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Parrocchia di San Vigili° di Monterotondo
STUDIO E VALORIZZAZIONE
SITO ARCHEOLOGICO
ANTICA CHIESA DI SAN VIGILIO
SECONDA CAMPAGNA ARCHEOLOGICA
Luglio 2023
San Vigilio di Monterotondo
un'antica chiesa ritrovata
Il sito storico-archeologico dell'antica chiesa di San Vigilio di Monterotondo rappresenta un
luogo di grande interesse per la ricostruzione del popolamento antico della Franciacorta. Le
indagini archeologiche, promosse e finanziate dal gruppo di ricerca storica facente parte della
parrocchia di Monterotondo, hanno suscitato una notevole attenzione negli studiosi e nella
comunità franciacortina per la consistenza e qualità dei ritrovamenti che rimandano ai secoli
cruciali di passaggio dal paganesimo alla cristianizzazione.
L'intitolazione a San Vigilio riporta infatti ai primi anni della diffusione del cristianesimo nelle
campagne, tradizionalmente attribuita al presule bresciano nella seconda metà del V secolo.
Allo stato attuale sono state eseguiti i seguenti interventi:
• 1° campagna di indagine archeologica — luglio e agosto 2022;
• 2° campagna di indagine archeologica — giugno e luglio 2023.
Le indagini sono state autorizzate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
delle province di Bergamo e Brescia diretta dall'arch. Luca Rinaldi.
Il terreno è individuato catastalmente dalla particella 279 del Foglio 21 del Comune di Provaglio
d'Iseo. La proprietà del lotto è dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Brescia
che ha dato in affitto il mappale alla Parrocchia di San Vigilio di Monterotondo. E' in corso di
definizione la donazione del mappale da parte dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del
Clero alla Parrocchia di Monterotondo.
Gli scavi sono stati condotti dalle archeologhe professioniste Ivana Venturini (campagna 2022 e
2023) e Viviana Fausti (campagna 2023), con la direzione scientifica della dott.ssa Serena
Solano, funzionario archeologo di zona della Soprintendenza e l'aiuto logistico degli
appassionati della parrocchia di Monterotondo in collaborazione con l'Associazione storico-
archeologica della Franciacorta e Sebino U.S.P.A.A.A..
Il rev. Don Giovanni lsonni, parroco dell'Unità Pastorale di Passirano, Camignone e
Monterotondo ha sempre favorito l'esecuzione dello Studio con interesse storico ma soprattutto
pastorale verso tutti quei segni che documentano la continuità nel corso dei secoli della
religiosità e della fede delle popolazioni locali.
Scheda storica
L'intitolazione a San Vigilio riporta infatti ai primi anni della diffusione del cristianesimo nelle
campagne, azione di cui si fecero interpreti famosi vescovi cittadini di IV secolo, quali San Zeno
per Verona, Sant'Ambrogio per Milano, San Vigilio per Trento, i presuli Filastrio e Gaudenzio
per Brescia.
Ramperto nel racconto scritto nel IX secolo sulla traslazione delle reliquie di San Filastrio,
elenca il catalogo dei primi pastori della chiesa bresciana e Vigilio figura all'ottavo posto dopo
Ottaziano. Ciò consente di collocare il suo episcopato nella seconda metà del V secolo, subito
dopo il governo di Ottaziano che sappiamo essere stato presente al Concilio Metropolitano di
Milano del 451.
Vigilio, divenuto vescovo di Brescia, durante gli travagliati anni della caduta dell'impero romano
(476 d.C.), fu costretto a lasciare la città per rifugiarsi in Franciacorta dove con la sua
predicazione favorì l'opera di evangelizzazione delle popolazioni rurali. La tradizione vuole che
Vigilio sia il fondatore della chiesa principale di Iseo che venne dedicata all'apostolo pescatore
Andrea.
Il corpo di Vigilio venne inumato proprio nella chiesa iseana come recita un'antica iscrizione
posta accanto al sepolcro del santo: «Qui riposano le ossa del santo vescovo di Brescia
Vigilio, eccetto il capo ed il braccio sinistro asportati clandestinamente». Queste ultime due
preziose reliquie comparvero alla fine del XVI secolo in san Lorenzo di Brescia dove furono
sepolte insieme alle ossa del vescovo Ottaziano precedessore di Vigilio. La reliquia del cranio di
San Vigilio ritornò però nel 1951 alla pieve di Iseo, per felice disposizione di mons. Giacinto
Tredici.
I ruderi della chiesa di San Vigilio in Monterotondo, se osservati con attenzione, rivelano tutta la
loro antichità e confermano la datazione al periodo tardo antico e altomedievale. In particolare
la struttura muraria del lacerto di abside ancora conservato mostra una monofora sormontata
da una sequenza di archetti ciechi e di una semplice cornice; i materiali utilizzati nelle murature
sono in prevalenza ciottoli mentre i particolari architettonici sopra menzionati sono realizzati in
mattoni sesquipedali romani di riuso. L'utilizzo di laterizi di epoca romana fa supporre la
presenza nelle vicinanze di un insediamento, forse una villa, dal cui spoglio provengono gli
elementi riutilizzati nella costruzione della prima chiesa. La valletta intramorenica posta a ovest
della chiesa riporta ancora oggi il toponimo Quintane di chiara ascendenza romana, forse nome
del proprietario del fondo (Quinto) oppure termine utilizzato nella divisione del terreno in
centurie.
Altro elemento che avvalora l'antica fondazione è anche l'orientamento est-ovest dell'aula
dell'edificio religioso, infatti la tradizione costruttiva antica era solita porre l'abside a oriente e la
facciata disposta a occidente.Tutto intorno alla chiesa vi era sicuramente anche lo spazio
dedicato al cimitero, si preferiva infatti seppellire all'esterno dapprima nelle vicinanze
dell'abside, poi disponendo le tombe lungo i muri perimetrali.
La chiesa di San Vigilio è ricordata nel 1274 in un documento della Mensa Vescovile in
relazione al pagamento della decima al vescovo di Brescia per i nuovi terreni messi a coltura
(novali).
Il centro abitato era intanto cresciuto in alto sulla collina dove venne costruita anche una
cappella senza intitolazione.
La vista pastorale del 1565 del vescovo di Brescia Bollani informa che la chiesa di san Vigilio è
a tutti gli effetti la parrocchiale di Monterotondo, in essa vengono amministrati i Sacramenti
(compreso il battesimo), anche se un atto notarile del 1546 rende noto che gli oli sacri non
erano conservati nella chiesa stessa ma nella chiesa senza dedicazione appena costruita in
alto in quanto più comoda per gli abitanti.
La visita pastorale di San Carlo Borromeo del 1580 trovò l'edificio sacro dotato di battistero e
due altari, ma privo di sacrestia e campanile. Nella chiesa si celebrava solo a Pasqua, Natale e
la prima domenica del mese per cui fu suggerito di trasportare la parrocchiale in un luogo più
comodo per la popolazione cioè nella nuova chiesa a cui sarà trasferito anche il titolo di San
Vigilio.
