1. Piattaforma EDU – Metodo di Studio Universale Copyright 2013 -
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Centro territoriale di Supporto per le nuove tecnologie
di Fano per la provincia di Pesaro e Urbino
L’unico sito al mondo che ti
insegna a studiare!
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Di cosa parleremo:
• La necessità di stabilire un percorso sul metodo di studio
• Il metodo di studio metacognitivo diffuso dal CTS di Fano
• Una piattaforma online per esercitarsi
4. studiare
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[stu-dià-re]
(stùdio, -di, stùdiano; studiànte; studiàto)
A v. tr.
Applicare l'intelligenza per apprendere una
disciplina, un argomento, un'arte, con
l'aiuto di libri o sotto la guida di un
insegnante
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Prima lo studio poteva essere un’attività
limitata nel tempo e nello spazio fino al
completamento della scuola dell’obbligo o
all’acquisizione di competenze atte a
svolgere una professione
6. Ora nella società dell’informazione
diventa cruciale saper studiare:
• Leggi e norme
• Contratti che ci vengono proposti
• Opportunità
In ambito professionale è necessario:
• Aggiornamento continuo (nuove scoperte, nuovi metodi,
nuove leggi e protocolli)
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19. disperdere
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1 vtr
sparpagliare, dissipare, distruggere
2 vtr
[in senso figurato] consumare senza raggiungere lo scopo prefisso
Treccani
Di persona singola, sprecare le proprie forze
intellettuali dedicandosi a lavori senza frutto o
a più attività contemporaneamente:
disperdersi in vane ricerche; si disperde in
studi troppo diversi.
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La cultura scompare nell'abbondanza della
sovrapposizione, nella valanga dei segni, nella
follia della quantità.
Milan Kundera
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Esigenza di un METODO DI STUDIO per
ACCENTRARE l’attenzione e combattere
la dispersione.
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METODO DI
STUDIO
NUOVI
APPRENDIMENTI
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La principale necessità è saper
gestire il testo scritto
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Per fortuna il metodo di studio è
qualcosa che si impara, come tutto il
resto!
27. Il nostro viaggio inizia così:
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
MI ESERCITO SUL METODO DI STUDIO
Posso iniziare usando testi che non c’entrano
niente con le discipline che studio, al solo
scopo di imparare delle nuove strategie per
leggere, comprendere e riassumere il testo
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28. CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
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CASA
SCUOLA
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SCUOLA
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SCUOLA
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
MI ESERCITO SUL METODO DI STUDIO
Posso iniziare usando testi che non c’entrano
niente con le discipline che studio, al solo
scopo di imparare delle nuove strategie per
leggere, capire e riassumere il testo
29. MI ESERCITO SUL
METODO DI STUDIO
Posso iniziare usando testi
che non c’entrano niente con
le discipline che studio, al
solo scopo di imparare delle
nuove strategie per leggere,
comprendere e riassumere il
testo
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
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CASA
SCUOLA
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SCUOLA
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SCUOLA
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SCUOLA
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SCUOLA
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SCUOLA
STUDIO CON LE NUOVE STRATEGIE CHE HO IMPARATO
• Scopro che con alcune strategie mi ricordo meglio le cose
• Mi accorgo che per eseguire alcuni compiti sono più valide alcune
strategie, per altri esercizi sono più adatte altre
• Comincio a riflettere su me stesso, su come funziona la mia mente e
come sono fatto.
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CONSOLIDO IL METODO DI STUDIO
Quando studio con le strategie che ho imparato e poi ho un’interrogazione o una verifica mi
accorgo che.. FUNZIONA! Vado bene e:
• Decido di usarlo anche la prossima volta, sì mi costa un po’ di fatica ma poi il risultato c’è!
• Mentre studio divento capace di «guardarmi dal di fuori» e vedere come sto procedendo e
prevedere se mi sto preparando adeguatamente
• Ho molta meno ansia per interrogazioni e verifiche
STUDIO CON LE NUOVE
STRATEGIE CHE HO
IMPARATO
• Scopro che con alcune
strategie mi ricordo meglio
le cose
• Mi accorgo che per
eseguire alcuni compiti
sono più valide alcune
strategie, per altri esercizi
sono più adatte altre
• Comincio a riflettere su me
stesso, su come funziona la
mia mente e come sono
fatto.
MI ESERCITO SUL
METODO DI STUDIO
Posso iniziare usando testi
che non c’entrano niente con
le discipline che studio, al
solo scopo di imparare delle
nuove strategie per leggere,
comprendere e riassumere il
testo
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31. • Mi accorgo che se mi è andata male
un’interrogazione o una verifica non è stato perché
io non ce la posso fare, ma perché ho valutato
male il tempo necessario per preparala o non ho
applicato le strategie di studio giuste.
• Non temo più il fallimento: so che con buona
volontà e adeguata applicazione avrò successo.
Garantito!
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SCUOLA
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32. DIVENTO UN BUON UTILIZZATORE DI STRATEGIE
• Quando mi assegnano un nuovo compito, con un
occhiata, so già cosa fare e scelgo la strategia di
studio più adatta
• Comincio a modificare e inventarmi delle strategie di
studio fatte su misura per me. Invento io il mio modo
personalissimo di studiare!
