9. Questa bufala nasce da una truffa sfrontata che ha causato delle vittime ed è
talmente spacciata per vera che qualcuno finisce per crederci, anche i giornalisti,
che così diffondono notizie allarmanti e infondate tradendo il loro dovere di ricerca
di fonti autorevoli
18. •Si ringraziano la S.r.l.
KAPPAMED e l’ing. Mario
Palermo per la collaborazione
fornita
…E QUAL È LA SCATOLA «Schrödinger»
DEI DOTTORI?
19. Il nostro metodo
ABBIAMO RACCOLTO TUTTI I DATI DEI
NOSTRI PAZIENTI AMMALATI DI TUMORE
CONTENUTI NEI NOSTRI COMPUTER.
ABBIAMO COSI OTTENUTO UN REGISTRO
DEI TUMORI DELLA NOSTRA CITTÀ.
20. I dati ottenuti, in maniera assolutamente anonima, sono
stati «ripuliti» e classificati secondo alcuni parametri:
Sesso, età, diagnosi, età attuale, età alla diagnosi, indirizzo
Abbiamo attribuito ad ogni caso un indirizzo di residenza
Abbiamo fatto il GEOCODING, ovvero abbiamo trasformato
gli indirizzi in coordinate geografiche
Questo metodo ci ha permesso la
GEOREFERENZIAZIONE
ovvero la distribuzione dei singoli casi sul
Territorio, quartiere per quartiere, strada
per strada
21. EPI.CA
Cancro e territorio
L’idea, il progetto, la
sfida
Cos’è Progetto EPI.CA.? Un osservatorio permanente del fenomeno cancro nel
Distretto sanitario di Casoria
L’ Idea Nasce a Gennaio 2013 tra i Medici di Medicina Generale
ed il Distretto Sanitario 43 di Casoria
Il Progetto È quello di allestire un osservatorio epidemiologico
permanente in grado di sorvegliare l’andamento del
fenomeno cancro nel Territorio del Distretto 43,
monitorare la prevalenza, l’incidenza e la mortalità
locali e paragonare i dati locali a quelli nazionali.
La Sfida Consiste nel fotografare l’andamento del fenomeno
cancro sul nostro territorio, attraverso una
metodologia di raccolta dati unica ed originale.
22. La confusione terminologica
"un caos senza precedenti che
rischia di danneggiare ancora di
più il nostro territorio".
Le definizioni vanno chiarite per
ridimensionare la maniera
sensazionalistica con la quale
aumenta la preoccupazione dei
cittadini e la sfiducia nelle
istituzioni.
23. Misure di Frequenza
In epidemiologia abbiamo 2 importanti misure di frequenza
IncidenzaPrevalenza
24. PREVALENZA ED INCIDENZA
La PREVALENZA è la percentuale di persone
che, fissato un tempo X, hanno
precedentemente avuto una diagnosi di
patologia oncologica
Consente di definire la frequenza con cui ci si
ammala e la durata della malattia e
quantifica la presenza di una malattia in un
popolazione in un determinato momento o
in un determinato periodo.
L’INCIDENZA misura la frequenza con la
quale un evento si verifica in una
popolazione in un determinato periodo di
tempo
Quindi esprime il numero dei nuovi eventi in
una popolazione in un determinato periodo
di tempo, generalmente un anno
( tasso di incidenza ). RAPPORTO TRA PREVALENZA ED INCIDENZA
25. I tumori nella
città di Casoria:
confronto con i
dati nazionali
Studio osservazionale
descrittivo periodale sulla
prevalenza delle malattie
neoplastiche nel distretto di
Casoria
28. TASSO D'INCIDENZA NUOVI CASI
ANNO NUOVI CASI INCIDENZA
2008 435 548,71
2009 358 452,47
2010 327 412,25
2011 403 508,49
2012 447 564,51
TOTALE 1970 SU 100.000
35. Conclusioni
I tassi d’incidenza rilevati risultano inferiori a quelli
nazionali ma la tendenza all'aumento riscontrata indica il
raggiungimento dei tassi nazionali entro i prossimi 5 anni
I dati presentati mostrano un aumento delle malattie
neoplastiche nella nostra città
L'aumento è più evidente in alcune zone come il Centro e
Arpino/ Cittadella e per motivi non legati
all'invecchiamento della popolazione
I motivi di tale maggiore incidenza possono essere
verosimilmente legati all'inquinamento industriale e
criminale subito dalle zone in questione
36.
