1. Modulo A1
LA NORMATIVA
(Modulo A1)
La filosofia del D.Lgs. 626/94 in
riferimento alla organizzazione di un
Sistema di Prevenzione Aziendale, alle
procedure di lavoro, al rapporto uomo-
L’approccio alla
prevenzione macchina e uomo ambiente/sostanze
attraverso il D.Lgs. pericolose, alle misure generali di tutela
626/94 per un della salute dei lavoratori e alla
percorso di
miglioramento della valutazione dei rischi.
sicurezza e della
salute dei lavoratori
SPI
2. Modulo A1
La filosofia prevenzionale comunitaria
recepita con il D.Lgs. 626 impone una
serie di innovazioni concettualmente
significative al modo di operare:
La Valutazione dei Rischi;
La partecipazione attiva delle parti
Il miglioramento del luogo di Lavoro;
L’informazione/formazione
La filosofia del
D.Lgs. 626/94
SPI
3. Modulo A1
Ma....
la cosa più importante
Spetta alle aziende la responsabilità di
individuare e valutare i rischi per la
salute e la sicurezza, programmare e
gestire le misure di prevenzione, il
coinvolgimento dei lavoratori nel
processo valutativo, di assicurare
La filosofia del un’adeguata sorveglianza sanitaria.
D.Lgs. 626/94
SPI
4. Modulo A1
E ....
il principio di autotutela
Ogni lavoratore deve prendersi cura
ed è responsabile della propria e
dell'altrui sicurezza attraverso gli istituti
giuridici dell’informazione, della
consultazione e della partecipazione
attiva dei lavoratori alla gestione della
La filosofia del sicurezza sul lavoro.
D.Lgs. 626/94
SPI
5. Modulo A1
lo Stato assume il ruolo di collaboratore
del Datore di Lavoro
Definendo linee guida, ma lasciando
al DL l’organizzazione e la gestione
dell’attività lavorativa in condizioni di
sicurezza.
Il tutto regolato da un rigido sistema
sanzionatorio, o almeno ritenuto tale,
La filosofia del
che non consente deleghe a molti
D.Lgs. 626/94 degli obblighi di verifica e controllo
del datore di lavoro
SPI
6. Modulo A1
Principio di gerarchia delle fonti
I livello: Fonti costituzionali (Costituzione,
leggi costituzionali;
II livello: Fonti legislative, dette anche
fonti primarie (leggi, decreti legge e decreti
legislativi, leggi regioni autonome);
III livello: Fonti regolamentari, dette anche
fonti secondarie (regolamenti del Governo,
fonti-atti degli enti locali).
SPI
7. Modulo A1
Fonti interne non statali
Le leggi regionali, i regolamenti regionali
e le leggi provinciali
fonti-fatti
comportamento oggettivo
(consuetudine od uso) o in atti di
produzione giuridica esterni al nostro
ordinamento e che perciò vengono
assunti come fatti
(fonti non scritte)
SPI
8. Modulo A1
Fonti comunitarie
Diritto comunitario primario
•I Trattati istitutivi
Diritto comunitario derivato
•Il regolamento
•La direttiva
•La decisione
La Comunità Europea
SPI
9. Modulo A1
Fonti del diritto internazionale primarie
La Consuetudine
Fonti del diritto internazionale secondarie
I Trattati o Accordi internazionali
Diritto Internazionale
SPI
10. Modulo A1
Il quadro normativo
La normativa prima del D.L.gs 626/94
1898 assicurazione obbligatoria per
gli infortuni
1899 prima norma in materia
antinfortunistica (solo industria e con
N. di addetti elevato)
1899 cave e miniere e esplosivi
1900 R.D. n.205 per le imprese di
costruzioni
Il Sistema Legislativo
SPI
11. Modulo A1
1903 R.D. n.209 per le strade
ferrate
1917 assicurazione facoltativa
alle Malattie Professionali
Il Sistema Legislativo
SPI
12. Modulo A1
La produzione legislativa conosce un lungo
periodo di pausa e manca la previsione di
organi di controllo
1926 Nascita dell’ ANCC
1930 Nuovo Codice Penale
“Rocco”
Il Sistema Legislativo
SPI
13. Modulo A1
In che cosa differisce il D.lgs 626/94
rispetto alle normative preesistenti?
