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Indice
1. Legge delega n. 155/2017: i concetti chiave
2. Definizione, sintomi, cause e segnali della crisi di
impresa
3. Gli strumenti di prevenzione della crisi
4. I soggetti cui spetta identificare la crisi
5. Prevenzione e scelta degli strumenti per la risoluzione
della crisi
I dati della crisi in Italia
Ø Nei primi 6 mesi del 2017 (Fonte Cerved): 6.300 aziende fallite e 882 procedure
concorsuali non fallimentari – dati in calo e allineati ai livelli pre-crisi. Tuttavia…
Ø In Italia a giugno 2017, con un fatturato compreso tra 10 e 100 milioni di Euro:
Ø Ci sono 3.669 aziende censite in AIDA con un rating finanziario negativo
(agenzia di rating modeFinance)
2.187	- CCC	- molto	pericoloso
1030	- CC	- patologico
397	- C	- estremamente	patologico
55	- D	- non	ritorno
Normativa e principi di riferimento
Ø Proposta di direttiva del 22 nov. 2016 del Parlamento Europeo e del Consiglio
Europeo sull’introduzione di un sistema di ristrutturazione preventiva (preventive
restructuring framework) e di concessione di una seconda possibilità (second
chance) al debitore
Ø Sistemi di allerta interna, ODCEC Milano, Quaderno n. 71
Ø Legge n. 155/2017 recante la delega al Governo per la riforma delle discipline della
crisi di impresa e dell’insolvenza
Ø OIC 5 – Bilanci di liquidazione
Ø IFRS 9 – Strumenti finanziari
Ø Principio di revisione ISA Italia 570 – Continuità aziendale
Ø Principio di revisione ISA Italia 260 – Comunicazioni con i responsabili delle
attività di governance
Ø Art. 5 R.D. n. 267/42 c.d. Legge Fallimentare
LEGGE DELEGA N. 155/2017:
I CONCETTI CHIAVE
Legge delega n. 155/2017: i concetti chiave
Ø Impresa e continuità
v Liquidazione extrema ratio
v Sostituzione termine fallimento con liquidazione giudiziale
Ø Allerta
v Interna (amministratori, sindaci, revisori)
v Esterna (banche, sindacati, erario)
Ø Corporate governance
DEFINIZIONE, SINTOMI,
CAUSE E SEGNALI DELLA
CRISI DI IMPRESA
Definizione di crisi aziendale
Ø Crisi aziendale non equivale necessariamente a insolvenza, ma
implica un pericolo di futura insolvenza, determinato da una
crisi economica momentanea e sanabile.
Ø L’insolvenza è la situazione che si manifesta con inadempimenti che
dimostrano che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente
le proprie obbligazioni. Tale formulazione individua, pertanto, una fase
acuta della crisi, ormai divenuta irreversibile.
§ Insolvenza NON equivale a fallimento
Ø La crisi, per essere reversibile, va intercettata e affrontata per
tempo!
§ Approccio forward-looking vs backward-looking
§ Alert e early warning
§ Risk assessment e monitoring
Sintomi e cause della crisi
Ø «Un’azienda fallisce per cassa e non per competenza».
Ø La finanza non può (e non deve) essere il driver per guidare il
cambiamento e ristabilire un completo equilibrio gestionale,
poiché il business dell’impresa si basa sui risultati
economici da cui derivano i risultati finanziari e non
viceversa.
Ø Il «restructuring» finanziario non può prescindere dal
«turnaround» economico e industriale.
Sintomi e cause della crisi
Ø Nell’analizzare una crisi d’impresa è indispensabile tenere ben
distinte le cause dai sintomi.
§ Una redditività di segno negativo, accompagnata da una
struttura finanziaria fragile, sono spesso sintomi e non cause.
Ø Se si confondono i sintomi con le cause, limitandosi a intervenire
sui sintomi (es: sulla ricerca dell’equilibrio dei valori di bilancio
senza rimuovere i fattori scatenanti la degenerazione dei valori),
l’azione correttiva può produrre inevitabilmente effetti
solo nel breve termine.