37. L'INQUINAMENTO
.
Centro Europeo Ambiente e Salute, Istituto Superiore della Sanita (Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria),
Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto Fisiologia Clinica), Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania ed Agenzia
Regionale Protezione Ambiente della Campania.Rapporto Ministero Salute; 15 dicembre 2009
correlazione
statisticamente significativa fra inquinamento ambientale
e tumori e malformazioni congenite nella provincia di
Napoli e Caserta
polmone
fegato
rene
vescica
Conclusioni
38. INDUSTRIA AMBIENTE E SALUTE
Una convivenza difficile e necessaria
Bonificare conviene,
i costi delle bonifiche o di messa in
sicurezza sul piano ambientale sono
spesso
elevatissimi. non si pensa mai, in
termini prospettivi, a quantificare
economicamente le malattie o le morti
Conclusioni
39. Ma è solo un problema di
inquinamento?
Conclusioni
40. Conclusioni
la forte presenza di fattori di
rischio non correggibili da
parte del singolo cittadino
non deve esimerci
dall'osservanza delle norme
personali di corretto
comportamento di
prevenzione personale
ad esempio: le cattive
abitudini alimentari sono
responsabili di circa tre
tumori su dieci
41. I numeri del cancro in Italia 2012. AIOM e AIRTUM luglio 2012
42. Osservazione continua
Il progetto EPI.CA è attivo
quotidianamente negli ambulatori dei
MMG E PLS.
La raccolta di dati è continua e nei
prossimi mesi informeremo con dati
sempre più acccurati e precisi la
cittadinanza assicurando un controllo
continuo e capillare della salute
nel 1935 Erwin Schrödinger tentando di spiegare la teoria di Copenaghen della fisica quantistica propose un esperimento in cui un gatto viene messo in una scatola con una fialetta sigillata di veleno che si romperà in un momento casuale. Adesso siccome nessuno sa se e quando il veleno verrà rilasciato finché la scatola non sarà aperta il gatto può essere considerato sia vivo che morto
Nella società odierna siamo sommersi di dati che viaggiano alla velocità della luce, eppure la mancanza di familiarità con il ragionamento statistico è molto diffusa, anche fra persone colte e questo produce un’infinità di scelte sbagliate. A volte con effetti poco rilevanti, altre volte con conseguenze anche gravi per la salute o la sicurezza pubblica. Eppure per ragionare in maniera statistica non c’è bisogno di conoscere la statistica, intesa come materia universitaria piena di formule e modelli matematici che fa penare tanti studenti, ma solo di ragionare in maniera diversa di fronte agli eventi della vita quotidiana, senza lasciarsi condizionare da pregiudizi e stereotipi.
Nella società odierna siamo sommersi di dati che viaggiano alla velocità della luce, eppure la mancanza di familiarità con il ragionamento statistico è molto diffusa, anche fra persone colte e questo produce un’infinità di scelte sbagliate. A volte con effetti poco rilevanti, altre volte con conseguenze anche gravi per la salute o la sicurezza pubblica. Eppure per ragionare in maniera statistica non c’è bisogno di conoscere la statistica, intesa come materia universitaria piena di formule e modelli matematici che fa penare tanti studenti, ma solo di ragionare in maniera diversa di fronte agli eventi della vita quotidiana, senza lasciarsi condizionare da pregiudizi e stereotipi.
In tutto ciò i mass media non fanno altro che confonderci ulteriormente e accrescono quelli che sono detti bias cognitivi, ovvero delle frequentissime forme di distorsione della valutazione o mancanza di oggettività di giudizio causate da pregiudizi e/o interiorizzazione di concetti stereotipati.
