Elaborazione del lutto. Superare la propria tristezza e imparare di nuovo a v...
cibo ed emozioni, come riconoscerle
1.
2. * …l'uomo, fra gli esseri sensibili che popolano il nostro globo, è quello che
soffre di più, e la paura di tanta sofferenza e dolore "... fa sì che si
getti con slancio dal lato opposto e si affezioni con tutta l'anima ai pochi
piaceri che la natura gli ha concesso. Per la stessa ragione egli li aumenta,
li prolunga, li cura, perfino li adora". E uno di questi piaceri, secondo
Brillat-Savarin, è proprio quello della tavola, che si distingue dal piacere
del mangiare in quanto il secondo deriva dal soddisfacimento di un bisogno
fisiologico, mentre il primo è la sensazione riflessa che nasce da diverse
circostanze di fatti, di luoghi, di cose e di persone che accompagnano il
pasto. Il piacere di mangiare è comune a noi e agli animali, e presuppone
soltanto la fame e ciò che occorre per saziarla. Il piacere della tavola
invece, che può anche prescindere dall'appetito, è particolare della
specie umana e presuppone delle cure antecedenti per preparare il
pasto, per la scelta del luogo e per la riunione dei convitati. Quello della
tavola, conclude Savarin, è un piacere intenso, di lunga durata e ci
predispone per il godimento di tutti gli altri piaceri.
*
3. Per Emozione si intende un ACCENTUATO STATO d’animo che la
persona percepisce in reazione a eventi
interni( fare certi pensieri, provare certe sensazioni)
esterni( contatto con altri, abbracci, aggressioni ).
Le possiamo esprimere con il CORPO (postura o gesti), PAROLE(io
ti voglio bene, io ti odio, io sono triste)
Ad ogni emozione si associano dei comportamenti tipici :
Paura,ansia evitare
Rabbia aggredire
Depressione isolamento
Colpa/vergogna scusarsi senza motivo o evitare
Dr.Massimo Arcella
4. Nella persona che ha un rapporto alterato con il CIBO vi è
una gerarchia di che possiamo riassumere
come segue
*L’emozione più lontana dalla consapevolezza è la
…
*subito dopo c’è la
*Un po’ più in superficie c’è che altera la
respirazione dell’individuo … solitamente detestata e
secondo un noto psicoanalista energetico è un conflitto
tra la necessità di assumere ossigeno e l’impossibilità
di farlo
Dr.Massimo Arcella
5. *Infine ci sono E .
*La è il sentimento più familiare e il
soggetto pensa che vada sopportata …
*Solo qualche volta si concede di vivere l’ ,
raramente la e quasi mai la che
solitamente viene autoriferita con manovre varie (
abbuffate, allontanare le persone care contattando
così la sofferenza e la tristezza ecc…)
Dr.Massimo Arcella
7. * Il punto importante da comprendere a proposito della rabbia, e' che, nonostante venga
spesso etichettata come emozione negativa, da evitare in noi come negli altri, di fatto
diventa negativa, e soprattutto distruttiva, quando non viene riconosciuta e usata al
momento in cui emerge, ma viene repressa con conseguenze dannose non solo per se stessi,
ma anche per gli altri.
* Il problema è che fin dalla tenera età ci viene insegnato che è cattivo e sbagliato esprimere
la collera; ancora oggi questa emozione viene considerata inopportuna, irragionevole,
associata all’aggressività e al capriccio; La gente è spesso spaventata dalla propria rabbia:
teme che la spinga a compiere qualche azione dannosa e, di conseguenza, ci si rifiuta di
prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria.
*
E’ importante quindi considerare che, se non ci siamo mai concessi di esprimere la rabbia,
probabilmente ne abbiamo accumulata una montagna dentro di noi.
*
8. *che cosa ha scatenato la nostra collera?
*Il nostro interlocutore ci ha offeso intenzionalmente o
per errore?
*Siamo sicuri di non esserci sbagliati sulle sue intenzioni?
O di non aver mostrato eccessiva suscettibilità?
*La situazione merita una reazione decisa?
*Abbiamo considerato delle alternative per
sdrammatizzare?
*Spetta al nostro interlocutore cambiare o a noi farci
capire meglio?
*Che risultati ci aspettiamo dalla nostra collera?
9. ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI:
è necessario farlo dopo aver placato le proprie emozioni. L’atteggiamento da
adottare è di tipo assertivo, evitando dunque di scadere in eccessi di alcun tipo,
quali le ingiurie e le accuse
ESPRIMERE APERTAMENTE LA RABBIA: è importante permettere a se stessi di
avvertire completamente la rabbia, creando un posto sicuro per poterla esprimere,
da soli, o con un amico fidato o con un esperto. Se siamo soli in un posto sicuro,
permettiamoci di parlare ad alta voce, di lanciare e colpire cuscini. Dopo aver fatto
ciò in un ambiente sicuro, non avremo più paura di compiere un atto distruttivo e
saremo capaci di affrontare in modo più efficace, le situazioni che ci si
presenteranno.
*
10. *La vergogna è l‘EMOZIONE che accompagna l’auto-valutazione di un
fallimento globale nel rispetto delle regole, scopi o modelli di
condotta condivisi con gli altri; da una parte è una emozione
negativa che coinvolge l’intero INDIVIDUO rispetto alla propria
inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa
per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente
opposta da quello che avremmo desiderato.
