3. Dalla Relazione dell’ing. Emilio Sacerdoti
alla Società d’Igiene (28 febbraio 1888)
Percorrendo… « via San Rocco, centro della nostra
città, si troveranno delle case dove i locali terreni, con
pavimento sconnesso da cui emana continua umidità e
che ricevono aria e luce da immondi e ristretti cortili,
servono ad uso di stanze da letto; altre mancanti di
fogne ed acquai dove tutte le immondizie vengono dagli
inquilini riversate in un ristretto cortile, unica fonte di
aria e di luce per i numerosi locali verso di esso
prospicienti ».
Nella sua relazione Sacerdoti si dichiara a favore del risanamento dell’esistente più che della
costruzione di quartieri operai, in quanto «… gli operai sono sparsi in tante piccole officine e botteghe
su tutta la superficie della città; lavorano qua e là nelle fabbriche dove vengono richiesti .… tornerebbe troppo
incomodo a molti fra loro il trasportarsi ogni sera, stanchi dal lavoro, alla propria casa ».
Ma soprattutto «… l’agglomerazione di tanta gente della stessa classe, che ha bisogni eguali e risorse simili,
ingenera quasi necessariamente la discussione sulle condizioni proprie … un quartiere tutto operaio, nelle
condizioni nelle quali verrebbe a trovarsi oggi nella nostra città, è un campo dove facilmente potrebbero
allignare e crescere rigogliose le teorie sovversive ».
Case operaie
e teorie sovversive
Via Boccalerie
Sergio Lironi
architetto
5. Padova - Pianta di Giovanni Valle (1779-1784)
Le aree verdi coprono oltre il 42% del territorio urbano
da
Padova.
Il volto della città
Sergio Lironi
architetto
6. Progressisti e
modernizzazione urbana
1900 - Vittoria alle elezioni amministrative
della lista progressista di “Unione Popolare”,
che governerà per 12 anni
1903 - Legge Luzzatti : crediti agevolati
ed esenzioni fiscali per l’edilizia popolare
1904 - Regolamento attuativo: criteri
costruttivi e standard minimi
1904 / 1915 - Iniziative dell’ Opera Pia
Case Operaie (circa 300 abitazioni),
promossa dal Comune e dalla Cassa di
Risparmio e nella quale confluiscono diverse
Fondazioni istituite negli anni precedenti.
Agli interventi dell’Opera Pia si affiancano
quelli di imprenditori privati (Mattiello e
Cavazzana) e di alcune cooperative di
lavoratori ed insegnanti.
1907 - Realizzazione della prima tranvia a trazione elettrica
Sergio Lironi
architetto
8. 0
80.000
160.000
240.000
1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010
Popolazione Comune di Padova
234.678
64.862
231.599
214.198215.137
204.870
126.843
138.709
167.672
197.680
108.912
70.753
81.242
96.118
In trent’anni, da 1871 al 1901, + 16.380 ab
In dieci anni, da 1901 al 1911, + 14.876 ab
Sergio Lironi
architetto
9. Gli interventi di edilizia popolare si
localizzano quasi esclusivamente
all’interno della città antica, non
alterandone la forma e l’immagine.
Club Ignoranti, Case di via Orsini (1904)
Carlo Aymonino,
La Città di Padova
1878 -1906
Sergio Lironi
architetto
10. - I diversi gruppi di case
lungo le vie Citolo da
Perugia, Raggio di Sole e
Orsini;
- Il “Quartiere Umberto I” tra
via Cavalletto e via Acquette
(in anni successivi demolito
e ricostruito);
- I fabbricati di via Michele
S a n m i c h e l i e d i v i a
B a r t o l o m e o d ’ Av i a n o
(Pontecorvo);
- Il “Quartiere Venezia” al
Portello
T r a l e p r i n c i p a l i
realizzazioni dell’Opera Pia
Case Operaie si possono in
particolare ricordare:
Opera Pia Case Operaie, Il “Quadrato”
compreso tra le vie Stratico, Poleni,
Loredan e Marzolo (1909 - 1912) Sergio Lironi
architetto
11. Per iniziativa di privati
imprenditori vengono
realizzati i quartieri di:
- via Cavazzana
(Cavazzana)
- via Bezzecca (Mattiello)
Sergio Lironi
architetto
12. 2. Tra le due guerre
Negli anni che fanno seguito alla prima guerra
mondiale diversi fattori economici e sociali generano
profonde trasformazioni nell’organismo urbano.
All’esterno della città storica si potenziano gli
insediamenti industriali e nel 1921 viene
inaugurata la nuova sede della Fiera
campionaria;
si avvia la demolizione/ricostruzione e
“monumentalizzazione” di parti importanti del
centro storico per ospitare attività direzionali,
commerciali e finanziarie a scala regionale, ma
anche - spesso - per ragioni puramente
speculative;
si occupano molte delle aree ancora libere
interne alla città storica per i nuovi insediamenti
residenziali (zona Vanzo) e universitari (zona
Portello);
la città inizia ad espandersi al di fuori del
perimetro della cinta murata cinquecentesca. Sergio Lironi
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14. Il 2 agosto 1921 il Consiglio Comunale adotta il
Piano Regolatore Edilizio
“per il risanamento e la sistemazione di
due Quartieri Centrali e per la
costruzione di un Quartiere Giardino in
località Vanzo”
Il Piano verrà approvato con la
Legge del 23 luglio 1922, n. 1043
Sergio Lironi
architetto
15. Il progetto esecutivo viene
predisposto dall’arch. Gino
Peressutti, per conto della
società A.P.E. alla quale
l’Amministrazione Comunale ha
affidato in concessione gli
espropri e l’attuazione del piano.
Progetto Quartieri Centrali di S. Lucia e del Ghetto Progetto Quartiere Vanzo (Città Giardino) Sergio Lironi
architetto
16. Il “Quartiere-giardino”, realizzato a partire dal 1924
nella zona di Santa Maria in Vanzo dall’Anonima
Padovana Edilizia (APE) su progetto di Gino
Peressutti, occupa un’area di 580.000 mq all’epoca
ancora quasi completamente inedificata e utilizzata a
fini agricoli.
Il progetto viene motivato dalla necessità di offrire
un’alternativa residenziale ai quasi 2000 sfrattati del
quartiere Santa Lucia. Di fatto però Il quartiere è
concepito come zona residenziale signorile,
caratterizzata da ampi viali alberati e da palazzine e
villini di stile eclettico con richiami medievali e
rinascimentali.
