2. Learning object
a cura di
Riccardo Balsamo
Redattore
Paola Bonetta
Ricercatore background
Anna Avato
Linker
Riccardo Lorenti
Ricercatore follow on
Lorenzo Pasqualucci
Speaker
Antonella Zampaglioni
Coordinatore Coach
Legenda:
le icone rimandano alle
personalizzazioni
Ci saranno link alle
personalizzazioni anche
all’interno della presentazione
indicate dalla stessa icona
Metodologie
dell’
i
nsegnamento
strumentale
Docente
G.
Sellari
3. Lo sviluppo delle intelligenze
Corsi di propedeutica musicale
Non è mai
Troppo presto!
(propedeutica musicale
0-3 anni)
Corso
di propedeutica
musicale
dai 3 ai 6 anni
L’apprendimento musicale
in età prescolare
Durante la fase prenatale
Dalla nascita al secondo anno
Dal secondo anno al quarto anno
Il bambino dai 5 ai 6 anni
Obiettivi e finalità
Funzionalità e metodologie
Un consiglio ai genitori
4. Lo sviluppo delle intelligenze
Il neuropsicologo Howard Gardner propone la teoria delle intelligenze multiple servendosi
dell’apporto di diverse scienze e sostiene che ciascun individuo nasca con più intelligenze,
ognuna delle quali deputata a una specifica attività cognitiva. Ne individua nove, tra cui anche
quella musicale che emerge prima di tutte diventa sostegno per le altre.
È compito e responsabilità dell’educatore scoprire, valorizzare e stimolare ogni tipo di
intelligenza. L’esplorazione della realtà sonora risulta una pratica congeniale ai bambini già dalla
tenera età.
L’intelligenzamusicalesimanifestaattraverso:
• Una spiccata sensibilità sonora
• Propensione alla riproduzione e invenzioni di
strutture ritmiche
• Uso degli strumentimusicali
• Attitudineal canto
• Percezione della “forma” musicale
5. Durante la fase prenatale
➢ I bambini e la musica sono buoni amici: ogni genitore sa che, sin da piccoli, i
bambini amano cantare e muoversi al ritmo della musica.
➢ La musica ha benefici sullo sviluppo cognitivo, aumenta le capacità creative, di
concentrazione e di immaginazione e sviluppa la memoria.
➢ La musica è quindi un ingrediente fondamentale della crescita del bambino,
sin dalla nascita. Già nell’utero materno i bambini sono in grado di sentire il
ritmo del battito cardiaco della mamma e di ascoltare suoni e melodie.
➢ Il feto ha percezioni sonore già a partire dal 6°/7° mese di vita intrauterina ed è
proprio attraverso il senso dell’udito che il piccolo è in contatto con il mondo
esterno.
➢ Alla nascita il neonato è in grado di riconoscere la voce della mamma, e
dimostra di preferirla ad altre voci, ma sa anche riconoscere le melodie che la
mamma cantava in gravidanza.
6. Dalla nascita al secondo anno
Durante le prime settimane di vita c’è un
maggior sviluppo uditivo rispetto a quello
visivo, dando continuità al riconoscimento
della voce materna, iniziato già nell’utero,
di cui percepisce intonazione e timbro.
Tra i 2 e i 6 mesi, definita fase di lallazione, i neonati sono
già sensibili ai cambiamenti ritmici e alle strutture
sequenziali. Il bambino inizia a produrre diversi suoni come
tosse, gorgoglii e pianto. L’apparato uditivo gli permette di
avere un feedback dei suoni che lui stesso produce, ma
anche di saper imitare altri suoni.
Tra gli 8/9 mesi il bambino impara a
rispettare l’alternanza dei turni e a
prepararsi al successivo sviluppo
conversazionale. A qualsiasi stimolo
vocale è necessario far seguire
momenti di silenzio affinché il
bambino elabori gli stimoli percepiti.
Il baby-talk è un’espressione che designa il modo di parlare ai
bambini da parte degli adulti che si prendono cura di loro. È una
attività in eco o linguaggio ecolalico: l’adulto ripete qualcosa
finché il bambino non lo imita. Nel baby-talk sono presenti sia il
principio di ripetizione sia il principio di Variazione.
È in questo periodo di vita che iniziano a comparire le
prime manifestazioni del canto, attraverso l’utilizzo di
altezze tonali discrete e stabili.
7. Dal secondo al quarto anno di vita
➢ È con il 2º anno di vita che i bambini iniziano a esplorare le possibilità vocali attraverso l’uso di
intervalli semplici come le quarte e le quinte. In questo periodo il bambino capisce che la musica va
costruita attorno a un piccolo insieme di intervalli e di altezze, anche se la musica che producono è
senza meta, presenta già una configurazione ritmica e ripetendo soprattutto le parole più
importanti di canzoni ascoltate in precedenza.
