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Scuola secondaria “C. Agostini” di San Martino di Lupari                Classe 2^C       a. s. 2010/2011


                       Giallo e non solo…
              ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE
                          E I SENTIMENTI DI MOLTE PERSONE.
                        NOI DAREMO LORO UN VOLTO E UNA VOCE.

Un cadavere in discarica!                  (Il nostro punto di partenza)

“Dal cumulo d’immondizia                                                                 Enrico il barbone
nella discarica sporge qual-
cosa che brilla. Il barbone
si avvicina guardingo, fa-
cendosi precedere dal fa-
scio di luce della pila. Un
orologio! E sembra d’oro!
Fa un passo avanti e si chi-
na per raccogliere
l’orologio, che fa resisten-
za.
Il barbone tira e il prezioso
oggetto è seguito da una
mano e poi da un braccio.
E il braccio è attaccato a
una spalla, e la spalla a un
busto… Molla di colpo la           Dal Mattino di Padova del 5 aprile 2011
presa; si china di più e av-                            (a cura di Andrea Antonello)
vicina la pila.
Una donna, elegante. Sem-               Orrore a Padova!                filosofia, 23 anni appena compiu-
                                                                        ti. Il corpo senza vita della donna
bra giovane, e anche morta.     Giovane donna rinvenuta                 è stato rinvenuto da uno scono-
E’ lì e gli occhi aperti, az-   morta in discarica                      sciuto, che ha avvisato la polizia
                                                                        da una cabina telefonica; potreb-
zurri, fissano il cielo. ”         Probabile il movente passionale      be trattarsi dell’assassino, ma il
                                È stato ritrovato ieri notte un cada-   sospettato principale sembra es-
                                vere appartenente ad una donna          sere un compagno di studi della
                                nella discarica di via Jacopo Stret-    vittima che, secondo alcune testi-
                                to a Padova. Ad ucciderla sarebbe       moni, amiche della ragazza, la
                                stata una coltellata ricevuta in pie-   infastidiva da qualche tempo.
                                no petto. L’arma del delitto, un        Questo troverebbe conferma an-
                                coltello, è stata rinvenuta accanto     che in una querela sporta dalla
                                al corpo. Il movente sembrerebbe        vittima pochi giorni or sono.
                                passionale, dato che il cadavere        Sconvolti i familiari, che non
                                indossava ancora un orologio            hanno voluto rilasciare dichiara-
                                d’oro. Dalle prime indiscrezioni        zioni. Si attendono i risultati
                                trapelate risulta trattarsi di Silvia   dell’autopsia per confermare
                                Gasparin, scomparsa da due giorni,      l’ipotesi della morte per accoltel-
                                studentessa alla facoltà di lettere e   lamento.
Il corpo di Silvia
Pagina 2                                                                              Giallo e non solo…
                                              ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE
                      MA COS’ERA ACCADUTO PRIMA?
                      Dal diario di Silvia - l’ultima pagina
                                          (a cura di Gianluca Mognon)

                                                            1 aprile 2011    innamorato di me e mi ha chiesto di
                                      Caro diario,                           metterci assieme, ma, come puoi im-
                                      anche questa giornata è passata e ti   maginare, io ho rifiutato. Da quel
                                      devo dire che l’ ho trascorsa vera-    momento è cambiato nei miei con-
                                      mente bene!                            fronti e mi minaccia; me lo trovo in
                                      Oggi ho dato l’ esame di storia e ho   continuazione anche fuori dalla di-
                                      preso 25, anche se avrei meritato un   scoteca. Oggi mi è arrivata una sua
                                      voto più alto!                         lettera che mi ha molto spaventata,
                                      Domani avrò l’esame scritto di ita-    perché contiene minacce di morte.
                                      liano e non sarà molto facile: ho      Ho paura, anche perché sul suo conto
                                      dovuto studiare più di 600 pagine e    girano strane voci e sembra un tipo
                                      non mi ricordo tutto.                  poco raccomandabile. Ho accettato
                                      Mi stavo dimenticando di dirti che     di incontrarlo perché spero che riu-
                                      domani sera devo anche incontrare      scirò a convincerlo a lasciarmi perde-
Il diario di Silvia                   Riccardo, un ragazzo conosciuto        re.
                                      qualche tempo fa. Pensa che si è       Ti racconterò...


       Dal diario di Riccardo la sera precedente il delitto
                                         (a cura di Alessandro Franco)
                      1 aprile 2011   verso di lei e le ho detto in faccia   Spero che sia per dirmi che ha
                                      chiaro e forte: “Se non posso          cambiato idea e che vuole darmi
Caro diario,                          averti io non ti avrà nessun           una possibilità. Sarà meglio per
stasera ho capito che non le          altro!!”. Ma la cosa che mi ha         lei che sia così, perché io andrò
piaccio e non mi vuole. Ho perso      fatto più arrabbiare è che quei        all’ appuntamento con il mio
ogni speranza e, riprendendo una      due mi hanno deriso assieme ai         coltello da cucina e se sarò co-
canzone dei Gem-Boy, “Voglio          loro amici.                            stretto dalla sua testardaggine lo
farla finita con questo schifo di     Ma ride bene chi ride ultimo: le       userò su di lei. Gliel’ho anche
vita”.                                preparerò una vendetta coi             scritto nelle tante lettere a cui lei
Questa sera sono andato in            fiocchi!!!                             non ha mai risposto: può sceglie-
discoteca, dove sapevo che                         _______                   re tra me e la morte, ma non può
l’avrei vista; ero pieno di           Una telefonata: ERA LEI!!!             continuare a trattarmi come se io
speranza, ma in un secondo è           Ha accettato di incontrarmi           non contassi niente!
diventata disperazione, perché        domani.
quando sono entrato l’ho trovata
abbracciata ad un altro. Mi
sentivo come la “torcia umana”:
ero così arrabbiato che mi
sembrava di andare a fuoco.
Mi stavo avviando verso l’uscita
quando la donna dei miei sogni
mi ha chiamato per presentarmi il         Il diario di
suo fidanzato. A quel punto ho              Riccardo
provato un grande disprezzo
Giallo e non solo…                                                                                                                Pagina 3


                    Dal diario di Riccardo la sera del delitto
                                                       (a cura di Hilary Fabbro)
                              2 aprile 2011     un drink con me; lei mi sorrise distratta-      prova?! E’ vero, io in quelle lettere le scri-
Diario,                                         mente e mi rispose: “Con uno come te            vevo che avrei potuto arrivare ad ucciderla,
                                                non andrei nemmeno a fumare una siga-           ma le dicevo anche che l’amavo e che a-
quella che ti sta scrivendo è la mano di un retta.”                                             vrei voluto passare la mia vita con lei!!!
assassino. Sì: volevo vendicarmi, non ne
potevo più: lo dovevo fare!                     Mi prese la rabbia e me ne andai, ma ogni       Come potevo fargliela pagare? Era arrivato
                                                sera l’aspettavo all’uscita della discoteca e   il momento… Non ci ho visto più: l’ho presa
Il giorno che vidi Silvia per la prima volta ogni sera era con un ragazzo diverso.              con la forza e l’ho caricata in macchina. Lei
stava ballando in discoteca sopra un cu- Eppur io la amavo! Perché con loro sì e                cercava di scendere, allora io aumentavo
bo; era bella e si muoveva come una sire- con me no?!                                           sempre più la velocità. Mi sono fermato
na: attirava gli sguardi di tutti. Ad un tratto                                                 vicino alla discarica; volevo che fosse mia,
scese dal cubo e andò a bere qualcosa Finalmente ieri Silvia mi aveva dato un                   ma lei mi respingeva e tentava di scappare.
con un ragazzo, poi se ne tornò in pista appuntamento! Oggi ci sono andato, con-                Allora ho preso il coltello che avevo portato
con un altro e si diresse infine verso di vinto di piacerle e pensando che si trattas-          con me e l’ho uccisa: una coltellata in pieno
me. Ero certo che l’avrei conquistata, ma se di un appuntamento amoroso… Mi                     petto e lei non ha più potuto dirmi di no…
lei mi degnò appena di uno sguardo.             sono invece ritrovato come di fronte a un
                                                muro; lei non mi voleva! Mi ha anche mi-        Poi ho nascosto il corpo sotto a dei sacchi
Tornai diverse volte; mi piaceva, ma lei mi nacciato che se non la avessi lasciata in           di rifiuti; quello è il suo posto: IN DISCARI-
evitava. Una sera, sempre in quella disco- pace si sarebbe rivolta alla polizia, portan-        CA! O mia o di nessuno!
teca, mi feci coraggio e le chiesi di bere do le mie lettere come prova. Ma quale



             Dal diario del barbone la sera del ritrovamento
                                                     (a cura di Manuela Antonello)