Il fulcro del quartiere è costituito dal palazzo
dell’Esedra e dall’antistante piazza semicircolare,
progettati e realizzati da Peressutti tra il 1925 ed il 1928.
Città Giardino
Sergio Lironi
architetto
17. Padova, anni ’20 e ’30
Il quartiere S. Lucia
Ma la maggioranza degli espropriati e degli
sfrattati dei quartieri centrali non trova certo casa
in Città Giardino…..
Sergio Lironi
architetto
18. A partire dagli anni Venti inizia l’urbanizzazione delle
aree comprese tra la Barriera San Prosdocimo e
Campo di Marte, dove sorgeva l’ospedale
d’isolamento (Lazzaretto nuovo). Nel 1923 l’IACP
costruisce 7 fabbricati in via Volturno e
successivamente altri 30 in via Melette e via Piave.
Tra il 1927 ed il 1937 l’Opera Pia Case Popolari dà vita
al “Quartiere Vittorio Emanuele II” (ora “Quartiere
Caduti della Resistenza”) con 180 unità abitative in
cui trovano alloggio molti degli sfrattati del Quartiere
Santa Lucia.
Quartiere “Caduti della Resistenza, via Toselli
Via Palestro (1946)
Quartiere Savonarola (1998)
Sergio Lironi
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19. Le case a ballatoio
del Quartiere Caduti della resistenza
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architetto
21. 1919 e segg. - Con appositi decreti legislativi vengono definite
le caratteristiche dell’edilizia pubblica, le norme di carattere
igienico, i requisiti dei locatari e le dimensioni massime degli
alloggi (da cedere a riscatto o in locazione), con una netta
distinzione tra “Case economiche” e “Case popolari”, alle quali si
aggiungeranno - per i ceti più emarginati - quelle che verranno
definite “Case popolarissime”.
- l’Opera Pia “Istituto per le Case popolari” (ex “Opera Pia
Case Operaie”)
- l’Istituto Autonomo Case popolari, istituito nel 1920
A Padova operano principalmente due enti:
Quartiere Regina Elena, tra piazza Castello e le vie Andreini, Barbarigo e XX
Settembre (1925). Progettato dall’ing. F. Gusso per l’Istituto Autonomo Case
popolari, comprende 100 alloggi e 6 negozi.
Con la Grande Crisi del 1929 l’attività degli Istituti per le Case
popolari risulta di fatto azzerata. riprenderà con difficoltà solo
verso la metà degli anni Trenta, quando gli IACP verranno
trasformati in enti provinciali sempre più controllati dal
Ministero dei Lavori Pubblici.
La città dei ricchi e la città dei poveri
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architetto
22. Notevoli sono le differenze tra le diverse tipologie di
abitazione: dal punto di vista dimensionale e qualitativo,
che sotto l’aspetto localizzativo.
Così ad esempio mentre la superficie utile residenziale
degli alloggi del Quartiere Regina Elena (piazza Castello e
vie limitrofe) e di quelli di via Giordano Bruno e via
Falloppio può superare i 110 mq, per le case popolari la
dimensione media si aggira tra i 54 ed i 64 mq. Di
dimensioni ancor inferiori sono gli alloggi delle “case
popolarissime”.
Per effetto della crisi del 1929 e più tardi per effetto delle
politiche autarchiche, il governo promuove la costruzione
di case popolari con annesso un appezzamento di terreno
da coltivare: con questo indirizzo verranno progettati in
particolare i 16 fabbricati di via Palestro, via Monte Santo,
via Amba Aradam, via Lago Ascianghi e via Tembien.
Segregazione sociale
e primi sintomi di disgregazione urbana
Le “case popolarissime” di via Moretto da Brescia all’Arcella,
demolite nel 1984 Sergio Lironi
architetto
23. Il Piano Regolatore di Ampliamento
Adottato il 6 febbraio 1923 dal Consiglio Comunale di Padova,
diviene Legge dello Stato il 25 luglio 1925
Propone, in previsione di un incremento di
popolazione di 120.000 abitanti in 40 anni,
un’espansione omogenea degli
insediamenti urbani in ogni direzione
attorno alla città antica per una profondità
variabile da 600 a 900 metri.
I servizi rimangono concentrati nel centro
città (dove si sono programmati interventi
di radicale “modernizzazione”).
Le aree di espansione sono
caratterizzate da una fitta rete viaria per
facilitare le nuove lottizzazioni e le
comunicazioni.
Padova, PRdA 1923
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24. Luigi Piccinato e il Gruppo degli Urbanisti romani
Un Piano Regolatore e di Ampliamento alternativo, 1927
Rete tramviaria
Viabilità
Centro Storico
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25. > Il Piano Regolatore di Ampliamento del 1925 prevede di fatto una crescita a macchia d’olio
della città, con la formazione di quartieri periferici privi di identità ed autonomia.
> Il PRG di Luigi Piccinato del 1954-1957 tende invece a configurare un’espansione urbana di
forma stellare, al fine di consentire la penetrazione di cunei di verde agricolo che si
connettono alle aree di verde pubblico ed al previsto Parco delle Mura.
Il Piano prevede inoltre una differenziazione funzionale delle diverse aree urbane ed una
relativa autonomia dei nuovi quartieri nei confronti del centro storico.
Luigi Piccinato: Piano Regolatore Generale 1954-1957Piano Regolatore di Ampliamento, 1925
Due diversi scenari di crescita urbana:
Sergio Lironi
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27. Legge 24 febbraio 1949, n. 43
Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori
All’attività degli enti locali e degli
istituti per le case popolari si
affiancano le realizzazioni
dell’INA-casa (1949-1963),
un’ente fortemente centralizzato
ma decisamente efficiente sul
piano operativo.
Molte delle realizzazioni dell’INA-casa vengono oggi considerate un importante patrimonio dell’architettura
moderna: per l’ente lavorano infatti molti tra i migliori architetti italiani. Circa 1/3 dei progettisti allora iscritti agli
albi professionali viene coinvolto nei lavori.
I quartieri realizzati si propongono di contribuire alla costruzione «di nuove consistenti parti urbane composte
non solo da residenze, ma anche da attrezzature collettive e spazi aperti, ancor oggi chiaramente riconoscibili
nella città contemporanea… nella convinzione che i beni pubblici possano assumere un ruolo cruciale nel
determinare la forma urbana, la morfologia delle diverse parti del territorio, il loro aspetto tipologico ed
architettonico» (Paola Di Biagi, La grande ricostruzione).