Nella visita pastorale del 1693 si rilevava che il vecchio edificio era profanato, indecente e in
rovina per cui si imponeva la sua demolizione entro un anno, usando il ricavato della vendita dei
materiali per restaurare e conservare la chiesa nuova. Probabilmente però non venne
totalmente distrutto ma si mantenne una parte della muratura circolare dell'abside per realizzare
una santella o una edicola votiva che conservasse la memoria dell'antico luogo di culto. Da
allora il luogo dell'antichissima chiesa non ebbe più una particolare funzione se non quella di
boschina da destinare al taglio periodico della legna degli alberi che nel frattempo vi erano
cresciuti.
I ruderi della vecchia chiesa di San Vigilio che rappresentano una delle testimonianze più
antiche del territorio di Franciacorta, sono sicuramente meritevoli di attenzione, di studio e di
conservazione da parte sia degli esperti che di tutta la comunità di Monterotondo.
Riferimenti bibliografici
• G. Donni "Monterotondo diPassirano, un borgo antico in Franciacorta", Brescia 1995.
• P. P. Vianelli "I ruderi di due chiesette, Provaglio", scheda n. 24 della Mappa del tesoro,
materiali per un museo nel territorio, 2006.
• "Visita apostolica e decreti di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia: III Sebino,
Franciacorta", Brixia Sacra n. 2/2004.
Vedute dell'area prima dello svolgimento dell'indagine archeologica
PRIMA INDAGINE ARCHEOLOGICA
luglio 2022 — dott.ssa Ivana Venturini
Tra luglio e agosto 2022 su incarico della parrocchia di Monterotondo, si sono effettuate le
operazioni di rimozione degli strati superficiali e dei livelli maceriosi recenti che insistevano sui
resti di strutture murarie associate a un tratto di abside con monofora, conservata ancora in
alzato.
Le strutture murarie messe in luce dalla rimozione deglistratisuperficiali
L'asporto di humus e macerie insieme all'apertura di cinque sondaggi ha consentito di mettere
in luce un articolato insieme di resti murari che, per diverso orientamento e rapporti stratigrafici
delle murature, documentano la presenza di più momenti costruttivi e d'uso dell'area (fig. 1):
1) Chiesa con area sepolcrale di VIII secolo (in rosso) a navata unica di circa 15,5 m x
5,5m (misure interne della navata) con abside a ferro di cavallo, lesene perimetrali e
ipotizzato atrio antistante, molto simile alla chiesa di S. Tomè di Carvico, datata a VIII
secolo d.C., con la quale ha più di un'analogia. Tale datazione pare confermata dal
frammento di pluteo rinvenuto databile all' VIII- IX secolo.
Fig. 1, ipotesi di successione costruttiva e saggi effettuati
La presenza di numerosi embrici e frammenti di sesquipedali reimpiegati nelle murature
lasciano ipotizzare la possibilità di edifici di età romana preesistenti, da porre in relazione con i
toponimi Quintane e Quinto documentati nelle vicinanze.
La presenza di una soglia lungo il lato sud e di un'apertura tamponata in corrispondenza del
lato nord della chiesa inducono a ipotizzare l'esistenza di ambienti annessi, forse relativi al
campanile e ad una sagrestia.
I sondaggi effettuati (A, B, E, F) hanno consentito di verificare la presenza a ovest, a sud e a est
di sepolture sia in nuda terra che in cassa di lastre, tipicamente medievali, che documentano la
funzione cimiteriale dell'area disposta tutt'attorno alla chiesa.
2) Edifici annessi alla chiesa disposti attorno a un cortile (in giallo) vengono costruiti in
una fase successiva (al momento non ci sono dati per fissare una datazione) in quanto
coprono le sepolture, come si vede nei sondaggi B, D, E, F e hanno le murature
leggermente disassate rispetto alla chiesa.
3) Fortificazione con la realizzazione di un fossato difensivo (in azzurro). Successiva
agli ambienti della fase precedente sembra la realizzazione di una sorta di fossato
riempito con ciottoli non legati da malta, che potrebbe aver avuto una funzione difensiva
dell'insediamento forse come base drenante di una palizzata lignea.
4) Livelli di abbandono con ceramica quattrocentesca. La presenza tra i resti di parte
del crollo della parete sud della chiesa di ceramica rinascimentale databile tra XV e XVI
secolo attesta già in questo orizzonte cronologico lo stato di compromissione delle
strutture dell'edificio, come peraltro confermato dalle fonti documentarie. Nella visita
apostolica di Carlo Borromeo nel 1580 viene suggerito di trasportare la parrocchiale in un
luogo più comodo per la popolazione cioè nella nuova chiesa a cui sarà trasferito anche
il titolo di San Vigilio.
Particolare della muratura absidale, si notano le 'n'elle in laterizio
In questa fase preliminare di svolgimento degli scavi archeologici non è stato dimenticato
l'aspetto della tutela, sono state infatti eseguite opere urgenti di protezione e di consolidamento
delle murature e degli intonaci, al fine di fermare il degrado e consentirne la conservazione.
L'intervento di restauro è stato eseguito dal restauratore professionista Fulvio Sina sempre su
autorizzazione della Soprintendenza
Immagine dellafase di consolidamento dei muri e degli intonaci.
La scoperta ha suscitato una notevole attenzione negli studiosi e nella comunità franciacortina
per la consistenza e qualità dei ritrovamenti che rimandano ai secoli cruciali di passaggio dal
paganesimo alla cristianizzazione.
SECONDA INDAGINE ARCHEOLOGICA
luglio 2023 — dott.ssa Ivana Venturini
Anche quest'anno, su incarico della parrocchia di Monterotondo, è stata effettuata una nuova
campagna di indagini archeologiche, che ha preso in considerazione il sedime della chiesa e
parte delle aree esterne poste a ridosso della stessa.
I nuovi dati rinvenuti hanno consentito di meglio definire alcune caratteristiche strutturali
dell'edificio religioso in relazione al suo uso nel corso del tempo, con alcuni rilevanti
ritrovamenti.
In dettaglio l'intervento ha riguardato:
• Rimozione del crollo della parete meridionale della navata della chiesa
Questo intervento ha consentito di rilevare la presenza anche sul lato sud di lesene,
costruite con mattoni sesquipedali, simili a quelle presenti lungo il lato nord.
Inoltre il rinvenimento all'interno del crollo di ceramica graffita e invetriata databile tra XVI e
XVII secolo colloca in tale ambito cronologico la dismissione della navata, almeno nella sua
funzione originaria.
Traccia delle lesene crollate insieme alla muratura suddella navata
• Indagine archeologica all'interno dell'abside
Dopo la rimozione di un tronco di notevoli dimensioni con annesso apparato radicale che
occupava gran parte del sedime absidale, si sono messi in luce i resti di un altare con più
piani pavimentali che attestano un utilizzo continuativo dell'abside senza soluzione di
continuità fino alla trasformazione in "santella".
Area absidale con altare utilizzato con diversipianipavimentali
In specifico si è individuata una sequenza caratterizzata da:
1 un piano pavimentale in cocciopesto visto solo parzialmente da attribuire ad una fase della
chiesa antecedente al IX- secolo?
