lectio magistralis su "immaginario collettivo" e "memetica", tenuta il 4 settembre 2019 presso il Sindacato Pensionati CGIL per la sua scuola di alta formazione
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SINDACATO PENSIONATI 4 / 9 / 2019
L’immaginario collettivo (o generale)
è un insieme di simboli e concetti
presenti nella memoria e nell’immaginazione
di una molteplicità di individui
parte di una certa comunità,
e che dà forma alla memoria collettiva.
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L’immaginario collettivo è il flusso mimetico
e connettivo, costruito su narrazioni e
immagini irriducibili al regime di significazione
dei testi chiusi e fissi, e basato su una intensa
partecipazione del non-razionale e dei sensi,
su cui si basa il gioco di interazione tra
individui e collettività.
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Immaginario è un termine che rinvia
a un insieme piuttosto vago di elementi:
ricordi, sogni, fantasmi, credenze,
miti, romanzi, finzione determinanti
dell’immaginario di un individuo o di un’intera
comunità che si esprime attraverso l’insieme
dei suoi manufatti e delle sue credenze.
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Possiamo considerare l’idea dell’immaginario
collettivo qualcosa che si è evoluto lentamente
nella storia dell’uomo, ma che ha trovato le
sue prime formulazioni, più o meno acerbe,
solo tra la fine del 1800 e quella del 1900.
> Émile Durkheim
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Émile Durkheim è stato un sociologo,
antropologo e storico delle religioni francese,
alla sua eredità si deve l’approfondimento
del tema “immaginario collettivo” avendo
intravisto con chiarezza lo stretto rapporto tra
la religione e la struttura del gruppo sociale.
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La nozione di immaginario collettivo è entrata nel linguaggio
comune dagli anni Novanta sull’onda di due grandi movimenti
delle scienze umane:
• il primo, dei Venti e Trenta, scopriva la dimensione sociale
e la potenza autonoma della mitologia e della memoria
condivise;
• il secondo, dei Sessanta (Le Goff, Bachelard, Durand, Lévi-
Strauss, Morin, McLuhan) spostava il focus sulle forme
dell’immaginario.
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Traumi e catastrofi rinnovano le immagini dell’orrore; ed
esse - che in quanto proiezione paranoica di mostri inconsci
e rimossi si erano tradotte in esercizio di potere violento, in
esaltazione euforica, distruzione e an-estesia – vengono infine
ri-mediate in miti di rinascita, nella necessità di sopravvivere e
costruire (Todorov 1995; Alexander, Eyerman, Giesen, Smelser,
Sztompka 2004).
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L’immaginario è il substrato della vita mentale,
la dimensione costitutiva dell’umanità.
La potenza del sogno, la forza del simbolo
e pure la matrice dell’immagine costituiscono
una specie di fantastico trascendentale
di cui l’individuo non può fare a meno.
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La teoria memetica ipotizza che entità che
hanno l’abilità di riprodursi fedelmente
— chiamati replicatori — sono necessarie per
spiegare la somiglianza fra generazioni.
Nei modelli standard biologici questa funzione
è affidata ai geni.
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I geni fanno copie di se stessi e questa
caratteristica spiega come mai la prole abbia
una così profonda rassomiglianza con i propri
genitori. Se la cultura evolve similmente
è necessario trovare delle forme di replicatori
culturali che spieghino l’eredità culturale:
il meme.
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È interessante notare che mentre è dato per
scontato che tutti i memi sono idee, Dawkins
include anche altre tipologie di tratti culturali,
come il modo di modellare vasi.
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Per Dawkins, l’imitazione è il modo in cui
i memi possono replicarsi; ma proprio
come non tutti i geni possono replicarsi
con successo, così nel pool memico alcuni
memi hanno più successo di altri, come
analogamente avviene per la selezione
naturale.
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L’impatto dei memi non è determinato dalla
singola unità memetica ma dall’insieme
che questi hanno sull’ambiente culturale,
ovvero dall’essenza del messaggio che viene
trasmesso.
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Il concetto di unità d’informazione non era
nuovo ed è lo stesso Dawkins a ricordare che
era già stato utilizzato pochi anni prima da Ted
Cloak e nel lavoro di Luigi Luca Cavalli-Sforza
e Marcus Feldman.