Nel 1954 viene istituito un apposito Ente per la gestione dei centri sociali realizzati nei diversi quartieri.
Nel 1963 all’attività dell’INA-Casa subentrerà quella della Gescal (Gestione Case per i Lavoratori)
Grazie all’attività dell’ente tra il
1950 ed il 1962 verranno aperti
20.000 cantieri e realizzati
355.000 alloggi (quasi il 10 %
della produzione edilizia),
assicurando un’occupazione
stabile ad oltre 40.000 lavoratori.
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28. Quartiere Ina-Casa di via Forcellini (1956 - 1963)
Il quartiere Forcellini
E’ il più esteso complesso residenziale INA-Casa realizzato a
Padova. Nella progettazione vennero coinvolti tre gruppi di
progettisti guidati da Virginio Vallot con Marcello Checchi,
Francesco Mansutti e Giulio Brunetta. Impegna una superficie
di circa 21 ettari.
1956 - 1963
L’accesso da via Forcellini è caratterizzato da una piazza su cui
affacciano i negozi ed il centro sociale. Lungo l’asse viario
principale vi sono poi la chiesa e le opere parrocchiali, mentre alla
fine di via Dorighello si colloca un edificio scolastico.
Sergio Lironi
architetto
29. Negli anni ’60 e ’70 l’intervento pubblico nell’edilizia abitativa è quasi pari al 20% della produzione complessiva.
L’INA-Casa realizza circa 1.900 abitazioni principalmente nel quartiere Forcellini e a Brusegana.
La Gescal costruisce un intero nuovo quartiere ad Altichiero.
Lo Stato interviene in zona Armistizio, in via Moroni all’Arcella ed in via Cave. L’INCIS in via Goito.
Lo IACP opera soprattutto alla Guizza, in zona Stanga (via Manara), a Brusegana e a Mortise.
L’Opera Pia Case Popolari realizza alcuni interventi a Brusegana, ad Altichiero ed all’Arcella.
In questi anni, anche dopo l’approvazione nel 1963 del primo piano Peep, la localizzazione degli interventi non
rispecchia un chiaro ed organico disegno di sviluppo urbano, ma è sostanzialmente dettata dal costo delle aree
edificabili e dalle opportunità di mercato.
Quartiere Gescal di Altichiero, 1968
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30. I piani particolareggiati
Per indirizzare e coordinare le nuove iniziative private o pubbliche di carattere residenziale in aree di
espansione o in aree “liberate” da precedenti funzioni ed attività, negli anni Sessanta il Comune richiede la
predisposizione di appositi “Piani particolareggiati”.
Tra questi particolarmente significativi l’intervento relativo all’area di via Palestro dove sorgeva l’Ospedale di
isolamento (ex Lazzaretto) e quello relativo all’area un tempo occupata dalle Officine Meccaniche Stanga.
Altri piani particolareggiati riguardarono la zona della Paltana, l’isolato tra Ponte Molino e piazza del
Carmine, alcune aree di via Scardeone e di via Sografi.
Il nuovo quartiere di via Palestro (Ministero del Tesoro) Il quartiere San Gregorio nell’area delle ex Officine Stanga
Sergio Lironi
architetto
31. 0
80.000
160.000
240.000
1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010
Popolazione Comune di Padova
234.678
64.862
231.599
214.198215.137
204.870
126.843
138.709
167.672
197.680
108.912
70.753
81.242
96.118
In venti anni, da 1951 al 1971
+ 64.000 abitanti
+ 37.000 abitazioni
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architetto
32. Negli anni ’50 e ’60 prosegue la politica di
sventramento di molti antichi quartieri del centro
storico e di distruzione di alcuni dei segni urbani
più caratterizzanti l’immagine della città.
Tra le manomissioni più gravi va ricordato il
progressivo interramento del Naviglio: dalle
porte Contarine all’ex Ponte della Stua, presso il
palazzo della Cassa di Risparmio, fino a Riviera
Businello verso il Santo.
Prosegue l’opera
del “piccone demolitore”
nei quartieri del centro storico
Sergio Lironi
architetto
33. Interrato il Naviglio e completato lo
sventramento del quartiere Santa Lucia, si avvia la
completa demolizione del quartiere Conciapelli,
tra Ponte Molino, via del Carmine e porte
Contarine: «… un dedalo di vie strette e
tortuose e di casette, non certo elegante, ma
dove pulsava - sia pure con qualche difficoltà di
ordine igienico - la vera vita della vecchia
Padova». (Mario Universo, Padova: il volto della città)
Al suo posto sono sorti il grattacielo ed i palazzi
di Largo Europa, via Matteotti, piazzetta Sartori e
piazza Conciapelli.
Il quartiere Conciapelli
Sergio Lironi
architetto
34. La “Nave” del Portello
Lungo duecento metri, largo trenta, «era sino al principio dell’Ottocento il
sito più animato di Padova, perché per esso passavano quanti da questa
città, o per acqua o per terra, andavano aVenezia. E’ abitato per la massima
parte da famiglie povere di popolani, fra i quali molti beccai, già celebri per
le tremende risse che sostenevano cogli studenti. Dalle finestre sporgono
di frequente lunghi stangoni che sostengono biancheria ed altre cose ad
asciugare» (Brentani, 1891).
Dopo il 1950 iniziano i lavori di ristrutturazione di molti edifici, tra i quali
la demolizione e ricostruzione della celebre “Nave”, che determineranno
l’allontanamento e la dispersione degli abitanti (i “portellati”).
Nei mesi che precedettero lo
sventramento del Portello, nel
verbale di un’assemblea della società
di costruzioni dell’ing. Schiavo (una
delle principali di Padova) si poteva
leggere testualmente che
”… i cittadini residenti nell’edificio
denominato ‘La Nave’ nel quartiere
Portello ne erano stati allontanati
per il loro bene, perché si trattava di
gente che aveva bisogno di essere
rieducata alla vita civile, in quartieri
periferici che si sarebbero
appositamente costruiti”.
(da "Graffiti padovani" di Renato Rizzo)
Sergio Lironi
architetto
35. L’altro volto dell’edilizia popolare
Per far fronte alla domanda abitativa delle famiglie a minor reddito, Comune,
camera di Commercio e Curia danno vita al “Consorzio Case Minime”,
che tra i primi anni ’50 ed il 1969 costruisce 670 alloggi in aree dell’estrema
periferia.