2 un pavimento in battuto di malta su cui si imposta un primo altare pertinente alla fase
altomedievale di IX secolo, cui appartiene presumibilmente il frammento di pluteo
rinvenuto nel 2022 al quale forse è da porre in relazione, con funzione di pilastrino, il riuso
del cippo miliare romano iscritto, in marmo rosso di Verona, che viene poi riutilizzato una
seconda volta come soglia nelle fasi successive;
Cippo miliare romano riutilizzato come soglia
3 un piano pavimentale in battuto di malta con associato un altare con tracce di intonaco
dipinto il cui utilizzo può essere attribuito alla fase romanica della chiesa;
Altare con tracce di intonaco dipinto in rosso
4 un piano pavimentale sempre in battuto di malta associato ai lacerti murari che
testimoniano la chiusura dell'abside, che viene trasformata in cappelletta dove celebrare la
messa, mentre la navata viene dismessa come luogo celebrativo e assume una funzione
cimiteriale. Come testimonia la realizzazione al suo interno di una tomba a camera, che
occupa tutta la larghezza della navata, usata come fossa comune, forse in concomitanza
con eventi epidemici come la peste del 1630 cui forse si riferisce il frammento di pilastro
rinvenuto nello strato di riempimento della tomba in cui è incisa questa data
Frammento dipilastro con incisa la data 1630
• Indagine archeologica dell'aula della chiesa
Lo scavo archeologico della navata ha consentito di verificare la presenza di un primo
assetto della chiesa con un'aula più corta preceduta da un portico presumibilmente da
attribuire alla fase altomedievale con funzione di cappella privata (fase gialla).
Successivamente tra XII-XIII secolo quando la chiesa diventa parrocchiale la navata viene
allungata con il tamponamento del portico, il raddoppio della muratura di controfacciata e la
costruzione del campanile (fase rossa).
La realizzazione di stanze mortuarie ipogee nei secoli XVI-XVII all'interno della navata e
nell'area antistante l'ingresso della chiesa romanica decreta la dismissione dell'aula con
funzioni celebrative. Queste vengono relegate all'area dell'abside con la costruzione di muri
di chiusura (fase azzurra) e la realizzazione di una porta.
• Ritrovamento in corrispondenza dello squadro absidale settentrionale
della struttura muraria del campanile
I resti del campanile, successivi alla muratura con lesene della chiesa altomedievale, risulta
pertinente alla fase romanica, anche se si imposta su una muratura precedente legata con
malta rosata (USM 1), molto diversa da quella utilizzata per il campanile (USM 2): una
muratura tardoantica su cui si imposterebbe la chiesa altomedievale? Il campanile è poi
disattivato quando viene realizzato il tamponamento (USM 3) nel 1400/1500? (forse
abbattuto perché pericolante) quando la chiesa viene ridotta a piccola cappelletta.
Resti del campanile romanico
• Rinvenimento di sepolture di epoche diverse:
L'area è interessata da numerose sepolture di varie epoche che documentano la continuità d'uso
cimiteriale, dall'epoca di fondazione altomedievale fino al XVII secolo.
Sepoltura altontedievale
Di particolare interesse sono le due tombe a camera già evidenziate, probabilmente
seicentesche, finora rivenute. Una è stata realizzata all'interno del sedime della chiesa a
ridosso dell'abside, l'altra è posta all'esterno della muratura che costituiva la facciata in lato
ovest. Le camere mortuarie, di discrete proporzioni, hanno le murature d'ambito costruite con
ciottoli morenici di medie dimensioni disposti in corsi orizzontali irregolari. Le coperture, non più
esistenti, erano a volta fortemente ribassata.
La camera posta a ridosso dell'abside
La camera mortuaria localizzatafuori dellafacciata
Iniziative 2023
Nel corso del corrente anno sono state messe in cantiere numerose iniziative con l'obiettivo di
far conoscere ad un pubblico sempre più ampio il sito dell'antica chiesa di San Vigilio.
• Il Comune di Passirano ha posizionato alcuni pannelli con frecce direzionali che indicano
il luogo di San Vigilio e il sito è stato inserito nel progetto "3Passi, nuove vie per la
Franciacorta". .Lo stesso Comune per la promozione del territorio ha proposto nel mese
di giugno (18-24-25-28) 4 visite guidate che hanno avuto un buon successo.
ANTICA CHIESA DI
SAN 'VIGILI°
SITO ARCHEOLOCi1C0
L'indagine archeologie uolt Ill'entate 2022 ha
consentito di erettene in luce. all'interno di une piccole
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• La Parrocchia di Monterotondo ha posizionato sull'area archeologica un pannello
descrittivo delle caratteristiche storiche dell'insediamento.
• Il Comune di Cazzago San Martino ha approntato un pieghevole per l'iniziativa "Itinerario
Archeologico e Paesaggistico" che ha unito i siti archeologici della Pieve di San
Bartolomeo di Bornato e l'antica chiesa di San Vigilio di Monterotondo.
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Pecve Vecchmr, fkxnate
• Durata: raca 1 ora
chmea pegtoceNaSe
• Dorata: circa 4 ore Idinanca consolewva 8 kin)
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La passeggiata, che viene proposta una volta al mese da maggio a ottobre, sta
riscuotendo un notevole successo di partecipazione.
• L'area è stata pure meta di alcune visite da parte di istituzioni scolastiche del territorio.
Uno degli obiettivi per il prossimo anno scolastico, con l'aiuto di alcuni insegnanti, è la
predisposizione di schede operative per i vari ordini di scuola.
• Il sito di San Vigilia è anche un luogo di devozione da parte della popolazione come si è
verificato nelle occasioni organizzate dal rev. Parroco di Monterotondo don Giovanni
'sonni dello svolgimento della Via Crucis venerdì 24 marzo e della Santa Messa
celebrata a conclusione delle Rogazioni sabato 15 aprile.
venerdì 24 marzo ore 20 Via Crucis
15 aprile conclusione delle "Rogazioni" con la Santa Messa
PROGRAMMA DI RICERCA PER I PROSSIMI ANNI.
I considerevoli dati emersi dalle indagini 2022 e 2023 hanno solamente socchiuso una finestra
su un contesto storico archeologico tanto inaspettato quanto articolato e meritevole di ulteriori
approfondimenti.
I resti rinvenuti raccontano infatti di un luogo di culto certamente esistente in età altomedievale
(VIII-IX sec.), forse fondato su preesistenze di età romana, che viene dotato di annessi e
successivamente fortificato.
Un sito che riveste quindi un valore non solo per comprendere le modalità di diffusione del
cristianesimo nelle campagne tra età tardoantica e altomedioevo, ma anche per ricostruire le
dinamiche insediative e di trasformazione d'uso di questo territorio in un momento cruciale,
nella formazione del paesaggio che ancora oggi caratterizza questo ambito territoriale.