                                                                                                   Però sono troppo spaventato per
                  Lunedì 4 aprile 2011           dettagli, ma ovviamente mi ha detto
                                                                                                   andarlo a dire alla polizia: magari
Ho appena trovato una ragazza morta              che non ci credeva e che ci avrebbe
                                                                                                   chiamerò da una cabina telefoni-
buttata nella discarica. Non so cosa             creduto solo se gli avessi fatto vedere
                                                                                                   ca… non voglio problemi!
fare. Devo andarlo a dire alla polizia           il cadavere. Io però gli ho risposto che
o no?                                            in quel posto non ci sarei più ritornato.
                                                                                                   Ora sono qui, sul marciapiede del-
Ti giuro che non ho mai preso un si-             Gli ho detto che se vuole può andarci
                                                                                                   la stazione; accanto a me c’è Ga-
mile spavento e non riesco a farmi               da solo.
                                                                                                   spare. Con qualcuno vicino mi
andare via quell’immagine dalla men-             Mi domando ancora chi può aver fatto
                                                                                                   sento più al sicuro, ma non andrò
te.                                              una cosa tanto orribile, uccidendo
                                                                                                   mai più in una discarica!
E’ successo tutto così: stavo frugando           quella povera ragazza.
nella discarica, in cerca di qualcosa
per ripararmi dal freddo; era buio,
avevo la pila, quando ho visto in lon-
tananza qualcosa che luccicava. Incu-                                                                Enrico e l’amico clochard Gaspare
riosito, mi sono avvicinato: era un
orologio d’oro. Poi mi sono accorto
che c’era una mano, e lì il grande spa-
vento.
Dopo, sporgendomi un po’ in avanti,
ho visto quella bella donna e ho capi-
to subito che era morta. Quando ho
scoperto il cadavere, sono corso subi-
to via, sperando che nessuno mi aves-
se visto, e sono andato a dire ciò che
avevo visto al mio amico Gaspare,
che vive per la strada, come me.
Gli ho raccontato tutto nei minimi
Pagina 4                                                                                 Giallo e non solo…

Quante lettere attorno ad una vicenda:
lettere d’amore, di minaccia, di dolore...
Lettera d’amore di Riccardo                    ( a cura di Francesca Zambrano)

                18 gennaio 2011     faccio perché non ho il corag-       come me, ma io ho un anno in
                                    gio di parlarti e ti ammiro in       più di te; so pure che sei intel-
Cara Silvia,                        silenzio. Penserai che sono un       ligente... non so se io mi posso
                                    pazzo ma non è così, anzi sì,        definire tale, ma non me la ca-
sei una ragazza favolosa, hai i     sono pazzo di te! Io ti penso        vo poi tanto male neanche io.
capelli biondi e gli occhi del      alla sera e non riesco a dormi-      Ti starai chiedendo come fac-
colore del mare, ma soprattutto     re, poi mi addormento e ti so-       cio a sapere tutte queste cose
sei bellissima. Ti prego di non     gno quasi sempre e sei il mio        di te. E’ semplice: ho un amico
respingermi : io voglio stare       primo pensiero alla mattina          che è in corso con te; lui mi fa
con te per sempre, e se non lo      appena mi sveglio. Ogni tanto        da “spia” e mi riferisce tutto
avessi capito io TI AMO, TI A-      ti vedo in discoteca con le tue      quello che scopre su di te. Lo
MO DA IMPAZZIRE! Di te mi           amiche e una sola volta mi hai       vedi cosa mi fai fare? Ricor-
piacciono il sorriso, la simpati-   degnato di uno sguardo, io in-       dati sempre che ti amo da mo-
a e la bellezza. Lo so che non è    vece ti guardo sempre! E’ pro-       rire (ma forse lo avevi già ca-
la prima volta che ti scrivo una    babile che ti fischino le orec-      pito)!
lettera, ma tu non mi hai mai       chie ogni tanto; se è così, sappi
risposto… Mia Silvia, io ti         che sono io che ti penso inten-
guardo da lontano proprio come      samente e con tanto amore.           Baci da Riccardo (il tuo ammi-
fa un ammiratore segreto, ma lo     So che frequenti l’ università,      ratore forever)



Lettera di minaccia di Riccardo                       (a cura di Linda Galiazzo)

Cara Silvia,                  30 marzo2011          tuoi incubi per l’ eternità. Voglio che ti sve-
                                                    gli di colpo la notte tutta sudata e che pensi
a quanto pare non vuoi proprio ricambiare           a me come a un angelo, a cui tu hai strap-
il mio amore...non sono contento che tu stia        pato le ali e a cui hai rubato il cuore, tra-
bene e che sia felice senza di me, quindi ti        sformandolo in un demonio arrabbiato che
lascio due scelte: puoi metterti con me op-         a ogni tua mossa falsa avvicina sempre più
pure rifiutarti, ma allora saranno guai seri.       il suo sottile coltello alla tua gola fino a
Non ho ancora deciso cosa potrei farti…             che affonda nella tua carne trascinandosi
per te non vorrei una morte troppo banale e         dietro, via dal tuo corpo, la tua inutile esi-
troppo rapida, voglio vederti soffrire come         stenza.
sto soffrendo io a vederti ogni “santo gior-
no” in facoltà , voglio vederti morire da-          Se provi a denunciarmi alla polizia, potrò
vanti ai miei occhi in un dolore che ti pie-        andare in prigione, ma quando ne uscirò ti
ghi mettendoti in ginocchio, a chiedermi di         rintraccerò e la tua fine sarà ancora più
avere pietà di te, e io con un sorriso beffar-      lenta e dolorosa di quanto puoi immagina-
do ti dirò di no, che la tua fine è giunta. E       re. Puoi scappare se vuoi, ma io ti ritrove-
quando sarai “crepata” farò mangiare il             rò; puoi far passare giorni, mesi, anni rifu-
tuo corpo dai ratti, e quando non ci sarà           giandoti in un altro Stato, ma sappilo, io
più niente di te la mia vendetta sarà com-          prima o poi mi vendicherò, e, come spero tu
piuta, e in quel momento, solo allora potrò         sappia, la vendetta è un piatto che va servi-
ritenermi soddisfatto.                              to freddo.
Nell’altro caso devi fare tutto quello che ti         Tanti baci dal peggiore dei tuoi incubi
dirò io fino alla fine dei tuoi giorni; se fa-                                    Riccardo
rai un passo falso, lo sai anche tu, la tua
vita finisce lì; sono e sarò il peggiore dei                                       .
Giallo e non solo...                                                                                 Pagina 5


Lettera di Giada, amica di Silvia                      (a cura di Klaudia Avduramani)

                       6 aprile 2011
                               contare su di te , che mi aiutavi
                               a superarlo.
Cara Silvia,                   Ma io ti prometto che sarà fat-
So che ora potrai riposare in ta giustizia, perché non per-
pace,senza essere perseguitata metteremo a quell’assassino di
e minacciata da quel maledetto farla franca.
che ti ha tolto la vita.       Non riesco più a scrivere dalla
Eri un’amica stupenda e tristezza che provo,ma devi sa-
un’ottima studentessa;sognavi pere che sarai per sempre nel
di diventare qualcuno e secon- mio cuore…Addio
do me ci saresti riuscita.
Non posso immaginare il mio La tua amica
futuro senza di te, perché tu                         Giada
per me non eri solo un’ amica:
                                                                     Silvia Gasparin (a destra) con l’amica
eri una sorella e appena avevo
                                                                     Giada
un problema sapevo di poter


Lettera di Riccardo dopo l’omicidio                        ( a cura di Denise Gorgi)



                                                                    3 aprile 2011
            Ciao Silvia,

            sono io, il tuo incubo peggiore diventato realtà. Chissà quante volte mi avrai so-
            gnato, ma anche io ho sognato molte volte: pensavo di porre fine alle mie pene
            d’amore e di non innamorarmi più, ma poi mi sono innamorato di te e te l’ho
            detto.
            Tu non mi hai voluto, mi hai respinto e in tal modo hai firmato la tua condanna a
            morte. Ho deciso di servirti la tua morte su un piatto d’argento; ho architettato
            tutto da solo e mi sono fatto anche i complimenti, perché una morte così cruenta
            nessuno se la sarebbe mai aspettata, ma si sa… io sono fatto così .
            Sai quanto mi dispiace per la tua fine? Sinceramente … neanche un po’!
            Ora che mi sono liberato sono molto più contento. I tuoi occhi che non mi hanno
            mai degnato di uno sguardo ora non guarderanno più nessuno.
            Vorrei dirti dove me ne andrò, ma è inutile: tu ormai sei morta e io ne vado fie-
            ro, hai capito? Ho detto MORTA, in una pozza di sangue!
            E così soffriranno anche le persone che ti erano vicine, perché non ti hanno mai
            convinto a darmi una possibilità; pensavano solo a difenderti da me… poveri il-
            lusi!
            Addio Silvia, avremmo potuto essere felici, se solo tu lo avessi voluto…

                                                                           Riccardo
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                                                 ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE
Sentiamo ora direttamente le voci dei protagonisti

