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Maschere .
FedericaFracassiinscena
«Testori,lacarneeDio»
FEDERICA
FRACASSI
(FOTO
DI
LAILA
POZZO)
F
ederica Fracassi è in scena, in
questi giorni, al Teatro Franco
Parenti di Milano con La Mona-
cadi Monza di Giovanni Testori,
insieme a Vincenzo Giordano e
Giulia Mazzarino, per la regia di Valter
Malosti.
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Leyvaper Testori?
«Marianna de Leyvamonacata contro
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l’autore si rispecchia e si guarda. Come
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tre pezzi, anche per la suora obbligata ai
voti senzavocazione coltivava un’osses-
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Da un lato penso che Testori volessere-
stituire la veritàstorica di una personalità
realmente esistita, Marianna de Leyva
nata nel 1575da Virginia Marino e dal
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Leyva. Donna capace, come scrive Er-
manno Paccagnini,di suscitaredisprezzo
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anni di prigionia durissima econdotta ir-
reprensibile nel ritiro di Santa Valeria.
D’altrolato, Testori ne fa unafigura tragi-
ca in sensoassoluto,perché Marianna si
è ribellata al proprio destino di suora
monacata a forza, ha amato Gian Paolo
Osiofino allarovina di séeall’omicidio. Il
Ilfallimentodell’amore
ETestorisgridaDiodi ALESSANDRA
SARCHI
L’intervista FedericaFracassièin scenaal TeatroFrancoParentidi Milano
con«LaMonacadi Monza»,dopoaverinterpretatole altregrandifigure
femminilidelloscrittore:Cleopatra,Erodiade,la Madonna.«Perché—
eccola domanda— seil verbosièfattocarne,èpropriolacarneatradirci?»
Tutti i diritti riservati
La Lettura - Corrie
PAESE :Italia
PAGINE :2,42-43
SUPERFICIE :123 %
AUTORE :Di Alessandra Sarch…
24 febbraio 2019
testo, anche se concepito ancora come
un’operaapiù voci epersonaggi,raccon-
ta la storiadi un’anima.Marianna ci parla
damorta econtinua aparlarecon i morti,
perché la sua felicità è stata effimera, e
ciò che le rimane sono i fantasmi delle
persone che ha conosciuto, le ossadei
corpi uccisi e del bambino nato morto,
concepito con Osio. La sua anima non è
pacificata e continua ainterrogarsi, a in-
terrogare Dio:perché,seil verbosi èfatto
carne, è proprio la carne a tradirci e sia-
mo noi umani adoverne sopportare i ce-
dimenti e le contraddizioni, un patire
che sembrasenzafine?Peril cattolico Te-
stori, il Dio di carne del cristianesimo è
un enigma ma è anche un incredibile
motore creativo, la monaca di Monza è
una delle figure che meglio incarna que-
sto dissidio».
Quindi la monaca di Testori non as-
somiglia alla Gertrude manzoniana?
«Cisono alcune divergenzeimportanti
fra Manzoni e Testori che dà alle stampe
La Monaca di Monza poco dopo la pub-
blicazione degli atti del processo.Testori
ha lavorato molto sui documenti e sugli
atti del processo e ci fornisce altrettanti
dettagli sulla vita di Marianna de Leyva.
Manzoni fa della famiglia di Gertrude un
tutt’uno compatto nell’ingannarla econ-
segnarla a forza all’ordine benedettino,
mentre Testori dà molto rilievo alla na-
scita di Marianna in un contesto di vio-
lenza e conflitto: fra i genitori non c’è
amore, com’era molto frequente all’epo-
ca nei matrimoni combinati per interes-
se;il suoconcepimento èvisto comeuno
stupro domestico; il padredi Marianna è
descritto comeun assassinochelei male-
dice, insieme al proprio destino; la ma-
dre viene portata via dalla peste quando
lei è piccolissima, e non potrà vederla
crescere,né proteggerla. Testori accen-
tua tutti gli aspetti di vessazionee priva-
zione subiti, già romanzati da Manzoni,
ma la vera differenza è che Marianna
prende laparola, evocasulla scenadei re-
venants, rivive il proprio amore e la pro-
pria felicità, oltre alla propria condanna,
e interroga Dio per questo».
