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VIA SERCOGNANI, 17 20156 MILANO TEL & FAX +39 02 39 26 39 40
Convegno
ALTRI ALFABETI
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA IN FAMIGLIA, NELLA
SCUOLA, NEL TERRITORIO, NELLA VITA
Almagià, Ravenna
CAA per capirsi, conoscersi, partecipare
Aurelia Rivarola, Neuropsichiatra Infantile
20 novembre 2015
Centro Benedetta D’Intino Onlus
Settore Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A.)
Attività clinica
- Valutazioni
- Interventi
- Consulenze
- Supervisioni
Attività formativa
- Scuola annuale
- Iniziative di II° livello
- Corsi facilitatori
- Corsi genitori
- Seminari tematici
- Convegni
Prestito ausili
Consultazione bibliografia C.A.A.
Supporto tesi C.A.A.
Biblioteca Speciale
PROGRAMMA
COMUNICAZIONE
AUTISMO
è
un fondamentale
Se tutte le cose che possiedo
mi venissero tolte ad eccezione di una,
io sceglierei di mantenere
la forza della comunicazione,
perché per mezzo suo
potrei presto recuperare tutto il resto
Daniel Webster
«Il silenzio di chi non parla non è mai
d’oro. Tutti abbiamo bisogno di
comunicare e metterci in contatto tra di
noi, non in un solo modo ma in tutti i
modi possibili.
E’ un fondamentale bisogno umano, un
fondamentale diritto umano.
Soprattutto è un fondamentale potere
umano.»
(M. Williams, 2000)
Ruth Sienkewicz-Mercer
Spesso la gente fa un
parallelo fra la
capacità di parlare
e la nostra
intelligenza.
La C.A.A. rende più
difficile ignorarci e
permette
a ciascuno di noi di
far sentire la propria
voce…..
La comunicazione
è un diritto, non
un dono!
…coloro che
pensano che chi
non può parlare
non può pensare,
dovranno per forza
riconoscere
la nostra
intelligenza, e la
nostra umanità,
una volta che
iniziamo a
“parlare” con loro.
Ruth Sienkewicz-Mercer
Quando tu non
puoi parlare e la
gente crede che
la tua mente è
handicappata
come il tuo corpo
è veramente
difficile cambiare
la loro opinione…
Ruth Sienkewicz-Mercer
... fino a che la
gente ha pensato
che il mio cervello
non servisse a
niente e che le
espressioni del
mio viso e i suoni
che emetto fossero
senza significato,
io sono stata
condannata a
rimanere senza
voce ...
Ruth Sienkewicz-Mercer
Scrivi, parla,disegna.
Fai la più pazza cosa,
ma non stare fermo.
A cosa serve vivere
se ti manca il
coraggio
di esprimerti?
Se sei uomo giusto
in mezzo a
un’umanità sbagliata,
lotta di più.
Qualcuno
se ne accorgerà.
Comunicare è vivere.
COMUNICARE ECOMUNICARE E’ VIVERE’ VIVERE
A. Signorello, 1996
“…… E poiché oggi desidero parlare dell’importanza
della comunicazione, dirò anche di come la mia vita è
cambiata da quando ho iniziato ad emergere come
persona pensante e capace dunque di esprimere
emozioni o bisogni dopo gli anni bui di un silenzio
assoluto. Un silenzio che mi obbligava a dovere
scegliere il bianco, mentre invece avrei preferito il
nero oppure qualche altro colore magari un po’ più
vivace. Invece non si poteva in quanto erano sempre
gli altri che si appropriavano, certamente in maniera
involontaria, delle mie idee, dei miei desideri, dei
miei sentimenti, cioè della mia stessa identità”
Angelo Signorello
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA e ALTERNATIV
La Comunicazione Aumentativa rappresenta un’area della pratica
clinica e di ricerca, che cerca di ridurre, contenere, compensare la
disabilità temporanea e permanente di persone che presentano un
grave disturbo della comunicazione sia sul versante espressivo sia
sul versante ricettivo, attraverso il potenziamento delle abilità
presenti, la valorizzazione delle modalità naturali e l’uso di modalità
speciali.
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA e ALTERNATIVA
Tutto quello che aiuta chi non può parlare a comunicare
strumenti, tecniche, ausili,
ma soprattutto
che interagiscono realmente con chi non può parlare
e ne facilitano la comunicazione.
Prenditi il tempo
Prenditi il tempo per guardarmi
Prenditi il tempo per ascoltarmi
Prenditi il tempo per conoscermi
Prenditi il tempo per occuparti di me
Prenditi il tempo per farmi domande
Prenditi il tempo per le mie risposte
Prenditi il tempo per comprendermi
Prenditi il tempo per essermi amico.
KARI HARRINGTON (1980)
QUANDO I PARTNER SONO BARRIERE
• anticipano i bisogni senza una richiesta
• non attuano pause
• strutturano e dominano l’interazione, così
che la persona si limita a rispondere e
non ha possibilità d’iniziare
• provvedono poche opportunità di fare scelte
• parlano “sulla” persona
• se non familiari con il grado d’intenzionalità,
non riconoscono la joint attention e il vocabolario
del bambino
1975: The education for all handicapped children
3: ISAAC
AAC
ASHA COMMITTEE ON AAC
C.A.A. STORIA
Tabelle di Comunicazione
Linguaggi gestuali
Ausili tecnologici
1960-1970
1992: CARTA DEI DIRITTI ALLA COMUNICAZIONE
2006: ISAAC diventa O.N.G. c/o NAZIONI UNITE
1971: BCI - Prima applicazione simboli Bliss
2013: ACCESSIBILITA’ ALLA COMUNICAZIONE
LOGO ACCESSIBILITA’ COMUNICAZIONE
IN ITALIA
1981: Affiliazione B.C.I.
1989: GISCAA Gruppo Italiano per lo Studio sulla Comunicazione Aumentativa
Alternativa
1994: Servizio CAA Centro Benedetta D’Intino
1996: Scuola di Formazione in CAA
2002: Chapter ISAAC-Italy
2005: 1° Conferenza Italiana ISAAC - Genova
2007: 2° Conferenza Italiana ISAAC - Roma
2009: 3° Conferenza Italiana ISAAC - Torino
2011: 4° Conferenza Italiana ISAAC – Napoli
2014: Edizione italiana del Manuale di CAA Beukelman – Mirenda
2015: 5° Conferenza Italiana ISAAC – Roma
NUOVA SCUOLA DI FORMAZIONE IN CAA
Proposta Formativa anno 2016
PROGRAMMA
1) 21 - 22 - 23 GENNAIO 2016
La Comunicazione Aumentativa e Alternativa a sostegno della partecipazione sociale in bambini con complessi bisogni comunicativi.
2) 18 - 19 - 20 FEBBRAIO 2016
Bambini con situazioni cliniche diverse: progetti di CAA per sostenere la competenza comunicativa.
3) 17 - 18 - 19 MARZO 2016
Simboli, ausili low tech e high tech e loro utilizzo in CAA.
4) 28 - 29 APRILE 2016
Pnina Bialik: Assessment dinamico in CAA.
5) 27 -28 MAGGIO 2016
Competenza linguistica componente essenziale di una reale competenza comunicativa.