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Il termine “meme”, inoltre, era stato usato in
epoca moderna già nel 1904, quando il biologo
Semon Wolfgan scrisse “Die Mneme”, un
trattato sulla memoria in cui il meme veniva
descritto come unità per la trasmissione
culturale delle esperienze.
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Sperber sostiene che la riproduzione di tipo
culturale è raramente memetica, preferendo
usare quelli che chiama “attrattori”, cioè
schemi culturali di pensiero che consentono
il diffondersi di rappresentazioni in una
popolazione senza che ci sia un’imitazione
letterale di queste.
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Ciò che rende un meme più efficace può
essere ridotto a tre fattori chiave:
1) Fedeltà della copia:
più una copia è fedele e più questa
rimarrà simile all’originale anche dopo
molti passaggi.
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Ciò che rende un meme più efficace può
essere ridotto a tre fattori chiave:
2) Fecondità:
più è veloce il ritmo con cui un meme
viene copiato e più il meme si diffonderà.
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Ciò che rende un meme più efficace può
essere ridotto a tre fattori chiave:
3) Longevità:
più un meme è capace di durare
e più sarà possibile replicarlo.
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I geni si possono trasmettere da genitori a figli
mentre i memi possono essere trasmessi da
due individui qualunque, rendendo molto più
efficace la metafora dell’infezione.
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I geni inoltre impiegano una generazione per
compiere il trasferimento. Ai memi, invece,
sono sufficienti anche pochi istanti.
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Dall’altra parte, però, la fedeltà delle copie
dei memi è ben più bassa.
È possibile che un racconto che si diffonde da
persona a persona risulti alla lunga differente
rispetto all’originale.
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Oggi quanto teorizzato dalla memetica è stato
applicato in vari campi, dall’analisi dei gruppi
sociali al marketing, passando per l’impiego
anche in ambito militare.
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Carlo Magno
742 — 814
Re dei Franchi e
dei Longobardi,
Imperatore del Sacro
Romano Impero.
-> introdusse la “minuscola
carolingia”, con una grande
semplificazione del disegno, al fine
di facilitare la lettura, favorire la
circolazione delle informazioni,
amalgamando così le diverse
etnie dell’impero, accelerando
l’alfabetizzazione culturale,
e costruendo un’unica identità del
Sacro romano impero.
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Carlo Magno
742 — 814
Re dei Franchi e
dei Longobardi,
Imperatore del Sacro
Romano Impero.
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Carlo Magno
742 — 814
Re dei Franchi e
dei Longobardi,
Imperatore del Sacro
Romano Impero.
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Normanni in Sicilia
1061 — 1194
Coloro che fecero
convivere e prosperare
ebrei, greci, arabi e
latini.
-> costruirono molto e bene,
cercando di fare sintesi tra culture
diverse, in particolare ricordiamo il
duomo di Monreale come esempio
di incontro tra maestranze e
culture.
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Normanni in Sicilia
1061 — 1194
Coloro che fecero
convivere e prosperare
ebrei, greci, arabi e
latini.
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Normanni in Sicilia
1061 — 1194
Coloro che fecero
convivere e prosperare
ebrei, greci, arabi e
latini.
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Normanni in Sicilia
1061 — 1194
Coloro che fecero
convivere e prosperare
ebrei, greci, arabi e
latini.
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Il Barocco
1600
Il linguaggio artistico
che accompagnò
la diffusione della
controriforma.
-> Il barocco si presenta come
l’affermazione di valori potenti e
riconoscibili da parte di chiunque,
e per ciò vi viene fortemente
rivalutato il realismo della
rappresentazione, ma nello
stesso tempo pone l’interrogativo
angoscioso sul vero senso
dell’esistenza: mentre esalta la
potenza di Dio, sulla scorta del
Concilio tridentino, in esso si
agitano istanze scientifiche e
libertarie.
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Il Barocco
1600
Il linguaggio artistico
che accompagnò
la diffusione della
controriforma.
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Il Barocco
1600
Il linguaggio artistico
che accompagnò
la diffusione della
controriforma.
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Il Barocco
1600
Il linguaggio artistico
che accompagnò
la diffusione della
controriforma.
