UX output: strumenti per le deliverableCoppa+Landini
Davide Genco, UX e Interaction Designer, ha presentato il processo reiterato e validato per la produzione delle deliverable e gli strumenti che consentono di dialogare con gli attori di progetto (stakeholder di progetto).
Davide Genco - UX Designer freelance e Direttore Tecnico del Corso di Alta Formazione in User Experience Design - è entrato nel dettaglio delle sfumature e degli intrecci tra la professione dello UX e dello UI Designer. Ha poi condiviso diversi strumenti di lavoro utili alle due tipologie di professionalità.
i social media per il business di aziende e professionisti: corso di formazione base che trasferirà conoscenza e consapevolezza di strumenti social per il business
Inclusiveness, openness, leanness: dove voglio portare l’azienda? extrategy
Come gestire oggi la conoscenza, il cambiamento, l’innovazione e le persone, attraverso la partecipazione e processi co-creativi. Evolvendo la leadership di tutto il team di lavoro.
UX output: strumenti per le deliverableCoppa+Landini
Davide Genco, UX e Interaction Designer, ha presentato il processo reiterato e validato per la produzione delle deliverable e gli strumenti che consentono di dialogare con gli attori di progetto (stakeholder di progetto).
Davide Genco - UX Designer freelance e Direttore Tecnico del Corso di Alta Formazione in User Experience Design - è entrato nel dettaglio delle sfumature e degli intrecci tra la professione dello UX e dello UI Designer. Ha poi condiviso diversi strumenti di lavoro utili alle due tipologie di professionalità.
i social media per il business di aziende e professionisti: corso di formazione base che trasferirà conoscenza e consapevolezza di strumenti social per il business
Inclusiveness, openness, leanness: dove voglio portare l’azienda? extrategy
Come gestire oggi la conoscenza, il cambiamento, l’innovazione e le persone, attraverso la partecipazione e processi co-creativi. Evolvendo la leadership di tutto il team di lavoro.
i social media per il business di aziende e professionisti: corso di formazione base che trasferirà conoscenza e consapevolezza di strumenti social per il business
strumenti collaborativi per lo sviluppo delle aziende 1extrategy
primo incontro del 19 marzo 2010: conoscere, ascoltare, monitorare la rete.
- come e cosa cercare in rete: la selezione delle fonti, gli strumenti;
- monitorare la rete: seguire e restare aggiornati sugli argomenti di interesse;
- pubblicare contenuti online: la condivisione, la privacy, il copyright (e copyleft);
- web reputation: conoscere e costruire la propria (positiva) reputazione online;
GOextra: le metriche di riferimento per misurare la sostenibilità del busines...extrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
Linee guida per i siti web delle PA - Uno spunto per tuttiextrategy
Slide presentate allo UXCamp 2011 a Firenze da Alessandro Violini. L'uscita delle Linee Guida per i siti web delle PA come spunto per un web migliore dove il buon senso domina su ogni requisito.
GOextra: dal modello di business al business plan - Danilo Scarponiextrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
App, trasformazione digitale e ingegnerizzazione dell'innovazioneNicola Mattina
Ho usato queste slide per una presentazione ad un workshop organizzato dalla Fondazione Rosselli presso Talent Garden di Milano il 15 dicembre 2014.
1.
In un mondo in cui ogni azienda deve diventare (chi più chi meno) una software company, è necessario promuovere la transizione da modelli di closed innovation (i centri ricerca e sviluppo delle aziende) e open innovation (i portali di crowdsourcing delle invenzioni) agli ecosistemi dell'innovazione.
2.
Negli ecosistemi dell'innovazione, le startup community assumono un ruolo strategico. In questo contesto, citare la Silicon Valley è fin troppo banale; mi sembra più significativo il caso di Cincinnati, dove P&G, Kroger e altre aziende tradizionali stanno investendo per far nascere e alimentare una startup community legata ai prodotti della grande distribuzione.
3.
Quali sono allora i pilastri di una startup community? A mio avviso sono cinque:
1. Capitale finanziario
2. Capitale relazionala
3. Capitale intellettuale
4. Ideologia dell'innovazione
5. Retaggio culturale
I primi tre sono abbastanza ovvi e sono trattati in modo più o meno sistematico nella letteratura sulle startup community anche se, dal mio punto di vista, ci si concentra sempre troppo sulla parte finanziaria dimenticando tutto il resto. Gli ultimi due, invece, sono presenti solo in modo accidentale nella discussione sugli ecosistemi dell'innovazione. Per esempio, di tanto in tanto, si accenna all'effetto negativo indotto dalla stigmatizzazione del fallimento in Italia, ma - almeno per quello che ne so io - non ho trovato una riflessione organica sull'argomento.
