della Rossa e di Frasassi: - istitutzione e loca-lizzazione - aspetti naturalistici - risorse artistiche: Abbazie di S.Vittore e di S.Elena • Analisi socio-eco-nomica dal ‘900 ad oggi • Costituzione del Parco, motivazioni • Esplorazione degli aspetti dominanti dell’ambiente natu-rale: monte, fiume, collina, fossi, calan-chi, canneto... • Esplorazione delle caratteristiche prin-cipali legate alla flora, alla fauna, ai colori, ai suoni dell’ambiente • Il fiume Esino e Sentino • Flora e fauna: caratteristiche della nostra zona • Bosco di conifere • Bosco ceduo (fun-ghi) • Prati M.Murano • Acquedotto Gorgovivo • Piante officinali • Fauna, animali estinti (lontra,orso, lupo, acquila) • Le rocce del M.Murano • La Grotta del Mezzogiorno • Progetto didattico “Pim, Pam”: - animazione teatrale - esplorazione realistica, fantastica, corporea e virtuale - rielaborazione delle esperienze - documentazione • “Lettura” del teri-torio su carte geo-grafiche • Documentazione ed esperienze • Animazione tea-trale • Realizzazione del plastico del Parco in collaborazione con la scuola media • Le vie dei pellegri-ni nel corso della storia • S.Ansovino • S.Bartolo Scuola Media Scuola Elementare Scuola dell’Infanzia L’ambiente Territorio Ambiente fisico Itinerari Progetto sperimentale di Educazione Ambientale
  • 11. In una seconda fase i materiali prodotti dai 3 gruppi di lavo-ro (materna, elementare e media) sono stati immessi in internet sotto forma di pagine WEB attraverso la disponibi-lità della rete della Provincia di Ancona denominata PAN-NET. Le metodologie alle quali si è fatto ricorso per realizzare il progetto sono state: • la pratica del gioco come invito a proporre contesti didat-tici all'interno dei quali l’apprendere sia esperienza piacevole e gratificante; • l’attività di ricerca, individuale e di gruppo, come momento di responsabilizzazione dei i ragazzi e di organizzazione del pensiero, capacità cruciale nel moderno mondo della comu-nicazione e del lavoro; • l’impiego di strumenti multimediali che, oltre ad essere estremamente motivanti, danno il senso di disporre di risor-se per il saper fare e consentono di non disperdere, ma valorizzare forme di intelligenza intuitiva, empirica e immagi-nativa, assai diffuse tra i ragazzi. valore • Valorizzazione e conservazione della realtà ambientale e culturale • Qualificazione dell’ambiente e del bene culturale come patrimonio di ciascuno SCUOLA INDIVIDUO IDENTITÀ Sociale Culturale Ambientale conoscenza appartenenza TERRITORIO L’ambiente Progetto Educazione Ambientale a.s. 1999/2000 • Condivisione di scelte educative • Collaborazione nelle iniziative • Esplorazione del proprio ambiente naturale • Esplorazione del proprio ambiente socio-culturale • Confronto con gli altri ambienti naturali e socio-culturali • Partecipazione alle iniziative locali • Fruizione delle risorse naturali • Consapevolezza di entità territoriali più ampie 9
  • 12. L’ambiente Le vie antiche Tra i castelli MOTIVAZIONE Adesione al progetto di Educazione Ambientale d’Istituto: valorizzazione dei beni storico-artistici del territorio. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Esplorazione, ricerca storico-artistica, documentazione sui castelli di: • Serra San Quirico • Rosora • Rotorscio • Mergo Il lavoro è stato documentato in pagine web. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA ANNO SCOLASTICO 1999/00 10
  • 13. 11 L’ambiente Le testimonianze monastiche MOTIVAZIONE Adesione al progetto di Educazione Ambientale d’Istituto: valorizzazione dei beni storico-artistici del territorio in occasione dell’anno giubilare 2000. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Esplorazione, ricerca storico-artistica, valenza religiosa, documentazione sui siti monastici: • Sant’Elena • Valdicastro • Sant’Urbano • Santa Maria delle Stelle • San Bartolo della Castagna • Grottafucile • Santa Maria del Mercato • Santa Lucia • San Quirico • Eremo delle Grotte Il lavoro è stato inserito nel CD “ A piccoli passi” e tra-dotto in pagine web. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1999/00 Le vie antiche
  • 14. 12 L’ambiente Le vie della natura A scuola nel Parco MOTIVAZIONE • Fare esperienze di lavoro di gruppo per lo studio del-l'ambiente • Conoscere aspetti fonda-mentali di scienze naturali: zoologia, botanica e geologia del Parco • Ricercare e studiare fossili per leggere la storia del nostro ambiente • Sperimentare l'aspetto edu-cativo del Parco • Utilizzare l'immagine foto-grafica • Esprimere impressioni ed emozioni suscitate dalla visita CONTENUTO SINTESI PERCORSO • Uscita per osservare, foto-grafare e descrivere attenta-mente l’ambiente del monte Murano nei suoi vari aspetti: geologia, zoologia e botanica • Attività di ricerca in classe • Preparazione di un libro con foto e testi su vegetazio-ne, animali e fossili del monte Murano e di un quaderno con le relazioni degli alunni contenente impressioni, emozioni, riflessioni sull’espe-rienza LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1998/99
  • 15. L’ambiente Le vie della natura Sono evidenti, nella scelta dei personaggi animati, le relazioni con l’ambiente e la natura. Oltre a semplici storie aventi come riferimento la natura, è stata proposta in primo luogo la celebre fiaba di “Jack e il fagiolo magico”, per un giusto equilibrio tra finzione e realtà, adatta anche in quanto può aprire i bambini verso l’esplo-razione dell’ambiente naturale e storico (castello). Dalla baracca antica dei burat-tini essi hanno narrato le loro storie, armati principalmente degli antichi strumenti dell’o-ralità e del gesto. Il Merlo ha altresì condotto i bambini nella baracca virtuale, dove il computer, creativa-mente utilizzato, diventa stru-mento di ascolto, rielabora-zione, produzione. Come documentazione del presente lavoro è stato realiz-zato un ipertesto dal titolo: Pim, Pam, Zippo,Tappo e Claclacla. Il lavoro in CDrom è stato presentato al Concorso nazionale “Il mio teatro in un CD” (Forlì 2001) risultando tra le scuole vincitrici. Pim Pam MOTIVAZIONE Esplorazione degli aspetti dominanti nell’ambiente a partire dal territorio in cui è localizzata ciascuna scuola: paese, angoli verdi, strutture ludiche all’aperto, strade, conformazione “fisica” (calan-chi, fossi, fiume, colline) e sto-rica del luogo (castello, mura, torri, copertelle…) … alla ricerca di tracce del passa-to… CONTENUTO SINTESI PERCORSO L’insegnante animatrice ha viaggiato da scuola a scuola con un grazioso bauletto (riferimento al castello), colo-rato e tappezzato di immagini floreali (riferimento alla natu-ra), tutto da aprire e in cui i bambini hanno scoperto cinque personaggi: • Pim, un pupazzo da mettere sul corpo a forma di bambino; • Pam, una pupazza da mette-re sul corpo a forma di bam-bina; • Zippo, una marionetta a fili a forma di cane; • Tappo, un burattino a guanto a forma di leprotto; • Claclacla, una marionetta a forma di rana; ed inoltre: • il Merlo Merghino, alla ricerca delle storie del terri-torio. QUADRI ESPRESSIVI Pim, Pam e… altri per narrar! E’ stato lo spettacolo del camminare… E’ stata l’amplificazione del piede… I bambini hanno infatti esplorato i sentieri veri dei nostri ambienti, in un gioco continuo tra realtà, fin-zione e fantasia. Ma è stato anche il camminare nei sentieri del cuore, passando per una porta molto grande, che si apriva proprio in quell’Anno Giubilare. Le stesse storie qui narrate con l’antica arte dell’oralità terminavano ciascuna con una festa, all’insegna della convivialità e degli antichi rapporti umani, basati sull’amore e sulle semplici cose. Le semplicissime storie, evocate da voci varie, sono state narrate nell’antica baracca dei burattini, che accoglieva gli stessi pupazzi scoperti tra le mura dei nostri castelli, entro un colorato baule. Un papà ed una mamma si sono trasformati, per l’occasione, in due fantastici burattinai. Di particolare rilievo la nuova baracca, quella virtuale, nello spettacolo collocata nel fondale e che seguiva in parallelo l’intero gioco animato, creando scenografie e coreografie in movimento.Tale baracca è stata attivata totalmente con il computer grazie ad un esperto operatore esterno, il quale ha curato la realizzazione di video (riprese ai castelli, ai campi, al nostro bellissimo e variegato territorio, nonché speciali video in “cromakey”) insieme all’insegnante animatrice. Chi però ha motivato l’uso del computer come Nuova Baracca è stato, nel corso dell’anno scolastico, un 6° personaggio: il Merlo Merghino che,“volando da un paese all’altro” raccoglieva le storie narrate dai bambini alle loro insegnanti. Quel “vero merlo” ha raccolto poi ogni storia in un CDrom esplorabile clic-cando su cinque icone relative alle storie delle cinque Scuole dell’Infanzia. A teatro ne sono state rac-contate due, utilizzando sia la baracca virtuale, sia le animazioni dirette dei bambini sul palcoscenico. Ssssssss….non sentite anche voi sulla terra piccoli passi che fanno “pim pam”?... LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA ANNO SCOLASTICO 1999/00 13