I nuclei maggiori, divenuti ben presto veri e propri ghetti urbani, erano quelli di
via Maroncelli - Boscardin alla Stanga (231 alloggi), di via Chiesavecchia al
Bassanello (99 alloggi), di via Rovereto alla Mandria (39 alloggi), di via
Pizzamano a Voltabarozzo (100 alloggi), di via Cascino e Rizzo a Mortise (83
alloggi), di via Malibran e Ristori a Terranegra 48 alloggi).
Alloggi per senzatetto in via Polesine
Via Maroncelli
Sergio Lironi
architetto
37. La città reale
è cresciuta a macchia
d’olio attorno alla
città antica,
impermeabilizzando
larga parte del
territorio comunale
e considerando il
terreno agricolo solo
quale area di riserva
per future nuove
espansioni.
Una città a prevalente
metabolismo lineare
Anni Ottanta: Indagine sull’impermeabilizzazione dei suoli urbani
Padova
Sergio Lironi
architetto
38. Sergio Lironi
architetto
4.
Il piano Peep
Dopo la bocciatura della Riforma
urbanistica proposta da Fiorentino Sullo
(esproprio generalizzato delle aree di
espansione urbana), una serie di nuove
leggi si propone di conferire maggiore
operatività ed incisività agli strumenti
urbanistici.Tra queste:
Legge 167 / 1962
> introduce i PEEP (Piani per l’edilizia
Economica e Popolare)
e i PIP (insediamenti produttivi)
Legge 865 / 1971
> facilita l’esproprio delle aree prevedendo
un’indennità agganciata al valore agricolo medio
dei terreni.
> Promuove l’unificazione della gestione
dell’edilizia pubblica negli IACP, nella cui gestione
entrano i rappresentanti degli enti locali e dei
sindacati.
39. Padova: il piano Peep del 1963
Originariamente vennero previsti 15
nuclei Peep, poi ridotti a 13.
In fase attuativa il piano è poi stato
parzialmente ridimensionato.
estensione complessiva: 2.211.000 mq.
Il piano era dimensionato per la
realizzazione di 7.783 alloggi, che
avrebbero dovuto ospitare 38.900
abitanti.
I principali nuclei previsti:
> Mortise 1.670 alloggi
> Guizza 900 alloggi
> Via Goito 720 alloggi
> San Carlo 512 alloggi
Se fosse stato attuato secondo le previsioni,
avrebbe consentito la quasi totale copertura
del fabbisogno abitativo per un decennio.
Sergio Lironi
architetto
40. Le scelte di piano
Camillo Pluti, allora dirigente del Settore urbanistica e
progettista del nucleo Peep di Mortise, nel motivare le scelte
localizzative, osservava che con il piano Peep si era voluta
cogliere l’occasione per contrastare il disordine spaziale ed il
carattere frammentato e degradato delle periferie urbane.
«Introducendo nel piano elementi catalizzatori di attività ed
interessi sociali si è cercato di vitalizzare la città nuova,
nutrendola con attrezzature, carenti allo stato attuale, e
cercando di trasformarla, da una squallida distesa di residenze-
dormitori in entità che si configurino gradualmente con la stessa
vitalità della città propriamente detta…».
«Il motivo dominante seguito nella distribuzione dei nuclei, è
stato il tentativo di completare porzioni di periferia già
edificate con lo scopo preciso di riorganizzare la situazione
esistente, introducendo servizi ed attrezzature anche per le
zone che, pur non facendo parte dei nuovi nuclei, vengono ora a
gravitare nel loro intorno. Inoltre si è tenuto conto della
dislocazione dei centri di attrazione delle unità lavorative che
ora, secondo le previsioni del PRG, risultano polarizzate dalla
zona industriale, dal centro commerciale e dal centro
direzionale».
Il nucleo Peep di Mortise
Sergio Lironi
architetto
41. Negli anni ’60 e ’70 la realizzazione del piano
Peep procede lentamente.
Nel 1974
realizzati 1.368 alloggi
(corrispondenti al 25% di quelli
originariamente previsti)
Peep via Siracusa
Solo negli anni ’80, a seguito dell’avvenuta
acquisizione di nuove aree e con un sempre più
consistente intervento di cooperative
d’abitazione ed imprese private operanti in
“diritto di superficie” e sulla base di apposite
convenzioni che stabiliscono massimali di costo e
prezzi di vendita, si registra una rapida
accelerazione nei tempi d’attuazione del piano.
Nel 1984
realizzati 3.977 alloggi
(corrispondenti al 67% di quelli
originariamente previsti)
L’attuazione del piano
Sergio Lironi
architetto
42. Con l’introduzione dei Peep si tende a
superare quello che Leonardo Benevolo
considerava uno dei principali difetti della
legislazione italiana relativa all’edilizia
residenziale pubblica, ovvero la netta distinzione
tra edilizia sovvenzionata ed edilizia privata,
scoraggiando le forme intermedie di
cooperazione e sussidio, rinunciando «a un
intervento diffuso su una forte percentuale
della produzione edilizia corrente attraverso
le agevolazioni creditizie o i finanziamenti
parziali, e puntando su una produzione
specializzata, che resta una piccola percentuale
della produzione totale»
(L. Benevolo, L’architettura delle città).
Ma soprattutto i Peep possono divenire
strumenti essenziali per conferire operatività
alla pianificazione urbana, possono consentire
all’edilizia pubblica di assumere un ruolo
egemone nella determinazione dello sviluppo
delle città e dei modelli di progettazione
edilizi ed urbanistici. Peep di Mortise, case comunali in via Bajardi
Superamento dei ghetti urbani
e modelli di progettazione
Sergio Lironi
architetto
43. Ma per poter realmente incidere sul disegno
complessivo della città, sulla produzione edilizia
corrente e sull’immagine urbana andrebbero
rispettate alcune condizioni. Tra queste in
particolare:
> un disegno urbano non banale, tale
soprattutto da creare nuove centralità
nell’anonimo paesaggio delle nostre periferie;
> una mixitè funzionale, oltre che sociale,
evitando i quartieri dormitorio e reintegrando
anche in ambito residenziale attività economiche
e produttive;
> una reale selezione qualitativa degli
operatori, attraverso la definizione di specifiche
norme tecniche, bandi concorsuali e
monitoraggio delle opere;
> l’incentivazione di nuove forme abitative in
grado di rispondere alla nuova domanda
abitativa (alloggi in locazione, cohousing,
proprietà indivisa, inclusione sociale…)
Qualità urbana e qualità progettuale
Sergio Lironi
architetto
45. Corte Pinelli
Programma Integrato d’Intervento
per la realizzazione di un complesso residenziale di
200 alloggi e di 2 sale destinate a centro civico di quartiere
A partire dagli anni ’80 il Settore Edilizia Residenziale
Pubblica del Comune si dota di un proprio Ufficio di
Progettazione che si propone di elevare gli standard
qualitativi e la vivibilità delle nuove realizzazioni, sia
dal punto di vista dimensionale, distributivo ed
architettonico che dal punto di vista tecnico, della
salubrità dei materiali e delle condizioni ambientali.
