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ESEMPI DI FORME GEOMETRICHE NON
             EUCLIDEE



Cescon Alessandro, Luong Kim, Stangherlin Chiara
IL TRIANGOLO DI REULEAUX
Il triangolo di Reuleaux è una curva convessa disegnata su un
triangolo equilatero, nella quale tutti i punti della curva sono
equidistanti dal vertice opposto.
Il suo ideatore, l’ingegnere e matematico Franz Reuleaux
(1829-1905), sostituì ai lati di un triangolo equilatero archi di
circonferenza, di raggio pari al lato e con centro nel vertice
opposto.

Applicazioni
- Sono comunemente utilizzate punte di trapano a forma di
triangolo di Reuleaux per realizzare fori approssimativamente
quadrati.
- Molti plettri per suonare impiegano il triangolo di Reuleaux.
- Le matite prodotte con questa forma, piuttosto che di sezione
circolare o esagonale, hanno una minore probabilità di
scivolare dai banchi (il baricentro sale e scende maggiormente
rispetto alle altre forme).
- Fa parte del meccanismo dei moderni proiettori.
-Il suddetto triangolo, pressoché invariato nella forma, è anche
la sezione del rotore nel Motore Wankel.
                                          http://www.etudes.ru/it/etudes/koleso/
Il motore rotativo di tipo Wankel
Felix Wankel (1902-1988) concepì, negli anni Venti, una variante di motore a
combustione interna.
Questa soluzione utilizza un particolare “pistone” rotante a forma di triangolo di
Reuleaux; non si muove di moto rettilineo alternato ma ruota intorno a un asse;
effettua come un qualsiasi convenzionale motore a pistoni i quattro tempi:
aspirazione, compressione, esplosione-espansione, scarico, ma ne realizza
tre contemporaneamente.



Dal brevetto ai tentativi industriali
Negli anni Cinquanta Wankel realizzò il prototipo per la
tedesca NSU che continuò la sperimentazione
assieme ad altri costruttori (ne uscì un’unica
vettura, la Ro80); alla fine gettò la spugna; non
la Mazda (accordo nel ’60) con cui ha
avuto 45 anni di utilizzo e sviluppo arrivando
alla produzione in serie.


Fonti:
http://www.motori.it/tecnica/13525/mazda-rx-8-fuori-produzione-addio-al-motore-wankel.html
http://www.alfonsomartone.itb.it/vglavh.html
http://www.wroar.net/pages/motore-wankel.html
http://digilander.libero.it/rm001/ing/wankel.htm
Difetti di questo motore:
Il regime rotazionale elevato (oltre 9000 giri/min) e la geometria del motore fanno sì che
  sulle pareti vadano ad impattare in rapida successione fluido freddo e fluido caldo. Le
prime versioni di questo motore avevano quindi una scarsa affidabilità (il motore andava
    sostituito anche dopo meno di 100.000 km) ed una combustione non completa che
                         portava ad elevate emissioni inquinanti.
L’ANELLO DI MOEBIUS
    Aspetti tecnici: La cosa singolare di questa strana forma è che se proviamo a
percorrere con un dito la superficie dell’anello, scopriamo che ritorniamo al punto di
partenza senza mai staccare il dito: l’anello di Moebius infatti non ha due facce, una
    inferiore e una superiore, a differenza di un normale anello di carta, cioè di un
cilindro, ha una sola superficie. Se una formica percorresse tutto l’anello, alla fine si
 ritroverebbe al punto di partenza, senza “salti” o “stacchi”, come accade invece su
   un cilindro normale. E questo ha scatenato la fantasia del “pittore matematico”
   Mauritius Cornelius Escher che ha introdotto questa forma curiosa in molte sue
     opere. La più famosa è proprio un anello di Moebius percorso dalle formiche.

 Non solo: il nastro di Moebius è ricco di altre stupefacenti proprietà: se una trottola
    gira destrorsa lungo tutta la striscia, al suo ritorno nel punto di partenza avrà
 cambiato il senso di rotazione diventando improvvisamente sinistrorsa. Questo è il
motivo per cui le superfici "non orientabili di Moebius hanno spinto in più occasioni la
fantasia degli artisti a soluzioni di fanta-matematica come quella appunto di un treno
   che scompare girando all'infinito senza tornare mai più nel punto di partenza.
Applicazioni: Il nastro di Moebius è ancora oggi molto popolare: esso è usato per giochi di
                prestigio, sculture, gioielli, musiche e applicazioni di ogni genere.