Sintomi e cause della crisi
Ø Solitamente, una situazione di declino prima, e di crisi poi, non è
mai riconducibile a una causa definita, ma, invece, a un mix di
fattori ed eventi interni ed esterni all’impresa.
Ø CAUSE ESTERNE: seppur importanti, non sono quasi mai il
motivo scatenante di una crisi, ma possono contribuire
ad aggravare e accelerare un declino già presente nella realtà
aziendale.
§ Motivi macroeconomici;
§ Problematiche di settore;
§ Motivi culturali;
§ Eventi catastrofici.
Sintomi e cause della crisi
Ø CAUSE INTERNE
§ Approccio di tipo soggettivo: le cause della crisi vengono
principalmente ricercate nel management aziendale, per
cui, rimuovendo i soggetti non idonei, si rimuoverebbero le
cause di inefficienza che hanno determinato la situazione di
difficoltà dell’impresa.
§ Approccio di tipo oggettivo: le cause vengono ricercate ed
attribuite a fattori oggettivi, pur essendo il risultato di azioni
intraprese dai soggetti interni all’impresa.
Sintomi e cause della crisi
Ø CAUSE INTERNE (continua)
§ Approccio di tipo oggettivo:
ü Sovrapproduzione;
ü Decadimento del prodotto;
ü Situazioni di inefficienza;
ü Crescita eccessiva.
Ø Non va mai sottovalutato il fatto che, spesso, a monte di ogni crisi,
esiste anche un fattore legato all’inadeguatezza del modello di
corporate governance e di controllo.
GLI STRUMENTI DI
PREVENZIONE
DELLA CRISI
Prevenzione della crisi
Ø Indicatori finanziari
§ Eccessiva dipendenza da prestiti a breve termine per finanziare attività a
lungo termine;
§ Indici di cessazione del sostegno finanziario da parte dei creditori
(riscontrabili in Centrale Rischi);
§ Ritardi nei pagamenti ai fornitori, all’erario e agli istituti di credito o
richieste di riscadenzamento nei pagamenti concordati;
§ Peggioramento progressivo delle condizioni negoziali praticate dagli istituti
di credito sulle linee concesse (conseguente al downgrade del rating);
§ Crescita costante dei fidi utilizzati rispetto agli accordati;
§ Situazioni di deficit patrimoniale o di capitale circolante netto negativo;
§ Bilanci storici o prospettici (business plan) con flussi di cassa (cash flows)
negativi o con indicatori economico-finanziari negativi (ROS, ROI, ecc.);
§ Elevato rapporto PFN/Ricavi o incremento del BEP finanziario;
§ Business plan con criticità emergenti da stress test.
Prevenzione della crisi
Ø Indicatori gestionali
§ Perdita di membri della direzione con responsabilità strategiche senza
una loro sostituzione;
§ Qualità del management;
§ Perdita di mercati fondamentali, di clienti chiave, di fornitori strategici;
§ Comparsa di concorrenti di grande successo;
§ Scarsità nell’approvvigionamento di forniture importanti;
§ Elevati rischi ambientali non adeguatamente coperti da polizze
assicurative;
§ Difficoltà con il personale.
Prevenzione della crisi
Ø Altri indicatori
§ Capitale ridotto al di sotto dei minimi legali;
§ Procedimenti legali in corso che, in caso di soccombenza, possono
comportare richieste di risarcimento cui l’impresa probabilmente
non è in grado di far fronte;
§ Eventi pregiudizievoli (ipoteche giudiziarie, decreti ingiuntivi,
pignoramenti, protesti, istanze di fallimento, ecc.);
§ Modifiche di leggi o regolamenti che si presume possano
influenzare negativamente l’impresa.
Prevenzione della crisi: il BEP finanziario
Ø Break even point (tradizionale):
Ø Margine di contribuzione: ricavi – costi variabili
Ø Margine di contribuzione %: MDC/ricavi
Ø Esempio: MDC% pari a 50.000/100.000=50% significa che “per ogni
euro di prodotto venduto ho 50 centesimi di costi variabili e
residuano 50 centesimi per coprire i costi fissi.”
