Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 por
Saluto di Sr. Alaide Deretti (Italiano)
1. Fatima, 4 marzo 2018.
Carissimi fratelli e sorelle,
Benvenuti/e a questo Seminario di Animazione e Formazione
missionaria: il Primo Annuncio e la Missione Salesiana.
Sicuramente avete portato con voi tante domande su queste giornate. Magari vi state chiedendo: a
che serve un Seminario sul Primo Annuncio? Come renderlo concreto nelle nostre realtà
ispettoriali?
Mi auguro che in questi giorni ci sia per tutti una riscoperta del Primo Annuncio… Ma…
proviamo a interrogarci: «Da dove cominciare?»
Troviamo, proprio all’interno della nostra grande Famiglia Salesiana, donne e uomini che hanno
annunciato Gesù più con la pedagogia dei gesti che con le parole. Pensando alla realtà di Europa e
Medio Oriente, vi propongo come modello di Primo Annuncio la Beata Suor Laura Meozzi –
FMA, contemplativa a servizio dei piccoli e degli ultimi.
Laura nasce a Firenze, in una famiglia nobile e agiata che presto si trasferisce a Roma, dove lei
studia presso le Suore di Santa Dorotea; frequenta poi l’Università e, sempre a Roma, diventa
medico. Dopo un cammino di discernimento, entra nell’Istituto delle FMA e fa la sua Prima
professione nel 1898. Allora, che cosa ha fatto suor Laura? Da dove ha cominciato?
È stata una grande missionaria ad gentes, missionaria in Polonia. Era una donna profetica,
resiliente, capace di coinvolgere tutti e di ridare speranza agli ultimi perché avessero vita.
Da FMA lavorò inizialmente in Sicilia e, nel 1921, fu scelta per coordinare il gruppo delle prime
FMA inviate in Polonia. La sua attività fu incessante e, soprattutto durante le vicende e le
sofferenze della II Guerra mondiale, la “piccola madre”, “Mateczka”, come la chiamavano, visse
tutta una storia di coraggio e di amore. Nell'indigenza più estrema riuscì ad aprire case per ogni
esigenza: iniziò con alloggi per i bambini orfani e abbandonati; poi le ragazze, le scuole, i
laboratori, le postulanti, le novizie, le suore... i rifugiati, i perseguitati, gli ammalati, i profughi.
Madre Laura riusciva a dare conforto a tutti!
«Da dove cominciare?»
Guardando Madre Laura Meozzi, possiamo rispondere così: cominciamo dalla pedagogia dei gesti,
dalla testimonianza, dalla gioia di essere a servizio degli ultimi, nelle periferie umane ed
esistenziali.
Quando Madre Laura arrivò in Polonia, aveva circa 50 anni. E aveva bisogno di imparare la lingua
polacca! Dicono che dopo un certo tempo comprendeva molto, ma si esprimeva in polacco con
tanta fatica. […] Tutti affermano però che, anche non conoscendo bene la lingua, indovinava il
senso delle parole seguendo il tono della voce, l’espressione del volto e percepiva perfino la gioia
interiore di quelle confidenze e di quei racconti che le venivano affidati.
Allo scoppio della Guerra, Suor Laura aveva rinunciato a tornare in Italia, decisa a rimanere
accanto alle sue figlie polacche per condividerne rischi e sofferenze. E lo fece con cuore grande,
di madre, senza misurare mai le molteplici fatiche.
2. Pensando al Primo Annuncio, possiamo dire con certezza che lei si è, da subito e sempre, lasciata
interpellare dall’altro, dal povero, perché aveva sentito in loro il dolore che non può aspettare e
ascoltato in ciascuno la voce del Dio crocifisso!
Madre Laura aveva un “cuore che attira”; la sua presenza era come il fascino della misericordia di
Dio, che si china verso gli ultimi per ridare vita e, nello stesso tempo, apre nuovi orizzonti di
speranza alle giovani generazioni, anche in mezzo alle sfide della guerra e delle persecuzioni.
Ora vorrei offrirvi una metafora tratta da una delle pubblicazioni di Paulo Suess, Teologo e
Missionario. Lui afferma che i missionari e le missionarie sono come il giardiniere che si prende
cura del giardino e dei suoi fiori. Sono i fiori che attirano le farfalle. I missionari e le missionarie
non sono cacciatori di farfalle. Non devono correre dietro alle anime perdute per salvarle. I
missionari e le missionarie sono chiamati e inviati ad attirare e salvare le persone tramite le virtù
della fede, della speranza e della carità.
Noi, FMA e SDB, abbiamo una missione che si chiama “giardino”. Il nostro compito è di curare i
fiori per attirare così le farfalle. Non dobbiamo correre dietro alle farfalle…
La natura ci insegna questo e altro ancora. La natura non corre dietro (come fanno i cacciatori di
farfalle!): un castagno offre le sue castagne in mezzo al bosco o alla foresta! Le offre… è la sua
generosità, il suo frutto che attira le persone!
Madre Laura “attirava” la gente con il dono di una maternità forte e dolce. Sapeva accompagnare
con saggezza e gradualità; era una donna capace di discernere, di ascoltare e di consolare. “Amare e
cercare solo Gesù; vivere e lavorare solo per Lui”, era il suo programma spirituale.
L’augurio più bello che possiamo rivolgerci vicendevolmente è che questo Seminario ci aiuti ad
allargare lo sguardo, ad ampliare lo spazio del nostro cuore per essere con i giovani, con gli ultimi,
presenza che annuncia Gesù e il suo Vangelo. Presenza che parla con la vita, con i gesti, con tutto il
suo essere… e, se necessario, anche con le parole! I Santi – uomini e donne della nostra Famiglia
Salesiana – ci aiutino a continuare sulle loro orme di santità.
A tutti auguro, dunque, una felice esperienza di comunione, di fraternità e di Primo Annuncio in
questo Seminario!
Sr. Alaide Deretti FMA
Consigliera per le Missioni