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L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri
Il digital divide in Italia: l’uso di Internet da parte di cittadini e imprese
Istat, 21 dicembre 2015
Indice
 Intensità di utilizzo della Rete: utenti deboli e utenti
forti
 La velocità di connessione alla Rete
 Le attività svolte sulla Rete
 Il commercio elettronico
 Tecnologie emergenti: il cloud computing
 Le competenze
 Le microimprese
 I nuovi dati del 2015
 Conclusioni
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
2
Intensità di utilizzo della Rete [1/3]
 Il gruppo più ampio: utenti web deboli (imprese connesse e presenti sul
web ma che non sono social e non vendono online)
 Al secondo posto: utenti Internet deboli (connesse ma non presenti sul
web)
 Utenti web forti (aggiungono al sito web un’attività social)
 Meno diffusi gli estremi: non utenti e utenti di base da una parte, utenti
forti dall’altra
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
3
Usano Usano
pc social media
1. Imprese non utentieutentibase 6% 2% si/no no no no no
2. Imprese utenti Internetdeboli 32% 29% si si no no no
3. Imprese utentiweb deboli 39% si si si no no
4. Imprese utentiweb forti 22% si si si si no
5. Imprese utentiforti 5% 8% si si si/no si/no si
57%
2010 2014
Connessea
internet
Hanno
sito
web
Hanno
venduto
online
Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete. Anni
2010 e 2014 (composizione percentuale)
Intensità di utilizzo della Rete [2/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
4
Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete, Anno 2014
Intensità di utilizzo della Rete [3/3]
 Parziale correlazione tra velocità dichiarata in download
dalle imprese e intensità di utilizzo della Rete
 La velocità compresa tra 2 e 10 Mbps è quella dichiarata
dalla maggior parte delle imprese in tutti i gruppi
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
5
Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete e
velocità di connessione in download, Anno 2014
La velocità di connessione
 Il 95,0% delle imprese con almeno 10 addetti è
connesso a Internet in banda larga, fissa o mobile
 Il 93,5% ha una connessione in banda larga fissa (83,1%
nel 2010)
 Il 66,8% ha una connessione mobile (in forte crescita
rispetto al 2010, circa 44 punti percentuali)
 La quota di addetti che, per finalità lavorative, si connette
alla Rete attraverso dispositivi mobili riguarda il 13,9%
delle imprese (dall’8,4% del 2010)
 Tra il 2010 e il 2014 l’aumento nell’adozione di
connessioni mobili da parte di imprese e addetti è
generalizzato
 Riguarda tutte le aree geografiche e le classi di addetti
 Aumenti percentuali comunque più elevati per il Mezzogiorno
e per le imprese di minore dimensione
 Comunque un divario nella velocità di connessione:
 Permane tra piccole e grandi imprese
 Quello territoriale è più contenuto
L’uso di Internet da parte delle imprese
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6
Le attività svolte sulla Rete [1/4]
 Circa il 70% delle imprese con almeno 10 addetti ha un sito web
 La quota di imprese che offre sul sito un determinato servizio si riduce al crescere
della complessità del servizio stesso:
 Il 4,7% d’imprese rende possibile ai visitatori abituali la personalizzazione dei contenuti
 Il 2,2% consente la personalizzazione dei prodotti
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
7
il sito web dell’impresa e i servizi offerti online sul sito
Le attività svolte sulla Rete [2/4]
 La quota d’imprese con
almeno 10 addetti che ha
un sito web al di sotto
della media europea per 5
punti percentuali
 Distanze superiori ai 20
punti rispetto ai paesi del
Nord Europa, di 17 punti
rispetto alla Germania, di
11 rispetto al Regno Unito
e di 4 rispetto alla Spagna
 Soltanto la Francia, fra le
economie più importanti,
presenta un valore
dell’indicatore inferiore
all’Italia
 Un web divide ancora più
ampio con riferimento ai
servizi presenti nel sito
web
 Invece l’Italia si colloca ai
primi posti per la quota
d’imprese che forniscono
sul proprio sito web
informazioni riguardanti la
privacy e la sicurezza
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
8
il sito web dell’imprese europee
il sito web fornisce informazioni sul privacy e sicurezza
Le attività svolte sulla Rete [3/4]
 Le imprese sono social, ma non troppo:
 Il 32% delle imprese nel 2014 utilizza almeno un social media
 Ma il 20% ne utilizza soltanto uno (come temesse la difficoltà di gestire l’immagine e la propria
reputazione su più di uno)
 Rispetto all’anno precedente, risultano comunque in crescita le imprese che
hanno deciso di utilizzare strumenti social
 Prevale la scelta monocanale
 Nel 2014 il 20% rispetto al 14% del 2013
L’uso di Internet da parte delle imprese
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9
L’uso delle rete per comunicare e condividere
Le attività svolte sulla Rete [4/4]
 Chi è più social in Italia?
 L’editoria, le imprese dell’audiovisivo, le agenzie di viaggio e i servizi di
alloggio registrano le più alte percentuali nell’adozione di almeno tre
tipologie di strumenti social (rispettivamente 31%, 25%, 18% e 17%)
 Le imprese di piccola e media dimensione (10-249 addetti) e del
Mezzogiorno sono maggiormente orientate all’uso di un solo social media
rispetto a quelle di dimensioni più grandi (almeno 250 addetti) e di quelle
del Centro-Nord
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
10
Chi è più social in Europa?
Il commercio elettronico [1/4]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
11
 Target entro il
2015: 33% di PMI
(10-249) che
vendono online per
un valore almeno
pari all’1% del
fatturato totale
 La maggioranza dei
paesi non ha
conseguito
l’obiettivo
 Forti divari tra i
paesi europei
 In alcuni Paesi il
divario tra PMI e
grandi Imprese è
molto grande
 Croazia, Cipro,
Irlanda, Francia e
Portogallo
 Anche in Italia
Il commercio elettronico [2/4]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
12
 In Italia le imprese che
vendono prodotti o
servizi online sono
l’8%, quelle che
effettuano acquisti
online il 40%
 Attive più della media
europea per gli
acquisti online
 Riguardo alle vendite
online sono ancora
poche le imprese
italiane che
riconoscono in questo
canale di vendita un
potenziale strumento
per migliorare la
competitività
 Il posizionamento delle
imprese italiane è
stabile nel tempo
Imprese con almeno 10 addetti che acquistano online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
Imprese con almeno 10 addetti che vendono online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
Il commercio elettronico [3/4]
 Possibilità di effettuare ordini online dal sito web dell’impresa: le imprese italiane di
piccole e medie dimensioni offrono in poche questa possibilità
 Le imprese più piccole sono meno organizzate per offrire ai visitatori del sito la possibilità
di ordinare i propri prodotti (Italia 11%, EU28 16%)
 E le grandi?