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33. DIVENTO UN BUON
UTILIZZATORE DI
STRATEGIE
• Dato un compito so
scegliere la strategia
adeguata
• Mi creo il metodo di
studio
• Scopro che il successo
in un compito è in
funzione del tempo e
• Non temo più il
fallimento
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DIVENTO UN OTTIMO
STUDENTE
• Sarò capace di stare a
galla in un mondo che
tenta di sommergerci di
informazioni e che ci
richiede di sapere un po’
di tutto!
• Sarò in grado di affrontare
qualsiasi studio specifico
desidererò intraprendere
(studi universitari,
professione, ecc.)
• Le prospettive per la
mia vita si allargano
34. CASA
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STUDIO CON LE NUOVE
STRATEGIE CHE HO
IMPARATO
• Scopro che con alcune
strategie mi ricordo meglio
le cose
• Mi accorgo che per
eseguire alcuni compiti
sono più valide alcune
strategie, per altri esercizi
sono più adatte altre
• Comincio a riflettere su me
stesso, su come funziona
la mia mente e come sono
fatto.
MI ESERCITO SUL
METODO DI STUDIO
Posso iniziare usando testi
che non c’entrano niente con
le discipline che studio, al
solo scopo di imparare delle
nuove strategie per leggere,
comprendere e riassumere il
testo
CONSOLIDO IL METODO DI
STUDIO
• Applicando il metodo di
studio il risultato c’è!
• Mentre studio divento
capace di «guardarmi dal
di fuori» e vedere come
sto procedendo e
prevedere se mi sto
preparando
adeguatamente
• Ho molta meno ansia per
interrogazioni e verifiche
35. CASA
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STUDIO CON LE NUOVE
STRATEGIE CHE HO
IMPARATO
• Scopro che con alcune
strategie mi ricordo meglio
le cose
• Mi accorgo che per
eseguire alcuni compiti
sono più valide alcune
strategie, per altri esercizi
sono più adatte altre
• Comincio a riflettere su me
stesso, su come funziona
la mia mente e come sono
fatto.
CONSOLIDO IL METODO DI
STUDIO
• Applicando il metodo di
studio il risultato c’è!
• Mentre studio divento
capace di «guardarmi dal
di fuori» e vedere come
sto procedendo e
prevedere se mi sto
preparando
adeguatamente
• Ho molta meno ansia per
interrogazioni e verifiche
36. Studiare non è solo necessario per il proprio
futuro, può essere anche divertente!
Inoltre non si studia solo per dovere ma anche
per piacere!
• Se ho un nuovo hobby e vorrai documentarti
• Se un giorno mi affascinerà un paese straniero, una cultura
diversa
• Se inventerò qualcosa e vorrò costruirla
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37. Mario Buonvino Mario Buon CvTinSo dCiT FSa ndoi Fwawnwo .wctwsfwa.ncots.iftano.it
E se non inizio questo viaggio cosa può
succedere?
NON HO METODO DI
STUDIO
Studio quando capita e
come capita
• Quando una verifica o
un’interrogazione mi
vanno male penso di
essere sfortunato;
quando mi vanno bene
penso di essere
fortunato
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
CASA
SCUOLA
PIU’ SI VA AVANTI PIU’
LE COSE SI FANNO
DIFFICILI
• Interrogazioni e
verifiche mi mettono
ansia
• Non ho il controllo di me
e di quello che mi
succede
HO MOLTI DUBBI SUL
MIO FUTURO
• non so bene quale sarà
la scuola che sceglierò
o se sia il caso di
lasciarla al più presto
• Non so bene cosa farò
da grande né in che
direzione andare
38. Incontrollabile Rinuncio alle
sfide
Fortuna
Se ho un insuccesso
significa che non sono
abile!
La mia autostima
Abilità va giù
Se mi impegno ho
successo se non mi
impegno no
Ho fiducia in me
e in quello che
posso fare
Impegno
MaMriaor iBou Bounovninvoin CoT CST dSi dFia Fnaon wow www.cwt.scftasnfaon.iot .it
39. Mario Buonvino CTS di Fano www.ctsfano.it
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CALMA! Non è mai troppo tardi per imparare a studiare!
Scoprire il proprio metodo di studio è qualcosa che posso fare a
qualsiasi età!
Se penso di non avere un metodo di studio adeguato, perché
non provo nuove strategie e inizio a riflettere su me stesso!?
Forse se a volte la scuola mi sembra così faticosa è perché sono
io a non avere gli strumenti giusti per affrontarla!
40. E SE VOGLIO INIZIARE?
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QUALI SONO QUESTE TECNICHE DI STUDIO?
45. Qual è la strategia migliore?
Non c’è un modo migliore in assoluto, ma c’è un
modo migliore per ciascuno di noi, infatti siamo
tutti diversi (diversi stili cognitivi) impariamo in
maniera differente.
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46. Come scopro quella più valida per me?
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47. Tanti stili cognitivi, un solo metodo di studio
valido anche per i DSAe i BES
Sottolineo
il testo con
i 5 colori
Creo una
mappa
Creo uno
elenco
puntato
visuale
Stile
linguistico-verbale
Stile
analitico-sistematico
Stile visuale-globale
DSA e
BES
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48. Mario Buonvino CTS di Fano www.ctsfano.it
Che strumenti mi servono?
• carta colori e penna
• Computer e software gratuiti
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49. • Vieni su
www.ctsfano.it/area
alunni a scoprire il
metodo di studio e i
software per studiare
con il computer
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50. Mario Buonvino CTS di Fano www.ctsfano.it
Dove posso esercitarmi sul Metodo Di
Studio Universale?
