Giovanni A. Barbieri
L'uso di internet da parte delle imprese
21.12.2015
Intervento al convegno
Il digital divide nell'uso di Internet da parte di cittadini e imprese
Relazioni tra imprese in Italia: un modello interpretativo (A. Righi, E. Pavo...
2015.12.21 L'uso di internet da parte delle imprese Giovanni A. Barbieri
1. L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri
Il digital divide in Italia: l’uso di Internet da parte di cittadini e imprese
Istat, 21 dicembre 2015
2. Indice
Intensità di utilizzo della Rete: utenti deboli e utenti
forti
La velocità di connessione alla Rete
Le attività svolte sulla Rete
Il commercio elettronico
Tecnologie emergenti: il cloud computing
Le competenze
Le microimprese
I nuovi dati del 2015
Conclusioni
L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
2
3. Intensità di utilizzo della Rete [1/3]
Il gruppo più ampio: utenti web deboli (imprese connesse e presenti sul
web ma che non sono social e non vendono online)
Al secondo posto: utenti Internet deboli (connesse ma non presenti sul
web)
Utenti web forti (aggiungono al sito web un’attività social)
Meno diffusi gli estremi: non utenti e utenti di base da una parte, utenti
forti dall’altra
L’uso di Internet da parte delle imprese
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3
Usano Usano
pc social media
1. Imprese non utentieutentibase 6% 2% si/no no no no no
2. Imprese utenti Internetdeboli 32% 29% si si no no no
3. Imprese utentiweb deboli 39% si si si no no
4. Imprese utentiweb forti 22% si si si si no
5. Imprese utentiforti 5% 8% si si si/no si/no si
57%
2010 2014
Connessea
internet
Hanno
sito
web
Hanno
venduto
online
Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete. Anni
2010 e 2014 (composizione percentuale)
4. Intensità di utilizzo della Rete [2/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete, Anno 2014
5. Intensità di utilizzo della Rete [3/3]
Parziale correlazione tra velocità dichiarata in download
dalle imprese e intensità di utilizzo della Rete
La velocità compresa tra 2 e 10 Mbps è quella dichiarata
dalla maggior parte delle imprese in tutti i gruppi
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Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete e
velocità di connessione in download, Anno 2014
6. La velocità di connessione
Il 95,0% delle imprese con almeno 10 addetti è
connesso a Internet in banda larga, fissa o mobile
Il 93,5% ha una connessione in banda larga fissa (83,1%
nel 2010)
Il 66,8% ha una connessione mobile (in forte crescita
rispetto al 2010, circa 44 punti percentuali)
La quota di addetti che, per finalità lavorative, si connette
alla Rete attraverso dispositivi mobili riguarda il 13,9%
delle imprese (dall’8,4% del 2010)
Tra il 2010 e il 2014 l’aumento nell’adozione di
connessioni mobili da parte di imprese e addetti è
generalizzato
Riguarda tutte le aree geografiche e le classi di addetti
Aumenti percentuali comunque più elevati per il Mezzogiorno
e per le imprese di minore dimensione
Comunque un divario nella velocità di connessione:
Permane tra piccole e grandi imprese
Quello territoriale è più contenuto
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7. Le attività svolte sulla Rete [1/4]
Circa il 70% delle imprese con almeno 10 addetti ha un sito web
La quota di imprese che offre sul sito un determinato servizio si riduce al crescere
della complessità del servizio stesso:
Il 4,7% d’imprese rende possibile ai visitatori abituali la personalizzazione dei contenuti
Il 2,2% consente la personalizzazione dei prodotti
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il sito web dell’impresa e i servizi offerti online sul sito
8. Le attività svolte sulla Rete [2/4]
La quota d’imprese con
almeno 10 addetti che ha
un sito web al di sotto
della media europea per 5
punti percentuali
Distanze superiori ai 20
punti rispetto ai paesi del
Nord Europa, di 17 punti
rispetto alla Germania, di
11 rispetto al Regno Unito
e di 4 rispetto alla Spagna
Soltanto la Francia, fra le
economie più importanti,
presenta un valore
dell’indicatore inferiore
all’Italia
Un web divide ancora più
ampio con riferimento ai
servizi presenti nel sito
web
Invece l’Italia si colloca ai
primi posti per la quota
d’imprese che forniscono
sul proprio sito web
informazioni riguardanti la
privacy e la sicurezza
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il sito web dell’imprese europee
il sito web fornisce informazioni sul privacy e sicurezza
9. Le attività svolte sulla Rete [3/4]
Le imprese sono social, ma non troppo:
Il 32% delle imprese nel 2014 utilizza almeno un social media
Ma il 20% ne utilizza soltanto uno (come temesse la difficoltà di gestire l’immagine e la propria
reputazione su più di uno)
Rispetto all’anno precedente, risultano comunque in crescita le imprese che
hanno deciso di utilizzare strumenti social
Prevale la scelta monocanale
Nel 2014 il 20% rispetto al 14% del 2013
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L’uso delle rete per comunicare e condividere
10. Le attività svolte sulla Rete [4/4]
Chi è più social in Italia?