*A differenza dell’ IMBARAZZO, che si sperimenta esclusivamente in
presenza degli altri, ci si può vergognare da soli e per lungo tempo;
inoltre, mentre l’imbarazzo sorge per l’infrazione di regole sociali
che possono anche non essere condivise, la vergogna è il segnale
della rottura di regole di condotta alle quali personalmente si
aderisce.
11. La vergogna segna nell'uomo il confine
intimo del peccato. Lì dove egli
arrossisce, inizia il suo essere più
nobile»
(C.F. Hebbel) poeta e drammaturgo.
*…svela la profondità di un'emozione fino ad ora ignorata
(perché il provarla testimonia la propria debolezza) e temuta
(perché è giudicata a partire da una tradizione
prevalentemente legata alla morale cristiana), questa
interpretazione fa riflettere probabilmente perché individua
nella vergogna l'opportunità, se pur dolorosa, di mettere l'io
di fronte a se stesso e di riscoprirsi nella propria intimità
più vera; ovvero la capacità di rendere concreta l'occasione di
ritrovare l'autenticità di sé, mutando il peccato in un
espediente dove il riconoscimento della propria colpa non si
esaurisce nel pentimento ma trova la sua espiazione nella
conquista di se stessi.
12. * Una larga parte di noi ha avuto o potrà avere un problema d’ansia nel
corso della propria vita…
L’ansia di per sé, tuttavia, non è un fenomeno anormale. Si tratta di
un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione
dell’organismo e che si attiva quando una situazione viene percepita
soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana l’ansia si
traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente,
nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una
serie di fenomeni neurovegetativi come l’aumento della frequenza del
respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, le
vertigini, ecc..
* Tali fenomeni dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una
situazione di reale pericolo, l'organismo in ansia ha bisogno della
massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o
attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e
garantendosi la sopravvivenza.
L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una
importante risorsa, perché è una condizione fisiologica, efficace in molti
momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di
allerta e migliorare le prestazioni.
13. *L’ansia è un’emozione, una risorsa che nel corso
dell’evoluzione il cervello ha sviluppato ed affinato
nell’intento di proteggere l’individuo dalle minacce
che il mondo esterno può sollecitare.
*E’ quindi un sistema difensivo, e la sua funzione
principale è di allertare una serie di circuiti che si
sono andati perfezionando nei secoli, e di
consentirci di reagire in modo appropriato.
*Il sistema è molto complesso e prevede una
reazione che è contemporaneamente fisica (la
reazione tipica del gatto che vede il cane e sa di
doversi difendere) e psicologica.
14. *La sofferenza è una condizione di dolore, che può
riguardare il corpo e/o il vissuto emotivo del
soggetto. Essa può derivare direttamente da un
trauma, fisico o emotivo, oppure può essere
espressione di una afflizione interiore più profonda,
di cui può essere difficile o impossibile individuare
un fondamento oggettivo. In particolare quando la
sofferenza è legata a una condizione interiore del
soggetto ed è prolungata nel tempo, ovvero la sua
intensità è tale da inibire o danneggiare la normale
attività emotiva e pratica del soggetto, essa
costituisce sintomo di un disturbo psicologico, ad
es. depressione..
*
15. * La tristezza percepita è dunque una risorsa importante per arricchire
la propria vita emotiva che dobbiamo imparare a gestire. In che
modo?
* - Impariamo a fermarci e ad entrare in contatto con la nostra
tristezza
* - Permettiamo a noi stessi di essere tristi: impariamo a non voler
scacciare immediatamente questo sentimento - anche perché
sarebbe impossibile – cerchiamo piuttosto di riflettere sul perché
stiamo provando questa specifica emozione. Chiediamoci cosa sta
accadendo nella nostra vita , cosa è accaduto, cosa vorremmo che
accada; ogni emozione ha un suo significato sta a noi interpretarlo.
* - Impariamo a non vergognarci di manifestare la nostra tristezza.
Reprimere questo stato emotivo comporta solo disagio, rabbia,
frustrazione e non fa altro che alimentare il nostro malessere
* - Se la tristezza diventa troppo intensa, se sconfina in uno stato
depressivo prolungato e comporta un marcato disagio psicologico non
vergogniamoci a chiedere aiuto
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17. *
Chi è intollerante alle EMOZIONI utilizza
comportamenti Distruttivi(Disfunzionali)
per modulare l’Umore e ridurre la
consapevolezza.
Es. Autolesionismi, assunzione di sostanze
psicoattive, abbuffate , vomito ecc…
Utile solo a breve termine, visto che nel
lungo attiva tutta una serie di meccanismi
di colpa e svalutazione.
Dr.Massimo Arcella
18. 1. Aumentare le emozioni POSITIVE
Bilancia PIACERE DOVERE
2. Se impari a volerti Bene ti puoi concede un
po’ di piacere, aumentando il benesseRE
psico-fisico NUTRENDO IL Sé
3. Fare accadere eventi positivi più spesso
4. Non distruggere esperienze positive
5. E focalizzarsi su parti /eventi piacevoli
Dr.Massimo Arcella
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