Nuovi modelli di informazione scientifica del farmaco
Intervista De Cock
1. Sig. De Cock
Sig. De Cock, lei è l'amministratore delegato della National Health and Disability Insurance, in una parola l'organizzazione che, a nome del governo, gestisce il sistema sanitario in Belgio. La mia prima domanda è decisamente aperta: qual'è la sua visione dello stato attuale dell'industria farmaceutica Belga?
In Belgio, siamo molto orgogliosi della nostra industria farmaceutica e mi permetta di chiarire che il nostro istituto di fatto si occupa di prezzatura e rimborsi in questioni farmaceutiche. Nondimeno in Belgio siamo molto coinvolti nel decision making e orgogliosi del nostro settore farmaceutico perché rilevante per l'economia ed anche per la salute della nostra gente. Secondo il GDP Europeo, il Belgio rappresenta il 2.6% ma se per esempio ci si confronta con l'impiego nell'industria farmaceutica, allora contiamo per il 4.7%. Quando ci si riferisce alle esportazioni nel settore farmaceutico, il Belgio rappresenta ben il 12%. Pur con qualche preoccupazione, in fatto di Ricerca e Sviluppo rappresentiamo il 7/8% tra i principali attori Europei. Di certo è un settore importante come equilibratore di trade, e per l'impiego - 32,000 persone impiegate in questo settore in Belgio - e la cosa più importante è che una percentuale molto alta di queste persone è proprio in Ricerca e Sviluppo. Occupiamo 5.500 perone in Ricerca e Sviluppo e ciò spiega il perché si tratta di un settore promettente, in relazione all'innovazione. Non viene sempre espresso in questo modo ma dovremmo considerare che il Belgio può giocare un ruolo di Bio Valley nell'Euro, e noi siamo molto fieri del nostro settore.
Da quel che capisco è un'industria molto promettente; tradizionalmente cosa ha fatto il governo in passato per raggiungere lo stato attuale da lei appena descritto?
Credo che ci siano diversi strumenti, che dovrebbero essere menzionati. Di certo i meccanismi di tassazione per incoraggiare l'innovazione e gli investimenti nel settore, perché abbiamo creato uno schema specifico che è risultato molto proficuo per l'occupazione di ricercatori e persone che lavorano nell'innovazione, e probabilmente che ha avuto i suoi effetti per tutte le persone coinvolte e, per esempio, abbiamo anche introdotto incentivi per le industrie che stanno investendo in prodotti di innovazione nel rispetto delle leggi Europee. Questa iniziativa era anche stata approvata dalla Commissione Europea E penso che ci si sia focalizzati su questi strumenti e che siano stati vantaggiosi e ne vediamo di certo i risultati.
Quindi è una questione di tasse sia per le aziende che per i ricercatori?
Si, anche se naturalmente ci sono altre questioni da menzionare: per esempio, la disponibilità di ospedali e di centri accademici per svilupparsi e collaborare in processi
2. clinici su scala mondiale. Abbiamo una posizione molto buona per i processi clinici se comparata con gli altri paesi Europei. Credo che siamo il numero due o tre in questo senso. Abbiamo anche investito molto per la semplificazione di procedure per le agenzie mediche che emettono le autorizzazioni di mercato.
Di certo la maggior parte di loro sono europee ma non di meno il governo locale risulta molto coinvolto. E sul lato dei rimborsi abbiamo creato contratti con l'industria farmaceutica ed il ministro degli affari sociali due anni fa al fine di designare una strategia che si occupi di pricing, anche nel favorire il processo di medicine innovative. Una legge che fu votata prima delle elezioni che è entrata in vigore nel nostro paese integrava quelle che noi chiamiamo procedure di fast-track per prodotti davvero innovativi e ciò può essere davvero di supporto per i prodotti salva vita. Stiamo prestando diversa attenzione al fine di stimolare l'innovazione nel nostro paese.
Quindi se capisco bene, è un processo squisitamente dinamico che si sviluppa con il Governo, dove viene costantemente rivisto il modo in cui si possa migliorare l'innovazione.
SI. Non è un fatto noto ma fino al governo attuale, ogni anno vi è stato un summit tra lo stesso governo - il Primo Ministro, il Vice Primo Ministro, il Ministro degli Affari Esteri, ma anche il Ministro dell'Economia, il Ministro degli Affari Sociali, il Ministro della Finanza - e l'amministratore delegato dell'industria farmaceutica. Credo sia di fondamentale importanza che questi incontri e il riconoscimento reciproco siano continui poiché relazionarsi al settore non è solo un fatto di prezzi e rimborsi, di cui sono responsabile, ma è anche occupazione, business, investimenti, processi clinici e tutti gli altri settori. Dovrebbe essere affermato chiaramente che senza una politica integrata non si può stimolare il settore del futuro.