Lei ha interpretato anche le figure
femminili dei «Tre Lai» di Testori: Cle-
opatra, Erodiade, la Madonna. Pur es-
sendo concepiti nella forma del lamen-
to amoroso, che dà loro il titolo, questi
tre monologhi tratteggiano donne esu-
beranti di vita. Che idea si è fatta della
femminilità nell’opera di Testori?
«Ledonne per Testori sono forza epa-
rola incarnata. Anche quando affronta fi-
gure storiche le calain una realtàconcre-
ta, di bisogni corporali da cui nascono
domande sulla vita, ma le rende anche
presenti e attuali con inserti pop, come
Cleopatrache fa surf suun lagobrianzolo
con Antonio, o la monacache senteil ru-
more di ruspe che scavano;il passatosi
riaggancia al presente,di cui Testori sot-
tolinea gli aspetti di degradoambientale
e antropologico. Costruisce figure tragi-
che, alle quali non manca mai una vena
di ironia, e che portano su di sé forza e
dannazione, dolore della carne. Nei Tre
Lai, un vero trittico, si va versouna pro-
gressivaspiritualità. Cleopatralamenta la
mancanza di un uomo che ha amato e
che non c’è più, e per questo si uccide.
Erodiade conoscevaun Dio lontano, il
Dio ebraico, poi incontra il Battista che
annuncia un Dio vicino, corporeo, esene
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aun continuo sensodi colpa.La Madon-
na, nonostante lo strazio di aver perso il
figlio, sa che è risorto, quindi coltiva la
speranza.Tutte etre questedonne hanno
una forza che le travalica, non si esauri-
scononel lamento enella sofferenza.Te-
stori sachebisogna arrivare alsovrauma-
no per parlaredel troppo umano».
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Rispettivamente quello di Antonio, di
Giovanni Battista e di Cristo. C’è un le-
game fra amore/desiderio e assenza
nel teatro testoriano?
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quale,per la regiadi RenzoMartinelli, ho
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neincoercibile versochi si ènegato esot-
tratto. Amore e possessonon possono
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de fascinazione per l’assenzaintesa an-
checome mancanzadi Dio. Noi non arri-
viamo aDio, ne sentiamo di continuo la
mancanza o la negazione perché il san-
gue, la morte, il peccato in cui viviamo
sono negazione di Dio, ma sentirne la
Tutti i diritti riservati
La Lettura - Corrie
PAESE :Italia
PAGINE :2,42-43
SUPERFICIE :123 %
AUTORE :Di Alessandra Sarch…
24 febbraio 2019
sono negazione di Dio, ma sentirne la
mancanzaforseèanchel’unico modo da-
to per tendere versodi lui, chiedergli di
liberarci».
La monaca realizza il suo desiderio
terreno, consuma la propria storia
amorosa con Gian Paolo Osio, e ne pa-
ga le conseguenze. Desiderio e soddi-
sfacimento non possono stare insie-
me?
«L’assenzasembra alimentare il desi-
derio e il suo soddisfacimento incontra
inevitabilmente la punizione. In Testori
troviamo l’idea di peccatoin termini reli-
giosi eil sensodi colpa in termini psicoa-
nalitici, chepoi dovetteroesserenodi esi-
stenziali sui quali non smisemai di riflet-
tere. In tutti i suoi testi compaiono do-
mande verticali, metafisiche su che cosa
sia il destino umano, come si definisca,
comesi relazioni allatrascendenza».
La letteratura e l’arte otto-novecen-
tesca ci hanno abituato a eroine morte,
o morenti, dall’Ofelia di Arthur Millais
a Madame Bovary di Flaubert o Anna
Karenina di Tolstoj. Testori ci propone
invecefigure femminili che decidono il
proprio destino, e sopravvivono fos-
s’anchenel limbo, come la sua Erodiàs,
o in prigione come la monaca. Per cosa
sopravvivono?
