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il Vittoriano
Il Monumento nazionale
a Vittorio Emanuele II,
meglio conosciuto con il
nome
di Vittoriano o Altare
della Patria, è
un monumento
nazionale situato
a Roma,
sul Campidoglio,
opera
dell'architetto Giuseppe
Sacconi.
È uno dei simboli patri
italiani.
Il nome "Vittoriano" deriva da Vittorio
Emanuele II di Savoia, primo Re d'Italia.
Alla morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878,
fu deciso di innalzare un monumento che
celebrasse il Padre della Patria e con lui
l’intera stagione risorgimentale.
Da quando poi, nel 1921, accolse le spoglie del Milite Ignoto, il monumento assunse una
nuova valenza simbolica, e quello che era stato pensato inizialmente come monumento
dinastico, divenne definitivamente una celebrazione dell'Italia unita e della sua libertà.
L'idea di base del Sacconi, d'altra
parte, era proprio questa:
rappresentare allegoricamente, ma
anche geograficamente, tutta l'Italia,
per mezzo di raffigurazioni
simboliche. Basti pensare ai gruppi
scultorei del Pensiero, dell'Azione,
della Concordia, della Forza,
del Diritto, ai bassorilievi del Lavoro
che edifica e feconda, dell'Amor
Patrio che combatte e che vince, alle
fontane dell'Adriatico e del Tirreno,
alle statue delle Regioni d'Italia, ai
mosaici della Fede, della Sapienza,
della Pace e soprattutto alle
quadrighe dell'Unità della Patria e
della Libertà dei cittadini.
L'unica raffigurazione non simbolica
è la statua di Vittorio Emanuele Il Pensiero (G. Monteverde)
Il Vittoriano quindi non è mai stato solo un
monumento da contemplare, ma da sempre è
anche teatro di importanti momenti
celebrativi; ciò ha accentuato il suo ruolo di
simbolo di identità nazionale. Si pensi alla
grandiosa manifestazione del 2 novembre
1915 in ricordo dei caduti di guerra.
Soprattutto dal 1921, quando la salma del Milite Ignoto fu tumulata nell'Altare della
Patria sotto la statua della dea Roma il 4 novembre, con una cerimonia a cui partecipò
un'immensa folla e alla presenza di Vittorio Emanuele III e della regina Margherita,
l'idea che il Vittoriano sia l'"Altare della Patria" si è rafforzata e nello stesso tempo
l'espressione ha cominciato a indicare non solo tutto il monumento, ma anche il luogo
della sepoltura del soldato simbolo di tutti i caduti della Prima guerra mondiale.
La prima pietra del monumento fu
posta solennemente da Umberto I nel
1885, ma il complesso monumentale
venne inaugurato da Vittorio
Emanuele III il 4 giugno 1911, in
occasione dell'Esposizione
internazionale per i cinquant'anni
dell'Unità d'Italia, alla presenza della
famiglia reale, del presidente del
Consiglio Giovanni Giolitti e di seimila
sindaci provenienti da tutta Italia.
Il complesso del Vittoriano da
allora celebra la grandezza e la
maestà di Roma, eletta al ruolo
di legittima capitale d'Italia,
rappresentando l'unità del
paese (Patriae Unitati) e la
libertà del suo popolo (Civium
Libertati).
Il monumento è alto 81 m, largo 135 m e ha una superficie totale di 17.000 metri
quadrati. Il progetto si ispirava ai grandi santuari ellenistici, come l'altare di Pergamo, e
fu ideato come un grande foro aperto ai cittadini, in una sorta di piazza sopraelevata nel
cuore della capitale, simbolo di un'Italia unita che si affiancava ai monumenti della
Roma dei Cesari e dei Papi.
Diversi sono i simboli vegetali che ricorrono nel monumento, fra i quali si ricordano
la palma per la vittoria, la quercia per la forza, l'alloro per la pace vittoriosa, il mirto per
il sacrificio e l'ulivo per la concordia.
Dal giugno 2007 è possibile salire alla terrazza delle quadrighe usufruendo di un
ascensore; la terrazza, da cui si ha una vista impareggiabile della città eterna, è anche
raggiungibile tramite 196 scalini che partono dal colonnato.
Sulla sommità della scalinata è situato l'Altare della Patria, sotto alla statua della Dea
Roma; questa indica che, tra gli ideali del Risorgimento, fondamentale era quello di
avere la città eterna come capitale d'Italia.
Sul terrazzo dell'Altare si trovano diversi gruppi scultorei in marmo botticino, che
simboleggiano i valori ideali degli Italiani. I gruppi hanno un'altezza di 6 metri. Da
sinistra a destra essi sono:
La Forza, La Concordia, Il Sacrificio, Il Diritto.
Come detto, alla sommità della scalinata d'accesso si trova l'Altare della Patria, la parte
più nota del monumento e con la quale esso viene identificato. L'Altare venne disegnato
dallo scultore bresciano Angelo Zanelli, che vinse il concorso appositamente indetto
nel 1906. Si tratta dunque dell'unica parte architettonica del Vittoriano i cui lavori, per
motivi cronologici, non furono diretti dal Sacconi, che era morto l'anno precedente.
Dopo la Prima guerra mondiale,
l'Altare della Patria venne scelto
per ospitare la tomba del Milite
Ignoto. Si tratta di un soldato
italiano morto durante la Prima
guerra mondiale, che a causa
delle gravi ferite non fu
possibile riconoscere; proprio
per questo motivo egli
rappresenta tutti i soldati che
morirono durante la guerra.