Sergio Lironi
architetto
46. Esercitazioni di
Bioarchitettura
Negli anni ’90 il Settore Edilizia
Residenziale Pubblica del Comune
si impegna nell’applicazione dei
principi della Bioarchitettura in tutti i
propri interventi di recupero e di
nuova costruzione.
Case a schiera in via Pinelli
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architetto
47. Case comunali e orti urbani
nel nucleo Peep di Ponterotto-Sud
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architetto
49. Fattori di crisi
Ritorna l’egemonia dell’iniziativa privata
5.
> Una serie di sentenze della Corte Costituzionale, a
partire dalla n. 5 del 30 gennaio 1980, dichiara l’illegittimità
delle disposizioni delle leggi n. 865/1971 e n. 10/1977 nella
parte in cui commisuravano al valore agricolo
l’indennizzo degli espropri per pubblica utilità.
> Aumentano conseguentemente i costi delle aree ed i
prezzi delle abitazioni realizzati in aree peep, ormai
spesso equiparabili a quelli del libero mercato.
> Si riduce drasticamente il numero di alloggi costruiti con
supporto pubblico totale o parziale. In venti anni si passa
da circa 90.000 alloggi /anno a meno di 10.000.
> Dei circa 900.000 alloggi pubblici circa 760.000 sono
gestiti dalle Aziende Casa (ex IACP). Un patrimonio che
si sta progressivamente riducendo (per i piani di vendita
incentivati da Stato e Regioni) e degradando (per la
sempre più grave carenza di risorse finanziarie)
> Sempre meno aree Peep vengono previste, mentre si
cerca di incentivare l’iniziativa dei privati anche in
deroga alle previsioni di piano. Sergio Lironi
architetto
50. Dei “cunei verdi” immaginati da Luigi Piccinato rimane
traccia negli spazi verdi e nei terreni agricoli
interstiziali sopravvissuti all’alluvione di cemento, ma...
Padova
Carta di uso
del suolo
Sergio Lironi
architetto
51. A Padova con laVariante del 2004, 4,7 milioni di mq di aree,
precedentemente destinate a verde pubblico, sono state trasformate in aree di “perequazione
urbanistica”, con un incremento di 2 milioni di mc di volumetrie edificabili.
Padova
Variante di PRG
2004
I “cunei verdi”
diventano zone
di perequazione
urbanistica
Sergio Lironi
architetto
52. La “città che respira”
Popolazione aggiuntiva prevista dal
PAT (sulla base delle proiezioni demografiche
effettuate nel 2007 da Paolo Feltrin per la
Provincia di Padova):
24.185 abitanti
Capacità insediativa:
volume residuo da PRG
2.607.892 mc
volume aggiuntivo da PAT
2.084.232 mc
TOTALE 4.692.124 mc
Il PAT adottato nel 2009, prevedendo la possibilità di utilizzare meccanismi di
“perequazione ad arcipelago” tenta un recupero dei cunei verdi... ma, alla fine,
conferma il PRG vigente e propone un consistente aumento della capacità insediativa.
PAT
Piano di Assetto
Territoriale
Sergio Lironi
architetto
53. Un tempo destinate alla formazione di un
Parco urbano di quasi 100 ettari
Le aree del Basso Isonzo
Sergio Lironi
architetto
54. Progetto di Parco Urbano per le aree del Basso Isonzo
(R. Gambino, P. Castelnovi, F. Thomasset)
Prima della Variante “perequativa” del 2004
Un grande parco
urbano, con aree
boscate, radure,
giardini, aree
attrezzate per il
tempo libero, orti
urbani nel settore
orientale.
Un parco rurale da
riconvertire a forme
di agricoltura
biologica nel settore
occidentale
Sergio Lironi
architetto
56. “Parco del Basso Isonzo”
Il Parco ancora non si vede,
ma i lavori di costruzione del nuovo
quartiere sono già in fase avanzata!
Sergio Lironi
architetto
57. … già in parte
compromesso
dalle
speculazioni
edilizie della
Compagnia
delle Opere
(Iris srl)
effettuate in
contrasto con
la destinazione
d’uso del PRG
grazie ad una
legge speciale
della Regione
Il cuneo verde del
Parco Iris
Sergio Lironi
architetto
58. - Circa metà della volumetria prevista verrà realizzata dalla Scuola d’Inglese: gli edifici sono
localizzati in un’area boscata che le norme di PRG chiedono di salvaguardare e sembra siano
destinati ad aule per la didattica (in contrasto con le norme di PRG che consentono sino ad un
massimo del 15% di edilizia non residenziale).
- Non risultano localizzate le aree per l’Edilizia Residenziale Pubblica.
- La nuova Variante al Piano degli Interventi prevede la possibilità che nelle aree cedute al Comune si
possano “paracadutare” ulteriori volumetrie (“crediti edilizi” concessi in altri contesti urbani) Sergio Lironi
architetto
59. Un’ampia area verde
tra il Bacchiglione e la Brentella
ancor oggi utilizzata a fini agricoli
Brusegana
via Monte Rua
Sergio Lironi
architetto
60. Il Piano Urbanistico
Attuativo (PUA) di
via Monte Rua
(1° stralcio)
29, 5 ettari
per una volumetria di circa
44.000 mc
Circa 22 ettari che verranno ceduti al Comune: sono molti, ma il progetto di lottizzazione
approvato li frammenta e marginalizza.
Diventa così difficile, se non impossibile pensare alla effettiva realizzazione di un parco rurale e
di una fattoria urbana significativi dal punto di vista funzionale e paesaggistico ed in grado di
autosostenersi dal punto di vista economico.
aprile 2014
Sergio Lironi
architetto
61. Sergio Lironi
architetto
PUA via Cascino
Sergio Lironi
architetto
Una consistente parte del verde pubblico coincide con
l’area di rispetto autostradale, ovvero con un’area di
“vincolo ricognitivo” e non “espropriativo”, che non
avrebbe richiesto indennizzo di alcun tipo.