«Per testimoniare e confezionare una
loro versionedei fatti. Sonodonne che,a
differenza di molte figure letterarie par-
late da altri, prendono la parola in prima
persona.Tutte hanno cercatola felicità e
hanno fallito, perdendo l’oggettodel loro
desiderio. Non sanno come raggiungere
la pace interiore, sbagliano, peccano,
smarriscono la speranzae allora interro-
gano direttamente Dio, se la prendono
con lui. Non soccombono mai intera-
menteal loro lato umano, troppo umano,
e non si accontentanodella giustizia ter-
rena, che rimane sempre un antefatto; è
con Dio chevogliono fare i conti, chiede-
reconto alui del loro patire. Dallapagana
Cleopatraalla Materstrangosciàs in vesti
brianzole, risultano eroine vicinissime al
pubblico, anche se sono suicide o assas-
sine,perché non si sottraggono mai aun
processointeriore, alla ricerca di una ve-
rità più alta. Hanno compiuto atti estre-
mi, ma con motivazioni comuni e condi-
mi, ma con motivazioni comuni e condi-
visibili a tutti; sono donne che rappre-
sentanol’umanità, in sensouniversale».
Il suo èstato un percorso di interpre-
tazione a ritroso, da «I tre Lai» che so-
no l’ultima opera di Testori, a «La Mo-
naca di Monza» uscito nel 1967. In che
cosa ha avvertito lo scarto maggiore?
«La Monaca è un’opera in un certo
senso d’impianto classico, con vari per-
sonaggiin scenaeunalingua composta e
lirica. Lasceltadi regiadi ValterMalosti è
stata quella di dare rarefazione alle tre
azioni principali che sono l’amore consu-
mato fra Marianna e Osio, il parto del
bambino morto e l’uccisione della prima
conversa, fatti rievocati da Marianna
morta che diventano presenti sul palco.
La lingua è molto tenuta, letteraria, non
si è ancora disfatta come nei Lai. Il mio
lavoro è tutto concentratonel darecorpo
alla parola, visto che mi trovo dietro aun
vetrodi plexiglas, mi muovo poco equasi
non entro in contatto con gli altri perso-
naggi. Ho studiato i quadri di Gaudenzio
Ferrari e le composizioni dei sacri monti
lombardi per dare alla mia monaca la
stessaforza iconica delle figure amate da
Testori, laposa delle mani, adesempio, i
gesti della disperazione e della pietà.
Molto importante nello spettacolo è an-
che il contrappunto musicale, una parti-
tura di rumori e suoni — acqua,cigolii,
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materiale e vicina la vicenda, viceversa
sospesain un limbo atemporale. I tre Lai
sono meno indefiniti comeambientazio-
ne e mi hanno richiesto una maggiore
animalità fisica escenica.Una questione
di respiro che deveprendere il ritmo del
dialetto, senzaabbassareil tono, che de-
vepassareattraversole parole straniere e
il latino senzascivolarci dentro. Nei Lai
c’èancheun altro elementoassenteneLa
Monaca di Monza: una riflessione co-
stante sul fare teatro, una speciedi meta-
teatro che passaattraversola riflessione
linguistica e l’autorispecchiamento del
personaggio».
Il grammelot — italiano, francese,
brianzolo, spagnolo e latino che Testo-
ri costruisce nei «Lai» e che lei inter-
preta con estrema sensibilità e mobili-
tà espressiva — le sembra una lingua
che può parlare alla contemporaneità?