Il milite ignoto fu tumulato nel
monumento il 4 novembre
del 1921 e da allora la sua
tomba è sempre vigilata da
un picchetto d'onore e da due
fiamme che ardono
perennemente.
La scalinata che conduce alla terrazza
è il miglior punto di osservazione delle
statue delle regioni, elementi centrali
di tutto il complesso monumentale.
La statua della Toscana, è incoronata
di alloro come Dante Alighieri, per
ricordare che il celebre fiorentino fu il
padre della lingua italiana. La fiaccola
simboleggia la cultura toscana, che
portò luce nell'intera Europa, specie
durante il Quattrocento. Lo scudo con
il leone di Firenze (detto il marzocco)
ricorda il coraggio dei patrioti toscani.
La statua è opera dello scultore Italo
Griselli, natio delle colline pisane.
Elemento fondamentale del
monumento è il grande
colonnato in stile corinzio,
leggermente in curva,
inserito tra due propilei a
tempietto, che richiamano
gli splendori di quello
della Nike (la
personificazione della
Vittoria) dell'acropoli di
Atene.
Ciascun propileo ha come coronamento due quadrighe bronzee sormontate da Vittorie
alate, che ripropongono gli antichi archi di trionfo. Le due quadrighe simboleggiano
l'unità della Patria (la scritta PATRIAE UNITATI, a sinistra) e la libertà dei cittadini (la
scritta CIVIUM LIBERTATI, a destra) e riassumono le tematiche fondamentali del
monumento.
Addossate al basamento si
trovano le fontane dei due mari,
ai lati della scalinata.
La fontana di sinistra
rappresenta l'Adriatico, con un
braccio rivolto a Oriente e con
il Leone di San Marco.
A destra il mar Tirreno, con la lupa
di Roma e la sirena Partenope, a
simboleggiare la città di Napoli.
In questo modo, il monumento è
affiancato, come la penisola
stessa, dai due mari maggiori, in
modo che esso possa
rappresentare, anche
geograficamente, l'intero paese.
La statua equestre, di Enrico Chiaradia, fu terminata nel 1910 (l'altezza è di 12 metri e la
lunghezza di 10; per realizzarla furono fuse 50 tonnellate di bronzo), in occasione della
visita di Vittorio Emanuele III.
Le autorità decisero di offrire un rinfresco a un ristretto gruppo di invitati tra coloro che
parteciparono al progetto e l'evento fu allestito all'interno del ventre del gigantesco
cavallo di bronzo, che fu in grado di ospitare più di venti persone, come testimoniano le
fotografie d'epoca..
All'interno del
monumento si
trovano degli spazi
espositivi dedicati alla
storia del Vittoriano
stesso, il Sacrario
delle bandiere e la
sede del Museo
centrale del
Risorgimento, che da
alcuni anni ospita
anche mostre
temporanee di
pittura.
Nel museo sono esposti cimeli della Prima
guerra mondiale ed anche
l'affusto del cannone utilizzato nel 1921 per
trasportare il feretro del Milite Ignoto.
Una sezione del Museo è dedicata ai
personaggi storici del Risorgimento italiano:
Cavour, Mazzini, Garibaldi.
Altre sezioni illustrano le varie fasi
risorgimentali: dalla Restaurazione al 1848,
la Repubblica Romana del 1849,
la spedizione dei Mille, l'annessione di Roma
all'Italia.
Un percorso parallelo è dedicato
all'approfondimento di temi particolari,
come ad esempio il brigantaggio.
Il primo giugno 2009 si è aperto al
Vittoriano il Museo Nazionale
dell'emigrazione italiana, che ha lo
scopo di raccontare la storia
dell'emigrazione italiana attraverso un
percorso cronologico, esponendo
materiali di varia tipologia:
letteratura, cinematografia,
documentari, musica, testimonianze
audio, fotografie, giornali e riviste
d'epoca, oggetti.
Milioni di contadini, operai e piccoli
imprenditori, giunti nei paesi più lontani,
con i loro sacrifici e affrontando le
difficoltà del processo d'integrazione,
hanno diffuso nel mondo la cultura ed i
valori italiani, contribuendo all'economia e
alla cultura dei luoghi ove andarono a
vivere.
L'edificio ha suscitato nel tempo reazioni diverse; fino agli anni quaranta del
Novecento era apprezzato come simbolo nazionale e come esempio di arte
"moderna", che si affiancava ai monumenti della Roma imperiale e a quelli della
Roma papale.
Negli anni settanta e ottanta del
Novecento il monumento sollevò invece
parecchie polemiche nella critica d'arte,
che vedeva nell'edificio un tentativo
anacronistico e "mal riuscito" di
riportare a Roma la classicità dell'età
imperiale. Giornalisti e scrittori
polemicamente soprannominarono il
monumento "torta nuziale", "macchina
per scrivere“ ecc. Inoltre si criticava
aspramente la scelta di demolire gli
edifici medievali, anche monumentali,
che sorgevano sul Campidoglio, al fine di
erigere il nuovo monumento e si
criticava anche la scelta di usare il
marmo botticino, ritenuto di colore
troppo chiaro rispetto ad altri
monumenti di Roma.
il Vittoriano è oggi visto dalla più aggiornata critica d'arte come un importante passo
nella ricerca di uno stile nazionale, che doveva caratterizzare il Regno d'Italia da poco
costituito.
il demolito Arco di San Marco
« Il disegno di legge che il Parlamento discute è frutto del sentimento
italico, dolce ed ardente ad un tempo. Deve essere rivendicata ai nostri
uomini d'arme la priorità del proposito di trasportare solennemente a
Roma i resti di un caduto ignoto, perché ivi ricevano i più alti onori
dovuti a loro e a seicentomila fratelli. »
(Cesare Maria De Vecchi)
La tomba del Milite Ignoto è un sacello simbolico che rappresenta tutti i caduti e i dispersi in
guerra. Ancora oggi è scenario di cerimonie ufficiali durante le celebrazioni della Festa della
Repubblica del 2 giugno e della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4
novembre, occasioni in cui le massime cariche dello Stato le rendono solenne omaggio.