- Ad esempio, portò alla realizzazione di brevetto cinese di un trenino che viaggia su binari Moebius;
un treno quindi che percorre un percorso senza fine: tutto questo scatenò la fantasia del regista
argentino Mosquera, il quale ne immaginò un film.
- In cinematografia, il principio dell'anello di Moebius è stato applicato nella filmografia per
sovrapporre le immagini, per creare dissolvenze.
- In meccanica: Le cinghie di trasmissione possono utilizzare il nastro di Moebius per distribuire
l'usura sulle due facce (e quindi durare di più). Un esempio di questa applicazione è rappresentato
nelle vecchie trebbiatrici, che ricevevano il moto da un trattore posto ad alcuni metri tramite una
cinghia con le facce incrociate
- In matematica: Lo studio del nastro di Moebius è stato molto importante per la storia della
matematica e ha contribuito a porre le basi della scienza chiamata topologia. Questa è una branca
della matematica che studia le proprietà delle superfici e dei volumi che non cambiano anche in
seguito a deformazioni continue, che non prevedono cioè tagli, buchi o altre interruzioni della
superficie. Per esempio, la superficie di un cubo si può deformare in modo continuo in quella di una
sfera “gonfiandola” dall’interno. Invece per deformare un normale nastro cilindrico in un nastro di
Moebius occorre interrompere la sua continuità: bisogna tagliarlo e rincollarlo scambiando destra e
sinistra.
Clive Sinclair con lo Spectrum QL (Quantum Leap, che in inglese sta a
  significare sia "salto quantico", che "innovazione discreta" in un determinato
     ambito) sperava di imporre la propria idea al resto del mercato ovvero i
microdrive: si tratta di microcassettine con un nastro continuo infinito (il nastro di
   Moebius) che giravano ad altissima velocità, però molto inaffidabili perché
  talvolta inceppavano il nastro. Utilizzando il nastro di Moebius era possibile
realizzare cartucce dati (dei supporti di memoria) a nastro magnetico registrato
   su entrambe le facce: l'accorgimento permette di raddoppiare lo spazio di
memorizzazione; il nastro ritorto permette alla testina di leggere sia il lato A che
                                       il lato B.
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sinclair_QL
http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/Matematicae/Aprile_07/AnelliMobius.htm
http://www.focus.it/scienza/quali-caratteristiche-ha-il-nastro-di-moebius_C39.aspx
LA PSEUDOSFERA DI BELTRAMI
Lobacevskij nel 1829 e Bolyai nel 1832 avevano scritto dei saggi in cui
 dimostravano la possibilità di geometrie differenti da quella di Euclide.

Il matematico italiano Eugenio Beltrami trovò una superficie di rotazione
   a cui aveva dato il nome di pseudosfera: essa ha curvatura costante
     come una sfera ma di segno negativo. Ad oggi rappresenta una
      superficie particolarmente adatta a studiare sopra un modello
     concreto, sia pure parziale, la geometria non euclidea iperbolica.

  Beltrami aveva ottenuto le pseudosfera dalla rotazione di una curva
                   studiata da Minding, la trattrice.
Le questioni di filosofia naturale sono state determinanti nelle ricerche di
      Beltrami: i suoi scritti di carattere fisico e fisico-matematico sono tesi al
      tentativo di fornire una spiegazione meccanica della propagazione dei
   fenomeni mediante le deformazioni di un etere che pervade l'intero universo.
Secondo Beltrami, l'universo non era necessariamente euclideo; egli tentava in
  più occasioni di interpretare meccanicamente la trasmissione dei fenomeni
elettrici, magnetici ed elettromagnetici assumendo che lo spazio fosse dotato di
curvatura e, in particolare, supponeva che l'etere riempisse uno spazio sferico,
    pseudosferico o euclideo a seconda del fenomeno che vi aveva luogo.
 Ma gli strumenti matematici indispensabili allo studio degli spazi non euclidei
                  erano già stati introdotti da Riemann, nel 1854.
In seguito, la loro teoria secondo cui l'universo collabori alla propagazione delle
    forze mediante una variazione della curvatura venne confermata, molti anni
                   più tardi, con la teoria della relatività di Einstein.


