1. I sistemi di gestione per la
sicurezza del lavoro
Sistemi per la Sicurezza e loro efficacia
Le «nuove procedure» per la sicurezza
Ing. Ruggero Romano
2. Chi vuol fare l’avvocato ?
• C’è un grosso equivoco di fondo nel rapporto fra
gli ingegneri e la sicurezza del lavoro
• Per come è strutturato oggi il «problema sicurezza» nelle aziende
è visto solo come un adempimento legislativo
• Gli organi di controllo e vigilanza spesso assumono il ruolo di
«sanzionatori»
• La formazione del tecnico per la sicurezza copre concetti di
prevenzione e protezione, rischio , rischio residuo perché
l’obiettivo di un ingegnere non è l’adempimento formale e
burocratico ai decreti…
• Qual è L’obiettivo di un ingegnere, tecnico per la sicurezza ?
4. La legislazione in materia di Sistemi per la
Sicurezza :L’art 30 del Dlgv 81
• Il Decreto Legislativo all’articolo 30 parla di Modelli Organizzativi
Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione
1. Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone
giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231,
deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici
relativi:
a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e
biologici;
b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti;
c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza,
consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
d) alle attività di sorveglianza sanitaria;
e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori;
f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei
lavoratori;
g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge;
h) alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate. Prima parte
5. • 2. Il modello organizzativo e gestionale di cui al comma 1 deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta
effettuazione delle attività di cui al comma 1.
• 3. Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell’organizzazione
e dal tipo di attività svolta, un’articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche ei poteri necessari per la
verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato
rispetto delle misure indicate nel modello.
• 4 Il modello organizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull’attuazione del medesimo modello e
sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e l’eventuale modifica del
modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla
prevenzione degli infortuni e all’igiene sul lavoro, ovvero in occasione di mutamenti nell’organizzazione e nell’attività in
relazione al progresso scientifico e tecnologico.
• 5. In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL
per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS
18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti. Agli stessi fini
ulteriori modelli di organizzazione e gestione aziendale possono essere indicati dalla Commissione di cui all’articolo 6.
• 5-bis. La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro elabora procedure semplificate per la
adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese.
Tali procedure sono recepite con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
• 6. L’adozione del modello di organizzazione e di gestione di cui al presente articolo nelle imprese fino a 50 lavoratori
rientra tra le attività finanziabili ai sensi dell’articolo 11.
Seconda parte
6. Benefici di legge
• «Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia
esimente della responsabilità amministrativa delle persone
giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità
giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231….» è un
supporto a sostegno della difesa del Datore di Lavoro nei casi di
incidente sul lavoro grave.
• L’INAIL valuta la conformità ai requisiti di un sistema organizzativo
conforme ad una norma di riferimento (Linea Guida Inail , Ohsas e
Iso 45001) ai fini di uno «sconto» economico sul pagamento del
premio
7. Cos’è un sistema SGSL ?
• Cos’è un sistema ?
• Cos’è un sistema per la sicurezza ?
• Cos’è un sistema per la sicurezza certificato ?
• Che cosa serve perché sia efficace?
8. un Sistema è….
• Un insieme di metodi per organizzare le attività
in modo che si raggiunga uno scopo con il
minimo dispiego di risorse e con la massima
efficienza
• Un modo per gestire una organizzazione
• Una definizione di responsabilità e gerarchie
• Una struttura di prescrizioni, registrazioni,
schemi, procedure etc… per dare una guida
nell’operare
• Tutto quanto scritto e anche di piu’….
9. Cosa serve perché un Sistema funzioni ?
• Obiettivi (misurabili, condivisi e raggiungibili)
• Forte determinazione del Datore di Lavoro e delle figure
responsabili
• Definizione di ruoli e responsabilità
• Strumenti organizzativi e metodi
• Competenza, abilità, formazione, consapevolezza
• Essere una squadra
10. Sistema
Sistema
•Insieme di metodi, procedure, attività, gerachie per gestire un’organizzazione
•E’ caratterizzato da obiettivi definiti, indicatori, monitoraggio, correzioni e miglioramenti
Sistema per la
Sicurezza
•Come sopra , ma i cui obiettivi e indicatori sono focalizzati alla salute e sicurezza sui luoghi
di lavoro
•Include requisiti cogenti , cioè prescrizioni di Legge alle quali si DEVE ottemperare ,
dimostrandolo in termini di evidenze ed efficacia
Sistema per la
sicurezza
certificato
•Come sopra ma con l’aggiunta di un modello organizzativo costituito da una norma di
riferimento e quindi da requisiti aggiuntivi da soddisfare
•Viene certificato da un ente terzo che attesta in modo indipendente , mediante audit, che
le evidenze oggettive raccolte, che il sistema e la sua organizzazione forniscono la
confidenza necessaria ad attestarne il soddisfacimento dei requisiti di norma
11. Perché i sistemi NON funzionano…
• Obiettivi diversi, non definiti, non misurabili , non appaganti…
DATORE di LAVORO
Obiettivo reale Profitto, vantaggio competitivo, garanzia di non avere beghe legali …
Atteggiamento La sicurezza è un insieme di costi , di burocrazia, uno spreco di tempo e denaro
Soluzione Trasformare la sicurezza in un obiettivo economico , di brand, di qualifica.