«Contrariamente ai pregiudizi sulle
Tutti i diritti riservati
La Lettura - Corrie
PAESE :Italia
PAGINE :2,42-43
SUPERFICIE :123 %
AUTORE :Di Alessandra Sarch…
24 febbraio 2019
Lospettacolo
Finoal3 marzoèin scenaal
TeatroFrancoParentidi
Milano(viaPierLombardo,
14) LaMonacadi Monzadi
GiovanniTestori,perlaregia
di ValterMalosti.I
protagonistidellospettacolo
sonoFedericaFracassi,
VincenzoGiordanoeGiulia
Mazzarino.L’operadiTestori
(1923-1993) haal centrola
vicendadi Mariannade
Leyva(1575-1650),
costrettadalpadreMartino
deLeyvay delaCueva-
Cabrera,nobilespagnoloe
contedi Monza,aentrare
all’etàdi13 annicome
novizianell’Ordinedi San
Benedetto.Fecescandalola
relazionedellamonacaconil
conteGianPaoloOsio,dalla
qualenacqueroalmenodue
figli,unmaschionatomorto
odecedutoduranteil parto,
eunabambina,Alma
FrancescaMargherita,che
l’uomoriconobbecome
figlia.L’arcivescovodiMilano
FedericoBorromeo,messo
alcorrentedellavicenda,
ordinòcheMariannafosse
condannataavivere
«murata»in unastanzetta
nelritiro milanese
diSantaValeria,dove
trascorsequasi14anni.
Sopravvissutaallapena,
rimaseaSantaValeria
finoallamorte
L’attrice
FedericaFracassi(1971),
laureatainFilosofiadella
scienzaall’Universitàdegli
studidiMilano,si èformata
allaScuolad’arte
drammaticaPaoloGrassie
alCorsoeuropeodi
formazionesuperioreper
attori«Parolein azione».
Nel2011haricevutoil
premioEleonoraDuseeil
premioUbu,tra i più
prestigiosiriconoscimenti
italiani nell’ambitoteatrale
Leimmagini
In questapagina,nellafoto
grande:unoscattodalla
MonacadiMonzadiTestoriin
scenaaMilano,congliattori
FedericaFracassi,Vincenzo
GiordanoeGiuliaMazzarino
(fotodiNoemiArdesi).
Nellapaginaafianco,da
sinistra:FedericaFracassi
mentreinterpretaaltretre
grandifigurefemminili
di GiovanniTestori,
Cleopatra,Erodiadeela
Madonna(fotodiscena
diLorenzaDaverio)
i
«Contrariamente ai pregiudizi sulle
sonorità lombarde, la lingua testoriana
viene apprezzata e compresa nella sua
musicalità, nella suaironia, nella suaco-
esistenzadi matrici diverse eper questo
credo sia vicina alla contemporaneità.
Anche oggi per strada sentiamo parlare
lingue diverse, accenti diversi mescolati
insieme».
Come vive il rapporto corpo-parola
quando porta in scena un’eroina di Te-
stori?
«Èun rapporto totalizzante.ConTesto-
ri ci deveesseremolta immedesimazione
e aderenza alla parola. Il tuo respiro, i
tuoi muscoli ele tue ossadevono aderire
al testo. Lavoro fisico, respiro, prima di
tutto. Perevitarela cantilena o l’abbassa-
mento che possono venire dal dialetto.
Poi si lavora sulle immagini, visive e so-
nore che dal testo scaturiscono. Nel mio
percorsotestoriano èstato molto impor-
tante il confronto con Giuseppe Frangi
dell’AssociazioneTestori, dalla quale ho
sempre ricevuto grande supporto e che
sta facendo moltissimo per mantenere
vival’operaeil teatro dell’autore di Nova-
te. Mi è stato utile l’esempio di Sandro
Lombardi che daattore-uomo hascavato
nella complessità di queste figure otte-
nendo grandi finezze interpretative. L’at-
tore èun medium, devefarti vedereleco-
se,farle incarnare sul palco anchese non
ci sono fisicamente. Ora che ci penso,
tutte lefigure femminili di Testoriche ho
interpretato, sono anchedelle evocatrici,
delle medium».
