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GRUPPO ARCHIVISTICO
• BRIENZA FLAVIO
• CIMINI FILIPPO
• CURCI BETRICE
• FATELLO ORSINI MICHELA
• FICARRA GIACOMO
• KRSTESKA ARIANNA
• MIGLIORINO PAOLA
• NEGRINI MIRIAM
• SANTORO VERONICA
• TRIOLO AURORA
• VONA JACOPO
Vincenzo Fasolo (Spalato 1885- Roma 1969) nel 1900, dopo
essere rimasto orfano di padre, si stabilisce a Roma con la
famiglia.
Laureatosi in Ingegneria civile nel 1909, promuove con
Gustavo Giovannoni, Arnaldo Foschini, Manfredo Manfredi
e Marcello Piacentini la “Scuola di Architettura di Roma”.
Inoltre progettò la costruzione di alcuni villini nel quartiere
Città Giardino Aniene.
Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
Città Giardino in costruzione, inizio degli anni ’30
Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
• A: questa tipologia è la più piccola tra quelle proposte. È
caratterizzata da una volumetria compatta e si articola su due
livelli più un piano seminterrato. Il livello superiore è occupato
dal volume della torretta e dalla soffitta, nel piano terra invece
è contenuta l’abitazione. L’ingresso è su un lato.
 A modificato: il tipo A venne rimodificato da Fasolo poiché non fu accettato il progetto di costruzione
proposto da architetti precedenti a Fasolo stesso. L’abitazione con queste modifiche venne dipartita su più
di un piano.
Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
• B: questa tipologia risulta leggermente più articolata, si
sviluppa su tre piani più un seminterrato. Nel piano terra vi
sono sala da pranzo, cucina e soggiorno. Il primo piano
contiene tre stanze più bagno invece al piano superiore è
presente un terrazzo. I l tipo B presenterà varianti proposte
da Fasolo poiché anche questo come il progetto di tipo A non
venne accettato. Queste variazioni saranno chiamate B e B
variante.
 B: Questo progetto presenta un vano scala coperto da una copertura a falda unica e segnalato dalle
aperture e da un’alta fascia decorativa che gira sotto il tetto. L’elemento verticale del camino, trattato a
Cretoncino separa nettamente il corpo scala dal resto della casa.
 B variante: presenta un’impostazione più «classica», con basamento a finto bugnato e cantonali sugli
angoli. Mostra un corpo scala coperto da un tetto a padiglione aperto sui quattro lati con grandi finestre
rettangolari.
Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
• C: prevede la realizzazione di due alloggi e presenta un’articolazione
simmetrica dei tre livelli di cui è costituito il villino, più un
seminterrato. I servizi si trovano sia al piano terra che al primo
piano. Vi sono due varianti per il prospetto principale, quello del
seguente progetto ha un avancorpo centrale porticato coperto da un
tetto e due terrazzi sopra gli ingressi.
• D: è articolato anch’esso su tre livelli più un seminterrato.
La pianta prevede un volume a “T”, l’abitazione si può
riscontrare su tutti i livelli. Questo come il tipo B si può
trovare come Dbis e Dmodificato.
 Dbis: anche questo ha tre livelli più seminterrato ma vi è un’articolazione più accentrata del volume. Al
piano terra l’ingresso è segnalato da un avancorpo porticato coperto con una falda. Inoltre possiamo
osservare una maggiore ricchezza di soluzioni compositive.
 Dmodificato: non avendo molte informazioni possiamo solo conoscerne l’esistenza senza dedurre reali
modifiche architettoniche per mancanza di progetti giunti a noi.
• E: si presenta su un unico livello più il seminterrato e la copertura.
Fasolo immaginava anche l'inserimento di un volume esterno a bow-
window. Il camino in facciata rappresenta un elemento pittoresco.
Migliorino,
Fatello Orsini e
Cimini
F: si sviluppa anch'esso su tre livelli. Presenta due soluzioni:
classica e pittoresca. Vi è una torretta con un tetto a padiglione e
con un'aracata a tutto sesto su ogni lato.
G: si sviluppa su tre livelli più il seminterrato. Ha una forma
rettangolare. Vi è una torretta con finestre ad arco ed il fronte si
presenta molto equilibrato e viene delineato da un disegno geometrico
Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
Gbis:
Migliorino,
Fatello
Orsini e
Cimini
Progetto della Casina
delle Civette con
modifiche fatte da
Vincenzo Fasolo.