                           L’incontro tra Silvia e Riccardo
                                             (a cura di Giacomo Parolin)
La cattedrale è un edificio imponente; a quell’ora          E sono sicuro che tu contraccambi questo mio im-
è perfino spaventosa. Il campanile, alto e potente,        menso amore per te.”
si erge sovrastando due figure, minuscole e fragili        “No, Riccardo, te l’ho già detto! Lasciami in pace, ti
che, nel frattempo, parlano tra loro: “Silvia, amo-        prego. Addio.”
re della mia vita, sostanza della mia povera esi-          “No, no, no, no, no! Non mi aspettavo di certo que-
stenza, finalmente ti sei resa conto dell’ errore che      sto da te!
hai fatto rifiutandomi. Hai finalmente capito che          Oh, ora ho capito, è stato tutto un inganno! Ma se
il tuo cuore appartiene a me, vero? Ti starai chie-        non posso averti io non ti avrà nessun altro!
dendo come hai fatto a vivere senza di me fino-            Mi hai spezzato il cuore ed ora io ti spezzerò la vi-
ra.”                                                       ta!!!
“No, Riccardo, mi dispiace che tu abbia pensato            Adesso sali in macchina, forza! Ti basta questo col-
a tutto ciò, ti sei illuso, in realtà sono qui per cer-    tello per convincerti?”
care di farti capire che tra noi non può funziona-         “Ti prego, Riccardo, non fare pazzie, non farmi del
re!                                                        male, non dirò niente a nessuno… Faremo come se
Tu non mi piaci abbastanza, sei poco raccoman-             non fosse successo niente, eh?”
dabile e troppo ossessivo. Io ho bisogno di qual-          Giunto nei pressi della discarica, Riccardo si lascia
cuno che mi lasci respirare, no, non posso accet-          sfuggire una risata perversa, poi estrae il coltello,
tarti.”                                                    quindi lo affonda all’altezza del cuore di Silvia, che
“Avanti Silvia! Tu sei bellissima e io ti amo con          si accascia senza un grido. “Silvia, Silvia, Silvia, hai
ogni particella della mia - senza te - inutile esi-        visto? Non ti è convenuto rifiutarmi, perché è costa-
stenza!                                                    to più a te che a me”.

                            Dialogo tra Enrico e un amico
                                            (a cura di Nicola Regojevich)

Alla vista del corpo il barbone si girò e cominciò a       “Anche se sono vecchio non vuol dire che io non
correre a perdifiato verso i luoghi che frequentava        sappia distinguere una donna morta dalla spazzatu-
abitualmente, come in cerca di conforto .                  ra” Ci fu qualche minuto di silenzio. Poi Enrico ri-
Improvvisamente sbucò dal nulla un braccio, che            cominciò:“Stavo frugando dentro alla spazzatura
afferrò quello di Enrico e lo fermò . Era il suo amico     quando a un certo punto un luccichio ha attirato la
Gaspare .                                                  mia attenzione . Ho cominciato ad avvicinarmi pia-
“Enrico, dove corri ? Hai visto un fantasma ?”             no piano per colpa dei miei problemi alle gambe .
“Peggio!” quasi gridò : “Ho visto un morto, anzi,          Era un orologio d’oro. Era attaccato a un braccio e
una morta !”                                               il braccio a un corpo , un corpo di una donna. Bella,
“Mi dispiace per te amico mio ! La vecchiaia co-           giovane, elegante! Credimi, Gaspare non ho mai
mincia a farti brutti scherzi !” e sotto alla sua fitta    provato un tale spavento. Pensa che ho perfino la-
barba cominciò a ridere sghignazzando .                    sciato lì l’orologio e ho pensato solo a scappare più
“ Ridi, ridi pure , ma quando anche a te capiterà          veloce che potevo!”
una cosa del genere ti passerà la voglia di prendermi      “ Stai tremando … stasera sei mio ospite: non puoi
in giro.”                                                  stare da solo in queste condizioni. Dai, vieni a dor-
“ Va bene, basta scherzare . Sei proprio sicuro delle      mire vicino a me, ti do anche qualche straccio per
parole che stai dicendo?”                                  coprirti. A cosa servono gli amici, sennò?”
Giallo e non solo…                                                                                            Pagina 7

 Ma chi sono i personaggi e quali i luoghi di questa terribile
      vicenda? Ecco le loro storie e le loro descrizioni.
        Enrico il barbone (a cura di Francesco Cassol)                            rie, la lunga barba, i capelli arruf-
                                                                                  fati, il busto magro con le costole
                                                                                  sporgenti, il tutto unito a un carat-
                                       produttrice di macchinari tessili, e       tere decisamente scontroso.
  Due giorni prima che perdesse        quella di Enrico.                          Non aveva alloggio e se aveva
la sua azienda tessile, la famosa      Ovviamente rifiutò, ma lo strano           fortuna riusciva a dormire dentro
“Taglia e cuci”, in una partita a      soggetto riprovò dicendo che, se           le cabine telefoniche, altrimenti si
poker, veniva descritto come un        avesse vinto Enrico, gli avrebbe           rannicchiava negli angoli delle
uomo raffinato, bello e socievole      dato l'azienda e un milione di eu-         scale dei vecchi edifici. Per man-
con tutti. Il suo ufficio era sempre   ro.                                        giare andava a cercare nei bidoni
in ordine e perfino quando par-        La posta in gioco era molto alta e         dell'immondizia o nelle discari-
cheggiava la macchina voleva           così, senza neanche pensarci,              che.
stare dentro lo spazio delle linee     Enrico accettò.                            Cominciò perfino a rubare, anche
bianche: insomma un uomo pro-          Cinque giorni dopo a mezzanotte            se non era bravo: il suo migliore
prio d'oro. Lui era Enrico.            in punto si trovava in un bar in cui       furto fu di venti euro.
Il denaro ricavato in molti anni di    si tenne la partita a poker. Enrico        E così nel giro di qualche ora la
lavoro Enrico lo investì per acqui-    sapeva che non avrebbe vinto,              vita di Enrico si trasformò da raffi-
stare nuovi macchinari, per co-        infatti, non era un bravo giocato-         nata e piena di successi a una
struire nuovi capannoni e per au-      re. L'ultima volta aveva perso il          vita da barbone.
mentare il salario dei lavoratori,     cane in un'altra scommessa co-
in modo che ne arrivassero altri.      me quella.
Anche il presidente della Repub-       Come previsto perse la partita.
blica andò a visitare la fabbrica e    Infuriato diede due pugni all'ame-
la nominò “migliore azienda tessi-     ricano con cui aveva fatto la
le d'Italia.”                          scommessa. Poco dopo arrivò la
Tutto andava liscio come l'olio        polizia che lo arrestò e qualche
fino al dieci giugno di qualche        giorno dopo la sua azienda pas-
anno fa.                               sò nelle mani dell’americano.
Ci fu un colloquio tra Enrico e il     Disperato Enrico, una volta uscito
proprietario di un'azienda negli       di prigione, abbandonò la fami-
Stati Uniti. Costui gli chiese se      glia e cominciò a vagabondare
voleva partecipare ad una partita      per la città.
a poker in cui sarebbero state         Ora il suo aspetto era decisa-             Enrico ai tempi in cui era un
messe in gioco la sua azienda,         mente brutto: i denti pieni di ca-         manager di successo


                                               La discarica               (a cura di Gianluca Marangoni)

                                Buio. Buio pesto. Solo un lampione po-          dall’inconfondibile odore di ferro vec-
                                sto al centro, quasi per riscaldare             chio a quello che “saltava subito al
                                l’atmosfera dal freddo di quella notte          naso”di alimenti in via di putrefazione.
                                d’inizio primavera. Solo ratti e un branco       La discarica copriva una zona di die-
                                di cani randagi a caccia di cibo tra la         cimila metri quadrati e al suo interno
                                sporcizia, oltre ai soliti barboni in cerca     c’era di tutto: ruspe, rottami di bici-
                                di calore intorno a un vecchio copertone        clette, sacchetti di immondizia raccolti
                                incendiato. Il crepitio del bruciare della      per strada e tantissimi oggetti gettati
                                gomma era l’unico rumore oltre agli ulu-        senza un minimo di attenzione per la
                                lati dei cani e agli squittii dei topi e,solo   raccolta differenziata. Vi regnava il
                                ogni tanto, il rombare delle auto:              caos. Il posto ideale per nascondervi
La discarica di via Jacopo      un’atmosfera surreale. C’erano vari odo-        un cadavere…
Stretto, a Padova               ri in quell’ambiente; si andava
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                        Riccardo, l’assassino (a cura di Alberto Galvan)
                              Avanzava con passo calmo ma deci-           sfuggente.
                              so, mentre osservava la sua preda ter-      Mentre avvicinava il coltello alla
                              rorizzata. Impaurita. Agghiacciata.         vittima sembrava un po’ indeciso
                              Immobile. Cercava in ogni modo di           ed esitante, ma, quando si ricordò
                              chiamare aiuto, ma in quel luogo buio       del suo rifiuto, non cambiò idea.
                              e sperduto, dove Riccardo l’aveva           Alzò la lama affilata verso il cielo
                              portata caricandola sulla sua auto, non     tenebroso di quella notte e con un
                              c’era anima viva; solo lui, il suo as-      movimento brusco e repentino colpì
                              sassino. L’omicida era un ragazzo           al cuore la povera ragazza, che crol-
                              giovane, assai alto e di corporatura        lò al suolo mentre il sangue guizza-
                              robusta, indossava un giubbotto inver-      va qua e là, formando un lago ros-
                              nale, nero come la pece, i pantaloni        so.
                              jeans di un colore blu notte, gli scar-     Riccardo sembrava soddisfatto, fe-
                              poni grossi, quasi da montagna e la         lice, perché finalmente la sua ven-
Riccardo Favini               cintura di pelle. Il volto, che avrebbe     detta su colei che non lo aveva vo-
                              voluto essere impassibile, tradiva,
                                                                          luto era stata compiuta; dopodiché
                              nell’espressione degli occhi e della
                              bocca, una rabbia mista a disprezzo.        gettò a terra il coltello e con un
                              Gocce di sudore gli imperlavano la          ghigno sinistro e malvagio si allon-
                              fronte e bagnavano il ciuffo di capelli     tanò dal luogo del delitto.
                              che sempre gli copriva lo sguardo