51. Mario Buonvino Mario Buo CnTviSno d Ci FTaSn od i wFwanwo.c wtswfawn.oc.tistfano.it
Il cammino di riflessione sull’apprendimento può
iniziare in tanti modi, la Piattaforma EDU ne è
un esempio.
Tantissimi insegnanti avviano percorsi sul
metodo di studio con i loro studenti, ma..
È FONDAMENTALE, in tutto il percorso
scolastico, il sostegno, l’aiuto (e a volte la
fermezza) dei genitori! Se no non funziona!
52. Mario Buonvino Mario Buo CnTviSno d Ci FTaSn od i wFwanwo.c wtswfawn.oc.tistfano.it
Due parole per i «Prof.»
La scuola italiana ha una nuova esigenza
54. Mario Buonvino Mario Buo CnTviSno d Ci FTaSn od i wFwanwo.c wtswfawn.oc.tistfano.it
• Direttiva BES e CTS 27 dicembre 2012. […] è sempre più
urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore
comune’ per tutti gli alunni e che non lasci indietro
nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica
speciale.
• Legge 170/10 sui DSA
Molti insegnanti sono favorevoli alle
formazioni svolte dal CTS e CTI su una
didattica metacognitiva e multimediale
che vada bene per TUTTI gli alunni
55. La Dirigente Loretta Mattioli nell’ambito del
Progetto di Rete Spider ha individuato una
proposta metodologica UNICA ma allo stesso
tempo adatta a TUTTI gli alunni:
1. Sottolineo
2. Faccio l’elenco puntato
3. Faccio la mappa
4. Ripeto
Gli operatori del Gruppo Tecnico Provinciale del
Progetto Spider hanno perfezionato tale
metodologia per proporla:
• Nei corsi di formazione docenti
• Nei campus per i DSA
• Con la Piattaforma EDU
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56. Mario Buonvino CTS di Fano www.ctsfano.it
Siamo ciò che facciamo ripetutamente, perciò l’eccellenza
non è un’azione bensì un’abitudine. Aristotele
• Vieni su www.ctsfano.it a scoprire il
metodo di studio metacognitivo e i
software per studiare con il computer
• Iscriviti alla mailing list per essere il primo
a sapere quando inizia l’esperienza
«Piattaforma EDU»
57. Eventi:
• Presentazione Mediateca Montanari di Fano giugno 2014
• Tesi di laurea 18/11/14 Politecnico delle Marche
• 29/11/14 Convegno sull’inclusività Bolzano
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58. Mario Buonvino CTS di Fano www.ctsfano.it
Referenti
Dott.ssa Carla Sagretti, Ufficio Scolastico Provinciale
n. VII di Pesaro e Urbino
Dirigente Athos Salucci, Centro Territoriale di
Supporto per le nuove tecnologie della Provincia di
Fano
Dott.ssa Anna Lisa Ferrante, Ufficio Scolastico
Provinciale n. VII di Pesaro e Urbino
Dirigente Mara Morosini, Centro Territoriale per
l’Inclusione di Pesaro
Dott.ssa Antonella Marcelli, ASUR Marche
Dirigente Loretta Mattioli, referente del Progetto
Spider
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Ringraziamenti
Collaboratrice Denis Floris, Educazione Professionale,
Politecnico delle Marche
Gruppo CTS e Gruppo Spider: Rita Maccagnani, Maruska
Palazzi, Ubaldo Ragnoni, Federico Burani, Cinzia Cesaretti,
Daniela Zambon, Isabella Palazzi, Daniela Cesarini,
Francesca Boiani, Massimiliano Capodagli, Viviana Fabbri,
Loretta Mattioli
Collaboratrice, Prof.ssa Susanna Testa
Prof. Lucio Cottini, Università degli Studi di Udine
Collaboratore Francesco Colella
Web Counselor Elisa Del Bianco
Software Counselor Gianmarco Righi
Primo Betatester Gian Marco Colombo
Beta Testers Alunni 3G «I.C. Gandiglio»
Editor's Notes
Si viene a formare, in questo modo, un processo circolare in cui dal fatto di
affrontare i diversi compiti emerge l’uso sempre più sofisticato di strategie e dall’uso efficace di
strategie si forma un corretto stile attributivo e motivazionale, che sostiene il desiderio di
apprendere e l’impegno (De Beni e Moè, 2000).
FASI DELLO STUDENTE
Borkowski et al. (1992) hanno recentemente illustrato lo svi-
luppo metacognitivo in relazione a quanto succede a un bam-
bino che riceve un'istruzione di elevata qualità sulle strategie.
I. Inizialmente si insegna al bambino a usare una strategia
2. In seguito, il bambino apprende altre strategie e le ripete in
molteplici contesti.
3Il bambino gradualmente sviluppa la capacità di selezionare
strategie appropriate per alcuni compiti e non per altri
4. scopre importanza di essere strategici e sviluppa un buon senso di autoefficacia. Si impegno no fortuna.
6 Le aspirazioni riguardo al futuro; obiettivi importanti sia a breve che a lungo termine.
FASI DELLO STUDENTE
Borkowski et al. (1992) hanno recentemente illustrato lo svi-
luppo metacognitivo in relazione a quanto succede a un bam-
bino che riceve un'istruzione di elevata qualità sulle strategie.