  • 16. 14 L’ambiente Le vie della natura se ne fa è gradevole e diver-tente. Il Professor Lorenzo un bel giorno ha portato con sé un grosso e simpatico gatto (Gatto Mimmo…) che, osser-vando quanto accade nella fattoria in cui vive con il Professor Lorenzo, ha raccon-tato tutto ciò che lì ha visto con quel suo occhio aperto (mentre con l’altro chiuso dormiva…). Ciò che Mimmo ha visto era relativo al rac-conto di “C’era una volta il coniglietto Batuffolo…”, sinte-tizzato e rielaborato dall’inse-gnante animatrice in un CD da visionare al computer, oltre a storie varie, presenta-te invece con modalità e stra-tegie scelte da ciascuna Scuola dell’Infanzia. Ogni scuola, pur nello sfondo comune della fattoria, ha potuto quindi scegliere un racconto specifico su cui ha lavorato in maniera più approfondita per la propria rappre-sentazione teatra-le. MOTIVAZIONE E’ stato scelto questo argo-mento in quanto ritenuto adatto ai bambini della Scuola dell’Infanzia per il loro natura-le e positivo rapporto con gli animali, mentre “La fattoria degli animali” di George Orwell, è risultato un conte-nuto interessante nel percor-so teatrale della Scuola Secondaria di primo grado, come risvolto dell’argomento stesso. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Un bel giorno… i bambini hanno trovato sul tappeto, luogo privilegiato per il gioco di animazione, un pupazzo, il Professor Lorenzo (ossia Konrad Lorenz, autore de “L’anello di re Salomone”), studioso, ricercatore soprat-tutto nel campo degli anima-li… che subito ha preso vita grazie alle insegnanti di cia-scuna Scuola dell’Infanzia. Questo personaggio portava ai bambini, nella sua valigia a bolli, tanti animaletti, quelli della fattoria.A questo punto le scuole si sono diversificate tra loro nella scelta del mediatore, ma certo è che qualsiasi contenuto diventa interessante per i bambini quando la mediazione che laboratori musico-teatrali. Sono state anche inventate filastrocche in rima, alcune delle quali animate durante i laboratori musico-teatrali, un’interessante iniziativa pro-mossa dall’Istituto Comprensivo di Serra San Quirico ed aperta a tutta la regione. Tra le narrazioni scelte, oltre a quella di Batuffolo (che la Scuola dell’Infanzia di Rosora ha rielaborato nel proprio spettacolo teatrale), sono state scelte:“I musicanti di Brema” (rappresentata dai bambini della Scuola dell’Infanzia di Castellaro, durante il proprio laborato-rio) e “Gallo Cristallo” (dai bambini della Scuola dell’Infanzia di Mergo). Il percorso ha previsto inol-tre: • la visita di una vera fattoria; • la rielaborazione di una fattoria murale a scuola con tutti gli animali presentati dal Professor Lorenzo; • la strutturazione di un ango-lo ludico comprendente fatto-rie tridimensionali (in questo senso il gioco della fattoria è diventato uno spazio, un tempo, un gioco tutto da gestire, da inventare ed in cui i bambini, in piccoli gruppi, rielaboravano, ricostruivano il proprio vissuto, personalmen-te e con grande piacere); • la rielaborazione espressiva di quanto vissuto, fino alla realizzazione di spettacoli vari presentati all’interno dei labo-ratori musico-teatrali. Il percorso condotto dall’in-segnante animatrice, ha avuto inizio con un questionario Ogni Scuola dell’Infanzia ha ricevuto dall’insegnante ani-matrice un CD contenente diversi brani musicali, nonché canzoni relative all’argomento scelto, poi animate da ciascun gruppo di bambini. In modo specifico hanno lavorato su alcuni canti animati la Scuola dell’Infanzia di Rosora, presentati nel corso dello spet-tacolo teatrale e le Scuole dell’Infanzia di Angeli e Borgo Stazione duran-te i propri Animali in fattoria
  • 17. L’ambiente Le vie della natura 15 (o indagine conoscitiva) in cui la stessa sottoponeva a cia-scun ragazzo alcune domande per individuare le aspettative che ciascuno riponeva nel laboratorio teatrale stesso. Da questo momento in poi è iniziato un rapporto costan-te tra l’esperta e i ragazzi che ha avuto la sua fase più opera-tiva dal mese di gennaio 2005. I primi giochi sono stati quelli diretti alla conoscenza di sé, delle proprie possibilità espressive, ma anche degli altri. Alcuni di essi sono stati ripresi e applicati durante la realizzazione espressiva del canovaccio teatrale, crea-to dall’insegnante sulla base delle sintesi di ciascun alunno, che erano state effettuate dopo la visione del film relati-vo al testo di Orwell.Tale era il coinvolgimento emotivo durante la visione (mediata) che alcuni hanno reagito con l’espressione visiva e verbale dei sentimenti e delle emo-zioni scaturite durante la visione stessa. La scelta dei ruoli espressivi è stata più volte oggetto di analisi e negoziazione, così come trovare soluzioni sceni-che (alcune delle quali realiz-zate dai ragazzi stessi), il repe-rire oggetti utili alla propria immedesimazione. Unanime la scelta di non usare oggetti di immedesimazione per gli ani-mali (difficile tema con ragazzi così grandi, il cui effetto finale ha superato le aspettative dei ragazzi) bensì i trucchi da volto. Il lavoro è stato con-dotto serenamente e in maniera molto produttiva. Al termine di ogni spettacola-zione veniva effettuata una conversazione su tutti gli aspetti di una messinscena. Tra i ragazzi presenti nel gruppo ve ne erano alcuni che avevano già realizzato esperienze di teatro con la stessa insegnante animatrice. Ciò è risultato un fatto molto positivo, che ha consentito di osservare nel tempo alcuni aspetti dell’espressività di cia-scuno sviluppata in un senso o in un altro, e di ricordare fatti, contenuti, espressioni legate al proprio personale vissuto. L’insegnante ha potu-to allora spiegare tecnicamen-te certe soluzioni teatrali, alcuni tecniche di animazione, il perché della scelta di un ruolo espressivo anziché di un altro per quel bambi-no... nei tempi passati. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 2004/05
  • 18. 16 L’ambiente Le vie della natura Animali in fattoria …Il tutto entro una…vera fatto-ria, tridimensionale, dove gli oggetti e gli “arredi” erano stati collocati pensando proprio ad una fattoria…. Lo spettacolo teatrale che ha preso vita nello spazio scenico del Teatro Santa Maria del Mercato di Serra San Quirico, ha posto in evidenza il contrasto tra una allegra, sana, simpatica fattoria animata dai bambini della Scuola dell’Infanzia di Rosora e una fattoria caduta nel tempo in una situazione di disagio a causa del contrasto tra il fattore e gli animali ed ani-mata dai ragazzi della Scuola Secondaria di primo grado di Angeli. Il tutto ha ripreso il tema degli animali e del loro sereno rapporto con l’uomo secondo quanto delineato da Konrad Lorenz ne “l’anello di Re Salomone” tramutato qui in “Professor Lorenzo” e da George Orwell nel suo famoso testo “La fattoria degli animali”. Ne è scaturito un intreccio par-ticolare che ha reso molto inte-ressante ed articolato un sem-plice tema come quello della fattoria. Sia i bambini sia i ragazzi hanno dato vita a situazioni espressive molto auto-nome, dove tutti, assai motivati, esprimevano il proprio ruolo espressivo con gioia e senso di responsabilità. I bambini della Scuola dell’Infanzia si sono mossi nello spazio scenico con molta disinvoltura rispettando quanto deciso insieme, sul tap-peto, durante l’attività di anima-zione, ma anche improvvisando situazioni personali. Si è portato a teatro quanto avvenuto a scuola, attraverso due video cromakey davvero significativi e realizzati davanti ad uno schermo verde, quindi “lavorato” con maestria da un esperto operatore tecnico. I due video iniziali sono serviti come presen-tazione concreta dello spettaco-lo stesso. Ciascun bambino, dopo aver scelto a scuola il proprio ruolo espressivo (animale della fattoria), ha realizzato la pittura della propria maglia e con sem-plici ma efficaci accessori ha effettuato danze, mimi, giochi espressivi, canti animati… I ragazzi più grandi hanno quin-di proseguito lo spettacolo tea-trale personificando uno o più ruoli espressivi, gestiti con vera autonomia e grande partecipa-zione. Il loro modo di prendere lo spazio scenico, così come la concentrazione anche quando attendevano il proprio turno (restavano sempre in scena), è stato un fatto notato da più persone che hanno assistito alla loro performance. In scena ha preso vita un nuovo testo, ricucito dall’insegnante animatrice sulla base delle varie sintesi che ciascuno aveva rea-lizzato dopo la visione a scuola del film relativo al testo di Orwell. E’ stato concordato insie-me a loro che la narrazione (e a ragione) dovesse essere sostenuta fuori-campo dall’inse-gnante animatrice anche per non dover togliere un ruolo espressivo ai ragazzi. La colonna sonora concordata durante l’attività laboratoriale ha rivelato la sua efficienza, in quanto permetteva allo spet-tatore di coinvolgersi nel conte-nuto quasi come fosse un film. Ai ragazzi è stata data l’oppor-tunità di esprimere la stessa tematica di “libertà” attraverso una danza finale su una musica scelta nel loro repertorio. Ne è scaturita una bellissima espres-sione fisica che, creata intera-mente da loro, li ha fatti esplo-dere in modo totale. LO SPETTACOLO:ANIMALI IN FATTORIA (dagli animali della fattoria alla fattoria degli animali)
