Alcuni spunti per gli strumenti di policy in tema di accesso al credito Salvatore Vescina
Questa relazione sintetizza i contenuti del VI capitolo del Rapporto annuale (2019) si confidi di Torino Finanza https://www.to.camcom.it/osservatorio-confidi
Alcuni spunti per gli strumenti di policy in tema di accesso al credito Salvatore Vescina
Questa relazione sintetizza i contenuti del VI capitolo del Rapporto annuale (2019) si confidi di Torino Finanza https://www.to.camcom.it/osservatorio-confidi
Raimondo Marcialis e Maurizio Primanni
La profilatura della clientela? un'opportunita' commerciale.
Compilare l'identikit dell'investitore non e' solo adempimento normativo, ma dovrebbe essere considerato come leva di miglioramento della conoscenza del cliente
Maurizio Primanni, Raimondo Marcialis
Il modello di servizio della banca "private", per essere veramente distintivo, deve puntare a rafforzare la capacità dei private banker nel fornire una consulenza finanziaria di eccellenza, nell'ottica di sviluppare una relazione forte con la clientela nel lungo periodo.
Articolo tratto dalla rubrica di marketing a cura di Massimiliano Hangler nella rivista Banche & Bachieri.
In questo articolo si cerca di tracciare l'influenza dei canali on-line e mobile sul ruolo della filiale fisica nella vita del cliente retail.
Evoluzione dei servizi di incasso e pagamento per il mercato italiano (Giugno...Marco Folcia
All’interno del mercato bancario sempre più competitivo e caratterizzato da una costante pressione regolamentare (FATCA, EMIR, MiFID II,…) il business dei pagamenti si dimostra importante nella redditività prospettica delle banche perché garantisce stabilità nei ricavi commissionali anche durante periodi di crisi economica e finanziaria e non comporta assorbimento di capitale, come i prodotti del credito.
Anche per tali ragioni alcune tra le principali banche italiane hanno pianificato nei prossimi anni importanti investimenti per sviluppare il business transazionale e far evolvere l’offerta dei prodotti di pagamento.
La dimensione del mercato italiano permette la ragionevole presenza di un numero limitato di player nel business transazionale e gli operatori bancari a vocazione internazionale oppure con un consistente portafoglio clienti corporate/large corporate con bisogni sofisticati hanno maggiori chance per diventarlo. Gli investimenti delle banche in tal senso devono essere mirati per definire il posizionamento strategico che la banca vuole avere nel comparto in funzione del proprio target di clientela in termini di bisogni commerciali, copertura geografica e volumi transati.
In tale contesto è opportuno ripensare il proprio modello di business attraverso una revisione della strategia di vendita dei servizi transazionali e del modello operativo per migliorare la penetrazione commerciale ed ottimizzare il cost to serve, valutando anche l’opportunità di partnership commerciali per coprire la domanda di servizi dei propri clienti e ottimizzare la macchina operativa interna.
PwC Point of View
Cambiare per sopravvivere: l'evoluzione del ruolo della filiale in ItaliaMarco Folcia
I trend tecnologici e comportamentali del consumatore impongono alle banche di progettare il cambiamento e di ripensare in modo radicale il proprio modello distributivo. Oggi, infatti, in Italia come a livello globale, il calo di redditività accompagnato dalle trasformazioni di carattere socio-demografico, la concentrazione della ricchezza, i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e lo sviluppo della tecnologia stanno modificando il modello distributivo delle banche ed in particolare il ruolo della filiale.
Alla luce delle evoluzioni in corso, andrà ripensato l’intero modello di servizio della filiale, nelle dotazioni, nella struttura fisica e nel layout; andrà ridefinito il suo ruolo, necessariamente diverso da quello tradizionale di solo presidio del territorio, o di sola operatività transazionale. Mentre le figure professionali legate all’esecuzione e al settlement delle transazioni andranno progressivamente scomparendo, si affermerà sempre più il ruolo del consulente, che trova una ragion d’essere proprio nelle tipologie di operazioni che spingono ad entrare in filiale.
La sfida a cui sono chiamate le banche italiane sarà quindi più complessa e dovrà necessariamente riguardare l’articolazione e la composizione della rete secondo un modello più flessibile e diversificato, che vedrà la presenza di 5 diversi prototipi di filiale, che si differenziano per modelli di servizio, processi operativi e competenze professionali e che, non solo dovranno coesistere tra loro, ma anche svilupparsi in un più complesso modello distributivo in cui sarà crescente il ruolo dei canali virtuali.