➢ Tra il 3º e il 4º anno di età il bambino inizia ad assorbire le caratteristiche ritmiche e tonali dei canti
appartenenti alla propria cultura a cui seguirà la capacità di riprodurre per imitazione intere
canzoni, avere una concezione di ritmo più definita, ma non ha ancora la capacità di riprodurre
esattamente gli intervalli e la tonalità durante il canto.
➢ Grazie a questa “incapacità” è in grado di effettuare trasferimenti intermodali, non essendo
influenzati da una “modalità” determinata. Intorno al 4º anno i bambini iniziano a cantare i pot-
pourris, canzoni fatte da frammenti assimilati durante l’ascolto precedente di altre altre canzoni.
8. Il bambino dai 5 ai 6 anni
➢ È intorno ai 5 anni che la maggior parte dei bambini riesce a cantare con diligenza i
canti familiari e le cantilene infantili. Il bambino è quindi in grado di esprimere
competenze assimilate attraverso l’ascolto e la ripetizione che ormai gli
appartengono. Il loro interesse verso le ripetizioni esatte mostra come vogliano
padroneggiare in maniera accurata ciò che fanno.
➢ Dopo i 5 anni, e un’idonea formazione musicale di base, è possibile avvicinare il
bambino alla pratica di uno strumento tradizionale al fine di accrescere la sua
creatività e ampliare la sua concezione sonora, continuando a fargli esplorare le
possibilità espressive del proprio corpo in movimento e della voce.
10. Non è mai troppo presto
Ogni bambino ha una straordinaria potenzialità di apprendimento sin dalla nascita,
perciò non è mai troppo presto per proporre una fantastica esperienza musicale al
bambino che diventa ancora più intensa se vissuta insieme ai suoi genitori.
➢ La musica, sin dai primi giorni di vita, è un potente stimolo alla crescita armonica,
fisica e psicologica, come mostrano numerosi studi in fisiologiae neurofisiologia.
➢ La musica ha un forte impatto emotivo: coinvolge infatti aree cerebrali deputate
all’elaborazionedelle emozioni.
➢ La musica è in grado di stimolare e sostenere il bambino nei processi di
apprendimento.
11. Obiettivi e finalità del corso
➢ Stimolare il bambino al pensiero musicale come “lingua madre” promuovendo
l'attitudine tonale e l'attitudine ritmica.
➢ Fornire ai bambini un ambiente ricco di esperienze musicali che ponga l'accento
sulla qualità.
➢ L’adulto competente musicalmente guida in modo informale il bambino
all’apprendimento musicale attraverso l’esempio diretto, il gioco e il movimento.
➢ Offrire ai piccoli la possibilità di arricchire con la musica il proprio patrimonio
espressivo.
➢ Offrire ai genitori l’occasione di imparare brani e attività da riproporre a casa.
12. Funzionalità e metodologie del corso
Alla base del corso sta il concetto di “audiation” ossia
“…la capacità di sentire e comprendere nella propria
mente musica non fisicamente presente nell’ambiente”
E. Gordon
Il corso si avvarrà della Music Learning Theory:
basata sulla capacità innata del bambino di
apprendere la musica con processi simili a quelli
con cui apprende il linguaggio; nei corsi che
iniziano a partire da 0 a 3 anni il piccolo sviluppa
un proprio vocabolario di suoni dapprima
ascoltati e poi, con l’imitazione, riprodotti in
modo intenzionale.
Attraverso l'esperienza motoria,
in modo giocoso, i bambini
vengono iniziati all'ascolto,
promuovendo attitudini tonali e
ritmiche.
L'insegnante deve manifestare
tutta la sua sensibilità,
entrando in empatia sinergica
con bambini e genitori e deve
porsi al livello dei bambini
giocando musicalmente con
loro.
13. Corso di propedeutica musicale
dai 3 ai 6 anni
Questa è la fase più ricettiva sia per lo sviluppo
dell’orecchio musicale che per l’apprendimento, e il
nostro lavoro è finalizzato a valorizzare e sviluppare
l’innata forza creativa.
Un percorso di apprendimento musicale che
avvicina i bambini alla musica attraverso il gioco,
stimolandone la fantasia, creatività e
l’immaginazione.
Un vero e proprio viaggio alla scoperta del mondo sonoro in grado
di suscitare curiosità, emozioni e amore per la musica, nella
maggior parte dei casi si conclude con una precisa percezione di
quelle che saranno le attitudini musicali del bambino.
