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l’Isola che non c’é
L'isola Ferdinandea è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri
dalla superficie marina, nel Canale di Sicilia, tra Sciacca e l'isola di Pantelleria.
Le isole fantasma sono isole che nel corso dei secoli sono state accreditate come
realmente esistenti e i cui contorni sono stati tracciati per un periodo di tempo
sulle carte geografiche, dalle quali sono state successivamente rimosse, dopo
averne dimostrato l'inesistenza.
In genere le isole fantasma derivano dalle relazioni dei primi navigatori ed esploratori
di nuove terre. Solitamente la loro presunta esistenza nasceva da errori di
identificazione e localizzazione di isole reali o per errore delle coordinate geografiche
trasportate sulle mappe.
Altre isole fantasma sono probabilmente dovute ad errori di navigazione, ad errate
identificazioni di iceberg e banchi di nebbia o frutto di illusioni ottiche.
In altri casi ancora quelle che venivano ritenute isole sono poi state identificate
come penisole di terre più grandi: dal sedicesimo ad diciottesimo secolo in
molte mappe la California era rappresentata come un'isola.
Mentre le isole fantasma
non sono mai realmente
esistite, altre come l'isola
Thompson, Bermeja
o l'isola del Podestà,
potrebbero essere state
isole reali successivamente
distrutte da
esplosioni vulcaniche,
terremoti o frane
sottomarine o
ancora banchi di sabbia poi
ricoperti dall'acqua.
Tipico esempio è l'isola
Ferdinandea.
La mappa di Zeno del 1558 che mostra la Frislandia,
un'isola fantasma nell‘Oceano Atlantico.
esempio di isola fantastica
L'inesistenza di alcune isole è stata per lungo tempo dibattuta o è di recente scoperta,
come nel caso di Sandy Island (Nuova Caledonia).
L'isola appare su alcune mappe, tra cui quelle disegnate da James Cook nel 1774 e
pubblicate due anni più tardi, ma anche su Google Maps, mentre su Google Earth si vede
soltanto il blu dell'oceano.
Nel 1979 il Servizio idrografico francese, in seguito ad una campagna di rilevazioni aeree,
ha rimosso l'isola dalle sue mappe. Fino a quella data comunque molte mappe indicavano
accanto alla denominazione dell'isola l'abbreviazione ED (esistenza dubbia), riportandone
la possibile esistenza per principio di estrema cautela.
Una ricerca del 2004, analizzando un'eruzione del 2001-2002 di un vulcano presso le
isole Tonga, ha dimostrato che la pietra pomice galleggiante è passata a 20 km di
distanza dal punto in cui l'esistenza di Sandy Island era indicata, proponendo l'ipotesi
che quanto visto dai navigatori e riportato sulle mappe fosse in realtà un aggregato di
pietra pomice di passaggio.
Nel 2012 una spedizione
di scienziati australiani ha certificato
che non ci sono isole in quella zona,
dove il mare è profondo oltre 1 400
metri.
L'isola Ferdinandea è invece veramente esistita.
Oggi è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina,
nel Canale di Sicilia, una zona dove vulcani simili sono molto diffusi, tra Sciacca e
l'isola di Pantelleria.
Essa costituisce i resti di un
apparato vulcanico che emerse nel 1831, a
seguito dell'eruzione sottomarina di un
vulcano, si innalzò dall'acqua formando l'isola,
la quale crebbe fino ad una superficie di circa
4 km² e 65 m di altezza.
Essendo composta prevalentemente da tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente
erodibile dall'azione delle onde, l'isola Ferdinandea non ebbe vita lunga. A conclusione
dell'episodio eruttivo si verificò un rapido smantellamento erosivo dell'isola che
scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832, ponendo fine
temporaneamente alle dispute internazionali sorte circa la sua sovranità.
primo disegno dell'isola
Nel periodo in cui si è elevata sopra il livello del mare, l'isola si presentava con una
forma tronco conica per via della sua attività vulcanica; proprio a causa di quest'ultima
la sua superficie era esclusivamente rocciosa e formata interamente da materiale
residuo delle varie eruzioni.
Altre manifestazioni osservate
dell'attività vulcanica sopra la
superficie marina furono due
laghetti sulfurei costantemente in
ebollizione, situati all'esterno del
vulcano; essi si possono considerare,
insieme allo pseudotorrente formatosi
quando tracimava l'acqua che vi era nel
cratere, come gli unici aspetti idrografici
dell'isola.
Recenti ricerche
oceanografiche hanno
evidenziato che l’isola
costituisce – con i vicini
banchi “Terribile” e
“Nerita” – uno dei coni
accessori del vulcano
sottomarino chiamato
Empedocle, un edificio
vulcanico paragonabile
all’Etna per larghezza
della base e elevato
mediamente di circa
500 metri dal fondo del
mare.