 Più del doppio (23%)
 Comunque a metà della classifica europea e sotto la media (28%)
 C’è un effetto intermediazione, ma vale per tutti i Paesi
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
13
Imprese con almeno 10 addetti che permettono ordinazioni di beni e servizi sul proprio
sito web per classe dimensionale nei paesi UE28. Anno 2014 (valori percentuali)
Il commercio elettronico [4/4]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
14
Contributo % in termini di imprese e fatturato online (se almeno pari al 5%). Anno 2014
Contributo % in termini di imprese e fatturato online, per classe addetti, area, macrosettore. Anno 2014
Tecnologie emergenti: il cloud computing [1/3]
 I servizi di cloud computing permettono alle imprese di accedere
(dietro pagamento a fornitori esterni) a software o applicazioni su
Internet, senza che siano presenti fisicamente nei dispositivi
adottati per il business aziendale
 Nel 2014 in Italia il 40% delle imprese con almeno dieci addetti
utilizza a pagamento servizi di cloud computing:
 Secondi in Europa, dopo la Finlandia (51%), e ben oltre la media europea
del19%
 Ma la posizione è determinata principalmente dai servizi base e soprattutto dai
servizi di posta elettronica
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
15
Imprese che acquistano servizi di cloud computing nei paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
Tecnologie emergenti: il cloud computing [2/3]
 Le imprese indicano tra i benefici derivanti dall’uso del cloud soprattutto quelli
legati alla scalabilità dei servizi e alla facilità e rapidità di implementazione di
soluzioni
 Anche la riduzione dei costi per l’ICT è importante, ma in misura minore
 Questo quadro è comune in tutti i paesi dell’Unione
 La riduzione dei costi viene indicata in Italia come un beneficio importante da
una percentuale di imprese maggiore rispetto agli altri paesi europei
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
16
Imprese che acquistano servizi di cloud computing, per beneficio realizzato a livello medio-alto
in alcuni paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
Tecnologie emergenti: il cloud computing [3/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
17
Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)
Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)
 Le imprese italiane che hanno
acquistato servizi di cloud
computing sono in generale più
guardinghe rispetto a quelle
europee
 Soffrono in misura maggiore di
tutti i fattori limitanti l’utilizzo dei
servizi di cloud computing
 Le imprese, italiane ed
europee, che non hanno
acquistato servizi di cloud
computing ritengono che il
fattore che maggiormente ne
ostacola l’adozione sia la
conoscenza non adeguata
Le competenze specialistiche in ICT [1/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
18
 L’utilizzo delle competenze
specialistiche in ICT nelle
imprese nel 2014:
 59,9% utilizza esclusivamente
competenze ICT esterne
 23,4% non utilizza alcuna
competenza specialistica in ICT
 11,7% si avvale di specialisti ICT
interni e anche di quelli esterni
 3,4% utilizza esclusivamente
competenze ICT interne
 Per dimensione:
 Il 62% delle piccole imprese utilizza
solo competenze esterne
 Il 70% delle grandi imprese si avvale
di competenze interne ed esterne
Le competenze specialistiche in ICT [2/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
19
 Imprese con almeno 10
addetti che hanno
organizzato corsi di
formazione destinati agli
addetti senza competenze
specialistiche ICT
 Si conferma la relazione tra
attività formative e dimensione
d’impresa
 Tra 2012 e 2014 l’indicatore
cresce solo a partire dalle
imprese di medie dimensioni
 Imprese con almeno 10
addetti che hanno assunto
o provato ad assumere
specialisti ICT l'anno
precedente
 Quota cresciuta dal 3,6% del
2012 al 4,2% del 2014
 Notevoli differenze
dimensionali
Le competenze specialistiche in ICT [3/3]
 L’Italia è il quartultimo paese europeo per addetti ICT interni alle imprese:
 Circa il 20% la media europea
 Finlandia Irlanda e Paesi Bassi tra il 25 e il 30%
 Formazione ICT ai propri addetti (specialisti ICT e non):
 L’Italia con il 10% rivela una scarsa propensione a investire sulla crescita delle competenze interne in ICT/IT
 Media europea 21% (Finlandia 40%, Austria 34% e Belgio 33%)
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
20
Imprese europee che impiegano specialisti ICT
e che hanno fatto formazione ICT ai propri addetti. Anno 2014
Le micro-imprese [1/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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21
Numero di attività svolte sulla rete dalle imprese connesse a Internet
(percentuali sul totale imprese connesse e percentuali cumulate) Fonte: Censimento MPS 2011
 Il 77% delle imprese con 3-9 addetti aveva, nell’anno 2011, un collegamento a
Internet
 Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre
attività tra quelle considerate (escludendo la posta elettronica)
 La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta
all’aumentare del numero di attività effettuate fino a tre e decresce gradualmente
all’aumentare delle stesse
 Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività
online
Le micro-imprese [2/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
22
 Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato come primo ostacolo che
«Internet non è necessario»
 D’accordo con questa affermazione non solo il 61% delle imprese non connesse alla Rete
 Ma anche il 36,5% di quelle connesse
 Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato che «Non esiste alcun ostacolo
all’utilizzo di Internet»
 Sono di questo avviso il 21% delle imprese non connesse
 La metà di quelle già connesse
Imprese 3-9 addetti per ostacolo dichiarato al mancato o limitato utilizzo di Internet,
per tipologia di impresa collegata o meno a Internet. Anno 2011
(% sul totale imprese 3-9 addetti con/senza connessione) Fonte: Censimento MPS 2011
Le micro-imprese [3/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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23
Anno PC email Internet
banda
larga
sito web
vendite
on line
acquisti
on line
2008 65.6 53.4 58.8 33.1 12.1 1.3 8.3
2009 58.3 48.5 53.2 30.8 12.2 1.2 7.4
2010 74.8 65.6 70.3 41.8 16.2 1.8 12.2
2011 77.5 71.6 74.6 42.8 17.0 2.0 13.2
2012 82.5 78.6 80.9 46.2 18.3 2.5 15.3
Percentuale di imprese con 1-9 addetti per tipologia di ICT adottata, Anni 2008-
2012. Fonte: Rilevazione PMI 1-99 addetti Anni 2008-2012
 L’81% di imprese con 1-9 addetti dell’industria e dei servizi usa la Rete ma soltanto il 18,3% ha un
proprio sito web
 Sono circa 90.000 le imprese che vendono online (2,5%)
 L’adozione progressiva di tecnologia informatica legata alla dimensione dell’impresa
 Le imprese che fanno un uso maggiore della Rete (soprattutto quelle che hanno un sito web e vendono
online i propri prodotti) presentano indicatori economici migliori rispetto alle altre microimprese, in termini
di valore aggiunto e fatturato per addetto, esportazioni per addetto oltre che un più elevato al grado
medio di apertura verso mercati esteri
 Per quanto riguarda il commercio elettronico, comportamenti disomogenei in funzione dell’attività
economica: le vendite online sono effettuate principalmente dalle imprese che svolgono attività nei servizi
di comunicazione, alloggio e ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio, attività estrattive
 Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre attività tra quelle
considerate (escludendo la posta elettronica)
 La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta all’aumentare del numero di
attività effettuate fino a tre e poi decresce gradualmente
 Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività online
I dati 2015 [1/10]: le connessioni in banda larga
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
24
 Si conferma la tendenza della
connessione mobile in banda
larga (dal 60% del 2014 al 63%)
 Il ‘salto’ di adozione da parte
delle imprese è stato rilevante
soprattutto tra il 2010 e il 2011 e
tra il 2013 e 2014
 Con un aumento,
rispettivamente, di 28 e 10 punti
percentuali.