6) 17 - 18 GIUGNO 2016
J.M. Costello:
Bisogni di CAA nel contesto ospedaliero
CAA e comunicazione alla fine della vita
Supporti di CAA per persone con disabilità complessa lungo l’arco di vita
7) 16 - 17 SETTEMBRE 2016
L’intervento di Comunicazione Aumentativa nei disturbi dello spettro autistico.
8) 14 - 15 OTTOBRE 2016
Diritti umani, accessibilità e inclusione per le persone con disabilità comunicative - una giornata con Barbara Collier, Direttore Esecutivo del
CDAC (Communication Disabilities Access Canada), e una giornata dedicata alle esperienze italiane con adulti e bambini.
SCOPO DELLA C.A.A.
• Migliorare la partecipazione delle persone con
complessi bisogni comunicativi in ogni aspetto della
vita
- esprimere bisogni e desideri
- scambiare informazioni
- stabilire relazioni sociali
- permettere espressioni di convenienza sociale
COSTRUIRE
COMPETENZE COMUNICATIVE
OBIETTIVI DELLA CAA
PERSONA DISABILE AMBIENTE
PARTECIPAZIONE
PERCHE’ SI USA LA CAA?
• Per aumentare o sostituire il linguaggio vocale
carente o assente
(es. PCI, sindromi genetiche, disturbi spettro
autistico, etc.)
• Per aumentare la comprensione
(es. utilizzo da parte del partner)
• Come mezzo di comunicazione temporaneo
(es. in caso di terapia intensiva)
• In attesa dello sviluppo del linguaggio vocale
(es. ritardo dello sviluppo)
CONDIZIONI DI DISABILITA’ CHE
POSSONO RICHIEDERE INTERVENTI DI
C.A.A.
• Condizioni congenite
• Condizioni acquisite
• Condizioni neurologiche evolutive
• Condizioni temporanee
TABELLA PLASTIFICATA DA PORTARE IN VACANZA, AL MARE
Uso sistematico di
supporti visivi per
persone con disturbi
dello spettro autistico
C.A.A. e Autismo
Come migliorare attraverso la
CAA la qualità delle cure e
ridurre il rischio di errori medici
in pazienti che presentano una
vulnerabilità della
comunicazione
C.A.A. IN OSPEDALE
Vulnerabilità
della
comunicazione
PAZIENTI CON VULNERABILITA’
DELLA COMUNICAZIONE
I pazienti ricoverati possono avere difficoltà
di comunicazione:
 per condizioni cliniche pre-esistenti o alla
base del ricovero (patologie neuropsichiche
congenite o acquisite, disturbi sensoriali),
 in diretta relazione con gli interventi durante
il ricovero (intubazione, sedazione)
 per barriere linguistiche (stranieri)
CONSEGUENZE DEL DEFICIT
COMUNICATIVO
• Relazionali
• Linguistiche
• Cognitive
• Sociali
• Impotenza appresa
INDAGINE DEMOGRAFICA
NELLO STATO DI WASHINGTON (U.S.A.)
• Individuati 865 bambini con gravi problemi di
espressione verbale dovuti a deficit neuromuscolari o
fisici, non in grado di
utilizzare il linguaggio come mezzo primario di
comunicazione;
= 0’3% della popolazione in età scolare
= 3,5-5% della popolazione che riceve una “Special
Education”
MITI E PREGIUDIZI EVIDENZE
LA CAA INIBISCE LO SVILUPPO
DEL LINGUAGGIO ORALE
ACCELERA LO SVILUPPO
DEL LINGUAGGIO ORALE
E LA CONOSCENZA DELLA
LINGUA
LA CAA PER CHI HA DETERMINATE
ABILITA’ E UN PARTICOLARE
LIVELLO COGNITIVO
LA CAA PER TUTTE LE
PERSONE CON B.C.C.
LA CAA COME “ULTIMA SPIAGGIA” INTERVENTO PRECOCE
LA CAA PER CHI NON PARLERA’ LA CAA PER CHI HA BISOGNI
COMUNICATIVI
LA CAA PER LE DIFFICOLTA’
ESPRESSIVE
LA CAA PER LE DIFFICOLTA’
RICETTIVE; SOSTIENE
COMPRENSIONE E PENSIERO
LA CAA NON E’ ADATTA SE
ESISTONO PROBLEMI DI
COMPORTAMENTO
LA CAA MIGLIORA I
PROBLEMI DI
COMPORTAMENTO
1. Per un percorso di CAA non sono necessari prerequisiti
ma bisogna considerare i punti di forza e le barriere
all’accessibilità e alle opportunità di comunicazione
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
“La Comunicazione è un atto per mezzo del
quale una persona dà o riceve informazioni sui
bisogni, desideri, percezioni, conoscenze e
realtà di altre persone.
Linee guida per i bisogni comunicativi delle persone con grave
disabilità
National Joint committee for Communication Needs of Persons with
Severe Disabilities.
La Comunicazione può essere intenzionale e
non intenzionale, può implicare segnali
convenzionali o non convenzionali, può
assumere forma linguistica o non linguistica e
può avvenire attraverso modalità orali o altri
modi .”
COMUNICAZIONE INIZIALE
Si aspettano abilità
senza dare
opportunità di
impararle
• Si intende l’intervento di comunicazione rivolto
ai beginning communicators, che possono
essere bambini, adolescenti o adulti con diversi
tipi di disabilità congenita o acquisita.
• Indipendentemente dall’età e menomazione,
necessitano di supporto per apprendere la
possibilità di influenzare attraverso la
comunicazione il loro ambiente di vita
COMUNICAZIONE INIZIALE
• Usano prevalentemente modalità non simboliche come
gesti, vocalizzi, sguardo e linguaggio del corpo
• Non mostrano intenzionalità comunicativa
• Stanno imparando a usare simboli aided o unaided per
messaggi di base per funzioni come
RICHIESTA, SCELTE, ANCORA/BASTA
condivisione di informazioni e partecipazione alla
conversazione
• Usano tabelle o semplici tecnologie (sensori e Voca a
uno o due messaggi) per la partecipazione e la
comunicazione
modificato da Beukelman & Mirenda
BEGINNING COMMUNICATORS
I comunicatori iniziali possono presentare
una o più delle seguenti caratteristiche:
Mi chiamo Giulia e sono la mamma
di Leonardo, un bambino di 8 anni
affetto da sindrome di Coffin Siris.
Essendo questa una sindrome
rara nessuno può dire con
certezza quali siano le esatte
manifestazioni, ma vengono
riscontrate nel tempo man mano
che il bambino cresce;
una di queste manifestazioni è
l’assenza di linguaggio.
Ho contattato il centro quando
Leonardo aveva 5 anni senza
neppure avere la più pallida
idea di cosa si faceva qui
esattamente; l’unica cosa
che sapevo è che lavoravano
sulla comunicazione.
Nella mia ignoranza pensavo
“Lo aiuteranno a comunicare,
cioè a parlare” invece mi
presentano questa
comunicazione aumentativa
mai vista, né sentita.
All’inizio sono sincera, ero molto dubbiosa e anche un
po’ sconfortata perché per me Leonardo non ce l’avrebbe
mai fatta ad imparare, convinta com’ero che il suo ritardo
cognitivo non glielo permettesse, il suo livello di
attenzione era molto basso con continui movimenti
stereotipati che mi sfinivano. Senza contare che su dieci
cose che mi spiegava Stefania ne capivo forse una per
non dire mezza.