Nel 1920 il generale Giulio Douhet, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia e in
altri Paesi coinvolti nella prima guerra mondiale, propose per primo in Italia di onorare i caduti
italiani con la creazione di un monumento al Milite Ignoto a Roma. Fu presentato così alla Camera
dei deputati, nel 1921, un disegno di legge finalizzato alla costruzione, anche in Italia, di un
monumento dedicato a tutti i soldati italiani morti in guerra:
La scelta delle undici salme non fu casuale; ognuna proveniva da una zona precisa
del fronte italiano della prima guerra mondiale (Rovereto, le Dolomiti, gli altipiani,
il monte Grappa, Montello, il Basso Piave, il Cadore, Gorizia, il Basso Isonzo, il monte
San Michele e Castagnevizza del Carso).
Le undici bare furono poi trasferite ad Aquileia. Nel frattempo, all'interno del
complesso monumentale dell'Altare della Patria a Roma, fu realizzata la tomba che
avrebbe ospitato il Milite Ignoto; la salma del soldato italiano sconosciuto sarebbe
stata tumulata sotto la statua della dea Roma.
La legge fu poi approvata
dal parlamento. Tra undici
salme di soldati italiani
non identificati si sarebbe
scelta quella da seppellire
solennemente all'Altare
della Patria in una tomba
che sarebbe diventata il
monumento al Milite
Ignoto.
Il corpo del soldato da tumulare all'Altare della Patria fu scelto il 28 ottobre
1921 nella basilica di Aquileia. Maria Bergamas fu condotta di fronte a undici
feretri allineati. Appoggiò lo scialle sulla seconda bara e, dopo essere passata
davanti alle prime, non riuscì a proseguire nella ricognizione e si accasciò al
suolo davanti alla decima bara su cui, per questo motivo, cadde la scelta.
La scelta della salma cui dare
solenne sepoltura all'Altare della
Patria fu affidata a Maria
Bergamas, madre di Antonio
Bergamas, volontario irredentista
friulano che aveva disertato
dall'esercito austroungarico per
unirsi a quello italiano e che era
morto in combattimento alle
falde del monte Cimone di
Tonezza (16 giugno 1916) senza
che il suo corpo fosse stato mai
ritrovato.
La bara così selezionata fu quindi collocata
sull'affusto di un cannone e deposta su
un carro ferroviario disegnato per
l'occasione, dopo essere stata scortata da
alcuni reduci decorati con la medaglia d'oro
al valor militare
Le altre dieci salme rimaste
ad Aquileia furono tumulate
nel cimitero di guerra che
circonda il tempio romano,
nella Tomba dei dieci militi
ignoti.
Il viaggio verso la Capitale della salma prescelta si compì su treno trainato da
una locomotiva a vapore, passando
per Udine, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Are
zzo, Chiusi, Orvieto, a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la
popolazione avesse modo di onorare il caduto. Furono molti gli italiani che attesero, a
volte anche per ore, il passaggio del convoglio al fine di poter rendere onore alla salma
del Milite Ignoto.
La cerimonia ebbe il suo epilogo a Roma. Le bandiere di tutti i reggimenti
delle forze armate italiane e le rappresentanze dei combattenti, delle vedove
e delle madri dei caduti, con re Vittorio Emanuele III di Savoia in testa,
accolsero l'arrivo della salma muovendosi incontro al Milite Ignoto;
quest'ultimo fu poi portato da un gruppo di decorati di medaglia d'oro
nella basilica di Santa Maria degli Angeli.
La salma fu sepolta con cerimonia solenne
all'Altare della Patria il 4 novembre 1921 in
occasione della Giornata dell'Unità
Nazionale e delle Forze Armate.
L'epigrafe della tomba riporta le scritte
"Ignoto militi", "XXIV MAGGIO MCMXV" (24
maggio 1915) e "IV NOVEMBRE MCMXVIII"
(4 novembre 1918), date d'inizio e fine del
primo conflitto mondiale, mentre sulla porta
del simulacro è presente questo epitaffio:
Parti della cripta e del sepolcro
sono realizzate con materiali
lapidei provenienti dalle montagne
che furono teatro degli scontri
della prima guerra mondiale (tra
cui il monte Grappa e il Carso).
La tomba del Milite Ignoto è
sempre piantonata da
militari. Alla guardia
provvedono militari delle
varie armi delle forze armate
italiane, che si avvicendano
ogni dieci anni.
Il cimitero degli
Eroi ad Aquileia
La storia ha voluto che in Italia l´identificazione nazionale avvenisse con una guerra.
La Prima Guerra Mondiale fu l´avvenimento storico che diede agli italiani il senso di una
comune appartenenza.
Non lo diedero le leggi dei Governi a tutela della dignità dei cittadini, non lo diede la
riforma agraria che avrebbe permesso all´80% della popolazione di sentirsi parte d´uno
Stato, non lo diede il suffragio universale maschile che fu dato a ridosso della guerra.
