More Related Content Similar to Cindinica e orizzonti di Resilienza (20) More from Jessica Sini (11) Cindinica e orizzonti di Resilienza1. 35Martedì 15 Settembre 2020
ISTITUTO NAZIONALE DI RAGIONERIA
Fioranna Negri, presidente della Commissione diritto societario dell’Odcec di Milano
Porsi domande per crescere
Servono curiosità e applicazione per aiutare le imprese
I
n milioni hanno visto la
mela cadere, ma Newton
è stato quello che si è
chiesto perché». È usan-
do questo esempio che il
politico americano Bernard
Baruch, nel corso della car-
riera, ha sempre posto l’ac-
cento sul ruolo importante
che la curiosità può avere
nella vita delle persone e
nel loro percorso profes-
sionale. Non basta, infatti,
sapere che un determinato
meccanismo funziona in un
modo specifico, quello che
realmente fa la differenza
è il chiedersi, e il capire, la
ragione dell’esistenza del
meccanismo stesso. Una re-
gola valida per ogni aspetto
della vita: dalla meccanica,
all’economia e che Fioran-
na Negri, presidente della
Commissione diritto socie-
tario dell’Ordine dei dot-
tori commercialisti e degli
esperti contabili di Milano,
ha istintivamente abbrac-
ciato fin dalle prime espe-
rienze lavorative. «Essendo
cresciuta con l’esempio di
mio padre imprenditore, ho
sviluppato molto presto una
forte attrattiva per tutto
ciò che attiene gli elementi
cardine dell’economia. Con
il tempo, poi, ho preso co-
scienza di dover affiancare
a queste tematiche una buo-
na conoscenza degli aspetti
più strettamente giuridici
che disciplinano l’attività
delle imprese». Ma è dopo la
laurea, grazie ad uno stage
presso una società di revi-
sione, che matura un vero e
proprio interesse per la pro-
fessione. «Uno degli aspetti
che mi è risultato chiaro fin
da subito», ha raccontato, «è
stato il fatto che attraverso
l’attività di revisione avrei
avuto modo di approfondire
le dinamiche aziendali e
analizzare gli argomenti più
problematici delle imprese,
per accrescere, così, le mie
competenze necessarie per
valutare e risolvere situa-
zione complesse e a volte
critiche». Un interesse che
nel corso degli anni ha avu-
to modo di coltivare e im-
plementare con l’iscrizione
all’albo dei commercialisti.
«Quella del commercialista
è una professione che per-
mette di aprire la mente
agli andamenti che sotto-
stanno al nostro tessuto
imprenditoriale e consen-
te di imparare a cogliere
le eccellenze e le criticità
del nostro sistema. Inoltre,
nel corso della mia attività
professionale ho potuto ap-
profondire molte tematiche
con grande soddisfazione,
tra cui quelle inerenti il di-
ritto societario». Nel 2017,
poi, arriva la presidenza
della relativa commissione
presso l’ordine. «Grazie a
questo incarico ho avuto la
possibilità di confrontarmi
con numerosi colleghi che,
come me, sono appassionati
della materia e che, in quan-
to tali, prestano il loro con-
tributo per la realizzazione
di convegni ed elaborati
tecnici che siano di ausilio
per i colleghi. Per merito
dell’operato dell’Odcec», ha
proseguito, «che come Istitu-
zione è ben consapevole di
quali sono le iniziative utili
per arricchire culturalmente
e professionalmente la cate-
goria, stiamo sviluppando
tutti quanti una profonda
consapevolezza dell’impor-
tanza della collaborazione
e del confronto anche con
altre professioni, da cui è
scaturita una importante
interazione con la magistra-
tura di Milano, l’università
degli studi di Milano, e il
consiglio dell’ordine degli
avvocati di Milano sul fronte
della formazione. Quello di
cui sono sempre più convin-
ta, infatti», ha sottolineato
la presidente, «è che più i
professionisti interagiscono
tra loro, più si arricchiscono
culturalmente, più acquisi-
scono sicurezza e capacità. E
quando un professionista si
sente sicuro e preparato su
una materia», ha concluso,
«riesce ancora meglio a far
capire all’imprenditore che
confrontarsi e farsi coadiu-
vare da professionisti terzi
rispetto all’azienda, non
corrisponde a una perdita di
controllo ma ad una ulterio-
re chances di successo».
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Una riforma del sistema fiscale,giudiziario e infrastruttura-
le che sostenga il settore imprenditoriale italiano e,di conse-
guenza, tutte le professioni intellettuali che intorno ad esso
gravitano.È questo il primo passo da compiere per garantire
un futuro all’intero sistema paese,di cui i professionisti sono
parte integrante. Questi ultimi, a loro volta, sono chiamati
a garantire l’erogazione di servizi ad alto valore aggiunto
attraverso la creazione di studi multidisciplinari. «Come
paese», ha raccontato Giovanni Nicola Rocca, presidente
della commissione crisi, ristrutturazione e risanamento di
impresadell’Ordinedeidottoricommercialistiedegliesperti
contabilidiMilano,«continuiamoascontareunritardochesi
accumula dalla fine degli anni ’60 sia per quanto concerne le
infrastrutture, sia per quanto attiene la giustizia ed il fisco.