  • 19. L’ambiente Le vie della natura Non solo cani e gatti mato delle situazioni propo-ste e vissute: utilizzo della mediazione del“professor Lorenzo”, ossia un pupazzo sapiente che ha promosso una continua azione di esplo-razione/ osservazione e riela-borazione dei dati del conte-sto naturale. Il personaggio animato ha mantenuto vivo l’interesse dei ragazzi e, attraverso l’attivazione del gioco di finzione, ha facilitato l’acquisizione di informazioni e conoscenze; • rielaborazione verbale, cor-porea e grafico pittorica delle esperienze: uso degli spazi• laboratori; • documentazione del per-corso: realizzazione di “sche-de scientifiche” su ciascun animale osservato/presentato. MOTIVAZIONE Il percorso segue l’interesse dei bambini per il mondo ani-male e trae motivazione dal-l’itinerario di animazione tea-trale “Gli animali della fatto-ria” con il quale condivide contenuti e strategia metodo-logica. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Viaggio nel mondo “animale” del nostro territorio: • gli animali domestici: “Gli animali della fattoria” (colle-gamento con il percorso di animazione teatrale); • gli animali selvatici collocati negli elementi: • terra; • acqua; • cielo. Il contenuto degli animali che vivono vicino a noi ha costi-tuito lo sfondo integratore delle proposte didattiche delle Scuole dell’Infanzia. Le scelte metodologiche seguite per lo sviluppo del percorso hanno fatto riferi-mento a: • esplorazione del territorio: visita ad una fattoria, osserva-zione diretta degli ecosistemi vicini alla realtà scolastica; • approccio e recupero ani- LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA ANNO SCOLASTICO 2004/05 17
  • 20. L’ambiente Tanti rifiuti: che fare?... Riusare, separare, riciclare Per ciascuna azione sono state attivate specifiche stra-tegie/ unità didattiche riassun-te in: • riusare: la bancarella delle semplici cose: attiva-zione del laboratorio di manipolazione che ha incenti-vato la raccolta e l’utilizzo del materiale di scarto per la realizzazione di tutti gli oggetti e i lavori prodotti nell’arco dell’anno scolastico, utilizzati poi per l’allestimen-to di una mostra in ciascuna scuola dell’Istituto; • separare: le isole ecolo-giche: visita all’isola ecologi-ca del paese e costruzione a scuola di appositi contenitori per la raccolta differenziata dei materiali; • riciclare: c’era una volta la carta: esperienze di rici-claggio della carta. L’Ente CIS che ha promosso il progetto, in collaborazione con gli Istituti Comprensivi partecipanti, ha organizzato una manifestazione finale e una mostra dove sono stati esposti tutti i prodotti realiz-zati. MOTIVAZIONE Il percorso è stato attivato in risposta alle sollecitazioni del territorio, in particolare dal Progetto CISINCONTRA proposto dal Consorzio Intercomunale Servizi, in un momento in cui era necessario promuovere la sensibilizzazione di tutti verso le problematiche eco-logico- ambientali e incentiva-re la raccolta differenziata dei rifiuti. CONTENUTO SINTESI PERCORSO L’itinerario ha interessato temi legati a: • il recupero creativo dei materiali/oggetti di scarto: carta/cartone, stoffa, legno, bottiglie di plastica; • le isole ecologiche: ubica-zione, connotazione delle “campane”, costruzione di contenitori per la raccolta dei rifiuti (carta e plastica) nell’ambiente scolastico, raccolta separata dei rifiuti a scuola; • il riciclaggio: esperienze di riciclaggio della carta. Le soluzioni emerse nello sviluppo del percorso costi-tuiscono una risorsa per il territorio e sinteticamente si identificano con le “parole d’ordine”: riusare, separare, riciclare. Le vie della natura LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA ANNO SCOLASTICO 2003/03 18
  • 21. L’ambiente Le vie della natura 19 Il fosso di Rosora MOTIVAZIONE Conoscere gli ambienti tipici del territorio: il fosso di Rosora, un percorso naturali-stico. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Itinerario multidisciplinare realizzato a classi aperte, con gruppi di alunni eterogenei per età. La documentazione con ipertesto multimediale è stata realizzata dalle classi 3°, 4°, 5°. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2000/01
  • 22. 20 L’ambiente Le vie della natura Il fiume Esino MOTIVAZIONE Esplorare, conoscere, studiare un elemento naturale del nostro territorio considerato dal punto di vista geografico e scientifico. Il lavoro si colloca nell’ambito delle attività interdisciplinari della scuola media di Serra San Quirico sviluppate intor-no al tema dell’acqua quale risorsa del territorio di appartenenza. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Nello specifico delle classi seconde i contenuti sono centrati sul fiume Esino con particolare riguardo per gli aspetti faunistici e floristici, secondo la logica dell’ap-profondimento e della forma-lizzazione dei percorsi e delle esperienze iniziate preceden-temente. Le conoscenze acquisite, sono state tradotte attraver-so attività di laboratorio, in un documento multimediale. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 2002/03
  • 23. L’ambiente Le vie della natura Centrale Sant’Elena MOTIVAZIONE • Uso dell’acqua per la pro-duzione LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1985/86 di energia integrativa • Valorizzazione delle fonti di energia rinnovabili CONTENUTO SINTESI PERCORSO Produzione di energia idroe-lettrica sul territorio: • visita alla centrale di Sant’Elena; • studio delle fonti energeti-che; • attività di laboratorio ed esperimenti pratici; • elaborazione dati; • realizzazione di documenti fotografici, testuali e grafici. 21
  • 24. L’ambiente Le vie della natura Gorgovivo MOTIVAZIONE • Conoscenza dell’elemento acqua • Valorizzazione e salvaguardia della risorsa naturale • Educazione ad un uso corretto e responsabile CONTENUTO SINTESI PERCORSO Il percorso didattico, a carat-tere multidisciplinare, è fina-lizzato all’esplorazione e alla conoscenza della sorgente e dell’acquedotto di Gorgovivo attraverso visite guidate, ana-lisi e rielaborazione dei dati. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1997/98 1998/99 22
  • 25. L’ambiente Le vie della natura Fontinalia MOTIVAZIONE • Adesione Progetto Ambiente d’Istituto: valorizza-zione delle risorse naturali e storico artistiche del terri-torio • Partecipazione Progetto e Concorso CISINCONTRA • Partecipazione Concorso FAI CONTENUTO SINTESI PERCORSO Fons, dio delle sorgenti, è venerato dagli antichi roma-ni il 13 ottobre: da qui nasce la festa di Fontinalia. Miti, poesie, documenti stori-ci, foto, disegni tra fonti, fon-tane e fontanelle di Serra San Quirico. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2002/03 23
  • 26. 24 L’ambiente Le vie della natura Le fontane raccontano MOTIVAZIONE Il lavoro è stato sollecitato dalla necessità di scoprire, valorizzare e tutelare la risor-sa naturale dell’acqua. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Esplorazione, studio e docu-mentazione sulle fontane del centro storico di Serra San Quirico: uso ed impor-tanza nel corso del tempo, dal medioevo ad oggi. Il percorso, a carattere multi-disciplinare, è stato sintetizza-to nella realizzazione di un manifesto. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1991/92
  • 27. L’ambiente Le vie della natura 25 Realizzazione di un piccolo arboreto MOTIVAZIONE • Conoscenza della flora autoctona del territorio • Progettazione dello spazio verde della scuola CONTENUTO SINTESI PERCORSO Gli alunni sono stati guidati alla conoscenza della flora tipica del territorio attraver-so un percorso di ricerca scientifica. La necessità di organizzare lo spazio esterno della scuola ha sollecitato le classi a: • progettare la realizzazione del giardino; • costruire una piantina del plesso e dell’area circostante in scala 1:50; • pianificare la messa a dimo-ra delle specie floristiche sulla base delle esigenze di vita delle piante stesse. La realizzazione dell’arboreto è stata condotta in collabora-zione con l’Amministrazione Comunale che ha fornito materiali e risorse utili alla realizzazione del progetto. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 2001/02