Imprese 10+ che si connettono in BL fissa, Italia e
EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
Imprese 10+ che si connettono in BL mobile, Italia e
EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
I dati 2015 [2/10]: le connessioni in banda larga
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
25
 La maggior parte delle imprese non utilizza connessioni veloci
 La velocità massima di connessione in banda larga fissa aumenta al crescere della dimensione
delle imprese, senza particolari divari territoriali
 Il 40,1% delle grandi imprese (33,0% nel 2014) utilizza connessioni fisse a velocità pari o superiore
a 30 Mbit/s, contro il 12,3% delle piccole (11,9% nel 2014)
I dati 2015 [3/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione
L’uso di Internet da parte delle imprese
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26
 Digital divide dimensionale
 Il 53% delle imprese più piccole utilizza da 3 a 6
tra le seguenti attività;
12 attività (incluse nell'indicatore di
digitalizzazione)
Classe di addetti
Tota
le
10-
49
50-
99
100-
249
250
e più
la percentuale di addetti che utilizzano
computer connessi > 50%
27.6 31.4 32.4 38.7 28.2
l’impresa utilizza specialisti ICT interni o
esterni (per almeno 5 funzioni ICT)
71.2 81.9 88.1 90.9 72.8
la velocità download BL fissa >= 30 Mbit/s 11.2 17.6 22.2 39.6 12.5
la percentuale di addetti che utilizzano
device mobili connessi alla Rete > 20%
21.4 20.1 22.3 25.7 21.4
l'impresa ha un proprio sito web 68.9 81.5 85.2 91.6 70.7
il sito web dell'impresa offre almeno uno tra
i seguenti servizi: accesso a cataloghi;
tracciabilità ordinazioni; personalizzazione
prodotti; personalizzazione contenuti
34.7 42.4 44.2 53.6 35.8
l’impresa utilizza almeno un social media tra
social network, blog aziendale, sito
multimediale e wiki
36.4 41.0 45.9 57.3 37.3
l’impresa utilizza ERP 32.2 57.3 70.4 78.6 35.9
l’impresa utilizza CRM 28.6 39.9 42.1 52.4 30.2
l’impresa utilizza SCM 11.3 16.6 24.0 36.5 12.5
la percentuale delle vendite via web o via Edi
sul totale dei ricavi è > o = 1%
6.2 8.4 11.5 20.5 6.7
la percentuale delle vendite via web del tipo
B2C sul totale delle vendite via web è > 1%
3.4 4.1 2.9 5.5 3.4
Grado digitalizzazione Italia e EU28
Grado digitalizzazione classe addetti
I dati 2015 [4/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
27
 Imprese 10-49: la percentuale di imprese che svolgono ‘x’ attività cresce fino
a tre attività per poi ridursi rapidamente
 Grandi imprese: raggiungono il massimo intorno a 5-6 attività per poi
registrare quote inferiori più gradualmente
I dati 2015 [5/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
28
 L’Italia (ma non è sola) è lontana dall’obiettivo europeo 2015 che fissa al 33%
la quota di PMI (10-249 addetti) che vendono online almeno l’1% del fatturato
totale
 Nel 2015 la quota è del 6,5%
 Cresce (anche se di poco) la quota di imprese con almeno 10 addetti che
vendono online
 Dall’8,2% del 2014 al 10,0% del 2015
I dati 2015 [6/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
29
 La quota di imprese che vendono online sale al 29,6% nel caso di imprese con
almeno 250 addetti
 Il fatturato online cresce e si attesta al 9,2% del fatturato totale (7,1% l’anno
precedente): la quota è al 2,6% per le imprese con 10-49 addetti, al 10,7% per
quelle con almeno 250 addetti ed è massima per quelle con 100-249 addetti che
registrano un fatturato online del 18,0%
 Le imprese che vendono via web sono il 7,9% (6,3% del 2014)
 Il web è il canale di vendita preferito rispetto ad altri canali online (EDI)
 Fra le imprese che vendono via web predominano quelle che hanno come
compratori i consumatori privati (78,9%) rispetto ad imprese e amministrazioni
pubbliche (58,7%)
I dati 2015 [7/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
30
Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in termini di
imprese online sul totale
100%=imprese che vendono online
contributo
imprese
online
contributo
valore
online
commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9
alloggio 19,8 1,5
industrie tessili, dell'abbigliamento, articoli in pelle e simili 5,0 0,5
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0
fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie
plastiche
4,0 5,5
Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in valore online sul
totale
100%=valore scambiato online da tutte le imprese
contributo
imprese
online
contributo
valore
online
fornitura di energia (elettrica, gas, acqua, reti fognarie, rifiuti) 0,6 31,1
commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9
fabbricazione di mezzi di trasporto 2,0 16,5
fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie
plastiche
4,0 5,5
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0
I dati 2015 [8/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
31
Il contributo per
dimensione di impresa
contributo
imprese online
contributo
valore online
250 e più 4,9 45,0
100-249 5,9 32,8
50-99 9,1 12,7
10-49 80,1 9,4
Il contributo
delle macro aree
contributo
imprese online
contributo
valore online
Sud e Isole 20,0 5,6
Centro 20,5 36,5
Nord est 29,3 13,9
Nord ovest 30,2 44,0
I dati 2015 [9/10]: le competenze
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
32
 Il 60,7% delle imprese con almeno 10 addetti ricorre a personale esterno per le
funzioni ICT e solo il 12,5% sceglie di svolgerle per lo più con addetti interni
all’impresa o al gruppo
 Il 26,6% delle grandi imprese ha assunto o provato ad assumere personale con
competenze specialistiche in ICT
 Quindi, continua il forte ricorso a specialisti esterni
IMPRESE CHE IMPIEGANO SPECIALISTI ICT O CHE, NELL’ANNO PRECEDENTE, HANNO ASSUNTO O PROVATO
AD ASSUMERE PERSONALE CON COMPETENZE SPECIALISTICHE IN ICT PER CLASSE DI ADDETTI.
Anno 2015, valori percentuali sul totale delle imprese con almeno 10 addetti
I dati 2015 [10/10]: la sicurezza informatica
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
33
 Il 43% delle imprese ha una politica di sicurezza ICT formalmente definita (79%
nelle grandi imprese)
 Circa la metà delle imprese che hanno una policy ha considerato, nella definizione
dei rischi, tutti quelli relativi a: distruzione o corruzione dei dati, divulgazione di
informazioni riservate e indisponibilità dei servizi informatici
 I settori più sensibili alla sicurezza: telecomunicazioni (79%), informatica (69%),
editoria (68%)
 Il 62,3% delle imprese dotate di una politica di sicurezza ha dichiarato che essa è
stata definita o aggiornata nel corso degli ultimi 12 mesi
 C’è da festeggiare, anche se con moderazione, come scriveva ieri Riccardo Luna?