L’editoria, le imprese dell’audiovisivo, le agenzie di viaggio e i servizi di
alloggio registrano le più alte percentuali nell’adozione di almeno tre
tipologie di strumenti social (rispettivamente 31%, 25%, 18% e 17%)
Le imprese di piccola e media dimensione (10-249 addetti) e del
Mezzogiorno sono maggiormente orientate all’uso di un solo social media
rispetto a quelle di dimensioni più grandi (almeno 250 addetti) e di quelle
del Centro-Nord
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Chi è più social in Europa?
11. Il commercio elettronico [1/4]
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11
Target entro il
2015: 33% di PMI
(10-249) che
vendono online per
un valore almeno
pari all’1% del
fatturato totale
La maggioranza dei
paesi non ha
conseguito
l’obiettivo
Forti divari tra i
paesi europei
In alcuni Paesi il
divario tra PMI e
grandi Imprese è
molto grande
Croazia, Cipro,
Irlanda, Francia e
Portogallo
Anche in Italia
12. Il commercio elettronico [2/4]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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12
In Italia le imprese che
vendono prodotti o
servizi online sono
l’8%, quelle che
effettuano acquisti
online il 40%
Attive più della media
europea per gli
acquisti online
Riguardo alle vendite
online sono ancora
poche le imprese
italiane che
riconoscono in questo
canale di vendita un
potenziale strumento
per migliorare la
competitività
Il posizionamento delle
imprese italiane è
stabile nel tempo
Imprese con almeno 10 addetti che acquistano online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
Imprese con almeno 10 addetti che vendono online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
13. Il commercio elettronico [3/4]
Possibilità di effettuare ordini online dal sito web dell’impresa: le imprese italiane di
piccole e medie dimensioni offrono in poche questa possibilità
Le imprese più piccole sono meno organizzate per offrire ai visitatori del sito la possibilità
di ordinare i propri prodotti (Italia 11%, EU28 16%)
E le grandi?
Più del doppio (23%)
Comunque a metà della classifica europea e sotto la media (28%)
C’è un effetto intermediazione, ma vale per tutti i Paesi
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Imprese con almeno 10 addetti che permettono ordinazioni di beni e servizi sul proprio
sito web per classe dimensionale nei paesi UE28. Anno 2014 (valori percentuali)
14. Il commercio elettronico [4/4]
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Contributo % in termini di imprese e fatturato online (se almeno pari al 5%). Anno 2014
Contributo % in termini di imprese e fatturato online, per classe addetti, area, macrosettore. Anno 2014
15. Tecnologie emergenti: il cloud computing [1/3]
I servizi di cloud computing permettono alle imprese di accedere
(dietro pagamento a fornitori esterni) a software o applicazioni su
Internet, senza che siano presenti fisicamente nei dispositivi
adottati per il business aziendale
Nel 2014 in Italia il 40% delle imprese con almeno dieci addetti
utilizza a pagamento servizi di cloud computing:
Secondi in Europa, dopo la Finlandia (51%), e ben oltre la media europea
del19%
Ma la posizione è determinata principalmente dai servizi base e soprattutto dai
servizi di posta elettronica
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Imprese che acquistano servizi di cloud computing nei paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
16. Tecnologie emergenti: il cloud computing [2/3]
Le imprese indicano tra i benefici derivanti dall’uso del cloud soprattutto quelli
legati alla scalabilità dei servizi e alla facilità e rapidità di implementazione di
soluzioni
Anche la riduzione dei costi per l’ICT è importante, ma in misura minore
Questo quadro è comune in tutti i paesi dell’Unione
La riduzione dei costi viene indicata in Italia come un beneficio importante da
una percentuale di imprese maggiore rispetto agli altri paesi europei
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16
Imprese che acquistano servizi di cloud computing, per beneficio realizzato a livello medio-alto
in alcuni paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
17. Tecnologie emergenti: il cloud computing [3/3]
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Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)
Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)
Le imprese italiane che hanno
acquistato servizi di cloud
computing sono in generale più
guardinghe rispetto a quelle
europee
Soffrono in misura maggiore di
tutti i fattori limitanti l’utilizzo dei
servizi di cloud computing
Le imprese, italiane ed
europee, che non hanno
acquistato servizi di cloud
computing ritengono che il
fattore che maggiormente ne
ostacola l’adozione sia la
conoscenza non adeguata
18. Le competenze specialistiche in ICT [1/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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18
L’utilizzo delle competenze
specialistiche in ICT nelle
imprese nel 2014:
59,9% utilizza esclusivamente
competenze ICT esterne
23,4% non utilizza alcuna
competenza specialistica in ICT
11,7% si avvale di specialisti ICT
interni e anche di quelli esterni
3,4% utilizza esclusivamente
competenze ICT interne
Per dimensione:
Il 62% delle piccole imprese utilizza
solo competenze esterne
Il 70% delle grandi imprese si avvale
di competenze interne ed esterne
19. Le competenze specialistiche in ICT [2/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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19
Imprese con almeno 10
addetti che hanno
organizzato corsi di
formazione destinati agli
addetti senza competenze
specialistiche ICT
Si conferma la relazione tra
attività formative e dimensione
d’impresa
Tra 2012 e 2014 l’indicatore
cresce solo a partire dalle
imprese di medie dimensioni
Imprese con almeno 10
addetti che hanno assunto
o provato ad assumere
specialisti ICT l'anno
precedente
Quota cresciuta dal 3,6% del
2012 al 4,2% del 2014
Notevoli differenze
dimensionali
20. Le competenze specialistiche in ICT [3/3]
L’Italia è il quartultimo paese europeo per addetti ICT interni alle imprese:
Circa il 20% la media europea
Finlandia Irlanda e Paesi Bassi tra il 25 e il 30%
Formazione ICT ai propri addetti (specialisti ICT e non):
L’Italia con il 10% rivela una scarsa propensione a investire sulla crescita delle competenze interne in ICT/IT
Media europea 21% (Finlandia 40%, Austria 34% e Belgio 33%)
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20
Imprese europee che impiegano specialisti ICT
e che hanno fatto formazione ICT ai propri addetti. Anno 2014
21. Le micro-imprese [1/3]
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Numero di attività svolte sulla rete dalle imprese connesse a Internet
(percentuali sul totale imprese connesse e percentuali cumulate) Fonte: Censimento MPS 2011
Il 77% delle imprese con 3-9 addetti aveva, nell’anno 2011, un collegamento a
Internet
Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre
attività tra quelle considerate (escludendo la posta elettronica)
La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta
all’aumentare del numero di attività effettuate fino a tre e decresce gradualmente
all’aumentare delle stesse
Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività
online
22. Le micro-imprese [2/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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22
Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato come primo ostacolo che
«Internet non è necessario»
D’accordo con questa affermazione non solo il 61% delle imprese non connesse alla Rete
Ma anche il 36,5% di quelle connesse
Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato che «Non esiste alcun ostacolo
all’utilizzo di Internet»
Sono di questo avviso il 21% delle imprese non connesse
La metà di quelle già connesse
Imprese 3-9 addetti per ostacolo dichiarato al mancato o limitato utilizzo di Internet,
per tipologia di impresa collegata o meno a Internet. Anno 2011
(% sul totale imprese 3-9 addetti con/senza connessione) Fonte: Censimento MPS 2011
23. Le micro-imprese [3/3]
L’uso di Internet da parte delle imprese
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23
Anno PC email Internet
banda
larga
sito web
vendite
on line
acquisti
on line
2008 65.6 53.4 58.8 33.1 12.1 1.3 8.3
2009 58.3 48.5 53.2 30.8 12.2 1.2 7.4
2010 74.8 65.6 70.3 41.8 16.2 1.8 12.2
2011 77.5 71.6 74.6 42.8 17.0 2.0 13.2
2012 82.5 78.6 80.9 46.2 18.3 2.5 15.3
Percentuale di imprese con 1-9 addetti per tipologia di ICT adottata, Anni 2008-