  • 28. 26 Le nostre vie evoluzione nel tempo, con-fronto tra passato e presente. I lavori prodotti, foto, testi e carte topografiche, sono documentati e raccolti in un apposito album. L’efficacia delle attività è stata garantita: • dalla connotazione pratica e laboratoriale che ha interessa-to e stimolato tutti gli alunni. • dalla valenza interdisciplinare che ha coinvolto tutto il grup-po docente nella programma-zione e nella correlazione con altri percorsi in atto nella scuola. MOTIVAZIONE Il percorso, inserito nel pro-gramma del Progetto di edu-cazione ambientale d’Istituto “Il nostro Paese”, è finalizzato all’approfondimento dell’iden-tità culturale e sociale di cia-scuno. Gli alunni sono stati motivati all’attuazione dell’itinerario attraverso: • il coinvolgimento nella pro-grammazione dei lavori di gruppo e delle attività di laboratorio; • l’esecuzione di esperienze pratiche; • le escursioni e le visite gui-date nel paese; • la rielaborazione dei dati al computer. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Il percorso ha trattato e svi-luppato temi legati a: • le nostre vie: analisi fisica, denominazione, collocazione geografica, documentazione fotografica; • personaggi storici, religiosi, letterari, politici che danno il nome alle vie: identificazione, ricerca e studio dei personag-gi “famosi”; • tipologia e nomenclatura di strade significative: storia ed LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2001/02 L’ambiente
  • 30. 28 Un merlo viaggiatore… nelle storie dei bambini Pim dice: “ehi ragazzi, qui manca l’amico merlo!!! Stava con noi nel baule, ora era il suo turno…”. Replica Tappo:“E’ sempre il solito, non riesce a star fermo un minuto al suo posto…”. Sottolinea Claclacla: “Senti chi parla!”. Afferma Zippo:“Beato lui, che ha le ali, così il cacciatore non riesce ad acchiapparlo!”. Continua Pam:“Zitti zitti, proviamo a chiamarlo”. Niente da fare il merlo non c’è!!!! Di qui l’esigenza di ipotizzare questo personaggio: • Chi è • Da dove viene • Come sarà fatto I bambini hanno risposto attraverso la verbalizzazione, in momenti di circle time e, graficamente, con disegni esemplificativi. Intanto a Mergo, una mamma aveva acquistato un merlo vero che, per un certo perio-do, ha vissuto in una gabbia, presentandosi come il merlo Merghino, dello stemma di Mergo. Questi era stanco di starsene appeso in uno stemma così…volando da un paese all’altro aveva raccolto le sto-rie inventate dai bambini che MOTIVAZIONE Allargare i confini dell’Istituto Comprensivo intrecciando, in un lavoro comune, scuole di un più vasto territorio. Le Scuole dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo erano inserite nel Progetto sperimentale A.L.I.C.E. e RETEMAR e nella sperimenta-zione “Il Gioco del Teatro”. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Laboratori musico-teatra-li e le storie del merlo viaggiatore Mediatori dell’intero percorso animato, cinque pupazzi trova-ti in un baule tutto colorato, tra vicoli e strade dei castelli dove ogni Scuola dell’Infanzia è localizzata (ad eccezione di Angeli, dove, in mancanza del centro storico, si è ovviato sfruttando le cantine dell’edi-ficio scolastico). A ciascun personaggio era collegata una semplice storia legata all’ambiente e alla natu-ra tipica del territorio. Ma un bel giorno i personaggi non hanno avuto più nulla da narrare, così nel baule viene trovato un foglio con su scrit-te le seguenti battute, animate dall’insegnante del...“tappeto”: all’altra. Il simpatico uccello, alla maniera di Internet e della posta elettronica, faceva viaggiare le storie con un CD. Intanto il merlo (che per i bambini di Mergo era una “merla”), però è uscito davve-ro dalla gabbia volando nel-l’immenso cielo e recuperan-do con ciò la libertà che i bambini tutti volevano dargli. Così i bambini di Serra San Quirico hanno scritto una e-mail ai bambini di Mergo, per spiegare loro l’accaduto, visto che il merlo era stato loro ospite e in un momento di disattenzione era da lì fuggito, cosicché i bambini di Mergo hanno subito risposto con un’altra e-mail. Lo stesso hanno fatto i bambini di Angeli, con un grazioso scrit-to. Ne è nata in tal modo una corrispondenza telematica molto motivante e graziosa. Un bel giorno… il merlo Merghino ha inviato ad altre scuole del territorio, alcune delle quali collegate in rete, una lettera d’invito a parteci-pare ai due laboratori musi-co- teatrali. Condizione necessaria per la partecipazione: l’invenzione di una storia, di un canto e la realizzazione in Power Point. Tale materiale, per la verità “raccolto” ed “ascoltato” dal merlo Merghino, è stato poi presentato nella seconda parte del laboratorio stesso. Nella prima giornata le due Scuole dell’Infanzia di Mergo e di Serra San Quirico hanno giocato con i bambini di Arcevia-Conce, Genga, Castelbellino Stazione, in uno spettacolo davvero interattivo e ricco di magici momenti. Nella seconda giornata, le tre Scuole dell’Infanzia di Rosora, Angeli e Castellaro, hanno interagito con i bambini di Cupramontana,Arcevia- Palazzo, Castelbellino Stazione. Quest’ultima giornata, in par-ticolare, ha dato vita ad un’in-teressante strategia dove, più che mai, si è concretizzata una nuova forma di “teatro pedagogico”, che coniuga in sé sia il “teatro dei ragazzi” (cioè quando i bambini delle nostre scuole erano gli anima-tori di certe situazioni), sia il “teatro per i ragazzi” (cioè quando gli spettatori diventa-no protagonisti del gioco ani-mato, presentando agli altri i loro prodotti). Il simpatico evento è visitabile nel sito http://digilander.iol.it/iltappe-tomagico, dove le storie pre-sentate nei due laboratori sono navigabili in una mappa tutta sensibile, compreso lo stesso merlo viaggiatore! Il percorso è stato altresì documentato in un CDrom, ora a disposizione anche dei bambini e dei genitori. Sono stati gli stessi bambini a scan-dire i propri disegni, in un’e-sperienza motivante ed inte-ressante. E i bambini ricordano bene quel simpatico merlo viaggia-tore che riusciva a narrare le loro storie dopo che questi le ascoltava uscire dalle loro bocche, mentre la maestra: “scriveva...scriveva... scriveva!!!” incontrava nelle Scuole dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo di Serra San Quirico. …Ma parliamoci chiaramente! Come ha fatto il merlo a par-lare ai bambini? Dopo aver raccolto le ipotesi dei bambini circa l’identità del merlo, un giorno i bambini hanno trovato nel baule un CDrom che soltanto il com-puter poteva aprire. Che emozione!!! Lì c’era il merlo con una simpatica voce, in un programma assai carino, raffigurante l’ambiente naturale del merlo in opere d’arte. Il tutto culmina in cinque bot-toni, ricollegabili ciascuno alle storie che i bambini avevano già inventato. L’esplorazione nel CDrom, stimolando una forte atten-zione, creava una situazione tangibile di alta motivazione. E’ stato allora che il compu-ter, da strumento tecnologico, è divenuto una sorta di barac-ca virtuale capace di narrare, evocare ed emozionare nelle voci, nei suoni, nei segni…. Ritrovare lì le tracce del pro-prio vissuto (legato anche all’esperienza della lettoscrit-tura) e conoscere quello degli altri bambini delle altre scuo-le, è stato un po’ come volare con il merlo, da una scuola LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA ANNO SCOLASTICO 1999/00 Valorizzazione dei beni artistici
  • 31. Valorizzazione dei beni artistici 29 Catalogazione beni storici: portali e affreschi MOTIVAZIONE Sensibilizzare i giovani sui temi della salvaguardia e con-servazione del patrimonio storico-artistico. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Analisi, documentazione foto-grafica e catalogazione dei beni artistici “minori” come i portali attraverso delle schede elaborate sul tipo della sovrintendenza. Realizzazione di un depliant illustrativo con piantina del centro storico di Serra S. Quirico e quaderni illustra-ti editi a cura della Pro Loco e del Comune. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO Portali 1991/92 Affreschi 1992/93
  • 32. Valorizzazione dei beni artistici Criptae Focilis: un Eremo da salvare Serra San Quirico, che ha impegnato per più anni il lavoro degli alunni, ha favorito la ricerca su vari aspetti: dalla ricerca sulla vita e mestieri negli antichi monasteri, alla ricostruzione della struttura architettonica in un plastico, alla delimitazione ed indicazione del sentiero di accesso all’Eremo, all’indivi-duazione dei rischi in cui incorrono i pochi ruderi rima-sti ed alla conseguente sensi-bilizzazione degli enti pubblici. La riscoperta dell’Eremo di Grottafucile ha favorito l’im-pegno didattico degli alunni, coinvolgendo varie discipline (lettere, storia, geografia, edu-cazione artistica, educazione tecnica, educazione fisica, reli-gione cattolica) ed i rispettivi docenti, con specifiche visite d’istruzione, lavori di gruppo, coinvolgimento di esperti, rap-porti con le istituzioni del territorio.Tutti momenti che hanno particolarmente inte-ressato i ragazzi, che hanno potuto verificare concreta-mente le loro abilità nei vari settori. MOTIVAZIONE • Promuovere la conoscenza della storia e dell'architettura dell'Eremo di Grottafucile • Far conoscere lo stato di degrado del bene storico-arti-stico • Sollecitarne la salvaguardia • Inserirlo nell'elenco dei beni censiti dal FAI • Utilizzare l'immagine foto-grafica e digitale CONTENUTO SINTESI PERCORSO La Scuola Media di Serra San Quirico da diversi anni realiz-za delle attività sui beni ambientali, architettonici e storico-artistici del territo-rio. La ricchezza ambientale ed artistica di Serra, la sensi-bilità degli insegnanti e la risposta positiva degli alunni hanno favorito il consegui-mento di questo obiettivo, che ogni anno si è fatto per la verità più ambizioso e ben motivato ed è stato raggiunto con maggiore perfezione. Anche la popolazione e le istituzioni hanno sempre più apprezzato e favorito questo inserimento della scuola nella realtà locale. La riscoperta dei ruderi dell’Eremo di Grottafucile, nel territorio del comune di Fabriano ma nei pressi di LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1994/95 1995/96 30