Casina delle Civette
realizzata
Gustavo
Giovannoni
Giovannoni fu
architetto, docente
universitario e
teorico (Roma,
1873-1947).
Profondo conoscitore
del patrimonio
monumentale
italiano ne indaga i
problemi
architettonici,
estendendo il
Curci & Santoro
Fondatore e
direttore della
Scuola
superiore di
architettura di
Roma ha
realizzato
numerosi restauri
di monumenti
antichi e interventi
urbanistici, come il
quartiere romano
della Garbatella e
la Città-GiardinoCurci & Santoro
Curci & Santoro
• Risale al 1920 l'incarico di coordinare
il progetto perla "città giardino"
dell'Aniene, nell'area di Montesacro: al
centro di una trama viaria, ispirata ai
modelli inglesi di “gardensuburb”.
Curci & Santoro
• Giovannoni
disegnò nel 1922 in
forme tradizionali
la chiesa degli
Angeli Custodi. In
pianta e in alzato,
l'edificio riprodusse
modelli barocchi a
pianta allungata.
Anche in questo
caso emerge il
dualismo tra
l'ingegnere, capace
di cimentarsi con le
tecniche più
aggiornate, e il
cultore di storia
romana legato aCurci & Santoro
Chiesadei Santi Angeli Custodi
Curci & Santoro
• Il progetto prevede la costruzione della
chiesa propriamente detta e di due fabbricati
laterali, completi di tutte le opere necessarie
Curci & Santoro
• Lastrutturaèin pietramedi tufo, listatacon un doppio
ricorso di mattoni ogni 80 cm. Tutteleopereesternein
pietravengono realizzatain travertino. I fondi delle
pareti esternesono in cortinadi mattoni elerestanti
decorazioni sono astucco composto con granigliae
cemento ad imitazionedel travertino.
Curci & Santoro
Curci & Santoro
Curci & Santoro
•Il 22 Novembre 1922 ebbe luogo la cerimonia per la
posa della prima pietra della nuova chiesa
•parrocchiale di Città-Giardino Aniene, con una solenne
funzione. Il 13 Giugno 1927 comincia il
•regolare funzionamento e il parroco e il viceparroco
risiedono nella casa parrocchiale
Curci & Santoro
DURANTE GLI ANNI ‘60 VENNERO EFFETTUATI PESANTI
LAVORI DI TRASFORMAZIONE INTERNI...
…Il finestrone centrale dell’abside venne
occupato da un dipinto e…
Curci & Santoro
• … furono cementate le finestre presenti
sul tamburo della cupola.
Curci & Santoro
Giacomo
Ficarra
&
Jacopo
Vona
Nel gennaio 1920 l’Unione Edilizia Nazionale
costituì un consorzio tra il comune di Roma,
l’Istituto per le case popolari di Roma e l’Unione
stessa
Giacomo
Ficarra
&
Jacopo
Vona
Quelli contrari, in particolare l’architetto Annibale
Sperga, ritenevano che la distanza dal centro urbano
fosse eccessiva e potesse causare disagi ai residenti e
che la convenienza di un quartiere a costruzione
estensiva fosse minore di quella di un quartiere a
costruzione intensiva.
La proposta venne discussa nel
Consiglio comunale in cui alcuni
consiglieri espressero i loro
pareri favorevoli e contrari. Quelli a favore lodavano il costo relativamente
basso dovuto all’utilizzo delle cave di
pozzolana presenti nel quartiere e l’Unione tra
più enti che offriva maggiori garanzie.
Giacomo
Ficarra
&
L’esame della proposta fu affrontato il 23
febbraio del 1920 e approvato all’unanimità.
FEBBRAIO 1920
Giacomo
Ficarra
&
Nel frattempo l’UEN sviluppò una struttura interna che fa capo ad un Ufficio Tecnico
Centrale diretto da un membro del Comitato Tecnico del Consiglio superiore dei LL. PP. A
questo ufficio è affiancato un Comitato tecnico-artistico con il compito di collaborare
nell’esame dei progetti per la parte specialmente architettonica composta dal prof.
Giovannoni, prof. Miloni e gli architetti Manfredi, Piacentini, Mazzoni e Foschini.