Dell'ideologia dell'innovazione ha parlato Luca De Biase in un libro uscito qualche anno fa. Credo sia importante usare il termine ideologia al posto del più generico cultura, perché l'ideologia, proponendo una visione del mondo e una direzione del futuro, contiene anche una prescrizione su cosa occorre fare. Quella maturata attorno allo sviluppo dei computer e di internet non è molto dissimile da altre ideologie come il marxismo, incentrate su una forte retorica della distruzione dell'esistente e dell'aspirazione a costruire un mondo migliore.
Infine, una startup community si innesta in un contesto. Secondo me una delle analisi più interessanti sull'impatto del retaggio culturale sulla formazione di una startup community è contenuta nel libro Startup Nation. Molti si sono soffermati sul fondo dei fondi, dimenticando che la maggior parte del libro descrive il ruolo del servizio militare, della coesione sociale e della insolenza (chutzpah) del popolo ebraico come fattori determinanti nell'avviare una fiorente comunità di persone dedicate all'innovazione tecnologica. E lo stesso si potrebbe dire per la Silicon Valley, la frontiera estrema del grande West che si trova nella terra della libertà e delle opportunità.
i social media per il business di aziende e professionisti: corso di formazione base che trasferirà conoscenza e consapevolezza di strumenti social per il business
strumenti collaborativi per lo sviluppo delle aziende 1extrategy
primo incontro del 19 marzo 2010: conoscere, ascoltare, monitorare la rete.
- come e cosa cercare in rete: la selezione delle fonti, gli strumenti;
- monitorare la rete: seguire e restare aggiornati sugli argomenti di interesse;
- pubblicare contenuti online: la condivisione, la privacy, il copyright (e copyleft);
- web reputation: conoscere e costruire la propria (positiva) reputazione online;
GOextra: le metriche di riferimento per misurare la sostenibilità del busines...extrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
Linee guida per i siti web delle PA - Uno spunto per tuttiextrategy
Slide presentate allo UXCamp 2011 a Firenze da Alessandro Violini. L'uscita delle Linee Guida per i siti web delle PA come spunto per un web migliore dove il buon senso domina su ogni requisito.
GOextra: dal modello di business al business plan - Danilo Scarponiextrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
App, trasformazione digitale e ingegnerizzazione dell'innovazioneNicola Mattina
Ho usato queste slide per una presentazione ad un workshop organizzato dalla Fondazione Rosselli presso Talent Garden di Milano il 15 dicembre 2014.
1.
In un mondo in cui ogni azienda deve diventare (chi più chi meno) una software company, è necessario promuovere la transizione da modelli di closed innovation (i centri ricerca e sviluppo delle aziende) e open innovation (i portali di crowdsourcing delle invenzioni) agli ecosistemi dell'innovazione.
2.
Negli ecosistemi dell'innovazione, le startup community assumono un ruolo strategico. In questo contesto, citare la Silicon Valley è fin troppo banale; mi sembra più significativo il caso di Cincinnati, dove P&G, Kroger e altre aziende tradizionali stanno investendo per far nascere e alimentare una startup community legata ai prodotti della grande distribuzione.
3.
Quali sono allora i pilastri di una startup community? A mio avviso sono cinque:
1. Capitale finanziario
2. Capitale relazionala
3. Capitale intellettuale
4. Ideologia dell'innovazione
5. Retaggio culturale
I primi tre sono abbastanza ovvi e sono trattati in modo più o meno sistematico nella letteratura sulle startup community anche se, dal mio punto di vista, ci si concentra sempre troppo sulla parte finanziaria dimenticando tutto il resto. Gli ultimi due, invece, sono presenti solo in modo accidentale nella discussione sugli ecosistemi dell'innovazione. Per esempio, di tanto in tanto, si accenna all'effetto negativo indotto dalla stigmatizzazione del fallimento in Italia, ma - almeno per quello che ne so io - non ho trovato una riflessione organica sull'argomento.
Dell'ideologia dell'innovazione ha parlato Luca De Biase in un libro uscito qualche anno fa. Credo sia importante usare il termine ideologia al posto del più generico cultura, perché l'ideologia, proponendo una visione del mondo e una direzione del futuro, contiene anche una prescrizione su cosa occorre fare. Quella maturata attorno allo sviluppo dei computer e di internet non è molto dissimile da altre ideologie come il marxismo, incentrate su una forte retorica della distruzione dell'esistente e dell'aspirazione a costruire un mondo migliore.