Lo diede la guerra, con i costi che ogni famiglia pagò: 650.000 caduti, 984.000 feriti,
21.220 ciechi da un occhio, 1.940 ciechi da entrambi gli ochhi, 4.600 pazzi, 5.440 mutilati
al volto, 25.716 tubercolotici, 19.600 neuropatici, 74.620 storpi, 120 privi di entrambe le
mani, 120.000 invalidi, 3.260 muti, 6.740 sordi, 100.000 malarici, ecc.
La nuova Italia dovette memorizzare i caduti,
coloro che avevano dato la vita per la Patria.
La fondazione dell´identità
nazionale avvenne quindi
attraverso la costituzione di
luoghi commemorativi, luoghi
in cui vengono commemorati
avvenimenti e l´immane
sacrificio collettivo che aveva
compiuto l´unificazione
italiana iniziata con il
Risorgimento.
Sulla fronte del monumento è stata affissa la lapide che contiene le parole pronunciate
dal Duca d´Aosta nella cerimonia del 2 Novembre 1919.
Ai piedi del monumento venne sepolta Maria Bergamas, la madre triestina che scelse la
salma dell´undicesimo Milite Ignoto traslato all´Altare della Patria in Roma.
Sulla pietra tombale: Maria Bergamas per tutte le madri IV Novembre MCMLIV.
Monumento al Milite
Ignoto, opera del
Cirilli.
Arcosolio in pietra che
sovrasta il sarcofago
dei 10 militi ignoti
tumulati il 4 novembre
1921.
AQUILEIA
CIMITERO DI
GUERRA
L´Angelo della carità di Ettore Ximenes (1917),
scultura bronzea che rappresenta il soldato
morente sostenuto da una figura femminile.
Il Sacrificio di Edmondo
Furlan (1921), rappresenta il
Cristo che dalla croce
conforta due fanti morenti ai
suoi piedi.
E’ un monumentale cimitero
militare, in Friuli Venezia
Giulia, costruito in
epoca fascista e dedicato alla
memoria di oltre 100.000
soldati italiani caduti durante
la prima guerra mondiale.
Le enormi dimensioni e
l'ampia area coinvolta a parco
della memoria ne fanno il più
grande sacrario militare
d'Italia e uno dei più grandi al
mondo.
Il sacrario militare
di Redipuglia
(Gorizia)
Il Duca d'Aosta, morto nel 1931, chiese di avere l'onore di poter essere qui deposto tra
le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di battaglia.
La maestosa scalinata,
formata da 22 gradoni
su cui sono allineate le
tombe dei caduti, sul
davanti ed alla base
della quale sorge,
isolata quella del Duca
d'Aosta, comandante
della 3ª armata,
fiancheggiata dalle urne
dei suoi generali caduti
in combattimento, è
simile al poderoso e
perfetto schieramento
d'una intera grande
unità di centomila
soldati.
Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei 39.857 caduti identificati. Le
iscrizioni recano tutte la scritta "Presente", che si rifà al rito d'appello
dello squadrismo, quando il capo delle squadre gridava il nome del camerata
defunto e la folla inginocchiata rispondeva con il grido "Presente". Nell'ultimo
gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme
di 60.330 caduti ignoti.
Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti personali dei soldati
italiani e austro-ungarici.
L'unica donna seppellita nel
sacrario è una crocerossina
morta a 21 anni di
nome Margherita Kaiser
Parodi Orlando. La sua
tomba si trova nella prima
fila e si distingue perché
nella facciata c'è scolpita
una grande croce.
Nata il 16 maggio 1897, si
trovava al fronte con la
madre Maria e la sorella
Olga.
Margherita fu decorata al valor militare,con la medaglia di bronzo il 19 maggio
1917 con la seguente motivazione:"Per essere rimasta serena al suo posto a
confortare gli infermi affidati alle sue cure,mentre il nemico bombardava la
zona dove era situato l'ospedale cui era addetta.“
La sua morte sopravvenne a guerra terminata quando fu colpita da spagnola il
1° dicembre 1918 all'ospedale di Trieste. Aveva 21 anni e 6 mesi.
Il Cimitero di Guerra austro-ungarico di Fogliano di Redipuglia sorge a meno di un
chilometro dal Sacrario di Redipuglia.
CIMITERO AUSTRO-UNGARICO di FOGLIANO
Sul portale d'entrata è ben visibile la scritta Im Leben und im Tode vereint, ovvero
Uniti nella vita e nella morte, in onore dei 14.550 caduti austro-ungarici che vi
giacciono e che sono stati qui tumulati dai vari cimiteri di guerra della zona una volta
dismessi.
Dodicimila ignoti sono posti in tombe comuni; i restanti 2550 sono ricordati da piccoli
cippi in cemento.
1 - Quale fu la prima motivazione che spinse a costruire il
Vittoriano?
2 - Secondo il suo costruttore cosa doveva comunque
rappresentare il monumento?
3 - Da quando è diventato simbolo dell’Italia unita e della
sua libertà?
4 - Quando fu inaugurato e in che occasione?
5 - Chi era allora re d’Italia?
6 - Cosa si trova sulla sommità della scala?
7 - Quale tomba ospita l’Altare della Patria?
8 - Perché la Toscana è rappresentata dalla statua di
Dante?
9 - Cosa rappresentano le due statue che fiancheggiano la
scalinata?