Ø Break even point (tradizionale):
COSTI FISSI
--------------------------
MDC %
Indica livello di fatturato
necessario per coprire i
costi fissi
Il BEP finanziario
Ø Il BEP tradizionale è un break even economico. Un’impresa sopravvive non
solo se è in grado di coprire tutti i costi fissi di conto economico; ma deve
essere in grado di coprire tutti gli impegni fissi, compresi quelli che
non transitano da conto economico (es. quote capitale mutui).
Ø Quindi serve un nuovo break even point: quello finanziario: prima si prendono
i costi fissi, poi si vanno ad elidere i costi fissi non monetari (es: gli
ammortamenti) e infine vanno sommate le quote capitale, determinando così
gli impregni fissi.
Ø Break even point finanziario:
IMPEGNI FISSI
--------------------------
MDC %
Ø Attenzione alla dinamica del circolante.
NB: il livello di fatturato
necessario per coprire i costi
fissi potrebbe essere maggiore
I SOGGETTI CUI SPETTA
IDENTIFICARE LA CRISI
I soggetti cui spetta identificare la crisi
Ø I soggetti cui spetta identificare la crisi sono:
§ Il Consiglio di Amministrazione;
§ Il Collegio Sindacale;
§ Il Revisore o la società di Revisione Contabile.
Ø I soggetti sopra citati devono anche fornire supporto nella
individuazione e selezione dei consulenti specializzati in
Restructuring & Turnaround Services che si
occuperanno di mettere in atto soluzioni per il ripristino di
un equilibrio economico e finanziario duraturo.
I soggetti cui spetta identificare la crisi
Ø L’art. 2381 c.c. afferma che è responsabilità diretta dell’organo
amministrativo predisporre assetti organizzativi, amministrativi e contabili
adeguati a garantire la tempestività dei flussi informativi rappresentativi della
gestione sociale e della sua prevedibile evoluzione.
Ø L’art. 2403 c.c. afferma che il collegio sindacale vigila sull’osservanza della
legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in
particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e
contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento.
Ø Il revisore contabile, come previsto dal PR ISA Italia 570 deve svolgere
attività specifiche con riguardo al presupposto della continuità aziendale (c.d.
going concern) e, qualora riscontrasse elementi che possono far sorgere dubbi
significativi sulla stessa, deve dare una comunicazione in tal senso ai
responsabili delle attività di governance della società (ISA Italia 260).
PREVENZIONE E SCELTA
DEGLI STRUMENTI DI
RISOLUZIONE DELLA CRISI
Prevenzione e scelta degli strumenti di
risoluzione della crisi
Valore corrente PN
Tempo
Piano attestato
Accordo di ristrutturazione del debito
Concordato preventivo
Albert Einstein 1955 – La crisi
Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa.
La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la
crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso
modo che il giorno nasce dalla notte oscura. È dalla crisi che nasce
l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla
crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei
problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.
La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta
agonia. Senza crisi non ci sono meriti.
È dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni
vento è una carezza.
Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il
conformismo. Invece di ciò dobbiamo lavorare duro.
Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la
tragedia di non voler lottare per superarla.
Contatti
Via	Crocefisso	5
20122	Milano
T	+39	02	834	214	90
M	+	39	340	7948967
F	+39	02	834	214	92
www.rsmitaly.com
Email:	alberto.cerini@rsmitaly.com
Alberto Cerini
RSM Partner – Italy Leader of Restructuring & Turnaround Services
Dopo la laurea in Economia Aziendale, Alberto ha svolto attività di consulenza a favore di
società industriali nazionali e internazionali, quotate e non. Durante questa esperienza, che
include anche un periodo di due anni di permanenza in UK, Alberto ha maturato significative
competenze per quanto riguarda il transaction support (due diligence), l'audit, le conversioni
IFRS e i principi contabili US e UK GAAP.
Dal 2011 Alberto segue prevalentemente operazioni di ristrutturazione finanziaria e di
turnaround industriale, anche tramite piani attestati, accordi di ristrutturazione del debito o
concordati preventivi, talvolta rivestendo il ruolo di CRO (Chief Restructuring Officer) o di
agente mandatario di banche nell’ambito di accordi di ristrutturazione finanziaria e
finanziamenti in pool.