2012. Fonte: Rilevazione PMI 1-99 addetti Anni 2008-2012
L’81% di imprese con 1-9 addetti dell’industria e dei servizi usa la Rete ma soltanto il 18,3% ha un
proprio sito web
Sono circa 90.000 le imprese che vendono online (2,5%)
L’adozione progressiva di tecnologia informatica legata alla dimensione dell’impresa
Le imprese che fanno un uso maggiore della Rete (soprattutto quelle che hanno un sito web e vendono
online i propri prodotti) presentano indicatori economici migliori rispetto alle altre microimprese, in termini
di valore aggiunto e fatturato per addetto, esportazioni per addetto oltre che un più elevato al grado
medio di apertura verso mercati esteri
Per quanto riguarda il commercio elettronico, comportamenti disomogenei in funzione dell’attività
economica: le vendite online sono effettuate principalmente dalle imprese che svolgono attività nei servizi
di comunicazione, alloggio e ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio, attività estrattive
Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre attività tra quelle
considerate (escludendo la posta elettronica)
La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta all’aumentare del numero di
attività effettuate fino a tre e poi decresce gradualmente
Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività online
24. I dati 2015 [1/10]: le connessioni in banda larga
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24
Si conferma la tendenza della
connessione mobile in banda
larga (dal 60% del 2014 al 63%)
Il ‘salto’ di adozione da parte
delle imprese è stato rilevante
soprattutto tra il 2010 e il 2011 e
tra il 2013 e 2014
Con un aumento,
rispettivamente, di 28 e 10 punti
percentuali.
Imprese 10+ che si connettono in BL fissa, Italia e
EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
Imprese 10+ che si connettono in BL mobile, Italia e
EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
25. I dati 2015 [2/10]: le connessioni in banda larga
L’uso di Internet da parte delle imprese
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25
La maggior parte delle imprese non utilizza connessioni veloci
La velocità massima di connessione in banda larga fissa aumenta al crescere della dimensione
delle imprese, senza particolari divari territoriali
Il 40,1% delle grandi imprese (33,0% nel 2014) utilizza connessioni fisse a velocità pari o superiore
a 30 Mbit/s, contro il 12,3% delle piccole (11,9% nel 2014)
26. I dati 2015 [3/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione
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26
Digital divide dimensionale
Il 53% delle imprese più piccole utilizza da 3 a 6
tra le seguenti attività;
12 attività (incluse nell'indicatore di
digitalizzazione)
Classe di addetti
Tota
le
10-
49
50-
99
100-
249
250
e più
la percentuale di addetti che utilizzano
computer connessi > 50%
27.6 31.4 32.4 38.7 28.2
l’impresa utilizza specialisti ICT interni o
esterni (per almeno 5 funzioni ICT)
71.2 81.9 88.1 90.9 72.8
la velocità download BL fissa >= 30 Mbit/s 11.2 17.6 22.2 39.6 12.5
la percentuale di addetti che utilizzano
device mobili connessi alla Rete > 20%
21.4 20.1 22.3 25.7 21.4
l'impresa ha un proprio sito web 68.9 81.5 85.2 91.6 70.7
il sito web dell'impresa offre almeno uno tra
i seguenti servizi: accesso a cataloghi;
tracciabilità ordinazioni; personalizzazione
prodotti; personalizzazione contenuti
34.7 42.4 44.2 53.6 35.8
l’impresa utilizza almeno un social media tra
social network, blog aziendale, sito
multimediale e wiki
36.4 41.0 45.9 57.3 37.3
l’impresa utilizza ERP 32.2 57.3 70.4 78.6 35.9
l’impresa utilizza CRM 28.6 39.9 42.1 52.4 30.2
l’impresa utilizza SCM 11.3 16.6 24.0 36.5 12.5
la percentuale delle vendite via web o via Edi
sul totale dei ricavi è > o = 1%
6.2 8.4 11.5 20.5 6.7
la percentuale delle vendite via web del tipo
B2C sul totale delle vendite via web è > 1%
3.4 4.1 2.9 5.5 3.4
Grado digitalizzazione Italia e EU28
Grado digitalizzazione classe addetti
27. I dati 2015 [4/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione
L’uso di Internet da parte delle imprese
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27
Imprese 10-49: la percentuale di imprese che svolgono ‘x’ attività cresce fino
a tre attività per poi ridursi rapidamente