 Certamente tutti i segni di un lento progresso, almeno in Europa
 Sufficiente per una β convergence? Forse sì
 Ma al tempo stesso aumento le differenze within, tra territori, tra classi dimensionali, tra settori d’attività
economica
 In Italia, soprattutto nel 2015, i segni di un’accelerazione, che consolida progressi già emersi
negli anni precedenti:
 Esplosione del cloud computing
 Diffusione della banda larga mobile
 Lenta crescita dell’e-commerce
 Eppure, accetto il rischio di passare per gufo e rosicone…
 Le imprese italiane sembrano avere colto dell’ICT le tendenze più superficiali, il sito come
presenza e come vetrina, i social media come la necessità di esserci, il solito gattopardesco «Se
vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»
 Non hanno colto, secondo me, le correnti più profonde. Ecco i sintomi:
 Non hanno colto che il web è un altro passaggio dalla transizione dall’economia delle commodities a quella
delle specialties, del taylor-made, dei servizi
 Non hanno colto che i social media sono un passo avanti rispetto alla fidelizzazione
 Percepiscono le competenze ICT come estranee al loro core business
 Quali sono invece le correnti profonde:
 L’ICT, la rete, il web non sono una moda, sono un cambiamento dei modi di produzione e dei paradigmi
 Sono un canale d’innovazione pervasivo, che cambia il paesaggio della competizione globale, e di
conseguenza deve cambiare il modo di fare impresa
 Un altro punto:
 Le differenze in questo caso non sono un fattore di ricchezza ma di freno
 Una politica industriale per l’ICT?
 Necessario un approccio specifico per le PMI, anche se è semplicistico ridurre tutto a una questione
dimensionale, troppo spesso invocata per il caso italiano
 Opportuna una strategia settoriale, che faccia leva sull’integrazione e sulle interdipendenze strutturali
(quadro concettuale assai più ricco di quello delle filiere)
 Aprire anche un fronte territoriale, che non faccia leva tanto sul tradizionale divario Centro-
nord/Mezzogiorno ma che investa piuttosto sul ruolo creativo e innovativo delle città
Robustezza e persistenza dei sistemi locali
Giovanni A. Barbieri – Roma, 6 novembre 2015
34
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2015.12.21 L'uso di internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri

  • 1. L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri Il digital divide in Italia: l’uso di Internet da parte di cittadini e imprese Istat, 21 dicembre 2015
  • 2. Indice  Intensità di utilizzo della Rete: utenti deboli e utenti forti  La velocità di connessione alla Rete  Le attività svolte sulla Rete  Il commercio elettronico  Tecnologie emergenti: il cloud computing  Le competenze  Le microimprese  I nuovi dati del 2015  Conclusioni L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 2
  • 3. Intensità di utilizzo della Rete [1/3]  Il gruppo più ampio: utenti web deboli (imprese connesse e presenti sul web ma che non sono social e non vendono online)  Al secondo posto: utenti Internet deboli (connesse ma non presenti sul web)  Utenti web forti (aggiungono al sito web un’attività social)  Meno diffusi gli estremi: non utenti e utenti di base da una parte, utenti forti dall’altra L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 3 Usano Usano pc social media 1. Imprese non utentieutentibase 6% 2% si/no no no no no 2. Imprese utenti Internetdeboli 32% 29% si si no no no 3. Imprese utentiweb deboli 39% si si si no no 4. Imprese utentiweb forti 22% si si si si no 5. Imprese utentiforti 5% 8% si si si/no si/no si 57% 2010 2014 Connessea internet Hanno sito web Hanno venduto online Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete. Anni 2010 e 2014 (composizione percentuale)
  • 4. Intensità di utilizzo della Rete [2/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 4 Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete, Anno 2014
  • 5. Intensità di utilizzo della Rete [3/3]  Parziale correlazione tra velocità dichiarata in download dalle imprese e intensità di utilizzo della Rete  La velocità compresa tra 2 e 10 Mbps è quella dichiarata dalla maggior parte delle imprese in tutti i gruppi L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 5 Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete e velocità di connessione in download, Anno 2014
  • 6. La velocità di connessione  Il 95,0% delle imprese con almeno 10 addetti è connesso a Internet in banda larga, fissa o mobile  Il 93,5% ha una connessione in banda larga fissa (83,1% nel 2010)  Il 66,8% ha una connessione mobile (in forte crescita rispetto al 2010, circa 44 punti percentuali)  La quota di addetti che, per finalità lavorative, si connette alla Rete attraverso dispositivi mobili riguarda il 13,9% delle imprese (dall’8,4% del 2010)  Tra il 2010 e il 2014 l’aumento nell’adozione di connessioni mobili da parte di imprese e addetti è generalizzato  Riguarda tutte le aree geografiche e le classi di addetti  Aumenti percentuali comunque più elevati per il Mezzogiorno e per le imprese di minore dimensione  Comunque un divario nella velocità di connessione:  Permane tra piccole e grandi imprese  Quello territoriale è più contenuto L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 6
  • 7. Le attività svolte sulla Rete [1/4]  Circa il 70% delle imprese con almeno 10 addetti ha un sito web  La quota di imprese che offre sul sito un determinato servizio si riduce al crescere della complessità del servizio stesso:  Il 4,7% d’imprese rende possibile ai visitatori abituali la personalizzazione dei contenuti  Il 2,2% consente la personalizzazione dei prodotti L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 7 il sito web dell’impresa e i servizi offerti online sul sito
  • 8. Le attività svolte sulla Rete [2/4]  La quota d’imprese con almeno 10 addetti che ha un sito web al di sotto della media europea per 5 punti percentuali  Distanze superiori ai 20 punti rispetto ai paesi del Nord Europa, di 17 punti rispetto alla Germania, di 11 rispetto al Regno Unito e di 4 rispetto alla Spagna  Soltanto la Francia, fra le economie più importanti, presenta un valore dell’indicatore inferiore all’Italia  Un web divide ancora più ampio con riferimento ai servizi presenti nel sito web  Invece l’Italia si colloca ai primi posti per la quota d’imprese che forniscono sul proprio sito web informazioni riguardanti la privacy e la sicurezza L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 8 il sito web dell’imprese europee il sito web fornisce informazioni sul privacy e sicurezza
  • 9. Le attività svolte sulla Rete [3/4]  Le imprese sono social, ma non troppo:  Il 32% delle imprese nel 2014 utilizza almeno un social media  Ma il 20% ne utilizza soltanto uno (come temesse la difficoltà di gestire l’immagine e la propria reputazione su più di uno)  Rispetto all’anno precedente, risultano comunque in crescita le imprese che hanno deciso di utilizzare strumenti social  Prevale la scelta monocanale  Nel 2014 il 20% rispetto al 14% del 2013 L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 9 L’uso delle rete per comunicare e condividere
  • 10. Le attività svolte sulla Rete [4/4]  Chi è più social in Italia?  L’editoria, le imprese dell’audiovisivo, le agenzie di viaggio e i servizi di alloggio registrano le più alte percentuali nell’adozione di almeno tre tipologie di strumenti social (rispettivamente 31%, 25%, 18% e 17%)  Le imprese di piccola e media dimensione (10-249 addetti) e del Mezzogiorno sono maggiormente orientate all’uso di un solo social media rispetto a quelle di dimensioni più grandi (almeno 250 addetti) e di quelle del Centro-Nord L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 10 Chi è più social in Europa?