Il riscaldamento globale, i terremoti e gli uragani e gli altri disastri naturali sono conseguenza diretta della diminuzione del numero dei pirati fin dal XIX secolo. È stato fornito un grafico che prova la proporzionalità inversa tra il numero dei pirati e la temperatura globale, i cui dati sono stati ovviamente inventati di sana pianta (indica solo 17 pirati nel mondo moderno, una stima bassissima). Questo "dogma" serve a dimostrare il noto principio che una correlazione non implica necessariamente un rapporto di causalità, ed è anche mirato a prendere in giro chi manipola i dati e la loro rappresentazione per ottenere dei grafici confacenti alle proprie teorie.
A volte i mass media e la pubblicità hanno una grande responsabilità nel cercare di dirottare la nostra attenzione verso certi aspetti[7] e in più abbiamo visto che alcuni meccanismi del nostro cervello, se non sappiamo ragionare statisticamente, ci ingannano. Ad esempio, in genere le persone hanno meno paura dei rischi legati a uno stile di vita non salutare piuttosto che della quantità di pesticidi contenuta negli alimenti. I dati statistici invece ci dicono che è molto più probabile morire per malattie legate allo stile di vita, come le cardiopatie.
Un altro errore cognitivo, molto frequente, nasce dal credere che due fenomeni sono uno la causa dell’altro, quando in realtà così non è. L’esempio del pollo di Russel è famoso. Il pollo ogni giorno è contento di vedere il contadino, perché questi gli porta il cibo. Ma se sapesse il vero motivo che muove le azioni del suo padrone, ovvero farlo ingrassare per poi ucciderlo e mangiarlo, allora smetterebbe di andargli incontro ogni mattina tutto giulivo. Questo esempio è spesso usato nei corsi di statistica per spiegare la differenza fra correlazione (cioè osservare ripetutamente la manifestazione simultanea di due fenomeni) e la spiegazione causale, cioè capire se e perché un fenomeno è la conseguenza logica di un altro. Molte persone, e molti polli, confondono la causazione con ciò che invece è semplicemente una correlazione. Questo perché siamo portati sempre a dare una spiegazione agli eventi che osserviamo. Ma se un evento si verifica quando se ne verifica anche un secondo, non significa che uno è la causa dell’altro. Altro contesto è quello in cui non siamo capaci di ragionare sulla vera pericolosità di un evento e sui reali rischi che ne derivano. E’ la mancanza del ragionamento statistico che, ad esempio, porta molti ad aver paura dell’aereo e poi a non indossare le cinture di sicurezza in macchina. Oppure a curarsi con medicine fatte di acqua e zucchero, o fare delle diete assurde e totalmente prive di scientificità, solo perché qualcuno dice che funzionano. Ed in effetti per qualcuno funziona davvero, ma non bastano due amiche in palestra che fanno la dieta del minestrone e che al contempo sono dimagrite per dire che quella dieta fa dimagrire
I progressi in medicina avvengono dopo studi ripetuti, conferme, esperimenti riprodotti da vari ricercatori che devono convergere e convincere: è il metodo scientifico, da un’ipotesi si passa a un dato oggettivamente plausibile. C’è chi invece, per interessi personali, malafede, incompetenza o avidità non ha alcun vantaggio a seguire le regole e si muove nel sottobosco della pseudoscienza costruendo volontariamente conclusioni inattendibili con un unico scopo: guadagnare denaro. “Tre uomini fanno una tigre” è un detto cinese che simboleggia come una premessa infondata, ripetuta di continuo, è trasformata in realtà ed il caso “vaccini-autismo” ne è proprio un esempio lampante essendo tra le leggende mediche più diffuse: le vaccinazioni causerebbero l’autismo.
