2. Un libro famoso: La società del
rischio
Una diversa
percezione e
attenzione da parte
della società
moderna verso il
concetto di rischio.
È possibile creare e
presentare diapositive 16:9
anche se non si dispone di
uno schermo widescreen.
Nella modalità presentazione
di PowerPoint le diapositive
vengono ridimensionate
automaticamente in base al
tipo di schermo in uso.
4. La società moderna
Rischio
Incertezza
La globalizzazione ha evidenziato
la necessità di un’equa
distribuzione dei rischi, oltre che
della ricchezza.
La ricchezza infatti è concentrata in
poche zone, i rischi sono per lo più
a carico dei paesi poveri.
6. La sindrome Nimby
Alcune fonti sostengono che il termine sia nato
nel 1956 negli Stati Uniti in seguito alla
Freeway Revolts il cui scopo era di bloccare i
progetti di reti viarie nella zona intorno a San
Francisco. A partire dal secondo dopo guerra,
il termine è comunemente usato per definire
un generico atteggiamento di rifiuto verso tutto
ciò che non appartiene alla comunità stessa.
7. La sindrome Nimby
Nimby (Not In My Back Yard)
Noos (Not In Our Street)
Notpe (Not On The Planet Earth)
Cave (Citizens Against Virtually
Everything)
Banana (Build Absolutely Nothing
Anywhere Near Anyone)
8. Una questione di (poche)
certezze
La società del rischio
incomincia laddove finisce
la tradizione, vale a dire nel
momento in cui, in tutte le
sfere della vita, non
possiamo più dare per
acquisite le certezze
tradizionali. Minori sono i
riferimenti che possiamo
fare alle sicurezze
tradizionali e maggiore è il
numero dei rischi cui
9. Un caso emblematico
La vicenda della mucca pazza
non è solo che uno dei tanti
esempi della società del rischio,
della presa d’atto che “la più
semplice delle decisioni –
mangiare o non mangiare manzo
– può diventare una questione di
vita o di morte” a dimostrazione
di come l’uomo abbia
trasformato la natura, facendo in
questo caso di un animale
erbivoro un carnivoro-cannibale,
non rispettando l’ordine
dell’essere e non riconoscendo
alla natura la sua identità.
10. Da cosa dipende la percezione del
rischio?
Le percezioni e le rappresentazioni
sociali dei rischi sono legate a una
molteplicità di fattori, ma
storicamente determinate. Le
paure, l’importanza degli effetti a
lungo tempo, la controllabilità e tutti
gli elementi che concorrono,
assieme al peso dei sistemi
valoriali, delle regole esistenti, degli
interessi locali, del ruolo dei media,
a caratterizzare l’atteggiamento
verso uno specifico rischio sono
diversi a seconda delle comunità (e
anche degli individui) e si
modificano nel tempo.
11. Da cosa dipende la percezione del
rischio?
L’approccio culturale al rischio, a
differenza di quello psicometrico,
ha cercato di focalizzarsi sui fattori
sociali che definiscono le differenze
tra le persone nelle reazioni al
rischio. La teoria culturale del
rischio è stata originariamente
proposta da Mary Douglas e mira a
mostrare come la percezione, il
riconoscimento e la gestione del
rischio siano intimamente connessi
e filtrati dalla specifica cultura,
orizzonte simbolico e
organizzazione sociale entro cui le
persone si muovono.
12. Come reagiscono le società
occidentali moderne al
rischio?
Con riflessività, cioè con la
capacità di rispondere alle
circostanze che suscitano
paura o ansia in modo attivo
anziché passivo.
Monitoraggio del
comportamento e dei suoi
contesti
13. 4 gruppi ideali con altrettanti
approcci al rischio
i gruppi gerarchici rispettano le autorità, si
conformano alle norme di gruppo, ne
condividono le previsioni riguardo ai rischi e
hanno fiducia nelle organizzazioni
prestabilite
i gruppi egualitari sono costituiti da
individui che si identificano fortemente con il
proprio gruppo, attribuiscono le
responsabilità dei rischi ad attori non
appartenenti al gruppo stesso, tendono a
diffidare delle norme imposte dall’esterno e
sono favorevoli a un approccio al rischio
fondato sulla partecipazione
14. 4 gruppi ideali con altrettanti
approcci al rischio
i gruppi individualisti, invece, sostengono che
ognuno debba affrontare il rischio sulla base dei
propri criteri, confidano nei singoli più che nelle
organizzazioni e sostengono che l’assunzione di
rischio possa avere conseguenze tanto negative
quanto positive
i fatalisti mancano di legami forti con il gruppo,
rispetto al rischio tendono ad affidarsi al caso e
alla sorte e si attribuiscono scarso controllo sugli
eventi
16. Ci sono poche
certezze…
Tempo e spazio (il web…)
I legami di coppia
Il lavoro
Il senso di comunità
Le cose che fanno stare
bene…
……
17. Una precarietà diffusa
Anche se
non si
verifica
alcuna
catastrofe
l’attesa dei
rischi
possibili
domina
sempre più
la scena
della nostra
vita,
individuale e
collettiva
L’acutizzarsi dell’incertezza riguarda
tutti gli aspetti della nostra vita: dal
mercato del lavoro alle case, dallo
stipendio ai figli, alla scurezza per la
propria vecchiaia. La società del
rischio è la società della precarietà
diffusa.