10 - Quali cimeli sono esposti oggi nel Museo del
Risorgimento
11 - Come viene considerata oggi dai critici d’arte
quest’opera?
12 - La I Guerra Mondiale quale nuova identità
ha dato agli Italiani?
13 - Per quale motivo?
14 - A cosa servirono i luoghi commemorativi
creati dopo la fine della guerra?
15 - Cosa è il Sacrario Militare di Redipuglia?
16 - Quale altro cimitero si trova poco distante da
Redipuglia?
17 - Come sono disposte le tombe dei caduti?
18 - Cosa vuole ricordare questa disposizione?

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Il vittoriano

  • 1. il Vittoriano Il Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il nome di Vittoriano o Altare della Patria, è un monumento nazionale situato a Roma, sul Campidoglio, opera dell'architetto Giuseppe Sacconi. È uno dei simboli patri italiani.
  • 2. Il nome "Vittoriano" deriva da Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d'Italia. Alla morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, fu deciso di innalzare un monumento che celebrasse il Padre della Patria e con lui l’intera stagione risorgimentale. Da quando poi, nel 1921, accolse le spoglie del Milite Ignoto, il monumento assunse una nuova valenza simbolica, e quello che era stato pensato inizialmente come monumento dinastico, divenne definitivamente una celebrazione dell'Italia unita e della sua libertà.
  • 3. L'idea di base del Sacconi, d'altra parte, era proprio questa: rappresentare allegoricamente, ma anche geograficamente, tutta l'Italia, per mezzo di raffigurazioni simboliche. Basti pensare ai gruppi scultorei del Pensiero, dell'Azione, della Concordia, della Forza, del Diritto, ai bassorilievi del Lavoro che edifica e feconda, dell'Amor Patrio che combatte e che vince, alle fontane dell'Adriatico e del Tirreno, alle statue delle Regioni d'Italia, ai mosaici della Fede, della Sapienza, della Pace e soprattutto alle quadrighe dell'Unità della Patria e della Libertà dei cittadini. L'unica raffigurazione non simbolica è la statua di Vittorio Emanuele Il Pensiero (G. Monteverde)
  • 4. Il Vittoriano quindi non è mai stato solo un monumento da contemplare, ma da sempre è anche teatro di importanti momenti celebrativi; ciò ha accentuato il suo ruolo di simbolo di identità nazionale. Si pensi alla grandiosa manifestazione del 2 novembre 1915 in ricordo dei caduti di guerra. Soprattutto dal 1921, quando la salma del Milite Ignoto fu tumulata nell'Altare della Patria sotto la statua della dea Roma il 4 novembre, con una cerimonia a cui partecipò un'immensa folla e alla presenza di Vittorio Emanuele III e della regina Margherita, l'idea che il Vittoriano sia l'"Altare della Patria" si è rafforzata e nello stesso tempo l'espressione ha cominciato a indicare non solo tutto il monumento, ma anche il luogo della sepoltura del soldato simbolo di tutti i caduti della Prima guerra mondiale.
  • 5. La prima pietra del monumento fu posta solennemente da Umberto I nel 1885, ma il complesso monumentale venne inaugurato da Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911, in occasione dell'Esposizione internazionale per i cinquant'anni dell'Unità d'Italia, alla presenza della famiglia reale, del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e di seimila sindaci provenienti da tutta Italia. Il complesso del Vittoriano da allora celebra la grandezza e la maestà di Roma, eletta al ruolo di legittima capitale d'Italia, rappresentando l'unità del paese (Patriae Unitati) e la libertà del suo popolo (Civium Libertati).
  • 6. Il monumento è alto 81 m, largo 135 m e ha una superficie totale di 17.000 metri quadrati. Il progetto si ispirava ai grandi santuari ellenistici, come l'altare di Pergamo, e fu ideato come un grande foro aperto ai cittadini, in una sorta di piazza sopraelevata nel cuore della capitale, simbolo di un'Italia unita che si affiancava ai monumenti della Roma dei Cesari e dei Papi. Diversi sono i simboli vegetali che ricorrono nel monumento, fra i quali si ricordano la palma per la vittoria, la quercia per la forza, l'alloro per la pace vittoriosa, il mirto per il sacrificio e l'ulivo per la concordia.
  • 7. Dal giugno 2007 è possibile salire alla terrazza delle quadrighe usufruendo di un ascensore; la terrazza, da cui si ha una vista impareggiabile della città eterna, è anche raggiungibile tramite 196 scalini che partono dal colonnato. Sulla sommità della scalinata è situato l'Altare della Patria, sotto alla statua della Dea Roma; questa indica che, tra gli ideali del Risorgimento, fondamentale era quello di avere la città eterna come capitale d'Italia.
  • 8. Sul terrazzo dell'Altare si trovano diversi gruppi scultorei in marmo botticino, che simboleggiano i valori ideali degli Italiani. I gruppi hanno un'altezza di 6 metri. Da sinistra a destra essi sono: La Forza, La Concordia, Il Sacrificio, Il Diritto. Come detto, alla sommità della scalinata d'accesso si trova l'Altare della Patria, la parte più nota del monumento e con la quale esso viene identificato. L'Altare venne disegnato dallo scultore bresciano Angelo Zanelli, che vinse il concorso appositamente indetto nel 1906. Si tratta dunque dell'unica parte architettonica del Vittoriano i cui lavori, per motivi cronologici, non furono diretti dal Sacconi, che era morto l'anno precedente.