Con tale consapevolezza i volontari "amici di San Vigilio" hanno avanzato la proposta alla
Parrocchia, insieme ai Comuni di Provaglio d'Iseo e di Passirano, di proseguire nella ricerca
storico-archeologica sul sito dell'antico insediamento religioso, al fine di:
- non perderne la memoria;
- di contribuire alla conoscenza della storia del territorio e delle genti che vi abitarono;
- di restituire alla collettività la fruizione di un luogo carico di storia inserendolo in percorsi
culturali, religiosi, storici, turistici che comprendano l'intera Franciacorta.
La proposta è quella di porre in atto un progetto da attuare con una programmazione
pluriennale che conduca alla realizzazione di un parco storico-archeologico-religioso vero e
proprio.
Affinchè il progetto possa avere continuità nel tempo è necessario reperire donazioni e sponsor
che permettano di coprire l'impegno finanziario sicuramente non indifferente.
Per il momento il progetto ha il supporto dei seguenti Enti Amministrativi:
Comune di Provaglio d'Iseo, in quanto il sito oggetto di studio è localizzato entro i propri
confini comunali;
Comune di Passirano, in quanto l'antica chiesa di San Vigilia era la parrocchiale di
Monterotondo che ricade nel proprio territorio amministrativo.
La Parrocchia spera che oltre ai Comuni sopracitati, dato la rilevanza del sito dal punto di vista
storico, di poter accedere a finanziamenti della Provincia, della Regione e dello Stato.
PIANO FINANZIARIO DEL PROGETTO
ESECUZIONE DI CAMPAGNE ANNUALI DI INDAGINE ARCHEOLOGICA
dell'area corrispondente alla chiesa e degli ambienti annessi:
I. Opere da Archeologi
2 Opere di scavo e movimento terra compreso assistenza ai lavori, trasporto e
accesso alle discariche autorizzate per smaltimento materiale
ESECUZIONE di OPERE DI RESTAURO CONSERVATIVO
delle strutture architettoniche presenti sull'area al fine di fermarne il degrado e garantirne
la loro continuità nel tempo.
PERIODICA MANUTENZIONE
dell'area conservandola libera da arbusti e vegetazione.
VALORIZZAZIONE
delle caratteristiche storico-archeologiche-religiose del sito mediante un piano di comunicazione
che veda coinvolte le Istituzioni scolastiche, le Amministrazioni Comunali attraverso
l'Associazione "Terre di Franciacorta", unitamente a tutti gli operatori economici e turistici della
Franciacorta.
FORMAZIONE DI UN PARCO ARCHEOLOGICO
che documenti e illustri le fasi evolutive dell'antico insediamento.
Tutti gli interventi dovranno avere il benestare dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del
Clero di Brescia, proprietario del terreno, e saranno assunti dalla Parrocchia di Monterotondo
(attraverso contributi e sponsorizzazioni) e/o da altri Enti che si mostreranno sensibili al
progetto.
L'indagine archeologica e gli interventi di conservazione delle murature dovranno essere
sempre autorizzati dalla competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle
provincie di Bergamo e Brescia che ne assumerà la direzione scientifica attraverso i propri
funzionari di zona. Le opere saranno affidate a professionisti archeologi e restauratori in
accordo con la Soprintendenza.
Per il biennio 2023-2024
si prevede il seguente quadro economico:
Esecuzione di due campagne di indagine archeologica, eseguite da
archeologi professionisti con la direzione scientifica della
Soprintendenza
€ 30.000
Movimenti terra € 8.000,00
Consolidamento e restauro delle murature storiche € 15.000,00
Formazione di recinzione perimetrale all'area archeologica e
sistemazione percorsi
€ 5.000,00
Dotazione di adeguata cartellonistica che illustri l'archeologia e la
storia del luogo
€ 4.000,00
Rilievo topografico plano-altimetrico, integrato da riprese con
drone
€ 3.000,00
Manutenzione ordinaria dell'area € 3.000,00
Imprevisti € 2.000,00
Importo lavori € 70.000,00
Per eventuali donazioni/contributi utilizzare i seguenti riferimenti:
Banca del Territorio Lombardo-Agenzia di Passirano
intestato a Parrocchia San Vigilio di Monterotondo
CODICE IBAN IT 34 H 08735 54920 010000952302
Per contatti
333 252 7546 Guido Lazzaroni, Parrocchia San Vigilio di Monterotondo
348 065 9066 Angelo Valsecchi, Associazione Storico-archeologica USPAAA
Tracce degli altari addossati alla muratura del catino absidale

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Studio e valorizzazione sito archeologico S. Vigilio di Monterotondo 2023

  • 1. Parrocchia di San Vigili° di Monterotondo STUDIO E VALORIZZAZIONE SITO ARCHEOLOGICO ANTICA CHIESA DI SAN VIGILIO SECONDA CAMPAGNA ARCHEOLOGICA Luglio 2023
  • 2. San Vigilio di Monterotondo un'antica chiesa ritrovata Il sito storico-archeologico dell'antica chiesa di San Vigilio di Monterotondo rappresenta un luogo di grande interesse per la ricostruzione del popolamento antico della Franciacorta. Le indagini archeologiche, promosse e finanziate dal gruppo di ricerca storica facente parte della parrocchia di Monterotondo, hanno suscitato una notevole attenzione negli studiosi e nella comunità franciacortina per la consistenza e qualità dei ritrovamenti che rimandano ai secoli cruciali di passaggio dal paganesimo alla cristianizzazione. L'intitolazione a San Vigilio riporta infatti ai primi anni della diffusione del cristianesimo nelle campagne, tradizionalmente attribuita al presule bresciano nella seconda metà del V secolo. Allo stato attuale sono state eseguiti i seguenti interventi: • 1° campagna di indagine archeologica — luglio e agosto 2022; • 2° campagna di indagine archeologica — giugno e luglio 2023. Le indagini sono state autorizzate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Bergamo e Brescia diretta dall'arch. Luca Rinaldi. Il terreno è individuato catastalmente dalla particella 279 del Foglio 21 del Comune di Provaglio d'Iseo. La proprietà del lotto è dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Brescia che ha dato in affitto il mappale alla Parrocchia di San Vigilio di Monterotondo. E' in corso di definizione la donazione del mappale da parte dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero alla Parrocchia di Monterotondo. Gli scavi sono stati condotti dalle archeologhe professioniste Ivana Venturini (campagna 2022 e 2023) e Viviana Fausti (campagna 2023), con la direzione scientifica della dott.ssa Serena Solano, funzionario archeologo di zona della Soprintendenza e l'aiuto logistico degli appassionati della parrocchia di Monterotondo in collaborazione con l'Associazione storico- archeologica della Franciacorta e Sebino U.S.P.A.A.A.. Il rev. Don Giovanni lsonni, parroco dell'Unità Pastorale di Passirano, Camignone e Monterotondo ha sempre favorito l'esecuzione dello Studio con interesse storico ma soprattutto pastorale verso tutti quei segni che documentano la continuità nel corso dei secoli della religiosità e della fede delle popolazioni locali.
