6. KWWW“WÉ@®“ š
PREFHZIONEti-nùfl-
“ Ogni Stmtezmie, dice il piiseitiie Pie-
wete ./íeitetit'e Éfieettifdi, deefesseite pr-ewiste
:feti: pieeole libretto. Conteetga esee la breve
etetiet-'del Settitimfie .cme faggizmttt efaleime
_-ƒii'ire†'eee pfegbieite per let navetta prepttmtei*ie
elia ƒeeta pi-'imripele ed eppmftmie per agi-ii
fedele che in eeftti mei di pmtieelafe bisogna
'volesse ienplemte gitalebe grazia dalla ffiffet-
doiiittt di giiel Sftfitieefie. Qi.-eetiicie pure time
si potesse dir :fiteltu di eeiftn_i1itei'ffw ai Sem-
timtie, im eetmo steriee, tie ieondieeeeitu, mi
Zibrette tenga aitiplfiettgieiei e che rispeiidtt
iii cette qual metin alla diem-ta emiesitit dei
fedeli, -vi deve sett-ipi*e essere zi.
7. I' "' ` 'T '
_(-;._..
Sapiesitissiflia freteeemeiiidçigiütie, impe-
teeelse freeride let stesie dei Semtiemt il iiebile
effieio di :stseeegli*ete i jfi-:itti più parte-iitesi e
le g-timidi beiiefieeiige epemte dalla “Kegiiiet
del eiele e delle te-rs-"et ne” sieei Sentieafi,
esse: seriwe iiiefewiglieseiriente ei tener 'uifuet let
seem seiietillei dell*emie-1'e eeetse Meeriet, ad
tteereseefe iiegli eiiiittii lei ficleteiri fee-ese le
Melelee ali Die, ed tt cliltstezse let dive(-iene
*verse i sieei Ssmti.em*i'.
Tele e eippimte il eliseg-tie ebe si ebbe
s-:el pieflvlieetse emesti eeiisie' statici iiitçi-*ne til
Sarete-ie-i'ie delle Medeeim delle Te-r-rei" '~
“Disgi*e{iateimeiite di giieste Sei-s-it-i.:et1'-ie
etiitiebissiit-ie ezezelsitei--ie perrfliete' qzmsi tutte
geeelle iietigie elie eggi .eee-rebl2'ei'e seiiieiiiii-
st-rate abbondante eiittte-.tie per eee:-spile1i*e lt:
stesiei. Eri ie, steziete tale defieieuzca di cleete-
itie-ttti, etefrei pt-'efeeite elle altri piii degni' si
ass-emiessete l' iiiipegi-ie.
Ti.-ittmifiei, sipetittameiite pitegete e cette
eli feti* eesei ele: non peelee pessime flesitiertita,
iieii lee petiite ffiiietesctmi.
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le iiitaziite ieeii jei'i:.› altre else i'eeeegliee*e
ed illiistmre ge.-:elle peelee iietigfie else ei emi-
sefiveiifetze eilei.-mi se†'itte†'i e giiei eleeie-Hiesiti '
_ eløe lie trei'eiti iiell'./â'i*el:ifz:i`e delle Veiiemsedei
Ci-met Vesecmile di “Bet-'gnsiie e della “Pai-
feeelaiet di Sesueife.
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si Semtessime Veigiiie dal siee Seeztiiesee
beitediee gieeste teiiiee le-vere -si¢gget*ite dei ji-
glieile etfiettu e dei eleifeitüset eieeiieseeiigja.
l P'. E. M. s c.
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PROTESTH
ìfh-E -le
In eeeequie ai venerand-i decreti del
Somme Pentefice ' Urbane VIII.,,' prefeste
che agli avvenimenti predigieei qui ner-
rati nen si deve prestare altre fede eh.-e
quelle fendate eulfeuterità umena, eut-
temettende egni ceee al giudizio della
Santa. Rumena Chiesa, delle quale mi
glorie di essere figlie ebbediente.
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SO VERE
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Prime, d”ir1trepre11de1'e le Steria del
Senteerie, crede epperturie presentare un
breve reggueglie delle terra privilegiate ehe
Marie Santiseirrie velle segnalare een epere
rnerevigliese e melteplici grazie.
È Severe un gresse abitate delle Val
Serirme Superiere, cenfinente ce11 la É-Éille
Cevelline. Dista delle città di Bergeme
chileeietri 39, da Clusene 12, da Levere 6.
Gieee su terrene irregelere e 111eetuese;e
divise del fiume Berleeee. Dieterne è eìnte
da peggi ceperti' di ben celtivete campe-
gne, da vigneti e cle verdeggieiiti preii, i
quali venire e terminer grade grade in eee
c_ereee di menti ricchi di pesceli e di
selve. .
-.-H'
11. ii í.,í|¬..|. | “_ _ _ ._ _._ _-_..-¬ 1 |.--.-- r . '.J..'_ . |_1.| -. ' -- íi '¬"'_'__|
Liagticeltura, le fucine, le filature se-
riche un tempe bastavane a. prevvetlere
queste paese laberiese e industriale di una
cenveniente sussistenza; ma, cresciute il
nuniere tie'suei abitanti, meltì di essi eggi
devene emigrare in terra straniera per pre-
cacciarsi un pane enerate_
Severe per le aecanite e sanguinese
guerre dei Guelfi e Gbibellini, ebbe a patire
gravissimi danni. Serie qualche -:esa di rac-
capricciante le inaudite crutlelta di queste
due fazieni. -
Prive clfegni sentimente di pietà e
giustizia, nen vi era delitte che esse nen
mantlassere ad effette anche cella più fredda
i1idifiei'e11zi1.
' Nessuna. tesa neanche più sacra era
da questi uemi-ni seellerati rispettata. Ani-›
mati da un edie furibentle e spietate essi
caricavansi tl"impre.peri e malediaieni. L'arte
militare si peneva piutteste nel trucitlare
a tratiimente uomini tlisarmati anziche nel
cembattere. Bastava appartenere al partite
centrarie per essere barbaramente uccisi.
La lere crudeltii era giunta a tal eccesse,
che essi nen avevane più riguarde ne al-
12. 'I.
'lui 1
'|
l'et.i1 cadeute; ne al bambine i|1.necente,11e
alla tlenna inerme; ed entrati nei paesi cem-
mettevane le più ingiusta rapine e abbru-
ciavane le case cen gli abitanti ti Nes'st.r.ue,
tlice une sterice Bergamasce, ttessaure piiù
nitnterere le st-retgi, le rapine, gli ittrertali- di
questi ir-ufelisiss-ie-ti teu-tpi. Tette ere in earn.-
.inestietie e riiserelirre e le stesse iefe-:vie pareva
sseteriete centre geesti paesi. I capi Guelfi
seerree.etts e-re-tuta tutti-te tutte le earepegite
ueeitieecie graniti Glaiivelliiii ieearit-ra.ssere.' ma
ue questi pei eessereaee dell'iufierire centre
dei Geelfi stelle 'raertieita piii spietata e ferate,
tti.-:lie peteiicle sel't'.-urli del le-re fare-re si.
Ebbene fra i paesi bergan'1aschi elie
ebbere a patire maggieri guasti e che
furene erribilmeute straziati da queste ter-
ribili faeieni va anneverate il paese di
severe. '
Nell'anne 1365', ceme riferisce il padre
Celestine Celleeni Cappuccine nella sua
steria quadripartita, il paese di Severe fu
distrutte dai Guelfi di Val Seriana, sele
fu rispettata la terre dei Feresti, la quale
anche uggitli campeggia davanti la chiesa
prepesitutale. _
-_¬_í|!
F __._,,_»',;f*..
13. il;-I I E -Z-I-_
' -IíIíÉ-_ I _ | L-I I I I-I I I -g-1
Ne miglier fertuna arrise al paese di
Severe 1' anne 13,93, quande i Guelfi in
nurnere di See cen a cape Tuzsane Ruta,
entrarene armati in Severe; perche, depe
di aver cemrnessi atti della più ferece cru-
tleltfit, essi distrussere quasi tutte il paese
een darle alle fiamme, nen rimanendo del
paese di Severe che la terre Tibaltlini Ée-
resti ed alcune case ad essa vicine. In tale
eccasiene vi furene multi feriti d'ambe le
parti.
Ne qui tlevevane aver termine i guai
per questa terra sventurata; perche l'anne
t4`e5 Pandelfe Malatesta, depe diaver ec-
cupata la citta di Brescia, il gierne 9 di
Ottebre entrò cen le sue truppe in Severe, e
spegliati gli abitanti tliegni lere avete, fece
accendere una piccela candelz.-1,' ertlinantle
a tutti sette pena di mette di uscire dal
paese avanti che quella candela _si censu-
masse. Indi sfege la sua ira dividende il
paese in due parti e ventlendene una parte
a quelli della Val Seriana Superiene e lialtra
a quei di Castre. _
Finalmente arrivava anche per Severe
un” epeca più quieta e felice, imperecche
14. _ F ,_ _,,,,____.
,J
....._.[3_.
__ _'|É -luJ_.I I __I-È É _-Ifil-I-'F-'fl_ '_ dål
li anne 1427 si_ settraeva dal cleminie del
Duca di Milaue per persi sette la giuri-
sliaiene del pacifice geverne della repub-
blica tliVenezia, la quale, eltre aver usate
verse gli abitanti di Severe speciali riguardi,
cenferiva lere melte esenzieni e privilegi.
Nel centre del paese, sulla spenda cle-
stra del fiume Berlezze, serge la prepesi-
turale dedicata a San Martine Vesceve.
lissa è melte vasta ernata di vaghe pitture
trale quali una Risurreziene di Gesù Criste
di Gievanni Battista Mereni.
Vi sene quattre altre chiese seggette
alla Prepesiturale: la chiesa di S. Gregerie
Mague pesta a sinistra del fiume, la chiesa
dedicata a Sant” Antenie Abbate nella cen-
trada di Piazza, la chiesa del Sufiragie che
serge a fiance della Prepesiturale e, per
ultime, la chiesa della Madenna di Le-utdes
l;1,quale veniva ufficiata per la prima velta
il 17 Dicembre t9II a servizie dell” era-
terie maschile.