  • 33. 31 Grottafucile otto anni dopo: “La voce dell’Eremo” CONTENUTO SINTESI PERCORSO L'Eremo di Grottafucile, appartenente territorialmen-te al comune di Fabriano ma sorto nei pressi di Serra San Quirico è, nella consapevolez-za di tutta una popolazione, un monumento da salvare. Di esso restano pochi ruderi; si tratta di uno dei pochi casi di eremi rupestri della regio-ne Marche, di cui due sono posti proprio nella Vallesina, a poca distanza fra loro (l'Eremo delle Grotte di Cupramontana e quello, appunto, di Grottafucile). Il sito dell'Eremo è all'interno del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi, alle pendi-ci del monte Rovellone, ed il suo recupero ha una valen-za sia architettonica che natu-ralistica. Il recupero architettonico è possibile a partire dai rude-ri esistenti e da una pianta, redatta da un agrimensore alla fine dell'Ottocento quan-do erano ancora visibili le basi della costruzione. È pos-sibile, oltre che rinforzare le parti murarie esistenti, ripor-tare alla luce il perimetro con uno scavo che supera di poco la pulizia del terreno. Questo per la parte costruita in muratura dai monaci. Altrettanto importante è risanare e conservare i primissimi vani dell'Eremo ricavati nella roccia viva, che scende a formare uno spazio coperto con delle piccole ulteriori cavità nella parte bassa, dove appunto i monaci dimorarono. Questo aspetto del recupero, ha anche un significato naturalistico, per il rispetto di tutta la roccia e delle sue cavità, oltre che per la flora e fauna presente nel sito e particolarmente dif-fusasi tra i ruderi. La fruibilità turistico culturale dell'Eremo non è difficile, per-ché visitare il sito richiede mezz'ora di cammino a piedi, da accessi poco fuori della superstrada Ancona-Roma, dalla quale, tra l'altro, per chi proviene da Roma, è possibile notare i ruderi, nonché la grande cava, oggi ferma, che avrebbe potuto causarne la definitiva scomparsa. La Scuola Media di Serra San Quirico, raccogliendo una istanza forte del territorio, ha lavorato al recupero del valore dell'Eremo, sensibiliz-zando gli alunni attraverso un progetto di conoscenza e di documentazione e propo-nendo un Progetto di salva-guardia che cerca di coinvol-gere cittadini, Enti, Istituzioni, Aziende, Associazioni del ter-ritorio. In questo modo vuole affer-mare il ruolo strategico della scuola come Istituzione della Comunità Educante, in grado di offrire alle giovani genera-zioni valori, conoscenze, com-petenze che li rendano adulti attivi, responsabili, impegnati nel progettare il futuro, quindi cittadini a pieno titolo. Allo stesso tempo vuole pro-porre la scuola come Agenzia formativa capace di indicare percorsi significativi su cui investire energie e risorse, in un'ottica di sistema e di integrazione di azioni, per riaffermare la storia e l'iden-tità del territorio. È stato realizzato un DVD ed organizzato un convegno a cui hanno partecipato rap-presentanti del Comune di Serra San Quirico, della Comunità Montana dell’Esino-Frasassi e del monastero di San Silvestro di Montefano. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 2002/03 Valorizzazione dei beni artistici
  • 34. Valorizzazione dei beni artistici Giornate FAI Primavera MOTIVAZIONE • Sensibilizzare le giovani generazioni ai grandi temi della salvaguardia e conserva-zione del patrimonio artistico e naturalistico • Coinvolgere da subito i futuri cittadini nell’opera di protezione e tutela dei beni culturali e ambientali • Promuovere la conoscenza del centro storico e il deside-rio di valorizzarlo • Maturare il senso del bello • Utilizzare l'immagine foto-grafica, multimediale ed elet-tronica CONTENUTO SINTESI PERCORSO • Studio della storia di Serra San Quirico attraverso i documenti • Analisi approfondita dei beni artistici del paese con parti-colare riferimento alla Cinta muraria, alle Porte, al Cassero, alle Copertelle e alle Chiese di San Quirico e San Filippo • Partecipazione alle Giornate FAI di primavera con mini guide per la visita del centro storico di Serra San Quirico anche in lingua inglese e fran-cese LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 2003/04 32
  • 35. Valorizzazione dei beni artistici 33 La scuola adotta un monumento MOTIVAZIONE • Conoscere e promuovere la conoscenza dei beni artisti-ci e culturali presenti nel ter-ritorio • Conoscere la storia e l'ar-chitettura delle chiese del centro storico di Serra San Quirico • Sensibilizzare i giovani sul-l'importanza della conserva-zione e del restauro • Utilizzare l'immagine foto-grafica, multimediale ed elet-tronica CONTENUTO SINTESI PERCORSO • Visita e raccolta di materiale fotografico dopo i restauri • Studio storico e artistico della chiesa di Santa Lucia • Ricerca di materiale foto-grafico precedente i lavori di restauro • Confronto delle foto dei beni prima e dopo il restauro • Realizzazione del calendario in forma cartacea e di una videocassetta Fino a pochi anni fa i due cam-panili principali del centro stori-co di Serra San Quirico sembra-vano rincorrersi e gareggiare nel suono. Gli anziani ricordano in particolare il suono del campa-none di Santa Lucia, che si diffondeva attraverso colli e val-late, nonostante la cella campa-naria fosse troppo piccola per far esprimere tutta la sua potenza sonora. Altri ricordano come da giovani fossero stati incaricati per il suono delle cam-pane nei giorni di festa, sia dal basso con le corde, sia dall’alto direttamente con le mani. Poi, da diversi anni, le campane di Santa Lucia han preso a tacere, in seguito alla dichiarazione della pericolosità della struttura muraria del campanile. La nostra Scuola Media “D. Gaspari “, avendo ormai collau-dato in tante occasioni il collega-mento della scuola con il territo-rio, nell’aderire al Progetto “La Scuola adotta un Monumento“, ha subito trovato d’accordo alunni ed insegnanti nello scegliere per l’adozione il Campanile di Santa Lucia. “Adottare un Monumento - sono parole del progetto - non signifi-ca solo conoscerlo, ma anche prenderlo sotto tutela spirituale e dunque sottrarlo all’oblio e al degrado, diffonderne la cono-scenza, promuoverne la valoriz-zazione”. Era proprio il nostro desiderio e il nostro scopo. Il campanile di Santa Lucia LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1996/97 1997/98 1998/99
  • 36. Valorizzazione dei beni artistici La scuola adotta un monumento La chiesa di S. Antonio MOTIVAZIONE • Avvicinare il ragazzo al con-testo culturale in cui vive • Favorire la valorizzazione dei beni artistici • Riscoprire tradizioni e riti • Promuovere l’integrazione tra scuola e territorio • Costruire percorsi trasver-sali CONTENUTO SINTESI PERCORSO A.s. 1997/98: analisi del perio-do storico e del centro stori-co di Rosora. Lettura icono-grafica, della struttura archi-tettonica e delle opere con-tenute all’interno della chiesa. A.s. 98/99: analisi dell’artigia-nato locale e delle tradizioni. A.s. 99/2000: maglietta con immagine della chiesa, video-cassetta e mostra finale dei lavori. 34 LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1997/98 1998/99 1999/00
  • 37. Valorizzazione dei beni artistici 35 S.Ansovino MOTIVAZIONE • Fare esperienze di lavoro di gruppo attraverso l'educa-zione ambientale • Conoscere gli aspetti natu-ralistici del percorso Sant'Ansovino Avacelli • Ricercare le conoscenze artistiche e storiche • Utilizzare l'immagine foto-grafica, multimediale ed i testi elaborati per produrre un CD CONTENUTO SINTESI PERCORSO • Uscita (intera giornata) per osservare e descrivere atten-tamente il sentiero Sant'Ansovino - Avacelli nei suoi aspetti fondamentali naturalistici (geologia, zoolo-gia e botanica) artistici, storici • Attività di ricerca con esame di documenti • Studio dei documenti, con attenzione all'aspetto Sant'Ansovino - Via dei pelle-grini • Rielaborazione dei materiali e preparazione di un CD La nostra escursione ha inizio quando le classi 1A e 1B parto-no dalla Scuola Media con il pulmino alla volta di Sant’Ansovino-Avacelli. Durante il viaggio ci siamo fer-mati a osservare la frana di Trivio di Serra San Quirico aper-tasi su terreno argilloso. La sosta ci ha permesso di riflettere sulla diversa morfologia del territorio. Dopo pochi minuti siamo scesi dal pulmino per proseguire a piedi. Per giungere all’abbazia di Sant’Ansovino abbiamo per-corso un sentiero di terra battu-ta situato sul fondovalle. Questo sentiero era un’antica via dei pellegrini e, ancor