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* …l'uomo, fra gli esseri sensibili che popolano il nostro globo, è quello che 
soffre di più, e la paura di tanta sofferenza e dolore "... fa sì che si 
getti con slancio dal lato opposto e si affezioni con tutta l'anima ai pochi 
piaceri che la natura gli ha concesso. Per la stessa ragione egli li aumenta, 
li prolunga, li cura, perfino li adora". E uno di questi piaceri, secondo 
Brillat-Savarin, è proprio quello della tavola, che si distingue dal piacere 
del mangiare in quanto il secondo deriva dal soddisfacimento di un bisogno 
fisiologico, mentre il primo è la sensazione riflessa che nasce da diverse 
circostanze di fatti, di luoghi, di cose e di persone che accompagnano il 
pasto. Il piacere di mangiare è comune a noi e agli animali, e presuppone 
soltanto la fame e ciò che occorre per saziarla. Il piacere della tavola 
invece, che può anche prescindere dall'appetito, è particolare della 
specie umana e presuppone delle cure antecedenti per preparare il 
pasto, per la scelta del luogo e per la riunione dei convitati. Quello della 
tavola, conclude Savarin, è un piacere intenso, di lunga durata e ci 
predispone per il godimento di tutti gli altri piaceri. 
*
Per Emozione si intende un ACCENTUATO STATO d’animo che la 
persona percepisce in reazione a eventi 
interni( fare certi pensieri, provare certe sensazioni) 
esterni( contatto con altri, abbracci, aggressioni ). 
Le possiamo esprimere con il CORPO (postura o gesti), PAROLE(io 
ti voglio bene, io ti odio, io sono triste) 
Ad ogni emozione si associano dei comportamenti tipici : 
Paura,ansia evitare 
Rabbia aggredire 
Depressione isolamento 
Colpa/vergogna scusarsi senza motivo o evitare 
Dr.Massimo Arcella
Nella persona che ha un rapporto alterato con il CIBO vi è 
una gerarchia di che possiamo riassumere 
come segue 
*L’emozione più lontana dalla consapevolezza è la 
… 
*subito dopo c’è la 
*Un po’ più in superficie c’è che altera la 
respirazione dell’individuo … solitamente detestata e 
secondo un noto psicoanalista energetico è un conflitto 
tra la necessità di assumere ossigeno e l’impossibilità 
di farlo 
Dr.Massimo Arcella
*Infine ci sono E . 
*La è il sentimento più familiare e il 
soggetto pensa che vada sopportata … 
*Solo qualche volta si concede di vivere l’ , 
raramente la e quasi mai la che 
solitamente viene autoriferita con manovre varie ( 
abbuffate, allontanare le persone care contattando 
così la sofferenza e la tristezza ecc…) 
Dr.Massimo Arcella
*
* Il punto importante da comprendere a proposito della rabbia, e' che, nonostante venga 
spesso etichettata come emozione negativa, da evitare in noi come negli altri, di fatto 
diventa negativa, e soprattutto distruttiva, quando non viene riconosciuta e usata al 
momento in cui emerge, ma viene repressa con conseguenze dannose non solo per se stessi, 
ma anche per gli altri. 
* Il problema è che fin dalla tenera età ci viene insegnato che è cattivo e sbagliato esprimere 
la collera; ancora oggi questa emozione viene considerata inopportuna, irragionevole, 
associata all’aggressività e al capriccio; La gente è spesso spaventata dalla propria rabbia: 
teme che la spinga a compiere qualche azione dannosa e, di conseguenza, ci si rifiuta di 
prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria. 
* 
E’ importante quindi considerare che, se non ci siamo mai concessi di esprimere la rabbia, 
probabilmente ne abbiamo accumulata una montagna dentro di noi. 
*
*che cosa ha scatenato la nostra collera? 
*Il nostro interlocutore ci ha offeso intenzionalmente o 
per errore? 
*Siamo sicuri di non esserci sbagliati sulle sue intenzioni? 
O di non aver mostrato eccessiva suscettibilità? 
*La situazione merita una reazione decisa? 
*Abbiamo considerato delle alternative per 
sdrammatizzare? 
*Spetta al nostro interlocutore cambiare o a noi farci 
capire meglio? 
*Che risultati ci aspettiamo dalla nostra collera?
ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI: 
è necessario farlo dopo aver placato le proprie emozioni. L’atteggiamento da 
adottare è di tipo assertivo, evitando dunque di scadere in eccessi di alcun tipo, 
quali le ingiurie e le accuse 
ESPRIMERE APERTAMENTE LA RABBIA: è importante permettere a se stessi di 
avvertire completamente la rabbia, creando un posto sicuro per poterla esprimere, 
da soli, o con un amico fidato o con un esperto. Se siamo soli in un posto sicuro, 
permettiamoci di parlare ad alta voce, di lanciare e colpire cuscini. Dopo aver fatto 
ciò in un ambiente sicuro, non avremo più paura di compiere un atto distruttivo e 
saremo capaci di affrontare in modo più efficace, le situazioni che ci si 
presenteranno. 
*
*La vergogna è l‘EMOZIONE che accompagna l’auto-valutazione di un 
fallimento globale nel rispetto delle regole, scopi o modelli di 
condotta condivisi con gli altri; da una parte è una emozione 
negativa che coinvolge l’intero INDIVIDUO rispetto alla propria 
inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa 
per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente 
opposta da quello che avremmo desiderato. 
*A differenza dell’ IMBARAZZO, che si sperimenta esclusivamente in 
presenza degli altri, ci si può vergognare da soli e per lungo tempo; 
inoltre, mentre l’imbarazzo sorge per l’infrazione di regole sociali 
che possono anche non essere condivise, la vergogna è il segnale 
della rottura di regole di condotta alle quali personalmente si 
aderisce.
La vergogna segna nell'uomo il confine 
intimo del peccato. Lì dove egli 
arrossisce, inizia il suo essere più 
nobile» 
(C.F. Hebbel) poeta e drammaturgo. 
*…svela la profondità di un'emozione fino ad ora ignorata 
(perché il provarla testimonia la propria debolezza) e temuta 
(perché è giudicata a partire da una tradizione 
prevalentemente legata alla morale cristiana), questa 
interpretazione fa riflettere probabilmente perché individua 
nella vergogna l'opportunità, se pur dolorosa, di mettere l'io 
di fronte a se stesso e di riscoprirsi nella propria intimità 
più vera; ovvero la capacità di rendere concreta l'occasione di 
ritrovare l'autenticità di sé, mutando il peccato in un 
espediente dove il riconoscimento della propria colpa non si 
esaurisce nel pentimento ma trova la sua espiazione nella 
conquista di se stessi.
* Una larga parte di noi ha avuto o potrà avere un problema d’ansia nel 
corso della propria vita… 
L’ansia di per sé, tuttavia, non è un fenomeno anormale. Si tratta di 
un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione 
dell’organismo e che si attiva quando una situazione viene percepita 
soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana l’ansia si 
traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, 
nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una 
serie di fenomeni neurovegetativi come l’aumento della frequenza del 
respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, le 
vertigini, ecc.. 
* Tali fenomeni dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una 
situazione di reale pericolo, l'organismo in ansia ha bisogno della 
massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o 
attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e 
garantendosi la sopravvivenza. 
L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una 
importante risorsa, perché è una condizione fisiologica, efficace in molti 
momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di 
allerta e migliorare le prestazioni.
*L’ansia è un’emozione, una risorsa che nel corso 
dell’evoluzione il cervello ha sviluppato ed affinato 
nell’intento di proteggere l’individuo dalle minacce 
che il mondo esterno può sollecitare. 
*E’ quindi un sistema difensivo, e la sua funzione 
principale è di allertare una serie di circuiti che si 
sono andati perfezionando nei secoli, e di 
consentirci di reagire in modo appropriato. 
*Il sistema è molto complesso e prevede una 
reazione che è contemporaneamente fisica (la 
reazione tipica del gatto che vede il cane e sa di 
doversi difendere) e psicologica.
*La sofferenza è una condizione di dolore, che può 
riguardare il corpo e/o il vissuto emotivo del 
soggetto. Essa può derivare direttamente da un 
trauma, fisico o emotivo, oppure può essere 
espressione di una afflizione interiore più profonda, 
di cui può essere difficile o impossibile individuare 
un fondamento oggettivo. In particolare quando la 
sofferenza è legata a una condizione interiore del 
soggetto ed è prolungata nel tempo, ovvero la sua 
intensità è tale da inibire o danneggiare la normale 
attività emotiva e pratica del soggetto, essa 
costituisce sintomo di un disturbo psicologico, ad 
es. depressione.. 