Grandi imprese: raggiungono il massimo intorno a 5-6 attività per poi
registrare quote inferiori più gradualmente
28. I dati 2015 [5/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
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28
L’Italia (ma non è sola) è lontana dall’obiettivo europeo 2015 che fissa al 33%
la quota di PMI (10-249 addetti) che vendono online almeno l’1% del fatturato
totale
Nel 2015 la quota è del 6,5%
Cresce (anche se di poco) la quota di imprese con almeno 10 addetti che
vendono online
Dall’8,2% del 2014 al 10,0% del 2015
29. I dati 2015 [6/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
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29
La quota di imprese che vendono online sale al 29,6% nel caso di imprese con
almeno 250 addetti
Il fatturato online cresce e si attesta al 9,2% del fatturato totale (7,1% l’anno
precedente): la quota è al 2,6% per le imprese con 10-49 addetti, al 10,7% per
quelle con almeno 250 addetti ed è massima per quelle con 100-249 addetti che
registrano un fatturato online del 18,0%
Le imprese che vendono via web sono il 7,9% (6,3% del 2014)
Il web è il canale di vendita preferito rispetto ad altri canali online (EDI)
Fra le imprese che vendono via web predominano quelle che hanno come
compratori i consumatori privati (78,9%) rispetto ad imprese e amministrazioni
pubbliche (58,7%)
30. I dati 2015 [7/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
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30
Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in termini di
imprese online sul totale
100%=imprese che vendono online
contributo
imprese
online
contributo
valore
online
commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9
alloggio 19,8 1,5
industrie tessili, dell'abbigliamento, articoli in pelle e simili 5,0 0,5
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0
fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie
plastiche
4,0 5,5
Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in valore online sul
totale
100%=valore scambiato online da tutte le imprese
contributo
imprese
online
contributo
valore
online
fornitura di energia (elettrica, gas, acqua, reti fognarie, rifiuti) 0,6 31,1
commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9
fabbricazione di mezzi di trasporto 2,0 16,5
fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie
plastiche
4,0 5,5
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0
31. I dati 2015 [8/10]: il commercio elettronico
L’uso di Internet da parte delle imprese
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31
Il contributo per
dimensione di impresa
contributo
imprese online
contributo
valore online
250 e più 4,9 45,0
100-249 5,9 32,8
50-99 9,1 12,7
10-49 80,1 9,4
Il contributo
delle macro aree
contributo
imprese online
contributo
valore online
Sud e Isole 20,0 5,6
Centro 20,5 36,5
Nord est 29,3 13,9
Nord ovest 30,2 44,0
32. I dati 2015 [9/10]: le competenze
L’uso di Internet da parte delle imprese
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32
Il 60,7% delle imprese con almeno 10 addetti ricorre a personale esterno per le
funzioni ICT e solo il 12,5% sceglie di svolgerle per lo più con addetti interni
all’impresa o al gruppo
Il 26,6% delle grandi imprese ha assunto o provato ad assumere personale con
competenze specialistiche in ICT
Quindi, continua il forte ricorso a specialisti esterni
IMPRESE CHE IMPIEGANO SPECIALISTI ICT O CHE, NELL’ANNO PRECEDENTE, HANNO ASSUNTO O PROVATO
AD ASSUMERE PERSONALE CON COMPETENZE SPECIALISTICHE IN ICT PER CLASSE DI ADDETTI.
Anno 2015, valori percentuali sul totale delle imprese con almeno 10 addetti
33. I dati 2015 [10/10]: la sicurezza informatica
L’uso di Internet da parte delle imprese
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33
Il 43% delle imprese ha una politica di sicurezza ICT formalmente definita (79%
nelle grandi imprese)
Circa la metà delle imprese che hanno una policy ha considerato, nella definizione
dei rischi, tutti quelli relativi a: distruzione o corruzione dei dati, divulgazione di
informazioni riservate e indisponibilità dei servizi informatici
I settori più sensibili alla sicurezza: telecomunicazioni (79%), informatica (69%),
editoria (68%)
Il 62,3% delle imprese dotate di una politica di sicurezza ha dichiarato che essa è