Dal 2015 Alberto è partner di RSM, è il leader italiano della service line Restructuring &
Turnaround ed è tra i Global Leader di RSM per le attività di Restructuring a livello
internazionale.
Alberto ha una laurea in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi, è revisore
contabile, perito e CTU del Tribunale di Brescia e ha recentemente conseguito un Executive
Master in Business Administration (MBA).
Alberto è relatore a conferenze e convegni sui temi del Restructuring & Turnaround.

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Crisis and restructuring by Alberto Cerini (RSM Italy)

  • 1. 1
  • 2. Indice 1. Legge delega n. 155/2017: i concetti chiave 2. Definizione, sintomi, cause e segnali della crisi di impresa 3. Gli strumenti di prevenzione della crisi 4. I soggetti cui spetta identificare la crisi 5. Prevenzione e scelta degli strumenti per la risoluzione della crisi
  • 3. I dati della crisi in Italia Ø Nei primi 6 mesi del 2017 (Fonte Cerved): 6.300 aziende fallite e 882 procedure concorsuali non fallimentari – dati in calo e allineati ai livelli pre-crisi. Tuttavia… Ø In Italia a giugno 2017, con un fatturato compreso tra 10 e 100 milioni di Euro: Ø Ci sono 3.669 aziende censite in AIDA con un rating finanziario negativo (agenzia di rating modeFinance) 2.187 - CCC - molto pericoloso 1030 - CC - patologico 397 - C - estremamente patologico 55 - D - non ritorno
  • 4. Normativa e principi di riferimento Ø Proposta di direttiva del 22 nov. 2016 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sull’introduzione di un sistema di ristrutturazione preventiva (preventive restructuring framework) e di concessione di una seconda possibilità (second chance) al debitore Ø Sistemi di allerta interna, ODCEC Milano, Quaderno n. 71 Ø Legge n. 155/2017 recante la delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza Ø OIC 5 – Bilanci di liquidazione Ø IFRS 9 – Strumenti finanziari Ø Principio di revisione ISA Italia 570 – Continuità aziendale Ø Principio di revisione ISA Italia 260 – Comunicazioni con i responsabili delle attività di governance Ø Art. 5 R.D. n. 267/42 c.d. Legge Fallimentare
  • 5. LEGGE DELEGA N. 155/2017: I CONCETTI CHIAVE
  • 6. Legge delega n. 155/2017: i concetti chiave Ø Impresa e continuità v Liquidazione extrema ratio v Sostituzione termine fallimento con liquidazione giudiziale Ø Allerta v Interna (amministratori, sindaci, revisori) v Esterna (banche, sindacati, erario) Ø Corporate governance
  • 7. DEFINIZIONE, SINTOMI, CAUSE E SEGNALI DELLA CRISI DI IMPRESA
  • 8. Definizione di crisi aziendale Ø Crisi aziendale non equivale necessariamente a insolvenza, ma implica un pericolo di futura insolvenza, determinato da una crisi economica momentanea e sanabile. Ø L’insolvenza è la situazione che si manifesta con inadempimenti che dimostrano che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Tale formulazione individua, pertanto, una fase acuta della crisi, ormai divenuta irreversibile. § Insolvenza NON equivale a fallimento Ø La crisi, per essere reversibile, va intercettata e affrontata per tempo! § Approccio forward-looking vs backward-looking § Alert e early warning § Risk assessment e monitoring
  • 9. Sintomi e cause della crisi Ø «Un’azienda fallisce per cassa e non per competenza». Ø La finanza non può (e non deve) essere il driver per guidare il cambiamento e ristabilire un completo equilibrio gestionale, poiché il business dell’impresa si basa sui risultati economici da cui derivano i risultati finanziari e non viceversa. Ø Il «restructuring» finanziario non può prescindere dal «turnaround» economico e industriale.
  • 10. Sintomi e cause della crisi Ø Nell’analizzare una crisi d’impresa è indispensabile tenere ben distinte le cause dai sintomi. § Una redditività di segno negativo, accompagnata da una struttura finanziaria fragile, sono spesso sintomi e non cause. Ø Se si confondono i sintomi con le cause, limitandosi a intervenire sui sintomi (es: sulla ricerca dell’equilibrio dei valori di bilancio senza rimuovere i fattori scatenanti la degenerazione dei valori), l’azione correttiva può produrre inevitabilmente effetti solo nel breve termine.
