1. Clausole nei contratti di mutuo e
leasing che rivelano la presenza di
prodotti derivati
COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Prof. Martino Grasselli
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Clausole nei contratti di mutuo e leasing che rivelano
la presenza di prodotti derivati
COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Premessa
Spesso accade di trovare nei contratti di mutuo per l’acquisto di una
casa delle frasi come questa :
« in ogni caso il tasso variabile
applicabile al mutuo a decorrere
dall’1 (uno) agosto 2001 (duemilauno)
non potrà essere inferiore al 3% (tre per cento) nominale annuo ».
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Premessa
Un altro esempio sono i contratti di leasing, dove si incorre
altrettanto spesso in clausole come questa :
«le variazioni in diminuzione del canone non opereranno oltre la
riduzione di due punti dell’indice di base per l’indicizzazione dei
canoni ».
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COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Cosa hanno in comune queste due affermazioni ?
Innanzitutto in entrambi i casi si introduce una forma di scommessa su una quantità
finanziaria che fluttua in modo aleatorio e imprevedibile.
Infatti sia il mutuo a tasso variabile che il canone di un leasing sono legati alle
fluttuazioni del tasso di interesse, che a seconda dei casi può essere rappresentato
dall’Euribor (i periodi di capitalizzazione più ricorrenti sono 3 e 6 mesi, corrispondenti a
operazioni di prestito di tale durata nel mercato interbancario), eventualmente
aumentato di uno spread (ovvero di un differenziale) che tiene conto del grado di
solvibilità (e quindi del rischio supplementare) dell’ente che richiede il finanziamento.
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Cosa hanno in comune queste due affermazioni ?
In sostanza, in entrambi i contratti la Banca e la società di leasing hanno
introdotto una forma di assicurazione in cui si garantiscono la possibilità di
ricevere una rata o un canone indicizzati a un tasso sufficientemente elevato,
ovvero un tasso che non scende sotto un determinato livello (tale clausola si
chiama anche contratto Floor, appunto un pavimento).
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Cosa hanno in comune queste due affermazioni ?
Si tratta di una clausola trascurabile oppure di un’insidia che può avere
conseguenze gravi?
Per capirlo dobbiamo prima acquisire l’intuizione di quanto un tasso di interesse
possa variare nel tempo.
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Cosa hanno in comune queste due affermazioni ?
A questo scopo, riportiamo nel grafico seguente i valori assunti dal tasso Euribor
3 a partire dal 1999.
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Cosa hanno in comune queste due affermazioni ?
Quello che salta all’occhio immediatamente dalla figura è il carattere altamente
aleatorio (imprevedibile) del tasso.
Inoltre dal grafico precedente risulta che rispetto all’agosto 2001 I tassi si sono
abbassati novevolmente, di conseguenza garantire una rata di un mutuo al tasso
del 3% (aumentato eventualmente di uno spread) oggi rappresenta un onere
non da poco con i tassi attuali addirittura negativi!
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Cosa hanno in comune queste due affermazioni ?
Quindi possiamo subito affermare che la presenza di una clausola
di Floor come quella evidenziata nei due contratti di mutuo e
leasing ha la potenzialità di creare danni notevoli per il soggetto
finanziato.
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
Per poter assegnare un valore di mercato a una tale promessa (molte altre
presenti in finanza), la moderna Finanza Quantitativa ha sviluppato dei modelli
probabilistici che rappresentano attualmente lo standard a livello
internazionale e che sono in uso presso tutte le banche d’investimento. Tramite
questi modelli è possibile quantificare il prezzo di una scommessa fatta sul
valore futuro del tasso di interesse.
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
La cosa fondamentale da capire è che il
procedimento di valutazione non richiede
la conoscenza del valore futuro del tasso,
ma ha invece bisogno di due informazioni
molto più ragionevoli e soprattutto
disponibili al momento della stipula del
contratto.
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
La prima informazione riguarda le aspettative sui tassi di interesse, dette anche
« forward » (regolarmente quotate e condivise dagli operatori di mercato) e la
seconda riguarda la conoscenza della probabilità con la quale il tasso possa
assumere determinati valori, e per questa ci sono modelli e procedimenti di
stima econometrica ben definiti a livello internazionale e che prescindono dal
livello di avversione al rischio o pessimismo dell’individuo (per questo tale
probabilità viene anche chiamata probabilità neutrale al rischio).
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
Per apprezzare la differenza tra conoscere una realizzazione di un evento e la
sua probabilità, consideriamo un semplice esempio basato sul lancio di una
moneta in cui si vince 1 euro se esce Testa, e se ne perde 1 se esce Croce.
Secondo quanto detto, per quantificare il valore di mercato di una tale
scommessa non occorre sapere quale evento si realizzerà tra Testa e Croce
(informazione non disponibile prima del lancio!)