I. Inizialmente si insegna al bambino a usare una strategia di
apprendimento e attraverso la sua applicazione egli arriva a
imparare gli attributi di quella strategia (a ciò si dà il nome
di «conoscenza specifica della strategia››).
2. In seguito, il bambino apprende altre strategie ele ripete in
molteplici contesti.
3Il bambino gradualmente sviluppa la capacità di selezionare
strategie appropriate per alcuni compiti e non per altri, e a su-
perare la mancanza di conoscenze attraverso il monitoraggio
della prestazione. specialmente quando alcune componenti
essenziali della strategia non sono state ancora adeguatamen-
te apprese. In questa fase emergono processi di controllo di
ordine più elevato. Questo è l'inizio dell'autoregolazione,
che è la per lƒapprendimento pianificato e per le abilità
superiori di pensiero. Inizialmente, la
funzione di questi processi è quella di analizzare il compi-
to sottoposto e di selezionare una strategia appropriata; in
seguito, nel corso delfapprendimento, il loro ruolo passa
alla revisione e al monitoraggio della strategia.
4. A mano a mano che i processi di controllo e strategici si
aftinaiio, il bambino comincia a riconoscere Fimportanza
e_l utilità generale del1'essere strategici (conoscenza strate-
gica generale) e sviluppa un buon senso di autoeflicacia. I
bambini imparano ad attribuire i risultati di un buono (e di
un cattivo) apprendimento aIl'impegno dedicato all'uso di
strategie piuttosto che alla fortuna, e a capire che le abilità
mentali possono essere migliorate attraverso azioni dirette da
loro stessi. In questo modo, il modello metacognitivo integra
gli atti cognitivi (sotto fomia di uso di strategia) con le loro
conseguenze e cause motivazionali. Un senso di autoefficacia
e il piacere di apprendere derivano da un lavoro strategico
Individuale
6 Le aspirazioni riguardo al futuro, più o meno stereotipate,
aiutano il bambnio a formarsi un certo numero di possibili
Sé. Sla «sperati» che «teinuti››, fomendo l'impuIso per mn-
seguue obiettivi importanti sia a breve che a lungo termine,
come il divenire «uno studente competente» e in seguito,
eventualmente, «un avvocato di successo» (Day, Borkow-
FASI DELLO STUDENTE
Borkowski et al. (1992) hanno recentemente illustrato lo svi-
luppo metacognitivo in relazione a quanto succede a un bam-
bino che riceve un'istruzione di elevata qualità sulle strategie.
I. Inizialmente si insegna al bambino a usare una strategia
2. In seguito, il bambino apprende altre strategie e le ripete in
molteplici contesti.
3Il bambino gradualmente sviluppa la capacità di selezionare
strategie appropriate per alcuni compiti e non per altri
4. scopre importanza di essere strategici e sviluppa un buon senso di autoefficacia. Si impegno no fortuna.
6 Le aspirazioni riguardo al futuro; obiettivi importanti sia a breve che a lungo termine.
FASI DELLO STUDENTE
Borkowski et al. (1992) hanno recentemente illustrato lo svi-
luppo metacognitivo in relazione a quanto succede a un bam-
bino che riceve un'istruzione di elevata qualità sulle strategie.
I. Inizialmente si insegna al bambino a usare una strategia di
apprendimento e attraverso la sua applicazione egli arriva a
imparare gli attributi di quella strategia (a ciò si dà il nome
di «conoscenza specifica della strategia››).
2. In seguito, il bambino apprende altre strategie ele ripete in
molteplici contesti.
3Il bambino gradualmente sviluppa la capacità di selezionare
strategie appropriate per alcuni compiti e non per altri, e a su-
perare la mancanza di conoscenze attraverso il monitoraggio
della prestazione. specialmente quando alcune componenti
essenziali della strategia non sono state ancora adeguatamen-
te apprese. In questa fase emergono processi di controllo di
ordine più elevato. Questo è l'inizio dell'autoregolazione,
che è la per lƒapprendimento pianificato e per le abilità
superiori di pensiero. Inizialmente, la
funzione di questi processi è quella di analizzare il compi-
to sottoposto e di selezionare una strategia appropriata; in
seguito, nel corso delfapprendimento, il loro ruolo passa
alla revisione e al monitoraggio della strategia.
4. A mano a mano che i processi di controllo e strategici si
aftinaiio, il bambino comincia a riconoscere Fimportanza
e_l utilità generale del1'essere strategici (conoscenza strate-
gica generale) e sviluppa un buon senso di autoeflicacia. I
bambini imparano ad attribuire i risultati di un buono (e di
un cattivo) apprendimento aIl'impegno dedicato all'uso di
strategie piuttosto che alla fortuna, e a capire che le abilità
mentali possono essere migliorate attraverso azioni dirette da
loro stessi. In questo modo, il modello metacognitivo integra
gli atti cognitivi (sotto fomia di uso di strategia) con le loro
conseguenze e cause motivazionali. Un senso di autoefficacia
e il piacere di apprendere derivano da un lavoro strategico
Individuale
6 Le aspirazioni riguardo al futuro, più o meno stereotipate,
aiutano il bambnio a formarsi un certo numero di possibili
Sé. Sla «sperati» che «teinuti››, fomendo l'impuIso per mn-
seguue obiettivi importanti sia a breve che a lungo termine,
come il divenire «uno studente competente» e in seguito,
eventualmente, «un avvocato di successo» (Day, Borkow-
FASI DELLO STUDENTE
Borkowski et al. (1992) hanno recentemente illustrato lo svi-
luppo metacognitivo in relazione a quanto succede a un bam-
bino che riceve un'istruzione di elevata qualità sulle strategie.