Continuavo a ripetere
sì, sì, certo, certo,
ma quando uscivo
dalla stanza
la mia testa era vuota.
Poi a forza di ripetermi le stesse cose ho
cominciato a capire, ma soprattutto
a vivere questo modo di comunicare
perché è vero che si impara,
ma soprattutto si vive.
Ed è stato proprio Leonardo ad
insegnarmi, perché per lui la
sua tabella è l’affermazione di
sé come persona, che può
interagire con gli altri, chiunque
essi siano basta che vogliano
ascoltare e osservare
lasciandosi guidare da lui
senza paure e pregiudizi.
In questo percorso impegnativo, ma
pieno di soddisfazioni, siamo
cambiati insieme passo dopo passo.
Quando ripenso, al rapporto che io
avevo con lui era di tipo assistenziale,
sì proprio così, cercavo di soddisfare
i suoi bisogni primari sempre di
corsa, sempre senza avere il tempo.
Adesso il tempo me lo prendo per
aspettare le sue risposte ed accogliere
tranquillamente le sue domande
rispettando i suoi tempi e non
pretendere di imporre sempre i miei.
Così finalmente sono riuscita ad
entrare in contatto con mio figlio, lui
non chiedeva altro.
Anche arrivare a questo
non è stato semplice,
all’inizio utilizzare la
tabella in pubblico ci
faceva sentire a disagio,
ci sentivamo addosso
gli occhi di tutti, ma poi
abbiamo superato anche
questo ostacolo quando
abbiamo capito che il
problema era nostro e
non degli altri.
Spesso ci impone le sue scelte e
quando andiamo dal salumiere, al
ristorante o al bar, è lui che fa
direttamente le sue richieste.
Quando vengo a Milano spesso rifletto
pensando, se non ci fossimo dati questa
possibilità? Se non avessi fatto quella
telefonata? Se avessi rinunciato subito?
Sarebbe stato chiudere mio figlio dentro la
sua prigione, escluderlo, isolarlo dal mondo
e dalla vita senza dargli voce.
Giulia Valoncini
Quando ci penso mi viene un nodo alla gola e
allora benedico il cielo per questo dono il
quale ha permesso di ottenere dei
miglioramenti e risultati insperati.
Giulia Valoncini
2. La valutazione e l’implementazione del progetto sono
processi in progressione che vanno gestiti da operatori
formati in CAA
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
ABILITA’
BARRIERE
Accessibilità
PERSONA AMBIENTE
Comunicative
Voglia di comunicare
Cognitive
Linguistiche
Motorie
Sensoriali
Aspetto Comunicativo
Aspetto Cognitivo
Aspetto Emotivo/Sociale/Comport.
Aspetto sensoriale
Aspetto motorio/percettivo
PARTNER COMUNICATIVI
OPPORTUNITA’/ PARTECIPAZIONE
BARRIERE
Opportunita’
di Prassi
Politiche
di Attitudine
di Conoscenza
di Abilità
VALUTAZION
E
INTERVENTO
VALUTAZIONE DEI PREREQUISITI PER LA
COMUNICAZIONE ALTERNATIVA AUMENTATIVA
PREREQUISITI:
SISTEMA DI COMUNICAZIONE
CONSIGLIATO:
PRESENTI
ASSENTI
PARZIALMENTE PRESENTI
TABELLA DI FOTOGRAFIE
PIC: PICTURE IDEOGRAMM COMMUNICATION
PCS: PICTURE COMMUNICATION SYMBOLS
MISTO (INTEGRAZIONE DI PIU’ SISTEMI)
BLISSYMBOLIC COMMUNICATION
CODICE ALFABETICO
“Noi non dobbiamo
permettere che i bisogni di
oggi siano costretti ad
attendere le competenze di
domani"
Mirenda, 1999
- Mirenda e Iacono, 1990
Probabilmente i soli veri
prerequisiti per la
comunicazione riguardano le
di comunicazione
La partecipazione è il solo
prerequisito per la
comunicazione..
Senza partecipazione non c’è
nessuno con cui parlare, niente
di cui parlare e nessuna ragione
per comunicare…
Mirenda & Iacono, 1990
PARTECIPAZIONE...
Il Modello di partecipazione
per la CAA – Beukelman &
Mirenda 2014
SOCIAL NETWORKS:
Strumento per valutare, sviluppare e
sostenere le reti sociali.
Permette di programmare obiettivi
comunicativi realistici, pianificare gli
interventi e valutare i progressi nel
tempo.
1
Membri famigliari e
della vita di ogni
giorno
2 Amici strett
4
Professionisti retribuiti per
occuparsi del paziente
5
Estranei potenziali
interagenti (es: negozianti)
3
Persone interagenti in
strutture tipiche del
contesto (oratorio,
scuola, ASL)
SOCIAL NETWORKS
Sarah W. Blackstone
Mary Hunt Berg 2003
SOCIAL NETWORKS
IDENTIFICAZIONE DEI PARTNER SIGNIFICATIVI
• PRINCIPALE PARTNER COMUNICATIVO
• PARTNER COMUNICATIVO PIU’ ABILE
• PARTNER CON IL QUALE LA PERSONA PASSA LA
MAGGIOR PARTE DEL TEMPO
• PARTNER PREFERITO DELLA PERSONA
• PARTNER COMUNICATIVO PIU’ DISPONIBILE AD
APPRENDERE NUOVI COMPORTAMENTI
• PARTNER PIU’ DISPONIBILE AD INSEGNARE AD
ALTRI NUOVI COMPORTAMENTI
3. La CAA è efficace se “insegnata” in modo interattivo e
pragmatico
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
• La CAA è efficace se
insegnata in modo
interattivo e pragmatico
4. Un coinvolgimento dei partner comunicativi e la
formazione di facilitatori riveste un ruolo importante per il
successo della comunicazione
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
FACILITATORE
Si definisce qualsiasi persona che
assume, o a cui viene assegnata,
una responsabilità nel supportare gli
sforzi comunicativi del bambino, o in
generale del disabile, all’interno di
un progetto di comunicazione
aumentativa.
PARTNER COMUNICATIVI, FACILITATORE,
ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE
• Partner Comunicativi
• Tutte le persone che possono potenzialmente
interagire con la persona con difficoltà comunicative
• Facilitatore
• Chi fornisce supporto e crea opportunità
comunicative alle persone con complessi bisogni
comunicativi
• Assistente alla comunicazione
• Chi supporta gli individui con complessi bisogni
comunicativi (CCN) ad interagire con un’altra persona
o persone
Chi supporta gli individui con complessi bisogni
comunicativi (CCN) ad interagire con un’altra
persona o persone.
Il supporto può essere necessario nei contesti di
comunicazione
faccia a faccia, per telefono o per iscritto.
Gli assistenti alla comunicazione vengono guidati
dalla persona che usa la C.A.A.
Devono rimanere al di fuori delle interazioni.
ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE
5. L’integrazione tra scuola, casa e luoghi di vita è cruciale
per un buon esito dell’intervento di CAA
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
15 Ottobre 2014
6. I sistemi di CAA sono inutili senza un training appropriato e
un ambiente che li sostenga
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
Lasciami sola!
voglio lavare i denti!Il deodorante!
voglio fare la doccia!