Giacomo
Ficarra
&
Nel luglio del 1920 il presidente dell’UEN firmò il contratto di compravendita del terreno
nonostante l’opposizione del sig. Giuliani e con ciò venne iniziato il raccordo ferroviario
con la stazione di Porto Naccio per il trasporto dei materiali e affidati prima i lavori di
costruzione alla Federazione Nazionale delle Coperative di Produzione e Lavoro e in
seguito l’esercizio delle cave di tufo, ghiaia e pozzolana.
Giaco
mo
Ficarr
a
&
Jaco
Il 19 Aprile 1920 il consiglio comunale di Roma approva la relazione stilata dalla commissione
nominata per definire le aree da destinarsi alla costruzione di nuovi quartieri popolari che non devono
essere frazionati, in cui le strade devono seguire l’andamento del terreno per risparmiare tempo e
denaro. Così vennero individuati i nuovi quartieri per l’edificazione di case popolari ed economiche parti
all’interno del piano regolatore di Roma e parte all’esterno. Viene ribadito inoltre  che i progetti dei
gruppi di edifici di tipo cooperativo debbano considerare il nuovo quartiere come un unico organismo
edilizio specialmente nei riguardi dell'ambiente in cui si troverà. Questo è evidente nel disegno di città
giardino di Giovannoni.
Giacomo
Ficarra
&
Per affrontare il progetto per la
città Giardino Aniene,
Giovannoni parte innanzitutto
dagli elementi naturali che
connotano il luogo, come il
fiume, le due collinette a destra e
sinistra della via Nomentana, e
dalla presenza di poche
preesistenze architettoniche
come il vecchio ponte
Nomentano e i ruderi
archeologici. L'asse d'ingresso
della città giardino è dettata dalla
posizione del nuovo ponte che
immette nella piazza principale
del quartiere: da questo fulcro si
ripartono poi le strade maggiori
che si adattano con andamento
curvilineo alle condizioni
territoriali.
Giacomo
Ficarra
&
Riflettendo sugli edifici, Giovannoni precisa che va tenuto conto dei
rapporti di misura tra gli edifici e gli spazi in cui sorgono: le case
piccole devono stare in vie strette e gli edifici di grande mole nelle
piazze e nelle vie di maggiore larghezza.
Giacomo
Ficarra
&
Jacopo
Perciò l'autore si sofferma a ragionare su due tipi edilizi: il grande casamento e il villino. Il
primo è alto 5 o 6 piani ed è manchevole di vegetazione di cui invece i villini possono essere
circondati. Inoltre questi ultimi mancano di ogni seno di proporzione di ogni ordine
regolare o pittoresco. Entrambe le tipologie edilizie però sono soluzioni parziali e devono
quindi essere raggruppate in unico organismo o prendendo come unità di composizione la
strada e non la casa.
Giacomo
Ficarra
&
Così ebbe inizio la costruzione del quartiere città
giardino Aniene
Giacomo
Ficarra
&
Il Consorzio Edilizio
«Città-giardino Aniene»
La costruzione del nuovo
quartiere venne affidata ad
un consorzio di cooperative
edilizie (Istituto Case
Popolari e Unione Edilizia
Nazionale coadiuvate dalle
cooperative sovvenzionate
Parva Domus, dell’Italica,
della Montagnola, dei Liberi
Professionisti, di Casa
Nostra, dei Giornalisti, degli
Impiegati Statali) che, sotto
il nome di «Città-giardino
ANIENE», edificarono ben
1.500.000 metri quadrati di
terreno montesacrino.
Negrini e Krsteska
La tecnica edilizia dei
villini
Tutti i muri portanti sono
fatti in blocchi di tufo
lavorato al momento e
legati insieme da
malta(calce e pozzolana)
secondo la tecnica del
«muro romano»; gli spiccati
delle aperture sono eseguiti
col mattone pieno(zoccolo)
come pure gli archi a tutto
sesto, gli architravi e i
cornicioni. Il tetto è
interamente sostenuto da
legnami(travi, travicelli,
palombelle, cantinelle…) su
cui poggiano i coppi.
Tipico villino
Tutti i villini costruiti nel
1922/23 hanno caratteristiche
comuni. Sul piano
seminterrato, vengono elevati
due piani abitativi in un unico
corpo coperto a vari
spioventi; la torretta, parte
più elevata del villino, ne
costituisce l’ingresso e la scala
che porta ai piani superiori. La
foto mostra un villino già
terminato ed un altro in
edificazione con le
caratteristiche appena
descritte.