I. Inizialmente si insegna al bambino a usare una strategia
2. In seguito, il bambino apprende altre strategie e le ripete in
molteplici contesti.
3Il bambino gradualmente sviluppa la capacità di selezionare
strategie appropriate per alcuni compiti e non per altri
4. scopre importanza di essere strategici e sviluppa un buon senso di autoefficacia. Si impegno no fortuna.
6 Le aspirazioni riguardo al futuro; obiettivi importanti sia a breve che a lungo termine.
FASI DELLO STUDENTE
Borkowski et al. (1992) hanno recentemente illustrato lo svi-
luppo metacognitivo in relazione a quanto succede a un bam-
bino che riceve un'istruzione di elevata qualità sulle strategie.
I. Inizialmente si insegna al bambino a usare una strategia di
apprendimento e attraverso la sua applicazione egli arriva a
imparare gli attributi di quella strategia (a ciò si dà il nome
di «conoscenza specifica della strategia››).
2. In seguito, il bambino apprende altre strategie ele ripete in
molteplici contesti.
3Il bambino gradualmente sviluppa la capacità di selezionare
strategie appropriate per alcuni compiti e non per altri, e a su-
perare la mancanza di conoscenze attraverso il monitoraggio
della prestazione. specialmente quando alcune componenti
essenziali della strategia non sono state ancora adeguatamen-
te apprese. In questa fase emergono processi di controllo di
ordine più elevato. Questo è l'inizio dell'autoregolazione,
che è la per lƒapprendimento pianificato e per le abilità
superiori di pensiero. Inizialmente, la
funzione di questi processi è quella di analizzare il compi-
to sottoposto e di selezionare una strategia appropriata; in
seguito, nel corso delfapprendimento, il loro ruolo passa
alla revisione e al monitoraggio della strategia.
4. A mano a mano che i processi di controllo e strategici si
aftinaiio, il bambino comincia a riconoscere Fimportanza
e_l utilità generale del1'essere strategici (conoscenza strate-
gica generale) e sviluppa un buon senso di autoeflicacia. I
bambini imparano ad attribuire i risultati di un buono (e di
un cattivo) apprendimento aIl'impegno dedicato all'uso di
strategie piuttosto che alla fortuna, e a capire che le abilità
mentali possono essere migliorate attraverso azioni dirette da
loro stessi. In questo modo, il modello metacognitivo integra
gli atti cognitivi (sotto fomia di uso di strategia) con le loro
conseguenze e cause motivazionali. Un senso di autoefficacia
e il piacere di apprendere derivano da un lavoro strategico
Individuale
6 Le aspirazioni riguardo al futuro, più o meno stereotipate,
aiutano il bambnio a formarsi un certo numero di possibili
Sé. Sla «sperati» che «teinuti››, fomendo l'impuIso per mn-
seguue obiettivi importanti sia a breve che a lungo termine,
come il divenire «uno studente competente» e in seguito,
eventualmente, «un avvocato di successo» (Day, Borkow-
BUON UTILIZZATORE DI STRATEGIE
Pressley et al. (1989) proposero il concetto di «buon uti-
lizzatore di strategie» : ha set di strategie, di
coordinare strategie multiple e di variare le strategie quando
il risultato desiderato non viene ottenuto (Pressley, Borkowski
e Schneider 1987; Pressley, Johnson, Symons, McColdrick e
Kurita, 1989; Pressley, Snydere Cariglia-Bull, 1987). Queste
abilità autoregolatorie di livello più elevato producono flessi-
bilità e innovazione nell'uso di strategie e sono il cuore delle
teorie metacognitive (Weinert e Kluwe, 1987).
Le aspirazioni riguardo al futuro, più o meno stereotipate,
aiutano il bambnio a formarsi un certo numero di possibili
(Day, Borkow- ski, Dietmeyer, Howsepian e Saenz, 1992).
MODIFICARE LE STRATEGIE
È essenziale che gli insegnanti aiutino gli studenti a ge-
neralizzare a nuove situazioni le strategie che via via acqui-
siscono. _Così si promuove l’uso autonomo delle stesse (O`Sullivan e
Pressley et al., 1990; Ringel e Springer, 1980).
Una strategia insegnata in modo appropriato continuerà a es-
sere usata nei compiti successivi. anche se spesso in fm-ma
modificata.
REAGIRE ALLE SFIDE E OPPORTUNITA’ FUTURE
Se l`organismo porta in sé un modello in piccolascala della
realtà esterna e delle proprie possibilità d azione. è in grado di
sperimentare varie alternative, concludere qual è la migliore,
reagire a situazioni possibili prima che insorgano. Utilizza le
conoscenze di esperienze passate per agire nel presente e nel
futuro, e in ogni caso per reagire in maniera molto più completa,
sicura e competente alle emergenze che si dovessero presentare.