  • 3. Scheda storica L'intitolazione a San Vigilio riporta infatti ai primi anni della diffusione del cristianesimo nelle campagne, azione di cui si fecero interpreti famosi vescovi cittadini di IV secolo, quali San Zeno per Verona, Sant'Ambrogio per Milano, San Vigilio per Trento, i presuli Filastrio e Gaudenzio per Brescia. Ramperto nel racconto scritto nel IX secolo sulla traslazione delle reliquie di San Filastrio, elenca il catalogo dei primi pastori della chiesa bresciana e Vigilio figura all'ottavo posto dopo Ottaziano. Ciò consente di collocare il suo episcopato nella seconda metà del V secolo, subito dopo il governo di Ottaziano che sappiamo essere stato presente al Concilio Metropolitano di Milano del 451. Vigilio, divenuto vescovo di Brescia, durante gli travagliati anni della caduta dell'impero romano (476 d.C.), fu costretto a lasciare la città per rifugiarsi in Franciacorta dove con la sua predicazione favorì l'opera di evangelizzazione delle popolazioni rurali. La tradizione vuole che Vigilio sia il fondatore della chiesa principale di Iseo che venne dedicata all'apostolo pescatore Andrea. Il corpo di Vigilio venne inumato proprio nella chiesa iseana come recita un'antica iscrizione posta accanto al sepolcro del santo: «Qui riposano le ossa del santo vescovo di Brescia Vigilio, eccetto il capo ed il braccio sinistro asportati clandestinamente». Queste ultime due preziose reliquie comparvero alla fine del XVI secolo in san Lorenzo di Brescia dove furono sepolte insieme alle ossa del vescovo Ottaziano precedessore di Vigilio. La reliquia del cranio di San Vigilio ritornò però nel 1951 alla pieve di Iseo, per felice disposizione di mons. Giacinto Tredici. I ruderi della chiesa di San Vigilio in Monterotondo, se osservati con attenzione, rivelano tutta la loro antichità e confermano la datazione al periodo tardo antico e altomedievale. In particolare la struttura muraria del lacerto di abside ancora conservato mostra una monofora sormontata da una sequenza di archetti ciechi e di una semplice cornice; i materiali utilizzati nelle murature sono in prevalenza ciottoli mentre i particolari architettonici sopra menzionati sono realizzati in mattoni sesquipedali romani di riuso. L'utilizzo di laterizi di epoca romana fa supporre la presenza nelle vicinanze di un insediamento, forse una villa, dal cui spoglio provengono gli elementi riutilizzati nella costruzione della prima chiesa. La valletta intramorenica posta a ovest della chiesa riporta ancora oggi il toponimo Quintane di chiara ascendenza romana, forse nome del proprietario del fondo (Quinto) oppure termine utilizzato nella divisione del terreno in centurie. Altro elemento che avvalora l'antica fondazione è anche l'orientamento est-ovest dell'aula dell'edificio religioso, infatti la tradizione costruttiva antica era solita porre l'abside a oriente e la facciata disposta a occidente.Tutto intorno alla chiesa vi era sicuramente anche lo spazio
  • 4. dedicato al cimitero, si preferiva infatti seppellire all'esterno dapprima nelle vicinanze dell'abside, poi disponendo le tombe lungo i muri perimetrali. La chiesa di San Vigilio è ricordata nel 1274 in un documento della Mensa Vescovile in relazione al pagamento della decima al vescovo di Brescia per i nuovi terreni messi a coltura (novali). Il centro abitato era intanto cresciuto in alto sulla collina dove venne costruita anche una cappella senza intitolazione. La vista pastorale del 1565 del vescovo di Brescia Bollani informa che la chiesa di san Vigilio è a tutti gli effetti la parrocchiale di Monterotondo, in essa vengono amministrati i Sacramenti (compreso il battesimo), anche se un atto notarile del 1546 rende noto che gli oli sacri non erano conservati nella chiesa stessa ma nella chiesa senza dedicazione appena costruita in alto in quanto più comoda per gli abitanti. La visita pastorale di San Carlo Borromeo del 1580 trovò l'edificio sacro dotato di battistero e due altari, ma privo di sacrestia e campanile. Nella chiesa si celebrava solo a Pasqua, Natale e la prima domenica del mese per cui fu suggerito di trasportare la parrocchiale in un luogo più comodo per la popolazione cioè nella nuova chiesa a cui sarà trasferito anche il titolo di San Vigilio. Nella visita pastorale del 1693 si rilevava che il vecchio edificio era profanato, indecente e in rovina per cui si imponeva la sua demolizione entro un anno, usando il ricavato della vendita dei materiali per restaurare e conservare la chiesa nuova. Probabilmente però non venne totalmente distrutto ma si mantenne una parte della muratura circolare dell'abside per realizzare una santella o una edicola votiva che conservasse la memoria dell'antico luogo di culto. Da allora il luogo dell'antichissima chiesa non ebbe più una particolare funzione se non quella di boschina da destinare al taglio periodico della legna degli alberi che nel frattempo vi erano cresciuti. I ruderi della vecchia chiesa di San Vigilio che rappresentano una delle testimonianze più antiche del territorio di Franciacorta, sono sicuramente meritevoli di attenzione, di studio e di conservazione da parte sia degli esperti che di tutta la comunità di Monterotondo. Riferimenti bibliografici • G. Donni "Monterotondo diPassirano, un borgo antico in Franciacorta", Brescia 1995. • P. P. Vianelli "I ruderi di due chiesette, Provaglio", scheda n. 24 della Mappa del tesoro, materiali per un museo nel territorio, 2006. • "Visita apostolica e decreti di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia: III Sebino, Franciacorta", Brixia Sacra n. 2/2004.
  • 5. Vedute dell'area prima dello svolgimento dell'indagine archeologica
  • 6. PRIMA INDAGINE ARCHEOLOGICA luglio 2022 — dott.ssa Ivana Venturini Tra luglio e agosto 2022 su incarico della parrocchia di Monterotondo, si sono effettuate le operazioni di rimozione degli strati superficiali e dei livelli maceriosi recenti che insistevano sui resti di strutture murarie associate a un tratto di abside con monofora, conservata ancora in alzato. Le strutture murarie messe in luce dalla rimozione deglistratisuperficiali L'asporto di humus e macerie insieme all'apertura di cinque sondaggi ha consentito di mettere in luce un articolato insieme di resti murari che, per diverso orientamento e rapporti stratigrafici delle murature, documentano la presenza di più momenti costruttivi e d'uso dell'area (fig. 1): 1) Chiesa con area sepolcrale di VIII secolo (in rosso) a navata unica di circa 15,5 m x 5,5m (misure interne della navata) con abside a ferro di cavallo, lesene perimetrali e ipotizzato atrio antistante, molto simile alla chiesa di S. Tomè di Carvico, datata a VIII secolo d.C., con la quale ha più di un'analogia. Tale datazione pare confermata dal frammento di pluteo rinvenuto databile all' VIII- IX secolo.