  • 11. Il commercio elettronico [1/4] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 11  Target entro il 2015: 33% di PMI (10-249) che vendono online per un valore almeno pari all’1% del fatturato totale  La maggioranza dei paesi non ha conseguito l’obiettivo  Forti divari tra i paesi europei  In alcuni Paesi il divario tra PMI e grandi Imprese è molto grande  Croazia, Cipro, Irlanda, Francia e Portogallo  Anche in Italia
  • 12. Il commercio elettronico [2/4] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 12  In Italia le imprese che vendono prodotti o servizi online sono l’8%, quelle che effettuano acquisti online il 40%  Attive più della media europea per gli acquisti online  Riguardo alle vendite online sono ancora poche le imprese italiane che riconoscono in questo canale di vendita un potenziale strumento per migliorare la competitività  Il posizionamento delle imprese italiane è stabile nel tempo Imprese con almeno 10 addetti che acquistano online nei Paesi UE28, 2010 e 2014 Imprese con almeno 10 addetti che vendono online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
  • 13. Il commercio elettronico [3/4]  Possibilità di effettuare ordini online dal sito web dell’impresa: le imprese italiane di piccole e medie dimensioni offrono in poche questa possibilità  Le imprese più piccole sono meno organizzate per offrire ai visitatori del sito la possibilità di ordinare i propri prodotti (Italia 11%, EU28 16%)  E le grandi?  Più del doppio (23%)  Comunque a metà della classifica europea e sotto la media (28%)  C’è un effetto intermediazione, ma vale per tutti i Paesi L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 13 Imprese con almeno 10 addetti che permettono ordinazioni di beni e servizi sul proprio sito web per classe dimensionale nei paesi UE28. Anno 2014 (valori percentuali)
  • 14. Il commercio elettronico [4/4] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 14 Contributo % in termini di imprese e fatturato online (se almeno pari al 5%). Anno 2014 Contributo % in termini di imprese e fatturato online, per classe addetti, area, macrosettore. Anno 2014
  • 15. Tecnologie emergenti: il cloud computing [1/3]  I servizi di cloud computing permettono alle imprese di accedere (dietro pagamento a fornitori esterni) a software o applicazioni su Internet, senza che siano presenti fisicamente nei dispositivi adottati per il business aziendale  Nel 2014 in Italia il 40% delle imprese con almeno dieci addetti utilizza a pagamento servizi di cloud computing:  Secondi in Europa, dopo la Finlandia (51%), e ben oltre la media europea del19%  Ma la posizione è determinata principalmente dai servizi base e soprattutto dai servizi di posta elettronica L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 15 Imprese che acquistano servizi di cloud computing nei paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
  • 16. Tecnologie emergenti: il cloud computing [2/3]  Le imprese indicano tra i benefici derivanti dall’uso del cloud soprattutto quelli legati alla scalabilità dei servizi e alla facilità e rapidità di implementazione di soluzioni  Anche la riduzione dei costi per l’ICT è importante, ma in misura minore  Questo quadro è comune in tutti i paesi dell’Unione  La riduzione dei costi viene indicata in Italia come un beneficio importante da una percentuale di imprese maggiore rispetto agli altri paesi europei L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 16 Imprese che acquistano servizi di cloud computing, per beneficio realizzato a livello medio-alto in alcuni paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
  • 17. Tecnologie emergenti: il cloud computing [3/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 17 Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %) Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)  Le imprese italiane che hanno acquistato servizi di cloud computing sono in generale più guardinghe rispetto a quelle europee  Soffrono in misura maggiore di tutti i fattori limitanti l’utilizzo dei servizi di cloud computing  Le imprese, italiane ed europee, che non hanno acquistato servizi di cloud computing ritengono che il fattore che maggiormente ne ostacola l’adozione sia la conoscenza non adeguata
  • 18. Le competenze specialistiche in ICT [1/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 18  L’utilizzo delle competenze specialistiche in ICT nelle imprese nel 2014:  59,9% utilizza esclusivamente competenze ICT esterne  23,4% non utilizza alcuna competenza specialistica in ICT  11,7% si avvale di specialisti ICT interni e anche di quelli esterni  3,4% utilizza esclusivamente competenze ICT interne  Per dimensione:  Il 62% delle piccole imprese utilizza solo competenze esterne  Il 70% delle grandi imprese si avvale di competenze interne ed esterne
  • 19. Le competenze specialistiche in ICT [2/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 19  Imprese con almeno 10 addetti che hanno organizzato corsi di formazione destinati agli addetti senza competenze specialistiche ICT  Si conferma la relazione tra attività formative e dimensione d’impresa  Tra 2012 e 2014 l’indicatore cresce solo a partire dalle imprese di medie dimensioni  Imprese con almeno 10 addetti che hanno assunto o provato ad assumere specialisti ICT l'anno precedente  Quota cresciuta dal 3,6% del 2012 al 4,2% del 2014  Notevoli differenze dimensionali
  • 20. Le competenze specialistiche in ICT [3/3]  L’Italia è il quartultimo paese europeo per addetti ICT interni alle imprese:  Circa il 20% la media europea  Finlandia Irlanda e Paesi Bassi tra il 25 e il 30%  Formazione ICT ai propri addetti (specialisti ICT e non):  L’Italia con il 10% rivela una scarsa propensione a investire sulla crescita delle competenze interne in ICT/IT  Media europea 21% (Finlandia 40%, Austria 34% e Belgio 33%) L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 20 Imprese europee che impiegano specialisti ICT e che hanno fatto formazione ICT ai propri addetti. Anno 2014
  • 21. Le micro-imprese [1/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 21 Numero di attività svolte sulla rete dalle imprese connesse a Internet (percentuali sul totale imprese connesse e percentuali cumulate) Fonte: Censimento MPS 2011  Il 77% delle imprese con 3-9 addetti aveva, nell’anno 2011, un collegamento a Internet  Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre attività tra quelle considerate (escludendo la posta elettronica)  La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta all’aumentare del numero di attività effettuate fino a tre e decresce gradualmente all’aumentare delle stesse  Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività online
  • 22. Le micro-imprese [2/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 22  Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato come primo ostacolo che «Internet non è necessario»  D’accordo con questa affermazione non solo il 61% delle imprese non connesse alla Rete  Ma anche il 36,5% di quelle connesse  Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato che «Non esiste alcun ostacolo all’utilizzo di Internet»  Sono di questo avviso il 21% delle imprese non connesse  La metà di quelle già connesse Imprese 3-9 addetti per ostacolo dichiarato al mancato o limitato utilizzo di Internet, per tipologia di impresa collegata o meno a Internet. Anno 2011 (% sul totale imprese 3-9 addetti con/senza connessione) Fonte: Censimento MPS 2011