Il Sistema Legislativo
SPI
14. Modulo A1
La nascita della
normativa
Da questo momento in poi
tutta la legislazione in
materia di Igiene e
Sicurezza sul Lavoro
assume una valenza penale
Il Sistema Legislativo
Gli articoli di
riferimento…..
SPI
15. Modulo A1
Art. 40 C.P.
(Principio generale)
Non impedire un evento
che si ha l’obbligo giuridico di impedire
EQUIVALE A CAGIONARLO
Il Sistema Legislativo
SPI
16. Modulo A1
Capo I° Dei delitti di comune pericolo
mediante violenza Art. 437
Rimozione od omissione dolosa di
cautele contro infortuni sul lavoro.
Chiunque omette di collocare impianti,
apparecchi o segnali destinati a
prevenire disastri o infortuni sul lavoro,
ovvero li rimuove o li danneggia, è
punito con la reclusione da sei mesi a
cinque anni .
Il Sistema Legislativo Se dal fatto deriva un disastro o un
infortunio la pena è della reclusione da
tre a dieci anni.
SPI
17. Modulo A1
Art. 589 (Omicidio colposo)
Chiunque cagiona per colpa la morte di
una persona è punito con la reclusione
da sei mesi a cinque anni.
Se il fatto è commesso con violazione
delle norme (…) per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro la pena è della
reclusione da uno a cinque anni
Il Sistema Legislativo
SPI
18. Modulo A1
Art. 590 Lesioni personali colpose
Chiunque cagioni ad altri per colpa una lesione
personale è punito con la reclusione fino a tre
mesi o con la multa fino a lire 600.000.
Se la lesione è grave la pena è della reclusione
da uno a sei mesi (...).
Se i fatti di cui al precedente capoverso sono
commessi in violazione delle norme (…) per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena
per le lesioni gravi è della reclusione da due a
sei mesi, o della multa da lire 400.000 a
1.200.000; e la pena per lesioni gravissime è
Il Sistema Legislativo
della reclusione da sei mesi a due anni o della
multa da £ 1.200.000 a £ 2.400.000.
SPI
19. Modulo A1
1934 Assicurazione obbligatoria per 13 MP
1942 Codice Civile art. 2087
“ .. Gli imprenditori hanno l’obbligo di
adottare, nell’esercizio dell’impresa, le
misure che, secondo la particolarità del
lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono
necessarie a tutelare l’integrità fisica la
personalità morale dei prestatori di
Il Sistema Legislativo
lavoro”
SPI
20. Modulo A1
1947 Costituzione della Repubblica Italiana
art. 32 “ La repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della
comunità ….omissis
Il Sistema Legislativo
SPI
21. Modulo A1
Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro
in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione
professionale dei lavoratori.
…………………. e tutela il lavoro
italiano all'estero.
art. 41. L’iniziativa economica ….. non
può svolgersi in contrasto con l’utilità
Il Sistema Legislativo sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità
umana
SPI
22. Modulo A1
Il periodo 1955/ 1956
1955 DPR n.547 in materia di prevenzione
antinfortunistica
1956 DPR n. 164 prevenzione degli infortuni nel
settore edile
1956 DPR n. 302 produzione e impiego di
esplosivi
1956 DPR n. 320 per i lavori in sotterraneo
Il Sistema Legislativo
1956 DPR n. 321 nei cassoni ad aria compressa
SPI
23. Modulo A1
Lo Statuto dei Lavoratori
1970 legge n. 300
•I lavoratori possono liberamente manifestare il
proprio pensiero nel rispetto della Costituzione
e delle leggi.