Questo ritardo», ha proseguito Rocca, «inevitabilmente, si
riflette a cascata sul mondo imprenditoriale e,di conseguen-
za, su tutte le professioni che per loro stessa natura hanno
a che fare con questi settori. Il grido di allarme che come
professionistipercepiamostandoalfiancodegliimprenditori
cresce ogni giorno e se continuerà ad essere ignorato,anche
il nostro contributo come professionisti rischia di essere li-
mitato».Cresciuto professionalmente tra Bologna,Genova e
Milano, due figlie che adora, una grande passione per lo sci,
perlaJuventus,eperlanautica,giocanellasquadradicalcio
di Odcec Milano, con il grande sogno nel cassetto di poter
girare il mondo su due ruote,
sono il forte spirito di indi-
pendenza e la risolutezza
che spingono Rocca prima
verso la libera professione
e, successivamente, verso
l’impegno con l’Odcec di
Milano. «Nel corso degli
anni ho avuto la possibi-
lità di approfondire i temi
aziendalistici», ha raccon-
tato il presidente della
commissione Crisi, «fino a
che non ho avuto modo di
entrare in contatto, prima
della riforma,con tutto ciò
che attiene la ristruttura-
zione ed il risanamento di
impresa.Un settore che mi ha appassionato fin da subito per
la possibilità concreta che offre,di dare un seconda possibili-
tà agli imprenditori e di salvaguardare i posti di lavoro»,ha
sottolineato Rocca. Affinché i commercialisti possano fare
la differenza in questo campo, però, è prima di tutto neces-
sario che sia correttamente compresa l’importanza del loro
ruolo. «Tutte le professioni intellettuali sono al servizio del
mondo delle imprese ma siamo noi i primi a dover dar vita
ad un reale cambiamento
culturale»,ha sottolineato
il presidente, «dobbiamo
metterci nelle condizioni
di essere percepiti come
un investimento e non
come un costo dagli im-
prenditori». Ed è proprio
attraverso il confronto
con culture professionali
differenti che emergo-
no tutte le potenzialità
legate alla creazione di
studi multidisciplinari.
«Come commercialisti
siamo chiamati a fron-
teggiare un mercato che
vede operare già grandi
strutture professionali.
In questa ottica, quin-
di, la strada che siamo
chiamati a percorrere è
già tracciata ma come
professionisti abbiamo
una fondamentale carta
da poter giocare»,ha con-
cluso Rocca.
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GIANNICOLA ROCCA, COMMISSIONE CRISI
Ripartire dalle riforme
Il futuro è cambiato negli ultimi gior-
ni. Come una macchina lanciata ad
alta velocità che subisce un’improv-
visa frenata, ci troviamo cullati nella
nostalgia di un inavverato futuro: tra
il desiderio di tornare a una normalità
scomparsa e il timore di affrontare un
presente incerto e sospeso. Un rapi-
do ed inedito mutamento ha cambia-
to contemporaneamente l’esistenza
di milioni di esseri umani, aprendo
la strada ad una sorta di eterno pre-
sente, una bolla atemporale, una qua-
rantena che ci ha tenuto distanti dalla
amata-odiata routine. Oltre alle con-
seguenze dirette in termini di vittime
e vite spezzate, abbiamo sperimenta-
to la darwiniana lotta per la vita. La
disperata ricerca di un super uomo,
un Ubermensch in grado di tirarci in
salvo, ci ha fatto sentire vicino a chi,
in prima linea, combatteva e combat-
te il virus a viso aperto. Il cahier de
doléance dei primi giorni ha ceduto
tempestivamente il passo a una resi-
lienza, tanto individuale quanto col-
lettiva, mai sperimentata prima: smart
working, remote education, creatività
e riconversione, sono diventate abitu-
dini quotidiane.
D’ora in avanti il tema della possibilità
che qualcosa di infinitesimamente pic-
colo crei in siffatto squilibrio sarà pre-
sente nelle nostre vite e dovremo fo-
calizzarci sull’arginare le conseguenze
socio-economiche ma anche psichiche
del fenomeno. Per fronteggiare l’ele-
vata vulnerabilità della società, negli
anni ‘80 nacque un nuovo campo in-
terdisciplinare: la cindinica, cyndini-
que. L’analisi etimologica ci suggeri-
sce l’origine greca che si collega alla
parola kindynos, ovvero pericolo. La
cindinica fu inventata alla Sorbona
con l’intento di individuare un campo
d’indagine multidisciplinare che rag-
gruppasse, con un approccio olistico,
le varie scienze che da differenti an-
golazioni studiano i rischi maggiori, le
loro conseguenze e gli effetti perversi,
ovvero quelli inizialmente non previ-
sti, latenti e differiti temporalmente
rispetto alle cause. Avvalendosi della
statistica, collabora con altre discipli-
ne, si avvale di tecnologie sofisticate
che consentono di produrre informa-
zioni geo-riferite con modelli che con-
siderano numerosi criteri culturali,
sanitari, economici, educativi, produ-
cendo scenari potenziali equivalenti
per possibilità di traduzione nella
realtà. Un tratto saliente che carat-
terizza gli ecosistemi sociali evoluti
è la sua capacità predittiva infatti, in
grado di saper anticipare il futuro. La
resilienza diviene così una disciplina
predittiva.
Jessica Sini, presidente Neurec
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Cindinica e orizzonti di resilienza
Fioranna Negri
Giovanni Nicola Rocca