      Fonti:
      http://www.sba.unipi.it/content/contenuto-aggiuntivo/i-contributi-di-betti-beltrami-alla-fisica-matematica-italiana
      http://www.matematicamente.it/cultura/storia_della_matematica/la_pseudosfera_di_beltrami_200709041435/
      http://progettomatematica.dm.unibo.it/NonEuclidea/File/Beltrami1.htm
      http://progettomatematica.dm.unibo.it/Curve%20celebri/modern/trattrice.html
LA BOTTIGLIA DI KLEIN
La bottiglia di Klein fu descritta nel 1882 dal matematico tedesco Felix Klein. Klein fondò a Gottinga
 un istituto di matematiche applicate, autore di rilevanti contributi alla geometria, studiò le superfici
                         algebriche e si interessò ai fondamenti della geometria.

  La bottiglia di Klein si può immaginare nello spazio tridimensionale: basta prendere una normale
  bottiglia, allungarne il collo, piegarlo e farlo penetrare nel fianco della bottiglia stessa, fino a farlo
uscire sul fondo. Tale auto-intersezione non si vedrebbe se potessimo rappresentare la superficie in
             dimensione 4, ma siamo costretti a utilizzarla per raffigurarla in dimensione 3.

 La bottiglia di Klein è una particolare figura geometrica non orientabile, nella quale cioè non si può
                        individuare un sopra e un sotto, un esterno e un interno.

 Bottiglia di Klein e nastro di Moebius sono “parenti”: è possibile tagliare una bottiglia di Klein in
modo da ottenere due nastri di Moebius (ovvero incollare due nastri di Moebius in modo da ottenere
                                       una bottiglia di Klein).
Konrad Polthier aveva a disposizione un modello in vetro della
 bottiglia e ha provato a riempirla con dell’acqua; nel fare ciò l’aria
 all’interno non riusciva ad uscire. Ha pensato di testare la bottiglia
come termometro e ha colorato l’acqua (aggiungendo alcuni cristalli
 di permanganato di potassio) per evidenziarne il livello. In questo
     modo, quando fuori faceva freddo, l’aria dentro la bottiglia si
            comprimeva e il livello dell’acqua si abbassava.

    Fonti:
    http://www.focus.it/scienza/che-cose-la-bottiglia-di-klein_1_C39.aspx
    http://plus.maths.org/content/imaging-maths-inside-klein-bottle
    http://scienzapertutti.lnf.infn.it/index.php?
    option=com_content&view=article&id=1691:0390-che-cose-la-bottiglia-di-
    klein&catid=142:tutte-le-risposte&Itemid=347
LA SUPERFICIE DI DINI
  Ulisse Dini si laurea in matematica a Pisa a soli 19 anni, si
perfeziona a Parigi sotto la guida di Hermite e ritorna in Italia
   per aggiornare la ricerca matematica italiana nel campo
  dello studio delle superfici, dell'analisi reale e dell'algebra.
  Nel 1877 gli viene assegnata anche la cattedra di Analisi
 Infinitesimale e pubblica un libro sui fondamenti della teoria
                  delle funzioni di variabili reali.


 La superficie di Dini può essere vista come una "torsione"
   della pseudosfera di Beltrami. Più precisamente, è una
   superficie ottenuta assegnando a una trattrice un moto
  elicoidale intorno alla propria retta caratteristica. È quindi
  una superficie elicoidale. Per confronto, la pseudosfera è
  ottenuta facendo ruotare una trattrice intorno alla propria
 retta caratteristica, ed è quindi una superficie di rotazione.

           Fonti:
           http://daubau.it/enciclopedia/Superficie_di_Dini
           http://xoomer.virgilio.it/amacavirtuale/curioso_sette.html
           http://www.doyouplaymathematics.it/old/inversione/index.html
In basso a sinistra vediamo un fiore in cui
è ravvisabile un richiamo alla superficie di
               Dini: la Calla.
In basso a destra vediamo l'helicoradian,
  fiore presente nel film Avatar di James
                 Cameron.