•Il datore di lavoro può impiegare la "vigilanza"
soltanto per scopi di tutela del patrimonio
aziendale.
•Lo statuto dei lavoratori prevede che il giudice,
con una sentenza, può ordinare al datore di
lavoro, che occupa alle sue dipendenze più di
15 lavoratori, di reintegrare il lavoratore nel
Il Sistema Legislativo posto di lavoro.
•Il riconoscimento delle associazioni di
lavoratori.
SPI
24. Modulo A1
La riforma sanitaria e la nascita della
USL
1978 legge n. 833
creazione delle USL e trasferimento delle
competenze in materia prevenzionale
dall’Ispettorato del Lavoro.
Per la prima volta igiene e sicurezza del lavoro
vengono inquadrate in un più ampio contesto di
“ tutela della salute e incolumità di tutti i
cittadini” superando la vecchia distinzione tra
ambiente interno ed esterno all’azienda
viene introdotto il concetto di previsione e
Il Sistema Legislativo aggiornamento della normativa ai progressi
tecnologici e alle conoscenze scientifiche
SPI
25. Modulo A1
La Normativa dei giorni nostri
Il recepimento delle direttive comunitarie
• 1987 Legge n. 183 e DM n. 586 apparecchi
di sollevamento e di movimentazione
• 1988 DPR n.175 prevenzione di incidenti
rilevanti “Direttiva Seveso”
• 1991 DL.gs n. 311 recipienti a pressione
• 1992 DL.gs n. 475 dispositivi di protezione
individuale
Il Sistema Legislativo
• ........
SPI
26. Modulo A1
La Normativa dei giorni nostri
Il recepimento delle direttive comunitarie
•1994 DL n. 626 ( e DL n.242/96) recepimento
della direttiva quadro CE 89/391 e di sette
direttive figlie
•1996 DL n.459 “direttiva macchine”
•1996 DL n. 493 segnaletica di sicurezza
•1996 DL n. 494 “direttiva cantieri” Ecc.
Il Sistema Legislativo •2002 DL n. 25 “sostanze pericolose”
• ……………………
•2006 DL.gs 10 aprile 2006, n. 195 esposizione
professionale a Rumore
SPI
27. Modulo A1
DECRETI MINISTERIALI
D.M. 16 gennaio 1997
Individuazione dei contenuti minimi della
formazione dei lavoratori, dei rappresentanti per la
sicurezza e dei datori di lavoro che possono
svolgere direttamente i compiti propri del
responsabile del servizio di prevenzione e
protezione.
D.M. 10 marzo 1998
Criteri generali di sicurezza antincendio e per la
gestione dell’emergenza dei luoghi di lavoro
D.M. 5 agosto 1998, n. 363
Regolamento recante norme per l’individuazione
Il Sistema Legislativo
delle particolari esigenze delle università e degli
istituti di istruzione universitaria ai fini delle norme
contenute nel D.Lgs 626/94.
SPI
28. Modulo A1
Circolari
Circolare n.102/95 del 7 agosto 1995 "Decreto legislativo 19
settembre 1994, n.626. Prime direttive per l'applicazione".
Circolare n. P1564/4146 del 29 agosto 1995 "Decreto legislativo 19
settembre 1994, n.626. Adempimenti di prevenzione e protezione
antincendio. Chiarimenti".
Circolare n. 10 del 13/06/1996 "Decreto legislativo 10 marzo 1996, n.
242, recante modificazioni e integrazioni al decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626, concernente attuazione di direttive
comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e salute dei
lavoratori sul luogo di lavoro".
Circolare n. 89 del 27/06/1996 "Decreto legislativo 10 marzo 1996, n.
242, contenente modificazioni e integrazioni al decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626, in materia di sicurezza e salute dei lavoratori
Il Sistema Legislativo sul luogo di lavoro. Direttive per l'applicazione
SPI
29. Modulo A1
Assicurazione obbligatoria
L'assicurazione INAIL è regolata dalle
norme contenute nel "Testo Unico
delle disposizioni sull'assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni e le
malattie professionali"
(decreto del presidente della Repubblica n.1124 del 1965).