© RIPRODUZIONERISERVATA
Tutti i diritti riservati
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Tensioni
«PerTestori, il Dio
cristiano èun enigma eun
motore creativo. Lamonaca
èlafigura chemeglio
incarna questo dissidio»
SSS
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La Lettura -_Corriere della Sera - Il pezzo di Alessandra Sarchi su LA MONACA DI MONZA

  • 1. di ALESSANDRA SARCHI 42 Maschere . FedericaFracassiinscena «Testori,lacarneeDio» FEDERICA FRACASSI (FOTO DI LAILA POZZO) F ederica Fracassi è in scena, in questi giorni, al Teatro Franco Parenti di Milano con La Mona- cadi Monza di Giovanni Testori, insieme a Vincenzo Giordano e Giulia Mazzarino, per la regia di Valter Malosti. Federica Fracassi, chi è Marianna De Leyva?Soprattutto: chi è Marianna De Leyvaper Testori? «Marianna de Leyvamonacata contro la propria volontà,peccatriceeassassina, è una delle tante figure femminili in cui l’autore si rispecchia e si guarda. Come per Erodiade, sulla quale Testori scrisse tre pezzi, anche per la suora obbligata ai voti senzavocazione coltivava un’osses- sione: compare in Tentazione nel con- vento e in Passio laetitiae et felicitatis . Da un lato penso che Testori volessere- stituire la veritàstorica di una personalità realmente esistita, Marianna de Leyva nata nel 1575da Virginia Marino e dal conte di Monza, lo spagnolo Martino de Leyva. Donna capace, come scrive Er- manno Paccagnini,di suscitaredisprezzo e fascinazione nel cardinale Federico Borromeo che la libera dopo quattordici anni di prigionia durissima econdotta ir- reprensibile nel ritiro di Santa Valeria. D’altrolato, Testori ne fa unafigura tragi- ca in sensoassoluto,perché Marianna si è ribellata al proprio destino di suora monacata a forza, ha amato Gian Paolo Osiofino allarovina di séeall’omicidio. Il Ilfallimentodell’amore ETestorisgridaDiodi ALESSANDRA SARCHI L’intervista FedericaFracassièin scenaal TeatroFrancoParentidi Milano con«LaMonacadi Monza»,dopoaverinterpretatole altregrandifigure femminilidelloscrittore:Cleopatra,Erodiade,la Madonna.«Perché— eccola domanda— seil verbosièfattocarne,èpropriolacarneatradirci?» Tutti i diritti riservati La Lettura - Corrie PAESE :Italia PAGINE :2,42-43 SUPERFICIE :123 % AUTORE :Di Alessandra Sarch… 24 febbraio 2019
  • 2. testo, anche se concepito ancora come un’operaapiù voci epersonaggi,raccon- ta la storiadi un’anima.Marianna ci parla damorta econtinua aparlarecon i morti, perché la sua felicità è stata effimera, e ciò che le rimane sono i fantasmi delle persone che ha conosciuto, le ossadei corpi uccisi e del bambino nato morto, concepito con Osio. La sua anima non è pacificata e continua ainterrogarsi, a in- terrogare Dio:perché,seil verbosi èfatto carne, è proprio la carne a tradirci e sia- mo noi umani adoverne sopportare i ce- dimenti e le contraddizioni, un patire che sembrasenzafine?Peril cattolico Te- stori, il Dio di carne del cristianesimo è un enigma ma è anche un incredibile motore creativo, la monaca di Monza è una delle figure che meglio incarna que- sto dissidio». Quindi la monaca di Testori non as- somiglia alla Gertrude manzoniana? «Cisono alcune divergenzeimportanti fra Manzoni e Testori che dà alle stampe La Monaca di Monza poco dopo la pub- blicazione degli atti del processo.Testori ha lavorato molto sui documenti e sugli atti del processo e ci fornisce altrettanti dettagli sulla vita di Marianna de Leyva. Manzoni fa della famiglia di Gertrude un tutt’uno compatto nell’ingannarla econ- segnarla a forza all’ordine benedettino, mentre Testori dà molto rilievo alla na- scita di Marianna in un contesto di vio- lenza e conflitto: fra i genitori non c’è amore, com’era molto frequente