7. CAA significa sistemi multimodali
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
8. La scelta del sistema grafico, del formato della tabella,
di un voca e la selezione del vocabolario sono processi
in progressione
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
• Simboli tangibili
– identici o simili
– imitazioni di oggetti
– miniature
– oggetti connessi
– parti di oggetti
– oggetti per una classe di oggetti
– simboli tangibili astratti
• Fotografie
– fotografie a colori e in bianco e nero
– foto polaroid
– da cataloghi
– logo di prodotti
SIMBOLI PER LA CAA
– parole singole
– frasi
– modi di dire
– lettere
– Morse
– Braille
– Blissymbols
– Picsyms
– Altri
• Sistemi di simboli
• Parole e alfabeto
– Core
– PIC
– PCS
– Altri
• Set di simboli
SIMBOLI GRAFICI IN CAA
SISTEMI GRAFICI PER
TABELLE DI
COMUNICAZIONE
LINGUAGGIO
ESPRESSIVO
SISTEMI
SIMBOLICI
Sviluppo
cognitivo
Conoscenza
del mondo
Lettura
Scrittura
Accesso a
strumenti
tecnologici
Accesso al
linguaggio
sintetico
Stima di
sè
Sviluppo
sociale
Possibilità di
apprendimenti
Capacità di
interagire
SIMBOLI BLISS
SET O SISTEMI
DI SIMBOLI
DISEGNI
FOTOGRAFIE
MINIATURE DI
OGGETTI
OGGETTI
LETTERE
PAROLE
FRASI
ESPRESSIONI
SISTEMI
GRAFICI
COMUNICAZIONE
SCANSIONE ASSISTITA DAL
PARTNER
I PARTNER SOTTOPONGONO UNA
SCANSIONE MOSTRANDO –
INDICANDO E/O NOMINANDO IL NOME
DELL’ITEM
• VISIVA
• UDITIVA
• VISIVA E UDITIVA
• Bambini che pongono importanti sfide dal punto di vista
motorio e comunicativo
• Bambini con disabilità multiple tra cui problemi visivi
• Bambini con disabilità multiple tra cui problemi usitivi
• Bambini “comunicatori iniziali” o bambini che non presentano
ancora alcune forme di comunicazione
• Utenti che non riescono ad usare gli ausili
• Quando al momento non sono disponibili/efficaci altre
strategie comunicative
• Quando l’opzione della scansione proposta da uno “smart
partner” risulta più efficace
Modificata da Porter e Burkhart, 2009
PER CHI PUO’ ESSERE USATA LA
SCANSIONE ASSISTITA DAL PARTNER
• Comunicazione “faccia a faccia”
• Comunicazione scritta
• Lettura
• Comunicazione a distanza
PERCHE’ I SIMBOLI
PERCHE’ I SIMBOLI
• Utilizzo a sostegno della didattica
• NON utilizzo indiscriminato
all’interno della didattica
• Sostegno alla comprensione
• Sostegno al pensiero
DOVE I SIMBOLI
• Simboli isolati, mobili
• su striscia
• su pareti, superfici, ecc
• su tabelle, libri, ecc
• su Voca’s
ma non sono
l’essenza del progetto di CAA
RICORDA!!!
I simboli sono essenziali per
rappresentare messaggi e
concetti in modo alternativo alla
parola
……Ma ho capito che la cosa fondamentale
per far funzionare questo tipo di
comunicazione è che il simbolo deve
assolutamente essere inserito nel momento in
cui succede qualcosa o subito dopo, e
sempre insieme ad Alessio. Altrimenti il
risultato sarà l'indifferenza nei confronti del
simbolo…..
9. Durante lo sviluppo del linguaggio in bambini con
carenza/assenza del linguaggio orale è importante
sperimentare i sistemi di CAA in uso ricettivo
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
MODELLAMENTO
• 1 - modellamento come approccio di
immersione linguistica
• 2 - modellamento come supporto alla
comprensione
• 3 - modellamento come supporto alla
produzione di specifici obiettivi linguistici
• 4 - modellamento come componente di una
gerarchia di prompt
Janice Light, 2006
Comunicazione personale
10. il campo della CAA è ancora in via di sviluppo
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
L’uso dell’iPad al CBD’I
L’uso dell’iPad al CBD’I
Approccio One Size
Fits All
Necessità di riformulare le richieste:
Per quale (e di chi) esigenza?
Il focus deve rimanere sul bimbo e sui suoi bisogni comunicativi e non sulla
tecnologia. Pertanto l’iPad deve privilegiare e supportare la partecipazione del
bimbo per alcune funzioni comunicative, nei suoi contesti di vita e con i suoi
partner comunicativi.
Per quale competenza comunicativa?
Il focus deve essere sulle competenze del bimbo e non sulle caratteristiche
della tecnologia. L’iPad, a differenza di alcuni ausili di comunicazione, è uno
strumento multifunzionale e pertanto può sostenere competenze comunicative
specifiche. (comunicativa, sociale, etc.).
«non è possibile e non è corretto fornire
un generico elenco di “buone app” per la comunicazione» (Vaccari)
Criteri usati per selezionare e
raggruppare le app
I principali criteri usati per selezionare e raggruppare le app presenti sull’Apple
Store, a partire dall’elenco delle funzioni comunicative da sostenere in progetti di
CAA (richiesta, commento, domande, racconto, etc…), sono stati i seguenti:
-Ricerca di app per parole chiave (AAC, special education, communication,
special needs);
-Ricerca di app che potessero sostenere le funzioni comunicative sopra elencate
non trovate nella prima ricerca;
-Verifica delle app dello stesso sviluppatore o di quelle consigliate quando
identificata una app potenzialmente utilizzabile;
-Verifica con i colleghi di altre particolari esigenze alle quali l’iPad poteva
rispondere in seduta;
-Individuazione delle griglie di Features Matching per delineare le varie
caratteristiche della app;
-Prova delle app selezionate;
-raggruppamento delle app trovate in diverse categorie a partire da un certo
numero di requisiti necessari all’adattamento della app.
Requisiti che hanno guidato la selezione delle app:
-personalizzazione delle immagini (foto o simboli);
-personalizzazione dell’audio (o sintesi vocale italiana);
-personalizzazione del testo;
-personalizzazione dell’interfaccia:
- modificare il numero di immagini visualizzate;
- modificare la grandezza delle immagini;
- modificare l’organizzazione delle immagini;
A questi requisiti si aggiungono:
-uso con scansione e sensori;
-navigazione dinamica / statica;
-presenza di tastiera;
-con/ senza striscia di comunicazione;
Il problema della lingua della app è un fattore da tenere in
considerazione poiché può porsi come una barriera per i
partner comunicativi del bimbo.