Questo percorso di conversione è già stato avviato all'estero; è venuto il momento anche per il mercato italiano. PwC propone un percorso di evoluzione del modello distributivo della banca e identificazione del nuovo ruolo della filiale.
Raimondo Marcialis e Maurizio Primanni
La profilatura della clientela? un'opportunita' commerciale.
Compilare l'identikit dell'investitore non e' solo adempimento normativo, ma dovrebbe essere considerato come leva di miglioramento della conoscenza del cliente
Maurizio Primanni, Raimondo Marcialis
Il modello di servizio della banca "private", per essere veramente distintivo, deve puntare a rafforzare la capacità dei private banker nel fornire una consulenza finanziaria di eccellenza, nell'ottica di sviluppare una relazione forte con la clientela nel lungo periodo.
Articolo tratto dalla rubrica di marketing a cura di Massimiliano Hangler nella rivista Banche & Bachieri.
In questo articolo si cerca di tracciare l'influenza dei canali on-line e mobile sul ruolo della filiale fisica nella vita del cliente retail.
Evoluzione dei servizi di incasso e pagamento per il mercato italiano (Giugno...Marco Folcia
All’interno del mercato bancario sempre più competitivo e caratterizzato da una costante pressione regolamentare (FATCA, EMIR, MiFID II,…) il business dei pagamenti si dimostra importante nella redditività prospettica delle banche perché garantisce stabilità nei ricavi commissionali anche durante periodi di crisi economica e finanziaria e non comporta assorbimento di capitale, come i prodotti del credito.
Anche per tali ragioni alcune tra le principali banche italiane hanno pianificato nei prossimi anni importanti investimenti per sviluppare il business transazionale e far evolvere l’offerta dei prodotti di pagamento.
La dimensione del mercato italiano permette la ragionevole presenza di un numero limitato di player nel business transazionale e gli operatori bancari a vocazione internazionale oppure con un consistente portafoglio clienti corporate/large corporate con bisogni sofisticati hanno maggiori chance per diventarlo. Gli investimenti delle banche in tal senso devono essere mirati per definire il posizionamento strategico che la banca vuole avere nel comparto in funzione del proprio target di clientela in termini di bisogni commerciali, copertura geografica e volumi transati.
In tale contesto è opportuno ripensare il proprio modello di business attraverso una revisione della strategia di vendita dei servizi transazionali e del modello operativo per migliorare la penetrazione commerciale ed ottimizzare il cost to serve, valutando anche l’opportunità di partnership commerciali per coprire la domanda di servizi dei propri clienti e ottimizzare la macchina operativa interna.
PwC Point of View
Cambiare per sopravvivere: l'evoluzione del ruolo della filiale in ItaliaMarco Folcia
I trend tecnologici e comportamentali del consumatore impongono alle banche di progettare il cambiamento e di ripensare in modo radicale il proprio modello distributivo. Oggi, infatti, in Italia come a livello globale, il calo di redditività accompagnato dalle trasformazioni di carattere socio-demografico, la concentrazione della ricchezza, i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e lo sviluppo della tecnologia stanno modificando il modello distributivo delle banche ed in particolare il ruolo della filiale.
Alla luce delle evoluzioni in corso, andrà ripensato l’intero modello di servizio della filiale, nelle dotazioni, nella struttura fisica e nel layout; andrà ridefinito il suo ruolo, necessariamente diverso da quello tradizionale di solo presidio del territorio, o di sola operatività transazionale. Mentre le figure professionali legate all’esecuzione e al settlement delle transazioni andranno progressivamente scomparendo, si affermerà sempre più il ruolo del consulente, che trova una ragion d’essere proprio nelle tipologie di operazioni che spingono ad entrare in filiale.
La sfida a cui sono chiamate le banche italiane sarà quindi più complessa e dovrà necessariamente riguardare l’articolazione e la composizione della rete secondo un modello più flessibile e diversificato, che vedrà la presenza di 5 diversi prototipi di filiale, che si differenziano per modelli di servizio, processi operativi e competenze professionali e che, non solo dovranno coesistere tra loro, ma anche svilupparsi in un più complesso modello distributivo in cui sarà crescente il ruolo dei canali virtuali.