  • 9. Dopo la Prima guerra mondiale, l'Altare della Patria venne scelto per ospitare la tomba del Milite Ignoto. Si tratta di un soldato italiano morto durante la Prima guerra mondiale, che a causa delle gravi ferite non fu possibile riconoscere; proprio per questo motivo egli rappresenta tutti i soldati che morirono durante la guerra. Il milite ignoto fu tumulato nel monumento il 4 novembre del 1921 e da allora la sua tomba è sempre vigilata da un picchetto d'onore e da due fiamme che ardono perennemente.
  • 10. La scalinata che conduce alla terrazza è il miglior punto di osservazione delle statue delle regioni, elementi centrali di tutto il complesso monumentale. La statua della Toscana, è incoronata di alloro come Dante Alighieri, per ricordare che il celebre fiorentino fu il padre della lingua italiana. La fiaccola simboleggia la cultura toscana, che portò luce nell'intera Europa, specie durante il Quattrocento. Lo scudo con il leone di Firenze (detto il marzocco) ricorda il coraggio dei patrioti toscani. La statua è opera dello scultore Italo Griselli, natio delle colline pisane.
  • 11. Elemento fondamentale del monumento è il grande colonnato in stile corinzio, leggermente in curva, inserito tra due propilei a tempietto, che richiamano gli splendori di quello della Nike (la personificazione della Vittoria) dell'acropoli di Atene.
  • 12. Ciascun propileo ha come coronamento due quadrighe bronzee sormontate da Vittorie alate, che ripropongono gli antichi archi di trionfo. Le due quadrighe simboleggiano l'unità della Patria (la scritta PATRIAE UNITATI, a sinistra) e la libertà dei cittadini (la scritta CIVIUM LIBERTATI, a destra) e riassumono le tematiche fondamentali del monumento.
  • 13. Addossate al basamento si trovano le fontane dei due mari, ai lati della scalinata. La fontana di sinistra rappresenta l'Adriatico, con un braccio rivolto a Oriente e con il Leone di San Marco. A destra il mar Tirreno, con la lupa di Roma e la sirena Partenope, a simboleggiare la città di Napoli. In questo modo, il monumento è affiancato, come la penisola stessa, dai due mari maggiori, in modo che esso possa rappresentare, anche geograficamente, l'intero paese.
  • 14. La statua equestre, di Enrico Chiaradia, fu terminata nel 1910 (l'altezza è di 12 metri e la lunghezza di 10; per realizzarla furono fuse 50 tonnellate di bronzo), in occasione della visita di Vittorio Emanuele III.
  • 15. Le autorità decisero di offrire un rinfresco a un ristretto gruppo di invitati tra coloro che parteciparono al progetto e l'evento fu allestito all'interno del ventre del gigantesco cavallo di bronzo, che fu in grado di ospitare più di venti persone, come testimoniano le fotografie d'epoca..
  • 16. All'interno del monumento si trovano degli spazi espositivi dedicati alla storia del Vittoriano stesso, il Sacrario delle bandiere e la sede del Museo centrale del Risorgimento, che da alcuni anni ospita anche mostre temporanee di pittura. Nel museo sono esposti cimeli della Prima guerra mondiale ed anche l'affusto del cannone utilizzato nel 1921 per trasportare il feretro del Milite Ignoto.
  • 17. Una sezione del Museo è dedicata ai personaggi storici del Risorgimento italiano: Cavour, Mazzini, Garibaldi. Altre sezioni illustrano le varie fasi risorgimentali: dalla Restaurazione al 1848, la Repubblica Romana del 1849, la spedizione dei Mille, l'annessione di Roma all'Italia. Un percorso parallelo è dedicato all'approfondimento di temi particolari, come ad esempio il brigantaggio.
  • 18. Il primo giugno 2009 si è aperto al Vittoriano il Museo Nazionale dell'emigrazione italiana, che ha lo scopo di raccontare la storia dell'emigrazione italiana attraverso un percorso cronologico, esponendo materiali di varia tipologia: letteratura, cinematografia, documentari, musica, testimonianze audio, fotografie, giornali e riviste d'epoca, oggetti. Milioni di contadini, operai e piccoli imprenditori, giunti nei paesi più lontani, con i loro sacrifici e affrontando le difficoltà del processo d'integrazione, hanno diffuso nel mondo la cultura ed i valori italiani, contribuendo all'economia e alla cultura dei luoghi ove andarono a vivere.
  • 19. L'edificio ha suscitato nel tempo reazioni diverse; fino agli anni quaranta del Novecento era apprezzato come simbolo nazionale e come esempio di arte "moderna", che si affiancava ai monumenti della Roma imperiale e a quelli della Roma papale.