Criteri usati per selezionare e
raggruppare le app
Categorie di app selezionate
APP che possono costituire
occasioni di scambio e
partecipazione:
• attività;
• causa
effetto;
• disegno;
• musica e
suoni;
• giochi
educativi;
APP di CAA:
• tabelle;
• scelta;
• agende;
• visual
scene;
• creazione di
storie;
• sequenze;
• ospedale;
Autismate-Visual Scene
11. L’implementazione della CAA impegna una enorme
quantità di tempo ed energia da parte dei genitori, del
bambino, dei terapisti e degli insegnanti
PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
CAA E’ IMPORTANTE:
• La CAA migliora l’immagine e la stima di sé
Da: Linda Burkhart: Total Augmentative
Communication
in the Early Chilhood Classroom, 1993
• La CAA fornisce motivazione
• La CAA riduce le frustrazioni e i problemi di comportamento
• La CAA aumenta la partecipazione nella vita di ogni giorno
• La CAA facilita l’apprendimento rendendolo un processo
interattivo invece che passivo
• LA CAA cambia le aspettative dell’ambiente nei confronti
del bambino

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La CAA per capirsi, conoscersi e partecipare - Dott.sa Aurelia Rivarola

  • 1. VIA SERCOGNANI, 17 20156 MILANO TEL & FAX +39 02 39 26 39 40 Convegno ALTRI ALFABETI LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA IN FAMIGLIA, NELLA SCUOLA, NEL TERRITORIO, NELLA VITA Almagià, Ravenna CAA per capirsi, conoscersi, partecipare Aurelia Rivarola, Neuropsichiatra Infantile 20 novembre 2015 Centro Benedetta D’Intino Onlus
  • 2.
  • 3. Settore Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A.) Attività clinica - Valutazioni - Interventi - Consulenze - Supervisioni Attività formativa - Scuola annuale - Iniziative di II° livello - Corsi facilitatori - Corsi genitori - Seminari tematici - Convegni Prestito ausili Consultazione bibliografia C.A.A. Supporto tesi C.A.A. Biblioteca Speciale PROGRAMMA COMUNICAZIONE AUTISMO
  • 5. Se tutte le cose che possiedo mi venissero tolte ad eccezione di una, io sceglierei di mantenere la forza della comunicazione, perché per mezzo suo potrei presto recuperare tutto il resto Daniel Webster
  • 6. «Il silenzio di chi non parla non è mai d’oro. Tutti abbiamo bisogno di comunicare e metterci in contatto tra di noi, non in un solo modo ma in tutti i modi possibili. E’ un fondamentale bisogno umano, un fondamentale diritto umano. Soprattutto è un fondamentale potere umano.» (M. Williams, 2000)
  • 7. Ruth Sienkewicz-Mercer Spesso la gente fa un parallelo fra la capacità di parlare e la nostra intelligenza. La C.A.A. rende più difficile ignorarci e permette a ciascuno di noi di far sentire la propria voce….. La comunicazione è un diritto, non un dono!
  • 8. …coloro che pensano che chi non può parlare non può pensare, dovranno per forza riconoscere la nostra intelligenza, e la nostra umanità, una volta che iniziamo a “parlare” con loro. Ruth Sienkewicz-Mercer
  • 9. Quando tu non puoi parlare e la gente crede che la tua mente è handicappata come il tuo corpo è veramente difficile cambiare la loro opinione… Ruth Sienkewicz-Mercer
  • 10. ... fino a che la gente ha pensato che il mio cervello non servisse a niente e che le espressioni del mio viso e i suoni che emetto fossero senza significato, io sono stata condannata a rimanere senza voce ... Ruth Sienkewicz-Mercer
  • 11.
  • 12.
  • 13. Scrivi, parla,disegna. Fai la più pazza cosa, ma non stare fermo. A cosa serve vivere se ti manca il coraggio di esprimerti? Se sei uomo giusto in mezzo a un’umanità sbagliata, lotta di più. Qualcuno se ne accorgerà. Comunicare è vivere. COMUNICARE ECOMUNICARE E’ VIVERE’ VIVERE A. Signorello, 1996
  • 14.
  • 15.
  • 16. “…… E poiché oggi desidero parlare dell’importanza della comunicazione, dirò anche di come la mia vita è cambiata da quando ho iniziato ad emergere come persona pensante e capace dunque di esprimere emozioni o bisogni dopo gli anni bui di un silenzio assoluto. Un silenzio che mi obbligava a dovere scegliere il bianco, mentre invece avrei preferito il nero oppure qualche altro colore magari un po’ più vivace. Invece non si poteva in quanto erano sempre gli altri che si appropriavano, certamente in maniera involontaria, delle mie idee, dei miei desideri, dei miei sentimenti, cioè della mia stessa identità” Angelo Signorello
  • 17. COMUNICAZIONE AUMENTATIVA e ALTERNATIV La Comunicazione Aumentativa rappresenta un’area della pratica clinica e di ricerca, che cerca di ridurre, contenere, compensare la disabilità temporanea e permanente di persone che presentano un grave disturbo della comunicazione sia sul versante espressivo sia sul versante ricettivo, attraverso il potenziamento delle abilità presenti, la valorizzazione delle modalità naturali e l’uso di modalità speciali.
  • 18. COMUNICAZIONE AUMENTATIVA e ALTERNATIVA Tutto quello che aiuta chi non può parlare a comunicare strumenti, tecniche, ausili, ma soprattutto che interagiscono realmente con chi non può parlare e ne facilitano la comunicazione.
  • 19. Prenditi il tempo Prenditi il tempo per guardarmi Prenditi il tempo per ascoltarmi Prenditi il tempo per conoscermi Prenditi il tempo per occuparti di me Prenditi il tempo per farmi domande Prenditi il tempo per le mie risposte Prenditi il tempo per comprendermi Prenditi il tempo per essermi amico. KARI HARRINGTON (1980)
  • 20. QUANDO I PARTNER SONO BARRIERE • anticipano i bisogni senza una richiesta • non attuano pause • strutturano e dominano l’interazione, così che la persona si limita a rispondere e non ha possibilità d’iniziare • provvedono poche opportunità di fare scelte • parlano “sulla” persona • se non familiari con il grado d’intenzionalità, non riconoscono la joint attention e il vocabolario del bambino
  • 21. 1975: The education for all handicapped children 3: ISAAC AAC ASHA COMMITTEE ON AAC C.A.A. STORIA Tabelle di Comunicazione Linguaggi gestuali Ausili tecnologici 1960-1970 1992: CARTA DEI DIRITTI ALLA COMUNICAZIONE 2006: ISAAC diventa O.N.G. c/o NAZIONI UNITE 1971: BCI - Prima applicazione simboli Bliss 2013: ACCESSIBILITA’ ALLA COMUNICAZIONE
  • 22.
  • 24. IN ITALIA 1981: Affiliazione B.C.I. 1989: GISCAA Gruppo Italiano per lo Studio sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa 1994: Servizio CAA Centro Benedetta D’Intino 1996: Scuola di Formazione in CAA 2002: Chapter ISAAC-Italy 2005: 1° Conferenza Italiana ISAAC - Genova 2007: 2° Conferenza Italiana ISAAC - Roma 2009: 3° Conferenza Italiana ISAAC - Torino 2011: 4° Conferenza Italiana ISAAC – Napoli 2014: Edizione italiana del Manuale di CAA Beukelman – Mirenda 2015: 5° Conferenza Italiana ISAAC – Roma
  • 25.