Vi sono processi che non funzionano come dovrebbero, azioni da migliorare, che a lei appaiono lampanti - o al governo e alle aziende farmaceutiche - nell'interazione tra il pubblico potere e l'industria?
In questo senso in Belgio abbiamo una posizione molto precisa. Deve sapere che l'industria sta partecipando alla nostra discussione sul pricing ed il rimborso, sono cioè presenti ai nostri meeting e conoscono ogni cosa in atto. Ma è anche un fatto di mutua fiducia. Il nostro "problema" con l'industria farmaceutica è di certo la presenza di storie senza fine di pricing e rimborsi (stiamo pagando il giusto prezzo per i giusti prodotti?). Specialmente per alcuni prodotti molto innovativi ci stiamo muovendo a favore di maggiori approcci internazionali verso corporazioni con altri stati membri in Europa. Questo è qualcosa di cui prendere coscienza. Poi vi è certamente la domanda di utilizzo e prescrizione di farmaci. Vediamo che negl'ultimi 10 anni il prezzo del DDD nel settore
3. ambulatoriale era statico (considerando l'inflazione e i prodotti innovativi nel mercato ambulatoriale). Allo stesso tempo, tuttavia il volume è raddoppiato. E vediamo che la
conformità e le prescrizioni sono importanti, specialmente con il problema di malattie croniche. Sappiamo che potremmo avere una condotta adeguata anche sul lato della professione medica. Vi è anche il problema della valutazione della tecnologia medica, specialmente per i prodotti innovativi. La discussione è ancora in corso ma abbiamo di fatto già implementato i meccanismi per garantire mutui accordi tra l'industria e la previdenza sanitaria e sociale, al fine di avere una condivisione del rischio. Non siamo in guerra con l'industria farmaceutica in Belgio, piuttosto il contrario.
La storia senza fine è una domanda di trasparenza, di certo, e devo dire che molto è stato fatto in Belgio, per il pagamento dei dottori da parte dell'industria farmaceutica, sussidi per i congressi e così via. Hanno costituito un codice etico e quando lo vedo messo in pratica mi convinco che stia funzionando. E di certo, nei comitati etici, non ci sono solo persone delle industrie farmaceutiche ma anche altri partecipanti della società civile.
Per concludere, vede modifiche rilevanti che in qualche misura interesseranno l'industria farmaceutica in Belgio come la conosciamo oggi?
I cambiamenti maggiori stanno giungendo dall'innovazione come già ho detto, come costose molecole per il cancro, e medicinali personalizzati, sempre relativi al cancro. Dovremmo essere pronti per questo e, probabilmente, nuovi metodi di finanziamento dovranno essere esplorati con l'industria e forse anche ad un livello Europeo. Questa è la sfida che vedo come maggiore. Certo altre questioni sono inerenti a questo, come i dati, la domanda di cooperazione con l'industria e l'uso delle giuste argomentazioni al fine di permettere alle aziende farmaceutiche di dimostrare il valore dei loro medicinali. Probabilmente negl'anni a venire la questione sul valore e sul valore aggiunto dovrà essere messa sul tavolo. In aggiunta, probabilmente il modello blockbuster dovrà essere modificato con un modello nuovo insieme a tutto quanto si dimostri relativo a nuove e costose molecole che stanno giungendo sul mercato. Questo è solo l'inizio dell'era dei farmaci personalizzati e dobbiamo essere pronti, anche ad un livello internazionale. Queste sono le modifiche maggiori in arrivo. E di certo le circostanze economiche sono molto importanti. Non di meno vediamo che nella maggior parte dei paesi i prezzi sono scesi negli anni passati a seguito della crisi finanziaria. Dovremmo anche porre attenzione a questa evoluzione, ma se guardiamo in modo generalizzato, vi sono ancora alcuni prodotti che giungono al livello del generico mentre, d'altra parte assistiamo all'arrivo di farmaci innovativi. Probabilmente mentre l'era del generico sta tramontando, ci stiamo avviando verso un'era nuova (biologica, biosimilare - che è ben diverso dal generico) e questi prezzi probabilmente cambieranno negli anni a venire. Ora, sebbene io mi stia riferendo ai prossimi 10-15 anni.
4. Vi è qualcosa che vorrebbe menzionare e che io non ho affrontato come argomento?
No, non credo. Per il momento credo che la sfera accademica stia giocando un ruolo nella cooperazione ed esecuzione di processi clinici; la seconda priorità è il calendario del farmaco del futuro. Il punto è cosa dovrebbe essere nelle nostre priorità in questa ricerca fondamentale collegata alla ricerca operativa fatta dall'industria farmaceutica. Per esempio, iniziative che sono prese a livello Europeo come l'IMI, stanno interconnettendosi alla ricerca scientifica ed accademica. Questo è decisamente importante e per la genomica questo è ancora più applicabile.