(Craik, 1943, p. 61)
La funzione finale assegnata da Craik a un modello opera-
tivo - reagire alle opportunità e alle sfide -costituisce forse
anche la sua caratteristica essenziale,
BUON UTILIZZATORE DI STRATEGIE
Pressley et al. (1989) proposero il concetto di «buon uti-
lizzatore di strategie» : ha set di strategie, di
coordinare strategie multiple e di variare le strategie quando
il risultato desiderato non viene ottenuto (Pressley, Borkowski
e Schneider 1987; Pressley, Johnson, Symons, McColdrick e
Kurita, 1989; Pressley, Snydere Cariglia-Bull, 1987). Queste
abilità autoregolatorie di livello più elevato producono flessi-
bilità e innovazione nell'uso di strategie e sono il cuore delle
teorie metacognitive (Weinert e Kluwe, 1987).
Le aspirazioni riguardo al futuro, più o meno stereotipate,
aiutano il bambnio a formarsi un certo numero di possibili
(Day, Borkow- ski, Dietmeyer, Howsepian e Saenz, 1992).
MODIFICARE LE STRATEGIE
È essenziale che gli insegnanti aiutino gli studenti a ge-
neralizzare a nuove situazioni le strategie che via via acqui-
siscono. _Così si promuove l’uso autonomo delle stesse (O`Sullivan e
Pressley et al., 1990; Ringel e Springer, 1980).
Una strategia insegnata in modo appropriato continuerà a es-
sere usata nei compiti successivi. anche se spesso in fm-ma
modificata.
REAGIRE ALLE SFIDE E OPPORTUNITA’ FUTURE
Se l`organismo porta in sé un modello in piccolascala della
realtà esterna e delle proprie possibilità d azione. è in grado di
sperimentare varie alternative, concludere qual è la migliore,
reagire a situazioni possibili prima che insorgano. Utilizza le
conoscenze di esperienze passate per agire nel presente e nel
futuro, e in ogni caso per reagire in maniera molto più completa,
sicura e competente alle emergenze che si dovessero presentare.
(Craik, 1943, p. 61)
La funzione finale assegnata da Craik a un modello opera-
tivo - reagire alle opportunità e alle sfide -costituisce forse
anche la sua caratteristica essenziale,
BUON UTILIZZATORE DI STRATEGIE
Pressley et al. (1989) proposero il concetto di «buon uti-
lizzatore di strategie» : ha set di strategie, di
coordinare strategie multiple e di variare le strategie quando
il risultato desiderato non viene ottenuto (Pressley, Borkowski
e Schneider 1987; Pressley, Johnson, Symons, McColdrick e
Kurita, 1989; Pressley, Snydere Cariglia-Bull, 1987). Queste
abilità autoregolatorie di livello più elevato producono flessi-
bilità e innovazione nell'uso di strategie e sono il cuore delle
teorie metacognitive (Weinert e Kluwe, 1987).
Le aspirazioni riguardo al futuro, più o meno stereotipate,
aiutano il bambnio a formarsi un certo numero di possibili
(Day, Borkow- ski, Dietmeyer, Howsepian e Saenz, 1992).
MODIFICARE LE STRATEGIE
È essenziale che gli insegnanti aiutino gli studenti a ge-
neralizzare a nuove situazioni le strategie che via via acqui-
siscono. _Così si promuove l’uso autonomo delle stesse (O`Sullivan e
Pressley et al., 1990; Ringel e Springer, 1980).
Una strategia insegnata in modo appropriato continuerà a es-
sere usata nei compiti successivi. anche se spesso in fm-ma
modificata.
REAGIRE ALLE SFIDE E OPPORTUNITA’ FUTURE
Se l`organismo porta in sé un modello in piccolascala della
realtà esterna e delle proprie possibilità d azione. è in grado di
sperimentare varie alternative, concludere qual è la migliore,
reagire a situazioni possibili prima che insorgano. Utilizza le
conoscenze di esperienze passate per agire nel presente e nel
futuro, e in ogni caso per reagire in maniera molto più completa,
sicura e competente alle emergenze che si dovessero presentare.
(Craik, 1943, p. 61)
La funzione finale assegnata da Craik a un modello opera-
tivo - reagire alle opportunità e alle sfide -costituisce forse
anche la sua caratteristica essenziale,
Fortuna: incontrollabile rinunciatario
Abilità: insuccesso va già autostima
Impegno: il successo è controllabile
La fortuna, al contrario, è una modalità attributiva di tipo
esterno, instabile e incontrollabile.
(Abramson et al., 1978), che si riferisce ad un atteggiamento rinunciatario, poco propenso a cercare
di modificare il corso degli eventi, maturato in seguito alla esposizione prolungata e ripetuta a
situazioni negative e reputate come incontrollabili.
Lo studente che attribuisce la riuscita all’impegno (attribuzione instabile), rispetto a quello che
l’attribuisce all’abilità (attribuzione stabile) è più perseverante nell’eseguire compiti
particolarmente difficili.
teoria dell'attribuzione di Weiner (1985). l'analisi delle cause alle quali le persone attribuiscono il successo o l'insuccesso delle proprie azioni
risulta di fondamentale importanza per determinare l'atteggiamento che assumeranno nei riguardi di
vari compiti.
Il ritenere che i propri successi o insuccessi siano determinati
principalmente dall’impegno personale è una modalità attributiva di tipo interno, modificarsi in relazione al tipo di impegno, controllabile.
La fortuna, al contrario, è una modalità attributiva di tipo
esterno, instabile e incontrollabile.