prima, era la via di comunicazione utilizza-ta dai Longobardi per passare dalla Valle del fiume Esino a quella del fiume Misa. Durante la passeggiata abbiamo osserva-to e a volte raccolto foglie e bacche, abbiamo studiato gli arbusti, visto alcuni insetti e intravisto uno scoiattolo. In un momento di silenzio assoluto abbiamo udito alcuni rumori che ci hanno fatto pensare ad altri animali del bosco. Il paesaggio era magnifico e la vegetazione ricca e folta, abbia-mo capito anche che sul versan-te di Avacelli, alla nostra destra, c’era stato un rimboschimento di pini. La professoressa ci ha guidato nell’osservazione di varie specie di quercia e ci fatto notare come le querce si difendono dai parassiti: quando l’albero è minacciato, le ghiande formano un bozzolo (galla) nel quale viene imprigionato l’insetto che muore o raramente riesce a scappare. Abbiamo scoperto una piccola sorgente che forma-va uno stagno con girini e rane. Subito dopo siamo entrati nel-l’antichissima abbazia: sulla fac-ciata c’era una nicchia con croce scolpita e una finestra: le mura erano in pietra della zona. Appena entrati abbiamo visto davanti a noi l’abside con l’alta-re, sopra il quale c’erano due candelabri, un crocifisso e dei fiori. L’altare era posizionato n mezzo all’abside perché esso aveva la funzione di amplificare il suono. Di fianco all’altare si notava una porta murata che probabilmen-te usava il sacerdote per andare in sacrestia. Ai lati dell’abside abbiamo osservato due colonne; i capitelli avevano decorazioni diverse: foglie, uva, croci e una testa umana. Sulle pareti c’erano affreschi antichi ma ben conservati per-ché la pittura veniva eseguita dopo che era stata messa la calce sulla parete. Don Natale, che si occupa della chiesa, ci ha spiegato e fatto vedere anche il sotterraneo. Dopo aver visitato la chiesa, ci siamo avventurati su un sentiero che costeggiava il bosco da una parte e piccoli appezzamenti di terreno coltivato dall’altra. Abbiamo attraversato il fosso La Pretara e di Fugiano. Proseguendo per una lunghissi-ma salita, abbiamo osservato le rocce e raccolto alcuni fram-menti. Finalmente siamo arrivati ad Avacelli dove abbiamo sosta-to e pranzato, per poi riposarci in un bar. Dopo una breve pausa, siamo andati al centro storico, abbiamo visitato la chie-sa di San Lorenzo e abbiamo fatto le foto dei vari scorci del centro storico del paese. Nel primo pomeriggio, abbiamo iniziato una lunghissima discesa, che, sempre attraversando il bosco, ci ha riportato sulla stra-da Serra San Quirico-Avacelli, dove ci attendeva il pulmino. PERCORSO SANT’ANSOVINO - AVACELLI LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1999/00
  • 39. Alla scoperta dei mestieri antichi MOTIVAZIONE Conoscere gli aspetti generali di alcuni fra i principali mestieri antichi che vanno scomparendo. CONTENUTO SINTESI PERCORSO • Ricerca di informazioni sui principali mestieri antichi • Visite e raccolta di materia-le fotografico • Realizzazione di una docu-mentazione in forma cartacea LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 2001/02 37 Professioni artigianali
  • 40. 38 Professioni artigianali I mestieri dei serrani vanno scomparendo, così come sta cadendo in disuso la parola stessa “mestiere”. Attraverso la scuola, i ragazzi hanno potuto coniugare passato e presente, tradizione e innovazione; hanno inoltre preso coscienza della respon-sabilità e dell’impegno che l’uomo, con il suo lavoro, continuamente testimonia. MOTIVAZIONE La ricerca vuole riportare l’attenzione su alcune profes-sioni artigianali in via di estin-zione o particolarmente inte-ressanti. La scuola intende così legare il proprio proget-to educativo al territorio, per contribuire a rinsaldare i legami tra le generazioni e favorire il rispetto per le tracce che la storia dell’uomo lascia nei sentieri della vita. Nel giro di pochi decenni sono profondamente cambiati comportamenti, rapporti umani, riti della società, modi di pensare e di lavorare... Abitudini consolidate sono scomparse per lasciare il posto ad un “nuovo” sem-pre incalzante. L’educare esige che di tutto ciò si pren-da consapevolezza, per assu-merne la misura ed il senso. In tale contesto, “I mestieri dei serrani” è una ricerca realizzata da ragazzi che vogliono capire meglio il tempo ed il cammino del-l’uomo. Il tempo come memoria, senza cui non c’è evoluzione. L’uomo come protagonista che modella, trasforma le cose, cambia se stesso e l’organizzazione sociale. Per i ragazzi conosce-re i mestieri ha significato avvicinarsi ad attività che LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA PUBBLICAZIONE 1997/98
  • 41. Professioni artigianali 39 Il selcino detto anche “paccapietre” CONTENUTO SINTESI PERCORSO Visita all’anziano selcino del comune di Serra San Quirico e ricerca sul libro di Domenico Gaspari “Memorie storiche” del 1885 che narra gli avvenimenti e le arti prin-cipali a Serra nella prospetti-va di una memoria storica. L’attività del selcino o “pacca pietre” è una delle più caratteri-stiche e tradizionali del Comune di Serra San Quirico. Fin dai tempi dei Romani la pietra locale è stata usata come materiale da costruzione. Lo conferma la cascata artifi-ciale, risalente al II secolo a.C. circa, costruita in località Sant’Elena con blocchi squadra-ti. Anche il centro storico è stato edificato totalmente in pietra arenaria. Domenico Gaspari affermava nel suo libro del 1885 che nel territorio esiste-vano due fossi, il Forchiusano LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1985/86 e la Venella, che erano due vere miniere di pietra arenaria, adat-tissima e assai ricercata per costruzione e per lastrico delle vie. Questa pietra educò natu-ralmente in paese un buon numero di tagliapietra, scalpelli-ni e selcini. L’attività del selcino, nel corso degli anni, è andata progressiva-mente regredendo, tanto che oggi sono rimasti, a tempo pieno, solo due selcini, di cui uno è pensionato, mentre tre o quattro persone l’esercitano come secondo lavoro. I mestieri dei serrani
  • 42. 40 Professioni artigianali La fornace ieri e oggi L’attività della fornace è stata l’unica nel passato a dare impiego a parecchie persone, tra cui molte donne. Il merito di tale iniziativa si deve all’inge-gner Francolini, che tra il 1885 e il 1886 fondò la fornace con due forni. Oggi la fornace è gestita a livello familiare e vi lavorano 5 persone, mentre nel passato, durante il periodo di massimo sviluppo, gli operai erano 25. All’inizio dell’attività la pietra, che arrivava dalla cava della LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1985/86 Rossa, prima per mezzo dei carrelli trainati da buoi e, suc-cessivamente, attraverso carrelli su binari, veniva scaricata sul piazzale, messa nei forni, alti 11 metri, alternandola con stra-ti di carbone. Le zolle cotte, uscite dai forni, venivano messe nei sacchi e vendute soprattutto ai contadini, che le utilizzavano sia per disinfettare stalle, pollai, ecc. che per mescolarle al ver-derame. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Visita alla fornace di Serra San Quirico Stazione, raccol-ta di informazioni dal libro di Domenico Gaspari “Memorie storiche” del 1885 e intervi-sta a un ex dipendente della fornace. I mestieri dei serrani
  • 43. Professioni artigianali 41 La cava di pietra CONTENUTO SINTESI PERCORSO Visita alla cava di pietra della Gola della Rossa. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 2002/03 I mestieri dei serrani
  • 44. 42 Professioni artigianali Il mulino idraulico CONTENUTO SINTESI PERCORSO Visita al mulino idraulico sull’Esinante, un fiumiciattolo affluente dell’Esino e intervi-sta al molinaro, il signor Mattiacci. I mulini idraulici furono introdot-ti in tutte le regioni italiane nel XIII secolo. Alla loro costruzione contribuirono dapprima i mona-ci, poi i signorotti di campagna e i proprietari terrieri. Poco red-ditizie risultavano le modeste macine a mano, per cui si sentì l’esigenza di costruire impianti molitori di più vasta portata, utilizzando l’acqua dei fiumi al posto della forza muscolare per fare girare la macina. I primi mulini funzionavano sta-gionalmente in inverno e in pri-mavera, quando c’era abbon-danza di acqua e il contadino LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1985/86 era poco impegnato nei lavori di campagna. Tra gli anni ‘20 e ‘40 si è avuta una scomparsa dei mulini idraulici, mentre si registra un minore uso dei mulini a cilindri. Così in poco più di un secolo sono scomparse e stanno per essere cancellate per sempre le testimonianze di antichi pro-grammi. Oggi la trasformazione delle granaglie avviene grazie all’impiego di tecnologie talora anche sofisticate, frutto di una continua applicazione dell’inge-gno umano. I mestieri dei serrani