Negrini e Krsteska
Ieri e oggi
Villino di Via Monte Velino
Negrini e Krsteska
VILLINO DI VIA MONTE ROSA
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Quadrilateri e isometrie studente di liceo
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3 a archivio completo-progetto città giardino

  • 1. GRUPPO ARCHIVISTICO • BRIENZA FLAVIO • CIMINI FILIPPO • CURCI BETRICE • FATELLO ORSINI MICHELA • FICARRA GIACOMO • KRSTESKA ARIANNA • MIGLIORINO PAOLA • NEGRINI MIRIAM • SANTORO VERONICA • TRIOLO AURORA • VONA JACOPO
  • 2. Vincenzo Fasolo (Spalato 1885- Roma 1969) nel 1900, dopo essere rimasto orfano di padre, si stabilisce a Roma con la famiglia. Laureatosi in Ingegneria civile nel 1909, promuove con Gustavo Giovannoni, Arnaldo Foschini, Manfredo Manfredi e Marcello Piacentini la “Scuola di Architettura di Roma”. Inoltre progettò la costruzione di alcuni villini nel quartiere Città Giardino Aniene. Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
  • 3. Città Giardino in costruzione, inizio degli anni ’30 Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
  • 4. • A: questa tipologia è la più piccola tra quelle proposte. È caratterizzata da una volumetria compatta e si articola su due livelli più un piano seminterrato. Il livello superiore è occupato dal volume della torretta e dalla soffitta, nel piano terra invece è contenuta l’abitazione. L’ingresso è su un lato.  A modificato: il tipo A venne rimodificato da Fasolo poiché non fu accettato il progetto di costruzione proposto da architetti precedenti a Fasolo stesso. L’abitazione con queste modifiche venne dipartita su più di un piano. Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
  • 5. • B: questa tipologia risulta leggermente più articolata, si sviluppa su tre piani più un seminterrato. Nel piano terra vi sono sala da pranzo, cucina e soggiorno. Il primo piano contiene tre stanze più bagno invece al piano superiore è presente un terrazzo. I l tipo B presenterà varianti proposte da Fasolo poiché anche questo come il progetto di tipo A non venne accettato. Queste variazioni saranno chiamate B e B variante.  B: Questo progetto presenta un vano scala coperto da una copertura a falda unica e segnalato dalle aperture e da un’alta fascia decorativa che gira sotto il tetto. L’elemento verticale del camino, trattato a Cretoncino separa nettamente il corpo scala dal resto della casa.  B variante: presenta un’impostazione più «classica», con basamento a finto bugnato e cantonali sugli angoli. Mostra un corpo scala coperto da un tetto a padiglione aperto sui quattro lati con grandi finestre rettangolari. Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
  • 6. • C: prevede la realizzazione di due alloggi e presenta un’articolazione simmetrica dei tre livelli di cui è costituito il villino, più un seminterrato. I servizi si trovano sia al piano terra che al primo piano. Vi sono due varianti per il prospetto principale, quello del seguente progetto ha un avancorpo centrale porticato coperto da un tetto e due terrazzi sopra gli ingressi.
  • 7. • D: è articolato anch’esso su tre livelli più un seminterrato. La pianta prevede un volume a “T”, l’abitazione si può riscontrare su tutti i livelli. Questo come il tipo B si può trovare come Dbis e Dmodificato.  Dbis: anche questo ha tre livelli più seminterrato ma vi è un’articolazione più accentrata del volume. Al piano terra l’ingresso è segnalato da un avancorpo porticato coperto con una falda. Inoltre possiamo osservare una maggiore ricchezza di soluzioni compositive.  Dmodificato: non avendo molte informazioni possiamo solo conoscerne l’esistenza senza dedurre reali modifiche architettoniche per mancanza di progetti giunti a noi.
  • 8. • E: si presenta su un unico livello più il seminterrato e la copertura. Fasolo immaginava anche l'inserimento di un volume esterno a bow- window. Il camino in facciata rappresenta un elemento pittoresco. Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
  • 9. F: si sviluppa anch'esso su tre livelli. Presenta due soluzioni: classica e pittoresca. Vi è una torretta con un tetto a padiglione e con un'aracata a tutto sesto su ogni lato.