La “caccia” al gigante inabissato dal cuore di
lava è partita poco più di dieci anni fa, nel
1999. il vulcano
Empedocle
Verso la fine di
giugno del 1831,
nel tratto di mare
a metà strada tra
Sciacca e
Pantelleria si
verificarono
alcune scosse
sismiche di
fortissima
intensità, che
vennero avvertite
fino a Palermo e
che causarono
gravi danni alla
costa
sudoccidentale
della Sicilia.
L'emersione
Fu poi segnalata nei giorni seguenti dai pescatori del
luogo, una zona in cui il mare ribolliva continuamente e
dove vi erano morìe di pesci, causate molto
probabilmente dall'esalazione dei gas vulcanici.
Successivamente gli abitanti delle zone vicine e gli equipaggi di
alcune navi di passaggio affermarono di aver visto colonne di fumo e
pietra pomice uscire dalle acque, assieme a violenti zampilli
di lava eruttati dal vulcano.
Il 7 luglio, il capitano della nave Gustavo, riferì di aver avvistato un isolotto alto circa 8
metri che sputava cenere e lapilli. La completa emersione dell'isola avvenne però nella
notte fra il 10 e l'11 luglio 1831, quando dopo una scossa tellurica, il vulcano sottomarino
aprì la sua bocca eruttando detriti e lava che formarono una piccola isola di circa quattro
chilometri di circonferenza e sessanta metri d'altezza.
L'isoletta suscitò
subito l'interesse
di alcune potenze
straniere europee,
che nel mar
Mediterraneo
cercavano punti
strategici per gli
approdi delle loro
flotte, sia
mercantili sia
militari.
L'Inghilterra, che si trovava nelle
acque dell'isola, dopo
un'accurata ricognizione, il 24
agosto 1831 prese possesso di
questa in nome di sua maestà,
piantando la bandiera
britannica e chiamando l'isola
"Graham".
Il nome "Banco di Graham" è
utilizzato ancora oggi nella
cartografia per indicare il banco
sottomarino che costituisce
l'area su cui si trova il vulcano
che diede origine all'isola
Ferdinandea. Il 26 settembre dello stesso anno la Francia,
per contrastare l'azione inglese, inviava il
brigantino La Fleche.
Infatti l'isola è stata battezzata in vari modi dai suoi scopritori e "pretendenti"
poiché si ritrova al centro di una travagliata disputa territoriale tra la Gran Bretagna,
la Francia ed il Regno delle Due Sicilie.
Isola Ferdinandea, stampa anonima dell'epoca
I Francesi fecero approfonditi rilievi e ricognizioni accurate. Il contenuto di queste relazioni
stabiliva che l'isola, sotto l'azione delle onde, aveva subito diverse frane, che a loro volta
avevano provocato grandi erosioni sui fianchi; quindi i crolli avevano trascinato con sé una
grande quantità di detriti. Pertanto l'isola, non avendo una base consistente, si poteva
inabissare bruscamente.
Come gli Inglesi, anche i
Francesi approdarono sull'isola
senza chiedere alcun permesso
a re Ferdinando II di Borbone,
nonostante l'isola fosse sorta
entro acque prossime alle coste
siciliane. Anzi i Francesi la
ribattezzarono "Iulia“, in
riferimento alla sua comparsa
avvenuta nel mese di luglio,
poi posero una targa a futura
memoria e in segno di
possesso venne innalzata sul
punto più alto la bandiera
francese.
Il re Ferdinando II inviò sul posto la corvetta bombardiera Etna al comando del
capitano Corrao il quale, sceso sull'isola, piantò la bandiera borbonica
battezzando l'isola "Ferdinandea" in onore del sovrano, ed ottenendo di
rimettere in discussione la proprietà. Non era così semplice da stabilire, in
quanto l'isola era considerata come Insula in mari nata, cioè, in quanto emersa
dal mare, la prima nazione o persona a mettervi piede avrebbe potuto
rivendicarla legittimamente (in questo caso gli Inglesi).
Questi avvenimenti fecero
montare una protesta degli
abitanti del Regno delle Due
Sicilie; proteste che
arrivarono anche alla casa
borbonica, chiedendo al re
provvedimenti contro i
soprusi inglese e francese.
Non passò molto tempo che il
pronostico francese cominciò ad
avverarsi. Le persone che viaggiavano
sul vaporetto Francesco I riferirono che
l'isola aveva un perimetro di mezzo
miglio e l'altezza si era abbassata.
Dalla fine dell'eruzione l'isola
è soggetta a crolli ed
sprofondamenti.
Il 7 novembre si nota solo una
grande e bassa spiaggia sulla
quale si erge una collina alta
20 metri; a dicembre non si
vede altro che il frangere delle
onde su un basso fondale ed a
gennaio 1832 si notano dei
picchi solo a due metri di
profondità.