                         Silvia, la vittima             ( a cura di Michele Antonello)

Silvia era una bella ragazza di      pallavolo, lo studio della chi-
ventitré anni,con gli occhi az-      tarra, la lettura dei fumetti e il
zurro cielo e i capelli lunghi e     gioco con il computer. Preferi-
biondi,spesso raccolti in una        va il mare alla montagna.
coda di cavallo. Era alta e ma-      L’estate scorsa si era divertita
gra e sembrava una modella.          un sacco in vacanza al mare
Frequentava il quarto anno del-      con delle sue amiche.
la facoltà di lettere ed era mol-    La sera del suo ritrovamento
to brava; le piacevano soprat-       da parte di un barbone che si
tutto l’italiano e la storia. Ama-   aggirava nella discarica in cui
va andare in discoteca ad a-         il suo assassino l’aveva lascia-
scoltare musica e ballare; fin       ta, indossava il suo abito prefe-
da piccola aveva imparato a          rito: un vestito rosso cucito per
suonare la chitarra. Era molto       lei dalla sua nonna,un paio di
gentile e socievole con gli altri,   scarpe nere con i tacchi a spillo
ma allo stesso tempo riserva-        e un paio di orecchini d’oro.
ta:solitamente non dava confi-       Portava con sé anche un orolo-
denza agli estranei. Era golosa      gio d’oro ed una borsetta dove
delle torte al cioccolato fatte da   teneva i documenti che hanno
sua madre e di patatine fritte.                                             Silvia con il suo vestito preferito
                                     permesso di identificarla.
Aveva diversi hobby, tra cui la
Giallo e non solo...                                                                             Pagina 9

   La morte di Silvia ispira alcune sentite poesie da
  parte di chi la conosceva, anche del suo assassino...

Poesia di Marco, il cugino di Silvia                       (a cura di Kevin Pilotto)



                       A Silvia

              Ogni giorno penso a te           Poesia di Giorgia, amica di Silvia
           perché eri una parte di me.                       (a cura di Giorgia Casonato)
                La tua semplicità,
                   la tua onestà,
                    la tua verità,
                 la tua generosità,
           i tuoi sorrisi,i nostri giochi,
                                                                     SENZA TE
                     i tuoi occhi,
           la tua vita serena, così era:                          Silvia, amica mia,
                         vera.                                 com'è vuota la mia vita
                    Ora da lassù                                      senza di te,
                  prega con Gesù                                senza la tua dolcezza,
      per questo mondo che ti ha strappato                      senza la tua amicizia.
          ma un'altra vita ti ha donato.
                                                                Quale orrenda sorte
                              MARCO                              hai dovuto subire
                                                            da chi ti chiamava “Amore”
                                                           e vedeva il cielo nei tuoi occhi!

                                                            Quell' amore malato e cattivo
                                                             in un attimo ha cancellato
                                                                      la tua vita,
                                                                     i tuoi sogni,
                                                               i nostri grandi segreti.

                                                         Con te ogni giorno era primavera.
                                                          Senza te mi è rimasto l'inverno.


                                                                          GIORGIA




                                             Silvia (a sinistra) con l’amica del cuore Giorgia
Pagina 10                                                                            Giallo e non solo…


Poesie - inquietanti - di Riccardo                   ( a cura di Elena Xie e Damiano Reginato)



                                                                     Per te

                                                  Quando nel cielo il sole non brillerà più,
                                                Quando nella notte la luna non splenderà più ,
                                                Quando le stelle dalla nostra vista spariranno,
                                                 allora, forse, diventerai uno dei tanti ricordi
                                                                del mio passato.

                                                I tuoi occhi che racchiudono l'universo intero,
                                                       la scintilla di vita nel tuo sorriso,
                                                un giorno, per me, saranno come neve al sole...

                                                        Per ora ti dico solo che ti amo.
                                                                   Te lo dico
                                                                 e te lo ripeto,
                                                              andrei all'inferno
                                                          pur di amarti per l'eterno.




                                                 Due intensi primi piani di Silvia


                    E t'ho uccisa

                     E t'ho uccisa.
              La rabbia m'ha accecato,
                il cuor m'ha guidato,
                  la mente s'è sopita.

        Ora il cielo nei tuoi occhi è spento;
            tu dormi e non fai rumore
             ma io ti sento nel cuore:
          dolore, rimpianto e tormento

                   Forse lì dove stai
            non conta il prima, ma l'adesso
                                                  Com’è strana la mente umana:
               e il perdono è più facile          sentimenti contrastanti si sono
               per l’orrore commesso.
                                                  agitati con il passare del tempo
                            RICCARDO              nella mente di Riccardo:
                                                  amore, odio, rabbia, dolore,
                                                  pentimento.
Giallo e non solo…                                                                               Pagina 11

   La notizia è stata ripresa anche dalla stampa inglese!
Titolo brano interno




                       Dal Daily Telegraph del 12 aprile 2011
                                            (a cura di Sarah Ntow)




Padua, Italy – 24-years-old man killed a young girl
    A 24-years-old man called         veral times on her way to the       she sought for him, but no one
Riccardo Favini was arrested          disco club. She told the authori-   could find him. Officials later
on Sunday, April 10th in Go-          ties that Mr Favini had threat-     found Riccardo who denied
rizia (Italy) for killing a 23-       ened to harm her if she had not     killing the girl. But a DNA test
years-old girl, Silvia Gasparin,      been his girlfriend.                was done on him and it was
and leading her into a landfill       Her body was accidentally           confirmed that he was the one
in Padua .                            found in the dump on April          who killed Silvia.
 She was a student at the Uni-        4th.                                He was arrested by the detec-
versity of Padua, who enjoyed          Detective Miriam Pagani spoke      tive and transported to the jail,
much disco clubing.                   with Mr Favini. About a week        where he was held on a charge
Last month in March the inno-         after talking with the detective,   of murder.
cent girl told the police officials   Riccardo was supposed to meet       He is now awaiting trial.
that       a man by name              with her, but failed to show up.
of Riccardo followed her se-          According to Pagani’s report,       The funeral of the murdered girl




Titolo brano interno
Pagina 12                                                                                        Giallo e non solo...

La triste storia di Silvia in un tautogramma
Serata sfortunata: Silvia sanguina, spira sotto squartamento. Subito scappato sghignaz‐
zando sadico squartatore Silvia.  Solerte sottufficiale segue sinistro squartatore  senza so‐
sta. Scoperto,  si sente sorpreso. Suddetto subisce sacrosanto scotto sua scelleratezza.



Cosa manca ancora? L’indagine e la soluzione del caso!