all’epo- ca nei matrimoni combinati per interes- se;il suoconcepimento èvisto comeuno stupro domestico; il padredi Marianna è descritto comeun assassinochelei male- dice, insieme al proprio destino; la ma- dre viene portata via dalla peste quando lei è piccolissima, e non potrà vederla crescere,né proteggerla. Testori accen- tua tutti gli aspetti di vessazionee priva- zione subiti, già romanzati da Manzoni, ma la vera differenza è che Marianna prende laparola, evocasulla scenadei re- venants, rivive il proprio amore e la pro- pria felicità, oltre alla propria condanna, e interroga Dio per questo». Lei ha interpretato anche le figure femminili dei «Tre Lai» di Testori: Cle- opatra, Erodiade, la Madonna. Pur es- sendo concepiti nella forma del lamen- to amoroso, che dà loro il titolo, questi tre monologhi tratteggiano donne esu- beranti di vita. Che idea si è fatta della femminilità nell’opera di Testori? «Ledonne per Testori sono forza epa- rola incarnata. Anche quando affronta fi- gure storiche le calain una realtàconcre- ta, di bisogni corporali da cui nascono domande sulla vita, ma le rende anche presenti e attuali con inserti pop, come Cleopatrache fa surf suun lagobrianzolo con Antonio, o la monacache senteil ru- more di ruspe che scavano;il passatosi riaggancia al presente,di cui Testori sot- tolinea gli aspetti di degradoambientale e antropologico. Costruisce figure tragi- che, alle quali non manca mai una vena di ironia, e che portano su di sé forza e dannazione, dolore della carne. Nei Tre Lai, un vero trittico, si va versouna pro- gressivaspiritualità. Cleopatralamenta la mancanza di un uomo che ha amato e che non c’è più, e per questo si uccide. Erodiade conoscevaun Dio lontano, il Dio ebraico, poi incontra il Battista che annuncia un Dio vicino, corporeo, esene innamora, ma non potendolo averegli fa tagliare la testa,eper questosi condanna aun continuo sensodi colpa.La Madon- na, nonostante lo strazio di aver perso il figlio, sa che è risorto, quindi coltiva la speranza.Tutte etre questedonne hanno una forza che le travalica, non si esauri- scononel lamento enella sofferenza.Te- stori sachebisogna arrivare alsovrauma- no per parlaredel troppo umano». Cleopatra, Erodiade e la Madonna contemplano tre corpi amati, morti. Rispettivamente quello di Antonio, di Giovanni Battista e di Cristo. C’è un le- game fra amore/desiderio e assenza nel teatro testoriano? «Sì, soprattutto in Erodiade con la quale,per la regiadi RenzoMartinelli, ho iniziato a lavorare sul teatro di Testori, l’amore èamore dell’impossibile, passio- neincoercibile versochi si ènegato esot- tratto. Amore e possessonon possono stareinsieme. Testori provavauna gran- de fascinazione per l’assenzaintesa an- checome mancanzadi Dio. Noi non arri- viamo aDio, ne sentiamo di continuo la mancanza o la negazione perché il san- gue, la morte, il peccato in cui viviamo sono negazione di Dio, ma sentirne la Tutti i diritti riservati La Lettura - Corrie PAESE :Italia PAGINE :2,42-43 SUPERFICIE :123 % AUTORE :Di Alessandra Sarch… 24 febbraio 2019
  • 3. sono negazione di Dio, ma sentirne la mancanzaforseèanchel’unico modo da- to per tendere versodi lui, chiedergli di liberarci». La monaca realizza il suo desiderio terreno, consuma la propria storia amorosa con Gian Paolo Osio, e ne pa- ga le conseguenze. Desiderio e soddi- sfacimento non possono stare insie- me? «L’assenzasembra alimentare il desi- derio e il suo soddisfacimento incontra inevitabilmente la punizione. In Testori troviamo l’idea di peccatoin termini reli- giosi eil sensodi colpa in termini psicoa- nalitici, chepoi dovetteroesserenodi esi- stenziali sui quali non smisemai di riflet- tere. In tutti i suoi