  • 26. NUOVA SCUOLA DI FORMAZIONE IN CAA Proposta Formativa anno 2016 PROGRAMMA 1) 21 - 22 - 23 GENNAIO 2016 La Comunicazione Aumentativa e Alternativa a sostegno della partecipazione sociale in bambini con complessi bisogni comunicativi. 2) 18 - 19 - 20 FEBBRAIO 2016 Bambini con situazioni cliniche diverse: progetti di CAA per sostenere la competenza comunicativa. 3) 17 - 18 - 19 MARZO 2016 Simboli, ausili low tech e high tech e loro utilizzo in CAA. 4) 28 - 29 APRILE 2016 Pnina Bialik: Assessment dinamico in CAA. 5) 27 -28 MAGGIO 2016 Competenza linguistica componente essenziale di una reale competenza comunicativa. 6) 17 - 18 GIUGNO 2016 J.M. Costello: Bisogni di CAA nel contesto ospedaliero CAA e comunicazione alla fine della vita Supporti di CAA per persone con disabilità complessa lungo l’arco di vita 7) 16 - 17 SETTEMBRE 2016 L’intervento di Comunicazione Aumentativa nei disturbi dello spettro autistico. 8) 14 - 15 OTTOBRE 2016 Diritti umani, accessibilità e inclusione per le persone con disabilità comunicative - una giornata con Barbara Collier, Direttore Esecutivo del CDAC (Communication Disabilities Access Canada), e una giornata dedicata alle esperienze italiane con adulti e bambini.
  • 27.
  • 28. SCOPO DELLA C.A.A. • Migliorare la partecipazione delle persone con complessi bisogni comunicativi in ogni aspetto della vita - esprimere bisogni e desideri - scambiare informazioni - stabilire relazioni sociali - permettere espressioni di convenienza sociale
  • 29. COSTRUIRE COMPETENZE COMUNICATIVE OBIETTIVI DELLA CAA PERSONA DISABILE AMBIENTE PARTECIPAZIONE
  • 30. PERCHE’ SI USA LA CAA? • Per aumentare o sostituire il linguaggio vocale carente o assente (es. PCI, sindromi genetiche, disturbi spettro autistico, etc.) • Per aumentare la comprensione (es. utilizzo da parte del partner) • Come mezzo di comunicazione temporaneo (es. in caso di terapia intensiva) • In attesa dello sviluppo del linguaggio vocale (es. ritardo dello sviluppo)
  • 31. CONDIZIONI DI DISABILITA’ CHE POSSONO RICHIEDERE INTERVENTI DI C.A.A. • Condizioni congenite • Condizioni acquisite • Condizioni neurologiche evolutive • Condizioni temporanee
  • 32.
  • 33. TABELLA PLASTIFICATA DA PORTARE IN VACANZA, AL MARE
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38. Uso sistematico di supporti visivi per persone con disturbi dello spettro autistico C.A.A. e Autismo
  • 39. Come migliorare attraverso la CAA la qualità delle cure e ridurre il rischio di errori medici in pazienti che presentano una vulnerabilità della comunicazione C.A.A. IN OSPEDALE
  • 41. PAZIENTI CON VULNERABILITA’ DELLA COMUNICAZIONE I pazienti ricoverati possono avere difficoltà di comunicazione:  per condizioni cliniche pre-esistenti o alla base del ricovero (patologie neuropsichiche congenite o acquisite, disturbi sensoriali),  in diretta relazione con gli interventi durante il ricovero (intubazione, sedazione)  per barriere linguistiche (stranieri)
  • 42.
  • 43.
  • 44.
  • 45.
  • 46. CONSEGUENZE DEL DEFICIT COMUNICATIVO • Relazionali • Linguistiche • Cognitive • Sociali • Impotenza appresa
  • 47. INDAGINE DEMOGRAFICA NELLO STATO DI WASHINGTON (U.S.A.) • Individuati 865 bambini con gravi problemi di espressione verbale dovuti a deficit neuromuscolari o fisici, non in grado di utilizzare il linguaggio come mezzo primario di comunicazione; = 0’3% della popolazione in età scolare = 3,5-5% della popolazione che riceve una “Special Education”
  • 48. MITI E PREGIUDIZI EVIDENZE LA CAA INIBISCE LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO ORALE ACCELERA LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO ORALE E LA CONOSCENZA DELLA LINGUA LA CAA PER CHI HA DETERMINATE ABILITA’ E UN PARTICOLARE LIVELLO COGNITIVO LA CAA PER TUTTE LE PERSONE CON B.C.C. LA CAA COME “ULTIMA SPIAGGIA” INTERVENTO PRECOCE LA CAA PER CHI NON PARLERA’ LA CAA PER CHI HA BISOGNI COMUNICATIVI LA CAA PER LE DIFFICOLTA’ ESPRESSIVE LA CAA PER LE DIFFICOLTA’ RICETTIVE; SOSTIENE COMPRENSIONE E PENSIERO LA CAA NON E’ ADATTA SE ESISTONO PROBLEMI DI COMPORTAMENTO LA CAA MIGLIORA I PROBLEMI DI COMPORTAMENTO
  • 49. 1. Per un percorso di CAA non sono necessari prerequisiti ma bisogna considerare i punti di forza e le barriere all’accessibilità e alle opportunità di comunicazione PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
  • 50. “La Comunicazione è un atto per mezzo del quale una persona dà o riceve informazioni sui bisogni, desideri, percezioni, conoscenze e realtà di altre persone. Linee guida per i bisogni comunicativi delle persone con grave disabilità National Joint committee for Communication Needs of Persons with Severe Disabilities. La Comunicazione può essere intenzionale e non intenzionale, può implicare segnali convenzionali o non convenzionali, può assumere forma linguistica o non linguistica e può avvenire attraverso modalità orali o altri modi .”
  • 51. COMUNICAZIONE INIZIALE Si aspettano abilità senza dare opportunità di impararle
  • 52. • Si intende l’intervento di comunicazione rivolto ai beginning communicators, che possono essere bambini, adolescenti o adulti con diversi tipi di disabilità congenita o acquisita. • Indipendentemente dall’età e menomazione, necessitano di supporto per apprendere la possibilità di influenzare attraverso la comunicazione il loro ambiente di vita COMUNICAZIONE INIZIALE
  • 53. • Usano prevalentemente modalità non simboliche come gesti, vocalizzi, sguardo e linguaggio del corpo • Non mostrano intenzionalità comunicativa • Stanno imparando a usare simboli aided o unaided per messaggi di base per funzioni come RICHIESTA, SCELTE, ANCORA/BASTA condivisione di informazioni e partecipazione alla conversazione • Usano tabelle o semplici tecnologie (sensori e Voca a uno o due messaggi) per la partecipazione e la comunicazione modificato da Beukelman & Mirenda BEGINNING COMMUNICATORS I comunicatori iniziali possono presentare una o più delle seguenti caratteristiche:
  • 54. Mi chiamo Giulia e sono la mamma di Leonardo, un bambino di 8 anni affetto da sindrome di Coffin Siris. Essendo questa una sindrome rara nessuno può dire con certezza quali siano le esatte manifestazioni, ma vengono riscontrate nel tempo man mano che il bambino cresce; una di queste manifestazioni è l’assenza di linguaggio.
  • 55. Ho contattato il centro quando Leonardo aveva 5 anni senza neppure avere la più pallida idea di cosa si faceva qui esattamente; l’unica cosa che sapevo è che lavoravano sulla comunicazione. Nella mia ignoranza pensavo “Lo aiuteranno a comunicare, cioè a parlare” invece mi presentano questa comunicazione aumentativa mai vista, né sentita.
  • 56. All’inizio sono sincera, ero molto dubbiosa e anche un po’ sconfortata perché per me Leonardo non ce l’avrebbe mai fatta ad imparare, convinta com’ero che il suo ritardo cognitivo non glielo permettesse, il suo livello di attenzione era molto basso con continui movimenti stereotipati che mi sfinivano. Senza contare che su dieci cose che mi spiegava Stefania ne capivo forse una per non dire mezza. Continuavo a ripetere sì, sì, certo, certo, ma quando uscivo dalla stanza la mia testa era vuota.