Giustizia è fatta, ma con l’amaro in bocca...
Il corpo della ragazza era semi-       c’era qualcosa: Silvia aveva ten-      Silvia Gasparin? Una cara amica.
coperto dai rifiuti, che non na-       tato fino all’ultimo di difendersi.    Uccisa? No, non ne sapeva nien-
scondevano però la macchia ros-        “Sì, dei frammenti di pelle! Sei       te, anzi, gli dispiaceva.
so scuro sul vestito rosso fuoco,      mio, caro Favini!”                     Seguire gli agenti? E perché
all’altezza del cuore. L’ispettrice                                           mai? Lui non c’entrava nulla…
                                       <<Pagani a centrale: mandate
Miriam Pagani, della polizia di        una volante a cercare un tale          Peccato che il test del DNA sui
Stato, questura di Padova, ha          Riccardo Favini. I dati li trovate     frammenti di pelle abbia in segui-
riconosciuto quegli occhi e non è      nell’archivio delle denunce.           to confermato ciò che l’ispettrice
riuscita a non maledire le lungag-     L’accusa potrebbe essere omici-        Pagani aveva subito intuito. Pec-
gini della giustizia: qualche gior-    dio premeditato.>>                     cato per lui anche che le sue let-
no prima proprio lei aveva ricevu-                                            tere di minaccia fossero ancora
to la ragazza - Silvia, le sembra-                                            in camera di Silvia, assieme al
va di ricordare - e redatto il rap-                                           diario della ragazza, e che le a-
porto contenente la sua deposi-                                               miche di lei abbiano testimoniato
zione. Un tale, conosciuto in una                                             sulle sue attenzioni ossessive.
discoteca, la perseguitava e la
                                                                              Avrà molto tempo per riflettere
minacciava. La denuncia per stal-
                                                                              sul gesto commesso, Riccardo
king doveva fare il suo iter; non
                                                                              Favini, studente universitario,
era stato possibile fermarlo subi-
                                                                              ventiquattro anni compiuti a gen-
to e adesso era troppo tardi.
                                                                              naio e almeno altrettanti da scon-
Ma almeno il suo arresto glielo                                               tare nelle patrie galere per omici-
doveva, a quella ragazza che                                                  dio premeditato, aggravato da
non aveva potuto proteggere.                                                  futili motivi.
Avanti, dunque, Pagani, vediamo                                               Anche l’ispettrice Pagani, davanti
di incastrarlo adesso e di impe-       L’ispettrice Miriam Pagani             alla sua solita tisana fumante, sta
dirgli di nuocere ancora.                                                     riflettendo: non è per questo che
Dilettante: aveva abbandonato          Riccardo era fuggito, ma gli a-        tanti anni fa si era arruolata nelle
                                       genti lo hanno fermato una setti-      forze dell’ordine; non avrebbe
l’arma del delitto - un coltello da
                                       mana dopo al confine con la Slo-       solo voluto arrestare criminali,
cucina - vicino al corpo. “I ragazzi   venia; stava cercando di espa-
della scientifica faranno il loro                                             avrebbe voluto invece impedire
                                       triare. Una breve vacanza, per
lavoro, alla ricerca di impronte…”     fuggire dallo stress degli studi, ha   che i crimini venissero commes-
Un momento: sotto le unghie            sostenuto.                             si...