Questo percorso di conversione è già stato avviato all'estero; è venuto il momento anche per il mercato italiano. PwC propone un percorso di evoluzione del modello distributivo della banca e identificazione del nuovo ruolo della filiale.
L’introduzione della PSD2 ribalta un paradigma consolidato nel mercato Bancario europeo introducendo tre nuovi servizi, questo potrebbe comportare così il superamento dell’interfaccia di pagamento bancaria. L’introduzione dei nuovi servizi si stima potrebbe portare potenziali flessioni delle revenue, in particolare del comparto monetica (es. acquisti e-commerce via web, acquisti via mobile), anche se a fronte delle perdite ipotizzate è possibile stimare un incremento dell’utilizzo dei bonifici on-line (e revenue incrementali se tariffati). Le banche che scelgano di seguire un percorso di mero adeguamento normativo potrebbero sopportare impatti netti sulle revenue del comparto I&P per un valore tra il -5% e il -9% nel breve/medio termine.
La PSD2 può essere comunque considerata, dalle Banche tradizionali, un’opportunità per innovarsi ed innovare, ampliando la propria customer base e customer proposition creando anche nuovi stream di revenues.
Considerazioni sulle conseguenze della pandemia da coronavirus sugli istituti bancari tradizionali. Un piano concreto per superarla ispirato ai modelli fintech emergenti nel settore.
Servitization: alla scoperta dell’universo che si cela dietro questo concettoKEA s.r.l.
Quando si parla di servitizzazione, di integrazione a valore aggiunto fra prodotti e servizi, spesso ricorrono sempre le stesse parole chiave: assistenza remota, manutenzione preventiva / predittiva, oggetti IoT e dell’industria 4.0.
Il bel libro di Christian Kowlkowski e Wolfgang Ulaga (Service strategy in action. A practical guide for growing B2B service and solution business, 2017) ha il pregio di restituire un’immagine a tutto tondo della service economy: perché si sta affermando proprio ora? In che cosa si differenziano prodotti e servizi in termini di progettazione, erogazione, miglioramento / innovazione? Quali sono gli ostacoli alla crescita dei servizi? Come classificazione e prezzare correttamente i servizi?
Le trasformazioni subite dal mercato nel corso degli ultimi anni hanno reso il Customer Experience Management un imperativo strategico fondamentale da seguire da parte delle aziende in quanto la qualità non è più sufficiente per garantire un vantaggio competitivo e la nuova via per differenziarsi è la capacità di far vivere al consumatore un’esperienza complessiva appagante e superiore in modo tale da soddisfarlo completamente.
Proprio per tali ragioni l'attenzione alla Customer Experience sta assumendo un ruolo sempre più centrale all'interno delle organizzazioni in quanto un miglioramento complessivo nella gestione dell’esperienza del cliente si traduce in un miglioramento dell'immagine aziendale e in un aumento del fatturato nel lungo periodo; è infatti dimostrato che i clienti stessi riconoscono un valore economico alla CX e sono disposti a riconoscere un “premium price” all’azienda per poterne beneficiare.
Nella realizzazione degli strumenti necessari per la gestione e l’ottimizzazione della CX (Mappatura dei touchpoint, collocazione di questi nei processi, quantificazione della qualità dei processi, costruzione dei percorsi cliente, misurazione e individuazione dei gap) e nella creazione di una strategia di Customer Experience Management è stato individuato un approccio in 5 fasi:
–Mappatura dei processi vista cliente
–Individuazione dei gap rispetto alla CX ideale
–Revisione dei singoli punti/momenti di contatto con il cliente
–Gestione strutturata del customer feedback e dei Big Data
–Creazione di una funzione interna di CX
Basilio Bentivegna: I principali business trends nell’eCommerce per il 2015Meet Magento Italy
Il mercato dell’eCommerce in Italia è in forte e costante crescita negli ultimi anni ma ci sono ancora ampi spazi di innovazione, ottimizzazione e miglioramento del ruolo e dello sviluppo dell’eCommerce all’interno delle aziende in un contesto sia locale che globale.
Durante lo speech verranno analizzati i principali trend internazionali di sviluppo dell’eCommerce che possono essere valutati e integrati nelle strategie operative di chi oggi è impegnato in prima linea nel settore in Italia.
I principali temi toccheranno aree come la strategia ed il business planning, l’evoluzione ed il presidio organizzativo, lo sviluppo della customer base e il marketing integrato online.