Terreni agricoli trasformati in aree edificabili. Chi potrà
usufruire del piccolo parco ad ovest della lottizzazione?
62. Mortise, Via Ippodromo
Qui è prevista una nuova stazione del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale. Prima di far
lottizzare le residue aree verdi ai privati, non sarebbe il caso di studiare un piano organico di sistemazione di
tutto il contesto, collegando funzionalmente e spazialmente i quartieri di Mortise e di San Lazzaro ?
Anche in questo caso il verde pubblico coincide in larga parte con l’area di rispetto autostradale, ovvero con
un’area di “vincolo ricognitivo” e non “espropriativo”, che non avrebbe richiesto indennizzo di alcun tipo.
Sergio Lironi
architetto
63. ES: Aree esondabili o a rischio esondazione
Isola di Terranegra
FR: Fascia di rispetto idrogeologico
PE: Aree a bassa permeabilità
Area di rispetto
cimiteriale
Tra il Roncajette e il Canale di San Gregorio
Sergio Lironi
architetto
64. Piano Guida Gregotti per l’area di San Carlo - 1988
Testo
Il Piano Guida “... non fa riferimento ad alcuna idea o piano di riqualificazione complessiva della struttura funzionale urbana, né ad
alcuna ipotesi settoriale di trasferimento funzionale, cioè di decentramento e concentrazione in aree esterne di attività proprie
del centro città con funzione di decongestione del centro antico. Inoltre non obbedisce ad alcuna logica pianificatoria di tipo
nucleare, paragonabile a quello dei sub-centers di tipo anglo-americano come modello di riorganizzazione del suburbio e della
città estesa” (Filippo Messina - Galileo, agosto 1996).
Sergio Lironi
architetto
65. Area ex Sangati
Superficie territoriale 16.897 mq
Volumetria realizzata 59.900 mc (3,54 mc/mq)
50.920 mc commerciale-direzionale
8.980 mc residenziale
Cessione aree 8.103 mq (48% superf. territ.)
a cui vanno aggiunti 4.497 mq di parcheggi interrati e sopraelevati
Primo stralcio
del progetto Gregotti
Plastico del progetto Gregotti
Sergio Lironi
architetto
66. PIRUEA San Carlo e Piazza Azzurri d’Italia
dicembre 2004 (societàValli srl)
Superficie complessiva: 38.018 mq
Volumetria: 106.162 mc (2,79 mc/mq)
Sergio Lironi
architetto
67. Il 70% circa dei votanti
vota contro il Piruea
29.100 persone chiamate a votare: vota
circa il 25% degli aventi diritto
Sergio Lironi
architetto
68. Dati Censimento ISTAT, 9 ottobre 2011
* (6.042 abitazioni in più rispetto al numero delle famiglie)
Tra il 2001 ed il 2011, nella fase di relativamente elevata immigrazione che ha caratterizzato
tutto ilVeneto, la popolazione di PADOVA è aumentata di 703 abitanti.
Dal 2011 vi è un evidente tendenza alla decrescita demografica. Come si può prevedere un
aumento di 24.185 abitanti nel prossimo decennio?
Considerata la presenza di un invenduto di oltre 8.000 alloggi e considerata la
tendenza demografica attuale, appare del tutto ingiustificata la previsione del PAT di
4.692.124 mc di nuova edilizia residenziale, che consentirebbero la realizzazione
(considerando 400 mc/abitazione) di almeno 11.730 nuove abitazioni.
Abitazioni Famiglie Popolazione
PADOVA
2001 94.640 87.027 204.870
2011 100.420* 94.378 205.573
Comunità Metropolitana Padovana
(18 Comuni)
2001 167.718 156.288 398.488
2011 193.476 183.110 428.005
Sergio Lironi
architetto
69. Il ciclo di riforme degli anni ’70 si conclude con l’approvazione della Legge 457 /1978,
che promuove e finanzia un Programma decennale di edilizia residenziale riguardante
sia gli interventi di edilizia sovvenzionata, che quelli relativi all’edilizia convenzionata e
agevolata, nonché l’acquisizione ed urbanizzazione delle aree.
Il titolo IV della legge definisce inoltre le norme e le agevolazioni creditizie per il
recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente ed i criteri per
l’individuazione delle “Zone di recupero” e per la redazione dei “Piani di Recupero”.
Sergio Lironi
architetto
6. Un’alternativa possibile
Recupero edilizio e Rigenerazione Urbana Sostenibile
Facciamo un passo indietro…
E’ il risultato di una lunga battaglia condotta da associazioni culturali e forze progressiste
contro la devastazione della città storica e contro lo spreco edilizio.
Anche a Padova si percepiscono gli effetti dei nuovi orientamenti culturali ed urbanistici….
70. Comune di Padova
Settore Edilizia Residenziale
Interventi di recupero
e riqualificazione urbana
negli anni ’80 e ‘90
Sergio Lironi
architetto
71. Recupero di Corte Bezzecca
Sollecitato dalle famiglie residenti, agli inizi degli anni ’80 il Comune acquisisce la
proprietà delle case di Corte Bezzecca, Il programma di recupero, articolato in
4 stralci esecutivi, ha consentito la ristrutturazione di una settantina di alloggi e
la salvaguardia di una comunità sorta alla fine dell’Ottocento.
Sergio Lironi
architetto
72. Recupero di Corte Ca’ Lando
Il primo esempio di edilizia popolare a Padova risalente al XVI secolo
Sergio Lironi
architetto
73. Programma integrato di Recupero di
via Maroncelli - Boscardin
Un programma di recupero articolato in tre fasi per la realizzazione di 165 abitazioni
Sergio Lironi
architetto
75. Piano di Recupero di via Chiesavecchia
Ristrutturazione di 36 alloggi del Consorzio Case Minime
88 abitazioni, 10 unità commerciali ed un centro di quartiere
Sergio Lironi
architetto
76. Nuova costruzione di 20 abitazioni e 4 unità commerciali
nell’ambito del Peep di via Chiesavecchia
Sergio Lironi
architetto
77. Nuova costruzione di 32 abitazioni, 6 unità commerciali
ed un centro civico nel Peep di via Chiesavecchia
Sergio Lironi
architetto
94. Iniziativa privata e recupero urbano
Il Quartiere Padova 2000, nell’area delle ex Officine Galtarossa Il Quartiere Parco Montà nell’area delle ex Fonderie Peraro
Anche l’intervento dei privati da un paio di decenni è prevalentemente orientato al recupero edilizio ed al
recupero di parti significative del tessuto urbano consolidato…
> ma come garantire una adeguata qualità abitativa, architettonica, ambientale ed ecologica
degli interventi progettati?
