2. L’anno Mille non fu un anno eccezionale
L’anno Mille non fu percepito da chi lo visse
come un anno eccezionale
In primo luogo non per tutti l’anno Mille era …
l’anno Mille, perché i sistemi di datazione erano
diversi a seconda delle località: vi furono molti
capodanni diversi dell’anno Mille
In secondo luogo l’idea che il nuovo millennio
potesse significare la fine del mondo non
faceva parte di una leggenda popolare, ma era nota
solo a gruppi ristretti di persone colte
3. La cronaca di Sigeberto di Gembloux
Un monaco dell’ordine benedettino,
nel XII secolo, Sigeberto di
Gembloux, in un’opera chiamata
Chronicon
(ricostruzione dei fatti storici dal 381 al
1111)
afferma che il Mille fu un anno
tragico, in cui si sarebbe
verificato un terremoto e
sarebbe passata nel cielo una
cometa che aveva illuminato il
cielo notturno disegnandovi
l’immagine di un serpente
4. La presunta predizione dell’ «Apocalisse»
Sulla base di questo racconto, nel 1500 si costruì la
credenza in base alla quale tale cometa sembrò a molti
l’annuncio della fine del mondo
Questa credenza nasceva da un passo del libro
dell’Apocalisse "Poi vidi scendere dal cielo un angelo che
teneva in mano la chiave del mondo sotterraneo e una lunga
catena. L'angelo afferrò il drago, il serpente antico, cioè Satana,
il diavolo, e lo incatenò per mille anni, lo gettò nel mondo
sotterraneo, ne chiuse l'entrata e la sigillò sopra di lui. Così il
drago non avrebbe più ingannato nessuno per mille anni. Alla
fine dei mille anni però, dev'essere sciolto per un periodo di
tempo." (20:1-3).
Finiti i mille anni, il serpente sarebbe stato liberato e,
uscito dalla sua prigione, avrebbe sedutto le nazioni.
5. Un periodo di crescita
In realtà l’anno Mille si pone a metà del percorso
storico che dalla fine del secolo VIII alla “peste
nera” del 1350 vide un costante aumento
demografico in Europa: raddoppiò il numero di uomini
in Francia e Italia, triplicò in Germania e Inghilterra
L’aumento demografico graduale,ma intenso, spinse gli
uomini del periodo a cercare maggiori risorse
Questa ricerca fece incrementare sia la produzione
agricola (e manifatturiera), sia il commercio
6. Evoluzioni tecniche e di gestione agricola
Le tecnologie innovative per produrre maggiori risorse
soprattutto agricole furono:
tra gli strumenti
il mulino a acqua
il giogo frontale dei bovini , il collare del cavallo e la sua
ferratura
un nuovo tipo di aratro tutto in metallo e dotato di versoio
tra le tecniche agricole
o la rotazione triennale
Tali migliorie riguardarono soprattutto le zone dell’Europa centro
settentrionale, perché più adatte per clima e qualità del terreno a
applicarle
7. Il mulino ad acqua
Il mulino ad acqua era noto
anche nel mondo antico, ma
si affermò dovunque solo nel
periodo intorno al Mille
La sua affermazione fu dovuta
al fatto che esso permetteva
di liberare molti uomini
che prima dovevano far
funzionare macine e pestelli
con le proprie braccia
8. Giogo frontale e collare per cavalli
Il giogo frontale per
bovini e il collare per i
cavalli (permetteva di
aumentare la forza di tiro)
erano modi nuovi per
attaccare gli animali a un
aratro
Questi strumenti e la
ferratura rendevano più
produttivo l’uso della forza
animale in agricoltura
9. Aratro con versoio
Il maggiore impiego di
forza animale permise di
utilizzare un aratro che
essendo in parte
metallico e dotato di
versoio era in grado di
rivoltare la terra – quindi
la rendeva più fertile - e
di lavorare su terreni più
Versoio
impervi.