*
* La tristezza percepita è dunque una risorsa importante per arricchire 
la propria vita emotiva che dobbiamo imparare a gestire. In che 
modo? 
* - Impariamo a fermarci e ad entrare in contatto con la nostra 
tristezza 
* - Permettiamo a noi stessi di essere tristi: impariamo a non voler 
scacciare immediatamente questo sentimento - anche perché 
sarebbe impossibile – cerchiamo piuttosto di riflettere sul perché 
stiamo provando questa specifica emozione. Chiediamoci cosa sta 
accadendo nella nostra vita , cosa è accaduto, cosa vorremmo che 
accada; ogni emozione ha un suo significato sta a noi interpretarlo. 
* - Impariamo a non vergognarci di manifestare la nostra tristezza. 
Reprimere questo stato emotivo comporta solo disagio, rabbia, 
frustrazione e non fa altro che alimentare il nostro malessere 
* - Se la tristezza diventa troppo intensa, se sconfina in uno stato 
depressivo prolungato e comporta un marcato disagio psicologico non 
vergogniamoci a chiedere aiuto 
*
*Tristezza : afflizione, amarezza, angoscia, 
avvilimento, costernazione, cupezza, 
delusione, demoralizzazione, depressione, 
dispiacere, grigiore, infelicità, malinconia, 
malumore, mestizia, miseria, monotonia, 
povertà, sconforto, scontentezza 
*
* 
Chi è intollerante alle EMOZIONI utilizza 
comportamenti Distruttivi(Disfunzionali) 
per modulare l’Umore e ridurre la 
consapevolezza. 
Es. Autolesionismi, assunzione di sostanze 
psicoattive, abbuffate , vomito ecc… 
Utile solo a breve termine, visto che nel 
lungo attiva tutta una serie di meccanismi 
di colpa e svalutazione. 
Dr.Massimo Arcella
1. Aumentare le emozioni POSITIVE 
Bilancia PIACERE DOVERE 
2. Se impari a volerti Bene ti puoi concede un 
po’ di piacere, aumentando il benesseRE 
psico-fisico NUTRENDO IL Sé 
3. Fare accadere eventi positivi più spesso 
4. Non distruggere esperienze positive 
5. E focalizzarsi su parti /eventi piacevoli 
Dr.Massimo Arcella 
*
*

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  • 1.
  • 2. * …l'uomo, fra gli esseri sensibili che popolano il nostro globo, è quello che soffre di più, e la paura di tanta sofferenza e dolore "... fa sì che si getti con slancio dal lato opposto e si affezioni con tutta l'anima ai pochi piaceri che la natura gli ha concesso. Per la stessa ragione egli li aumenta, li prolunga, li cura, perfino li adora". E uno di questi piaceri, secondo Brillat-Savarin, è proprio quello della tavola, che si distingue dal piacere del mangiare in quanto il secondo deriva dal soddisfacimento di un bisogno fisiologico, mentre il primo è la sensazione riflessa che nasce da diverse circostanze di fatti, di luoghi, di cose e di persone che accompagnano il pasto. Il piacere di mangiare è comune a noi e agli animali, e presuppone soltanto la fame e ciò che occorre per saziarla. Il piacere della tavola invece, che può anche prescindere dall'appetito, è particolare della specie umana e presuppone delle cure antecedenti per preparare il pasto, per la scelta del luogo e per la riunione dei convitati. Quello della tavola, conclude Savarin, è un piacere intenso, di lunga durata e ci predispone per il godimento di tutti gli altri piaceri. *
  • 3. Per Emozione si intende un ACCENTUATO STATO d’animo che la persona percepisce in reazione a eventi interni( fare certi pensieri, provare certe sensazioni) esterni( contatto con altri, abbracci, aggressioni ). Le possiamo esprimere con il CORPO (postura o gesti), PAROLE(io ti voglio bene, io ti odio, io sono triste) Ad ogni emozione si associano dei comportamenti tipici : Paura,ansia evitare Rabbia aggredire Depressione isolamento Colpa/vergogna scusarsi senza motivo o evitare Dr.Massimo Arcella
  • 4. Nella persona che ha un rapporto alterato con il CIBO vi è una gerarchia di che possiamo riassumere come segue *L’emozione più lontana dalla consapevolezza è la … *subito dopo c’è la *Un po’ più in superficie c’è che altera la respirazione dell’individuo … solitamente detestata e secondo un noto psicoanalista energetico è un conflitto tra la necessità di assumere ossigeno e l’impossibilità di farlo Dr.Massimo Arcella