> come far sì che in questi interventi sia prevista non solo un effettiva mixité funzionale, bensì anche una
mixité sociale, offrendo una risposta alla domanda abitativa delle fasce di popolazione più
disagiata economicamente?
A Padova, al fine di favorire lo spostamento in zona industriale di fabbriche ed officine ormai inglobate nella crescita a macchia d’olio della
città, per molti anni si è consentita nei siti dismessi una cubatura di 5 mc/mq, con effetti alquanto discutibili dal punto di vista urbano e
spesso senza neppure ottenere la salvaguardia dei posti di lavoro. Negli anni Duemila l’indice è stato ridotto a 2 mc/mq.
Sergio Lironi
architetto
96. Studio CamposVenuti
Proposte per
il sistema urbanistico del
Quadrante Nord
Si propone l’eliminazione del traffico di
attraversamento e la trasformazione di
via Aspetti - via Reni in un viale urbano,
riservato ai residenti
1994 -1996
Sergio Lironi
architetto
97. Studio CamposVenuti (1994)
Proposte per
le aree di trasformazione
(complessivamente 76,2 ha - il 10,6% dell’area di studio)
a. Aree industriali dismesse (36 ettari)
indice 1 ÷ 1,2 mc/mq
b. Comparti di trasformazione urbana (14 ettari)
aree private di consistenti dimensioni in ambito urbanizzato
indice 0,7 ÷ 0,9 mc/mq
c. Comparti di trasformazione ambientale (23,8 ettari)
aree private esterne al tessuto edificato (già destinate a verde pubblico)
indice 0,2 ÷ 0,3 mc/mq
d. Aree centrali di trasformazione di piccole dimensioni
perequazione “ad arcipelago” (2,4 ettari)
indice 0,2 ÷ 0,3 mc/mq
Regole perequazione urbanistica:
- 30% superficie per concentrazione volumi
- 40% superficie per verde pubblico di compensazione
- 30% superficie per verde privato condominiale
Sergio Lironi
architetto
100. Accordo di Programma ex Fornace Morandi
Superficie territoriale 132.000 mq
Volumetria residenziale realizzata 65.000 mc (indice 0,49 mc/mq)
Superfici cedute al Comune 91.350 mq (69%)
Sergio Lironi
architetto
101. Piano Guida
per le lottizzazioni Morandi, Idrotermici e Pilli
Sergio Lironi
architetto
102. superficie compl. 149.030 mq volumetria 212.634 mc (indice 1,42 mc/mq)
Piano Guida per le lottizzazioni Morandi, Idrotermici e Pilli
Edilizia commerciale: 27.470 mc
Edilizia residenziale: 182.664 mc (520 alloggi c.a)
Verde e servizi: 61.298 mq
Sergio Lironi
architetto
103. PUA Idrotermici
superficie compl. 41.567 mq
volumetria 83.134 mc (indice 2 mc/mq)
Edilizia residenziale: 70.664 mc
Edilizia commerciale: 12.470 mc
Nell’ottobre 2004 la Commissione Urbanistica chiede che le aree Pilli,
Idrotermici e Morandi siano inserite in un unico Piano Guida.
Negli anni successivi il Piano Guida sarà oggetto di numerosi incontri e
discussioni con il Quartiere e le associazioni ambientaliste.
Emergono alcune indicazioni di fondo. Tra queste:
- La pedonalizzazione del tratto sud di via Pontevigodarzere e la
deviazione del traffico lungo il confine tra le aree Idrotermici e Morandi
(al fine di ridurne l’intensità e l’impatto)
- La possibilità futura di prolungare la tramvia sino a Cadoneghe
occupando la sede di via Pontevigodarzere (il che richiederebbe però la
realizzazione di un nuovo ponte sul Brenta e di una nuova arteria di
accesso alla città).
- La formazione di un sistema di piazze con specifiche destinazioni
d’uso.
- La formazione di un polo di servizi civici e di un grande parco nell’area
Pilli.
Sergio Lironi
architetto
104. PUA Eredi Pilli
superficie compl. 55.837 mq
volumetria 67.800 mc
(indice 1,21 mc/mq)
La Convenzione prevede:
- la realizzazione di un Centro Civico di 12.000 mc
- la formazione di un Parco pubblico di 15.000 mq ed una nuova scuola d’infanzia comunicante
con il plesso scolastico esistente
- l’adozione dei principi della bioedilizia (risparmio energetico, energie alternative, permeabilità
dei suoli, riciclo acque piovane, raccolta differenziata rifiuti, ...)
Sergio Lironi
architetto
105. Case sfitte ed
emergenza casa
Federcasa (associazione nazionale delle Aziende
Casa) calcola che in Italia nelle graduatorie dei
Comuni vi siano almeno 650.000 domande per
un’abitazione a canone sociale.
A Padova le domande presentate per
l’ultima graduatoria sono 1.959
In provincia di Padova nel 2014 vi sono
stati 1.017 provvedimenti di sfratto e
454 esecuzioni (circa il 60% in Comune
di Padova)
Nel corso degli anni 2000 si è registrato in Italia un
costante aumento degli sfratti richiesti (110.048
nel 2010) e di quelli eseguiti con intervento
dell’Ufficiale Giudiziario (29.825 nel 2010).