Il focus sarà sui fattori critici, quelli che possono determinare basi solide su cui costruire una strategia di medio periodo sostenibile e un eCommerce di successo a lunga durata.
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Promotori, è certo: l’evoluzione del mestiere passa dal tablet
1. 16 | formazione maggio 2014 bluerating
L
a crisi finanziaria rende
necessario un ripensamento
dei modelli distributivi delle
istituzioni finanziarie, con l’obiet-
tivo sia di accrescere il valore
aggiunto dei servizi erogati alla
clientela sia di ottimizzare il costo
di servizio e conseguentemente la
redditività.
Sul mercato italiano della distri-
buzione di servizi finanziari si
confrontano al momento tre
modelli distributivi:
il modello bancario tradizio-
nale, centrato sulla rete di filiali e
con canali diretti complementari e
di supporto;
il modello di banca online,
focalizzato esclusivamente sui
canali diretti, tipicamente Internet
e mobile;
il modello di banca di promo-
tori finanziari, focalizzato sulla
rete dei consulenti finanziari.
Il modello di banca online, dopo
una prima fase di rapido sviluppo
in cui i player del mercato hanno
investito significativamente per
l’acquisizione di nuovi clienti,
sembra essersi consolidato intorno
a pochi operatori con redditività
non particolarmente rilevante,
probabilmente a causa della ridot-
ta capacità di offrire alla clientela,
attraverso questo modello, prodot-
ti e servizi a maggior valore
aggiunto.
Il modello bancario tradizionale,
d’altra parte, è caratterizzato da
risultati meno brillanti rispetto
alla banca di promotori finanziari
sotto molteplici dimensioni: sia in
termini di capacità di assistere la
clientela nella gestione dei rispar-
mi, sia in termini di capacità di
Il metodo di lavoro degli advisor
non può bypassare un evidente
dato di fatto: sempre più clienti
usano le nuove tecnologie
e i dispositivi mobile. Che fanno
risparmiare tempo (e soldi)
Promotori, è certo: l’evoluzione
del mestiere passa dal tablet
di Raimondo Marcialis*
e Maurizio Primanni**
2. erogare alla clientela servizi a valo-
re aggiunto, sia da ultimo in ter-
mini di redditività complessiva.
Nell’attuale contesto di mercato,
quindi, il metodo di lavoro dei
consulenti finanziari sembra
ergersi a modello di riferimento
per il rilancio dell’attività delle
banche commerciali e, a riprova di
tale assunzione, nei recenti piani
industriali di tutti i principali
gruppi bancari italiani il rilancio
delle strutture di private banking
e lo sviluppo di reti di promotori
finanziari sono alcune tra le ini-
ziative strategiche più frequente-
mente citate.
Stante quanto precede, tuttavia,
anche il modello di servizio dei
promotori finanziari per mantene-
re il proprio vantaggio competiti-
vo dovrà essere capace nel tempo
di evolvere, adeguandosi alle
nuove esigenze dei clienti.
L’abbinamento ai promotori
finanziari di servizi digitali sarà
presumibilmente una delle linee
di evoluzione prioritarie che biso-
gnerà intraprendere.
Senza mettere in discussione la
centralità della figura del consu-
lente nel modello di servizio della
clientela, sarà tuttavia necessario
che ogni promotore finanziario
comprenda gli aspetti positivi che
l’innovazione tecnologica potrà
apportare al suo metodo di lavoro
e il contributo che essa potrà dare
al suo conto economico personale.
Il percorso da compiere non sarà
sempre agevole, ma i potenziali
benefici appaiono talmente rile-
vanti da giustificare lo sforzo.
È questo il motivo per il quale la
maggior parte delle banche di pro-
motori finanziari ha avviato pro-
gettualità per lo sviluppo di nuovi
servizi digitali da rendere disponi-
bili ai propri consulenti per raffor-
zare e rendere più efficiente la
relazione con la clientela.
Per cogliere appieno il valore
aggiunto dei nuovi servizi digitali
e degli strumenti attraverso cui
essi potranno essere erogati ai
clienti, per esempio il tablet, rite-
niamo sia utile partire dalla com-
prensione di come sono mutati i
comportamenti di consumo dei
clienti a seguito della difffusione
di tali device.