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Luigi XIV
1638 — 1715
Terzo re di Francia
e di navarra della
casata dei Borbone
-> Commissiona all’imprimerie
royale il disegno de La romain du
roi un carattere ispirato ai principi
scientifici illuministi, con il fine
di costruire uno strumento per
affermare e diffondere l’egemonia
culturale francese in europa. È il
primo carattere ad essere del tutto
svincolato dalla calligrafia, ed è
antecedente dei caratteri moderni.
È protetto da un severo divieto
di riproduzione, ma viene presto
copiato dai tipografi.
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Luigi XIV
1638 — 1715
Terzo re di Francia
e di navarra della
casata dei Borbone
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Pietro il Grande
1672 — 1725
Zar della Russia
-> Nel 1710 introdusse l’uso di
rendere le lettere più simili a
quelle dell’alfabeto latino agli inizi
del XVIII secolo, con lo scopo di
avvicinare il proprio immaginario
di riferimento a quello Occidentale
ed Europeo. Per questo motivo
viaggiò a lungo per l’europa per
anni, indirizzò i propri sforzi bellici
alla proiezione verso occidente
della Russia, e della sua influenza
politica, commerciale, e culturale.
49. FF3300
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La rivoluzione
Francese
1789 — 1799
Spartiacque tra l’età
moderna e l’età
contemporanea
-> Il Regime del Terrore,
caratterizzato da un elevatissimo
numero di condanne a morte
ed eccessi nell’esercizio della
repressione.
«Bisogna che i nemici periscano...
solo i morti non tornano indietro»
Bertrand Barére
50. FF3300
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La rivoluzione
Francese
1789 — 1799
Spartiacque tra l’età
moderna e l’età
contemporanea
51. FF3300
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La rivoluzione
Francese
1789 — 1799
Spartiacque tra l’età
moderna e l’età
contemporanea
52. FF3300
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La rivoluzione
Francese
1789 — 1799
Spartiacque tra l’età
moderna e l’età
contemporanea
53. FF3300
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Nazismo
e Comunismo
1900
I protagonisti
della seconda
grande guerra
-> Entrambi hanno fatto largo
uso della propaganda di stato,
utilizzando i mass media per
diffondere le proprie idee e
costruire un forte immaginario,
capace di resistere a lungo, anche
oltre le stess eperienze politiche
che l’hanno generato.
59. FF3300
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Le Avanguardie
1910 — 1935
Fenomeni del
comportamento
o dell’opinione
intellettuale estremisti,
audaci, innovativi
-> I caratteri modulari costruiti
con elementi geometrici, progettati
nel 1929 da Albers, e in seguito
diffusisi in tutta Europa, sono
rappresentazione di un fenomeno
di “controcultura” e, così come il
rifiuto delle “regole tipografiche”
classiche, sono presenti
trasversalmente in tutte
le avanguardie artistiche del
Novecento.
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Le Avanguardie
1910 — 1935
Fenomeni del
comportamento
o dell’opinione
intellettuale estremisti,
audaci, innovativi
61. FF3300
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Le neo Avanguardie
1960 — 1980
Movimento italiano
del secondo dopo
guerra
-> la rottura della linearità
sintattica, la ricerca del “ritmo”, la
sperimentazione di metodologie
innovative, in rottura con i principi
conservatori della cosiddetta
“arte nera”, sono anche in questo
caso espressione dello spirito del
tempo, e spontanea manifestazione
dell’immaginario collettivo.
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Punk
1970 — 1980
termine inglese
(che come aggettivo
significa di scarsa
qualità, da due soldi)
-> il termine nacque dalla musica
punk, o meglio punk rock, una
musica rozza, rumorosa, poco
complessa, ribelle e diretta, nata a
metà anni settanta tra Stati Uniti e
Gran Bretagna.
64. FF3300
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Punk
1970 — 1980
termine inglese
(che come aggettivo
significa di scarsa
qualità, da due soldi)
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Graffitismo
1970 — 1980
interventi pittorici
sul tessuto urbano
-> il rifiuto di un codice unico
di comunicazione, di un registro
linguistico. L’esplosione di colore,
la virulenza con cui si attacca ogni
superficie, la lotta, il gesto,
il racconto di un mondo frustrato,
oppresso, che rivendica una propria
identità, l’antisistema
che si racconta.