Questa bufala nasce da una truffa sfrontata che ha causato delle vittime ed è talmente spacciata per vera che qualcuno finisce per crederci, anche i giornalisti, che così diffondono notizie allarmanti e infondate tradendo il loro dovere di ricerca di fonti autorevoli. L’autismo è un disturbo dello sviluppo psichico che insorge solitamente nell’infanzia e che comporta non solo notevoli difficoltà sociali ma sacrifica intere famiglie, soprattutto per la mancanza di strutture di assistenza preparate e diffuse nel territorio, non esiste una causa certa o singola definita ma molti studi indirizzano verso una componente genetica, lo sviluppo delle tecniche diagnostiche e l’aumentata attenzione sul problema hanno incrementato il numero di diagnosi, tanto che negli ultimi anni i casi di autismo sembrano aumentati vertiginosamente ma in realtà la sua incidenza è identica nelle varie fasce d’età (circa l’1%), dimostrando come non siano aumentati i casi ma il numero di diagnosi (non aumenta l’incidenza negli anni ma il numero di casi diagnosticati). Chi non conosce l’origine della vicenda potrà trovarla incredibile e sorprendente.
Questa storia inizia nel 1998: Andrew Wakefield, un ex medico inglese, pubblicò su Lancet uno studio secondo il quale in alcuni bambini vi era un’associazione tra problemi intestinali, disturbi dello sviluppo e fattori ambientali. Lo studio destò scetticismo (campione molto ridotto, test discutibili, conclusioni forzate) ma il suo autore cominciò una serie di conferenze annunciando la scoperta di una correlazione tra vaccino trivalente MPR (anti morbillo, parotite, rosolia) e autismo, consigliando, al posto di questo, una vaccinazione singola per ogni malattia, formulazione che non esisteva in commercio. La scarsa prudenza di Wakefield ebbe alcune conseguenze. La prima fu il crollo delle vaccinazioni in Inghilterra: il risultato fu un’epidemia di morbillo che causò oltre mille casi e due decessi, la seconda fu la scoperta che l’ex medico aveva già brevettato (UK patent application number 9711663.6) un sistema di vaccinazioni singole (e guarda caso una cura per i problemi intestinali dei soggetti autistici): esattamente ciò che consigliava nelle sue conferenze. Il conflitto d’interessi era più che un sospetto fino alla scoperta di un finanziamento (oltre 500.000 sterline) a Wakefield da parte di un avvocato che sosteneva cause di risarcimento contro lo stato per bambini autistici con presunti danni da vaccino. Al legale mancava un appiglio scientifico (visto che fino ad allora nessuno studio aveva sospettato questa correlazione) e Wakefield lo fornì, barando. La scoperta ebbe sviluppi imprevisti. Molti dei coautori dello studio chiesero la rimozione del loro nome dalla ricerca, si scoprirono gravi irregolarità sia etiche (bambini pagati poche sterline per prelevarne il sangue, esami molto invasivi effettuati senza necessità) che scientifiche (dati falsificati, manipolati, scorretti) altri studiosi di tutto il mondo provarono a replicare lo studio ma nessuno ci riuscì, un giornalista scoprì che il medico aveva consapevolmente falsificato la maggioranza dei dati (quasi tutti i bambini non avevano anomalie intestinali, in molti di essi i sintomi autistici erano iniziati prima della vaccinazione…) e Wakefield tentò di recuperare con unostudio che smentiva le sue stesse conclusioni, ma era troppo tardi, la sua frode era al capolinea, il declino era appena iniziato quandoammise praticamente tutto. Lo studio fu ritrattato da Lancet, il medico radiato dall’ordine britannico e relegato a comparsa in programmi di ufologia e paranormale. Tutto qui, la leggenda che i vaccini siano correlati all’autismo è fondata su una patetica frode oggi simbolo di malafede scientifica (come dichiarato anche dal BMJ: “La chiara evidenza della falsificazione dei dati ora dovrebbe chiudere la porta a questa dannosa paura dei vaccini”). Ma per alcuni antivaccinisti Wakefield resta incredibilmente un guru.
La scienza però non si ferma e nonostante tutto studia il presunto nesso (è uno degli argomenti più studiati degli ultimi anni)confermandolo come inesistente.