testi compaiono do- mande verticali, metafisiche su che cosa sia il destino umano, come si definisca, comesi relazioni allatrascendenza». La letteratura e l’arte otto-novecen- tesca ci hanno abituato a eroine morte, o morenti, dall’Ofelia di Arthur Millais a Madame Bovary di Flaubert o Anna Karenina di Tolstoj. Testori ci propone invecefigure femminili che decidono il proprio destino, e sopravvivono fos- s’anchenel limbo, come la sua Erodiàs, o in prigione come la monaca. Per cosa sopravvivono? «Per testimoniare e confezionare una loro versionedei fatti. Sonodonne che,a differenza di molte figure letterarie par- late da altri, prendono la parola in prima persona.Tutte hanno cercatola felicità e hanno fallito, perdendo l’oggettodel loro desiderio. Non sanno come raggiungere la pace interiore, sbagliano, peccano, smarriscono la speranzae allora interro- gano direttamente Dio, se la prendono con lui. Non soccombono mai intera- menteal loro lato umano, troppo umano, e non si accontentanodella giustizia ter- rena, che rimane sempre un antefatto; è con Dio chevogliono fare i conti, chiede- reconto alui del loro patire. Dallapagana Cleopatraalla Materstrangosciàs in vesti brianzole, risultano eroine vicinissime al pubblico, anche se sono suicide o assas- sine,perché non si sottraggono mai aun processointeriore, alla ricerca di una ve- rità più alta. Hanno compiuto atti estre- mi, ma con motivazioni comuni e condi- mi, ma con motivazioni comuni e condi- visibili a tutti; sono donne che rappre- sentanol’umanità, in sensouniversale». Il suo èstato un percorso di interpre- tazione a ritroso, da «I tre Lai» che so- no l’ultima opera di Testori, a «La Mo- naca di Monza» uscito nel 1967. In che cosa ha avvertito lo scarto maggiore? «La Monaca è un’opera in un certo senso d’impianto classico, con vari per- sonaggiin scenaeunalingua composta e lirica. Lasceltadi regiadi ValterMalosti è stata quella di dare rarefazione alle tre azioni principali che sono l’amore consu- mato fra Marianna e Osio, il parto del bambino morto e l’uccisione della prima conversa, fatti rievocati da Marianna morta che diventano presenti sul palco. La lingua è molto tenuta, letteraria, non si è ancora disfatta come nei Lai. Il mio lavoro è tutto concentratonel darecorpo alla parola, visto che mi trovo dietro aun vetrodi plexiglas, mi muovo poco equasi non entro in contatto con gli altri perso- naggi. Ho studiato i quadri di Gaudenzio Ferrari e le composizioni dei sacri monti lombardi per dare alla mia monaca la stessaforza iconica delle figure amate da Testori, laposa delle mani, adesempio, i gesti della disperazione e della pietà. Molto importante nello spettacolo è an- che il contrappunto musicale, una parti- tura di rumori e suoni — acqua,cigolii, soffiare di vento — che intende rendere materiale e vicina la vicenda, viceversa sospesain un limbo atemporale. I tre Lai sono meno indefiniti comeambientazio- ne e mi hanno richiesto una maggiore animalità fisica escenica.Una questione di respiro che deveprendere il ritmo del dialetto, senzaabbassareil tono, che de- vepassareattraversole parole straniere e il latino senzascivolarci dentro. Nei Lai c’èancheun altro elementoassenteneLa Monaca di Monza: una riflessione co- stante sul fare teatro, una speciedi meta- teatro che passaattraversola riflessione linguistica e l’autorispecchiamento del personaggio». Il grammelot — italiano, francese, brianzolo, spagnolo e latino che Testo- ri costruisce nei «Lai» e che lei inter- preta con estrema sensibilità e mobili- tà espressiva — le sembra una lingua che può parlare alla contemporaneità? «Contrariamente ai pregiudizi sulle Tutti i diritti riservati La Lettura - Corrie PAESE :Italia PAGINE :2,42-43 SUPERFICIE :123 % AUTORE :Di Alessandra Sarch… 24 febbraio 2019
