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Vincent van Gogh
Van gogh inaugura un nuovo
capitolo dell’arte europea, in
cui l’impressionismo sta
declinando.
Egli elabora una tecnica
propria, capace di dare una
forma alle sue immagini
interiori, in relazione al proprio
«io» interiore
Trasforma gli elementi della
realtà in simboli che
rispecchiano i suoi stati
d’animo e nei quali proietta se
stesso . Nei dipinti sceglie dei
soggetti che rispecchiano la
sua interiorità
Un ruolo importante è assunto dal colore
Van Gogh veniva da una pittura tenebrosa, ancorata ai
valori del passato. Prende alcuni spunti
dall’impressionismo pur non riconoscendosi in esso. Egli
tende però a marcare un punto di vista molto
soggettivo; forza e piega la realtà al proprio desiderio
espressivo. Egli “sente”. Non “vede” soltanto. I suoi
paesaggi e i suoi ritratti, a differenza di quelli degli
impressionisti, non ha nulla di pienamente realistico
Guardò agli impressionisti
con interesse soltanto per la
loro tavolozza luminosa. In
qualche opera, pertanto Van
Gogh si adegua al nuovo
stile, lo interpreta a proprio
modo. La tavolozza diviene
sempre più chiara, sino a
cogliere, dopo il
trasferimento in Provenza, il
sole e la luce del Sud
I mangiatori di patate
Il quadro rappresenta una povera
famiglia riunita attorno ad un tavolo,
durante la cena. I volti delle persone
ritratte sono molto marcati e, in
quegli abiti lisi e deformati e nelle
mani nodose di chi lavora
quotidianamente la terra, compare
tutta la tristezza dell’artista, il cui
animo denso di profonda umanità lo
induce ad usare tonalità scure e
pastose con un aspro contrasto di luci
e ombre che lo distaccano dal
realismo dell’epoca, lasciando
apertamente trasparire i suoi
sentimenti. Van gogh infatti si
dimostra compassionevole e disposto
a descrivere anche fatti sociali.
Camera da letto
Dipinto inviato alla madre come
testimonianza di questo periodo sereno, è
dominato da una calma immobile la cui
prospettiva viene stravolta: il letto non è
allineato alla parete, le sedie sembrano essere
viste dall’alto ed il resto degli arredi viene
posto su un altro piano prospettico. Questa
rappresentazione dello spazio, non è
geometricamente, regolare. Lo spazio è
deformato e crea una complicità emotiva con
lo spettatore. Infatti, lo spazio così raffigurato
assume una valenza individuale. In un’epoca
nella quale la fotografia era già chiaramente
presente, Van Gogh vuole rappresentare uno
spazio personale. Per fare questo deforma
l’evidenza della materia e utilizza colori
emotivi. Fatta eccezione per la macchia rossa
che raffigura la coperta, nel quadro
prevalgono i giochi di blu ed i giochi di giallo.
Così spiegherà in una lettera alla sorella
l’utilizzo di quella tonalità che «doveva
suggerire qui il riposo. La vista del quadro
inoltre deve riposare la testa o, meglio
l’immaginazione».
Notte stellata Quadro tra i più famosi di Van Gogh, la tela è stata realizzata
durante il suo soggiorno all’ospedale Saint-Rémy. Van Gogh
rimase sveglio tre notti ad osservare la campagna che vedeva
dalla sua finestra, affascinato soprattutto dal pulsare di
Venere, che appare, come una stella più grande delle altre. Il
quadro che realizza non è tuttavia una fedele riproduzione
del paesaggio che egli vedeva, ma una immaginaria visione in
cui affiorano anche elementi, quali il quieto paesino, presi dai
suoi ricordi olandesi. Dei cipressi fanno da immaginario ponte
tra la terra e il cielo, diversi luoghi trattati con evidente
dualismo: calma e tranquilla la terra assopita nel buio e nel
sonno, pulsante di energia e di vitalità il cielo notturno
solcato dalla luce vibrante delle stelle. Il cielo, le stelle, la luna
sono collegati da un movimento che ci da l’impressione di
trovarci in un vortice e il senso di vertigine è forte.