Fermane belli ernamente al paese di
Severe due famiglie religiescì quella dei
RR. PP. Mineri Cappuccini, la venuta dei
quali risale all' anne 15711 quella delle
I.
.I I _ I
.._ _ ._ _ _ I '_ "- -._-.:.'---.¢1*"i-h-"I.I~¬'¬=-_-2-"J-_*-_'-.L __ ¬' _
15. F11 í ' 'ì
.-Ia-«
lìR_. Suere di Carini le quali si stabilirene
a Severe l' anne 185;; esse prestane la
lere epera 'selerte alle scuele femt¬r1inili,
alliasile e' al piccele espitale.
Ma 'ciù che distingue queste paese e
che le 'fa eggette di santa invidia È: li' an-
tichissime Santuarie della Matlerma della
Terre. I
ume - .›_-, _ ü, -1" J
16. i -- ---- -- í¬¬-III-I:_I-¬-.--- '-¬¬1I¬:H'I|-I
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I.I -I I .I-1-I I rl-I ' " H--I
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il UBICAZIONE DEL SANTUARIO
Chiunque legge cen attenzione la steria
dei numeresi Santuari di Maria Vergine
sparsi in tutte il mentle cattelice, nen pun
far a. mene di cenvincersi che la Regina
del ciele preferisce stabilire i suei Santuari
piutteste sulle selitarie rnentagne, che nelle
vaste e ricche pianure. Se cie ir vere in
generale, si verifica in mede particelare
nella veramente -privilegiata Diecesi di Ber-
game. Ma cesiù che attrae la Madre di
Die a questi lunghi alpestri? Sene fersei
cestunii semplici e più puri dei mentanari?
la lere 'pietà più sentita? la lere mag-
g_iere sellecitudine nellienerarlai* Questa
cesa ir a nei inceguita: Quelle che sap-
piame di certe, perchè cetnprevate dal
' - . - . .- È'
_ í=_l|l_.'.;. _.:'i:'-I¦I1¦ . ._ _;|_;.I _I:__._ _ I I ___' |'.I'..J|'||¦£'¦.|'_' '| .fi 'I- .. l ¬_|_|_.|_|
17. F 1,
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'¬-- i - ' †- .;u.Is~.¬|.';.:-
--~ te -¬-_
|_| _.|-|¬_.-- _ _-,_;¬___-.;.._.| | I.-il-I I I I.-I..r I-I
fatte, e che la maggier parte dei Santuari
della Madennasetle piantati sul pendie di
qualche cellina e ntentagna.
Tale si' è anche il luege che ha scelte
perche vi fesse erette il Santuarie della
Madenna della Terre; Santuarie çui la
natura e l' arte gareggiane a render vage.
Il Fabi nella sua epera che ha per
titeljet a Le Lantearclirt Descritte a. a pa--
gina 447 eve fa la dcscriziene del paese
di Severe, dicci t-:Nei dinterni lan-t.=ei na
luege, dette le Terre, nel quale per la passate
eedeeesi iau fa-rtiliaie, era lane-ai un San-
taerie s. Da tale aliermaziene risulta chiare
che la stessa lecalita precurò al Santuarie
il sacre titele di Madenna- della Terre.
Ne dissimile ie l' epiniene di Planninie Cer-
nare, il quale nei brevissimi cenni che fa
di: queste Santuarie, afferma senza esitanza
che dal luege ricevette il neme di Santa
Mari:a della Terre dia Severa: ti ex gt.-se lare
nanten ascepitfirtrtctu Me-t'iu de Tri--r-re $r.r-et*is>›.
Queste Santuarie si eleva su d'ur|
amenissime celle disceste dal paese di
Severa circa quindici minuti di strada.
Chiunque i nge su quel pendie in uneeE
..I:|-l.II|¦|:.-;I- --*-- '-'I- :|_ r'
18. .._1:;r__...
_ íí-3IfFÈIÈJ _g; m |¬ _ímíf_-j _-J kl X
gier11e limpide e serene gfede une dei più
bei panerami. _ '
Da quell'altura Maria, cetne da ele-
vate trene par che si rivelga agli abitanti
della valle, e dica lere: Miei cari figli,
siate sempre miei diveti e nen temere,
pe1'cl1e ie da queste mie Santuarie, ceme
da terre fertissima ed inespugnabile, vi' as-
siste e vi pretegge. Nelle vestre angustie,
nei vestri travagli, nelle vestre infcrlnitit,
accerrete a queste mie Santuatie, chii-e
he elette per dispensarvi le mie grazie, ed
ie vi censelere. Ma se mai i vestri im-
pegni nen vi permettessere di venire a
prestrarvi innanzi alla mia Immagine mi-
racelesa, nen preindetevi pena, e dal vestre
paese, dalle vestre abitazieni, dal vestre
campe degnatemi d' una preghiera., d' un
sespire, ed ie, che sene la Madre del bell'a-
inere, la censelaziene degli aiflitti, la me-
dicina di tutti i mali, gradire queste vestre
essequie, e da questo mie Santuarie esau-
dire le vestre preghiere ed i veti ardenti
dell” anima vestra.
H
19. _ ' ----_-I.-ju-1.13.-1|-I.I;-_-I I-
____.I._`_ I
xxxxxaaxxxxägxnxxxxxgggxxxgxxx
EFFIGIE MIRAGULOSA
A chi demandasse quande e da chi
in dipinta qtiestiltnr-:regia-te illustre per snel-
tiplicitit di rniraceli, alla quale il paese di
Severe tributa Fetnaggie diuna figliale di-
veziene, nei diciame di trevarci da_vanti
ad una di quelle dernande alle quali nen
si pue ri_spet1dere, perche a tal riguarde
nen abbiame decumenti. _
L'Au_gusta Siignera tiene metlestamente
incteciate le mani sul pette, e par che
dica a chiunqueila miraì Ie ti stringe al
mie sene, `e prege per te al trene della
divina misericnrdia. Gli ecchi, dai quali
traspare una medestia veramente verginale
ed una i1'ieiIabile bentii, sene velti ai pie-
tesi che chicdene vrazia. Sulla frente LeÈ?
aleggia _la maesta di Madre di Die e la
iv I I
HL* _ - _ -- -_ va.-_ _
20. tenerezza di Madre degli uemini; insernma
tanta l”ar_r1abilitt`t di quel sembiante, che
nen si pun fermare le sguarde sulla benc-
detta eliigie senza sentirsi cemmesse ed
intenerite. Un vcln le adernbra la frente
e va a cadere deiicatalneiite sulle spalle.
Sugli emeri perta un ampie mantelle che
viene a ceprirLe il pette e le braccia.
Interne allllmrnagine si scergene delle
piccele retture ed alcune parele trenche.
L” Immagine Miracelesa e cellecata
sulllaltar niaggiere entre una nicchia di
marme in ferma quadrata, e chiusa da
terse cristalle, ceperta di serice vele e cu-
stedita sette chiave. La si scepre nelle
inaggieci selennitii, cetne pure egni velta
che si celebra la Santa Messa al sue altare,
ed anche allera che vi ceucerrene parti-
celari diveti per implerare il sue aiute e
per ringraziare la Madenna dei faveriri-
cevuti _
Da qualche anne venne intredetta la
pia pratica di sceprire egni sabbate la
tniracelesa Efiigie per invecare le celesti
benedizieni sepra tutti i benefatteri del
Santuarie.
rt»
E _ IIII I I u I
'
__ er- 4
21. TEMPIO ANTICO
t Pia Tradizione delflpparìtiane dell* Immagine
Antichissiine e queste Santuarie della
Madenna della Terre e ferse nessun San-
tuarie della Diecesi di Bergarne pue van-
tare esistenza antetiere. Chiunque dubitasse
puis facilmente verificate cel leggere llepera
delllillustre Patrizie Venere, Flaminie Cer-
nare. - i
I Egli ne fa risalire lierigiue al prin-
cipie del secele neue dell'era cristiana.
Lasciatne parlare l” illustre Sterice, il quale
a pag. 3-Ge del sue libre intitelate: e Ne-
gieni Stericlae delle Âppaiirierii e delle Irn-
rnagini pin eelelir-i di Sl/Cet'ie e scrive quante
segueì Alle-telai alisresee in Italia Carla
.Magris (carne -riferisce una epigrnje appesa:
nel palerge del pretarie) per gnerreggiere
22. _...g1._...