Nel Testo Unico e nel Decreto
legislativo n.38/2000 sono
specificati i soggetti che devono
La Tutela Assicurativa
essere assicurati e gli infortuni e le
malattie per i quali viene
riconosciuta la causa lavorativa.
SPI
30. Modulo A1
Sono assicurati contro gli infortuni sul lavoro e le
malattie professionali:
tutti coloro che lavorano utilizzando
macchine, apparecchi, impianti o
comunque operino in ambienti
organizzati, sia in Italia che all'estero,
qualunque sia il settore lavorativo in cui
operano, alle dipendenze di chiunque,
persone fisiche o giuridiche, privati o enti
pubblici
gli artigiani ed i lavoratori autonomi dell'agricoltura
i lavoratori appartenenti all'area dirigenziale
gli sportivi professionisti
La Tutela Assicurativa
i lavoratori parasubordinati
le casalinghe ( legge n. 493/1999 ).
SPI
31. Modulo A1
L'INAIL tutela anche i lavoratori che si
infortunano durante il viaggio di andata e
ritorno dal luogo di lavoro (infortunio in
itinere)
Il lavoratore che si infortuna sul lavoro o
contrae una malattia professionale ha
diritto ad usufruire delle prestazioni INAIL
anche se il datore di lavoro non lo ha
assicurato.
La Tutela Assicurativa
SPI
32. Modulo A1 COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO SUL
LAVORO O DI MALATTIA PROFESSIONALE
Cosa deve fare il lavoratore
in caso di infortunio sul lavoro
INFORMARE immediatamente il datore di lavoro
in caso di malattia professionale
INFORMARE il datore di lavoro entro 15 giorni
dalla manifestazione della malattia
SE L'INFORTUNIO o la malattia professionale non
sono stati denunciati subito dopo il verificarsi
dell'evento, il lavoratore può ottenere comunque le
prestazioni INAIL, ma deve attivarsi entro 3 anni
dal giorno in cui è avvenuto l'infortunio o si è
manifestata la malattia.
La Tutela Assicurativa
SPI
33. Modulo A1 COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO SUL
LAVORO O DI MALATTIA PROFESSIONALE
Cosa deve fare il datore di lavoro
Appena ne ha avuto notizia, inviare all'INAIL, entro
2 giorni in caso di infortunio e 5 in caso di malattia
professionale, la denuncia di infortunio o di malattia
professionale, compilando gli appositi moduli forniti
dall'INAIL.
Se si tratta di infortunio mortale o per il quale vi sia
pericolo di morte, la denuncia deve essere fatta per
telegramma entro 24 ore dall'evento.
La Tutela Assicurativa
SPI
34. Modulo A1
danno biologico
Il danno biologico inteso come "danno alla salute"
è stato introdotto nell'ambito dell'indennizzo INAIL
dall'art.13 del decreto legislativo n.38/2000.
Le caratteristiche proprie del danno biologico
hanno comportato la ricostruzione del sistema
indennitario INAIL .
La nuova disciplina si applica esclusivamente agli
infortuni verificatisi e alle malattie professionali
denunciate dal 25 luglio 2000 in poi.
La Tutela Assicurativa
SPI
35. Modulo A1
L'organizzazione della
prevenzione in Azienda..
Pausa Caffè e..
RIPRENDIAMO
Tra 10 Minuti!
SPI
36. Modulo A1
Quali sono le novità più rilevanti per i
singoli lavoratori?