  • 57. Poi a forza di ripetermi le stesse cose ho cominciato a capire, ma soprattutto a vivere questo modo di comunicare perché è vero che si impara, ma soprattutto si vive.
  • 58. Ed è stato proprio Leonardo ad insegnarmi, perché per lui la sua tabella è l’affermazione di sé come persona, che può interagire con gli altri, chiunque essi siano basta che vogliano ascoltare e osservare lasciandosi guidare da lui senza paure e pregiudizi.
  • 59. In questo percorso impegnativo, ma pieno di soddisfazioni, siamo cambiati insieme passo dopo passo. Quando ripenso, al rapporto che io avevo con lui era di tipo assistenziale, sì proprio così, cercavo di soddisfare i suoi bisogni primari sempre di corsa, sempre senza avere il tempo. Adesso il tempo me lo prendo per aspettare le sue risposte ed accogliere tranquillamente le sue domande rispettando i suoi tempi e non pretendere di imporre sempre i miei. Così finalmente sono riuscita ad entrare in contatto con mio figlio, lui non chiedeva altro.
  • 60. Anche arrivare a questo non è stato semplice, all’inizio utilizzare la tabella in pubblico ci faceva sentire a disagio, ci sentivamo addosso gli occhi di tutti, ma poi abbiamo superato anche questo ostacolo quando abbiamo capito che il problema era nostro e non degli altri. Spesso ci impone le sue scelte e quando andiamo dal salumiere, al ristorante o al bar, è lui che fa direttamente le sue richieste.
  • 61. Quando vengo a Milano spesso rifletto pensando, se non ci fossimo dati questa possibilità? Se non avessi fatto quella telefonata? Se avessi rinunciato subito? Sarebbe stato chiudere mio figlio dentro la sua prigione, escluderlo, isolarlo dal mondo e dalla vita senza dargli voce. Giulia Valoncini
  • 62. Quando ci penso mi viene un nodo alla gola e allora benedico il cielo per questo dono il quale ha permesso di ottenere dei miglioramenti e risultati insperati. Giulia Valoncini
  • 63. 2. La valutazione e l’implementazione del progetto sono processi in progressione che vanno gestiti da operatori formati in CAA PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
  • 64. ABILITA’ BARRIERE Accessibilità PERSONA AMBIENTE Comunicative Voglia di comunicare Cognitive Linguistiche Motorie Sensoriali Aspetto Comunicativo Aspetto Cognitivo Aspetto Emotivo/Sociale/Comport. Aspetto sensoriale Aspetto motorio/percettivo PARTNER COMUNICATIVI OPPORTUNITA’/ PARTECIPAZIONE BARRIERE Opportunita’ di Prassi Politiche di Attitudine di Conoscenza di Abilità VALUTAZION E INTERVENTO
  • 65. VALUTAZIONE DEI PREREQUISITI PER LA COMUNICAZIONE ALTERNATIVA AUMENTATIVA PREREQUISITI: SISTEMA DI COMUNICAZIONE CONSIGLIATO: PRESENTI ASSENTI PARZIALMENTE PRESENTI TABELLA DI FOTOGRAFIE PIC: PICTURE IDEOGRAMM COMMUNICATION PCS: PICTURE COMMUNICATION SYMBOLS MISTO (INTEGRAZIONE DI PIU’ SISTEMI) BLISSYMBOLIC COMMUNICATION CODICE ALFABETICO
  • 66. “Noi non dobbiamo permettere che i bisogni di oggi siano costretti ad attendere le competenze di domani" Mirenda, 1999
  • 67. - Mirenda e Iacono, 1990 Probabilmente i soli veri prerequisiti per la comunicazione riguardano le di comunicazione
  • 68. La partecipazione è il solo prerequisito per la comunicazione.. Senza partecipazione non c’è nessuno con cui parlare, niente di cui parlare e nessuna ragione per comunicare… Mirenda & Iacono, 1990 PARTECIPAZIONE...
  • 69. Il Modello di partecipazione per la CAA – Beukelman & Mirenda 2014
  • 70. SOCIAL NETWORKS: Strumento per valutare, sviluppare e sostenere le reti sociali. Permette di programmare obiettivi comunicativi realistici, pianificare gli interventi e valutare i progressi nel tempo.
  • 71. 1 Membri famigliari e della vita di ogni giorno 2 Amici strett 4 Professionisti retribuiti per occuparsi del paziente 5 Estranei potenziali interagenti (es: negozianti) 3 Persone interagenti in strutture tipiche del contesto (oratorio, scuola, ASL) SOCIAL NETWORKS Sarah W. Blackstone Mary Hunt Berg 2003
  • 72. SOCIAL NETWORKS IDENTIFICAZIONE DEI PARTNER SIGNIFICATIVI • PRINCIPALE PARTNER COMUNICATIVO • PARTNER COMUNICATIVO PIU’ ABILE • PARTNER CON IL QUALE LA PERSONA PASSA LA MAGGIOR PARTE DEL TEMPO • PARTNER PREFERITO DELLA PERSONA • PARTNER COMUNICATIVO PIU’ DISPONIBILE AD APPRENDERE NUOVI COMPORTAMENTI • PARTNER PIU’ DISPONIBILE AD INSEGNARE AD ALTRI NUOVI COMPORTAMENTI
  • 73. 3. La CAA è efficace se “insegnata” in modo interattivo e pragmatico PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
  • 74. • La CAA è efficace se insegnata in modo interattivo e pragmatico
  • 75. 4. Un coinvolgimento dei partner comunicativi e la formazione di facilitatori riveste un ruolo importante per il successo della comunicazione PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
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  • 88. FACILITATORE Si definisce qualsiasi persona che assume, o a cui viene assegnata, una responsabilità nel supportare gli sforzi comunicativi del bambino, o in generale del disabile, all’interno di un progetto di comunicazione aumentativa.
  • 89. PARTNER COMUNICATIVI, FACILITATORE, ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE • Partner Comunicativi • Tutte le persone che possono potenzialmente interagire con la persona con difficoltà comunicative • Facilitatore • Chi fornisce supporto e crea opportunità comunicative alle persone con complessi bisogni comunicativi • Assistente alla comunicazione • Chi supporta gli individui con complessi bisogni comunicativi (CCN) ad interagire con un’altra persona o persone
  • 90. Chi supporta gli individui con complessi bisogni comunicativi (CCN) ad interagire con un’altra persona o persone. Il supporto può essere necessario nei contesti di comunicazione faccia a faccia, per telefono o per iscritto. Gli assistenti alla comunicazione vengono guidati dalla persona che usa la C.A.A. Devono rimanere al di fuori delle interazioni. ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE
  • 91.
  • 92. 5. L’integrazione tra scuola, casa e luoghi di vita è cruciale per un buon esito dell’intervento di CAA PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
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  • 98. 6. I sistemi di CAA sono inutili senza un training appropriato e un ambiente che li sostenga PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
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  • 101. Lasciami sola! voglio lavare i denti!Il deodorante! voglio fare la doccia!