  • 7. Fig. 1, ipotesi di successione costruttiva e saggi effettuati La presenza di numerosi embrici e frammenti di sesquipedali reimpiegati nelle murature lasciano ipotizzare la possibilità di edifici di età romana preesistenti, da porre in relazione con i toponimi Quintane e Quinto documentati nelle vicinanze. La presenza di una soglia lungo il lato sud e di un'apertura tamponata in corrispondenza del lato nord della chiesa inducono a ipotizzare l'esistenza di ambienti annessi, forse relativi al campanile e ad una sagrestia. I sondaggi effettuati (A, B, E, F) hanno consentito di verificare la presenza a ovest, a sud e a est di sepolture sia in nuda terra che in cassa di lastre, tipicamente medievali, che documentano la funzione cimiteriale dell'area disposta tutt'attorno alla chiesa. 2) Edifici annessi alla chiesa disposti attorno a un cortile (in giallo) vengono costruiti in una fase successiva (al momento non ci sono dati per fissare una datazione) in quanto coprono le sepolture, come si vede nei sondaggi B, D, E, F e hanno le murature leggermente disassate rispetto alla chiesa.
  • 8. 3) Fortificazione con la realizzazione di un fossato difensivo (in azzurro). Successiva agli ambienti della fase precedente sembra la realizzazione di una sorta di fossato riempito con ciottoli non legati da malta, che potrebbe aver avuto una funzione difensiva dell'insediamento forse come base drenante di una palizzata lignea. 4) Livelli di abbandono con ceramica quattrocentesca. La presenza tra i resti di parte del crollo della parete sud della chiesa di ceramica rinascimentale databile tra XV e XVI secolo attesta già in questo orizzonte cronologico lo stato di compromissione delle strutture dell'edificio, come peraltro confermato dalle fonti documentarie. Nella visita apostolica di Carlo Borromeo nel 1580 viene suggerito di trasportare la parrocchiale in un luogo più comodo per la popolazione cioè nella nuova chiesa a cui sarà trasferito anche il titolo di San Vigilio. Particolare della muratura absidale, si notano le 'n'elle in laterizio
  • 9. In questa fase preliminare di svolgimento degli scavi archeologici non è stato dimenticato l'aspetto della tutela, sono state infatti eseguite opere urgenti di protezione e di consolidamento delle murature e degli intonaci, al fine di fermare il degrado e consentirne la conservazione. L'intervento di restauro è stato eseguito dal restauratore professionista Fulvio Sina sempre su autorizzazione della Soprintendenza Immagine dellafase di consolidamento dei muri e degli intonaci. La scoperta ha suscitato una notevole attenzione negli studiosi e nella comunità franciacortina per la consistenza e qualità dei ritrovamenti che rimandano ai secoli cruciali di passaggio dal paganesimo alla cristianizzazione.
  • 10. SECONDA INDAGINE ARCHEOLOGICA luglio 2023 — dott.ssa Ivana Venturini Anche quest'anno, su incarico della parrocchia di Monterotondo, è stata effettuata una nuova campagna di indagini archeologiche, che ha preso in considerazione il sedime della chiesa e parte delle aree esterne poste a ridosso della stessa. I nuovi dati rinvenuti hanno consentito di meglio definire alcune caratteristiche strutturali dell'edificio religioso in relazione al suo uso nel corso del tempo, con alcuni rilevanti ritrovamenti. In dettaglio l'intervento ha riguardato: • Rimozione del crollo della parete meridionale della navata della chiesa Questo intervento ha consentito di rilevare la presenza anche sul lato sud di lesene, costruite con mattoni sesquipedali, simili a quelle presenti lungo il lato nord. Inoltre il rinvenimento all'interno del crollo di ceramica graffita e invetriata databile tra XVI e XVII secolo colloca in tale ambito cronologico la dismissione della navata, almeno nella sua funzione originaria. Traccia delle lesene crollate insieme alla muratura suddella navata
  • 11. • Indagine archeologica all'interno dell'abside Dopo la rimozione di un tronco di notevoli dimensioni con annesso apparato radicale che occupava gran parte del sedime absidale, si sono messi in luce i resti di un altare con più piani pavimentali che attestano un utilizzo continuativo dell'abside senza soluzione di continuità fino alla trasformazione in "santella". Area absidale con altare utilizzato con diversipianipavimentali In specifico si è individuata una sequenza caratterizzata da: 1 un piano pavimentale in cocciopesto visto solo parzialmente da attribuire ad una fase della chiesa antecedente al IX- secolo? 2 un pavimento in battuto di malta su cui si imposta un primo altare pertinente alla fase altomedievale di IX secolo, cui appartiene presumibilmente il frammento di pluteo rinvenuto nel 2022 al quale forse è da porre in relazione, con funzione di pilastrino, il riuso del cippo miliare romano iscritto, in marmo rosso di Verona, che viene poi riutilizzato una seconda volta come soglia nelle fasi successive;
  • 12. Cippo miliare romano riutilizzato come soglia 3 un piano pavimentale in battuto di malta con associato un altare con tracce di intonaco dipinto il cui utilizzo può essere attribuito alla fase romanica della chiesa; Altare con tracce di intonaco dipinto in rosso 4 un piano pavimentale sempre in battuto di malta associato ai lacerti murari che testimoniano la chiusura dell'abside, che viene trasformata in cappelletta dove celebrare la messa, mentre la navata viene dismessa come luogo celebrativo e assume una funzione cimiteriale. Come testimonia la realizzazione al suo interno di una tomba a camera, che occupa tutta la larghezza della navata, usata come fossa comune, forse in concomitanza
  • 13. con eventi epidemici come la peste del 1630 cui forse si riferisce il frammento di pilastro rinvenuto nello strato di riempimento della tomba in cui è incisa questa data Frammento dipilastro con incisa la data 1630 • Indagine archeologica dell'aula della chiesa Lo scavo archeologico della navata ha consentito di verificare la presenza di un primo assetto della chiesa con un'aula più corta preceduta da un portico presumibilmente da attribuire alla fase altomedievale con funzione di cappella privata (fase gialla).
  • 14. Successivamente tra XII-XIII secolo quando la chiesa diventa parrocchiale la navata viene allungata con il tamponamento del portico, il raddoppio della muratura di controfacciata e la costruzione del campanile (fase rossa). La realizzazione di stanze mortuarie ipogee nei secoli XVI-XVII all'interno della navata e nell'area antistante l'ingresso della chiesa romanica decreta la dismissione dell'aula con funzioni celebrative. Queste vengono relegate all'area dell'abside con la costruzione di muri di chiusura (fase azzurra) e la realizzazione di una porta. • Ritrovamento in corrispondenza dello squadro absidale settentrionale della struttura muraria del campanile I resti del campanile, successivi alla muratura con lesene della chiesa altomedievale, risulta pertinente alla fase romanica, anche se si imposta su una muratura precedente legata con malta rosata (USM 1), molto diversa da quella utilizzata per il campanile (USM 2): una muratura tardoantica su cui si imposterebbe la chiesa altomedievale? Il campanile è poi disattivato quando viene realizzato il tamponamento (USM 3) nel 1400/1500? (forse abbattuto perché pericolante) quando la chiesa viene ridotta a piccola cappelletta. Resti del campanile romanico
  • 15. • Rinvenimento di sepolture di epoche diverse: L'area è interessata da numerose sepolture di varie epoche che documentano la continuità d'uso cimiteriale, dall'epoca di fondazione altomedievale fino al XVII secolo. Sepoltura altontedievale Di particolare interesse sono le due tombe a camera già evidenziate, probabilmente seicentesche, finora rivenute. Una è stata realizzata all'interno del sedime della chiesa a ridosso dell'abside, l'altra è posta all'esterno della muratura che costituiva la facciata in lato ovest. Le camere mortuarie, di discrete proporzioni, hanno le murature d'ambito costruite con ciottoli morenici di medie dimensioni disposti in corsi orizzontali irregolari. Le coperture, non più esistenti, erano a volta fortemente ribassata.