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
La prima informazione riguarda le aspettative sui tassi di interesse, dette anche
« forward » (regolarmente quotate e condivise dagli operatori di mercato) e la
seconda riguarda la conoscenza della probabilità con la quale il tasso possa
assumere determinati valori, e per questa ci sono modelli e procedimenti di
stima econometrica ben definiti a livello internazionale e che prescindono dal
livello di avversione al rischio o pessimismo dell’individuo (per questo tale
probabilità viene anche chiamata probabilità neutrale al rischio).
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
….ma basta sapere con quale probabilità uscirà Testa o Croce, e questo
ovviamente dipende dal fatto che la moneta possa essere onesta (ovvero 50% di
probabilità per entrambi i casi, in tale situazione si parlerà di « fair game », o
gioco equo) o eventualmente truccata (nel qual caso di parlerà di «
sbilanciamento dell’alea »).
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Come quantificare il danno potenziale?
Che valore (premio) assegnare a questa assicurazione ?
I modelli probabilistici utilizzati nelle banche di investimento servono appunto a
stimare tali probabilità, ovviamente in situazioni più complesse per poter
catturare il comportamento del mercato. Dovrebbe essere naturale che in caso
di moneta truccata il gioco non è più equo, e chi ha maggiore probabilità di
vincere debba versare a priori un premio alla controparte (il cosiddetto «
upfront ») perché questa accetti di entrare nella scommessa.
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Cosa prevede la legge italiana in merito alla presenza di derivati?
La legge italiana ha previsto che in presenza di
clausole come quelle citate la banca deve
corrispondere al firmatario il valore monetario del
premio (sotto forma di « upfront »), e in ogni caso
deve dichiarare esplicitamente la presenza di
premi non corrisposti, detti « oneri impliciti» o «
commissioni implicite», e quantificarne il valore di
mercato.
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Cosa prevede la legge italiana in merito alla presenza di derivati?
La quantificazione avviene mediante il calcolo del premio in denaro, oppure
inglobando tale valore nel tasso di finanziamento che risulterà quindi più
elevato (e contribuirà a definire l’ISC, ovvero l’indicatore sintetico di costo che
tiene conto di tutte le commissioni applicate al finanziamento, da dichiararsi
obbligatoriamente a partire dal 2003).
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Cosa prevede la legge italiana in merito alla presenza di derivati?
Se così non avviene, allora la Banca sta violando la legge (in particolare gli Art.
117 del TUB sulla trasparenza dei contratti e l’Art. 21 TUF (D.Lgs. 24 febbraio
1998, n.58) che disciplina la materia dei contratti aventi in oggetto strumenti
finanziari) e in questo caso si parla di « oneri occulti » (o « commissioni
occulte ») del contratto, oppure di un ISC non conforme a quello applicato.
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COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Quali conseguenze nel caso si accerti la presenza
di commissioni occulte?
Nel caso si dimostri che l’ISC applicato non corrisponde a quello dichiarato, l’Art.
117 del TUB prevede che gli interessi vengano ricalcolati a un tasso molto più
basso (tipicamente il tasso di rendimento dei titoli di stato). Per capire l’impatto
di questa conseguenza attraverso un esempio pratico, su un finanziamento di
300 mila euro finanziati intorno al 2003 e indicizzati al tasso variabile Euribor 3
mesi + 3% di spread si possono recuperare ad oggi circa 75 mila euro di
interessi!
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COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Quali conseguenze nel caso si accerti la presenza
di commissioni occulte?
Ci sono casi anche più gravi dove si parla addirittura di reato di usura: se infatti il
tasso applicato al finanziamento (tenendo conto del valore di mercato della
clausola) supera il tasso soglia della relativa classe di finanziamento, allora si
parla di usura contrattuale, e di conseguenza la legge n.108 sull’usura del 1996
(tuttora vigente) stabilisce che non sono dovuti interessi, ovvero possono
essere recuperati tutti gli interessi già pagati. Nell’esempio precedente si arriva
a un totale di interessi recuperabili che si aggira intorno ai 130 mila euro sui 300
mila finanziati.
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COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Come comportarsi in presenza di contratti di mutuo o di leasing
con clausole di tipo Floor o simili?
Partiamo da una considerazione
generale: di fronte un contratto
scritto in modo indecifrabile, prima
di firmarlo è sempre meglio
affidarsi a un serio professionista.
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COME VALUTARNE L’IMPATTO FINANZIARIO?
Come comportarsi in presenza di contratti di mutuo o di leasing
con clausole di tipo Floor o simili?
QuantaFinanza svolge questo tipo di consulenza da anni e affianca i propri
clienti nelle strategie di copertura sui tassi di interesse e in generale
nell’individuare anomalie e potenziali criticità nei contratti di finanziamento
proposti dagli operatori finanziari.
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Come comportarsi in presenza di contratti di mutuo o di leasing
con clausole di tipo Floor o simili?
Se invece il contratto è già stato stipulato, rimane comunque importante
affidarsi al consulente per un’analisi delle potenziali anomalie. In base al nostro
database, più dell’80% dei contratti presenta anomalie, e in più del 50% dei
casi tali anomalie hanno dei risvolti finanziarmente molto interessanti per
l’imprenditore.