  • 20. Negli anni settanta e ottanta del Novecento il monumento sollevò invece parecchie polemiche nella critica d'arte, che vedeva nell'edificio un tentativo anacronistico e "mal riuscito" di riportare a Roma la classicità dell'età imperiale. Giornalisti e scrittori polemicamente soprannominarono il monumento "torta nuziale", "macchina per scrivere“ ecc. Inoltre si criticava aspramente la scelta di demolire gli edifici medievali, anche monumentali, che sorgevano sul Campidoglio, al fine di erigere il nuovo monumento e si criticava anche la scelta di usare il marmo botticino, ritenuto di colore troppo chiaro rispetto ad altri monumenti di Roma. il Vittoriano è oggi visto dalla più aggiornata critica d'arte come un importante passo nella ricerca di uno stile nazionale, che doveva caratterizzare il Regno d'Italia da poco costituito. il demolito Arco di San Marco
  • 21. « Il disegno di legge che il Parlamento discute è frutto del sentimento italico, dolce ed ardente ad un tempo. Deve essere rivendicata ai nostri uomini d'arme la priorità del proposito di trasportare solennemente a Roma i resti di un caduto ignoto, perché ivi ricevano i più alti onori dovuti a loro e a seicentomila fratelli. » (Cesare Maria De Vecchi) La tomba del Milite Ignoto è un sacello simbolico che rappresenta tutti i caduti e i dispersi in guerra. Ancora oggi è scenario di cerimonie ufficiali durante le celebrazioni della Festa della Repubblica del 2 giugno e della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre, occasioni in cui le massime cariche dello Stato le rendono solenne omaggio. Nel 1920 il generale Giulio Douhet, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia e in altri Paesi coinvolti nella prima guerra mondiale, propose per primo in Italia di onorare i caduti italiani con la creazione di un monumento al Milite Ignoto a Roma. Fu presentato così alla Camera dei deputati, nel 1921, un disegno di legge finalizzato alla costruzione, anche in Italia, di un monumento dedicato a tutti i soldati italiani morti in guerra:
  • 22. La scelta delle undici salme non fu casuale; ognuna proveniva da una zona precisa del fronte italiano della prima guerra mondiale (Rovereto, le Dolomiti, gli altipiani, il monte Grappa, Montello, il Basso Piave, il Cadore, Gorizia, il Basso Isonzo, il monte San Michele e Castagnevizza del Carso). Le undici bare furono poi trasferite ad Aquileia. Nel frattempo, all'interno del complesso monumentale dell'Altare della Patria a Roma, fu realizzata la tomba che avrebbe ospitato il Milite Ignoto; la salma del soldato italiano sconosciuto sarebbe stata tumulata sotto la statua della dea Roma. La legge fu poi approvata dal parlamento. Tra undici salme di soldati italiani non identificati si sarebbe scelta quella da seppellire solennemente all'Altare della Patria in una tomba che sarebbe diventata il monumento al Milite Ignoto.
  • 23. Il corpo del soldato da tumulare all'Altare della Patria fu scelto il 28 ottobre 1921 nella basilica di Aquileia. Maria Bergamas fu condotta di fronte a undici feretri allineati. Appoggiò lo scialle sulla seconda bara e, dopo essere passata davanti alle prime, non riuscì a proseguire nella ricognizione e si accasciò al suolo davanti alla decima bara su cui, per questo motivo, cadde la scelta. La scelta della salma cui dare solenne sepoltura all'Altare della Patria fu affidata a Maria Bergamas, madre di Antonio Bergamas, volontario irredentista friulano che aveva disertato dall'esercito austroungarico per unirsi a quello italiano e che era morto in combattimento alle falde del monte Cimone di Tonezza (16 giugno 1916) senza che il suo corpo fosse stato mai ritrovato.
  • 24. La bara così selezionata fu quindi collocata sull'affusto di un cannone e deposta su un carro ferroviario disegnato per l'occasione, dopo essere stata scortata da alcuni reduci decorati con la medaglia d'oro al valor militare Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel cimitero di guerra che circonda il tempio romano, nella Tomba dei dieci militi ignoti.
  • 25. Il viaggio verso la Capitale della salma prescelta si compì su treno trainato da una locomotiva a vapore, passando per Udine, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Are zzo, Chiusi, Orvieto, a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione avesse modo di onorare il caduto. Furono molti gli italiani che attesero, a volte anche per ore, il passaggio del convoglio al fine di poter rendere onore alla salma del Milite Ignoto.
  • 26. La cerimonia ebbe il suo epilogo a Roma. Le bandiere di tutti i reggimenti delle forze armate italiane e le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, con re Vittorio Emanuele III di Savoia in testa, accolsero l'arrivo della salma muovendosi incontro al Milite Ignoto; quest'ultimo fu poi portato da un gruppo di decorati di medaglia d'oro nella basilica di Santa Maria degli Angeli.
  • 27. La salma fu sepolta con cerimonia solenne all'Altare della Patria il 4 novembre 1921 in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. L'epigrafe della tomba riporta le scritte "Ignoto militi", "XXIV MAGGIO MCMXV" (24 maggio 1915) e "IV NOVEMBRE MCMXVIII" (4 novembre 1918), date d'inizio e fine del primo conflitto mondiale, mentre sulla porta del simulacro è presente questo epitaffio:
  • 28. Parti della cripta e del sepolcro sono realizzate con materiali lapidei provenienti dalle montagne che furono teatro degli scontri della prima guerra mondiale (tra cui il monte Grappa e il Carso). La tomba del Milite Ignoto è sempre piantonata da militari. Alla guardia provvedono militari delle varie armi delle forze armate italiane, che si avvicendano ogni dieci anni.
  • 29. Il cimitero degli Eroi ad Aquileia La storia ha voluto che in Italia l´identificazione nazionale avvenisse con una guerra. La Prima Guerra Mondiale fu l´avvenimento storico che diede agli italiani il senso di una comune appartenenza. Non lo diedero le leggi dei Governi a tutela della dignità dei cittadini, non lo diede la riforma agraria che avrebbe permesso all´80% della popolazione di sentirsi parte d´uno Stato, non lo diede il suffragio universale maschile che fu dato a ridosso della guerra. Lo diede la guerra, con i costi che ogni famiglia pagò: 650.000 caduti, 984.000 feriti, 21.220 ciechi da un occhio, 1.940 ciechi da entrambi gli ochhi, 4.600 pazzi, 5.440 mutilati al volto, 25.716 tubercolotici, 19.600 neuropatici, 74.620 storpi, 120 privi di entrambe le mani, 120.000 invalidi, 3.260 muti, 6.740 sordi, 100.000 malarici, ecc.