  • 23. Le micro-imprese [3/3] L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 23 Anno PC email Internet banda larga sito web vendite on line acquisti on line 2008 65.6 53.4 58.8 33.1 12.1 1.3 8.3 2009 58.3 48.5 53.2 30.8 12.2 1.2 7.4 2010 74.8 65.6 70.3 41.8 16.2 1.8 12.2 2011 77.5 71.6 74.6 42.8 17.0 2.0 13.2 2012 82.5 78.6 80.9 46.2 18.3 2.5 15.3 Percentuale di imprese con 1-9 addetti per tipologia di ICT adottata, Anni 2008- 2012. Fonte: Rilevazione PMI 1-99 addetti Anni 2008-2012  L’81% di imprese con 1-9 addetti dell’industria e dei servizi usa la Rete ma soltanto il 18,3% ha un proprio sito web  Sono circa 90.000 le imprese che vendono online (2,5%)  L’adozione progressiva di tecnologia informatica legata alla dimensione dell’impresa  Le imprese che fanno un uso maggiore della Rete (soprattutto quelle che hanno un sito web e vendono online i propri prodotti) presentano indicatori economici migliori rispetto alle altre microimprese, in termini di valore aggiunto e fatturato per addetto, esportazioni per addetto oltre che un più elevato al grado medio di apertura verso mercati esteri  Per quanto riguarda il commercio elettronico, comportamenti disomogenei in funzione dell’attività economica: le vendite online sono effettuate principalmente dalle imprese che svolgono attività nei servizi di comunicazione, alloggio e ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio, attività estrattive  Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre attività tra quelle considerate (escludendo la posta elettronica)  La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta all’aumentare del numero di attività effettuate fino a tre e poi decresce gradualmente  Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività online
  • 24. I dati 2015 [1/10]: le connessioni in banda larga L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 24  Si conferma la tendenza della connessione mobile in banda larga (dal 60% del 2014 al 63%)  Il ‘salto’ di adozione da parte delle imprese è stato rilevante soprattutto tra il 2010 e il 2011 e tra il 2013 e 2014  Con un aumento, rispettivamente, di 28 e 10 punti percentuali. Imprese 10+ che si connettono in BL fissa, Italia e EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp) Imprese 10+ che si connettono in BL mobile, Italia e EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
  • 25. I dati 2015 [2/10]: le connessioni in banda larga L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 25  La maggior parte delle imprese non utilizza connessioni veloci  La velocità massima di connessione in banda larga fissa aumenta al crescere della dimensione delle imprese, senza particolari divari territoriali  Il 40,1% delle grandi imprese (33,0% nel 2014) utilizza connessioni fisse a velocità pari o superiore a 30 Mbit/s, contro il 12,3% delle piccole (11,9% nel 2014)
  • 26. I dati 2015 [3/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 26  Digital divide dimensionale  Il 53% delle imprese più piccole utilizza da 3 a 6 tra le seguenti attività; 12 attività (incluse nell'indicatore di digitalizzazione) Classe di addetti Tota le 10- 49 50- 99 100- 249 250 e più la percentuale di addetti che utilizzano computer connessi > 50% 27.6 31.4 32.4 38.7 28.2 l’impresa utilizza specialisti ICT interni o esterni (per almeno 5 funzioni ICT) 71.2 81.9 88.1 90.9 72.8 la velocità download BL fissa >= 30 Mbit/s 11.2 17.6 22.2 39.6 12.5 la percentuale di addetti che utilizzano device mobili connessi alla Rete > 20% 21.4 20.1 22.3 25.7 21.4 l'impresa ha un proprio sito web 68.9 81.5 85.2 91.6 70.7 il sito web dell'impresa offre almeno uno tra i seguenti servizi: accesso a cataloghi; tracciabilità ordinazioni; personalizzazione prodotti; personalizzazione contenuti 34.7 42.4 44.2 53.6 35.8 l’impresa utilizza almeno un social media tra social network, blog aziendale, sito multimediale e wiki 36.4 41.0 45.9 57.3 37.3 l’impresa utilizza ERP 32.2 57.3 70.4 78.6 35.9 l’impresa utilizza CRM 28.6 39.9 42.1 52.4 30.2 l’impresa utilizza SCM 11.3 16.6 24.0 36.5 12.5 la percentuale delle vendite via web o via Edi sul totale dei ricavi è > o = 1% 6.2 8.4 11.5 20.5 6.7 la percentuale delle vendite via web del tipo B2C sul totale delle vendite via web è > 1% 3.4 4.1 2.9 5.5 3.4 Grado digitalizzazione Italia e EU28 Grado digitalizzazione classe addetti
  • 27. I dati 2015 [4/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 27  Imprese 10-49: la percentuale di imprese che svolgono ‘x’ attività cresce fino a tre attività per poi ridursi rapidamente  Grandi imprese: raggiungono il massimo intorno a 5-6 attività per poi registrare quote inferiori più gradualmente
  • 28. I dati 2015 [5/10]: il commercio elettronico L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 28  L’Italia (ma non è sola) è lontana dall’obiettivo europeo 2015 che fissa al 33% la quota di PMI (10-249 addetti) che vendono online almeno l’1% del fatturato totale  Nel 2015 la quota è del 6,5%  Cresce (anche se di poco) la quota di imprese con almeno 10 addetti che vendono online  Dall’8,2% del 2014 al 10,0% del 2015
  • 29. I dati 2015 [6/10]: il commercio elettronico L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 29  La quota di imprese che vendono online sale al 29,6% nel caso di imprese con almeno 250 addetti  Il fatturato online cresce e si attesta al 9,2% del fatturato totale (7,1% l’anno precedente): la quota è al 2,6% per le imprese con 10-49 addetti, al 10,7% per quelle con almeno 250 addetti ed è massima per quelle con 100-249 addetti che registrano un fatturato online del 18,0%  Le imprese che vendono via web sono il 7,9% (6,3% del 2014)  Il web è il canale di vendita preferito rispetto ad altri canali online (EDI)  Fra le imprese che vendono via web predominano quelle che hanno come compratori i consumatori privati (78,9%) rispetto ad imprese e amministrazioni pubbliche (58,7%)
  • 30. I dati 2015 [7/10]: il commercio elettronico L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 30 Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in termini di imprese online sul totale 100%=imprese che vendono online contributo imprese online contributo valore online commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9 alloggio 19,8 1,5 industrie tessili, dell'abbigliamento, articoli in pelle e simili 5,0 0,5 industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0 fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie plastiche 4,0 5,5 Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in valore online sul totale 100%=valore scambiato online da tutte le imprese contributo imprese online contributo valore online fornitura di energia (elettrica, gas, acqua, reti fognarie, rifiuti) 0,6 31,1 commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9 fabbricazione di mezzi di trasporto 2,0 16,5 fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie plastiche 4,0 5,5 industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0
  • 31. I dati 2015 [8/10]: il commercio elettronico L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 31 Il contributo per dimensione di impresa contributo imprese online contributo valore online 250 e più 4,9 45,0 100-249 5,9 32,8 50-99 9,1 12,7 10-49 80,1 9,4 Il contributo delle macro aree contributo imprese online contributo valore online Sud e Isole 20,0 5,6 Centro 20,5 36,5 Nord est 29,3 13,9 Nord ovest 30,2 44,0