Infine, una startup community si innesta in un contesto. Secondo me una delle analisi più interessanti sull'impatto del retaggio culturale sulla formazione di una startup community è contenuta nel libro Startup Nation. Molti si sono soffermati sul fondo dei fondi, dimenticando che la maggior parte del libro descrive il ruolo del servizio militare, della coesione sociale e della insolenza (chutzpah) del popolo ebraico come fattori determinanti nell'avviare una fiorente comunità di persone dedicate all'innovazione tecnologica. E lo stesso si potrebbe dire per la Silicon Valley, la frontiera estrema del grande West che si trova nella terra della libertà e delle opportunità.
Design inclusivo: da finalità a metodologia. Tra Victor Papanek, Lucio Stanca...Manuele Forcucci
Con il suo libro del 1970 “Design for The Real World” il designer statunitense Victor Papanek è stato il primo a porre il tema etico della responsabilità sociale e civile dei designer in un mondo in cui si progettava seguendo principalmente canoni di estetica e di ergonomia.
La Legge n.4 del 01/2004 meglio conosciuta come Legge Stanca è stata la disposizione legislativa che ha di fatto favorito l’accesso agli strumenti e ai servizi informatici alle persone con disabilità in Italia.
Nel gennaio 2020, il popolare cantante Immanuel Casto, in un passaggio di un lungo e ri-condiviso post su Facebook dichiara:
“L’inclusività, un valore per cui tutti dovremmo batterci, non rappresenta una finalità, bensì una metodologia”.
Cosa mette in relazione questi tre fatti e questi tre personaggi apparentemente lontanissimi tra loro?
Nel 2018, con il progetto di re-design del sito dell’Aeroporto di Bologna, ci siamo trovati per la prima volta in Tangible a fronteggiare i requisiti di accessibilità di un servizio online di pubblica utilità.
Durante la progettazione e lo sviluppo del sito abbiamo deciso di approcciare le disposizioni in materia di legge non solo da un punto di vista tecnico, ma abbiamo voluto alzare l’asticella verso un approccio sistemico che considerasse l’inclusività non solo come ottemperanza ad una legge ma come un processo condiviso di formazione dei principi etici del team.
In questo talk vedremo come questo progetto sia stato un’opportunità per il team:
- di approcciare al design in maniera inclusiva per tutto il ciclo di vita del progetto: dalla ricerca con le persone alla progettazione, passando per lo sviluppo front-end e la definizione del linguaggio visivo, facendo lavorare tutti questi aspetti nel raggiungimento di criteri misurabili di accessibilità
- di invertire l’approccio di tutto il team Tangible al design inclusivo da finalità a metodologia (cfr. Casto) agendo su:
• Conoscenza condivisa dei temi di accessibilità
• Formazione dei principi condivisi di design inclusivo
• Apertura alle comunità esterne e leadership culturale verso la community di designer e sviluppatori
Entrambi gli aspetti ci hanno permesso di comprendere che l’inclusività non è solamente una questione di accorgimenti tecnici e di linee guida (cfr. Legge Stanca) ma è qualcosa di più complesso che ha a che fare in scala con la responsabilità individuale, la cultura aziendale e i principi etici (cfr. Papanek) che guidano un team di design.
Sviluppare applicazioni web (completamente) on-line con Visual Studio Online ...Marco Parenzan
Windows Azure sta cambiando profondamente la nostra vita professionale portando le nostre risorse nel Cloud. Rinominando Team Foundation Services in Visual Studio Online, si è pronti a fare un passaggio ulteriore: portare parte dell'attività di sviluppo totalmente online. "Monaco" è un progetto ancora agli inizi, ma molto promettenti, per sviluppare progetti web completamente nel browser. Vediamo cosa possiamo farci, tra sviluppo , scelte tecnologiche, gestione del progetto e deployment.
Nel 1991 avevo poco più di 6 anni quando veniva pubblicato il primo sito Web della storia. Ovviamente, era dedicato a descrivere il funzionamento del World Wide Web. Ospitato sui server del CERN di Ginevra, era costituito da poche pagine: solo testo nero su sfondo bianco, nessun elemento multimediale e qualche parola blu sottolineata che permetteva di raggiungere altre pagine. Anni più tardi il Web è diventato come lo conosciamo oggi. Ma come si costruiscono quei siti?
//
Blog: per passione, per business. Dalla nicchia al processo di creazione e gestione, passando per le modalità di monetizzazione.
Non esiste UX senza accessibilità Le città per tutti sono in un web per tuttiFabrizio Caccavello
Nei processi di costruzione di interfacce per il web si devono poter applicare strategie di design
inclusivo. Le persone sono tutte diverse e ognuno ha una propria capacità di adattarsi al mondo
circostante. Le nostre interfacce devono poter adattasi al maggior numero possibile di persone.