centre i Lengelartli, asseggettande al sua
clerninie anche “Bergerac nell'anne Ser, le
aclernù d'arnplissin-ti p-rieilegi tt Fra le rn-alte
ùeneficenre che ricenescene la citta e la die-
cesi conferite lere cla questa principe, clelvlrane
n-urnerarsi fra le principali rnelte chiese da
lui fenclate, e fra queste si :lette annatferare
quella ecliflcata su rl' un arnene calle nel paese
eli Seeere, la quale dal luege riceeette il nerne
di S. Maria della Terres. Ridotta pascia
questa dal lunga cerse degli anni a stata
diirnrninente ra-nina, fu rfialiliricata per in-
tera dalle ƒentlatnenta nellianna 1598 dalla
pia lieeralita degli altitanti clesideresi di au-
rnentare il decera di Maria Santissin-ia lere
attaccata; la eli cui Irnrnagine illustre per
inalttpli_cita di rniraceli si eenera nella stessa
clalesa. lil
Ces_i il Calvi nelle sue edemeridi a
pag. 359 del I. Vul., del pari cerne Fla-
tninie Cerr1are,fa rimentare llerigine della
(I) Nelllerrchivie della Venerantla Curia Vasce-
vile di Bergame esiste una relaziene nella quale si
leggene queste precise parele e la girate (cFti`esa attuale)
uenne fa.if››err'cata nen neilianne rjp-ii', ana alct-ene' anni
appresse r-_ ' ' _
J .J |j._';I'. 'I
-É"T'_-
23. -22-
pri1n;1 cllie-su ai tempi ' di Carlo Magnüì
ff L"†-zt£c}Jíssz'ma cbffesa di Santa Mf.-:1~›~z'a dalla
Turr..-«z di Su-ver-'E fifi da Carlo 51-(again fidzfi-
cata, già daIZ'am'z`cbiiä: consm-fzatasí, si presa
fa riadíƒicafe, ridotta if-1 LW-ue per m*»:birettw*a,
pittura f: Uagbeqga da non 1':-:fa:-Mz'a†'e gam-
lz.mgus alt1'.=:1 “Bsf*gaffm15f:a. Cbfffisa di grwa
d:í*u'ø:{ío†ze,. alla p1*spfl5f`r:.f4-rale di Sfm .È}-ffafiifzo
di S0Ue1'e fmím':››. '
Cmlle :lnche il M;1irf::ni da Pünte :1
pag. 119 nel V01. III. del sun Díziünarìü
Odepüríco, qL1z|.11tunque 11-:::›n stabilisca la
epüca llella quale venne fabbricato il prima
1:e111pi¢:›, tuttavì-L1 lc: c:l1ì;1n1a a11tichissín1c›;
eccü C011:-ar egli si esprìxne: Vi FJ.-:1 anche ma
Safim-ario afli;ícbíssf`fizn in Su'Ue1'.›f: dalla Ver'-
gzìu: .S1/C.-win fi'j'abb1'£§atU E ben m-nato, fur'-
nízfü di fiiffzmše pitt-z.-we fm le quali una del
Cavagnn ed wie: del Cm-lbivzflfli. “Ras_ta'z':-'-I ma
sito ewnizmßnte :bia:-:mio Ia. Torre ad à malto
fivfgueníato. _
Dupü si :1utürevc›lì tfastimomlizulze credü
di aver detta più di quanto fichíedzm la
Llecessítà per tflglime ogni i11ce1*tezz:1cí1'ca
1”epc:›c;1 ni-:lla quale venne fabb1'i¢::1t:1 la
p1*i1^na cI1iesn. H
*H
24. Pí
L
L'-
.F-
la
23
Jí-ILHH |_l-I_' | --hai.-i_. .|í.n_._n_l._-I 1 1 r I-_l.'|;.í|_|_l.:íí_í.1
Tutti i' Santuari iletlicati alla Madre
di Die. nel niende cattelice, dai più celebri
ai ruene eenesciuti, ebbere erdinariarnente
la lere erigìiie e da qualche appariaieiie,
e da qualche fatte niiraeelese, eppure da
qualche grazia ricevuta dalla Celeste Bene-
fattriee. Ebbene quale sara stata la cauaa
che deterniiiiava il grande Irtnperatere-Carle
Magne ad innalzare un tempie alla Madre
di Die., sette il titeie di Madeima della
Terre? =
Neri eecerre indagar melte per tre-
vare questa causa, mentre ei si presenta
spentallearneute in una relaaziene che si
censerva 11ell”Ai'eliivie della Ven.“ Curia
Veseevile di Bergame: È' eradiagjieee in Se-
eere ehe ellie-i*egiefle della p1*i†1-1.-feiea cappella
essia teaepieete aivbin date eretiee een amara-
eelesa npparijieee drillifr-:ri:-za_gi:ze di .ll/Invia
Vergine, preeiseeaemfe nel le--Lega eee esiste le
e/:rien: ettaele. I Seeereei bnneze spee-iele di»
eeaieiee e ee' eeareerrease di fr'egi:.e-ele.
Cerrie si svelae questa apparia.ie11e Llel-
li immagiiie di Maria Vergine È In qual anne
ebbe luege? Chi furene gli avv_entu1'ati ai
quali apparve la Sa-:ra inm1agir1e? Queste
1'
25. E
131 E :fl 1-La
lla- mi-__ r_í__ _.__gí'¬,i_ ___|_._._____ ..H -._ - _ .¬..- _ _ _ _.-. -1 - _| -'- |-__; l.|..íí-il-_
si legittime domande nei le dobbiamo la-
sciare senza risposta alcuna, percltè privi
di qualsiasi documento a tal riguardo.
Tale mancanza di documenti non ci
deve meravigliare, perclte da quellfepoca
ad ora scorsero tanti secoli, tra i quali
molti burrascosi per guerre sanguinose e
distruggitrici: anzi Fesser giunta sino a
nei una tale tradizione, E: un argomento se
non di assoluto valore, almeno di ben
grande importanza, onde ritenere la verita
del fatto.
Del resto volendo escludere la pia
tradizione dell' apparizione -tlellilmtnagine
di Maria Vergine, si dovrà necessariamente
ammettere qualche altro fatto prodigíoso;
diversamente non si potra mai -trovare la
vera causa per la quale il grande Impera-
tore Carlo Magno volle costruire una chiesa
alla Madre di Dio in luogo cosi solitario
e remoto.
Se liautore della sopracitata relazione
ci ha pre-stato un eccellente servigio nel
tramandarci l'a11tica tradizione tlelliappa-
rizione dell'Io1magine di Maria Vergine;
uguale servigio pero non ' ci procacciava,
26. -'_ _-*I-nq
_ _25___
I íÉ-2-'_---I_ 1'-I-í'-P m_- -I1I_l
quando volle esporre il suo giudizio in-
torno all'antica chiesa costruita da*Carlo
Magno. Infatti egli continua la sua rela-
zione dicendot Il ten-:piatto che ei falfltri-
eaea-na non era che ana cappella, la ga.-ale
esiste in-nera, ed e carne ana searaia setta-
peste alla cbt`esa attaale. Nen trattasi la data
di anello pi-'Enza ƒelabrica, ma il Carnera la
ascriee ai ter-np-i di Carla Magna. Che
l"'origiue di questo tempietto risalga ai
tempi di Carlo Magno, io non posso schie-
rarmi ne per la afferrnativa, ne per la
negativa, perche a tal riguardo non ho
documenti. Ma siccome l'autore della re-
lazione, per sostenere che il tempietto fu
costruito ai tempi di Carlo Magno, si ap-
pella all” autorità di Flaminio Cornaro,
percio ci tengo a tar osservare che 1” il-
lustre Storico nella breve narrazione del
Santuario della Madonna della Torre, accen-
nando alla fabbrica di Carlo Magno, non
adopera il vocabolo ternpietta, e molto meno
quello di cappella, ma bensi ed in modo
assoluto il vocabolo di tt chiesaa. Quindi
posto che li autore della relazione col vo-
cabolo ten-tpietto ovvero cappelle volesse
.I-¦€.n_'l-l-r-l-I-r-r_-.-.-_|. 'å _ _ ' ' ' _ --i------ - -
27. ' _zfJ_
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alludere alla chiesa fabbricata da Carlo
Magtio (la qual cosa pare sufficentemente
assodata dal contesto della medesima rela-
zione), dico che egli si e certamente ingan-
nato, imperocche per testimonianza dello
stesse Cornate la chiesa fabbricata da Carlo
Magno, ridotta poscia dal lange corse degli
anni a stato di in-iniineane roeina, fa ifiaiairri-
cata per intere dalla ƒotidarnenta. L'autore
della relazione non avrebbe certamente
osato esporre un giudizio cosi lontano dal
vero, a -mio credere, se avesse letto la
supplica pres-entata alla Ven.”* Curia di Ber-
gamo dal M. R. Signor Prevosto Don
Lorenzo Furnio e da altri incaricati.
Da tale documento avrebbe apprese
chiaramente che il ternpietto tuttora esi-
stente, non si deve per' nulla confondere
con la chiesa di Carlo Magno, e che nel
luogo ove si erge la chiesa attuale, esisteva
un altro -tempio con diverse cappelle.
Eccone unbratfioì Si deznantia aatarita e
licenza di fablnrieare ed -in moderna fazraa
eidarre la cappella :viaggiare sette il titolo
dell' .Jiiananeiata esistente in essa chiesa aerea
oriente. Chiedendosi in questa supplicai
28. - za -
.í¬ I í| | H--|jL__|í|_í Tíí1
anterita e lieenga di ƒa.l1l)s'icae"e ed in ene-
derna farina riflnrre la cappella i-iiaggiere,
subito ci si presenta 1° idea che iu quella
primitiva -chiesa vi dovevano essere diverse
cappelle e più altari per celebr-arvi il Santo
Sacríficio della Messa. Anzi a- conferma
di questo trovo ttelli-tiwcltivio della Curia
Vescovile di Bergamo una lettera del M.
R. Signor Prevosto di Sovere Don Lorenzo
Vitali in data del 16 Luglio Iójj' dalla
quale risulta che i due altari. a latere
tt sane stati r-ifabbrieati, peliti e sana pree-
eisti bene di ti-itte le case n_eeessarie per cele-
bra-rei. le Messe a.
Ora se nei esaminiamo la cappella
che esiste tuttora, non-solo non vi scor-
giamo traccie che un giorno vi fossero più
altari, mala ristrettezza del luogo non ne
ammette neppure la possibilità.
. Più, nella domanda di concessione si
chiede altresì: aatarita e licenza di faiøliri-
care ed i-n nieelerna faenza riclnrre la eappella....
esistente in essa chiesa *versa oriente. Ebbene
nel. tempietto tuttora esistente, se un-tempo
vi era un altare, n.o11 doveva essere verse
oriente, ma verso la -parte opposta, cioè
Ér %~J---=-fH~J_ - ¬› '-" '1-'-'HI-IJ-ri--I'-: _ _
____,___`
t fl
29. ._gß..._..
ad occidente, mentre ad oriente abbiamo
lientrata- del tempiettot
Il tenipietto tnttera esistente adunque
non le al certo la chiesa fabbricata da Carlo
Magno. Questa mia opinione concilia per-
fettamente con_ una nota registrata nei libri
spettanti allitirchivio Parrocchiale di So-
vere. Eccone il documento: a Ceneien dire
che prima (la chiesa) fosse fatta a soffitto e
che era non ei sia lasciata in piedi che la
n--n-tra eerse la valle, le indicano-ai-iegli archi
setto il tette che sono cl”-an gi.-ist'o anteriore
cl' assai al 1603, e che eenne gnindi allargata
ee-rss Piazza e fatta een tre naeatea.
Tuttavia non vi ha dubbio che nel
tempietto si trovano impronte tali che ma-
nifestano chiaramente che ivi un giorno
si venerava qualche immagine sacra. Non
poteva essere questo il luogo ove antica-
mente si veneraval”`Imrnagine Miracolosa?
E non poteva essere che anche in questo
Santuario della Madonna della Torre, come
si osserva in altri Santuari della Beata
Vergine, il luogo ove si vencrava la. Sacra
Immagine fosse separato dalla chiesa?