De Beni e Zamperlin (1997) chi attribuisce il proprio successo all’impegno o
all’abilità (locus attributivo interno) è portato ad avere una buona autostima; mentre chi attribuisce il fallimento alla mancanza di impegno o alla propria incapacità ha
poca stima di sé, dalla quale derivano senso di colpa e vergogna.
Fortuna: incontrollabile rinunciatario
Abilità: insuccesso va già autostima
Impegno: il successo è controllabile
La fortuna, al contrario, è una modalità attributiva di tipo
esterno, instabile e incontrollabile.
(Abramson et al., 1978), che si riferisce ad un atteggiamento rinunciatario, poco propenso a cercare
di modificare il corso degli eventi, maturato in seguito alla esposizione prolungata e ripetuta a
situazioni negative e reputate come incontrollabili.
Lo studente che attribuisce la riuscita all’impegno (attribuzione instabile), rispetto a quello che
l’attribuisce all’abilità (attribuzione stabile) è più perseverante nell’eseguire compiti
particolarmente difficili.
teoria dell'attribuzione di Weiner (1985). l'analisi delle cause alle quali le persone attribuiscono il successo o l'insuccesso delle proprie azioni
risulta di fondamentale importanza per determinare l'atteggiamento che assumeranno nei riguardi di
vari compiti.
Il ritenere che i propri successi o insuccessi siano determinati
principalmente dall’impegno personale è una modalità attributiva di tipo interno, modificarsi in relazione al tipo di impegno, controllabile.
La fortuna, al contrario, è una modalità attributiva di tipo
esterno, instabile e incontrollabile.
De Beni e Zamperlin (1997) chi attribuisce il proprio successo all’impegno o
all’abilità (locus attributivo interno) è portato ad avere una buona autostima; mentre chi attribuisce il fallimento alla mancanza di impegno o alla propria incapacità ha
poca stima di sé, dalla quale derivano senso di colpa e vergogna.
LA STRATEGIA USATA DEVE PIACERE
Pressley et al. (1992) hanno sottolineato che sentimenti
Interessi, risposte e interpretazioni degli studenti sono fonda-
mentali per realizzare un istruzione efficace sulle strategie.
DIRE
LA DIDATTICA METACOGNITIVA FUNZIONA CON I BES PERCHE’ EVIDENTEMENTE LE STRATEGIE CHE CONOSCONO NON SONO ADATTE ALLA RISOLUZINE DEL COMPITO
Ashman e Conway (1989) hanno messo in evidenza come i soggetti con disturbi
dell’apprendimento possano giovarsi di questo approccio metodologico, in quanto uno dei fattori
causali alla base delle loro difficoltà sembra essere proprio l’incapacità di usare strategie adeguate
alla soluzione del compito.
RITARDO MENTALE
Possono riflettere su quello che fanno e imparare a controllare la loro attività
Vianello e Cornoldi (cfr. Vianello, 1998),
di fatto i soggetti sperimentali tendevano ad applicare, con frequenza maggiore
rispetto al gruppo di controllo, un’abilità appresa in contesti nuovi.
Migliora la motivazione e dell'autostima personale (Palincsar e
Brown, 1984; Harris e Pressley, 1991).
Autoistruzione e automonitoraccio
STOP STOP
Cottini
La didattica metacognitiva ha dimostrato la sua efficacia sia per l’affinamento di competenze
trasversali, come l’attenzione, la memoria, il metodo di studio, che per l’apprendimento di abilità
più prettamente curricolari, come la lettura e comprensione del testo, la matematica, la scrittura.
Tali riscontri positivi sono stati osservati anche con allievi che presentavano bisogni educativi
speciali, in particolari nei deficit d’attenzione con iperattività, nelle difficoltà di apprendimento, nel
ritardo mentale e nell’autismo
Sulla scorta di questa letteratura (Ashman e Conway, 1989; Ianes, 1990, 1996, 2001;
Barnes et al., 1991; De Beni e Pazzaglia,. 1991; Cornoldi et al., 1995; Cisotto, 1998; Cottini e
Meazzini, 1997, in stampa; Cottini, 2002d; Pilone e Muzio, 2003) l’educatore che adotta un
approccio didattico di tipo metacognitivo può operare a quattro diversi livelli fra loro interconnessi:
a) sulle conoscenze relative al funzionamento cognitivo generale;
b) sull’autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo;
c) sull’uso di strategie di autoregolazione cognitiva;
sulle variabili psicologiche sottostanti.
a) Autoistruzione
L'autoistruzione è definita come la capacità del soggetto di fornire a se stesso le istruzioni verbali
necessarie all'esecuzione di un compito. L'elaborazione della strategia deriva da una serie di studi e
sperimentazioni effettuati partendo da diverse impostazioni teoriche. Prima di tutto è evidente
l'influenza esercitata da Vygotskij (1980, 1990), il quale ha teorizzato, nel suo modello di sviluppo,
la situazione del bambino che è inizialmente sensibile alle istruzioni esterne mediate dall'ambiente
sociale, per poi progressivamente strutturare una forma di linguaggio verbale interiorizzato
(autoverbalismo). Questo viene a costituire un meccanismo evolutivo fondamentale per favorire lo
sviluppo del pensiero (si veda il capitolo 3).
b) Automonitoraggio
La strategia dell'automonitoraggio prevede che l'allievo controlli le proprie performance annotando
i riscontri delle prestazioni personali e la rispondenza di esse al piano d'azione stabilito.