Talvolta l’utilizzo di framework, UIKit e troppo rigide disposizioni aziendali sul branding, conducono
designer e frontend developer a sottovalutare questi aspetti e a creare strutture ingessate e poco
adatte agli utenti.
Un approccio Frameworkless per sviluppare la tua Single Page Applicationextrategy
Il talk racconta l'esperienza del Frameworkless Movement dal punto di vista dello sviluppatore UI. Partendo dalle basi 'cosa sono i framework e perché li utilizziamo? quali insidie nascondono?' saranno illustrati gli strumenti utili a scegliere consapevolmente il miglior framework per il nostro contesto, come ad esempio i Design System, valutando anche l'opzione "no-framework".
L'arte di massimizzare la quantità di lavoro non svoltoextrategy
L’arte di massimizzare il lavoro non svolto è uno dei principi del Manifesto Agile che spinge a lavorare su attività che portino valore al progetto. Si può applicare a contesti operativi e manageriali lavorando sulla complessità delle relazioni tra gli attori di un progetto e il processo di realizzazione.
Come si rapporta con il principio: “La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore”?
“Rispondere al cambiamento più che seguire un piano”
Organizziamo il nostro processo di lavoro in sprint o iterazioni, facciamo retrospettive, abbiamo il nostro Product Owner, stand up meeting e user stories, unit test e continuous integration .... però continuiamo a preparare il nostro bel backlog all’inizio del progetto quando abbiamo solo tante ipotesi e lo seguiamo passo passo come fosse una “ricetta”.
Qui vediamo cosa significa fare un piano adattivo che ci permetta realmente di rispondere al cambiamento.
Il Pair Coaching come evoluzione professionale e personaleextrategy
La crescita professionale e soprattutto personale è elemento indispensabile ad oggi. Ecco alcuni spunti su come agevolarla, favorirla o addirittura fare da catalizzatore per questo processo che inevitabilmente aumenta il valore delle persone e dell’azienda stessa.
L’arte di massimizzare la quantità di lavoro non svoltoextrategy
L’arte di massimizzare il lavoro non svolto è uno dei 12 principi alla base del manifesto agile e spinge i team ad abbracciare l’idea di lavorare su una serie di attività condivise, capaci di portare realmente valore al progetto. La sua applicazione tocca i contesti operativi come quelli tattici e manageriali perchè lavora sulla complessità delle relazioni che intercorrono tra gli attori di un progetto e il processo che abilita la sua realizzazione.
Ma che significa realmente? e come possiamo applicarlo concretamente nei nostri progetti?
“Semplicità” è un concetto estremamente generico e fraintendibile, cosa significa per un progetto software?.
“Massimizzare la quantità di lavoro non svolto”: quindi lavorare meno! Bel proposito ma come si rapporta con il primo principio: “La nostra massima priorità è soddisfare il cliente rilasciando software di valore…”
Nella mia esperienza, spesso questo principio viene sottovalutato o peggio ignorato perché non viene capito fino in fondo e soprattuto non banale rapportarlo con il lavoro di tutti i giorni.
Nel talk farò un viaggio attraverso la gestione di un progetto software secondo le metodologie agili evidenziando quando e come i due principi (massimizzare il lavoro non svolto e la massima priorità è soddisfare il cliente) ci sono di aiuto e da guida per la gestione dei nostri progetti, facendo esempio concreti di come nella mi a esperienza li ho applicati o li ho visti applicare
Learning over Delivery: il business e l'innovazione ai tempi della complessitàextrategy
Lavorare a progetti complessi richiede un metodo che ti supporti, saperlo padroneggiare e evolverlo per tenere allineati business value e project delivery.
I business goal e gli user need sono requisiti fondamentali su cui costruire un progetto che funzioni, la base su cui poggiare le decisioni strategiche, che permette al team di fare scelte condivise, in corso d'opera, in linea con gli obiettivi-chiave.
Qui descriviamo il nostro approccio ai contesti complessi e le nostre evoluzioni nel tempo.
Co-creare una strategia con Lego Serious Playextrategy
La metodologia Lego Serious Play facilita l'ideazione e la condivisione di una strategia in team, per prendere decisioni creative e innovative di fronte a problemi complessi.