  • 32. I dati 2015 [9/10]: le competenze L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 32  Il 60,7% delle imprese con almeno 10 addetti ricorre a personale esterno per le funzioni ICT e solo il 12,5% sceglie di svolgerle per lo più con addetti interni all’impresa o al gruppo  Il 26,6% delle grandi imprese ha assunto o provato ad assumere personale con competenze specialistiche in ICT  Quindi, continua il forte ricorso a specialisti esterni IMPRESE CHE IMPIEGANO SPECIALISTI ICT O CHE, NELL’ANNO PRECEDENTE, HANNO ASSUNTO O PROVATO AD ASSUMERE PERSONALE CON COMPETENZE SPECIALISTICHE IN ICT PER CLASSE DI ADDETTI. Anno 2015, valori percentuali sul totale delle imprese con almeno 10 addetti
  • 33. I dati 2015 [10/10]: la sicurezza informatica L’uso di Internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015 33  Il 43% delle imprese ha una politica di sicurezza ICT formalmente definita (79% nelle grandi imprese)  Circa la metà delle imprese che hanno una policy ha considerato, nella definizione dei rischi, tutti quelli relativi a: distruzione o corruzione dei dati, divulgazione di informazioni riservate e indisponibilità dei servizi informatici  I settori più sensibili alla sicurezza: telecomunicazioni (79%), informatica (69%), editoria (68%)  Il 62,3% delle imprese dotate di una politica di sicurezza ha dichiarato che essa è stata definita o aggiornata nel corso degli ultimi 12 mesi
  • 34.  C’è da festeggiare, anche se con moderazione, come scriveva ieri Riccardo Luna?  Certamente tutti i segni di un lento progresso, almeno in Europa  Sufficiente per una β convergence? Forse sì  Ma al tempo stesso aumento le differenze within, tra territori, tra classi dimensionali, tra settori d’attività economica  In Italia, soprattutto nel 2015, i segni di un’accelerazione, che consolida progressi già emersi negli anni precedenti:  Esplosione del cloud computing  Diffusione della banda larga mobile  Lenta crescita dell’e-commerce  Eppure, accetto il rischio di passare per gufo e rosicone…  Le imprese italiane sembrano avere colto dell’ICT le tendenze più superficiali, il sito come presenza e come vetrina, i social media come la necessità di esserci, il solito gattopardesco «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»  Non hanno colto, secondo me, le correnti più profonde. Ecco i sintomi:  Non hanno colto che il web è un altro passaggio dalla transizione dall’economia delle commodities a quella delle specialties, del taylor-made, dei servizi  Non hanno colto che i social media sono un passo avanti rispetto alla fidelizzazione  Percepiscono le competenze ICT come estranee al loro core business  Quali sono invece le correnti profonde:  L’ICT, la rete, il web non sono una moda, sono un cambiamento dei modi di produzione e dei paradigmi  Sono un canale d’innovazione pervasivo, che cambia il paesaggio della competizione globale, e di conseguenza deve cambiare il modo di fare impresa  Un altro punto:  Le differenze in questo caso non sono un fattore di ricchezza ma di freno  Una politica industriale per l’ICT?  Necessario un approccio specifico per le PMI, anche se è semplicistico ridurre tutto a una questione dimensionale, troppo spesso invocata per il caso italiano  Opportuna una strategia settoriale, che faccia leva sull’integrazione e sulle interdipendenze strutturali (quadro concettuale assai più ricco di quello delle filiere)  Aprire anche un fronte territoriale, che non faccia leva tanto sul tradizionale divario Centro- nord/Mezzogiorno ma che investa piuttosto sul ruolo creativo e innovativo delle città Robustezza e persistenza dei sistemi locali Giovanni A. Barbieri – Roma, 6 novembre 2015 34 Conclusioni

Editor's Notes

  1. Grafico 1 - La dimensione media delle imprese è direttamente proporzionale al grado di utilizzo della Rete aumentando dal gruppo dei non utenti o utenti di base fino a quelli forti; Grafico 2 - In termini di attività economica, le imprese dei due gruppi più forti sulla Rete sono maggiormente presenti tra i servizi legati all’informazione e la comunicazione e in quelli di alloggio e ristorazione mentre nei settori dei trasporti e delle costruzioni primeggiano rispettivamente il gruppo degli utenti deboli per Internet e per web Grafico 3 - Mezzogiorno ha più imprese nel gruppo degli utenti Internet deboli e meno nel gruppo web deboli rispetto al Centro-Nord Grafico 4 - forte relazione fra l’utilizzo di Internet e l’adozione di software o tecnologie legate ai processi produttivi e organizzativi (strumenti eBusiness: CRM, ERP, SCM, Rfid) che comunque risente dell’effetto dimensionale che impatta anche sull’utilizzo di tali tecnologie soprattutto da parte di realtà più complesse come le grandi imprese.
  2. Le attività di commercio elettronico operate dalle imprese si riferiscono a vendite o acquisti di beni o di servizi su reti informatiche (Internet o altre reti come EDI), con metodi ideati appositamente allo scopo di ricevere o collocare ordini, compresi i casi in cui il pagamento e la consegna finale dei beni e servizi non avvengano online. Dalla definizione sono esclusi gli ordini effettuati telefonicamente, via fax ed anche via email nella quale vengono digitati i termini del prodotto da acquistare. Il commercio elettronico è una delle tematiche ‘core’ della Rilevazione sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle imprese che prevede una suddivisione tra vendite e acquisti e anche tra metodi utilizzati per effettuare l’ordine. Nel corso degli anni, la definizione è stata adattata anche per tener conto delle nuove possibilità tecnologiche utilizzabili quali mobile commerce, utilizzo di applicazioni web (app accessibili tramite sito web o installate su strumenti quali cellulari, tablet, ecc.), marketplace, voucher e carte regalo.
  3. Per attività economica considerando la composizione percentuale del fatturato online e delle imprese che vendono online nei singoli comparti rispetto all’intera economia online, Si mostra il contributo delle singole attività economiche che rappresentano almeno il 5% del valore totale delle vendite online e anche il contributo delle singole attività economiche che rappresentano almeno il 5% delle imprese che vendono online: il settore del commercio all’ingrosso con il 21% contribuisce in misura maggiore al fatturato online (coinvolgendo il 17% delle imprese) a seguire il settore della fabbricazione di autoveicoli contribuisce per il 19% del fatturato online con appena l’1% delle imprese totali, per effetto della forte concentrazione del settore; il 24% delle imprese che vendono online appartiene ai servizi di alloggio e contribuisce al 2% del fatturato online totale Per dimensione: il contributo maggiore in termini di fatturato online (58%) è apportato da una piccola quota di imprese (5%) della classe dimensionale maggiore Per area geografica, il Nord-Ovest contribuisce in misura maggiore in termini di fatturato online (55%) con un terzo delle imprese che vendono online (33%); il 19% delle imprese che vende online è localizzato al Centro e concorre per un quarto del fatturato online (25%). Il peso delle imprese delle regioni del Mezzogiorno è più contenuto. Per macrosettore : quelli che maggiormente contribuiscono agli scambi online sono quelli del manifatturiero e dei servizi non finanziari. Al primo appartiene il 26% delle imprese con almeno 10 addetti che vendono online e al secondo il 71%. Nonostante il divario in termini di quote d’imprese, entrambi i settori contribuiscono ciascuno per circa il 40% del valore totale scambiato online.