stata definita o aggiornata nel corso degli ultimi 12 mesi
34. C’è da festeggiare, anche se con moderazione, come scriveva ieri Riccardo Luna?
Certamente tutti i segni di un lento progresso, almeno in Europa
Sufficiente per una β convergence? Forse sì
Ma al tempo stesso aumento le differenze within, tra territori, tra classi dimensionali, tra settori d’attività
economica
In Italia, soprattutto nel 2015, i segni di un’accelerazione, che consolida progressi già emersi
negli anni precedenti:
Esplosione del cloud computing
Diffusione della banda larga mobile
Lenta crescita dell’e-commerce
Eppure, accetto il rischio di passare per gufo e rosicone…
Le imprese italiane sembrano avere colto dell’ICT le tendenze più superficiali, il sito come
presenza e come vetrina, i social media come la necessità di esserci, il solito gattopardesco «Se
vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»
Non hanno colto, secondo me, le correnti più profonde. Ecco i sintomi:
Non hanno colto che il web è un altro passaggio dalla transizione dall’economia delle commodities a quella
delle specialties, del taylor-made, dei servizi
Non hanno colto che i social media sono un passo avanti rispetto alla fidelizzazione
Percepiscono le competenze ICT come estranee al loro core business
Quali sono invece le correnti profonde:
L’ICT, la rete, il web non sono una moda, sono un cambiamento dei modi di produzione e dei paradigmi
Sono un canale d’innovazione pervasivo, che cambia il paesaggio della competizione globale, e di
conseguenza deve cambiare il modo di fare impresa
Un altro punto:
Le differenze in questo caso non sono un fattore di ricchezza ma di freno
Una politica industriale per l’ICT?
Necessario un approccio specifico per le PMI, anche se è semplicistico ridurre tutto a una questione
dimensionale, troppo spesso invocata per il caso italiano
Opportuna una strategia settoriale, che faccia leva sull’integrazione e sulle interdipendenze strutturali
(quadro concettuale assai più ricco di quello delle filiere)
Aprire anche un fronte territoriale, che non faccia leva tanto sul tradizionale divario Centro-
nord/Mezzogiorno ma che investa piuttosto sul ruolo creativo e innovativo delle città
Robustezza e persistenza dei sistemi locali
Giovanni A. Barbieri – Roma, 6 novembre 2015
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Conclusioni
Editor's Notes
Grafico 1 - La dimensione media delle imprese è direttamente proporzionale al grado di utilizzo della Rete aumentando dal gruppo dei non utenti o utenti di base fino a quelli forti;
Grafico 2 - In termini di attività economica, le imprese dei due gruppi più forti sulla Rete sono maggiormente presenti tra i servizi legati all’informazione e la comunicazione e in quelli di alloggio e ristorazione mentre nei settori dei trasporti e delle costruzioni primeggiano rispettivamente il gruppo degli utenti deboli per Internet e per web
Grafico 3 - Mezzogiorno ha più imprese nel gruppo degli utenti Internet deboli e meno nel gruppo web deboli rispetto al Centro-Nord
Grafico 4 - forte relazione fra l’utilizzo di Internet e l’adozione di software o tecnologie legate ai processi produttivi e organizzativi (strumenti eBusiness: CRM, ERP, SCM, Rfid) che comunque risente dell’effetto dimensionale che impatta anche sull’utilizzo di tali tecnologie soprattutto da parte di realtà più complesse come le grandi imprese.
Le attività di commercio elettronico operate dalle imprese si riferiscono a vendite o acquisti di beni o di servizi su reti informatiche (Internet o altre reti come EDI), con metodi ideati appositamente allo scopo di ricevere o collocare ordini, compresi i casi in cui il pagamento e la consegna finale dei beni e servizi non avvengano online. Dalla definizione sono esclusi gli ordini effettuati telefonicamente, via fax ed anche via email nella quale vengono digitati i termini del prodotto da acquistare.
Il commercio elettronico è una delle tematiche ‘core’ della Rilevazione sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle imprese che prevede una suddivisione tra vendite e acquisti e anche tra metodi utilizzati per effettuare l’ordine. Nel corso degli anni, la definizione è stata adattata anche per tener conto delle nuove possibilità tecnologiche utilizzabili quali mobile commerce, utilizzo di applicazioni web (app accessibili tramite sito web o installate su strumenti quali cellulari, tablet, ecc.), marketplace, voucher e carte regalo.