SPI
37. Modulo A1
Perché un sistema di
gestione della sicurezza
• LA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI SALUTE E
SICUREZZA SUL LAVORO ASSEGNA AL DATORE DI
LAVORO RESPONSABILITÀ DI TIPO:
TECNICO
METODOLOGICO
ORGANIZZATIVO
analizzare le fasi lavorative;
individuare i pericoli per i lavoratori;
effettuare una valutazione di rischi;
D.Lgs. 626/94 attuare le misure di prevenzione per l’eliminazione
del rischio;
avviare un programma di miglioramento. SPI
38. Modulo A1
• IL D. LGS. 626/94 PREVEDE IL
SISTEMA DI GESTIONE DELLA
SICUREZZA;
• ORGANIZZAZIONE IN CUI SONO
DEFINITE RESPONSABILITÀ,
COMPETENZE, FUNZIONI ED
AZIONI.
• VI È UNA DIFFICOLTÀ
DELL’AZIENDA A TENERE SOTTO
CONTROLLO L’INTERO APPARATO
ORGANIZZATIVO DELLA
SICUREZZA.
D.Lgs. 626/94
SPI
39. Modulo A1
RISULTA NECESSARIO PER LE AZIENDE ADOTTARE
UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA E
DELLA SALUTE CHE PERMETTA:
l’adeguamento agli adempimenti legali
l’adeguamento agli standard tecnici
la riduzione degli infortuni
Il miglioramento del benessere
lavorativo
la riduzione dei costi per infortuni
il miglioramento dell’immagine
la facilitazione dei rapporti con le parti
D.Lgs. 626/94 sociali.
SPI
40. Modulo A1
Il Titolo I° recepisce la Direttiva quadro
(391/89) “concernente l’attuazione di misure
volte a promuovere il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori
durante il lavoro”
E’ la madre di tutte le altre
D.Lgs. 626/94
SPI
41. Modulo A1
I
Il Datore di Lavoro
IL
G AB
1. Valuta i Rischi
LE
DE
2. All'esito della valutazione elabora un
N
documento contenente:
NO
a) relazione sulla valutazione (specificando i criteri
adottati)
b) individuazione delle misure e dei DPI
conseguente alla valutazione
c) il programma delle misure ritenute opportune
per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
sicurezza
Compiti del DL, Per aziende familiari e fino a 10 dipendenti è
Dirigente, sufficiente una autocertificazione
Preposto
3. Designa il responsabile del servizio di
D.Lgs. 626/94 protezione e prevenzione interno o esterno
all'azienda
SPI
42. Modulo A1
…adotta le MISURE NECESSARIE per la sicurezza e la salute dei
lavoratori ed in particolare:
VERSO L'AMBIENTE DI LAVORO
(e l'ambiente esterno)
Aggiorna le misure di prevenzione in relazione:
- ai mutamenti organizzativi e produttivi
- al grado di evoluzione della tecnica, della
prevenzione e della protezione
Compiti del DL, Prende appropriati provvedimenti per evitare che
Dirigente, le misure tecniche adottate possano causare
Preposto rischi per la salute della popolazione o
deteriorare l'ambiente esterno
D.Lgs. 626/94
SPI
43. Modulo A1
Nell'affidare i compiti ai lavoratori tiene conto
della loro capacità e delle loro condizioni
Fornisce ai lavoratori i necessari e idonei
Dispositivi di Protezione Individuale
Prende le misure appropriate affinché soltanto i
lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni
accedano alle zone che li espongono ad un
rischio grave e specifico
Richiede l'osservanza da parte dei singoli
lavoratori delle norme vigenti e delle disposizioni
aziendali (su: sicurezza e igiene del lavoro; uso
Compiti del DL,
dei mezzi di protezione collettivi e dei DPI)
Dirigente,
Preposto
D.Lgs. 626/94
SPI
44. Modulo A1
IL MECCANISMO DI DELEGA PER LA SICUREZZA
deve essere formalizzata
deve individuare i compiti specifici e limitati che
vengono assegnati al delegato
dl delegato deve possedere sufficienti requisiti di
qualificazione tecnica
al delegato deve essere conferita autonomia
decisionale, e reale facoltà di spesa
(commisurata, ovviamente, ai limiti della delega)
La Delega
il delegante non deve ingerirsi nell'operato del
D.Lgs. 626/94 delegato, ma deve controllare che i compiti
oggetto della delega vengano svolti.