Di seguito, quindi, alcune conside-
razioni utili a comprendere l’evo-
luzione del comportamento dei
clienti:
il tablet è la tecnologia che nella
storia ha avuto il più veloce tasso
di diffusione: in soli tre anni essi
hanno raggiunto un livello di
penetrazione della clientela poten-
ziale equivalente a quello che
smartphone e personal computer
hanno raggiunto in circa 10 anni;
più del 50% dei possessori di un
tablet lo preferisce alla lettura di
libri, all’ascolto della radio, all’uti-
lizzazione del personal computer o
dello smartphone;
il tablet è uno strumento cross-
generazionale, ovvero ritenuto
utile anche dalle generazioni più
anziane: è infatti il device innova-
tivo più diffuso negli over 55;
il tablet rappresenta oggi il cana-
le privilegiato per effettuare varie
attività, come l’acquisizione di
informazioni, lo shopping online,
la pianificazione di un viaggio, il
social networking e la gestione
della propria ricchezza finanziaria.
Nel contesto attuale, il tablet è
diventato, oltre che utile per ren-
dere disponibili ai clienti nuovi
servizi digitali, anche uno stru-
mento utilizzabile per varie attivi-
tà di progettazione e relazione con
la clientela. Esso spesso rappresen-
ta il cardine di processi di innova-
zione aziendale finalizzati al
miglioramento sia della produtti-
vità del lavoro sia del livello di ser-
vizio alla clientela.
Le aziende di diversi settori, tra cui
anche le istituzioni finanziarie e le
banche di promotori, stanno svi-
luppando app proprietarie da ren-
dere disponibili alla propria rete di
professionisti attraverso i tablet.
Tali app sono dirette a conseguire
diversi obiettivi:
velocizzare e rendere più effi-
cienti processi a elevato assorbi-
mento di tempo;
favorire e rendere più efficace la
fase di acquisizione di dati sulla
clientela;
rendere più flessibile e interatti-
va la relazione con i clienti;
facilitare le fasi di rappresenta-
zione ai clienti dei diversi prodot-
ti, portafogli, rendiconti, e via
dicendo.
Ma come utilizzare efficacemente
il tablet per raggiungere tali obiet-
tivi? Alcune semplici linee guida
possono rendere possibile al pro-
motore offrire ai clienti una
migliore customer experience,
ridurre tempi e costi di servizio e
conseguentemente liberare tempo
da investire in attività sia di svi-
luppo dei clienti a più elevato
potenziale sia di acquisizione di
nuovi clienti.
Di seguito, queste linee guida:
legare l’uso del tablet a una o
più esigenze specifiche del cliente,
per esempio ricerca di informazio-
ni di mercato, sviluppo di una pro-
posta di investimento o ribilancia-
mento del portafoglio, rendiconta-
zione di rendimento e rischio
degli investimenti, esecuzione
operazioni di trading, e non sola-
mente;
definire chiaramente il proprio
obiettivo e il valore aggiunto che
si vuole conseguire attraverso
l’utilizzazione del tablet, per esem-
pio miglioramento del livello di
servizio e fidelizzazione del clien-
te, riduzione dei costi e dei tempi
di servizio, educazione del cliente
nella realizzazione in autonomia
alcune di operazioni, eccetera;
simulare ex ante la customer
experience del cliente. L’uso del
tablet nella relazione fra promoto-
re e cliente deve creare valore
aggiunto, ovvero, per esempio,
rendere più flessibile e chiara la
comunicazione del pf, velocizzare
i tempi di completamento di alcu-
ne operazioni, e via dicendo;
dare ai clienti un motivo per
ripetere l’esperienza nel futuro,
chiaramente condizionato dal
fatto che il cliente tragga un bene-
ficio tangibile da una relazione
con il consulente finanziario sup-
portata da un tablet;
infine, dare ai clienti delle occa-
sioni di condivisione della loro
esperienza con parenti e amici.
*consigliere delegato Zenit sgr
**presidente
Excellence Consulting
formazione | 17maggio 2014 bluerating
Sono bastati al tablet per avere
la diffusione che smartphone
e pc hanno ottenuto in 10 anni
3 anni
Oltre la metà di chi possiede
un tablet lo preferisce a libri,
radio, computer e smartphone
50%
Lo smartphone è il dispositivo
più innovativo maggiormente
diffuso fra chi ha più di 55 anni
over 55
Le aziende di diversi settori, fra i quali quello delle istituzioni
finanziarie e delle banche di pf, stanno sviluppando app
proprietarie da rendere disponibili alla propria rete
di professionisti attraverso le “tavolette”