Nella notte stellata Van Gogh rappresenta la sua vita
tormentata e anche i colori che ha scelto servono a
sottolineare le sue sensazioni.

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Van gogh

  • 2. Van gogh inaugura un nuovo capitolo dell’arte europea, in cui l’impressionismo sta declinando. Egli elabora una tecnica propria, capace di dare una forma alle sue immagini interiori, in relazione al proprio «io» interiore Trasforma gli elementi della realtà in simboli che rispecchiano i suoi stati d’animo e nei quali proietta se stesso . Nei dipinti sceglie dei soggetti che rispecchiano la sua interiorità
  • 3. Un ruolo importante è assunto dal colore Van Gogh veniva da una pittura tenebrosa, ancorata ai valori del passato. Prende alcuni spunti dall’impressionismo pur non riconoscendosi in esso. Egli tende però a marcare un punto di vista molto soggettivo; forza e piega la realtà al proprio desiderio espressivo. Egli “sente”. Non “vede” soltanto. I suoi paesaggi e i suoi ritratti, a differenza di quelli degli impressionisti, non ha nulla di pienamente realistico Guardò agli impressionisti con interesse soltanto per la loro tavolozza luminosa. In qualche opera, pertanto Van Gogh si adegua al nuovo stile, lo interpreta a proprio modo. La tavolozza diviene sempre più chiara, sino a cogliere, dopo il trasferimento in Provenza, il sole e la luce del Sud
  • 4. I mangiatori di patate Il quadro rappresenta una povera famiglia riunita attorno ad un tavolo, durante la cena. I volti delle persone ritratte sono molto marcati e, in quegli abiti lisi e deformati e nelle mani nodose di chi lavora quotidianamente la terra, compare tutta la tristezza dell’artista, il cui animo denso di profonda umanità lo induce ad usare tonalità scure e pastose con un aspro contrasto di luci e ombre che lo distaccano dal realismo dell’epoca, lasciando apertamente trasparire i suoi sentimenti. Van gogh infatti si dimostra compassionevole e disposto a descrivere anche fatti sociali.
  • 5. Camera da letto Dipinto inviato alla madre come testimonianza di questo periodo sereno, è dominato da una calma immobile la cui prospettiva viene stravolta: il letto non è allineato alla parete, le sedie sembrano essere viste dall’alto ed il resto degli arredi viene posto su un altro piano prospettico. Questa rappresentazione dello spazio, non è geometricamente, regolare. Lo spazio è deformato e crea una complicità emotiva con lo spettatore. Infatti, lo spazio così raffigurato assume una valenza individuale. In un’epoca nella quale la fotografia era già chiaramente presente, Van Gogh vuole rappresentare uno spazio personale. Per fare questo deforma l’evidenza della materia e utilizza colori emotivi. Fatta eccezione per la macchia rossa che raffigura la coperta, nel quadro prevalgono i giochi di blu ed i giochi di giallo. Così spiegherà in una lettera alla sorella l’utilizzo di quella tonalità che «doveva suggerire qui il riposo. La vista del quadro inoltre deve riposare la testa o, meglio l’immaginazione».
  • 6. Notte stellata Quadro tra i più famosi di Van Gogh, la tela è stata realizzata durante il suo soggiorno all’ospedale Saint-Rémy. Van Gogh rimase sveglio tre notti ad osservare la campagna che vedeva dalla sua finestra, affascinato soprattutto dal pulsare di Venere, che appare, come una stella più grande delle altre. Il quadro che realizza non è tuttavia una fedele riproduzione del paesaggio che egli vedeva, ma una immaginaria visione in cui affiorano anche elementi, quali il quieto paesino, presi dai suoi ricordi olandesi. Dei cipressi fanno da immaginario ponte tra la terra e il cielo, diversi luoghi trattati con evidente dualismo: calma e tranquilla la terra assopita nel buio e nel sonno, pulsante di energia e di vitalità il cielo notturno solcato dalla luce vibrante delle stelle. Il cielo, le stelle, la luna sono collegati da un movimento che ci da l’impressione di trovarci in un vortice e il senso di vertigine è forte. Nella notte stellata Van Gogh rappresenta la sua vita tormentata e anche i colori che ha scelto servono a sottolineare le sue sensazioni.