  • 11. Sintomi e cause della crisi Ø Solitamente, una situazione di declino prima, e di crisi poi, non è mai riconducibile a una causa definita, ma, invece, a un mix di fattori ed eventi interni ed esterni all’impresa. Ø CAUSE ESTERNE: seppur importanti, non sono quasi mai il motivo scatenante di una crisi, ma possono contribuire ad aggravare e accelerare un declino già presente nella realtà aziendale. § Motivi macroeconomici; § Problematiche di settore; § Motivi culturali; § Eventi catastrofici.
  • 12. Sintomi e cause della crisi Ø CAUSE INTERNE § Approccio di tipo soggettivo: le cause della crisi vengono principalmente ricercate nel management aziendale, per cui, rimuovendo i soggetti non idonei, si rimuoverebbero le cause di inefficienza che hanno determinato la situazione di difficoltà dell’impresa. § Approccio di tipo oggettivo: le cause vengono ricercate ed attribuite a fattori oggettivi, pur essendo il risultato di azioni intraprese dai soggetti interni all’impresa.
  • 13. Sintomi e cause della crisi Ø CAUSE INTERNE (continua) § Approccio di tipo oggettivo: ü Sovrapproduzione; ü Decadimento del prodotto; ü Situazioni di inefficienza; ü Crescita eccessiva. Ø Non va mai sottovalutato il fatto che, spesso, a monte di ogni crisi, esiste anche un fattore legato all’inadeguatezza del modello di corporate governance e di controllo.
  • 15. Prevenzione della crisi Ø Indicatori finanziari § Eccessiva dipendenza da prestiti a breve termine per finanziare attività a lungo termine; § Indici di cessazione del sostegno finanziario da parte dei creditori (riscontrabili in Centrale Rischi); § Ritardi nei pagamenti ai fornitori, all’erario e agli istituti di credito o richieste di riscadenzamento nei pagamenti concordati; § Peggioramento progressivo delle condizioni negoziali praticate dagli istituti di credito sulle linee concesse (conseguente al downgrade del rating); § Crescita costante dei fidi utilizzati rispetto agli accordati; § Situazioni di deficit patrimoniale o di capitale circolante netto negativo; § Bilanci storici o prospettici (business plan) con flussi di cassa (cash flows) negativi o con indicatori economico-finanziari negativi (ROS, ROI, ecc.); § Elevato rapporto PFN/Ricavi o incremento del BEP finanziario; § Business plan con criticità emergenti da stress test.
  • 16. Prevenzione della crisi Ø Indicatori gestionali § Perdita di membri della direzione con responsabilità strategiche senza una loro sostituzione; § Qualità del management; § Perdita di mercati fondamentali, di clienti chiave, di fornitori strategici; § Comparsa di concorrenti di grande successo; § Scarsità nell’approvvigionamento di forniture importanti; § Elevati rischi ambientali non adeguatamente coperti da polizze assicurative; § Difficoltà con il personale.
  • 17. Prevenzione della crisi Ø Altri indicatori § Capitale ridotto al di sotto dei minimi legali; § Procedimenti legali in corso che, in caso di soccombenza, possono comportare richieste di risarcimento cui l’impresa probabilmente non è in grado di far fronte; § Eventi pregiudizievoli (ipoteche giudiziarie, decreti ingiuntivi, pignoramenti, protesti, istanze di fallimento, ecc.); § Modifiche di leggi o regolamenti che si presume possano influenzare negativamente l’impresa.