10. Rotazione triennale
La rotazione triennale
permetteva di far riposare la una
parte della terra, il “maggese”
(prato) ogni tre anni
Un anno il terreno era coltivato a
cereali (frumento), un anno a cereali
primaverili (avena) e legumi, un
anno era lasciato a maggese
In questo modo il terreno produceva
cibo per gli uomini (i legumi
potevano sostituire la carne) e
foraggio (orzo,avena) per gli animali
da tiro che potevano diventare più
numerosi e efficienti. Inoltre era
disponibile una quantità di letame utile
all’aumento della produttività
11. Aumento degli spazi coltivati
L’aumento della produzione fu dovuto soprattutto a un
ampliamento degli spazi coltivati
La richiesta di prodotti agricoli determinata dagli aumenti di
popolazione determinò la messa a coltura di nuovi spazi
agricoli attraverso:
occupazioni di terre
dissodamenti (bonifiche e disboscamenti per ricavare nuove
terre da coltivare)
colonizzazione (uomini inviati dai proprietari a coltivare
nuovi terreni
Questi nuovi spazi furono ricavati o da zone non coltivate di
curtes e villaggi o da ambienti più isolati e disabitati
12. Borghi franchi e “villenuove”
I signori territoriali creavano propri spazi di ricchezza e
potere reclutando nuova popolazione per le loro terre da
lavorare con la promessa dell’esenzione fiscale
Nacquero i borghi “franchi” (esenti) e le “villenuove”
Le villenuove erano il frutto di accordi tra proprietari
e contadini
Il proprietario forniva: terra – sementi – strumenti
da lavoro
il contadino si impegnava a pagare un canone quando la
terra diventava produttiva grazie al suo lavoro
13. Il superamento del sistema curtense
Il sistema curtense entrò in crisi
la divisione tra dominicum e
massaricium si ridusse sino a
scomparire
il dominicum venne diviso dai proprietari
tra contadini di diversa condizione giuridica
contemporaneamente i servi praebendarii
(schiavi alloggiati nel dominicum) si ridussero
di numero
14. Nuove prospettive per signori e contadini
I contadini, che non erano sottoposti alle corvées,
poterono rendere il loro lavoro più produttivo e
sfruttare le proprie capacità diversamente: bonifiche,
nuove tecniche, partecipazione alla fondazione di
villenuove
I proprietari si occuparono più da vicino delle loro
terre: sollecitavano le innovazioni e il processo di
colonizzazione, amministravano il commercio del
surplus prodotto
15. La «mutazione feudale»
Il cambiamento principale avvenuto nel Mille fu la
cosiddetta “mutazione feudale”
Essa fu « la nascita – originata dalla progressiva
perdita di potere da parte degli imperatori e dei loro
rappresentanti – di una forma di controllo
politico del territorio definita “signoria di
banno” esercitata da grandi proprietari capaci di
attorniarsi di clientele vassallatiche, di tenere a bada
i rustici, di costruire fortezze come strumento di
difesa e di dominio» (G. Milani)
16. La «signoria di banno»
Il banno è il potere di costringere, di giudicare,
di punire
Questo termine si applica al momento in cui, alla fine
dell’impero carolingio, il potere di comando
esercitato in origine dal re passa ovunque nelle mani
dei singoli signori locali padroni dei castelli
Nei secoli XI e XII si definisce “esercizio del banno”
l’autorità che i padroni dei castelli esercitano su
tutti coloro che risiedono nelle vicinanze: liberi,
servi, piccoli proprietari, coloni.
Il detentore del banno esercita il diritto di arrestare e
punire i malfattori, di giudicare le liti, di prelevare
pedaggi dai mercanti per l’uso di strade e ponti, di
imporre agli abitanti le più disparate tasse e
prestazioni d’opera (A. Barbero – C. Frugoni)
17. Da una società “contadina” a una società “aristocratica”
Verso la fine dell’VIII secolo si ebbe un mutamento
sociale importante
Prima di questa data la società era povera perché i
contadini non erano stimolati dai prelievi dei
possessori e lavoravano solo per il proprio mantenimento
I proprietari, che avevano una rendita fondiaria bassa
non incentivavano né artigianato, né commercio
Dopo la trasformazione le nuove classi dominanti
(signorie di banno) cominciarono a intervenire
direttamente nella conduzione delle terre: la
rendita fondiaria aumentò e anche la produzione nel suo
complesso.
18. Signori e contadini
Lo sviluppo della signoria creò una
distinzione netta tra chi
esercitava il potere, i signori e i
loro collaboratori, e chi lo subiva
I coltivatori si trovarono
sostanzialmente tutti sullo stesso
piano
I piccoli proprietari contadini e i
coltivatori liberi subirono canoni di
affitto maggiorati e nuove forme di
prelievo e controllo
La schiavitù diventò sempre
meno dura nelle sue condizioni
I discendenti degli schiavi si fusero
Miniatura tratta da sempre più frequentemente con i
Le tres riches heures de Duc
contadini liberi
de berry
19. Laboratores, bellatores, oratores
La nuova struttura sociale
determinò l’affermazione di una
nuova immagine della società
In essa si distinguevano
laboratores: i destinati a lavorare
per sostenere l’intera società
bellatores: coloro che dovevano
proteggere i laboratores
oratores: gli uomini di Chiesa
erano deputati a pregare per la
salvezza dei primi due
La soggezione al signore
“Cristo e i tre ordini”, determinava l’eguaglianza di
miniatura veneziana del condizione del vasto e variegato
1523 gruppo dei laboratores
20. Il lignaggio
I gruppi dominanti adottarono una struttura familiare
basata sul
lignaggio
Una famiglia formata soltanto dai discendenti in linea
maschile di uno stesso antenato: lignaggio
patrilineare
Nel Centro e Nord Europa vennero introdotte
discriminazioni di successione tra gli eredi per
trasmettere la parte maggiore dei beni e dei poteri
famigliari a un unico discendente (il figlio
maggiore)
21. Bibliografia
A.Barbero, C.Frugoni, Dizionario del Medioevo,
Roma – Bari, Laterza, 1994
S. Carocci, Signori, castelli, feudi, in Aa. Vv., Storia
medievale, Roma, Donzelli, 1998
Georges Duby, L’anno Mille. Storia religiosa e
psicologia collettiva, Torino, Einaudi, 2001
M.Montanari, Storia medievale, Roma – Bari,
Laterza, 2002