30. __29_
Ci mancano documenti, epperoìdob-
biamo lasciare la domanda senza alcuna
risposta. (Ii i
Partendo dall' origine del Santuario
non si hanno più notizie fino all'anno I 169,
epoca nella quale, al dir del Ronchetti, la
chiesa di Santa Maria della Torre di Severe
e tutti i suoi beni vennero' ceduti come
appannaggio al Vescovo di Bergamo. Ne
riporto le sue medesime paroleì Nell"anno
II69 il Vesceee Gi-iala esseridesi recato a
Beneeente afa-r eisita al Papa t/:'llessana're HI”
ne riparte ana Bella anareeele, in cai, dopu
essere encerniato delle fatiche sestennte in
ridiin-'e a ra-treedi'neente gli scisrnatici, gli
oiene concesse (anche ai snai saccesserfl la
chiesa eli Santa Maria della Tar-re eli Seeere
etntti i henefict' ad essa spettanti, con eh-
(1) Verso la meta dello scorso secolo il tempietto
veniva trasformato in un Santo Sepolcro composto da
varie e bellissime statue. I visitatori 'del Santuario
non dovrebbero mai tornare dal sacro monte senza
aver prima visitato questa cappella, imperoeehe la
vista di quelle statue divote produrrà eertamente
nel loro animo sante e salutari impressioni, qualora
essi le eoutempleranno con vivafede.
31. _ _ _ _ _, _-|.|_|,.|.3..-.-_.íí.
_ I-I-| I-rn--rl---'I.-3---__; -r-|§_ -- '-' "___ '-"í'_ ' *
hlige pere di riconosce-re la Chiesa di Kenia
rneriiante liiannao cense di doti-ici clenari.
Quindi ti che Cencie Can-ierlinge Pont-tficio
nel fan-teso registro che centpose eli tutti i
censi, che dalle Chiese e Ma-n-esteri del Cat-
tclicisnie clceeeansi alla Chiesa Run-rana,
scriee : In Epis'cepata Be-rgcn-tati. . . . Ecclesia
Santee Mariee ae eilla S-neri in celle The-ris
XII aa-naries. Cctal censc parta la data
del 1192. fil
In forza di questo documento noi
abbiamo pieno diritto di credere che il
.Santuario della lvlatlo1.i11|a della Torre in
quelliepoca fosse dotato di lasciti cospicui; e
che a quei tempi la divoziene del Santuario
fosse molto più estesa, e che adesso ac-
corressero i diveti anche da altre provincie.
Pragi'essit'ae-nente, questa chiesa, ue-nne
datata dai Sceeresi .eli alcuni he-ni stahili- e
legati per la celehi'a-giurie eli Sante' Messe e
per il sito eni,g›'liaraenentc. Tale clctafricne
eestiea il nente di Be-neficic a Chiericatc di
Santa Maria della Ter-re.
(I) Roneltetti Mons. Giuseppe. - Memorie storiche.
32. ._.3[___
--I-|-II-da-III _l-_-____-_..__-- |. í_-r_|_ í_m_-.,_.-.-¬n_|-in-|,|-|__- ___- -| _ _...-_.--| __í_.-__.
Nel t48o il Vescoeo Lodoeico Donati,
ad istanza del Co-nonne di Soste-re e del Por-
roco diollo-ra (Don Giovanni Capitanio) ha
collarionato forrnalrnente gt-testi benefici di
S. Mario. col heneficio parrocchiale del paese. lil
Sifiatta unione venne effettuata, come
si legge nelliatto notarile, affinche il Par-
roco potesse sostentarsi decentemente e
mantenere un Vice Parroco. Dopo l”unione
di questi benefici non si raffretlde punto
la divoziene dei Soveresi, ma si accrebbe
il fervore per il loro'Santuario, e cio lo
si puo dedurre da una decisione presa dal
Comune di Sovere il giorno 5 Luglio I§45
nella quale si stabilisce: che chinngne attesse
osato di danneggiare in alcnn rnodo i pos-
sedirnenti o i prottenti di Santa Maria della
Torre, sia nn-iltato di grani penefpecnnarie. lil
Il Santuario contava gia più di sei
secoli di vita erirlotto dal lnngo corso degli
anni a stato di in-irnine-nte roeina, i Soveresi
decisero di riedificarlo.
il
(I) Archivio della Curia Vescovile.
(a) Archivio della Curia Vescovile.
33. É
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llTTUl-lLE SANTUARIO
'In
Che l” attuale Santuario sia stato fab-
bricato sul luogo medesime ove un tempo
ergevasi la chiesa. costruita da Carlo Magno,
non e solamente- confermato da Flaminio
Colgnaro, dal Padre Donato Calvi e dal
Maironi da Ponte, -ma le apprendiamo
altresì da una supplica presentata dal M.
R. Sig. Prevosto di Sovere Don Lorenzo
Furnio e da altri incaricati alla Veni" Curia
di Bergamo, la quale e concepita come
seguei
. Cosi istando gli irifr'ascr*itti Sindaci e
Depatati sopra il governo e la ƒahh-rica della
chiesa di Santa' 9/íai'ia della Torre, anita
alla Parrocchiale di So-cere. Eletti da gi-sesta
anice-rsita del pnhhlico sindacato. Desiclerosi
34. "I
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_:'-gli esegnire gaanto ai ternpi paisf. ti piieeolte
fi' tt
dai Reni precessori vli ti stato sesso in-
tra-fine, erre fanae si @_«.~m. ,oazsfgf,cane
rifoerenga si dornanda di
fahhr-icare erl in rnoiilerna ii:rre la
capiicila niaggiore siotto il ltiii Annrcn-
:;'1
"-'I-"I'j__-,.,_
r: ¬J¦.-'
..I-
ciata, esistente in esser chiesa eerso orien-te-.'_
I- -' I
Eahhricando il coro addietro con dae sacrestie;
_.-ana per parte, che 'sertoiranno alli Saceriloti
ed alli soprastanti per riporrtti le ofierte ele-
rnosine e altre cose spettanti per detta chiesa
e ƒahhrica. E qaesto secondo il -rnodello nlti-'
rnarnente fatto con ogni indi-istria e di poter
_le~oare nia le rn-ara diessa cappella oecchia ed
altare, edi gaella rnaterid preealersene nella
fahhriea naoea. Irnponendo al Prevosto Lo-
rengo -infrase-ritto che oaando si corra dar
principio a detta ƒahhrica, chiesso :netta la
prima pietra, e dandogli- ancora facolta, 'che
orlando si -oo-rranno arnotfere detta "cappella ed
altare egli dehlta p-rirna proƒanarli cercando
in dette agioni le dehite cerienonie in sirnilihas
sereare solitis. Con dare aatorita al detto
Preeosto Lorengo, che secondo le decorenti
necessita possa dar licenra agli operai che
per opera 'di carita eorranno con le loro
2
42'
35. '-'i-l-å._.|.-- II..-I-._l.I.l.l.lí..__.
-'1--ii.
___._____________.._._.____.i'i__¬____,_,__í_____..i`l.*t»__,_
persone ed anir-nali lanora-r-oi in giorni festiei.
E gaesto secondo il hisogno e carne li parra
essere espediente e senga scandalo.
Si s-applica ancora che li rlehitori di
detta chiesa che per l“`Ur-titre-rsita cioe li ti-icini
della terra di Sonere ui alihiano -nn gran
tlehito, e rnolti altri in particolare che si
n-retta linterdetto, se in terrni-ni di ntesi ............_
prassi-eni dopo ata-ita la notiria di tale ordine
non aeranno soddisfatto e pagato g-nel tanto
cli cai sono dehito-ri, concede-na-o pero jiacolta
agli infrascritti Sindaci di poter prorogare
detto terrnine per lt-atta e in parte la soenrna
che sono dehitori. E onesto se cosi- loro parerit
espediente e coneeneoole e che -'oi siano le caase
legittirne, e in aaesto si caricano la loro
coscienza. - -
Li D. D. Sindaci Sep-ranoininati.
Prep. Lorenao Fa-rnio, Signor Oratio
Mafietti, Sig. Gin-liane Nicolini, Sig. Tehaldo
Foresti, Sig. Er-nilio Pacchieni, ..“}lfC. Gian.
Sac. Cattaneo, M. Locl. Coeelli.
Questa domanda di concessione non
presenta alcuna data, tuttavia scorgendosi
fra i nomi di coloro che si sottescrissero,
.-____í_.__... ..-'_í_.__--.. --_-. -.-:I.I-IÀIH-|..'-'.' I .' _|J__,_l_I¬_ _
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I-
I-
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36. -3s-- _ __ _
la firma del M. R. Sig. Prevosto Don Lo-
renzo Furnio, il quale resse la prepositu-
rale di Sovere dall” anno 1564 al 24 Giugno
1587, 'ne risulta chiaro, che questa supplica
venne pr-esentata alla Venfii Curia Vescovile
di Bergamo prima delFa1n1o 1538.
Ammesso, come non si dubita neppure,
che la Ven.“ Curia Vescovile abbia concesso
quanto si domandava in questa sup-plica,
ne viene di conseguenza che il presbiterio,
il coro e le due sacrestie vennero costruite
avanti che si fabbricasse la chiesa.
Nel I389' i Soveresi crleter-in-ina-rono
d'ii-ti--tal;-;;a-r'e salfantica chiesa an Santnar-io
sensga riguardo a spesa e che per la ednica-
rione del areale scelsero tosto prohe persone de-
pi-ttate per raccogliere e co-nse=roa-re le ohlagioni.
Sotto la data 4 Fehhraio reo; si ottenne
dalla Ve-rif* C-aria Vescovile il clecreto per la
ƒahhrica della naoea chiesa.
Si chiar-no distinto architetto a darne il
disegno e irnenecliatarnente si pose in-ano al-
l' opera.
Il 13 Fehhraio 1605 ei si condnsseroI
I
le grandioso colonne che in gr.-sella localita
fo-rrnano' una jrne-raniglia. _
37. -sfi- _
In pochi anni fa co-rnpita la fahhrica
del Santna-rio, e ri-.esci i-n sijƒatto rnodo che
per la st-rattara e pei -ne-alti ore-ian-ien.ti ee-
rarne-nte anirni-rahile. Tutte queste notizie
esistono nell” Archivio della Curia Ve-›
scovile di Bergamo.