  • 16. La camera posta a ridosso dell'abside La camera mortuaria localizzatafuori dellafacciata
  • 17. Iniziative 2023 Nel corso del corrente anno sono state messe in cantiere numerose iniziative con l'obiettivo di far conoscere ad un pubblico sempre più ampio il sito dell'antica chiesa di San Vigilio. • Il Comune di Passirano ha posizionato alcuni pannelli con frecce direzionali che indicano il luogo di San Vigilio e il sito è stato inserito nel progetto "3Passi, nuove vie per la Franciacorta". .Lo stesso Comune per la promozione del territorio ha proposto nel mese di giugno (18-24-25-28) 4 visite guidate che hanno avuto un buon successo. ANTICA CHIESA DI SAN 'VIGILI° SITO ARCHEOLOCi1C0 L'indagine archeologie uolt Ill'entate 2022 ha consentito di erettene in luce. all'interno di une piccole redure a occidente del centro menato, i resti di un entre. edificio • fette emergere un quadro storico-archeologico di grande interesse per la ...cosa...none del popolarne.o amicodella eineisolanore• SanVigilienuore* infetti in pressi anni della "sono del cristianesimo nelle campagne. tradnionalmente attribuite al preside bresciano nella eeconde errrei del V secolo La semplice rierse*:.ane del corricelo • delle pinne ~n'Acuiti temo ~mito chiaramente 41 perimetro di una chiesa escrirSbIl• *Metà eltenesfinele secolo un'area presumibilenente già frequentateinepoca romana. Odia chiese ~issato sul iato sud piccolo odrintificabite cone le usereste. • un corrine tel quale P elleceiano alcuni vinci dei quali interpotebil• come un corpo • torre. Sul lato Canin un vasto specie libero ospitavo d' cimitero secondo l'usanza 3PA. SS.I PIANTA CON SIEQUIRMIZA MINA*FASI 5,011111C0/1104LIIXII• araa awasitcreibe VIII- IX Avida Ealefictdotpariti attori,. ad un <erta. do aar* seoccataraatiaat• Icatiorterr fortificatami. con Nava.dAratarci ennalene A seppellire attorno alle chiese. Le tracce di robuste muragli, che delinsitens l'aree sui fronti sa • mesi Fanno ipotirrem che l'inedieinento fosse in e» corte epoca fortificato Lesisene di Seri Viglio, ricordata nel 1274 in un documento delle Mensa Vesconle, dnenn• lo parrocchiale di Montnotondo fino ella fino del XVI sieeolo quando venne rbbandonata in finora della nuove chiesa nel.... sulle collina in poseione più favorevole por gli abitanti, L'amico .3ifixie non venne totalmente distrutto me si mantenne una par. della muratine circolare dell'abside per realizzare un'edicola vocine, ancora oggi meta di ~onore. che conservane la dell'antico luogo di colte. Le indegni e...teologiche attualmente in come, promosse della Parrocchia diMomenstondo,delComunedi Proueglio delCorredi,.diPeseremo.sonodirinte dalla Soprintendente Archeologia, Etedle Arti a Paesaggio per le pro.rince d, Berger.* • &restie.(dott ttr trria 'vi I iircti) Elíkr.é r ig rii ,PRI IL TERRITORIO. Scansiona QR Code con il tuo srnartphone per accedere ai contenuti extra. 3PASSLCOM U N E.PASSI RANO.BS.IT • La Parrocchia di Monterotondo ha posizionato sull'area archeologica un pannello descrittivo delle caratteristiche storiche dell'insediamento.
  • 18. • Il Comune di Cazzago San Martino ha approntato un pieghevole per l'iniziativa "Itinerario Archeologico e Paesaggistico" che ha unito i siti archeologici della Pieve di San Bartolomeo di Bornato e l'antica chiesa di San Vigilio di Monterotondo. La beve dì San Bartolorneo teeeeto O ,e,p2eee San MAVIMO lap** 64666. ~do aeom,10.66.0.6•••• »aerea i 6616, 6•666,• ,26 ,•••••• cova 6, aro 666,e6 cl.a. trar...amato 6,••••• L,66 ,666 • taa 11•666.6a, In .6m ppm • peekprir Ci. teecee•cee• eeee• ereedNee eri 4ie. Pee• • 6,6* • 6,666• on ,06.6• • .6.6.• Ne.66 •6•6 Can la ~66 ar,66,6 ••• • 666. 1 ,6* an• 6,6ea, 0.66 6, V« • a «woh. o -Devo 66e 6.666 tanti. chiesa di San Vigilie Monte.° toedo & Peevemo e Provaghe <reco •,6.626,» 6* 66'666 ;••••••••• 6 •666• • 66 6 un •••60 ••••••• • 4,6••••••••• un a*. ' 6 prand• aa• ^,•••••••.• • S« , 6 •66 «..ta e. 2, ,« 4••• 66.•••••• ••• 6.66.6•66 c•••••66 •••,..••• a ••••••• to, 66•6 .6•• ,6•6,6 nnea 66 V •••6«, 6 ,666,6 • d••• ama. sulà••,* h• 6*, •66. 0•666.6 boa chaa, ~m86 •••••• 6,••• 6••••66••••••• 1666,•••na •411. mmona ITINERARIO 1 MelteMelto~to AnticoPliweS. Bartoioneett cilBaciato Un'OtColddrr p« ••••••••plebr Ude•plYtarmn. noia •16r. da% •Nen• 6 &rene In 6•64. pae62•6 6•66 tao •66•61606. ueareete Io 666 la Ma,» • 616*. 6•, 66-6, Ca6,6 San16•66. ITINERARIO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO dee.New d Sa%Doldenuee i Soma_ dronte.* Il SanVille • Ileeedenetende LE ' ,ETRE IREEEIOVATE OreGee DELLA CASDAherderiONE TRA Li COUJNE ~Ma* DELLA ERANOACOPTA ..•...••• • ~né«, 14.• • elY.4.50 '12111tIV.500 Kgb, ••• ar666•••• 6•••• •••••• Sm••••••••••••• •••••••• CM. ••••••p*** ••• 3.11171111, <>, 5J, •eeeee•••••••••••ese • anoe~ •ege wes• .••••••ems••• enead•oee eee:reee „, , e e e eae, ree e e • - - (zY , • »66. dalla Piove di San Bartolomeo a Bornato all'antica chiesa di San Vigilie a Monterotondo LE PIETRE RITROVATE ORiGinn DELLA CRISTIANIZZA2ICNE TRA LE COLLINE MORENDO.< DELLA FRAWLACORTA ITINERARIO 2 MAPPA DEI DUE ITINERARI Plem191~~a~s ante~willemcodsie ~a:~ in%moderarti Una paasoppath ge.•61.6• 6. n ammaccar a uaprre teyee. doe• F....al* ...neer* ••• be• 4666 6:66• • .66616* < 66, ean ree. ah. •r* , [6,6 al•L• Paion• 6 San Itarbahanwe Bornato • o•eraeee• dem.ehlen Vgeo • Idonee. • Ritnans presso rAntKa beve SanEartolonien • Partenza/arrivo Bornalo dal senato delia Pecve Vecchmr, fkxnate • Durata: raca 1 ora chmea pegtoceNaSe • Dorata: circa 4 ore Idinanca consolewva 8 kin) >
  • 19. La passeggiata, che viene proposta una volta al mese da maggio a ottobre, sta riscuotendo un notevole successo di partecipazione. • L'area è stata pure meta di alcune visite da parte di istituzioni scolastiche del territorio. Uno degli obiettivi per il prossimo anno scolastico, con l'aiuto di alcuni insegnanti, è la predisposizione di schede operative per i vari ordini di scuola.