Sergio Lironi
architetto
106. Alcuni esempi europei
Città europee
e sviluppo sostenibile
1994 - Conferenza di Ålborg
2007 - Carta di Lipsia
2008 - Dichiarazione di Marsiglia
2010 - Dichiarazione di Toledo
2013 - Conferenza di Bruxelles
(Quadro di riferimento per le città sostenibili)
Malmö : Bo01, Western Harbour
Copenhagen : Ørestad
Helsinki : Eco-Viikki
Friburgo : Vauban
Marsiglia : Plan d’Aou
Trento : Le Albere
Sergio Lironi
architetto
Per un progetto di
Rigenerazione Urbana Sostenibile
107. Un approccio olistico alla progettazione
Risparmio energetico
e utilizzo risorse rinnovabili
Mitigazione e
adattamento ai
cambiamenti climatici
Bioarchitettura
ed Eco-quartieri
Stop al consumo di suolo
Paesaggio
e qualità abitativa
Ricerca scientifica,
innovazione tecnologica,
nuove normative e
monitoraggio
Chiusura dei cicli ecologici e
integrazione città - campagna
Sostegno alle economie
locali e nuova occupazione
Mobilità sostenibile e
pianificazione d’area vasta
Mixitè, equità ed
inclusione sociale
Informazione e
partecipazione degli abitanti
Competitività
e attrattività del territorio
Benessere e
sicurezza sociale
Cambiamento
degli stili di vita e delle
abitudini di consumo
Nuove attività
economiche e
nuove professionalità
Smart City e Infrastrutture digitali
Partenariato
Stato-Regioni-Enti Locali
Programmazione
finanziaria e
coordinamento con
Programmi Europei
Provvedimenti legislativi finalizzati
alla realizzazione degli interventi
Semplificazione
amministrativa e
mentalità imprenditoriale
Sergio Lironi
architetto
108. Il gigantismo informe delle città contemporanee
si caratterizza per la formazione di quartieri ed
aree suburbane monofunzionali, in cui vengono
a mancare le relazioni comunitarie.
LA CITTA’ QUALE ORGANISMO VIVENTE
Ciò contrasta con i principi di sviluppo degli
organismi biologici, nei quali le cellule, pur
specializzando le proprie funzioni, mantengono
al proprio interno un sufficiente grado di
complessità ed interagiscono con l’evoluzione
dell’organismo nel suo complesso.
il genoma della cellula fornisce le istruzioni
per la crescita e per riparare eventuali danni.
Sergio Lironi
architetto
109. DIALOGUE
Commission for a socially
sustainable Malmö
Health,
wellbeing
and justice
Sergio Lironi
architetto
110. 110
Solo il pubblico può disporre di capitali “pazienti” in grado di
sostenere investimenti strategici (mission-oriented) di lungo periodo in
aree nuove e ad alto rischio d’insuccesso, non stimolati da una
convenienza spicciola, ma dalla percezione di opportunità future:
investimenti che possono orientare ed attrarre anche operatori e
capitali privati, in un rapporto pubblico/privato che deve risultare di
tipo simbiotico e non parassitario (evitando, come spesso è avvenuto in
Italia, la socializzazione dei rischi e la privatizzazione dei guadagni e
quindi garantendo anche al pubblico un congruo “profitto”).
Un settore pubblico che non solo sostenga l’innovazione, ma che sia
anche “innovativo al suo interno”.
Sergio Lironi
architetto
111. Esiste un censimento delle proprietà
pubbliche dismesse o sottoutilizzate?
Se ne può immaginare un utilizzo, anche con
forme di concessione o di affitto a tempo
determinato, a fini sociali e per incubatori di
impresa, coworking, laboratori di informatica e
artistici...?
Ferrovie dello Stato, Campo Marte Aree militari in via Chiesanuova (Romagnoli) e in via Bembo
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113. Ai margini della “Soft City” frammenti di città che andrebbero riprogettati unitariamente:
Il quartiere di via Pescarotto
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115. Città e regione urbana
Ed è nell’hinterland metropolitano che oggi vive la maggior parte della popolazione.
Città e territorio formano un unico organismo unitario e non è immaginabile una
rinascita dei centri urbani sganciata da una radicale trasformazione e riqualificazione della
propria regione di riferimento.
Una reale sostenibilità (resilienza) urbana
p u ò e s s e r e c o n s e g u i t a s o l o
ricongiungendo la città con il suo
territorio attraverso una pianificazione
e programmazione d’area vasta.
E’ infatti a scala territoriale che possono essere individuate e potenziate le principali
risorse rinnovabili necessarie per salvaguardare i cicli della natura, assicurando bassi
valori di entropia al sistema insediativo.
A. Lorenzetti, Effetti del Buon Governo (1338-1340)
la nuova scala della pianificazione
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116. Processi antropici di prelievo, trasformazione e consumo delle risorse primarie
DIAGRAMMA DEI FLUSSI IN UNA REGIONE URBANA
Sergio Lironi
architetto
117. PTCP 1995
Un interessante tentativo di formazione di
una città policentrica e di Green Belt a scala
metropolitana…
Sergio Lironi
architetto
118. Una città policentrica
Solo operando a scala metropolitana è possibile recuperare
l’immagine di una città stellare, circondata e compenetrata
dal sistema del verde e degli spazi aperti.
Una città metropolitana
disegnata in stretta
relazione con il sistema
del trasporto collettivo su
ferro (SFMR e tramvie) e
costituita da nuclei urbani
caratterizzati da una
complessità di funzioni e
quindi da un elevato
grado di autonomia.
Sergio Lironi
architetto
119. Paesaggio e
Infrastrutture verdi
L’opera di ricostruzione del
paesaggio metropolitano non
potrà che par tire dalla
v a l o r i z z a z i o n e e d a l
potenziamento delle grandi
infrastrutture verdi, costituite in
particolare dai bacini idrografici
della Brenta e del Bacchiglione.
Fondamentali sono inoltre i
segni tracciati dai paleoalvei del
Medoacus e la scacchiera del
Graticolato, la più significativa
testimonianza nel Nord Italia
dell’opera di colonizzazione
dell’impero romano.
La ricostruzione del paesaggio Sergio Lironi
architetto
120. Almere, Olanda
CITY FARM - De Kemphaan
Fattoria biodinamica, di
proprietà comunale, gestita dal 1995
dai coniugi Tineke Van Den Berg e
Tom Saat.
Gestisce, a seminativi e ortaggi,
oltre 120 ettari di campi nelle
vicinanze della fattoria e in altre parti
della città. Utilizza inoltre vaste aree
a pascolo per l’allevamento di oltre
130 vacche da latte e altri animali da
cortile.
Con la City Farm collabora
l’Associazione La Ruff, che organizza
incontri periodici, spettacoli e che
svolge attività educative, di ricerca e
di assistenza tecnica.
La fattoria costituisce oggi uno
d e g l i s p a z i p u b b l i c i p i ù
frequentati... un vero e proprio
cuore pulsante della città.
Sergio Lironi
architetto
121. Un Progetto di legge
per limitare il consumo di suolo
e per la Rigenerazione Urbana
Coordinamento
per la Rigenerazione Urbana Sostenibile
Sergio Lironi
architetto