PREPOSTI e DIRIGENTI
Obiettivo reale Produrre, raggiungere i target fissati dal DDL in termini di produzione, tempi, costi.
Atteggiamento La sicurezza è uno spreco di tempo ed una complicazione inutile : NON FA TRUCIOLO
Soluzione Pianificare le attività , responsabilizzare (anche su aspetti legali), evidenziare che infortuni e
incidenti BLOCCANO la produzione
LAVORATORI e SINDACATI
Obiettivo reale Lavorare ,ma senza stress e con benefici economici. Avere potere contrattuale nei confronti del
DDL
Atteggiamento La sicurezza è uno strumento di negoziazione sindacale
Soluzione Coinvolgimento, integrazione, credibilità e reputazione
PERSUASIONE
MOTIVAZIONE
COMUNICAZIONE
12. Perché i sistemi NON funzionano…
• Inefficacia nella trasmissione di informazioni,
formazione, addestramento, tempi e modi di
attuazione
• Metodi tradizionali adottati in situazioni con
barriere linguistiche, sociali, religiose…
• Incapacità di motivare al risultato, al miglioramento,
utilizzando sproni e premi (anziché sanzioni e
minacce)
• Scarso uso delle tecniche di influenza sui
comportamenti derivanti dal BBS (Behaviour based
safety)
13. Strumenti di comunicazione nei sistemi :
le «procedure»
• A cosa servono ? A comunicare come vanno fatte le cose, chi deve
fare le cose,quando e perché
• A chi servono ? A chi deve fare le cose ….e a chi vuole far fare le cose
per raggiungere un obiettivo
• Quando servono ?
• Quando più persone devono fare la stessa cosa per raggiungere un obiettivo
• Quando una o più persone devono fare una cosa in modo definito o
determinato
• Quando si devono applicare regole, norme , leggi
14. Le procedure… come sono fatte
• A chi è diretta la procedura ?
• A persone che sanno leggere o no ?
• A persone che sono in condizioni di leggere o no ?
• A persone che sanno leggere la mia lingua ?
15. Le procedure… come sono fatte
• Dove devo utilizzare la procedura?
• E’ un ambiente nel quale è utilizzabile ?
• E’ un ambiente nel quale si mantiene nel tempo ?
• E’ un ambiente in cui il suo supporto è efficace ?
16. Le procedure: scegliere il supporto e i
contenuti
Procedura
cartacea audio visiva
mista o
alternativa
• Scegliere il supporto in base
ad ambiente di utilizzo
• capacità/conoscenze/cultura
del destinatario
• facilità di aggiornamento e
distribuzione
• Necessità di consultazione e
immediatezza
17. Le procedure: scelte dei supporti
Progettazione di
una procedura
Definizione dello
scopo
A chi è destinata
Scelta del formato /
supporto
Necessità di
traduzione
Modalità di
distribuzione
Formazione
Procedure per fare
la formazione
Procedure per
distribuzione ed
aggiornamento
18. Progettazione di
una procedura
Definizione dei
contenuti
A chi è destinata
Mansione , attività,
applicazione
Necessità di
traduzione
Modalità di
distribuzione
Formazione
Procedure per fare
la formazione
Procedure per
distribuzione ed
aggiornamento
Rischio
Conoscenza ,
esperienza ,
statistica , near
missi
DVR,
Valutazione rischi
Operatività Pericoli e Rischi
Sistemi di
prevenzione
Sistemi di
protezione
Trouble shooting
and «what if»
Operatori/ lavoratori /
responsabili e preposti
DPI
Cartellonistica
protezioni macchine
logiche comandi...
Comportamenti in
caso di anomalia
Contenuti della
formazione
Addestramento
Controlli e
conformità
legislativa
Organi di controllo
POS , PSC , DUVRI,
Piani di Emergenza
Le procedure: scelte dei contenuti
19. Le procedure: contenuti e indicazioni
• Titolo : serve a identificare l’oggetto della procedura
• Scopo: deve spiegare perché è stata fatta una procedura e perché va usata
• Applicabilità : quando si deve applicare la procedura (e, se necessario,
quando NO)
• Responsabilità : chi deve applicare la procedura, ma anche chi la deve
distribuire, spiegare, ritirare se obsoleta etc…
• Contenuto: cosa fare ,come, quando …
• Indicazioni su completezza e validità : normalmente il numero di pagine
totali per un documento cartaceo, i «capitoli» di un video, un numero di
revisione (ma meglio una data o un sistema mese/anno)
20. Far funzionare una procedura
• Team : E’ opportuno che la procedura nasca da un team composto dai tecnici per la sicurezza (RSPP, ASPP) ma
anche da preposti ed operatori in base all’oggetto della procedura . La strategia VINCENTE è chiedere agli
operatori come farebbero loro a prevenire un rischio… Vi verranno segnalate anche le difficoltà operative e di
applicazione.