Una tal fabbrica poi, data anche la
localita, dovette essere talmente dispendioso
che esauri tutte 1' elemosine raccolte per
la nuova chiesa, per la qualcosa si pote
bensi in tal' epoca condurre a termine il
nu.ovo tempio, ma non gia le due cappelle
laterali. Tale notizia apprendiamo dal se-
guente documento che esiste tuttora nel-
lihrchivio della Curia Vescovile.
..elaìfi to Lzeglrc II555.
Faccio fede io ir-miascritto Pre-costo, cor-ne
i tali altari a late-re della Chiesa della Ma-
donn,a della Torre di Sonere sono stati rifah-
hricari, pnliti, e sono proetristi hene di t-atte
le cose necessarie per celeh-rar-'oi le snesse ,t e
parirnenti faccio ƒeole carne in alcn-ni giorni
clellianno o di necessita si dia licenzia di
pote-r-ci celeh-rare sai sopradetti altari per la
. - - ' '."*" -.I- _-. . . .H - -J'
|1'J-|._ 1||II'-¦fi..;¦§.|!i|||¦;.I.|,|I|..-'_I:.-_..'; _.-g_Éí'¦,¦|.';;; ;fihua' h,__ - - --|¬ 1-- -I--I-"Ill---I--I-I-I---In- -I.rI+-Lu.-fan .--I-I lui-H-|I1IF_ _I.-
38. nicititnfiiiie dei RR. che i-ni per fiinegiene
cencnifenc.
In fede ie Snc. Vinili
Prennein rie' Snnene A'j`.ee'nen_
Terminate le due cappelle e prnvve-
dutele di qucmtn ncccnfreva per celebrnrvi
il S. Sncrifici-n della Messa dai snprastanti
alla fabbrica del Snntuarin si pensava al
coro; e diífatri venticinque anni dc-pn, come
ne fa testiinnnianza, un 1nanc›sc1'i|;tn che
si cc.-nservn presse i RR. PP. Minnri
Cappuccini, In chicsn del Snntunrin viene
prüvveduta anche di un bel corn tutte in
nnce.
Neifniniic 1680 ƒn esegn.iiic il cc-ro, tnitc
in nece e lanciato nei intaglio. Âi piedi delle
din sininetie interni-i_, peste sette in pain del
inedesiino coin, si i'i'Zenane cine i:rcri{i'eni inci:;e
.nd legne.* gi-ielin in cenni-n Epistelne inciicn i
peesennggi, clic niieini i*eggenniie ii Snntnn1i'ic_,
e per le (ele dei gnnli venne fatte il cere,
cioè Den Giinreppe (Lira), il Sign.-::›†' Bennsoii
ed il Siåfnoi* Giovanni Cnttntnec.
_ L” iic-i*il;*;i*cJne in cennii Ennngeli parte i
nnini di Alessandro Arninnne di Vertenn
'I'
-~† «c ' __' _ I'f-il-»=|I|i'ìl&¬|!È.'-`:r_;.-.|':«...'_....¢.-.;...'--_'1.-.'-"_-....*""_='-_=_i_' ......_.¢-
39. ƒnåib-rienie-i*e del ineiieeiin-e enim e di Gian-iniaiein
Ue-ignrc dei Ganci-i-i-in che fn i'iii-tnglinin-ee.
Il Snntunric- però difettnvn nncnrn di
une dei più bei nrnzznnenti, ci-ne difettnvn
d”unn terre c-nn le campane; più tnrdi si
prnvvide nilehe :-1 questa mnncnnzn; tele
nc.›tini:t :.1pp'rendn da dncnmenti che si c'nn-
servniio 11elI°Archivio P:.1rrncc1iinle di Se-
vere: er Ii I2 Nce'en--:Z1-i-'e 171.2, gi'ei'ne sncre
niin. prese?--itngiene di íMni'in Ve-infine, si :feci:
il fil/C. ÉR. Sig. “Prevosto-ßffneginie ni Seen-
iienrie delle B. V. delle Ten-ee, onde eeegi.ii'i'e›i
ie' ecclesinstielie cerinieiiie per il niiene cenn-
pn-nile che si siena per ƒnbb-i*ieni'e. Cante
.niienneenenie inflfesen, e cereiieie del ele-ee
e pepeie sti-mio venne preeessiei-iein-ieni'e nl
destinate Z-nega. Ini :einen in prin-in pie:-nei
esegiii in bei-iedikjie-i-ie eegnnndein een girati-re
cine-i e celle prepi*ie_ i-nani fncidniiii ni site
preparate. ./:fiiiefiiie dei I;'*I4 si vide pei"-
ƒegieiinio zu. Ifarliinninsn ec-ncertci di cinque
campane veiiivn fatte Penne 1825.
Ornmi ernncflgrnscnrsi qunsiitre secnli
e tante nell”indnrntL1rn che negli stucchi si
scnrgevnnn molti guasti; e perciò l"":1nnc›
1887 si rifecern åli stucchi del presbiterin
ù -Ill .I .|_-..|J' .| 'I. IL' || ."il'.'-| .1-JH... .- _ '_- ' _ _' "'11. |_'-| _ _ _ _ _
_.._ ,_,_. ' _."°"""_;`°""` ' 'É H "_ “- _ .;_f_:§;.`*-,,“§¬_,;_._._ .-,=;_i -_-_?-É-- ;E;.;'*1 i-*.'1_ee:-_.:1':':.=e;:n-í†..=†1=-.¬--.¬...,:-* .-.wenm nie
40. -l'-F
È' I
e se ne rinnovo la duratura. Nelllanno
19Io i medesimi ristauri si estesero allialtra
parte della chiesa.
In tale congiuntuiza per conservare
1” eleganza della chiesa ristaurata, vennero
dalle niuraglie del Santuario staccate le
tavolette ed i quadri votivi, e collocati
nella cappella della Santissima. Annunciata
la quale si trova luiigo la strada che con~
duce al medesimo Santuario.
Le due statue che si scorgono in
questa cappella hanno del merito. L'Ange_'lo
ie opera del distinto scultore Fracaroli di
Milano. La statua della Madonna venne
scolpita da Gianmaria Bensoni da Songa-
vazeo. Torniamo al Santuario.
Veramente magnifica e questa chiesa;
ognuno che vede questo tempio resta sor-
preso nell' osservare la squisitezaa dell” ar-
chitettura e delle decoiaezioiii. È un vero
ftesoro del quale iSoveresi possono andare
giustamente *superbi.
Essa e distinta in tre navate, sostenute
da quattro grosse colonne di pietra. La
volta delle tre navate e tutta a stucchi del
seicento, con dipinti- che rappresentano
H'ql
41. ._.4_Q._
alcuni tratti della vita di Maria Vergine,
e simboli che alludono alle virtù della
Madre di Dio.
La cantoria che poggia sull' entrata
maggiore del tempio e opera fantoniana.
La facciata dell' organo ed il confessionale
`e produzione d'uno dei più bravi allievi
della scuola Fantoni; il rinomato artista
Aitgelini Giacomo detto Cristina da Ro-
VEIÈE1.
A fianco delllaltar maggiore, in cornu
Epšstolae; vi e ll altare che rappre-senta'la
Maternità di Maria Vergine; la base della
mensa è tutto marmo intarsiato: eguale e
pure quello posto in cornu Evangelj, che
rappresenta le due Sante Vergini e Martiri
Agata e Lucia.
In -questa cappella vi ha pure un
dipinto che rappresenta Santa Apollonia
Vergine e Martire; i Soveresi hanno spe-
ciale divozione a questa Santa.
All”entrata del presbiterio sul fiancale a
cornu epistolae è fissato sul muro un quadro
in- bassorilievo in marmo di Carrara, che
rappresenta la Madonna col Divin Infante
sulle ginocchia. Questo pregevolissirno
. _ I il
.. __ __._.| .| _ . __ -'ll __ "' ¬. . . . . .-|..-.. . _ -_|__. _.:|_ _ _
E H _ M 'i '.¬LiÉ'.'1="'-¦;'L|"-"iù".-.'i Èfidil' ""'?h""-"if ii-'I -- --I1----'==-l-¦M=-'|--.1.--- -_-'--- .-1.. .-›.-'--I=-'-1›5¦|-r'¬"-.- J
42. _.4I._...
oggetto d' arte, del quale pero c' e ignoto
1” autore, venne donato al Santuario dal
Sig. Achille Foresti l' anno Iååo in atte-
stato di grazia ricevuta. . -
L' altar maggiore e pure opera fanto-
niana, come la cantoria. La base della
mensa -ir tutta in marmo ad intarsio, 11el
centro del pallio si osserva-una bellissima
medaglia in alto rilievo che rappresenta la
Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, due
piccoli angioletti vi stanno a fianco in
atto di ammirazione. Iclue gradini dell'al-
tare ed il tabernacolo sono essi pure in
marmo ad intarsio. Sul limitare, a_fianco
dei due gradini, si osservano due angeli in
atto di estatica adorazione. Nel centro
delllaltare si erge una piccola tribuna in
marmo, tutta a fregi, con a fianco due
alati angioletti. In questa tribuna si con-
serva con la massima cura 1” Immagine
Miracolosa, che da tanti secoli ricorda la
bonta immensa di Maria per gli uomini.
La tela rappresentante il titolare della
chiesa e opera del celebre pittore Gianpaolo
Cavagna; quella che adorna la magnifica
volta del presbiterio e produzione del *rino-
, ,,.|.i|.h,_-__¦ü,hu_,,,,,-,,,, ,.;.......ì.,»_ |--,,,|',,¦|!-.+l.--i-“*IiIi||l-'-'H"----*nik-hfitfifllfinü.-.-
43. __4g_
mato artista Carpinoui; la massima parte
dei quadri sparsi qua e la nel Santuario si
attribuiscono a Maria Carpinoni di Clusone.