  • 5. *Infine ci sono E . *La è il sentimento più familiare e il soggetto pensa che vada sopportata … *Solo qualche volta si concede di vivere l’ , raramente la e quasi mai la che solitamente viene autoriferita con manovre varie ( abbuffate, allontanare le persone care contattando così la sofferenza e la tristezza ecc…) Dr.Massimo Arcella
  • 6. *
  • 7. * Il punto importante da comprendere a proposito della rabbia, e' che, nonostante venga spesso etichettata come emozione negativa, da evitare in noi come negli altri, di fatto diventa negativa, e soprattutto distruttiva, quando non viene riconosciuta e usata al momento in cui emerge, ma viene repressa con conseguenze dannose non solo per se stessi, ma anche per gli altri. * Il problema è che fin dalla tenera età ci viene insegnato che è cattivo e sbagliato esprimere la collera; ancora oggi questa emozione viene considerata inopportuna, irragionevole, associata all’aggressività e al capriccio; La gente è spesso spaventata dalla propria rabbia: teme che la spinga a compiere qualche azione dannosa e, di conseguenza, ci si rifiuta di prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria. * E’ importante quindi considerare che, se non ci siamo mai concessi di esprimere la rabbia, probabilmente ne abbiamo accumulata una montagna dentro di noi. *
  • 8. *che cosa ha scatenato la nostra collera? *Il nostro interlocutore ci ha offeso intenzionalmente o per errore? *Siamo sicuri di non esserci sbagliati sulle sue intenzioni? O di non aver mostrato eccessiva suscettibilità? *La situazione merita una reazione decisa? *Abbiamo considerato delle alternative per sdrammatizzare? *Spetta al nostro interlocutore cambiare o a noi farci capire meglio? *Che risultati ci aspettiamo dalla nostra collera?
  • 9. ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI: è necessario farlo dopo aver placato le proprie emozioni. L’atteggiamento da adottare è di tipo assertivo, evitando dunque di scadere in eccessi di alcun tipo, quali le ingiurie e le accuse ESPRIMERE APERTAMENTE LA RABBIA: è importante permettere a se stessi di avvertire completamente la rabbia, creando un posto sicuro per poterla esprimere, da soli, o con un amico fidato o con un esperto. Se siamo soli in un posto sicuro, permettiamoci di parlare ad alta voce, di lanciare e colpire cuscini. Dopo aver fatto ciò in un ambiente sicuro, non avremo più paura di compiere un atto distruttivo e saremo capaci di affrontare in modo più efficace, le situazioni che ci si presenteranno. *
  • 10. *La vergogna è l‘EMOZIONE che accompagna l’auto-valutazione di un fallimento globale nel rispetto delle regole, scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri; da una parte è una emozione negativa che coinvolge l’intero INDIVIDUO rispetto alla propria inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta da quello che avremmo desiderato. *A differenza dell’ IMBARAZZO, che si sperimenta esclusivamente in presenza degli altri, ci si può vergognare da soli e per lungo tempo; inoltre, mentre l’imbarazzo sorge per l’infrazione di regole sociali che possono anche non essere condivise, la vergogna è il segnale della rottura di regole di condotta alle quali personalmente si aderisce.
  • 11. La vergogna segna nell'uomo il confine intimo del peccato. Lì dove egli arrossisce, inizia il suo essere più nobile» (C.F. Hebbel) poeta e drammaturgo. *…svela la profondità di un'emozione fino ad ora ignorata (perché il provarla testimonia la propria debolezza) e temuta (perché è giudicata a partire da una tradizione prevalentemente legata alla morale cristiana), questa interpretazione fa riflettere probabilmente perché individua nella vergogna l'opportunità, se pur dolorosa, di mettere l'io di fronte a se stesso e di riscoprirsi nella propria intimità più vera; ovvero la capacità di rendere concreta l'occasione di ritrovare l'autenticità di sé, mutando il peccato in un espediente dove il riconoscimento della propria colpa non si esaurisce nel pentimento ma trova la sua espiazione nella conquista di se stessi.