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  • 1. Scuola secondaria “C. Agostini” di San Martino di Lupari Classe 2^C a. s. 2010/2011 Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE E I SENTIMENTI DI MOLTE PERSONE. NOI DAREMO LORO UN VOLTO E UNA VOCE. Un cadavere in discarica! (Il nostro punto di partenza) “Dal cumulo d’immondizia Enrico il barbone nella discarica sporge qual- cosa che brilla. Il barbone si avvicina guardingo, fa- cendosi precedere dal fa- scio di luce della pila. Un orologio! E sembra d’oro! Fa un passo avanti e si chi- na per raccogliere l’orologio, che fa resisten- za. Il barbone tira e il prezioso oggetto è seguito da una mano e poi da un braccio. E il braccio è attaccato a una spalla, e la spalla a un busto… Molla di colpo la Dal Mattino di Padova del 5 aprile 2011 presa; si china di più e av- (a cura di Andrea Antonello) vicina la pila. Una donna, elegante. Sem- Orrore a Padova! filosofia, 23 anni appena compiu- ti. Il corpo senza vita della donna bra giovane, e anche morta. Giovane donna rinvenuta è stato rinvenuto da uno scono- E’ lì e gli occhi aperti, az- morta in discarica sciuto, che ha avvisato la polizia da una cabina telefonica; potreb- zurri, fissano il cielo. ” Probabile il movente passionale be trattarsi dell’assassino, ma il È stato ritrovato ieri notte un cada- sospettato principale sembra es- vere appartenente ad una donna sere un compagno di studi della nella discarica di via Jacopo Stret- vittima che, secondo alcune testi- to a Padova. Ad ucciderla sarebbe moni, amiche della ragazza, la stata una coltellata ricevuta in pie- infastidiva da qualche tempo. no petto. L’arma del delitto, un Questo troverebbe conferma an- coltello, è stata rinvenuta accanto che in una querela sporta dalla al corpo. Il movente sembrerebbe vittima pochi giorni or sono. passionale, dato che il cadavere Sconvolti i familiari, che non indossava ancora un orologio hanno voluto rilasciare dichiara- d’oro. Dalle prime indiscrezioni zioni. Si attendono i risultati trapelate risulta trattarsi di Silvia dell’autopsia per confermare Gasparin, scomparsa da due giorni, l’ipotesi della morte per accoltel- studentessa alla facoltà di lettere e lamento. Il corpo di Silvia
  • 2. Pagina 2 Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE MA COS’ERA ACCADUTO PRIMA? Dal diario di Silvia - l’ultima pagina (a cura di Gianluca Mognon) 1 aprile 2011 innamorato di me e mi ha chiesto di Caro diario, metterci assieme, ma, come puoi im- anche questa giornata è passata e ti maginare, io ho rifiutato. Da quel devo dire che l’ ho trascorsa vera- momento è cambiato nei miei con- mente bene! fronti e mi minaccia; me lo trovo in Oggi ho dato l’ esame di storia e ho continuazione anche fuori dalla di- preso 25, anche se avrei meritato un scoteca. Oggi mi è arrivata una sua voto più alto! lettera che mi ha molto spaventata, Domani avrò l’esame scritto di ita- perché contiene minacce di morte. liano e non sarà molto facile: ho Ho paura, anche perché sul suo conto dovuto studiare più di 600 pagine e girano strane voci e sembra un tipo non mi ricordo tutto. poco raccomandabile. Ho accettato Mi stavo dimenticando di dirti che di incontrarlo perché spero che riu- domani sera devo anche incontrare scirò a convincerlo a lasciarmi perde- Il diario di Silvia Riccardo, un ragazzo conosciuto re. qualche tempo fa. Pensa che si è Ti racconterò... Dal diario di Riccardo la sera precedente il delitto (a cura di Alessandro Franco) 1 aprile 2011 verso di lei e le ho detto in faccia Spero che sia per dirmi che ha chiaro e forte: “Se non posso cambiato idea e che vuole darmi Caro diario, averti io non ti avrà nessun una possibilità. Sarà meglio per stasera ho capito che non le altro!!”. Ma la cosa che mi ha lei che sia così, perché io andrò piaccio e non mi vuole. Ho perso fatto più arrabbiare è che quei all’ appuntamento con il mio ogni speranza e, riprendendo una due mi hanno deriso assieme ai coltello da cucina e se sarò co- canzone dei Gem-Boy, “Voglio loro amici. stretto dalla sua testardaggine lo farla finita con questo schifo di Ma ride bene chi ride ultimo: le userò su di lei. Gliel’ho anche vita”. preparerò una vendetta coi scritto nelle tante lettere a cui lei Questa sera sono andato in fiocchi!!! non ha mai risposto: può sceglie- discoteca, dove sapevo che _______ re tra me e la morte, ma non può l’avrei vista; ero pieno di Una telefonata: ERA LEI!!! continuare a trattarmi come se io speranza, ma in un secondo è Ha accettato di incontrarmi non contassi niente! diventata disperazione, perché domani. quando sono entrato l’ho trovata abbracciata ad un altro. Mi sentivo come la “torcia umana”: ero così arrabbiato che mi sembrava di andare a fuoco. Mi stavo avviando verso l’uscita quando la donna dei miei sogni mi ha chiamato per presentarmi il Il diario di suo fidanzato. A quel punto ho Riccardo provato un grande disprezzo
  • 3. Giallo e non solo… Pagina 3 Dal diario di Riccardo la sera del delitto (a cura di Hilary Fabbro) 2 aprile 2011 un drink con me; lei mi sorrise distratta- prova?! E’ vero, io in quelle lettere le scri- Diario, mente e mi rispose: “Con uno come te vevo che avrei potuto arrivare ad ucciderla, non andrei nemmeno a fumare una siga- ma le dicevo anche che l’amavo e che a- quella che ti sta scrivendo è la mano di un retta.” vrei voluto passare la mia vita con lei!!! assassino. Sì: volevo vendicarmi, non ne potevo più: lo dovevo fare! Mi prese la rabbia e me ne andai, ma ogni Come potevo fargliela pagare? Era arrivato sera l’aspettavo all’uscita della discoteca e il momento… Non ci ho visto più: l’ho presa Il giorno che vidi Silvia per la prima volta ogni sera era con un ragazzo diverso. con la forza e l’ho caricata in macchina. Lei stava ballando in discoteca sopra un cu- Eppur io la amavo! Perché con loro sì e cercava di scendere, allora io aumentavo bo; era bella e si muoveva come una sire- con me no?! sempre più la velocità. Mi sono fermato na: attirava gli sguardi di tutti. Ad un tratto vicino alla discarica; volevo che fosse mia, scese dal cubo e andò a bere qualcosa Finalmente ieri Silvia mi aveva dato un ma lei mi respingeva e tentava di scappare. con un ragazzo, poi se ne tornò in pista appuntamento! Oggi ci sono andato, con- Allora ho preso il coltello che avevo portato con un altro e si diresse infine verso di vinto di piacerle e pensando che si trattas- con me e l’ho uccisa: una coltellata in pieno me. Ero certo che l’avrei conquistata, ma se di un appuntamento amoroso… Mi petto e lei non ha più potuto dirmi di no… lei mi degnò appena di uno sguardo. sono invece ritrovato come di fronte a un muro; lei non mi voleva! Mi ha anche mi- Poi ho nascosto il corpo sotto a dei sacchi Tornai diverse volte; mi piaceva, ma lei mi nacciato che se non la avessi lasciata in di rifiuti; quello è il suo posto: IN DISCARI- evitava. Una sera, sempre in quella disco- pace si sarebbe rivolta alla polizia, portan- CA! O mia o di nessuno! teca, mi feci coraggio e le chiesi di bere do le mie lettere come prova. Ma quale Dal diario del barbone la sera del ritrovamento (a cura di Manuela Antonello) Però sono troppo spaventato per Lunedì 4 aprile 2011 dettagli, ma ovviamente mi ha detto andarlo a dire alla polizia: magari Ho appena trovato una ragazza morta che non ci credeva e che ci avrebbe chiamerò da una cabina telefoni- buttata nella discarica. Non so cosa creduto solo se gli avessi fatto vedere ca… non voglio problemi! fare. Devo andarlo a dire alla polizia il cadavere. Io però gli ho risposto che o no? in quel posto non ci sarei più ritornato. Ora sono qui, sul marciapiede del- Ti giuro che non ho mai preso un si- Gli ho detto che se vuole può andarci la stazione; accanto a me c’è Ga- mile spavento e non riesco a farmi da solo. spare. Con qualcuno vicino mi andare via quell’immagine dalla men- Mi domando ancora chi può aver fatto sento più al sicuro, ma non andrò te. una cosa tanto orribile, uccidendo mai più in una discarica! E’ successo tutto così: stavo frugando quella povera ragazza. nella discarica, in cerca di qualcosa per ripararmi dal freddo; era buio, avevo la pila, quando ho visto in lon- tananza qualcosa che luccicava. Incu- Enrico e l’amico clochard Gaspare riosito, mi sono avvicinato: era un orologio d’oro. Poi mi sono accorto che c’era una mano, e lì il grande spa- vento. Dopo, sporgendomi un po’ in avanti, ho visto quella bella donna e ho capi- to subito che era morta. Quando ho scoperto il cadavere, sono corso subi- to via, sperando che nessuno mi aves- se visto, e sono andato a dire ciò che avevo visto al mio amico Gaspare, che vive per la strada, come me. Gli ho raccontato tutto nei minimi
  • 4. Pagina 4 Giallo e non solo… Quante lettere attorno ad una vicenda: lettere d’amore, di minaccia, di dolore... Lettera d’amore di Riccardo ( a cura di Francesca Zambrano)          18 gennaio 2011 faccio perché non ho il corag- come me, ma io ho un anno in gio di parlarti e ti ammiro in più di te; so pure che sei intel- Cara Silvia, silenzio. Penserai che sono un ligente... non so se io mi posso pazzo ma non è così, anzi sì, definire tale, ma non me la ca- sei una ragazza favolosa, hai i sono pazzo di te! Io ti penso vo poi tanto male neanche io. capelli biondi e gli occhi del alla sera e non riesco a dormi- Ti starai chiedendo come fac- colore del mare, ma soprattutto re, poi mi addormento e ti so- cio a sapere tutte queste cose sei bellissima. Ti prego di non gno quasi sempre e sei il mio di te. E’ semplice: ho un amico respingermi : io voglio stare primo pensiero alla mattina che è in corso con te; lui mi fa con te per sempre, e se non lo appena mi sveglio. Ogni tanto da “spia” e mi riferisce tutto avessi capito io TI AMO, TI A- ti vedo in discoteca con le tue quello che scopre su di te. Lo MO DA IMPAZZIRE! Di te mi amiche e una sola volta mi hai vedi cosa mi fai fare? Ricor- piacciono il sorriso, la simpati- degnato di uno sguardo, io in- dati sempre che ti amo da mo- a e la bellezza. Lo so che non è vece ti guardo sempre! E’ pro- rire (ma forse lo avevi già ca- la prima volta che ti scrivo una babile che ti fischino le orec- pito)! lettera, ma tu non mi hai mai chie ogni tanto; se è così, sappi risposto… Mia Silvia, io ti che sono io che ti penso inten- guardo da lontano proprio come samente e con tanto amore. Baci da Riccardo (il tuo ammi- fa un ammiratore segreto, ma lo So