  • 45. 43 Professioni artigianali Il frantoio oleario CONTENUTO SINTESI PERCORSO Visita all’antico frantoio di Serra San Quirico appartenu-to ai frati Silvestrini. Il frantoio, uno dei più antichi della zona, risale approssimati-vamente ad oltre 400 anni fa. In questi lunghi anni esso è appartenuto ai frati Silvestrini, che non lavoravano personal-mente le olive ma avevano a loro disposizione degli operai che si occupavano della produ-zione dell’olio. Successivamente la famiglia Chiaraluce ha inizia-to con loro una collaborazione (circa 60 anni fa) che è durata fino al 1978 - 79, anno in cui la proprietà del frantoio è passata dall’Istituto dei monaci Silvestrini a questa famiglia. Molti anni fa la lavorazione del-l’olio richiedeva molto più per-sonale, infatti essa veniva svolta solo manualmente. Occorrevano LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1989/90 4-5 persone per produrre in un’ora 1 quintale d’olio, a diffe-renza di oggi che con 2 perso-ne si ha una produzione di 5 quintali. I vecchi strumenti, di cui è rimasto qualche “cimelio”, sono stati sostituiti da macchi-nari moderni che permettono alla piccola azienda di produrre un buon olio, sia per uso fami-liare, sia per altri clienti che desiderano una spremitura a garanzia di qualità. Proprio per la buona qualità dell’olio, la famiglia Chiaraluce ha ricevuto nel 1910 (periodo di collabora-zione con i monaci), un diploma per la miglior produzione, in una esposizione internazionale avvenuta a Roma. I mestieri dei serrani
  • 46. 44 Professioni artigianali Il forno CONTENUTO SINTESI PERCORSO Visita al forno e intervista al proprietario Mattiacci Luciano. La famiglia Mattiacci aveva un mulino in località Esinante e nel 1956 acquistò un forno a Serra stazione. Successivamente uno dei tre fratelli, Alfredo, deci-se di separarsi dalla società e di proseguire autonomamente l’attività installando un forno nuovo a Serra San Quirico paese. Inizialmente, in questo nuovo LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1988/89 forno, il signor Mattiacci faceva solo pane, ma poi ha ampliato l’attività producendo pizza e squisiti dolci. Inizialmente la lavorazione del pane era ese-guita completamente a mano, poi quando le condizioni econo-miche migliorarono la famiglia Mattiacci acquistò macchinari moderni e sofisticati che usa tuttora. I mestieri dei serrani
  • 47. Professioni artigianali Mezzi usati nella agricoltura ieri-oggi CONTENUTO SINTESI PERCORSO Confronto tra i vecchi meto-di di lavorazione della terra e i più recenti sistemi usati al tempo della realizzazione del-l’esperienza. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1986/87 45 I mestieri dei serrani
  • 48. 46 Professioni artigianali Bottega scuola: orientamento alla manualità MOTIVAZIONE • Stimolare le capacità creati-ve dei ragazzi • Sviluppare la manualità • Creare interessi • Educare al gusto del lavoro • Avvicinare i giovani al lavoro autonomo ed in particolare a taluni mestieri del settore artigiano • Orientare CONTENUTO SINTESI PERCORSO • Attività teorico-pratiche sotto la guida di qualificati maestri artigiani e coordinate da docenti • Realizzazione di manufatti di vario genere a seconda del settore o ambito in cui gli alunni si sono cimentati: cesti di midollino, fotografie digitali, cornici, dolci vari, addobbi natalizi, presepi realizzati con materiali diversi, oggetti in vetro pitturato, oggetti in legno e in terracotta, restau-ro mobili antichi, monili di biogetteria… • Esposizione dei prodotti alla mostra finale organizzata nei vari anni o ad Ancona, o a Jesi, o a Fabriano LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA MEDIA ANNO SCOLASTICO 1999/00
  • 50. Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia diapositive (detto “caramate”, prodotto dalla “Singer”, da noi battezzato sincrofonodia-scopio) con avanzamento automatico in base al tempo e negli intervalli programmati e preventivamente incisi, con-sentiva viaggi entusiasmanti ed impegnativi nell’icofono-sfera delle tematiche e dei soggetti affrontati, per i quali alunni ed insegnanti, in un laborioso clima di gioiosa creazione, pervenivano alla produzione di un linguaggio totale, risultato dalla fusione intrecciata, dall’embricamento vivace di suoni, musica, imma-gini, frasi e parole. Certo, non erano i risultati ineccepibili che interessavano, ma i processi, le esperienze vive ed autentiche di effettiva crescita della personalità di ciascuno in una relazionalità formativa e qualificante di interscambio, lavoro e diverti-mento. Si partiva dalla proposizione dell’idea, dal brainstorming sul soggetto da sviluppare, abbozzandone, una volta sta-bilita, la scaletta procedurale in un piano di lavorazione che vedeva alunni ed insegnanti ricercare, procurare docu-mentazioni, elaborare intervi-ste, comporre testi in una modularità contemporanea alle uscite sul campo, ai piace-voli viaggi indimenticabili con i pullmini per fotografare in diapositive luoghi, oggetti, persone, personaggi, animali, edifici. I materiali così raccolti ven-gono articolati in scene, sequenze, inquadrature, e le voci recitanti, gli speakers, affinano le loro capacità di dizione nel restituire i testi, le didascalie antecedentemen-te elaborate, col supporto di brani musicali attraverso sug-gestive dissolvenze e irruen-ze. I ragazzi, emozionati, par-tecipano con grande respon-sabilità ed impegno, si eserci-tano nell’autocontrollo, espe-rimentano con motivazione ed interesse paradigmi opera-tivi in cui accrescono con fatica e divertimento la loro persona, la loro umanità, il loro piacere di esserci nel mondo, aumentando le pro-prie competenze e conoscen-ze in rapporto al reale nel quale si muovono ed agisco-no. La migliore e cosciente utiliz-zazione dello strumento lin-gua, sistema di segni e di suoni, in vista anche della destinazione sociale, della proiezione al pubblico, con i genitori e la comunità, per-mette ai ragazzi di familiariz-zarsi con un nuovo mezzo di espressione, di cogliere nelle fasi di produzione e montag-gio della sincrofonodiascopia possibilità e significati qualifi-canti e comunicativi, di codifi-cazione e decodificazione, innervando l’abitudine a guar-dare con più attenzione la realtà da isolare, a lavorare in gruppo e ad avere una coscienza critica del mondo massmediale. In questo modo si risvegliano l’intelligenza, la comprensio-ne, si virtualizzano potenzia-lità di analisi e sintesi, rielabo-rative e creative, in una ludica organizzazione di attivi con-tributi disciplinari, dove le suggestioni, gli stimoli ideativi e le sequenze esperenziali penetrano nell’anima del fan-ciullo, consentendogli di crea-re la propria “carne mentale”, nell’esplosione guidata, con-giuntamente agli insegnanti, della propria affettività, ricca di curiosità ed interessi. Il “medium” del sincrofono-diascopio è oggi certamente superato dalla tecnologia informatica del computer e della digitalizzazione. Ma, pur nella diversità dei mezzi, le ragioni di fondo, metodologiche e didattiche, restano inalterate, se si con-cepisce e si vive l’educazione come autoeducazione, come vibrante processo di variegati stimoli organizzativi e forma-tivi in cui si sviluppa entro l’anima giocosa e sensibile del fanciullo l’uomo e la persona, con il desiderio sempre insoddisfatto di sapere e di fare, per il proprio e l’altrui bene. Numerosi sono stati i docu-mentari fonodiascopici pro-dotti, negli anni Ottanta/Novanta, dagli alunni dell’allora Direzione Didattica di Serra San Quirico. Ne ricordiamo alcuni: “Tre antiche abbazie” “Un mostro...Ma chi lo sa?” “Il cantico delle creature” “Storia e lavorazione di un frutto prezioso: l’oliva” “La valle dei selcini” “La grotta grande del vento” “Medicina e salute” “L’isola dei quadrati magici”. MOTIVAZIONE La “sincrofonodiascopia” nella seconda metà degli anni Settanta Volevamo percorrere un sen-tiero che arrivasse al cuore intelligente del ragazzo, che ne stimolasse la voglia di fare, di intraprendere, di conosce-re e sapere, diventando egli stesso protagonista dell’espe-rienza scolastica, in modo effervescente ed attivo, coin-volgendo il singolo e il grup-po, gli insegnanti e la comu-nità. La sonorizzazione delle dia-positive, di volta in volta sgra-nate in un rosario tematico di ricerca ed indagine, oppure di fantasia e di racconto, ha innescato un fervore di inizia-tive molteplici, divertenti ed istruttive. Non soltanto tra-smissione, ma anche e soprattutto produzione di cultura audiovisiva, come cro-giuolo di apprendimenti stori-ci, artistici, geografici, ambien-tali, nel decantarsi del linguag-gio che si arricchisce e dilata in forme e proprietà sempre più squisitamente comunicati-ve ed espressive, in un brioso amalgama multidisciplinare ed interdisciplinare. L’apparecchio usato, insieme magnetofono e proiettore di 48