L'8 dicembre il capitano Allotta, del
brigantino Achille, ne constatò la
scomparsa, mentre alcune colonne
d'acqua si alzavano e si
abbassavano.
Dell'isola rimaneva un vasto banco
di roccia lavica.
Nel 1846 e nel 1863 l'isoletta è
riapparsa ancora in superficie, per
poi scomparire nuovamente dopo
pochi giorni.
A questo punto la storia dell’isola è conclusa
Di essa rimangono
solo i molti nomi avuti
in seguito alla disputa
internazionale:
Giulia,
Corrao, Graham,
Sciacca, Ferdinandea
…
Con il terremoto del 1968 nella valle del
Belice le acque circostanti il banco di
Graham furono viste intorbidirsi e ribollire,
cosa che venne interpretata come un
probabile segnale che l'isola Ferdinandea
stesse per riemergere.
Così non fu, ma venne segnalato un
movimento nelle acque internazionali di
alcune navi britanniche della flotta del
Mediterraneo.
A scanso di equivoci i Siciliani
posero sulla superficie del banco
sottomarino una targa in pietra,
sulla quale si legge:
« Questo lembo di terra una volta
isola Ferdinandea era e sarà
sempre del popolo siciliano. »
Andata successivamente distrutta,
probabilmente colpita da
un'ancora, la targa è stata
prontamente sostituita.
piatto in ceramica del XIX secolo
Nel 2002 una nuova attività sismica nella zona ha indotto i vulcanologi a immaginare
una nuova eruzione con relativa emersione dell’isola. Per evitare in anticipo una nuova
disputa di sovranità, dei sommozzatori italiani hanno piantato un tricolore sulla cima del
vulcano di cui si aspettava la riemersione. Anche allora le eruzioni non si sono verificate
e la cima di Ferdinandea è rimasta circa 8 metri sotto il livello del mare.
Successivamente il
vulcano è rimasto
dormiente per decenni,
con la cima circa 8 metri
sotto il pelo dell'acqua.
Nel 1986 fu
erroneamente scambiato
per un
sottomarino libico e
colpito da un missile
della U.S. Air Force nella
sua rotta per
bombardare Tripoli.
È quanto è avvenuto in Germania,
esattamente nel Parco Nazionale di
Wattenmeer (una sorta di laguna
del Mare del Nord), dove è nato un
isolotto sabbioso di 14 ettari di
superficie già colonizzato da uccelli
e oltre 50 specie di piante
autoctone.
Natura incredibile. E’ nata un’isola: Norderoogsan
La nuova isola è stata ribattezzata con il nome di Norderoogsand e gli esperti
confermano che l’emersione del primo fazzoletto di terra è iniziato improvvisamente
una decina di anni fa, complici i venti, le correnti e le perfette condizioni
meteorologiche.
La sopravvivenza di
Norderoogsand è dipesa pertanto
sia dall'assenza nella zona di gravi
fenomeni meteorologici marini
nell'ultima decade sia dalla sua
collocazione geografica.
L'isola è infatti situata a ridosso di
altre isole che le offrono riparo
dalla violenza del mare del Nord.
La formazione dell'isolotto
sarebbe dovuta pertanto a
condizioni particolari, poiché
non è raro che a causa
dell'azione delle correnti e
dei venti si formino
improvvisamente banchi di
sabbia che raggiungono la
superficie, ma di solito
vengono distrutti dalle
violente tempeste invernali.
Nel frattempo la natura ha preso possesso del bianco isolotto.
Sono circa cinquanta infatti le specie di piante (ma cinque anni fa erano solo cinque) che
hanno trovato terreno fertile per crescere sulla sabbia di Norderoogsand.
Le foche non disdegnano una sosta tra le dune, alte fino a quattro metri, della neonata
isola e molti sono anche gli uccelli che qui hanno trovato un incontaminato habitat per
nidificare, tra i quali il gabbiano reale nordico, la beccaccia di mare e persino un falco
pellegrino.
Gli esperti non
sono in grado di
prevedere se
l'isola
continuerà a
esistere.
Le possenti
correnti del
mare del Nord
e i venti
sferzanti infatti
potrebbero
dissolverla così
come l'hanno
creata.
Quello che è
certo è che la
sussistenza di
Norderoogsand
non dipenderà
dall'azione
dell'uomo, ma
soltanto dalla
«volontà» di
Madre Natura.
https://www.youtube.com/watch?v=YqC78qhfgCU
«Visto che l'isola sta crescendo in altezza e in ampiezza», hanno auspicato le autorità
locali, «non ci resta che sperare che le tempeste continuino a tenersi alla larga da
Norderoogsand».