  • 10. G: si sviluppa su tre livelli più il seminterrato. Ha una forma rettangolare. Vi è una torretta con finestre ad arco ed il fronte si presenta molto equilibrato e viene delineato da un disegno geometrico Migliorino, Fatello Orsini e Cimini
  • 12. Progetto della Casina delle Civette con modifiche fatte da Vincenzo Fasolo. Casina delle Civette realizzata
  • 13. Gustavo Giovannoni Giovannoni fu architetto, docente universitario e teorico (Roma, 1873-1947). Profondo conoscitore del patrimonio monumentale italiano ne indaga i problemi architettonici, estendendo il Curci & Santoro
  • 14. Fondatore e direttore della Scuola superiore di architettura di Roma ha realizzato numerosi restauri di monumenti antichi e interventi urbanistici, come il quartiere romano della Garbatella e la Città-GiardinoCurci & Santoro
  • 16. • Risale al 1920 l'incarico di coordinare il progetto perla "città giardino" dell'Aniene, nell'area di Montesacro: al centro di una trama viaria, ispirata ai modelli inglesi di “gardensuburb”. Curci & Santoro
  • 17. • Giovannoni disegnò nel 1922 in forme tradizionali la chiesa degli Angeli Custodi. In pianta e in alzato, l'edificio riprodusse modelli barocchi a pianta allungata. Anche in questo caso emerge il dualismo tra l'ingegnere, capace di cimentarsi con le tecniche più aggiornate, e il cultore di storia romana legato aCurci & Santoro
  • 18. Chiesadei Santi Angeli Custodi Curci & Santoro
  • 19. • Il progetto prevede la costruzione della chiesa propriamente detta e di due fabbricati laterali, completi di tutte le opere necessarie Curci & Santoro
  • 20. • Lastrutturaèin pietramedi tufo, listatacon un doppio ricorso di mattoni ogni 80 cm. Tutteleopereesternein pietravengono realizzatain travertino. I fondi delle pareti esternesono in cortinadi mattoni elerestanti decorazioni sono astucco composto con granigliae cemento ad imitazionedel travertino. Curci & Santoro
  • 23. •Il 22 Novembre 1922 ebbe luogo la cerimonia per la posa della prima pietra della nuova chiesa •parrocchiale di Città-Giardino Aniene, con una solenne funzione. Il 13 Giugno 1927 comincia il •regolare funzionamento e il parroco e il viceparroco risiedono nella casa parrocchiale Curci & Santoro
  • 24. DURANTE GLI ANNI ‘60 VENNERO EFFETTUATI PESANTI LAVORI DI TRASFORMAZIONE INTERNI... …Il finestrone centrale dell’abside venne occupato da un dipinto e… Curci & Santoro
  • 25. • … furono cementate le finestre presenti sul tamburo della cupola. Curci & Santoro
  • 27. Nel gennaio 1920 l’Unione Edilizia Nazionale costituì un consorzio tra il comune di Roma, l’Istituto per le case popolari di Roma e l’Unione stessa Giacomo Ficarra & Jacopo Vona
  • 28. Quelli contrari, in particolare l’architetto Annibale Sperga, ritenevano che la distanza dal centro urbano fosse eccessiva e potesse causare disagi ai residenti e che la convenienza di un quartiere a costruzione estensiva fosse minore di quella di un quartiere a costruzione intensiva. La proposta venne discussa nel Consiglio comunale in cui alcuni consiglieri espressero i loro pareri favorevoli e contrari. Quelli a favore lodavano il costo relativamente basso dovuto all’utilizzo delle cave di pozzolana presenti nel quartiere e l’Unione tra più enti che offriva maggiori garanzie. Giacomo Ficarra &
  • 29. L’esame della proposta fu affrontato il 23 febbraio del 1920 e approvato all’unanimità. FEBBRAIO 1920 Giacomo Ficarra &
  • 30. Nel frattempo l’UEN sviluppò una struttura interna che fa capo ad un Ufficio Tecnico Centrale diretto da un membro del Comitato Tecnico del Consiglio superiore dei LL. PP. A questo ufficio è affiancato un Comitato tecnico-artistico con il compito di collaborare nell’esame dei progetti per la parte specialmente architettonica composta dal prof. Giovannoni, prof. Miloni e gli architetti Manfredi, Piacentini, Mazzoni e Foschini. Giacomo Ficarra &