  • 12. * Una larga parte di noi ha avuto o potrà avere un problema d’ansia nel corso della propria vita… L’ansia di per sé, tuttavia, non è un fenomeno anormale. Si tratta di un'emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo e che si attiva quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Nella specie umana l’ansia si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una serie di fenomeni neurovegetativi come l’aumento della frequenza del respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, le vertigini, ecc.. * Tali fenomeni dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una situazione di reale pericolo, l'organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione, per poter scappare o attaccare in modo più efficace possibile, scongiurando il pericolo e garantendosi la sopravvivenza. L’ansia, quindi, non è solo un limite o un disturbo, ma costituisce una importante risorsa, perché è una condizione fisiologica, efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni.
  • 13. *L’ansia è un’emozione, una risorsa che nel corso dell’evoluzione il cervello ha sviluppato ed affinato nell’intento di proteggere l’individuo dalle minacce che il mondo esterno può sollecitare. *E’ quindi un sistema difensivo, e la sua funzione principale è di allertare una serie di circuiti che si sono andati perfezionando nei secoli, e di consentirci di reagire in modo appropriato. *Il sistema è molto complesso e prevede una reazione che è contemporaneamente fisica (la reazione tipica del gatto che vede il cane e sa di doversi difendere) e psicologica.
  • 14. *La sofferenza è una condizione di dolore, che può riguardare il corpo e/o il vissuto emotivo del soggetto. Essa può derivare direttamente da un trauma, fisico o emotivo, oppure può essere espressione di una afflizione interiore più profonda, di cui può essere difficile o impossibile individuare un fondamento oggettivo. In particolare quando la sofferenza è legata a una condizione interiore del soggetto ed è prolungata nel tempo, ovvero la sua intensità è tale da inibire o danneggiare la normale attività emotiva e pratica del soggetto, essa costituisce sintomo di un disturbo psicologico, ad es. depressione.. *
  • 15. * La tristezza percepita è dunque una risorsa importante per arricchire la propria vita emotiva che dobbiamo imparare a gestire. In che modo? * - Impariamo a fermarci e ad entrare in contatto con la nostra tristezza * - Permettiamo a noi stessi di essere tristi: impariamo a non voler scacciare immediatamente questo sentimento - anche perché sarebbe impossibile – cerchiamo piuttosto di riflettere sul perché stiamo provando questa specifica emozione. Chiediamoci cosa sta accadendo nella nostra vita , cosa è accaduto, cosa vorremmo che accada; ogni emozione ha un suo significato sta a noi interpretarlo. * - Impariamo a non vergognarci di manifestare la nostra tristezza. Reprimere questo stato emotivo comporta solo disagio, rabbia, frustrazione e non fa altro che alimentare il nostro malessere * - Se la tristezza diventa troppo intensa, se sconfina in uno stato depressivo prolungato e comporta un marcato disagio psicologico non vergogniamoci a chiedere aiuto *
  • 16. *Tristezza : afflizione, amarezza, angoscia, avvilimento, costernazione, cupezza, delusione, demoralizzazione, depressione, dispiacere, grigiore, infelicità, malinconia, malumore, mestizia, miseria, monotonia, povertà, sconforto, scontentezza *
  • 17. * Chi è intollerante alle EMOZIONI utilizza comportamenti Distruttivi(Disfunzionali) per modulare l’Umore e ridurre la consapevolezza. Es. Autolesionismi, assunzione di sostanze psicoattive, abbuffate , vomito ecc… Utile solo a breve termine, visto che nel lungo attiva tutta una serie di meccanismi di colpa e svalutazione. Dr.Massimo Arcella
  • 18. 1. Aumentare le emozioni POSITIVE Bilancia PIACERE DOVERE 2. Se impari a volerti Bene ti puoi concede un po’ di piacere, aumentando il benesseRE psico-fisico NUTRENDO IL Sé 3. Fare accadere eventi positivi più spesso 4. Non distruggere esperienze positive 5. E focalizzarsi su parti /eventi piacevoli Dr.Massimo Arcella *
  • 19. *