  • 30. La nuova Italia dovette memorizzare i caduti, coloro che avevano dato la vita per la Patria. La fondazione dell´identità nazionale avvenne quindi attraverso la costituzione di luoghi commemorativi, luoghi in cui vengono commemorati avvenimenti e l´immane sacrificio collettivo che aveva compiuto l´unificazione italiana iniziata con il Risorgimento.
  • 31. Sulla fronte del monumento è stata affissa la lapide che contiene le parole pronunciate dal Duca d´Aosta nella cerimonia del 2 Novembre 1919. Ai piedi del monumento venne sepolta Maria Bergamas, la madre triestina che scelse la salma dell´undicesimo Milite Ignoto traslato all´Altare della Patria in Roma. Sulla pietra tombale: Maria Bergamas per tutte le madri IV Novembre MCMLIV. Monumento al Milite Ignoto, opera del Cirilli. Arcosolio in pietra che sovrasta il sarcofago dei 10 militi ignoti tumulati il 4 novembre 1921. AQUILEIA CIMITERO DI GUERRA
  • 32. L´Angelo della carità di Ettore Ximenes (1917), scultura bronzea che rappresenta il soldato morente sostenuto da una figura femminile. Il Sacrificio di Edmondo Furlan (1921), rappresenta il Cristo che dalla croce conforta due fanti morenti ai suoi piedi.
  • 33. E’ un monumentale cimitero militare, in Friuli Venezia Giulia, costruito in epoca fascista e dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Le enormi dimensioni e l'ampia area coinvolta a parco della memoria ne fanno il più grande sacrario militare d'Italia e uno dei più grandi al mondo. Il sacrario militare di Redipuglia (Gorizia)
  • 34. Il Duca d'Aosta, morto nel 1931, chiese di avere l'onore di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di battaglia. La maestosa scalinata, formata da 22 gradoni su cui sono allineate le tombe dei caduti, sul davanti ed alla base della quale sorge, isolata quella del Duca d'Aosta, comandante della 3ª armata, fiancheggiata dalle urne dei suoi generali caduti in combattimento, è simile al poderoso e perfetto schieramento d'una intera grande unità di centomila soldati.
  • 35. Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei 39.857 caduti identificati. Le iscrizioni recano tutte la scritta "Presente", che si rifà al rito d'appello dello squadrismo, quando il capo delle squadre gridava il nome del camerata defunto e la folla inginocchiata rispondeva con il grido "Presente". Nell'ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di 60.330 caduti ignoti. Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani e austro-ungarici.
  • 36. L'unica donna seppellita nel sacrario è una crocerossina morta a 21 anni di nome Margherita Kaiser Parodi Orlando. La sua tomba si trova nella prima fila e si distingue perché nella facciata c'è scolpita una grande croce. Nata il 16 maggio 1897, si trovava al fronte con la madre Maria e la sorella Olga. Margherita fu decorata al valor militare,con la medaglia di bronzo il 19 maggio 1917 con la seguente motivazione:"Per essere rimasta serena al suo posto a confortare gli infermi affidati alle sue cure,mentre il nemico bombardava la zona dove era situato l'ospedale cui era addetta.“ La sua morte sopravvenne a guerra terminata quando fu colpita da spagnola il 1° dicembre 1918 all'ospedale di Trieste. Aveva 21 anni e 6 mesi.
  • 37. Il Cimitero di Guerra austro-ungarico di Fogliano di Redipuglia sorge a meno di un chilometro dal Sacrario di Redipuglia. CIMITERO AUSTRO-UNGARICO di FOGLIANO
  • 38. Sul portale d'entrata è ben visibile la scritta Im Leben und im Tode vereint, ovvero Uniti nella vita e nella morte, in onore dei 14.550 caduti austro-ungarici che vi giacciono e che sono stati qui tumulati dai vari cimiteri di guerra della zona una volta dismessi.
  • 39. Dodicimila ignoti sono posti in tombe comuni; i restanti 2550 sono ricordati da piccoli cippi in cemento.
  • 40. 1 - Quale fu la prima motivazione che spinse a costruire il Vittoriano? 2 - Secondo il suo costruttore cosa doveva comunque rappresentare il monumento? 3 - Da quando è diventato simbolo dell’Italia unita e della sua libertà? 4 - Quando fu inaugurato e in che occasione? 5 - Chi era allora re d’Italia? 6 - Cosa si trova sulla sommità della scala? 7 - Quale tomba ospita l’Altare della Patria? 8 - Perché la Toscana è rappresentata dalla statua di Dante? 9 - Cosa rappresentano le due statue che fiancheggiano la scalinata? 10 - Quali cimeli sono esposti oggi nel Museo del Risorgimento 11 - Come viene considerata oggi dai critici d’arte quest’opera?
  • 41. 12 - La I Guerra Mondiale quale nuova identità ha dato agli Italiani? 13 - Per quale motivo? 14 - A cosa servirono i luoghi commemorativi creati dopo la fine della guerra? 15 - Cosa è il Sacrario Militare di Redipuglia? 16 - Quale altro cimitero si trova poco distante da Redipuglia? 17 - Come sono disposte le tombe dei caduti? 18 - Cosa vuole ricordare questa disposizione?