Nonostante questa brutta storia, in tutto il mondo esistono diverse persone che continuano a diffondere ad arte e plagiando numerosi genitori questi allarmi ingiustificati: per loro, nonostante tutto, la leggenda è realtà con conseguente offerta di cure inventate, team di avvocati per richieste di risarcimento ed associazioni di sostegno, kit completo, tutto in vendita sulla pelle dei bambini. La stanchezza e lo scoraggiamento di molte famiglie sono il primo motivo che le fa cadere in queste trappole e senza nessuno scrupolo si continua a spargere terrore e disinformazione, spesso in nome del denaro. Vile ma capace di tutto.
vaccinazioni
Certamente. Oltre alla qualità, conta molto anche la quantità di cibo assunta quotidianamente. Molte ricerche si sono soffermate sul legame tra il cancro e l'obesità , tanto che gli esperti dell'International Agency for Research on Cancer (IARC) ritengono che dall'eccesso di peso, conseguenza di un'alimentazione sbilanciata e dalla scarsa attività fisica, possa dipendere dal 25 al 30 per cento di alcuni dei tumori più comuni, come quelli del colon e del seno. La recente analisi di un gruppo di ricercatori olandesi pubblicata sull'European Journal of Cancer ha stimato che se in Europa scomparissero obesità e sovrappeso, la frequenza di nuovi casi di cancro al colon scenderebbe del 20 per cento l'anno.
Ma il rischio di essere troppo grassi non riguarda solo l'intestino: secondo gli studi epidemiologici gli obesi hanno maggiori probabilità, rispetto a chi ha un peso normale, di ammalarsi al rene e all'esofago. Le donne, dopo la menopausa, hanno un rischio aumentato al seno e alla superficie interna dell'utero, l'endometrio. Studi recenti suggeriscono che l'obesità potrebbe quadruplicare il rischio di sviluppare un cancro al fegato e che al peso del paziente può corrispondere la dimensione del tumore alla prostata e la sua aggressività. Infine sono stati segnalati legami anche con il tumore al pancreas, alle ovaie, alla colecisti.
Talvolta la taglia non incide solo sul rischio di ammalarsi, ma anche sull'andamento della malattia stessa. Al contrario, una riduzione del peso corporeo anche solo del 5-10 per cento e un incremento dell'attività fisica possono produrre effetti positivi.
L'Italia non è immune da esempi altrettanto tragici proprio
in relazione a condizioni giunte alla ribalta della cronaca
recente: uno studio commissionato dalla Protezione
Civile a cui hanno partecipato esponenti della Organizzazione
Mondiale della Sanità(*) ha rilevato una correlazione
statisticamente significativa fra inquinamento ambientale
e tumori e malformazioni congenite nella provincia di
Napoli e Caserta. Sono stati evidenziati eccessi significativi
della mortalità per tumore del polmone, fegato, stomaco,
rene e vescica e di prevalenza delle malformazioni
congenite totali, degli arti, del sistema cardiovascolare e
dell'apparato urogenitale nei comuni delle due province
in cui sono più numerosi i siti di smaltimento illegale dei
rifiuti tossici
(*) Centro Europeo Ambiente e Salute, Istituto Superiore della Sanita (Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria), Consiglio Nazionale delle
Ricerche (Istituto Fisiologia Clinica), Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania ed Agenzia Regionale Protezione Ambiente della Campania.
Rapporto Ministero Salute; 15 dicembre 2009
Sulla base delle conoscenze attuali, si stima che circa l’80% dei tumori possa
essere prevenuto. La maggior parte dei tumori causati dal fumo di sigarette,
da errata alimentazione, dall’abuso di alcool, dall’obesità e dall’inattività
fisica, potrebbero essere prevenuti. Altri tumori correlati ad agenti infettivi,
quali il virus dell’epatite B (HBV), il virus dell’epatite C (HCV), il virus del papilloma
umano (HPV), il virus dell’immunodeficienza (HIV), il batterio Helicobacter
pylori (H. pylori), potrebbero essere prevenuti cambiando stile di vita,
e debellando l’agente infettivo tramite vaccini o antibiotici. Inoltre per molti
tumori la partecipazione ai programmi di screening di riconosciuta efficacia
rende possibile la diagnosi e la rimozione di lesioni invasive in stadio precoce
o in fase premaligna.