Questa tecnica, abbastanza semplice nelle modalità di applicazione, riveste grossa importanza nel
processo educativo di allievi con disabilità mentale, in quanto tali individui non sempre sono
consapevoli del proprio comportamento, sia esso positivo o negativo. Le modalità di registrazione
delle autovalutazioni possono essere molto varie; infatti si va dalla semplice esposizione verbale
delle impressioni, all'annotazione di esse su apposite schede, all'utilizzo di vere e proprie check list
di automonitoraggio.
DIRE
Borkowski, Muthukrishna Appare anche chiaro che l’apprendimento autoregolato
necessita di essere accuratamente sostenuto, sia a casa che a
scuola, per potersi sviluppare appieno.
Il buon utilizzatore di strategie o anche l’ottimo studente ha tutta una serie di abilità,
ma anche così è fondamentale che queste sue caratteristiche sono state sostenute dai genitori,
dalla scuola e dalla società in generale.
LA DIDATTICA METACOGNITIVA FUNZIONA CON I BES PERCHE’:
Ashman e Conway (1989) hanno messo in evidenza come i soggetti con disturbi
dell’apprendimento possano giovarsi di questo approccio metodologico, in quanto uno dei fattori
causali alla base delle loro difficoltà sembra essere proprio l’incapacità di usare strategie adeguate
alla soluzione del compito.
Cottini
La didattica metacognitiva ha dimostrato la sua efficacia sia per l’affinamento di competenze
trasversali, come l’attenzione, la memoria, il metodo di studio, che per l’apprendimento di abilità
più prettamente curricolari, come la lettura e comprensione del testo, la matematica, la scrittura.
Tali riscontri positivi sono stati osservati anche con allievi che presentavano bisogni educativi
speciali, in particolari nei deficit d’attenzione con iperattività, nelle difficoltà di apprendimento, nel
ritardo mentale e nell’autismo
Sulla scorta di questa letteratura (Ashman e Conway, 1989; Ianes, 1990, 1996, 2001;
Barnes et al., 1991; De Beni e Pazzaglia,. 1991; Cornoldi et al., 1995; Cisotto, 1998; Cottini e
Meazzini, 1997, in stampa; Cottini, 2002d; Pilone e Muzio, 2003) l’educatore che adotta un
approccio didattico di tipo metacognitivo può operare a quattro diversi livelli fra loro interconnessi:
a) sulle conoscenze relative al funzionamento cognitivo generale;
b) sull’autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo;
c) sull’uso di strategie di autoregolazione cognitiva;
d) sulle variabili psicologiche sottostanti.
Duffy (1990) il semplice possesso di un repertorio di strategie non sufficiente a garantire un apprendimento autoregolato in cui è la flessibilità, piuttosto che il meccanico uso di tecniche, a caratterizzare le azioni cognitive.
Come sottolinea Cornoldi (1995),
la conoscenza metacognitiva si riferisce alle idee che un individuo ha sviluppato sul funzionamento
mentale ed include impressioni, intuizioni, nozioni, sentimenti, autopercezioni.
I processi metacognitivi di controllo, invece, riguardano la capacità di verificare l’andamento della
propria attività mentale mano a mano che si svolge e di mettere in atto particolari strategie.
I modellI metacognitivi maggiormente utilizzati in ltalia a livello clinico e riabilitativo sono due: il modello di Brown e colleghi (1981; 1983; 1984), e il modello di Borkowski e colleghi (1994) che ha ispirato diversi lavori del gruppo MT di Padova.
Per Brown e colleghi la consapevolezza metacognitiva è la conoscenza relativa:
al testo (Perché un brano e piir clifficile di altri? Quali sono le caratteristiche che rendono difficile la sua comprensione?)
al compito (Per quale scopo si legge: studio, divertimento, ricerca veloce di un termine, consultazione?)
al soggetto (motivazione, stili cognitivi, ecc.)
alle strategie (tipi diversi di strategie da utilizzare per la comprensione e lo studio)
(Brown) Con controllo metacognitivo» s’intende principalmente il monitoraggio della propria attività e la valutazione dell'adeguatezza della strategia utilizzata.
le abilità di comprensione e quelle metacognitive siano altamente correlate e che quindi al migliorarmento dell'una corrisponda un miglioramento dell'altra (Cacciò, De Beni e Pazzaglia, 1996); sembra quindi possibile affermare che una didattica metacognitiva abbia un'influenza diretta sulle abilità di comprensione e di studio.
Nella definizione di Cornoldi e Caponi (1991), l’atteggiamento metacognitivo “riguarda la generale
propensione a riflettere sulla natura della propria attività cognitiva;
2.1. Lo sviluppo delle conoscenze sul proprio funzionamento cognitivo (cottini)
nel bambino normale la teoria della mente cominci a svilupparsi
intorno ai quattro anni: capacità di rappresentazione e di meta-rappresentazione. il progressivo sviluppo, strategie cognitive, attraverso le quali gli allievi diventano maggiormente
capaci di risolvere i compiti di apprendimento.
7/8 anni Memoria i piani d’azione e i controlli esecutivi
consapevolezza circa la natura e l’utilità delle
strategie mnestiche che comincia a strutturarsi a partire dagli 8 anni, per poi progredire in maniera
abbastanza lineare fino ai 13 anni, quando si verifica un picco molto consistente.
Vieni su www.ctsfano.it a scoprire il metodo di studio metacognitivo e i software per studiare con il computer
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