  • 51. Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia l’abbazia di Valdicastro In un appezzamento di terreno che comprendeva una valle suggestiva tra pendici boscose, San Romualdo fondò, agli albori del 1000, l’abbazia di Valdicastro. Il complesso abbaziale aveva, tra gli altri scopi, anche quello di pro-tezione e difesa del territorio. Nell’angolo S.O. si staglia la torre a pianta quadrata, superstite ele-mento del sistema difensivo. All’estremità S.E. si situa l’entrata principale della chiesa. Ai nostri occhi, appare nella sua maestosità l’interno dell’abside centrale con l’altare e le finestre a doppio strombo. Le campate sono sostenute da quattro solidi pilastri compositi. La parte più notevole della cripta è l’absidiola che racchiude un’ara, che qui vediamo, sottostante ad una delle tre monofore a strombo solo interno, segno di notevole antichità. Un’entrata di accesso al chiostro si struttura nella tipica forma di un arco romano-gotico. Al centro del chiostro sorge il tipico pozzo a forma ottagonale. Su di un lato spicca una facciata ad ordine di archi sovrapposti a tutto tondo. Le tre abbazie CONTENUTO SINTESI PERCORSO I ragazzi visitano “tre antiche abbazie” del loro territorio: Valdicastro, Sant’Elena, Sant’Urbano e, insieme agli insegnanti, ne studiano l’archi-tettura, conoscono la funzio-ne dei vari ambienti e, di con-seguenza, alcuni momenti della vita dei monaci che in esse hanno abitato. LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 1979/80 49
  • 52. Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia l’abbazia di Sant’Urbano Agli inizi dell’anno 1000 d.C. San Romualdo fondò l’abbazia di Sant’Urbano. Subito colpisce la visione delle tre absidi: la centrale, più grande ed ampia, con tre monofore, fiancheg-giata dalle due absidi minori, trafo-rate anch’esse da monofore. La piacevole decorazione è costituita da colonnine e da romanici archet-ti pensili. L’abside mediana è abbel-lita, sotto la gronda, da una fascia dentellata. Per una scala di otto gradini entriamo nel corpo anteriore del tempio che costituisce la chiesa dei fedeli, separata… Da un muro trasversale, dal presbi-terio, che sorge più elevato rispet-to alla parte interna più bassa, riservata al popolo, quasi a sottoli-neare una netta distinzione tra i monaci e i credenti. Nell’ampio presbiterio, l’altare, su cui legge, pensoso e meditabondo, Don Luigi. Il corpo centrale della cripta è diviso da due file di colonnine. In fondo, l’altare, posto davanti alla piccola abside, sorregge la sta-tua di Sant’Urbano. 50
  • 53. 51 Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia l’abbazia di Sant’Elena Ecco l’abbazia di Sant’Elena, eretta da San Romualdo sempre agli inizi del 1000 d.C.. Nella sua monumentale imponenza troneggia l’abside, unica, ampia, semicircolare con due finestre a doppio strombo fiancheggiate dalle monofore della parete posteriore. La facciata dell’abbazia è insolita-mente alta, per la sopraelevazione della cella campanaria ad essa con-giunta. Alla base un notevole portale: strombatura a tre archi a tutto sesto concentrici. Nell’ultima arcata i motivi ornamentali: girali di viticci. Nell’architrave, scolpito con al centro una croce di tipo greco, l’intarsio di due agili animali, leoni o cervi: l’uno si inginocchia alla croce, l’altro appare renitente e contestatore. Dall’entrata, si espande, maestosa, la vastità gotica del tempio nelle sue tre navate. Il prebisterio, con l’altare e il dipin-to di Sant’Elena, fiancheggiato dalle due luminose monofore, sorge su un piano sopraelevato, separato dal resto dello spazio riservato ai fedeli.Vi si accede da una scala in pietra a ridosso di un muretto sulla cui sinistra si apre l’entrata per la cripta. La cripta, franata nel tempo, è stata ricostruita nel 1925, perdendo quasi tutte le caratteristiche origi-narie. Superstite, forse, questa monofora a strombo poligonale.
  • 54. Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia spetialmente messòr lo frate sole, lo qual’è iòrno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore; de Te Altissimo porta signifi-catione. …Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sostentamento. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et umile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi’ Signore per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori ed herba… Il Cantico delle creature CONTENUTO SINTESI PERCORSO I ragazzi, guidati dagli inse-gnanti, leggono “Il Cantico delle creature”, lo “traduco-no”, lo studiano, ne compren-dono il contenuto e gli inse-gnamenti. Altissimu, onnipotente bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione… Laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature, LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 1980/81 52
  • 55. Percorsi didattico-artistici La sincrofonodiascopia CONTENUTO SINTESI PERCORSO All’uscita da scuola un gruppo di ragazzi decide di fare un pic-nic in campagna. Preso il cibo e ascoltate le raccomandazioni delle mamme, i ragazzi partono felici. Lungo il percorso gioca-no e cantano.Trovato un bel prato, si siedono e fanno il loro pic-nic. Al termine, mentre gli altri riprendono a giocare e a cantare, uno di loro si allonta-na per fare una passeggiata e arriva nei pressi di una casa abbandonata... si avvicina e ad una finestra vede apparire… un mostro. Ma chi lo sa? Impaurito torna dagli amici e racconta loro ciò che ha visto. Insieme si recano in caserma per narrare quanto accaduto. L’Arma prontamente intervie-ne. Con grande coraggio cari-ca, sfonda la porta e… “Nella casa abbandonata c’era o non c’era il mostro? Ma chi lo sa?” Sono le 12,40 del 21 marzo 1981, è una splendida giornata primaveri-le, un gruppo di ragazzi decide di fare un allegro pic-nic in campagna. Preso il cibo e ascoltate le racco-mandazioni Lungo il percorso giocano e canta-no. Trovato un bel prato, si siedono e fanno il loro pic-nic. Al termine, mentre gli altri ripren-dono a giocare e a cantare, uno di loro si allontana per fare una passeggiata e arriva nei pressi di una casa abbandonata… si avvi-cina e… delle mamme, i ragazzi partono felici. ad una finestra vede apparire… un mostro? Ma chi lo sa? Impaurito torna dagli amici e rac-conta loro ciò che ha visto. Insieme si recano in caserma per narrare quanto accaduto. L’Arma prontamente interviene. Con grande coraggio carica, sfonda la porta e… “Nella casa abbandonata c’era o non c’era il mostro? Ma chi lo sa?” Un mostro... Ma chi lo sa? LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 1980/81 53
  • 56. Percorsi didattico-artistici Ciak a scuola “La Scartocciata” Film a soggetto - Ricerca socio-culturale e folcloristica sul mondo contadino. “La pesca volante” Documentario sulla pesca del pesce azzurro. “Una fetta di paradiso” Storia scritta, animata e realizzata dai ragazzi. Film d’animazione. “La trebbiatura” Storia scritta e filmata dai ragazzi.Animazione. “Paese mio” Documentario geografico. “A special cartoon” Animazione in 3 episodi. “Gianni il sensale” A soggetto, in costume. Storia scritta dai ragazzi - ricerca socio-ambientale. “Pippo’s story” Fiaba inventata, illustrata e fumettata. Film di animazione. “La frittata” A soggetto. Ricerca socio-antropologica e culinaria sulle tradizioni delle campagne, elaborata dai ragazzi. “Gli ultimi cantastorie” A soggetto. Ricerca sui cantori della passione di Cristo (rievocazione-evento storico-reli-gioso). “La polenta” A soggetto. Rievocazione socio ambientale d’epoca.Testo scritto dai ragazzi. MOTIVAZIONE Dall’esperienza del maestro “Peppe Pirani”, pioniere per le attività audiovisive e di ani-mazione, impegnato con diversi ragazzi delle Scuole Elementari e gli insegnanti che hanno collaborato con lui, è scaturita la realizzazione di lavori filmico/teatrali poi sintetizzati nel testo “Ciak a scuola” (Accademia delle Muse). Fare cinema a scuola, oltre che corredo documentaristi-co a ricerche socio-ambientali o geografiche, è soprattutto liberazione dalla dipendenza del fascino e delle emozioni imposte dagli altri. Scrivere soggetti, o partecipare alle loro stesure, girare un film (come interpreti, come equi-pe tecnica) è per i ragazzi scoprire e creare trucchi e finzioni. E’ attività altamente creativa. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Le esperienze più significative, alcune delle quali segnalate e premiate in diverse Rassegne del Cinema dei Ragazzi, sono state ampiamente documenta-te nel testo citato e di segui-to elencate: LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO Dal 1978 54
  • 57. Percorsi didattico-artistici 55 Leggende e filastrocche MOTIVAZIONE Recupero e approfondimento di leggende e filastrocche legate al territorio di Serra San Quirico. CONTENUTO SINTESI PERCORSO Il lavoro di recupero di alcu-ne leggende popolari ha con-dotto i ragazzi ad un approfondimento linguistico, narrativo e creativo fino alla realizzazione di maschere relative ai vari argomenti e alla loro animazione. Leggende: I briganti della gola La strega della fornace I fantasmi…delle pesche I diavoli della ripa Con i bambini si è realizzato un lavoro di recupero delle antiche filastrocche traman-date nel corso dei tempi, tra i giochi nella natura e fissate nella propria memoria. Filastrocche e conte: Trucci trucci cavallucci Sotto il ponte Sotto la cappa del camino Le cornacchie nel patè Oh, Maria Giulia LIVELLO SCOLASTICO SCUOLA ELEMENTARE ANNO SCOLASTICO 1999/00