Questa e pure lfopinione di Cesare Cantù
riguardo alle pitture che si trovano nel
Santuario, perche- nella sua Storia del Lum-
bardo Veneto dove parla di Sovere trovasi
quanto segue: ani Santina.-i-'io di :ii-fa-ria
Vergine .dalnno pregio aariistiru rjiind-ri dei
Caitntgnrlt e dei Cn-rpineni za.
bei
í__'l___-m_r¬__ _ _ .- _: ' .. _.- ... 2- L- .,- _ - _ _ - ___-
44. 1 _"|'I.llI -I"l-I II -.I _ .ù ---_ -I -rl' _ I-|Irr.* . -iii 1- m
if* ><>“É?_<
DIVUZIUNE DEI SOVEBESI
e' di altri paesi verso la Madonna della Torre
_, _ g_g,_____._
Sono undici secoli che il popolo di
Sovere veuera ed onora la sua Madonna
della Torre ed in si lungo tempo giammai
si aliievoli questa sua clivozione. Ne
fanno testimonianza i cospicui legati dei
quali venne dotato il Santuario fin dai
primi tempi, la magnifica chiesa che dalla
piera dei Soveresi fu' riedificata in 'pochi
anni, le devote processioni praticate in occa-
sione di pubbliche calamita, nelle epidemie,
nelle inondazioni, nelle siccità, e ripetute
ogni anno per voti emessi in .tempo di
pestilenza.
Le buone madri alle quali preme di
allevare cristianamente i loro figliuoli, si
I. . . . Ií-I-ífii-_"_ _ __'___i_____¢-|-.,- -.nid_¢ì;-_-raÈH£ig_L-fiI.í|-H1í' P%'l¬=H
45. fanno un dovere di consacrarli per tempo a
Maria; e appena essi sanno articolare qualche
parola, li portano al Santuario e dinanzi
a quella miracolosa Immagine fanno recitar
loro qualche preghiera alla Madre di Dio.
Sono parecchie centinaia di persone
che ogni anno lasciano il paese di Sovere
per andar in cerca di lavoro; ebbene quasi
tutti questi emigranti prima di partire
sentono la necessita di portarsi al Santuario,
onde mettersi sotto la protezione di Maria
Vergine: e Maria che non si lascia mai
vincere in benevolenza e generosit:-i, pro-
tegge questi suoi figli in modo cosi sensi-
bile che parecchi di questi appena tornati
sentono il dovere di portarsi nuovamente
al Santuario per ringraziare la loro celeste
Beuefattrice.
Al Santuario della Madonna si recano
anche i giovani chiamati al servizio mili-
tare prima della partenza, e parrebbe loro
di commettere una mancanza, se prima di
essere arruolati alllesercito, non si recassero
al Santuario ad implorare il patrocinio della
Regina del cielo. Benedetti da questa celeste
Madre partono bensi con rincrescimento,
'U-I--.
46. | 5
M- -. .---__í ,... ., |-
ma intrepidi e con fiducia di tornare alla
propria famiglia mediante la protezione di
Maria Vergine. _
Che se tale necessita di porsi sotto
la protezione di Maria la sperimentano
tutti quelli che sono semplicemente chia-
mati al servizio militare, molto più la spe-
rimentarouo quelli cl1e nel prossimo passato
anno dopo l' ultimatum dato dall”Italia alla
Turchia, venivano arruolati per essere poi
spediti nella Tripolitania sul campo di
guerra. Essi prima di partire di comune
accordo si unirono nel Santuario ad ascol-
tare religiosamente la Santa Messa celebrata
avanti 1' Immagine Miracolosa e sembra
che Maria li abbia veramente protetti,
imperocche dopo undici mesi di guerra
nessuno di essi cadde vittima del ferro ne-
mico, benchè abbiano veduto perire al loro
iianco molti compagni.
Nè solo gli emigranti ed i giovani che
partono per il servizio militare si portano
og11i anno al Santuario della Madonna della
Torre per mettersi sotto la protezione di
Maria, ma anche le operaie dei due stabi-
limenti delle filature seriche, esse ancora
- - . ' .-- _ ,¦.¦..|-p.l.|.i-r""'
- ' - ' " - - -- . ._' -- -.' -I'-..-I' . - -.-`-- ' -1:": :' .fi †':.¬':.- Lv--'_ ... _ ._ .mr I- .1=1-'¬:~:¦rI-;=s- -_..:.s:..:.:=:._-aa .z_ ' ' ._I-
47. ._. ._...
si portano annualmente al Santuario e fauno
celebrare la Santa Messa all`altare dell'lrn-
magine Miracolosa, onde ottenere per l”in-
tercessione della Mado`ì1na la grazia di es-
sere giovani esemplari e virtuose.
Insomma la divozione alla Madonna
della Torre e cosi radicata nel popolo di
Sovere che anche le persone di scarsa piera
cùlte da qualche disgrazia, col primo loro
pensiero corrono tosto alla Madonna, ed ii
ben diflicile che lascino trascorrere un anno
senza visitare più volte il Santuario.
I Prevosti di Sovere poi si adoprarono
molto per conservare ed alimentare la di-
vozione alla Madonna. della Torre. Persuasi
più d' ogni altro della necessita ed impor-
tanza di questa divozione coglievano ogni
occasione per accrescerla e renderla .più
sentita in mezzo alloro
A questoscopo essi _ sempre
cl1e le feste del Santuario si celebrassero
con pompa e solennitit; a questo scopo
appena si presentava qualchepubblica cala-
oe
-fiEion rt:t¬JI-I¦-I- o
mira e disgrazia, per primo rimedio e me-
dicina, iuvitavano il popolo al Santuario,
onde implorare il patrocinio della Madonna.
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-|, -._-_ | | I_| I- -I |-I-|.l.n_| |-.I
Un monumento più che parlante della
divoziene che ebbero sempre i Prevosti `di
Sovere per il Santuario della Madonna della
Torre, e quello che volle trasmettere al suo
popolo Mons. Bartolomeo Finardi. A questo
zelantissimo Prevosto non bastù li essersi
mostrato divoto della Madonna mentre era
vivo, ma per godere la sua protezione
anche dopo la morte e per far conoscere
al suo popolo quanto fosse necessaria questa
divozione, nel suo testamento disponeva
che dopo la morte il suo cadavere venisse
tumulato nello stesso Santuario della Ma-
donna della Torre di cui era divotissimo.
Ognuno prio vederne la lapide che sta af-
lissa alla destra appena entrati nella porta
maggiore del Santuario. fil'
(I) In un manoscritto che si conserva nell'f'1r-
ohivio Parrocchiale trovo quanto segue: Il M. R.
Sig. Prevosto Bttrtolomeo Finardi di Bergamo governo.
la Preposìturale di Sovere dal 1683 al tligo. Fu dottore
in ambo le leggi, Canonico Teologo della Cattedrale,
Pro-Vicario Vescovile. Zelante ed attivo nella cura
_o.el suo popolo, quanto era huono, affahile ecarìta-
tavole, altrettanto era vigoroso e potente nei soste-
nere e difendere la clignita della chiesa affidatagli. Fu
tenuto in gran pregio presso Mons. Giustiniani. In
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49. _.,,3_..
In questo Santuario si festeggiano l'An-
nnnciazionc e la Natività di Maria, ma in
special modo si solennizza la seconda Do-
men.ica dopo Pasqua. Questa e la solennità
maggiore del Santuario.
È in tal giorno che la pietà e la
riconoscenza verso la grande Bencfattrice
celeste si espande più viva, e che dai paesi
circonvicini le anime ferventi e divote di
Maria accorrent.lo al suo Santuario forman o'I
di tanti cuori un sol cuore ed un omaggio
meno indegno di Colei che Iddio tantu
ama ed onora.
Fin dalla vigilia quelle Sacre pendici
abitualmente* silenziose e tranquille pigliano
gra-zia_di questa amichevole relazione ottenne che
venissero annesse alla Vicaria di Sovere le parrocchie
di Castro, Pianieo, Rova, Endine: ma questa aggre-
gazione durù per breve tempo. Nella Sinodo Giusti-
niana 3,21 nel a8 Aprile 163? il Finardi venne eletto
esaminatore sinodale.
È fama che per lume soprannaturale gli fosse
cognita liepooa della sua morte, giacche tempo prima
ne aveva fatto scolpire lianno, il mese e il giorno in
un marmo nero che esiste ancora nel Santuario. Egli
rese 1' anima sua a Dio il a3 Marzo Iôgo dopo lunga
e penosa infermità,
50. - - |_- r'-I-I-_. |¬ il-lil |-I-nr. _-
movimento e vita. Le simpatiche cam panelle
del Santuario echeggiano allegramente a
festa e sembrano chiaruare con dolce insi-
stenza ai piedi della divina Madre. Levatesi
poi le prime ombre della notte, una scena
gradita viene a ricreare. Ai rnelodiosi rin-
tocchi delle sacre squille si unisce lo scop-
pio festevole dei mortaretti. Una grande
illuniinaziono rischiara quel sacro monte
invitando tutti gli abitatori delle circostanti
vallate ad applaudire a Maria.
Spuntata poi lialba della festa si aprono
le porte del Santuario, e sull” altare in
mezzo ai ceri accesi vien scoperta la mira-
colosa Immagine, che pare più bella, più
amabile, più attraente del solito. Sembra
che la Divina Madre goda di questa 'festa
ed allegria che fanno intorno a Lei i suoi
cari figli. Intanto si celebrano le messe e
molti dopo d' essersi purificati o il giorno
avanti oppure la mattina nel sacro lavacro
della penitenza, si accostano alla Mensa
Eucaristica. i
Ad ora conveniente si celebra la Messa
solenne la quale le sempre accompagnata-
da scelta musica. All'Evangelo si tiene il
51. rn "lr
panegirico di occasione. I Vespri solenni
vengono essi pure accompagnati da scelta
musica. e si chiude la festa con la benedi-
zione della reliquia della Madonna.
Lungo la giornata poi ie una continua
processione di gente che sale e discende
dal sacro monte, venuta dai paesi delle
vicine vallate, dando cosi luogo ad una
di quelle sagre divote, quali possono darsi
in luoghi e circostanze come sono quelle
di qnesna Santuarùm
Benedetto queste popolazioni se si man-
terranno fedeli alle sacre tradizioni dei loro
antenati nell"'onorare santamente e cristia-
namento la -Vergine Madre di Diol
In essa troveranno sempre un sicuro
baluardo contro i nemici spirituali, un con-
forto in ogni sventura e un pegno perenne
di benedizione.