SPI
45. Modulo A1
Le misure generali di tutela
Programmazione della prevenzione
verso l’ambiente verso i lavoratori
di lavoro e le lavoratrici
Si ritrovano in ciascun titolo riferito
ad ogni specifico rischio
SPI
46. Modulo A1
I principali Fattori di Rischio
! Organizzazione del lavoro !
Rischi Fisici R. Chimici
Fatica
R. psico-sociali
R. Biologici
I Rischi
SPI
47. Modulo A1
La formazione e l'informazione
sulla sicurezza dei lavoratori
interinali da chi deve essere
eseguita?
SPI
48. Modulo A1
Le altre forme di lavoro
Lavoro a progetto - Appalto,
Distacco, Tarsferimento -
Lavoro intermittente - Lavoro ripartito -
Somministrazione di lavoro -
Apprendistato - Part-time - Contratto di
inserimento - Tirocinio estivo di
orientamento - Certificazione - Lavoro
Gli Appalti accessorio
SPI
49. Modulo A1
Le forme di lavoro atipico
Il lavoro a progetto
Caratteristiche
•Autonomia gestionale del collaboratore
•Assenza di vincoli di subordinazione nei
confronti del committente
•Libertà nella scelta dei mezzi e organizzativa
•Coordinamento con il committente
•Irrilevanza del tempo impiegato nella
realizzazione del progetto
Lavori atipici
SPI
50. Modulo A1
Contratto d’appalto: c.c. art. 1655,
l’appalto è “il contratto con il quale una
parte assume, con organizzazione
dei mezzi necessari e con gestione
a proprio rischio, il compimento di
un’opera o di un servizio verso un
corrispettivo in denaro”.
Contratto d’opera: c.c. art. 2222, si
parla di appalto d’opera quando una
persona si obbliga a compiere,
verso un corrispettivo, un’opera o
Gli Appalti un servizio, con lavoro
prevalentemente proprio e senza
vincolo di subordinazione nei
confronti del committente.
SPI
51. Modulo A1
L’art. 7 del D.Lgs. 626/94 estende gli
adempimenti di sicurezza, già
ritenuti sussistenti in capo al
committente, agli obblighi di
cooperazione e coordinamento, ai
quali il committente, in ragione della
sua specifica posizione contrattuale
e non, come avveniva in precedenza,
in ragione della violazione
Gli Appalti dell’autonomia delle sfere di
competenza contrattuale, è vincolato
nei confronti dell’appaltatore
direttamente dalla legge.
SPI
52. Modulo A1
Descrizione degli elementi rilevanti art. 7 del D.Lgs. 626/94
Viene “imposta” al datore di lavoro committente una corretta
scelta dell’impresa che intende utilizzare nel lavoro dato
in appalto….
Il committente deve informare l’appaltatore su quali sono le
condizioni di rischio dell’area dove si dovrà svolgere
l’opera o il servizio. Il committente deve comunicare in
modo chiaro ed esaustivo quali siano le condizioni di
rischio, le misure di prevenzione e protezione e le procedure
di sicurezza dell’area in cui l’appaltatore o il lavoratore
autonomo andranno a svolgere la propria attività
professionale.
L’informazione deve essere bidirezionale. Il committente
dovrà prendere visione (e quindi richiedere) i piani di
Gli Appalti sicurezza redatti per quella specifica opera o servizio.
La cooperazione ed il coordinamento hanno ad oggetto
la prevenzione dei rischi derivanti dalle interferenze tra i
vari fattori di rischio compresenti nel processo di produzione.
SPI
53. Modulo A1
Le altre forme di lavoro
La somministrazione di lavoro
La Legge 30/2003 cambia la definizione ed
anche il contenuto del lavoro interinale, che
viene sostituito dal termine
somministrazione di lavoro.