Per attività economica considerando la composizione percentuale del fatturato online e delle imprese che vendono online nei singoli comparti rispetto all’intera economia online,
Si mostra il contributo delle singole attività economiche che rappresentano almeno il 5% del valore totale delle vendite online e anche il contributo delle singole attività economiche che rappresentano almeno il 5% delle imprese che vendono online:
il settore del commercio all’ingrosso con il 21% contribuisce in misura maggiore al fatturato online (coinvolgendo il 17% delle imprese)
a seguire il settore della fabbricazione di autoveicoli contribuisce per il 19% del fatturato online con appena l’1% delle imprese totali, per effetto della forte concentrazione del settore;
il 24% delle imprese che vendono online appartiene ai servizi di alloggio e contribuisce al 2% del fatturato online totale
Per dimensione: il contributo maggiore in termini di fatturato online (58%) è apportato da una piccola quota di imprese (5%) della classe dimensionale maggiore
Per area geografica, il Nord-Ovest contribuisce in misura maggiore in termini di fatturato online (55%) con un terzo delle imprese che vendono online (33%); il 19% delle imprese che vende online è localizzato al Centro e concorre per un quarto del fatturato online (25%). Il peso delle imprese delle regioni del Mezzogiorno è più contenuto.
Per macrosettore : quelli che maggiormente contribuiscono agli scambi online sono quelli del manifatturiero e dei servizi non finanziari. Al primo appartiene il 26% delle imprese con almeno 10 addetti che vendono online e al secondo il 71%. Nonostante il divario in termini di quote d’imprese, entrambi i settori contribuiscono ciascuno per circa il 40% del valore totale scambiato online.
Grafico 1 - Le imprese europee che acquistano servizi CC indicano come fattore limitante soprattutto il rischio di violazione della sicurezza. Anche in Italia esso risulta rilevante ma al pari della non adeguata conoscenza dei servizi. Altri fattori che preoccupano maggiormente le imprese italiane sono l’incertezza sulla tutela legale in caso di controversie, la difficoltà di trasferire i dati e i costi elevati.
Grafico 2 - Invece tra le imprese che non hanno acquistato servizi di cloud computing tutti i limiti presentano percentuali rilevanti. In Italia, però, al contrario degli altri paesi europei considerati, non ci sono molte differenze di atteggiamento tra le imprese che utilizzano i servizi di cloud computing e quelle che non li utilizzano. Questo potrebbe indicare che, anche in caso di ricorso ai servizi cloud, le imprese sono poco consapevoli delle caratteristiche della tecnologia.
Definizione di specialista in ICT si intende una figura professionale con competenze specialistiche in materie informatiche ovvero con conoscenze informatiche avanzate includendo capacità di definire, progettare, sviluppare, installare, far funzionare, supportare, effettuare la manutenzione, gestire, analizzare le tecnologie informatiche (hardware e software) e i sistemi informativi aziendali. Per tali specialisti le tecnologie dell’informazione e i sistemi informativi rappresentano il lavoro principale.
Per ICT si intendono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: si tratta di tecnologie utilizzate per il trattamento e l’elaborazione delle informazioni o per funzioni di comunicazione, incluse la trasmissione, la ricezione
Commento rispetto al 2012:
la quota di imprese che ha dichiarato di non utilizzare specialisti ICT interni e esterni si è ridotta di due terzi (dal 64% al 23%);
la quota di imprese che si avvalgono esclusivamente di consulenti ICT esterni è passata dal 19% al 60% e rappresenta la modalità più importante in tutti i macrosettori
e la visualizzazione dei dati.
Grafico 1 - si conferma la relazione tra le attività formative e la dimensione d’impresa e una crescita dell’indicatore dal 2012 al 2014 solo a partire da imprese di medie dimensioni
Grafico 2 - cresciuta dal 3,6% del 2012 al 4,2% dell’anno 2014 la percentuale delle imprese con almeno 10 addetti che nell’anno precedente ha assunto o ha provato ad assumere personale per posizioni lavorative che richiedevano competenze specialistiche in ICT con notevoli differenze dimensionali
Il confronto internazionale
Specialisti ICT interni: rivela che, nel 2014, gli specialisti in ICT/IT sono impiegati in circa il 20% delle imprese europee. Dalla media europea non si discostano molto i
principali paesi sviluppati in ambito informatico e tecnologico, quali Finlandia (28,5%), Irlanda (27,9%) e Paesi Bassi (26,9%), mentre si attestano a quote più basse di
specialisti tra gli addetti aziendali la Polonia (10,2%), la Romania (11,7%) e la Francia (14,7%). L’Italia con il 15,2% risulta il quartultimo paese europeo (grafico 64): il risultato è verosimilmente influenzato dalla ridotta dimensione media che caratterizza le imprese italiane.