che frequenti l’ università, ratore forever) Lettera di minaccia di Riccardo (a cura di Linda Galiazzo) Cara Silvia, 30 marzo2011 tuoi incubi per l’ eternità. Voglio che ti sve- gli di colpo la notte tutta sudata e che pensi a quanto pare non vuoi proprio ricambiare a me come a un angelo, a cui tu hai strap- il mio amore...non sono contento che tu stia pato le ali e a cui hai rubato il cuore, tra- bene e che sia felice senza di me, quindi ti sformandolo in un demonio arrabbiato che lascio due scelte: puoi metterti con me op- a ogni tua mossa falsa avvicina sempre più pure rifiutarti, ma allora saranno guai seri. il suo sottile coltello alla tua gola fino a Non ho ancora deciso cosa potrei farti… che affonda nella tua carne trascinandosi per te non vorrei una morte troppo banale e dietro, via dal tuo corpo, la tua inutile esi- troppo rapida, voglio vederti soffrire come stenza. sto soffrendo io a vederti ogni “santo gior- no” in facoltà , voglio vederti morire da- Se provi a denunciarmi alla polizia, potrò vanti ai miei occhi in un dolore che ti pie- andare in prigione, ma quando ne uscirò ti ghi mettendoti in ginocchio, a chiedermi di rintraccerò e la tua fine sarà ancora più avere pietà di te, e io con un sorriso beffar- lenta e dolorosa di quanto puoi immagina- do ti dirò di no, che la tua fine è giunta. E re. Puoi scappare se vuoi, ma io ti ritrove- quando sarai “crepata” farò mangiare il rò; puoi far passare giorni, mesi, anni rifu- tuo corpo dai ratti, e quando non ci sarà giandoti in un altro Stato, ma sappilo, io più niente di te la mia vendetta sarà com- prima o poi mi vendicherò, e, come spero tu piuta, e in quel momento, solo allora potrò sappia, la vendetta è un piatto che va servi- ritenermi soddisfatto. to freddo. Nell’altro caso devi fare tutto quello che ti Tanti baci dal peggiore dei tuoi incubi dirò io fino alla fine dei tuoi giorni; se fa- Riccardo rai un passo falso, lo sai anche tu, la tua vita finisce lì; sono e sarò il peggiore dei .
  • 5. Giallo e non solo... Pagina 5 Lettera di Giada, amica di Silvia (a cura di Klaudia Avduramani) 6 aprile 2011 contare su di te , che mi aiutavi a superarlo. Cara Silvia, Ma io ti prometto che sarà fat- So che ora potrai riposare in ta giustizia, perché non per- pace,senza essere perseguitata metteremo a quell’assassino di e minacciata da quel maledetto farla franca. che ti ha tolto la vita. Non riesco più a scrivere dalla Eri un’amica stupenda e tristezza che provo,ma devi sa- un’ottima studentessa;sognavi pere che sarai per sempre nel di diventare qualcuno e secon- mio cuore…Addio do me ci saresti riuscita. Non posso immaginare il mio La tua amica futuro senza di te, perché tu Giada per me non eri solo un’ amica: Silvia Gasparin (a destra) con l’amica eri una sorella e appena avevo Giada un problema sapevo di poter Lettera di Riccardo dopo l’omicidio ( a cura di Denise Gorgi) 3 aprile 2011 Ciao Silvia, sono io, il tuo incubo peggiore diventato realtà. Chissà quante volte mi avrai so- gnato, ma anche io ho sognato molte volte: pensavo di porre fine alle mie pene d’amore e di non innamorarmi più, ma poi mi sono innamorato di te e te l’ho detto. Tu non mi hai voluto, mi hai respinto e in tal modo hai firmato la tua condanna a morte. Ho deciso di servirti la tua morte su un piatto d’argento; ho architettato tutto da solo e mi sono fatto anche i complimenti, perché una morte così cruenta nessuno se la sarebbe mai aspettata, ma si sa… io sono fatto così . Sai quanto mi dispiace per la tua fine? Sinceramente … neanche un po’! Ora che mi sono liberato sono molto più contento. I tuoi occhi che non mi hanno mai degnato di uno sguardo ora non guarderanno più nessuno. Vorrei dirti dove me ne andrò, ma è inutile: tu ormai sei morta e io ne vado fie- ro, hai capito? Ho detto MORTA, in una pozza di sangue! E così soffriranno anche le persone che ti erano vicine, perché non ti hanno mai convinto a darmi una possibilità; pensavano solo a difenderti da me… poveri il- lusi! Addio Silvia, avremmo potuto essere felici, se solo tu lo avessi voluto… Riccardo
  • 6. Pagina 6 Giallo e non solo… ATTORNO AD UNA VICENDA DI CRONACA NERA GRAVITANO LE VITE Sentiamo ora direttamente le voci dei protagonisti L’incontro tra Silvia e Riccardo (a cura di Giacomo Parolin) La cattedrale è un edificio imponente; a quell’ora E sono sicuro che tu contraccambi questo mio im- è perfino spaventosa. Il campanile, alto e potente, menso amore per te.” si erge sovrastando due figure, minuscole e fragili “No, Riccardo, te l’ho già detto! Lasciami in pace, ti che, nel frattempo, parlano tra loro: “Silvia, amo- prego. Addio.” re della mia vita, sostanza della mia povera esi- “No, no, no, no, no! Non mi aspettavo di certo que- stenza, finalmente ti sei resa conto dell’ errore che sto da te! hai fatto rifiutandomi. Hai finalmente capito che Oh, ora ho capito, è stato tutto un inganno! Ma se il tuo cuore appartiene a me, vero? Ti starai chie- non posso averti io non ti avrà nessun altro! dendo come hai fatto a vivere senza di me fino- Mi hai spezzato il cuore ed ora io ti spezzerò la vi- ra.” ta!!! “No, Riccardo, mi dispiace che tu abbia pensato Adesso sali in macchina, forza! Ti basta questo col- a tutto ciò, ti sei illuso, in realtà sono qui per cer- tello per convincerti?” care di farti capire che tra noi non può funziona- “Ti prego, Riccardo, non fare pazzie, non farmi del re! male, non dirò niente a nessuno… Faremo come se Tu non mi piaci abbastanza, sei poco raccoman- non fosse successo niente, eh?” dabile e troppo ossessivo. Io ho bisogno di qual- Giunto nei pressi della discarica, Riccardo si lascia cuno che mi lasci respirare, no, non posso accet- sfuggire una risata perversa, poi estrae il coltello, tarti.” quindi lo affonda all’altezza del cuore di Silvia, che “Avanti Silvia! Tu sei bellissima e io ti amo con si accascia senza un grido. “Silvia, Silvia, Silvia, hai ogni particella della mia - senza te - inutile esi- visto? Non ti è convenuto rifiutarmi, perché è costa- stenza! to più a te che a me”. Dialogo tra Enrico e un amico (a cura di Nicola Regojevich) Alla vista del corpo il barbone si girò e cominciò a “Anche se sono vecchio non vuol dire che io non correre a perdifiato verso i luoghi che frequentava sappia distinguere una donna morta dalla spazzatu- abitualmente, come in cerca di conforto . ra” Ci fu qualche minuto di silenzio. Poi Enrico ri- Improvvisamente sbucò dal nulla un braccio, che cominciò:“Stavo frugando dentro alla spazzatura afferrò quello di Enrico e lo fermò . Era il suo amico quando a un certo punto un luccichio ha attirato la Gaspare . mia attenzione . Ho cominciato ad avvicinarmi pia- “Enrico, dove corri ? Hai visto un fantasma ?” no piano per colpa dei miei problemi alle gambe . “Peggio!” quasi gridò : “Ho visto un morto, anzi, Era un orologio d’oro. Era attaccato a un braccio e una morta !” il braccio a un corpo , un corpo di una donna. Bella, “Mi dispiace per te amico mio ! La vecchiaia co- giovane, elegante! Credimi, Gaspare non ho mai mincia a farti brutti scherzi !” e sotto alla sua fitta provato un tale spavento. Pensa che ho perfino la- barba cominciò a ridere sghignazzando . sciato lì l’orologio e ho pensato solo a scappare più “ Ridi, ridi pure , ma quando anche a te capiterà veloce che potevo!” una cosa del genere ti passerà la voglia di prendermi “ Stai tremando … stasera sei mio ospite: non puoi in giro.” stare da solo in queste condizioni. Dai, vieni a dor- “ Va bene, basta scherzare . Sei proprio sicuro delle mire vicino a me, ti do anche qualche straccio per parole che stai dicendo?” coprirti. A cosa servono gli amici, sennò?”
  • 7. Giallo e non solo… Pagina 7 Ma chi sono i personaggi e quali i luoghi di questa terribile vicenda? Ecco le loro storie e le loro descrizioni. Enrico il barbone (a cura di Francesco Cassol) rie, la lunga barba, i capelli arruf- fati, il busto magro con le costole sporgenti, il tutto unito a un carat- produttrice di macchinari tessili, e tere decisamente scontroso. Due giorni prima che perdesse quella di Enrico. Non aveva alloggio e se aveva la sua azienda tessile, la famosa Ovviamente rifiutò, ma lo strano fortuna riusciva a dormire dentro “Taglia e cuci”, in una partita a soggetto riprovò dicendo che, se le cabine telefoniche, altrimenti si poker, veniva descritto come un avesse vinto Enrico, gli avrebbe rannicchiava negli angoli delle uomo raffinato, bello e socievole dato l'azienda e un milione di eu- scale dei vecchi edifici. Per man- con tutti. Il suo ufficio era sempre ro. giare andava a cercare nei bidoni in ordine e perfino quando par- La posta in gioco era molto alta e dell'immondizia o nelle discari- cheggiava la macchina voleva così, senza neanche pensarci, che. stare dentro lo spazio delle linee Enrico accettò. Cominciò perfino a rubare, anche bianche: insomma un uomo pro- Cinque giorni dopo a mezzanotte se non era bravo: il suo migliore prio d'oro. Lui era Enrico. in punto si trovava in un bar in cui furto fu di venti euro. Il denaro ricavato in molti anni di si tenne la partita a poker. Enrico E così nel giro di qualche ora la lavoro Enrico lo investì per acqui- sapeva che non avrebbe vinto, vita di Enrico si trasformò da raffi- stare nuovi macchinari, per co- infatti, non era un bravo giocato- nata e piena di successi a una struire nuovi capannoni e per au- re. L'ultima volta aveva perso il vita da barbone. mentare il salario dei lavoratori, cane in un'altra scommessa co- in modo che ne arrivassero altri. me quella. Anche il presidente della Repub- Come previsto perse la partita. blica andò a visitare la fabbrica e Infuriato diede due pugni all'ame- la nominò “migliore azienda tessi- ricano con cui aveva fatto la le d'Italia.” scommessa. Poco dopo arrivò la Tutto andava liscio come l'olio polizia che lo arrestò e qualche fino al dieci giugno di qualche giorno dopo la sua azienda pas- anno fa. sò nelle mani dell’americano. Ci fu un colloquio tra Enrico e il Disperato Enrico, una volta uscito proprietario di un'azienda negli di prigione, abbandonò la fami- Stati Uniti. Costui gli chiese se glia e cominciò a vagabondare voleva partecipare ad una partita per la città. a poker in cui sarebbero state Ora il suo aspetto era decisa- Enrico ai tempi in cui era un messe in gioco la sua azienda, mente brutto: i denti pieni di ca- manager di successo La discarica (a cura di Gianluca Marangoni) Buio. Buio pesto. Solo un lampione po- dall’inconfondibile odore di ferro vec- sto al centro, quasi per riscaldare chio a quello che “saltava subito al l’atmosfera dal freddo di quella notte naso”di alimenti in via di putrefazione. d’inizio primavera. Solo ratti e un branco La discarica copriva una zona di die- di cani randagi a caccia di cibo tra la cimila metri quadrati e al suo interno sporcizia, oltre ai soliti barboni in cerca c’era di tutto: ruspe, rottami di bici- di calore intorno a un vecchio copertone clette, sacchetti di immondizia raccolti incendiato. Il crepitio del bruciare della per strada e tantissimi oggetti gettati gomma era l’unico rumore oltre agli ulu- senza un minimo di attenzione per la lati dei cani e agli squittii dei topi e,solo raccolta differenziata. Vi regnava il ogni tanto, il rombare delle auto: caos. Il posto ideale per nascondervi La discarica di via Jacopo un’atmosfera surreale. C’erano vari odo- un cadavere… Stretto, a Padova ri in quell’ambiente; si andava
