Da sempre la musica risulta essere fondamentale dell’esperienza umana. Appartiene a tutte le culture e attraversa la vita degli uomini. La sua rilevanza non è solo a livello sociale ma risulta essere funzionale anche allo sviluppo dell’intelligenza, della sfera espressiva ed infine del linguaggio.
3. I. MUSICA E ABILITA’
COGNITVE
STUDI:
• PALMER (1997)
confrontò la musica con altri domini, evincendo che i meccanismi cognitivi
attivati nell’esecuzione possono influenzare altri campi.
• ZATORRE (2013)
vede la musica come forma di stimolazione per il cervello migliorando
compiti come la memorizzazione, l’attenzione, il confronto, integrazione
senso motoria e il coordinamento motorio.
4. RICERCHE:
• BILZHARD, BRUHN, OLSON (1999)
dopo aver svolto un programma musicale di trenta settimane a bambini di 4-6
anni, somministrando prove di intelligenza di Stanfort-Binet ha registrato punteggi
più alti.
• MORENO (2013)
ha rilevato che, in bambini di età prescolare, il livello di abilità cognitive era più
alto in bambini che avevano eseguito attività musicali.
• SHAW, RAUSCHER (1993)
“Effetto Mozart”
• SCHELLENBERG (2006)
ha registrato esiti maggiori nel punteggio del QI in studenti che praticavano
lezioni musicali e canto corale.
5. “consisterebbe nell’aumento temporaneo di alcune abilità cognitive dopo l’ascolto della suonata K
448 per due pianoforti del celebre compositore. L’aumento di otto punti nel punteggio del quoziente
intellettivo (QI), riscontrato nella risoluzione di alcuni test che valutano le abilità visuo-spaziali, si
risolveva tuttavia dopo appena 10 minuti dalla fine dell’ascolto.
[…] I risultati indicavano un miglioramento delle esecuzioni dei test nei gruppi di studenti che erano
stati sottoposti all’ascolto della musica rispetto ad un gruppo di controllo che era rimasto nel silenzio”
EFFETTO MOZART:
MA
Tale ipotesi non ha avuto riscontro
nelle ricerche successive
6. II. MUSICA E ABILITÀ
LINGUISTICHE
ANALOGIE:
• Hanno un sistema grafico di trascrizione
• Hanno un carattere uditivo
• Permettono di comunicare informazioni e messaggi
• Godono di una doppia articolazione
• Condividono l’elemento acustico sonoro, la ritmicità, la prosodia e il respiro
(M. Della Casa, 1983)
Il linguaggio verbale e quello musicale sono due linguaggi propri della specie umana che ci permetto di
interagire con gli altri
7. La pratica musicale in soggetti
dislessici
Suonare uno strumento può aiutare a interpretare le
sfumature del linguaggio.
Alcuni studi hanno dimostrato che i musicisti durante
l’esecuzione di un brano musicale hanno alcune aree
del cervello che sono più ricche e sviluppate di cellule
nervose
Questa scoperta aiuterebbe le persone dislessiche
ad attivare una particolare zona della corteccia
cerebrale che, quando colpita dal disturbo, si attiva
in modo insufficiente
9. LA MUSICA ESSENDO UN LINGUAGGIO NON
VERBALE ABBATTE LE BARRIERE LINGUISTICHE E CI
METTE IN RELAZIONE CON GLI ALTRI FACILITANDO:
• Le capacità di comunicazione, espressione e di ascolto
• Il controllo dell’emotività
• La formazione del senso critico
• Il rispetto delle regole di convivenza civile
• La socializzazione
• Il senso di responsabilità in un clima di cooperazione
MA NON SOLO
• Incoraggia lo sviluppo personale
• Aumenta la fiducia in se stessi
• Aiuta a sviluppare l’intelligenza emotiva, intesa come la capacità di comprendere le
proprie e altrui emozioni.