Ma quasi che non bastasse questo giorno
per sfogare i loro affetti verso la comun
Madre, i Soveresi'ne festeggiano anche
l'ottava, durante la quale si celebra_ogni
giorno la santa Messa; il giovedi poi entro
l'ottava si celebrano più Messe e li ultima si
canta. *'
.I |'_' .
._ 'fi%- .-u.....r.a~rt.-a-
I.¬¬'-- -_. -I..
..L I""I
52. _.__5[_.
Celebrandos-i la maggior solennità di
questo Santuario, come ho già fatto osser-
vare, la seconda Domenica dopo Pasqua,
occorreva un indulto speciale, per poter
dire in tal giorno la Messa votiva di Maria
Vergine; tale facoltà fu concessa il giorno
29 Maggio 1896.
Come apprende da un manoscritto che
esiste nellinrcliivio della Parrocchia di So-
vere, questo Santuario con breve pontificio
del 17 Gennaio t7tz venne arricchito di
indulgenza plenaria.
Ni: sdlaliiente quei di Sovere e gli
abitanti delle valli circonvicine sono divoti
di questo Santuario, ma ad esso gli amanti
di Maria accorrono anche da lontani paesi
per compiere le loro divozioni, ed implo-
rare la protezione della Regina' del cielo.
A prova di questo accennero i più impor-
tanti pellegrinaggi che si recarono a questo
Santuario della Madonna della Torre in
questi ultimi anni.
ll giorno 9 Giugno t9oS' pellegrina-
rono a questo Santuario 25 RR. Sacerdoti
della Diocesi di Bergamo a solennizzare
il XXV” di loro ordinazione. Essi furono
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53. 53
I-íi'--.I-|.| I' 'l-'I-I-' -l-l-- - 1-I-. I '-" -__II-'l'í"í
ricevuti dai Soveresi co11 grande cordialità.
Si spararono numerosi colpi di mortaretti
o si suonarono alla distesa tutte le campane.
Celebrate alcune Sante Messe e recitato
liufficio da morto in suffragio dei loro
compagni defunti, Mons. Giosuè: Signori,
allora Vicario Generale della Diocesi di
Bergamo ed ora Vescovo di Fossano, cele-
bro la Messa solenne, cantata dai medesimi
Sacerdoti. Terminate tutte le funzioni disce-
sero al convento dei RR. PP. Minori
Cappuccini per un'agape fraterna. Impar-
tita di poi la benedizione del Veni* pieni di
gioia per la felicità godnta in quel giorno si
avviarono verso la stazione di Sovere-Pianico.
ll giorno 4 Maggio I9o9 vennero a
far omaggio di fervide preghiere alla Ma-
donna della Torre 30€) pellegrini del lon-
tano paese di Vaiano (Diocesi di Crema)
accompagnati dal loro ottuagenario Pastore
e da altri quattro Sacerdoti. Giunti al San-
tuario si celebrarono diverse Messe. Una
gran parte dei pellegrini si accostarono alla
Santa Comunione. Nel ritorno dal San-
tuario questi pellegrini si portarono al
sottostante Convento per la benedizione
EH = -:W - *_ rnl. " I I I ¬' Jiu-ai 1
54. Iílllri-'I¬-' -
J
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del SS. Sacramento. Non si puo esprimere
a parole la gioia che provarono nel vedere
tanta accoglienza. La loro venuta e par-
tenza venne salutata dal suono delle cam-
pane della parrocchia e del Santuario.
ll Luglio dello stesso anno pelle-
grinarono a questo Santuario della Madonna
della Torre zoo persone della parrocchia
di Treviglio, accompagnate da tre RR.
Sacerdoti e dal loro Vicario. All*`Evangelo
dell' ultima Messa il RIM' Vicario sali il
pulpito e tenne un discorso facendo osser-
vare come la Madonna venga onorata sotto
diversi titoli. Molti pellegrini si accostarono
al Pane Eucaristico. In line si impatti la
benedizione con la Santa Reliqgia della
Beata Vergine. Pieni di santo entusiasmo
e impressionati del luogo tanto poetico
giplivi tornarono al loro paese.
Giustamente pertanto in un manoscritto
conservato presso 1' Archivio parrocchiale
si dice che questo Santuario ese-rve alla
divoziene di gaesta papale, di tatta la valle
e paesi lontani a. _
arm-ífiui
I
ä1.'i¦.1¦;*.'¦Ia-ma-| .ill-inün-É---_ _' «_ ;,___,- .; __ ___ __ ___
55. šnnnineeeeeeeäneneårenenineäšš
-I
IE'
PBUDIGI E Blil-lZ|E
Se la Santissima Vergine Madre di Dio
ascolta benignamente anche quando è in-
vocata in qualsiasi luogo, di modo che si
dice giustamente che la terra e ripiena
delle sue benelicenze, tuttavia non si puo
negare che Ella abbia eletto dei luoghi pri-
vilegiati per dispensare con maggior abbon-
danza le sue grazie. Questi luoghi sono i
suoi Santuari.
Fortunati quei paesi che posseggono
un Santuario della Madonna; essi possono
con sicurezza aspettarsi dalla Regina del
cielo una più valida protezione e maggior
abbondanza di grazie celestil
Maria non si lascia mai vincere in
generosità e quanto più un popolo si fa
W il úflh- ,¬.,. _,___ _____ ___,__,___________-___-_, ,_ I .-_" _' '|I|-|I|I||-nu-ílp'' I _
56. jl-I-'H
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1.
1 i -__I w¬.-i--. - -.__ .-'- -.- ru -
vedere sollecito in onoraria, tanto più Essa
rimunera generosamente.
Ebbene sono undici secoli che il po-
polo di Sovere onora con grande premura
ed amore iigliale la sua Madonna della
Torre : nessuna meraviglia quindi se anche
Maria nella grandezza della sua carità vera-
mente materua non si lascio mai vincere
e superare, ricolmando il popolo di Sovere
dei suoi favori e delle sue grazie, proteg-
gendolo ne' suoi bisogni temporali e molto
più in quelli che riguardano lianima.
E parlando delle molteplici grazie che
ebbero luogo in questo Santuario della
Madonna della Torre dalla sua origine in-
sino a noi, faccio osservare con grandissimo
rincrescimento, che siamo privi di tutto
cio che meritava di essere accuratamente
registrato almeno ad edilicazione dei posteri
e per accrescere la clivozione al Santuario.
Tuttavia tale lacuna, non perfettamente,
ma in qualche modo venne riempita dal
sopra menzionato storico lIilarninio Cor-
naro, il quale, accenuaudo ai prodigi ope-
rati da Maria Vergine nel Santuario della
Madonna della Torre, si esprime con queste
Tmp....d.-. _ __ .-. .. .__________
57. 5 6
H I-13.1 rr.-.H r-Il |¬.| 5.. ".-. _-1_._| |¬_| | il
precise parole: e La di cai Le-iniagrIne illa»-
stre per rnaiteplic-ità: ali rniracaii si venere
nella stessa c/aiesa a.
Oltre a cio potrebbe darsi anche che
essendo questo Santuario tt:-:iiastr'e per inal-
tepiiaitài di ani-racaiia fosse cosi universal-
mente conosciuto, che si tenesse cosa quasi
superflua il particolareggiarne i fatti e farne
di ciascuno di essi speciale memoria.
A queste testimonianze generali pos-
siamo aggiungere le molte tavolette ed i
quadri votivi che ancora si conservano.
Queste tavolette sono una dolce e
commovente pittura della molteplice pro-
tezione di Maria, un documento autentico,
sensibile* parlante, sempre vecchio e nuovo,
che attesta da una parte la divozione che
ebbero sempre i Soveresi per laloro Ma-
donna della Torre, e dall`altra parte lIamore
speciale che la Santissima Vergine nutre
verso i suoi divoti e per tutti quelli che
in Lei confidono.
So benissimo che a molte delle grazie
ottenute e ricordate da questi quadri e da
queste tabelle votive mancheranno le' con-
dizioni uecessarie per poterle chiamare
Eli-.|._ -. .'l___ |--u r.. _ ... .| ' - _' _ '-f+'-¦--iI'i#"'l'_I¬I:'fl_fi-¦-|_--IIr¦r-"F"-|¦'*._'I-I- ..- -J"-I-rlb-al-|. .|_|.|--I-1|-H -
--_|ì,:__': ¦ -___._. - _- _ _. _.,-iv" -; --_--1
58. - †-¬iI-I-.-rl.-J-H - I '
miracoloso nello stretto senso della parola;
ma non cessano pero d'essere iusigni favori
largiti dalla Madre di Dio in sollievo del-
liumanità travagliata.
Iddio non opera sempre allo stesso
modo, e se qualche volta la mano onni-
poteute delliåltissimo Iddio, per concedere
una grazia arresta ed inverte con un colpo
strepitoso il corso ordinario della natura,
in modo che chiunque vede il fatto pro-
digioso, ne resta grandemente meravigliato
ed -esclama : e Digitns Dei est bis : qui vi e
veramente il dito di Dio a; altre volte
invece opera iu modo più nascosto col
dirigere e governare le cause naturali, col
far conoscere al medico il rimedio oppor-
tano, col dare maggior efiicacia alla medi-
cina, col rinvigorire a poco a poco le forze
fisiche, cosi che Iddio senza ricorrere alla
via strepitosa del miracolo, con un inter-
vento egualmente divino, ma silenzioso,
concede la grazia che si e dimandata.
Tali sono generalmente le grazie che
si conseguiscono ai piedi delle sacre imma-
gìni di Maria e che si ottengono nei suoi
Santuari e per le quali i fedeli sentono il
"*'-'- u-`:_.-!.- .I' _:.í -
59. rl' *I
'rt'
--58- .
dovere di attestare alla celeste Beuetattrice
la loro riconoscenza e gratitudine coll” ap-
pendere nel suo Santuario qualche segno
o tavoletta.
Il Santuario della Madonna della Torre
ne possiede molte di queste tabelle votive
e ue avrebbe un numero assai più grande
se si potessero contare anche quelle che
si cousumarono per liautichità e quelle che
forse furou date alle fiamme per il passato.