  • 18. Prevenzione della crisi: il BEP finanziario Ø Break even point (tradizionale): Ø Margine di contribuzione: ricavi – costi variabili Ø Margine di contribuzione %: MDC/ricavi Ø Esempio: MDC% pari a 50.000/100.000=50% significa che “per ogni euro di prodotto venduto ho 50 centesimi di costi variabili e residuano 50 centesimi per coprire i costi fissi.” Ø Break even point (tradizionale): COSTI FISSI -------------------------- MDC % Indica livello di fatturato necessario per coprire i costi fissi
  • 19. Il BEP finanziario Ø Il BEP tradizionale è un break even economico. Un’impresa sopravvive non solo se è in grado di coprire tutti i costi fissi di conto economico; ma deve essere in grado di coprire tutti gli impegni fissi, compresi quelli che non transitano da conto economico (es. quote capitale mutui). Ø Quindi serve un nuovo break even point: quello finanziario: prima si prendono i costi fissi, poi si vanno ad elidere i costi fissi non monetari (es: gli ammortamenti) e infine vanno sommate le quote capitale, determinando così gli impregni fissi. Ø Break even point finanziario: IMPEGNI FISSI -------------------------- MDC % Ø Attenzione alla dinamica del circolante. NB: il livello di fatturato necessario per coprire i costi fissi potrebbe essere maggiore
  • 20. I SOGGETTI CUI SPETTA IDENTIFICARE LA CRISI
  • 21. I soggetti cui spetta identificare la crisi Ø I soggetti cui spetta identificare la crisi sono: § Il Consiglio di Amministrazione; § Il Collegio Sindacale; § Il Revisore o la società di Revisione Contabile. Ø I soggetti sopra citati devono anche fornire supporto nella individuazione e selezione dei consulenti specializzati in Restructuring & Turnaround Services che si occuperanno di mettere in atto soluzioni per il ripristino di un equilibrio economico e finanziario duraturo.
  • 22. I soggetti cui spetta identificare la crisi Ø L’art. 2381 c.c. afferma che è responsabilità diretta dell’organo amministrativo predisporre assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati a garantire la tempestività dei flussi informativi rappresentativi della gestione sociale e della sua prevedibile evoluzione. Ø L’art. 2403 c.c. afferma che il collegio sindacale vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento. Ø Il revisore contabile, come previsto dal PR ISA Italia 570 deve svolgere attività specifiche con riguardo al presupposto della continuità aziendale (c.d. going concern) e, qualora riscontrasse elementi che possono far sorgere dubbi significativi sulla stessa, deve dare una comunicazione in tal senso ai responsabili delle attività di governance della società (ISA Italia 260).
  • 23. PREVENZIONE E SCELTA DEGLI STRUMENTI DI RISOLUZIONE DELLA CRISI
  • 24. Prevenzione e scelta degli strumenti di risoluzione della crisi Valore corrente PN Tempo Piano attestato Accordo di ristrutturazione del debito Concordato preventivo
  • 25. Albert Einstein 1955 – La crisi Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa. La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura. È dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza. Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo. Invece di ciò dobbiamo lavorare duro. Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla.
  • 26. Contatti Via Crocefisso 5 20122 Milano T +39 02 834 214 90 M + 39 340 7948967 F +39 02 834 214 92 www.rsmitaly.com Email: alberto.cerini@rsmitaly.com Alberto Cerini RSM Partner – Italy Leader of Restructuring & Turnaround Services Dopo la laurea in Economia Aziendale, Alberto ha svolto attività di consulenza a favore di società industriali nazionali e internazionali, quotate e non. Durante questa esperienza, che include anche un periodo di due anni di permanenza in UK, Alberto ha maturato significative competenze per quanto riguarda il transaction support (due diligence), l'audit, le conversioni IFRS e i principi contabili US e UK GAAP. Dal 2011 Alberto segue prevalentemente operazioni di ristrutturazione finanziaria e di turnaround industriale, anche tramite piani attestati, accordi di ristrutturazione del debito o concordati preventivi, talvolta rivestendo il ruolo di CRO (Chief Restructuring Officer) o di agente mandatario di banche nell’ambito di accordi di ristrutturazione finanziaria e finanziamenti in pool. Dal 2015 Alberto è partner di RSM, è il leader italiano della service line Restructuring & Turnaround ed è tra i Global Leader di RSM per le attività di Restructuring a livello internazionale. Alberto ha una laurea in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi, è revisore contabile, perito e CTU del Tribunale di Brescia e ha recentemente conseguito un Executive Master in Business Administration (MBA). Alberto è relatore a conferenze e convegni sui temi del Restructuring & Turnaround.