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Forme geometriche non euclidee

  • 1. ESEMPI DI FORME GEOMETRICHE NON EUCLIDEE Cescon Alessandro, Luong Kim, Stangherlin Chiara
  • 2. IL TRIANGOLO DI REULEAUX Il triangolo di Reuleaux è una curva convessa disegnata su un triangolo equilatero, nella quale tutti i punti della curva sono equidistanti dal vertice opposto. Il suo ideatore, l’ingegnere e matematico Franz Reuleaux (1829-1905), sostituì ai lati di un triangolo equilatero archi di circonferenza, di raggio pari al lato e con centro nel vertice opposto. Applicazioni - Sono comunemente utilizzate punte di trapano a forma di triangolo di Reuleaux per realizzare fori approssimativamente quadrati. - Molti plettri per suonare impiegano il triangolo di Reuleaux. - Le matite prodotte con questa forma, piuttosto che di sezione circolare o esagonale, hanno una minore probabilità di scivolare dai banchi (il baricentro sale e scende maggiormente rispetto alle altre forme). - Fa parte del meccanismo dei moderni proiettori. -Il suddetto triangolo, pressoché invariato nella forma, è anche la sezione del rotore nel Motore Wankel. http://www.etudes.ru/it/etudes/koleso/
  • 3. Il motore rotativo di tipo Wankel Felix Wankel (1902-1988) concepì, negli anni Venti, una variante di motore a combustione interna. Questa soluzione utilizza un particolare “pistone” rotante a forma di triangolo di Reuleaux; non si muove di moto rettilineo alternato ma ruota intorno a un asse; effettua come un qualsiasi convenzionale motore a pistoni i quattro tempi: aspirazione, compressione, esplosione-espansione, scarico, ma ne realizza tre contemporaneamente. Dal brevetto ai tentativi industriali Negli anni Cinquanta Wankel realizzò il prototipo per la tedesca NSU che continuò la sperimentazione assieme ad altri costruttori (ne uscì un’unica vettura, la Ro80); alla fine gettò la spugna; non la Mazda (accordo nel ’60) con cui ha avuto 45 anni di utilizzo e sviluppo arrivando alla produzione in serie. Fonti: http://www.motori.it/tecnica/13525/mazda-rx-8-fuori-produzione-addio-al-motore-wankel.html http://www.alfonsomartone.itb.it/vglavh.html http://www.wroar.net/pages/motore-wankel.html http://digilander.libero.it/rm001/ing/wankel.htm
  • 4. Difetti di questo motore: Il regime rotazionale elevato (oltre 9000 giri/min) e la geometria del motore fanno sì che sulle pareti vadano ad impattare in rapida successione fluido freddo e fluido caldo. Le prime versioni di questo motore avevano quindi una scarsa affidabilità (il motore andava sostituito anche dopo meno di 100.000 km) ed una combustione non completa che portava ad elevate emissioni inquinanti.
  • 5. L’ANELLO DI MOEBIUS Aspetti tecnici: La cosa singolare di questa strana forma è che se proviamo a percorrere con un dito la superficie dell’anello, scopriamo che ritorniamo al punto di partenza senza mai staccare il dito: l’anello di Moebius infatti non ha due facce, una inferiore e una superiore, a differenza di un normale anello di carta, cioè di un cilindro, ha una sola superficie. Se una formica percorresse tutto l’anello, alla fine si ritroverebbe al punto di partenza, senza “salti” o “stacchi”, come accade invece su un cilindro normale. E questo ha scatenato la fantasia del “pittore matematico” Mauritius Cornelius Escher che ha introdotto questa forma curiosa in molte sue opere. La più famosa è proprio un anello di Moebius percorso dalle formiche. Non solo: il nastro di Moebius è ricco di altre stupefacenti proprietà: se una trottola gira destrorsa lungo tutta la striscia, al suo ritorno nel punto di partenza avrà cambiato il senso di rotazione diventando improvvisamente sinistrorsa. Questo è il motivo per cui le superfici "non orientabili di Moebius hanno spinto in più occasioni la fantasia degli artisti a soluzioni di fanta-matematica come quella appunto di un treno che scompare girando all'infinito senza tornare mai più nel punto di partenza.