Per le sue capacità di integrazione fra sviluppo delle abilità innate,
stimolazione musicale e socializzazione, il corso è strutturato in
attività di gruppo distinte per età e livello di partenza.
14. ➢ I bambiniimparano ad ascoltare l’ambientesonoro.
➢ Riconoscere gli elementi del linguaggio musicale: suono, silenzio,
altezza, timbro, intensità,durata, velocità.
➢ Essere in grado di esprimersi liberamenteattraverso il canto, il
movimentodel corpo e l’uso di strumentia percussione.
➢ Abituarsi all’ascolto di sé, dei suoni e dello spazio che li circonda e
saper interagire con gli altri.
➢ Attraversoil gioco musicale, si crea un ambientesereno e
divertente,in grado di influenzare in maniera positiva le capacità
relazionali del bambinoe la sua crescita emotiva e artistica.
Obiettivi e finalità del corso
15. Funzionalità e metodologie del corso
Il corso è basato principalmente su un metodo attivo in cui “fare musica” attraverso il gioco
e il divertimento anziché studiarne gli aspetti più teorici, diventa obiettivo unico e
funzionale. Si avvale del contributo di alcune metodologie che ne completano il valore e
l’efficacia:
Edwin E. Gordon
Secondo la Music Learning Theory, il canto, il
movimento, l’ascolto e il gioco, nei bambini
tra i 3 e i 6 anni, rappresentano la base per
imparare divertendosi e per avviare il
bambino al successivo approccio allo
strumento o al coro. Favorisce lo sviluppo
delle potenzialità musicali del bambino,
tenendo conto dei suoi tempi e modi di
elaborazione.
Émile J. Dalcroze
Il principio fondamentale del metodo è il
rapporto tra la musica e il corpo inteso come
risposta agli impulsi psico-motori che la
musica genera nel bambino. Attraverso
l’alternanza di suoni e silenzi, di ritmi lenti o
accelerati, cambia la reazione dell’approccio
motorio attraverso movimenti naturali
basati quindi principalmente sul ritmo come
essenza di vita e del linguaggio musicale.
16. Funzionalità e metodologie del corso
Carl Orff Partendo dal concetto di ritmo del percorso didattico
Dalcroze, il metodo Orff ne elabora i contenuti inserendo la parola,
nel suo aspetto ritmico e sonoro. Propone un approccio di carattere
vocale e ritmico-strumentale, con l’integrazione di gesti e
movimenti per stimolare la forza creativa del bambino. Attraverso il
repertorio di origine popolare o composto dallo stesso Orff, con
l’ausilio di un particolare strumentario (composto da metallofoni,
xilofoni, percussioni ecc.), permette di vivere un’esperienza musicale
che diventa fruibile, semplice e assolutamente adeguata al
bambino.
Zoltan Kodály Grazie alla concezione di musica come cibo dell’anima, come componente
essenziale per lo spirito umano, il metodo Kodály racchiude in tutto il percorso di educazione
musicale del bambino, canti tratti dal repertorio della tradizione popolare, poiché considerati di
alto valore etico e musicale. L’esperienza del canto popolare vissuta attraverso la pratica corale
permette al bambino di apprendere la melodia prima per imitazione e successivamente con la
lettura, di formare l’orecchio musicale e di acquisire una corretta intonazione vocale.
17. Un consiglio ai genitori…
E’ importante che il vostro bambino cresca nella musica e con la musica:
è uno strumento
comunicativo determinante e
favorisce le relazioni
è un arricchimento per
l’anima, per la conoscenza di
sé e degli altri
è una forma di
educazione e di rispetto
alle regole della vita
E’ importante scegliere il percorso giusto per la sua crescita e formazione musicale:
è essenziale
intuire l’inclinazione musicale
del bambino e assecondarla
evitare di fare pressioni o
porre eccessive aspettative,
ma lasciare che si divertano
e sperimentino
affidarsi al
consiglio dell’educatore che
saprà individuare le qualità
musicali indirizzandovi verso
il percorso migliore
18. Learning object
a cura di
Riccardo Balsamo
Redattore
Paola Bonetta
Ricercatore background
Anna Avato
Linker
Riccardo Lorenti
Ricercatore follow on
Lorenzo Pasqualucci
Speaker
Antonella Zampaglioni
Coordinatore Coach
Legenda:
le icone rimandano alle
personalizzazioni
Ci saranno link alle
personalizzazioni anche
all’interno della presentazione
indicate dalla stessa icona
Metodologie
dell’
i
nsegnamento
strumentale
Docente
G.
Sellari