  • 4. Lospettacolo Finoal3 marzoèin scenaal TeatroFrancoParentidi Milano(viaPierLombardo, 14) LaMonacadi Monzadi GiovanniTestori,perlaregia di ValterMalosti.I protagonistidellospettacolo sonoFedericaFracassi, VincenzoGiordanoeGiulia Mazzarino.L’operadiTestori (1923-1993) haal centrola vicendadi Mariannade Leyva(1575-1650), costrettadalpadreMartino deLeyvay delaCueva- Cabrera,nobilespagnoloe contedi Monza,aentrare all’etàdi13 annicome novizianell’Ordinedi San Benedetto.Fecescandalola relazionedellamonacaconil conteGianPaoloOsio,dalla qualenacqueroalmenodue figli,unmaschionatomorto odecedutoduranteil parto, eunabambina,Alma FrancescaMargherita,che l’uomoriconobbecome figlia.L’arcivescovodiMilano FedericoBorromeo,messo alcorrentedellavicenda, ordinòcheMariannafosse condannataavivere «murata»in unastanzetta nelritiro milanese diSantaValeria,dove trascorsequasi14anni. Sopravvissutaallapena, rimaseaSantaValeria finoallamorte L’attrice FedericaFracassi(1971), laureatainFilosofiadella scienzaall’Universitàdegli studidiMilano,si èformata allaScuolad’arte drammaticaPaoloGrassie alCorsoeuropeodi formazionesuperioreper attori«Parolein azione». Nel2011haricevutoil premioEleonoraDuseeil premioUbu,tra i più prestigiosiriconoscimenti italiani nell’ambitoteatrale Leimmagini In questapagina,nellafoto grande:unoscattodalla MonacadiMonzadiTestoriin scenaaMilano,congliattori FedericaFracassi,Vincenzo GiordanoeGiuliaMazzarino (fotodiNoemiArdesi). Nellapaginaafianco,da sinistra:FedericaFracassi mentreinterpretaaltretre grandifigurefemminili di GiovanniTestori, Cleopatra,Erodiadeela Madonna(fotodiscena diLorenzaDaverio) i «Contrariamente ai pregiudizi sulle sonorità lombarde, la lingua testoriana viene apprezzata e compresa nella sua musicalità, nella suaironia, nella suaco- esistenzadi matrici diverse eper questo credo sia vicina alla contemporaneità. Anche oggi per strada sentiamo parlare lingue diverse, accenti diversi mescolati insieme». Come vive il rapporto corpo-parola quando porta in scena un’eroina di Te- stori? «Èun rapporto totalizzante.ConTesto- ri ci deveesseremolta immedesimazione e aderenza alla parola. Il tuo respiro, i tuoi muscoli ele tue ossadevono aderire al testo. Lavoro fisico, respiro, prima di tutto. Perevitarela cantilena o l’abbassa- mento che possono venire dal dialetto. Poi si lavora sulle immagini, visive e so- nore che dal testo scaturiscono. Nel mio percorsotestoriano èstato molto impor- tante il confronto con Giuseppe Frangi dell’AssociazioneTestori, dalla quale ho sempre ricevuto grande supporto e che sta facendo moltissimo per mantenere vival’operaeil teatro dell’autore di Nova- te. Mi è stato utile l’esempio di Sandro Lombardi che daattore-uomo hascavato nella complessità di queste figure otte- nendo grandi finezze interpretative. L’at- tore èun medium, devefarti vedereleco- se,farle incarnare sul palco anchese non ci sono fisicamente. Ora che ci penso, tutte lefigure femminili di Testoriche ho interpretato, sono anchedelle evocatrici, delle medium». © RIPRODUZIONERISERVATA Tutti i diritti riservati La Lettura - Corrie PAESE :Italia PAGINE :2,42-43 SUPERFICIE :123 % AUTORE :Di Alessandra Sarch… 24 febbraio 2019
  • 5. Tensioni «PerTestori, il Dio cristiano èun enigma eun motore creativo. Lamonaca èlafigura chemeglio incarna questo dissidio» SSS Tutti i diritti riservati La Lettura - Corrie PAESE :Italia PAGINE :2,42-43 SUPERFICIE :123 % AUTORE :Di Alessandra Sarch… 24 febbraio 2019
  • 6. Tutti i diritti riservati La Lettura - Corrie PAESE :Italia PAGINE :2,42-43 SUPERFICIE :123 % AUTORE :Di Alessandra Sarch… 24 febbraio 2019