  • 6. Applicazioni: Il nastro di Moebius è ancora oggi molto popolare: esso è usato per giochi di prestigio, sculture, gioielli, musiche e applicazioni di ogni genere. - Ad esempio, portò alla realizzazione di brevetto cinese di un trenino che viaggia su binari Moebius; un treno quindi che percorre un percorso senza fine: tutto questo scatenò la fantasia del regista argentino Mosquera, il quale ne immaginò un film. - In cinematografia, il principio dell'anello di Moebius è stato applicato nella filmografia per sovrapporre le immagini, per creare dissolvenze. - In meccanica: Le cinghie di trasmissione possono utilizzare il nastro di Moebius per distribuire l'usura sulle due facce (e quindi durare di più). Un esempio di questa applicazione è rappresentato nelle vecchie trebbiatrici, che ricevevano il moto da un trattore posto ad alcuni metri tramite una cinghia con le facce incrociate - In matematica: Lo studio del nastro di Moebius è stato molto importante per la storia della matematica e ha contribuito a porre le basi della scienza chiamata topologia. Questa è una branca della matematica che studia le proprietà delle superfici e dei volumi che non cambiano anche in seguito a deformazioni continue, che non prevedono cioè tagli, buchi o altre interruzioni della superficie. Per esempio, la superficie di un cubo si può deformare in modo continuo in quella di una sfera “gonfiandola” dall’interno. Invece per deformare un normale nastro cilindrico in un nastro di Moebius occorre interrompere la sua continuità: bisogna tagliarlo e rincollarlo scambiando destra e sinistra.
  • 7. Clive Sinclair con lo Spectrum QL (Quantum Leap, che in inglese sta a significare sia "salto quantico", che "innovazione discreta" in un determinato ambito) sperava di imporre la propria idea al resto del mercato ovvero i microdrive: si tratta di microcassettine con un nastro continuo infinito (il nastro di Moebius) che giravano ad altissima velocità, però molto inaffidabili perché talvolta inceppavano il nastro. Utilizzando il nastro di Moebius era possibile realizzare cartucce dati (dei supporti di memoria) a nastro magnetico registrato su entrambe le facce: l'accorgimento permette di raddoppiare lo spazio di memorizzazione; il nastro ritorto permette alla testina di leggere sia il lato A che il lato B. Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Sinclair_QL http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/Matematicae/Aprile_07/AnelliMobius.htm http://www.focus.it/scienza/quali-caratteristiche-ha-il-nastro-di-moebius_C39.aspx
  • 8. LA PSEUDOSFERA DI BELTRAMI Lobacevskij nel 1829 e Bolyai nel 1832 avevano scritto dei saggi in cui dimostravano la possibilità di geometrie differenti da quella di Euclide. Il matematico italiano Eugenio Beltrami trovò una superficie di rotazione a cui aveva dato il nome di pseudosfera: essa ha curvatura costante come una sfera ma di segno negativo. Ad oggi rappresenta una superficie particolarmente adatta a studiare sopra un modello concreto, sia pure parziale, la geometria non euclidea iperbolica. Beltrami aveva ottenuto le pseudosfera dalla rotazione di una curva studiata da Minding, la trattrice.
  • 9. Le questioni di filosofia naturale sono state determinanti nelle ricerche di Beltrami: i suoi scritti di carattere fisico e fisico-matematico sono tesi al tentativo di fornire una spiegazione meccanica della propagazione dei fenomeni mediante le deformazioni di un etere che pervade l'intero universo. Secondo Beltrami, l'universo non era necessariamente euclideo; egli tentava in più occasioni di interpretare meccanicamente la trasmissione dei fenomeni elettrici, magnetici ed elettromagnetici assumendo che lo spazio fosse dotato di curvatura e, in particolare, supponeva che l'etere riempisse uno