Condividere obiettivi e prendere decisioni con Lego Serious Playextrategy
Prendere decisioni è difficile, ancor di più se va fatto in team. La metodologia Lego Serious Play facilita questo processo, favorendo condivisione e partecipazione attiva di tutte le persone coinvolte.
come far crescere le nostre organizzazioni? ad oggi la quasi totalità utilizza modelli stabili e prevedibili: la sfida è evolvere verso dinamiche antifragili, adattabili ai continui cambiamenti di mercato.
le organizzazioni, le persone e cosa serve per farle funzionareextrategy
la sfida per le aziende si gioca oggi su metodo e persone. quali sono i nemici da addomesticare? cosa fare per ottenere risultati? spunti di riflessione per abilitare le persone, la partecipazione, la fiducia nelle organizzazioni.
trasformare un’idea in un business che funziona | 2° lezioneextrategy
2° lezione: i canali di comunicazione innovativi in nuovo mercato:
diffondere la cultura imprenditoriale approfondendo le dinamiche della nascita di un’impresa innovativa o del lancio di un nuovo prodotto / servizio sul mercato, trasferimento di concetti e conoscenze al fine di trasformare un’idea in un business sostenibile.
trasformare un’idea in un business che funziona | 1° lezioneextrategy
1° lezione: definizione del modello di business
diffondere la cultura imprenditoriale approfondendo le dinamiche della nascita di un’impresa innovativa o del lancio di un nuovo prodotto / servizio sul mercato, trasferimento di concetti e conoscenze al fine di trasformare un’idea in un business sostenibile.
Team agile vs budget fisso: la nostra esperienza e i nostri erroriextrategy
L'obiettivo del talk oltre a condividere la nostra esperienza, è quello di mostrare come con una disciplina fedele alle best practices e un team che comunica in modo efficace è possibile affrontare meglio anche progetti a budget fisso.
Condividendo gli insegnamenti emersi da una retrospettiva dove abbiamo analizzato l'esito di un anno di progetti eterogenei (siti web, applicazioni mobile) con contratti a budget fisso, mostreremo quali sono state le azioni e gli errori che hanno portato al successo o insuccesso confrontandoli con il manifesto Agile e le pratiche XP e SCRUM.
(Talk presentato da due speaker Alessandro Violini e Lorenzo Massacci)
GOextra: lavorare in team per rispondere al cambiamento - Lorenzo Massacciextrategy
25/06/13 | 9 interventi di 15 minuti ciascuno hanno tracciato il percorso per fare di un’idea un business sostenibile e scalabile. 9 servizi raccontati da GOextra, la nuova business unit di e-xtrategy | www.goextra.it |
7. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
“è un insieme di standard
per la progettazione di
documenti”
7
8. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
• connesse alla brand identity
• vengono sviluppate da un UI designer
• raramente vengono modificate
• non necessitano di automatismi
8
9. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
• orienta lo studio creativo
• condivide le informazioni
• favorisce la coerenza
• tiene traccia delle decisioni
• sperimenta le soluzioni
9
10. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
la styleguide non ti
permette di costruire una
pagina, ti indica come farlo
10
11. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
Come sfrutto le Styleguide
• creo un ambiente per la condivisione
• le condivido con tutto il team
• raccolgo feedback che possono influenzare il
processo di design
11
18. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
“sono le soluzioni
progettuali generali a
problemi ricorrenti”
18
19. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
Thanks to:
Christopher
Alexander
19
20. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy20
Styleguide
• connesse alla brand identity
• vengono sviluppate da un
UI designer
• raramente vengono
modificate
• non necessitano di
automatismi
Pattern Library
• derivano dalla styleguide
• vengono sviluppate da un
UI/ID designer
• crescono insieme al
progetto
• vanno manutenute
(automaticamente?)
21. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy21
Styleguide
• orienta lo studio creativo
• condivide le informazioni
• favorisce la coerenza
• tiene traccia delle decisioni
• sperimenta le soluzioni
Pattern Library
• fornisce assets per la
pagina
• condivide le informazioni
• favorisce la coerenza
• condivide le soluzioni
scelte
• offre un ambiente per i test
22. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
Come creo una buona Pattern Library
• pensando all’applicazione in modo modulare e
a componenti
• sfruttando gli approcci di Atomic Design, BEM
e OOCSS
22
29. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
Come miglioro la gestione dei layout
• permettendo a tutto il team di impostarli in
autonomia
• utilizzando layout annidabili
• ricavando il contenuto scrollabile in modo
automatico
29
39. #CSSDAY - Faenza 2017 @Violo - extrategy
La chiarezza terminologica e un vocabolario
comune è alla base della buona
comunicazione
La condivisione delle informazioni a tutte le
figure professionali del team riduce i colli di
bottiglia e gli sprechi di tempo
Le scelte di un bravo interface developer può
fare la differenza nella manutenibilità
dell’interfaccia
39