Ma prima di mettere ad esame queste
tavolette credo conveniente dar la prefe-
renza a quei fatti che furono ià attestati
dalla storia.
Fra gli strepitosi prodigi operati dal-
l” Imirnicolata Madre di Dio in questo suo
Santuario, deve singolarmente fermarsi llat-
tenzione a quello che essa operava a difesa
del suo Santuario medesimo.
Intorno a questo fatto cedo ben volen-
tieri la parola alliiusigne storico Flaminio
Cornaro. -a Fra qa-esti, miracoli, che can cie-
rnentissinia ina-na sparse .Cl/fa-r*ia Ve-rgine a
va-ntaggie dei snai diveti rie-ve singalarniente
rarnrnentararsi gaeiia, che palle operare a
difesa del prap-r-ia de.-rara; irnperaeelse essenriasi
UC:
'-' 'J ii P
60. i
"t-
un
-PJ
IH-
'J 1 .'-
di notte te-inps introdotti dae saerilegiai nel
sar-ro ten-spia per depredarlo, dopo aver fatta
sacciseggr'a dei i-nobili pregiasi, presero la ƒaga
per la strada dei rt-santi, ttarrestati da
rnano iiserfsilaiie, andarono carne sia-rdiri oa-
gando ali'iietorno dei cirnite-ro sicché arrivato.~›
il giorno e scoperti, carsƒIessar*oiio co-nf-asi il
loro rnisƒatia, restituendo al Santaar-ia le cose
arnpia-rnente -rapita. lil I'
Liautorità di questo dottissimo e religio-
sissimo scrittore potrebbe bastare a conferma
del fatto, perche quando lo inseriva nella pic-
11
(I) Il Cornaro fu uomo dottissimo e valoroso
critico, di timorata coscienza e di specchiata virtù.
Al merito di una vasta erudlzione congiuugeva quella
diuu zelo ardente e molto illuminato _per la religione
ed una carità inesauribile verso i poveri. Il Cleto
Veneziano- grato per la sua storia delle chiese-venete
fece ooniare in suo onore una medaglia sulla quale
era il suo ritratto. Papa Benedetto XIV. lo gratilico
diun Breve. Lo stesso Prevosto .atntoiiìo liiccardi nel
comporre la storia dei Santuari se ne giovo molto del
Cornaro, e lo classilico per uomo dotto in questa
materia. Liilthhate Agostino Zanella, ooutinuatore del-
1'.n.tlaute Mariano, si aiiido interamente al Cornaro,
trasorivendo da lui tutto le notizie dei Santuari Ber-
Igamasehi .
LI"'å'£;-|'l"L|_.I_-I|'.1i|'l_L-l.¬J.L_J.r.u--ll1-|.-J__'- .L L.- I }lItf"†I'fT,k|fi. " '-' '-'
61. _-J
a
ii*
._.fiü_._.
cola storia del Santuario della Madonna della
Torre, doveva aver sottiocchio qualche docu-
mento, affermando egli, che tutte le notizie
inserite nel suo libro intitolato: -a Notigie
storielae delle appa-rigiani e delle In-nr-iagini piie
celebri di åilfíIar'ia Vergine a furono tratte da
documenti, tradizioni ed antichi libri delle
chiese nelle quali esse Immagini sono ve-
nerate. Tuttavia trattandosi in questo luogo
del prodigio più strepitoso che giunse a
nostra conoscenza, non credo superfluo ri-
confermarlo con le parole di un altro
autorevole scrittore, quelle appunto il P.
Donato Calvi. Egli pure nel I. Volume
delle sue Elfemeridi a pag. 359 racconta il
prodigio con una variante che no11 oifende
per niente la sostanza del fatto. a Qai
cioe in questo Santuario della Madonna
della Torre, dice egli, .fra i prodigi della
rnana di Dio narnandasi che dae ernpi con
rnano sacrilega a-oendola di notte depredata
e verso il rnonte ƒnggiti; la- rnattina sopra il
sagrato della elaiesa si tra-oarano a passeggiare
dal braccio divino inoisibilrriente arrestati a.
Il sopracitato Flaminio Cornaro ter-
mina la breve narrazione del Santuario
II.-¬.II"¬*;-I.r;|I '-' |." _ ' I I- .HH-1|-'rr ' .'-|-lu -'-- :_-' _|;. _L- _ .Unitn
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cosi fiera e crudele, che intere
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-61--¬›
della Madonna della Torre, dicendo 1 .ft SM-
iif'if'~`°Ifi__è iii _PUii“1Pf-is f3€«`-'ti la gaale gli abita-nti
del villaggio partanst ogni anno a foisilare
processronalin-ente la claiesa in ar-nile e grata
rsconoscenaja di essere stati per l" irnplo-raro
patrocinio di Maria Sanlissia-na I lo-ro pr-erat...
trice l-ilserr _ f* I .Z7 , II_ ttt rlrtll orribile flagello della peste,
II_-s ne--_ anno I jay e nei sassegaenli ntinac-
cirrosi l_esl'ern-tento a gael popolo infelice a.
,Gli storici infatti narrano che questa
peste ebbe principio a Milano, e fece rale
St1:t1ge_ d1_que1 cittadini, cl1e ne morivano
piu di mille ogni giorno,
_ Più tardi venne ad infestare anche
ed i suoi diutot'1'1i I e, benchè da
principio i casi fossero rari, in seguito esser
borgate rimanevano spopolate_
f Negli ultimi mesi poi dell'auuo 1528
il terribile morbo venne a spargere la de-
solazione e la morte anche nei passi da-11,1
Val Seriana Superiore. E quantunque da
-principio, onde impedire che la peste facesse
strage, si prendessero delle precauzioni, tut-
tavia essa 'crebbe gigante, e dovunque faceva
delle vittime. Nei soli tre mesi di Agosto,
H
iui; "I" *-'I - -'I-È
63. --'H1-l="f""_fi,3.__..
.Settembre e Ottnbre a Clnsnlle ne 1nnri1'ü11n
trernila e qnatt1'ncentu, altri iwvennila nel
restante della Valle. La Valle di Sealve pei
perdettei più di due terzi della sua pepe-
1aziüne.'
In mezze a tanta eesternazinne non
r1'1ancavan¢::› dei vnln11teresi segnatamente
nel clere, i quali aff1'nntandn la rnaligna
influenza e<:n're¬=:ann indefeasi di e notte a
lenire gli spasitni, a tergere le lacrime, a
cU11snla1'e gli age-nizza_nti, a snstenere i mn-
renti c-:im i cenfürti religiesi.
_ Intante il nlürbn tendeva sempre a
dilatarsi e adinF1erire maggin1*n1ente in tutta
la Val Seriana S-nperinre, nen escluse il
paese di Snvere. Fn allera che non isenrgela-
dn più altre rirnedin nrnane per far cessare
il terribile flrigelle, il pnpnln di Severe ai
15 diågnstn aecnmpagnatn dal prerprie Pa-
stnre si portanza al Santuario, e prnstrate ai
piedi della Conanlatriee degli afiiitti, ne
irweeava il patrocinio petentissime. Il Pre-
vnstn pei cnrnnlessn fine alle lacrime, teneva
nn patetien dis-:nrae,, facendo rilevare che
la peste dnvendnsi ritenere enrne un eastign
di Din per il peeeate., liuniee rimedio per
64. 'f-' lun ' .u___ I-J --f7 |.'hh¦1|_l.|I '
_ ' - ' ' ' " Il"-'à -:.i._._ .1 . ._ __ _ _, J_
I' | ¬.n| I
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farla cessare, era quellu di abbanclniiare la
culpa, far penitenza e curnpiere buune upere.
Dietru tali esu1'taziuni i Sc›ve1'esiadL1-
'narnnu il Cunsigliu e s°ubbliga1'unu cun
vutci a tre prucessic:-ni in perpetun, una il
gierne di S. Ruccu, li' altra nella festa del-
1” Assunaiune di Maria e la terza nel gierne
di S. Sebastianu.
Si deteriiainri aucc:-ra che a tali pruces-
siuni dc›vesse1'u intervenire tutte le persune
nen im petlite cla infermità ci cla altra giusta
causa, e questi tre giu1'11isid-avesseru cen-
siclerare ccune festivi, di mcrtlu che chiunque
'in tali ginrni fusse truvatu ad attendere
alle üpere rnanuali, venisse punitu cun la
Il pupulu di Suvere durava essere
"fnessu alla pruva una seconda velta a causa
della peste, e doveva pruvare di nuc-ve
quante fusse efiìcace in simili travagli il
patrucini-u› della Matlunna.
H Cur1'eva l”aunc› 1630 e il terribile fla-
gellu della peste, clnpu ciiaver fattu grande
strage-in Bergaiiie e nei suui dinturni, pe-
netrò pure nella Valle Seriana Superiere.
Clusone ebbe circa un inigliaiu di murti,
tra i quali si devune annoverare quattro
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Sacerdoti secolari e tre RR. PP, Minori
Cappuccini del Convento di Sovere, chia-
inati' espressamente a Clusone per assistere
agli appestati, e furono: il M. R. P. Gia-
como Albrici di Scalve, il R. P. Zeflìrino
da Bergrimo ed il R. P. Francesco Maffei
di Sovere.
In mezzo a questa desolazione e 'stra_,a,*e,
come ci vien riferito in un documento che
si conserva nell' Archivio della Curia Vesco-
vile, ai Soveresi, aaufessere protetti da il/farai.
SS. dalla pesi-.ileezgo che ir-ifier-iva ire 1-tettoia
p-I-'sviriei.a, nel Maggia delliorerro 1630 fecero
vato di visitare preeessrseeleaeate egizi aerea
questa Sommo-i-'rs ed otter-mero rl” essere preser-
vare dal terrilvile flogells a. '
Come ho gia prornesso', ora entro nella
cappella della Santissima Annunciata ad
esaminare i quadri votivi. Cerchiamo in
essi non il merito dell'arte, ma l'espres-
sione della piera. Ciascuno di essi 'ci rac-
conta una storia diversa e coinpendia molte
vicende, di timori e di speranze, di dolori
e di consolazioni, di lacrime' e di gioia.
La prima che ci si fa innanzi È: una
piccola tavoletta che. porta -1' antica data
3'