  4. Grafico 1 - Le imprese europee che acquistano servizi CC indicano come fattore limitante soprattutto il rischio di violazione della sicurezza. Anche in Italia esso risulta rilevante ma al pari della non adeguata conoscenza dei servizi. Altri fattori che preoccupano maggiormente le imprese italiane sono l’incertezza sulla tutela legale in caso di controversie, la difficoltà di trasferire i dati e i costi elevati. Grafico 2 - Invece tra le imprese che non hanno acquistato servizi di cloud computing tutti i limiti presentano percentuali rilevanti. In Italia, però, al contrario degli altri paesi europei considerati, non ci sono molte differenze di atteggiamento tra le imprese che utilizzano i servizi di cloud computing e quelle che non li utilizzano. Questo potrebbe indicare che, anche in caso di ricorso ai servizi cloud, le imprese sono poco consapevoli delle caratteristiche della tecnologia.
  5. Definizione di specialista in ICT si intende una figura professionale con competenze specialistiche in materie informatiche ovvero con conoscenze informatiche avanzate includendo capacità di definire, progettare, sviluppare, installare, far funzionare, supportare, effettuare la manutenzione, gestire, analizzare le tecnologie informatiche (hardware e software) e i sistemi informativi aziendali. Per tali specialisti le tecnologie dell’informazione e i sistemi informativi rappresentano il lavoro principale. Per ICT si intendono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: si tratta di tecnologie utilizzate per il trattamento e l’elaborazione delle informazioni o per funzioni di comunicazione, incluse la trasmissione, la ricezione Commento rispetto al 2012: la quota di imprese che ha dichiarato di non utilizzare specialisti ICT interni e esterni si è ridotta di due terzi (dal 64% al 23%); la quota di imprese che si avvalgono esclusivamente di consulenti ICT esterni è passata dal 19% al 60% e rappresenta la modalità più importante in tutti i macrosettori e la visualizzazione dei dati.
  6. Grafico 1 - si conferma la relazione tra le attività formative e la dimensione d’impresa e una crescita dell’indicatore dal 2012 al 2014 solo a partire da imprese di medie dimensioni Grafico 2 - cresciuta dal 3,6% del 2012 al 4,2% dell’anno 2014 la percentuale delle imprese con almeno 10 addetti che nell’anno precedente ha assunto o ha provato ad assumere personale per posizioni lavorative che richiedevano competenze specialistiche in ICT con notevoli differenze dimensionali
  7. Il confronto internazionale Specialisti ICT interni: rivela che, nel 2014, gli specialisti in ICT/IT sono impiegati in circa il 20% delle imprese europee. Dalla media europea non si discostano molto i principali paesi sviluppati in ambito informatico e tecnologico, quali Finlandia (28,5%), Irlanda (27,9%) e Paesi Bassi (26,9%), mentre si attestano a quote più basse di specialisti tra gli addetti aziendali la Polonia (10,2%), la Romania (11,7%) e la Francia (14,7%). L’Italia con il 15,2% risulta il quartultimo paese europeo (grafico 64): il risultato è verosimilmente influenzato dalla ridotta dimensione media che caratterizza le imprese italiane. Formazione ICT ai propri addetti: L’Italia con il 10% rivela una scarsa propensione a investire sulla crescita delle competenze interne in ICT/IT, rispetto a una media europea pari al 21% e la Finlandia (con il 40% di imprese), l’Austria e il Belgio (34% e 33%, rispettivamente).
  8. Le microimprese e gli ostacoli da Censimento MPS2011 (3-9 addetti) Riguardo agli ostacoli al mancato utilizzo della Rete le microimprese si dividono in due classi: circa la metà (42%) ha dichiarato che “Non esiste alcun ostacolo all’utilizzo di Internet” (la pensano così circa la metà di quelle già connesse ma anche il 21% delle imprese non connesse); un’altra metà ha indicato uno o più motivi del mancato utilizzo. In particolare, il 42% ha dichiarato che “Internet non è necessario” (la pensano così non soltanto il 61% delle imprese non connesse ma anche il 36,5% di quelle connesse). La carenza di competenze sembra essere più una barriera all’entrata (13,1% delle microimprese non connesse si esprime in questa direzione) che un limite al maggiore utilizzo della Rete (soltanto 5,9% delle imprese connesse esprime questa motivazione). I problemi legati alla scarsa sicurezza della Rete spaventano soltanto il 3% delle imprese non connesse e maggiormente quelle connesse (5,6%) forse perché hanno avuto qualche esperienza negativa . Infine la lentezza o l’indisponibilità della connessione non sono indicate come ostacoli alla connessione o come limite alle attività svolte online
  9. Le microimprese e gli ostacoli da Censimento MPS2011 (3-9 addetti) Riguardo agli ostacoli al mancato utilizzo della Rete le microimprese si dividono in due classi: circa la metà (42%) ha dichiarato che “Non esiste alcun ostacolo all’utilizzo di Internet” (la pensano così circa la metà di quelle già connesse ma anche il 21% delle imprese non connesse); un’altra metà ha indicato uno o più motivi del mancato utilizzo. In particolare, il 42% ha dichiarato che “Internet non è necessario” (la pensano così non soltanto il 61% delle imprese non connesse ma anche il 36,5% di quelle connesse). La carenza di competenze sembra essere più una barriera all’entrata (13,1% delle microimprese non connesse si esprime in questa direzione) che un limite al maggiore utilizzo della Rete (soltanto 5,9% delle imprese connesse esprime questa motivazione). I problemi legati alla scarsa sicurezza della Rete spaventano soltanto il 3% delle imprese non connesse e maggiormente quelle connesse (5,6%) forse perché hanno avuto qualche esperienza negativa . Infine la lentezza o l’indisponibilità della connessione non sono indicate come ostacoli alla connessione o come limite alle attività svolte online
  10. l’impresa utilizza ERP (utilizzano software per condividere informazioni tra differenti aree funzionali interne) l’impresa utilizza CRM (utilizzano applicazioni software per la raccolta, archiviazione e condivisione e/o analisi dei dati sulla clientela) l’impresa utilizza SCM (condividono per via elettronica con i propri fornitori e/o clienti informazioni sulla gestione della catena distributiva) indicatore Molto basso se da 0 a 3 attività Basso se da 4 a 6 Alto se da 7 a 9 Molto alto se da 10 a 12
  11. Ricordati che nel 2014…. 59,9% utilizza esclusivamente competenze ICT esterne 23,4% non utilizza alcuna competenza specialistica in ICT 11,7% si avvale di specialisti ICT interni e anche di quelli esterni 3,4% utilizza esclusivamente competenze ICT interne Quindi anche se gli indicatori sono un po’ diversi sui può dire che continua il forte ricorso a specialisti esterni
  12. Ricordati che nel 2014…. 59,9% utilizza esclusivamente competenze ICT esterne 23,4% non utilizza alcuna competenza specialistica in ICT 11,7% si avvale di specialisti ICT interni e anche di quelli esterni 3,4% utilizza esclusivamente competenze ICT interne Quindi anche se gli indicatori sono un po’ diversi sui può dire che continua il forte ricorso a specialisti esterni