  • 20. • Il sito di San Vigilia è anche un luogo di devozione da parte della popolazione come si è verificato nelle occasioni organizzate dal rev. Parroco di Monterotondo don Giovanni 'sonni dello svolgimento della Via Crucis venerdì 24 marzo e della Santa Messa celebrata a conclusione delle Rogazioni sabato 15 aprile. venerdì 24 marzo ore 20 Via Crucis 15 aprile conclusione delle "Rogazioni" con la Santa Messa
  • 21. PROGRAMMA DI RICERCA PER I PROSSIMI ANNI. I considerevoli dati emersi dalle indagini 2022 e 2023 hanno solamente socchiuso una finestra su un contesto storico archeologico tanto inaspettato quanto articolato e meritevole di ulteriori approfondimenti. I resti rinvenuti raccontano infatti di un luogo di culto certamente esistente in età altomedievale (VIII-IX sec.), forse fondato su preesistenze di età romana, che viene dotato di annessi e successivamente fortificato. Un sito che riveste quindi un valore non solo per comprendere le modalità di diffusione del cristianesimo nelle campagne tra età tardoantica e altomedioevo, ma anche per ricostruire le dinamiche insediative e di trasformazione d'uso di questo territorio in un momento cruciale, nella formazione del paesaggio che ancora oggi caratterizza questo ambito territoriale. Con tale consapevolezza i volontari "amici di San Vigilio" hanno avanzato la proposta alla Parrocchia, insieme ai Comuni di Provaglio d'Iseo e di Passirano, di proseguire nella ricerca storico-archeologica sul sito dell'antico insediamento religioso, al fine di: - non perderne la memoria; - di contribuire alla conoscenza della storia del territorio e delle genti che vi abitarono; - di restituire alla collettività la fruizione di un luogo carico di storia inserendolo in percorsi culturali, religiosi, storici, turistici che comprendano l'intera Franciacorta. La proposta è quella di porre in atto un progetto da attuare con una programmazione pluriennale che conduca alla realizzazione di un parco storico-archeologico-religioso vero e proprio. Affinchè il progetto possa avere continuità nel tempo è necessario reperire donazioni e sponsor che permettano di coprire l'impegno finanziario sicuramente non indifferente. Per il momento il progetto ha il supporto dei seguenti Enti Amministrativi: Comune di Provaglio d'Iseo, in quanto il sito oggetto di studio è localizzato entro i propri confini comunali; Comune di Passirano, in quanto l'antica chiesa di San Vigilia era la parrocchiale di Monterotondo che ricade nel proprio territorio amministrativo. La Parrocchia spera che oltre ai Comuni sopracitati, dato la rilevanza del sito dal punto di vista storico, di poter accedere a finanziamenti della Provincia, della Regione e dello Stato.
  • 22. PIANO FINANZIARIO DEL PROGETTO ESECUZIONE DI CAMPAGNE ANNUALI DI INDAGINE ARCHEOLOGICA dell'area corrispondente alla chiesa e degli ambienti annessi: I. Opere da Archeologi 2 Opere di scavo e movimento terra compreso assistenza ai lavori, trasporto e accesso alle discariche autorizzate per smaltimento materiale ESECUZIONE di OPERE DI RESTAURO CONSERVATIVO delle strutture architettoniche presenti sull'area al fine di fermarne il degrado e garantirne la loro continuità nel tempo. PERIODICA MANUTENZIONE dell'area conservandola libera da arbusti e vegetazione. VALORIZZAZIONE delle caratteristiche storico-archeologiche-religiose del sito mediante un piano di comunicazione che veda coinvolte le Istituzioni scolastiche, le Amministrazioni Comunali attraverso l'Associazione "Terre di Franciacorta", unitamente a tutti gli operatori economici e turistici della Franciacorta. FORMAZIONE DI UN PARCO ARCHEOLOGICO che documenti e illustri le fasi evolutive dell'antico insediamento. Tutti gli interventi dovranno avere il benestare dell'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Brescia, proprietario del terreno, e saranno assunti dalla Parrocchia di Monterotondo (attraverso contributi e sponsorizzazioni) e/o da altri Enti che si mostreranno sensibili al progetto. L'indagine archeologica e gli interventi di conservazione delle murature dovranno essere sempre autorizzati dalla competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle provincie di Bergamo e Brescia che ne assumerà la direzione scientifica attraverso i propri funzionari di zona. Le opere saranno affidate a professionisti archeologi e restauratori in accordo con la Soprintendenza.
  • 23. Per il biennio 2023-2024 si prevede il seguente quadro economico: Esecuzione di due campagne di indagine archeologica, eseguite da archeologi professionisti con la direzione scientifica della Soprintendenza € 30.000 Movimenti terra € 8.000,00 Consolidamento e restauro delle murature storiche € 15.000,00 Formazione di recinzione perimetrale all'area archeologica e sistemazione percorsi € 5.000,00 Dotazione di adeguata cartellonistica che illustri l'archeologia e la storia del luogo € 4.000,00 Rilievo topografico plano-altimetrico, integrato da riprese con drone € 3.000,00 Manutenzione ordinaria dell'area € 3.000,00 Imprevisti € 2.000,00 Importo lavori € 70.000,00 Per eventuali donazioni/contributi utilizzare i seguenti riferimenti: Banca del Territorio Lombardo-Agenzia di Passirano intestato a Parrocchia San Vigilio di Monterotondo CODICE IBAN IT 34 H 08735 54920 010000952302 Per contatti 333 252 7546 Guido Lazzaroni, Parrocchia San Vigilio di Monterotondo 348 065 9066 Angelo Valsecchi, Associazione Storico-archeologica USPAAA
  • 24. Tracce degli altari addossati alla muratura del catino absidale