  • 102. 7. CAA significa sistemi multimodali PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
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  • 115. 8. La scelta del sistema grafico, del formato della tabella, di un voca e la selezione del vocabolario sono processi in progressione PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
  • 116. • Simboli tangibili – identici o simili – imitazioni di oggetti – miniature – oggetti connessi – parti di oggetti – oggetti per una classe di oggetti – simboli tangibili astratti • Fotografie – fotografie a colori e in bianco e nero – foto polaroid – da cataloghi – logo di prodotti SIMBOLI PER LA CAA
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  • 121. – parole singole – frasi – modi di dire – lettere – Morse – Braille – Blissymbols – Picsyms – Altri • Sistemi di simboli • Parole e alfabeto – Core – PIC – PCS – Altri • Set di simboli SIMBOLI GRAFICI IN CAA
  • 122.
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  • 124. SISTEMI GRAFICI PER TABELLE DI COMUNICAZIONE LINGUAGGIO ESPRESSIVO SISTEMI SIMBOLICI Sviluppo cognitivo Conoscenza del mondo Lettura Scrittura Accesso a strumenti tecnologici Accesso al linguaggio sintetico Stima di sè Sviluppo sociale Possibilità di apprendimenti Capacità di interagire SIMBOLI BLISS SET O SISTEMI DI SIMBOLI DISEGNI FOTOGRAFIE MINIATURE DI OGGETTI OGGETTI LETTERE PAROLE FRASI ESPRESSIONI SISTEMI GRAFICI COMUNICAZIONE
  • 125.
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  • 128. SCANSIONE ASSISTITA DAL PARTNER I PARTNER SOTTOPONGONO UNA SCANSIONE MOSTRANDO – INDICANDO E/O NOMINANDO IL NOME DELL’ITEM • VISIVA • UDITIVA • VISIVA E UDITIVA
  • 129. • Bambini che pongono importanti sfide dal punto di vista motorio e comunicativo • Bambini con disabilità multiple tra cui problemi visivi • Bambini con disabilità multiple tra cui problemi usitivi • Bambini “comunicatori iniziali” o bambini che non presentano ancora alcune forme di comunicazione • Utenti che non riescono ad usare gli ausili • Quando al momento non sono disponibili/efficaci altre strategie comunicative • Quando l’opzione della scansione proposta da uno “smart partner” risulta più efficace Modificata da Porter e Burkhart, 2009 PER CHI PUO’ ESSERE USATA LA SCANSIONE ASSISTITA DAL PARTNER
  • 130.
  • 131. • Comunicazione “faccia a faccia” • Comunicazione scritta • Lettura • Comunicazione a distanza PERCHE’ I SIMBOLI
  • 132. PERCHE’ I SIMBOLI • Utilizzo a sostegno della didattica • NON utilizzo indiscriminato all’interno della didattica • Sostegno alla comprensione • Sostegno al pensiero
  • 133. DOVE I SIMBOLI • Simboli isolati, mobili • su striscia • su pareti, superfici, ecc • su tabelle, libri, ecc • su Voca’s
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  • 144. ma non sono l’essenza del progetto di CAA RICORDA!!! I simboli sono essenziali per rappresentare messaggi e concetti in modo alternativo alla parola
  • 145. ……Ma ho capito che la cosa fondamentale per far funzionare questo tipo di comunicazione è che il simbolo deve assolutamente essere inserito nel momento in cui succede qualcosa o subito dopo, e sempre insieme ad Alessio. Altrimenti il risultato sarà l'indifferenza nei confronti del simbolo…..
  • 146. 9. Durante lo sviluppo del linguaggio in bambini con carenza/assenza del linguaggio orale è importante sperimentare i sistemi di CAA in uso ricettivo PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
  • 147. MODELLAMENTO • 1 - modellamento come approccio di immersione linguistica • 2 - modellamento come supporto alla comprensione • 3 - modellamento come supporto alla produzione di specifici obiettivi linguistici • 4 - modellamento come componente di una gerarchia di prompt Janice Light, 2006 Comunicazione personale
  • 148. 10. il campo della CAA è ancora in via di sviluppo PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
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  • 151. L’uso dell’iPad al CBD’I Approccio One Size Fits All Necessità di riformulare le richieste: Per quale (e di chi) esigenza? Il focus deve rimanere sul bimbo e sui suoi bisogni comunicativi e non sulla tecnologia. Pertanto l’iPad deve privilegiare e supportare la partecipazione del bimbo per alcune funzioni comunicative, nei suoi contesti di vita e con i suoi partner comunicativi. Per quale competenza comunicativa? Il focus deve essere sulle competenze del bimbo e non sulle caratteristiche della tecnologia. L’iPad, a differenza di alcuni ausili di comunicazione, è uno strumento multifunzionale e pertanto può sostenere competenze comunicative specifiche. (comunicativa, sociale, etc.). «non è possibile e non è corretto fornire un generico elenco di “buone app” per la comunicazione» (Vaccari)
  • 152. Criteri usati per selezionare e raggruppare le app I principali criteri usati per selezionare e raggruppare le app presenti sull’Apple Store, a partire dall’elenco delle funzioni comunicative da sostenere in progetti di CAA (richiesta, commento, domande, racconto, etc…), sono stati i seguenti: -Ricerca di app per parole chiave (AAC, special education, communication, special needs); -Ricerca di app che potessero sostenere le funzioni comunicative sopra elencate non trovate nella prima ricerca; -Verifica delle app dello stesso sviluppatore o di quelle consigliate quando identificata una app potenzialmente utilizzabile; -Verifica con i colleghi di altre particolari esigenze alle quali l’iPad poteva rispondere in seduta; -Individuazione delle griglie di Features Matching per delineare le varie caratteristiche della app; -Prova delle app selezionate; -raggruppamento delle app trovate in diverse categorie a partire da un certo numero di requisiti necessari all’adattamento della app.
  • 153. Requisiti che hanno guidato la selezione delle app: -personalizzazione delle immagini (foto o simboli); -personalizzazione dell’audio (o sintesi vocale italiana); -personalizzazione del testo; -personalizzazione dell’interfaccia: - modificare il numero di immagini visualizzate; - modificare la grandezza delle immagini; - modificare l’organizzazione delle immagini; A questi requisiti si aggiungono: -uso con scansione e sensori; -navigazione dinamica / statica; -presenza di tastiera; -con/ senza striscia di comunicazione; Il problema della lingua della app è un fattore da tenere in considerazione poiché può porsi come una barriera per i partner comunicativi del bimbo. Criteri usati per selezionare e raggruppare le app
  • 154. Categorie di app selezionate APP che possono costituire occasioni di scambio e partecipazione: • attività; • causa effetto; • disegno; • musica e suoni; • giochi educativi; APP di CAA: • tabelle; • scelta; • agende; • visual scene; • creazione di storie; • sequenze; • ospedale;
  • 156. 11. L’implementazione della CAA impegna una enorme quantità di tempo ed energia da parte dei genitori, del bambino, dei terapisti e degli insegnanti PRINCIPI GENERALI IN C.A.A.
  • 157. CAA E’ IMPORTANTE: • La CAA migliora l’immagine e la stima di sé Da: Linda Burkhart: Total Augmentative Communication in the Early Chilhood Classroom, 1993 • La CAA fornisce motivazione • La CAA riduce le frustrazioni e i problemi di comportamento • La CAA aumenta la partecipazione nella vita di ogni giorno • La CAA facilita l’apprendimento rendendolo un processo interattivo invece che passivo • LA CAA cambia le aspettative dell’ambiente nei confronti del bambino