Formazione ICT ai propri addetti: L’Italia con il 10% rivela una scarsa propensione a investire sulla crescita delle competenze interne in ICT/IT, rispetto a una media europea pari al 21% e la Finlandia (con il 40% di imprese), l’Austria e il Belgio (34% e 33%, rispettivamente).
Le microimprese e gli ostacoli da Censimento MPS2011 (3-9 addetti)
Riguardo agli ostacoli al mancato utilizzo della Rete le microimprese si dividono in due classi: circa la metà (42%) ha dichiarato che “Non esiste alcun ostacolo all’utilizzo di Internet” (la pensano così circa la metà di quelle già connesse ma anche il 21% delle imprese non connesse); un’altra metà ha indicato uno o più motivi del mancato utilizzo. In particolare, il 42% ha dichiarato che “Internet non è necessario” (la pensano così non soltanto il 61% delle imprese non connesse ma anche il 36,5% di quelle connesse). La carenza di competenze sembra essere più una barriera all’entrata (13,1% delle microimprese non connesse si esprime in questa direzione) che un limite al maggiore utilizzo della Rete (soltanto 5,9% delle imprese connesse esprime questa motivazione). I problemi legati alla scarsa sicurezza della Rete spaventano soltanto il 3% delle imprese non connesse e maggiormente quelle connesse (5,6%) forse perché hanno avuto qualche
esperienza negativa . Infine la lentezza o l’indisponibilità della connessione non sono indicate come ostacoli alla connessione o come limite alle attività svolte online
Le microimprese e gli ostacoli da Censimento MPS2011 (3-9 addetti)
Riguardo agli ostacoli al mancato utilizzo della Rete le microimprese si dividono in due classi: circa la metà (42%) ha dichiarato che “Non esiste alcun ostacolo all’utilizzo di Internet” (la pensano così circa la metà di quelle già connesse ma anche il 21% delle imprese non connesse); un’altra metà ha indicato uno o più motivi del mancato utilizzo. In particolare, il 42% ha dichiarato che “Internet non è necessario” (la pensano così non soltanto il 61% delle imprese non connesse ma anche il 36,5% di quelle connesse). La carenza di competenze sembra essere più una barriera all’entrata (13,1% delle microimprese non connesse si esprime in questa direzione) che un limite al maggiore utilizzo della Rete (soltanto 5,9% delle imprese connesse esprime questa motivazione). I problemi legati alla scarsa sicurezza della Rete spaventano soltanto il 3% delle imprese non connesse e maggiormente quelle connesse (5,6%) forse perché hanno avuto qualche
esperienza negativa . Infine la lentezza o l’indisponibilità della connessione non sono indicate come ostacoli alla connessione o come limite alle attività svolte online
l’impresa utilizza ERP (utilizzano software per condividere informazioni tra differenti aree funzionali interne)
l’impresa utilizza CRM (utilizzano applicazioni software per la raccolta, archiviazione e condivisione e/o analisi dei dati sulla clientela)
l’impresa utilizza SCM (condividono per via elettronica con i propri fornitori e/o clienti informazioni sulla gestione della catena distributiva)
indicatore
Molto basso se da 0 a 3 attività
Basso se da 4 a 6
Alto se da 7 a 9
Molto alto se da 10 a 12
Ricordati che nel 2014….
59,9% utilizza esclusivamente competenze ICT esterne
23,4% non utilizza alcuna competenza specialistica in ICT
11,7% si avvale di specialisti ICT interni e anche di quelli esterni
3,4% utilizza esclusivamente competenze ICT interne
Quindi anche se gli indicatori sono un po’ diversi sui può dire che continua il forte ricorso a specialisti esterni
Ricordati che nel 2014….
59,9% utilizza esclusivamente competenze ICT esterne
23,4% non utilizza alcuna competenza specialistica in ICT
11,7% si avvale di specialisti ICT interni e anche di quelli esterni
3,4% utilizza esclusivamente competenze ICT interne
Quindi anche se gli indicatori sono un po’ diversi sui può dire che continua il forte ricorso a specialisti esterni