Infine una procedura che nasce condivisa , normalmente «va bene a tutti».
• I ruoli del team
• RSPP è colui che sente la necessità della procedura (esigenze di gestione del rischio, obblighi legislativi o
normativi etc…) e quindi sa che cosa deve contenete la procedura e che obiettivo si prefigge . Conosce
anche come dare evidenza dell’applicazione e deve preoccuparsi della formazione sulla procedura.
• Operatori : partecipano alla definizione dei contenuti portando la loro esperienza (…qui saltano fuori i near
miss mai segnalati…); partecipare alla definizione dei contenuti (e spesso anche delle modalità di
condivisone e del supporto) rende più facile l’apllicazione e l’implementazione.
• Preposti e dirigenti devono garantire l’applicazione della procedura , la sorveglianza ed il feed back per gli
aggiornamenti, nonché mettere a disposizione le risorse. deve spiegare perché è stata fatta una procedura e
perché va usata
• Implementazione : il DDL mette a disposizione le risorse di tempo, strumenti, mezzi (anche finanziari) per
realizzare le procedure, formare il personale, implementare la procedura e verificarne l’applicazione ed il
conseguimento dei risultati in termini id raggiungimento degli obiettivi per la sicurezza.
• Validazione e valutazione : auditor della sicurezza (RSPP) devono preoccuparsi di verificare se la procedura è
applicata, se è efficace , se è applicabile con passare del tempo ed il cambio del contesto applicativo(persone,
situazioni, situazioni …)
21. Tipologia di
procedure
Procedur edestinate
a rispetto di
requisiti legali
Contenuti e
metodologia DVR e
aggiornamento
Procedure per la
formazione
obbligatoria
Procedure
Obbligatorie
(ambienti confinati,
POS, PSC, DUVRI )
Procedure per
attività operative
Processi produttivi,
attività di cantiere,
trasporti ...
Procedure operative
di supporto ad
aspetti normativi
Scellta , distribuione
e formazioen sui DPI
Procedure destinate
a personale esterno
all azienda
Registrazione
ingressi,
informazione su
piano di emergenza,
informazioni su
servizi...
Duvri
Procedure di
Sistema
Audit intern
Riesami
Gestione delle
informazioni
documentate
Definizione e
raccolta dei KPI e
loro valutazione
.
. .
.
.
Tipologia di procedure e relazioni principali
22. 1. Siate creativi : realizzare una procedura che funzioni è quasi un’opera d’arte .
Dovete riuscire a catturare l’attenzione , convincere , interessare, incuriosire….
2. Imparate a comunicare efficacemente : dovete «vendere» le vostre procedure e
quindi dovrete imparare anche dal mondo della pubblicità e della comunicazione
(PNL) a persuadere le persone
3. Conquistate le persone : «Al cuore Ramon , devi mirare al cuore» ; dovete
conquistare le
P E R S O N E…Dovrete conoscerle per nome, visitare e vivere il loro ambiente di
lavoro per comprenderne le difficoltà e i rischi : solo se condividerete la loro
realtà operativa le persone vi RICONOSCERANNO e potrete conquistare il loro
cuore
(Fate caso che Riconoscere e Riconoscenza hanno la stessa origine etimologica :
non è un caso !)
4. Ricercate ed evidenziate ogni forma di vantaggio dovuto all’applicazione e
implementazione della Sicurezza in azienda , modulando la comunicazione a
seconda dell’interlocutore: il vantaggio è una leva più motivante della minaccia di
conseguenze future …
4,5 Siate credibili : occorre credere in quello che si dice, perché lo si è vissuto e/o
rappresenta la propria «mission»; occorre essere preparati e competenti per essere
credibili ma abbastanza umili da saper riconoscere che l’ultimo carrellista …ha guidato
un carrello elevatore per molte più ore di voi e quindi ha qualcosa da insegnarvi .
Sempre
Le 4 regole (e mezzo)
Ciò che gli altri percepiscono
di voi
I Valori
:l’integrità, la
correttezza,
professionalità
Gli strumenti
per comunicare
Le competenze, gli studi, le
esperienze
23. Grazie
Come deve essere l’RSPP ?
Fateci caso …Sicurezza e Superman :
cominciano tutt’e due per S .
Per me non è un caso !!!