  • 8. Pagina 8 Giallo e non solo... Riccardo, l’assassino (a cura di Alberto Galvan) Avanzava con passo calmo ma deci- sfuggente. so, mentre osservava la sua preda ter- Mentre avvicinava il coltello alla rorizzata. Impaurita. Agghiacciata. vittima sembrava un po’ indeciso Immobile. Cercava in ogni modo di ed esitante, ma, quando si ricordò chiamare aiuto, ma in quel luogo buio del suo rifiuto, non cambiò idea. e sperduto, dove Riccardo l’aveva Alzò la lama affilata verso il cielo portata caricandola sulla sua auto, non tenebroso di quella notte e con un c’era anima viva; solo lui, il suo as- movimento brusco e repentino colpì sassino. L’omicida era un ragazzo al cuore la povera ragazza, che crol- giovane, assai alto e di corporatura lò al suolo mentre il sangue guizza- robusta, indossava un giubbotto inver- va qua e là, formando un lago ros- nale, nero come la pece, i pantaloni so. jeans di un colore blu notte, gli scar- Riccardo sembrava soddisfatto, fe- poni grossi, quasi da montagna e la lice, perché finalmente la sua ven- Riccardo Favini cintura di pelle. Il volto, che avrebbe detta su colei che non lo aveva vo- voluto essere impassibile, tradiva, luto era stata compiuta; dopodiché nell’espressione degli occhi e della bocca, una rabbia mista a disprezzo. gettò a terra il coltello e con un Gocce di sudore gli imperlavano la ghigno sinistro e malvagio si allon- fronte e bagnavano il ciuffo di capelli tanò dal luogo del delitto. che sempre gli copriva lo sguardo Silvia, la vittima ( a cura di Michele Antonello) Silvia era una bella ragazza di pallavolo, lo studio della chi- ventitré anni,con gli occhi az- tarra, la lettura dei fumetti e il zurro cielo e i capelli lunghi e gioco con il computer. Preferi- biondi,spesso raccolti in una va il mare alla montagna. coda di cavallo. Era alta e ma- L’estate scorsa si era divertita gra e sembrava una modella. un sacco in vacanza al mare Frequentava il quarto anno del- con delle sue amiche. la facoltà di lettere ed era mol- La sera del suo ritrovamento to brava; le piacevano soprat- da parte di un barbone che si tutto l’italiano e la storia. Ama- aggirava nella discarica in cui va andare in discoteca ad a- il suo assassino l’aveva lascia- scoltare musica e ballare; fin ta, indossava il suo abito prefe- da piccola aveva imparato a rito: un vestito rosso cucito per suonare la chitarra. Era molto lei dalla sua nonna,un paio di gentile e socievole con gli altri, scarpe nere con i tacchi a spillo ma allo stesso tempo riserva- e un paio di orecchini d’oro. ta:solitamente non dava confi- Portava con sé anche un orolo- denza agli estranei. Era golosa gio d’oro ed una borsetta dove delle torte al cioccolato fatte da teneva i documenti che hanno sua madre e di patatine fritte. Silvia con il suo vestito preferito permesso di identificarla. Aveva diversi hobby, tra cui la
  • 9. Giallo e non solo... Pagina 9 La morte di Silvia ispira alcune sentite poesie da parte di chi la conosceva, anche del suo assassino... Poesia di Marco, il cugino di Silvia (a cura di Kevin Pilotto) A Silvia Ogni giorno penso a te Poesia di Giorgia, amica di Silvia perché eri una parte di me. (a cura di Giorgia Casonato) La tua semplicità, la tua onestà, la tua verità, la tua generosità, i tuoi sorrisi,i nostri giochi, SENZA TE i tuoi occhi, la tua vita serena, così era: Silvia, amica mia, vera. com'è vuota la mia vita Ora da lassù senza di te, prega con Gesù senza la tua dolcezza, per questo mondo che ti ha strappato senza la tua amicizia. ma un'altra vita ti ha donato. Quale orrenda sorte MARCO hai dovuto subire da chi ti chiamava “Amore” e vedeva il cielo nei tuoi occhi! Quell' amore malato e cattivo in un attimo ha cancellato la tua vita, i tuoi sogni, i nostri grandi segreti. Con te ogni giorno era primavera. Senza te mi è rimasto l'inverno. GIORGIA Silvia (a sinistra) con l’amica del cuore Giorgia
  • 10. Pagina 10 Giallo e non solo… Poesie - inquietanti - di Riccardo ( a cura di Elena Xie e Damiano Reginato) Per te Quando nel cielo il sole non brillerà più, Quando nella notte la luna non splenderà più , Quando le stelle dalla nostra vista spariranno, allora, forse, diventerai uno dei tanti ricordi del mio passato. I tuoi occhi che racchiudono l'universo intero, la scintilla di vita nel tuo sorriso, un giorno, per me, saranno come neve al sole... Per ora ti dico solo che ti amo. Te lo dico e te lo ripeto, andrei all'inferno pur di amarti per l'eterno. Due intensi primi piani di Silvia E t'ho uccisa E t'ho uccisa. La rabbia m'ha accecato, il cuor m'ha guidato, la mente s'è sopita. Ora il cielo nei tuoi occhi è spento; tu dormi e non fai rumore ma io ti sento nel cuore: dolore, rimpianto e tormento Forse lì dove stai non conta il prima, ma l'adesso Com’è strana la mente umana: e il perdono è più facile sentimenti contrastanti si sono per l’orrore commesso. agitati con il passare del tempo RICCARDO nella mente di Riccardo: amore, odio, rabbia, dolore, pentimento.
  • 11. Giallo e non solo… Pagina 11 La notizia è stata ripresa anche dalla stampa inglese! Titolo brano interno Dal Daily Telegraph del 12 aprile 2011 (a cura di Sarah Ntow) Padua, Italy – 24-years-old man killed a young girl A 24-years-old man called veral times on her way to the she sought for him, but no one Riccardo Favini was arrested disco club. She told the authori- could find him. Officials later on Sunday, April 10th in Go- ties that Mr Favini had threat- found Riccardo who denied rizia (Italy) for killing a 23- ened to harm her if she had not killing the girl. But a DNA test years-old girl, Silvia Gasparin, been his girlfriend. was done on him and it was and leading her into a landfill Her body was accidentally confirmed that he was the one in Padua . found in the dump on April who killed Silvia. She was a student at the Uni- 4th. He was arrested by the detec- versity of Padua, who enjoyed Detective Miriam Pagani spoke tive and transported to the jail, much disco clubing. with Mr Favini. About a week where he was held on a charge Last month in March the inno- after talking with the detective, of murder. cent girl told the police officials Riccardo was supposed to meet He is now awaiting trial. that a man by name with her, but failed to show up. of Riccardo followed her se- According to Pagani’s report, The funeral of the murdered girl Titolo brano interno
  • 12. Pagina 12 Giallo e non solo... La triste storia di Silvia in un tautogramma Serata sfortunata: Silvia sanguina, spira sotto squartamento. Subito scappato sghignaz‐ zando sadico squartatore Silvia.  Solerte sottufficiale segue sinistro squartatore  senza so‐ sta. Scoperto,  si sente sorpreso. Suddetto subisce sacrosanto scotto sua scelleratezza. Cosa manca ancora? L’indagine e la soluzione del caso! Giustizia è fatta, ma con l’amaro in bocca... Il corpo della ragazza era semi- c’era qualcosa: Silvia aveva ten- Silvia Gasparin? Una cara amica. coperto dai rifiuti, che non na- tato fino all’ultimo di difendersi. Uccisa? No, non ne sapeva nien- scondevano però la macchia ros- “Sì, dei frammenti di pelle! Sei te, anzi, gli dispiaceva. so scuro sul vestito rosso fuoco, mio, caro Favini!” Seguire gli agenti? E perché all’altezza del cuore. L’ispettrice mai? Lui non c’entrava nulla… <<Pagani a centrale: mandate Miriam Pagani, della polizia di una volante a cercare un tale Peccato che il test del DNA sui Stato, questura di Padova, ha Riccardo Favini. I dati li trovate frammenti di pelle abbia in segui- riconosciuto quegli occhi e non è nell’archivio delle denunce. to confermato ciò che l’ispettrice riuscita a non maledire le lungag- L’accusa potrebbe essere omici- Pagani aveva subito intuito. Pec- gini della giustizia: qualche gior- dio premeditato.>> cato per lui anche che le sue let- no prima proprio lei aveva ricevu- tere di minaccia fossero ancora to la ragazza - Silvia, le sembra- in camera di Silvia, assieme al va di ricordare - e redatto il rap- diario della ragazza, e che le a- porto contenente la sua deposi- miche di lei abbiano testimoniato zione. Un tale, conosciuto in una sulle sue attenzioni ossessive. discoteca, la perseguitava e la Avrà molto tempo per riflettere minacciava. La denuncia per stal- sul gesto commesso, Riccardo king doveva fare il suo iter; non Favini, studente universitario, era stato possibile fermarlo subi- ventiquattro anni compiuti a gen- to e adesso era troppo tardi. naio e almeno altrettanti da scon- Ma almeno il suo arresto glielo tare nelle patrie galere per omici- doveva, a quella ragazza che dio premeditato, aggravato da non aveva potuto proteggere. futili motivi. Avanti, dunque, Pagani, vediamo Anche l’ispettrice Pagani, davanti di incastrarlo adesso e di impe- L’ispettrice Miriam Pagani alla sua solita tisana fumante, sta dirgli di nuocere ancora. riflettendo: non è per questo che Dilettante: aveva abbandonato Riccardo era fuggito, ma gli a- tanti anni fa si era arruolata nelle genti lo hanno fermato una setti- forze dell’ordine; non avrebbe l’arma del delitto - un coltello da mana dopo al confine con la Slo- solo voluto arrestare criminali, cucina - vicino al corpo. “I ragazzi venia; stava cercando di espa- della scientifica faranno il loro avrebbe voluto invece impedire triare. Una breve vacanza, per lavoro, alla ricerca di impronte…” fuggire dallo stress degli studi, ha che i crimini venissero commes- Un momento: sotto le unghie sostenuto. si...