spazio sferico, pseudosferico o euclideo a seconda del fenomeno che vi aveva luogo. Ma gli strumenti matematici indispensabili allo studio degli spazi non euclidei erano già stati introdotti da Riemann, nel 1854. In seguito, la loro teoria secondo cui l'universo collabori alla propagazione delle forze mediante una variazione della curvatura venne confermata, molti anni più tardi, con la teoria della relatività di Einstein. Fonti: http://www.sba.unipi.it/content/contenuto-aggiuntivo/i-contributi-di-betti-beltrami-alla-fisica-matematica-italiana http://www.matematicamente.it/cultura/storia_della_matematica/la_pseudosfera_di_beltrami_200709041435/ http://progettomatematica.dm.unibo.it/NonEuclidea/File/Beltrami1.htm http://progettomatematica.dm.unibo.it/Curve%20celebri/modern/trattrice.html
  • 10. LA BOTTIGLIA DI KLEIN La bottiglia di Klein fu descritta nel 1882 dal matematico tedesco Felix Klein. Klein fondò a Gottinga un istituto di matematiche applicate, autore di rilevanti contributi alla geometria, studiò le superfici algebriche e si interessò ai fondamenti della geometria. La bottiglia di Klein si può immaginare nello spazio tridimensionale: basta prendere una normale bottiglia, allungarne il collo, piegarlo e farlo penetrare nel fianco della bottiglia stessa, fino a farlo uscire sul fondo. Tale auto-intersezione non si vedrebbe se potessimo rappresentare la superficie in dimensione 4, ma siamo costretti a utilizzarla per raffigurarla in dimensione 3. La bottiglia di Klein è una particolare figura geometrica non orientabile, nella quale cioè non si può individuare un sopra e un sotto, un esterno e un interno. Bottiglia di Klein e nastro di Moebius sono “parenti”: è possibile tagliare una bottiglia di Klein in modo da ottenere due nastri di Moebius (ovvero incollare due nastri di Moebius in modo da ottenere una bottiglia di Klein).
  • 11. Konrad Polthier aveva a disposizione un modello in vetro della bottiglia e ha provato a riempirla con dell’acqua; nel fare ciò l’aria all’interno non riusciva ad uscire. Ha pensato di testare la bottiglia come termometro e ha colorato l’acqua (aggiungendo alcuni cristalli di permanganato di potassio) per evidenziarne il livello. In questo modo, quando fuori faceva freddo, l’aria dentro la bottiglia si comprimeva e il livello dell’acqua si abbassava. Fonti: http://www.focus.it/scienza/che-cose-la-bottiglia-di-klein_1_C39.aspx http://plus.maths.org/content/imaging-maths-inside-klein-bottle http://scienzapertutti.lnf.infn.it/index.php? option=com_content&view=article&id=1691:0390-che-cose-la-bottiglia-di- klein&catid=142:tutte-le-risposte&Itemid=347
  • 12. LA SUPERFICIE DI DINI Ulisse Dini si laurea in matematica a Pisa a soli 19 anni, si perfeziona a Parigi sotto la guida di Hermite e ritorna in Italia per aggiornare la ricerca matematica italiana nel campo dello studio delle superfici, dell'analisi reale e dell'algebra. Nel 1877 gli viene assegnata anche la cattedra di Analisi Infinitesimale e pubblica un libro sui fondamenti della teoria delle funzioni di variabili reali. La superficie di Dini può essere vista come una "torsione" della pseudosfera di Beltrami. Più precisamente, è una superficie ottenuta assegnando a una trattrice un moto elicoidale intorno alla propria retta caratteristica. È quindi una superficie elicoidale. Per confronto, la pseudosfera è ottenuta facendo ruotare una trattrice intorno alla propria retta caratteristica, ed è quindi una superficie di rotazione. Fonti: http://daubau.it/enciclopedia/Superficie_di_Dini http://xoomer.virgilio.it/amacavirtuale/curioso_sette.html http://www.doyouplaymathematics.it/old/inversione/index.html
  • 13. In basso a sinistra vediamo un fiore in cui è ravvisabile un richiamo alla superficie di Dini: la Calla. In basso a destra vediamo l'helicoradian, fiore presente nel film Avatar di James Cameron.