La somministrazione di lavoro a tempo
determinato è ammessa a fronte di ragioni di
carattere tecnico, produttivo, organizzativo o
sostitutivo, anche se riferibili all'ordinaria
Le altre attività dell'utilizzatore.
forme di
lavoro
SPI
54. Modulo A1
Le altre forme di lavoro
Il ricorso alla somministrazione di lavoro, sia a
tempo determinato che indeterminato, è in ogni
caso vietato:
•per la sostituzione di lavoratori in sciopero;
•per le mansioni, individuate dai contratti
collettivi, il cui svolgimento può rappresentare
pericolo per la sicurezza del lavoratore o di altri
soggetti;
•per le imprese che abbiano effettuato nei sei
mesi precedenti licenziamenti collettivi
riguardanti le figure professionali oggetto della
fornitura;
•per le imprese in cui siano in corso interventi di
Le altre integrazione salariale che interessano lavoratori
forme di adibiti alle mansioni oggetto della fornitura;
lavoro •per le imprese che non siano in regola con gli
obblighi previsti in materia di sicurezza sui luoghi
di lavoro.
SPI
55. Modulo A1
Le forme di lavoro atipico
Il lavoro notturno
DECRETO LEGISLATIVO 4 Agosto 1999 n. 345
Art.10 - Legge 19 gennaio 1955, n. 25.
LEGGE 5 FEBBRAIO 1999 n.25 art.17
DECRETO LEGISLATIVO 26 Novembre 1999 n.532:
E' vietato adibire i minori (18 anni) al lavoro notturno tra le
22 e le 6, o tra le 23 e le 7.
Da 16 anni in poi possono essere, eccezionalmente, adibiti
al lavoro notturno se:
•si verifica un caso di forza maggiore
•non siano disponibili lavoratori adulti
•siano concessi periodi equivalenti di riposo compensativo
Le altre
forme di
lavoro
SPI
56. Modulo A1
Le forme di lavoro atipico
Il lavoro notturno
DECRETO LEGISLATIVO 4 Agosto 1999 n. 345
Art.10 - Legge 19 gennaio 1955, n. 25.
LEGGE 5 FEBBRAIO 1999 n.25 art.17
DECRETO LEGISLATIVO 26 Novembre 1999 n.532:
È vietato adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6,
dall'accertamento dello stato di gravidanza fino a un anno di
età del bambino.
I lavoro notturno può non essere "reso"
a) dalla lavoratrice/tore di un figlio di età inferiore a tre anni
b) dalla lavoratrice/tore unico genitore di un figlio < 12 anni
c) dalla lavoratrice/tore che abbia a carico un soggetto disabile
Le altre
forme di
lavoro
SPI
57. Modulo A1
Le forme di lavoro atipico
Il lavoro notturno
DECRETO LEGISLATIVO 4 Agosto 1999 n. 345
Art.10 - Legge 19 gennaio 1955, n. 25.
LEGGE 5 FEBBRAIO 1999 n.25
DECRETO LEGISLATIVO 26 Novembre 1999 n.532:
Al lavoro notturno sono adibiti con priorità assoluta i
lavoratori che ne fanno richiesta, tenuto conto delle
esigenze organizzative aziendali..............
L'orario di lavoro dei lavoratori notturni non può superare
le 8 ore nelle 24.
Nel caso di contratti, nazionali o aziendali, che prevedono
Le altre
un orario di lavoro plurisettimanale è possibile
forme di l'individuazione di un periodo di riferimento più ampio delle
lavoro 24 ore nel quale calcolare le 8 ore come media....
(commento alla circolare del Ministero del Lavoro 13/2000)
SPI
58. Modulo A1
Le norme tecniche
La loro applicazione non è obbligatoria ma
solo consigliata
Legge 1 marzo 1968, n. 186
"i materiali, le apparecchiature, ....... e gli impianti
elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme del
CEI, si considerano costruiti a regola d'arte"
Elettr. Altro
Livello mondiale IEC ISO
Livello europeo CENELEC CEN
Livello nazionale CEI UNI
SPI
59. Modulo A1
Fine!
Grazie per la vostra
attenzione
SPI