  • 31. Nel luglio del 1920 il presidente dell’UEN firmò il contratto di compravendita del terreno nonostante l’opposizione del sig. Giuliani e con ciò venne iniziato il raccordo ferroviario con la stazione di Porto Naccio per il trasporto dei materiali e affidati prima i lavori di costruzione alla Federazione Nazionale delle Coperative di Produzione e Lavoro e in seguito l’esercizio delle cave di tufo, ghiaia e pozzolana. Giaco mo Ficarr a & Jaco
  • 32. Il 19 Aprile 1920 il consiglio comunale di Roma approva la relazione stilata dalla commissione nominata per definire le aree da destinarsi alla costruzione di nuovi quartieri popolari che non devono essere frazionati, in cui le strade devono seguire l’andamento del terreno per risparmiare tempo e denaro. Così vennero individuati i nuovi quartieri per l’edificazione di case popolari ed economiche parti all’interno del piano regolatore di Roma e parte all’esterno. Viene ribadito inoltre  che i progetti dei gruppi di edifici di tipo cooperativo debbano considerare il nuovo quartiere come un unico organismo edilizio specialmente nei riguardi dell'ambiente in cui si troverà. Questo è evidente nel disegno di città giardino di Giovannoni. Giacomo Ficarra &
  • 33. Per affrontare il progetto per la città Giardino Aniene, Giovannoni parte innanzitutto dagli elementi naturali che connotano il luogo, come il fiume, le due collinette a destra e sinistra della via Nomentana, e dalla presenza di poche preesistenze architettoniche come il vecchio ponte Nomentano e i ruderi archeologici. L'asse d'ingresso della città giardino è dettata dalla posizione del nuovo ponte che immette nella piazza principale del quartiere: da questo fulcro si ripartono poi le strade maggiori che si adattano con andamento curvilineo alle condizioni territoriali. Giacomo Ficarra &
  • 34. Riflettendo sugli edifici, Giovannoni precisa che va tenuto conto dei rapporti di misura tra gli edifici e gli spazi in cui sorgono: le case piccole devono stare in vie strette e gli edifici di grande mole nelle piazze e nelle vie di maggiore larghezza. Giacomo Ficarra & Jacopo
  • 35. Perciò l'autore si sofferma a ragionare su due tipi edilizi: il grande casamento e il villino. Il primo è alto 5 o 6 piani ed è manchevole di vegetazione di cui invece i villini possono essere circondati. Inoltre questi ultimi mancano di ogni seno di proporzione di ogni ordine regolare o pittoresco. Entrambe le tipologie edilizie però sono soluzioni parziali e devono quindi essere raggruppate in unico organismo o prendendo come unità di composizione la strada e non la casa. Giacomo Ficarra &
  • 36. Così ebbe inizio la costruzione del quartiere città giardino Aniene Giacomo Ficarra &
  • 37. Il Consorzio Edilizio «Città-giardino Aniene» La costruzione del nuovo quartiere venne affidata ad un consorzio di cooperative edilizie (Istituto Case Popolari e Unione Edilizia Nazionale coadiuvate dalle cooperative sovvenzionate Parva Domus, dell’Italica, della Montagnola, dei Liberi Professionisti, di Casa Nostra, dei Giornalisti, degli Impiegati Statali) che, sotto il nome di «Città-giardino ANIENE», edificarono ben 1.500.000 metri quadrati di terreno montesacrino. Negrini e Krsteska
  • 38. La tecnica edilizia dei villini Tutti i muri portanti sono fatti in blocchi di tufo lavorato al momento e legati insieme da malta(calce e pozzolana) secondo la tecnica del «muro romano»; gli spiccati delle aperture sono eseguiti col mattone pieno(zoccolo) come pure gli archi a tutto sesto, gli architravi e i cornicioni. Il tetto è interamente sostenuto da legnami(travi, travicelli, palombelle, cantinelle…) su cui poggiano i coppi.
  • 39. Tipico villino Tutti i villini costruiti nel 1922/23 hanno caratteristiche comuni. Sul piano seminterrato, vengono elevati due piani abitativi in un unico corpo coperto a vari spioventi; la torretta, parte più elevata del villino, ne costituisce l’ingresso e la scala che porta ai piani superiori. La foto mostra un villino già terminato ed un altro in edificazione con le caratteristiche appena descritte. Negrini e Krsteska
  • 40. Ieri e oggi Villino di Via Monte Velino Negrini e Krsteska
  • 41. VILLINO DI VIA MONTE ROSA