Di fronte a tanta incertezza sul futuro, vi è la rassicurazione da parte delle autorità che
mai e poi mai l'isola diventerà un'attrazione turistica di massa. Chi per interesse
scientifico vorrà avvicinarsi alla striscia di sabbia, lunga sette chilometri e mezzo e larga
poco più di due, potrà farlo ma rimanendo a bordo di una barca, sarà infatti
severamente proibito l'approdo.
L'isola Terremoto ( in arabo Zalzala Jazeera) è sorta a ridosso delle coste
del Pakistan in seguito al terremoto di magnitudo 7.7 che lo ha colpito il 24 settembre
2013.
Ma nuove isole continuano a nascere dal mare …
Le prime immagini satellitari dell'isola sono state scattate il 26 settembre.
L'isola si trova nel mare Arabico, non lontana dal confine con l'Iran; ha una forma un
po' ellittica - 176 metri per 160 - con una superficie quindi di 23.000 metri quadrati
circa, ed un'altezza massima di circa 20 metri sul livello del mare.
Gli scienziati sono
divisi:
chi afferma che
l'emersione dell'isola
è stata causata da
un'emissione di gas
metano sul fondo del
mare;
chi che potrebbe
essere un castello
di fango appoggiato
su un fondo marino
e chi che l'isola
potrebbe scomparire
in pochi mesi, dato
che forse si è
originata da
un vulcano di fango.
1) Per quali motivi nel passato si aveva notizia di isole che in realtà non
esistevano?
2) Cosa resta oggi dell’Isola Ferdinandea?
3) Quando nacque e dove?
4) Quali manifestazioni precedettero la comparsa vera e propria dell’isola?
5) Perché ebbe solo pochi mesi di vita?
6) Quali manifestazioni idrografiche si potevano osservare?
7) Perché venne chiamata Ferdinandea?
8) Oggi sappiamo che l’isola era uno dei coni secondari di un vulcano
sottomarino: come si chiama?
9) Quali Nazioni si contesero questo isolotto?
10) Quale particolarità giuridica ha un “insula in mari nata”?
11) L’isola è mai più riemersa?
12) A quale profondità si trova?

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L'isola che non c'è : l'Isola Ferdinandea

  • 1. l’Isola che non c’é L'isola Ferdinandea è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina, nel Canale di Sicilia, tra Sciacca e l'isola di Pantelleria.
  • 2. Le isole fantasma sono isole che nel corso dei secoli sono state accreditate come realmente esistenti e i cui contorni sono stati tracciati per un periodo di tempo sulle carte geografiche, dalle quali sono state successivamente rimosse, dopo averne dimostrato l'inesistenza. In genere le isole fantasma derivano dalle relazioni dei primi navigatori ed esploratori di nuove terre. Solitamente la loro presunta esistenza nasceva da errori di identificazione e localizzazione di isole reali o per errore delle coordinate geografiche trasportate sulle mappe. Altre isole fantasma sono probabilmente dovute ad errori di navigazione, ad errate identificazioni di iceberg e banchi di nebbia o frutto di illusioni ottiche.
  • 3. In altri casi ancora quelle che venivano ritenute isole sono poi state identificate come penisole di terre più grandi: dal sedicesimo ad diciottesimo secolo in molte mappe la California era rappresentata come un'isola. Mentre le isole fantasma non sono mai realmente esistite, altre come l'isola Thompson, Bermeja o l'isola del Podestà, potrebbero essere state isole reali successivamente distrutte da esplosioni vulcaniche, terremoti o frane sottomarine o ancora banchi di sabbia poi ricoperti dall'acqua. Tipico esempio è l'isola Ferdinandea. La mappa di Zeno del 1558 che mostra la Frislandia, un'isola fantasma nell‘Oceano Atlantico.
  • 4. esempio di isola fantastica
  • 5. L'inesistenza di alcune isole è stata per lungo tempo dibattuta o è di recente scoperta, come nel caso di Sandy Island (Nuova Caledonia). L'isola appare su alcune mappe, tra cui quelle disegnate da James Cook nel 1774 e pubblicate due anni più tardi, ma anche su Google Maps, mentre su Google Earth si vede soltanto il blu dell'oceano. Nel 1979 il Servizio idrografico francese, in seguito ad una campagna di rilevazioni aeree, ha rimosso l'isola dalle sue mappe. Fino a quella data comunque molte mappe indicavano accanto alla denominazione dell'isola l'abbreviazione ED (esistenza dubbia), riportandone la possibile esistenza per principio di estrema cautela.
  • 6. Una ricerca del 2004, analizzando un'eruzione del 2001-2002 di un vulcano presso le isole Tonga, ha dimostrato che la pietra pomice galleggiante è passata a 20 km di distanza dal punto in cui l'esistenza di Sandy Island era indicata, proponendo l'ipotesi che quanto visto dai navigatori e riportato sulle mappe fosse in realtà un aggregato di pietra pomice di passaggio. Nel 2012 una spedizione di scienziati australiani ha certificato che non ci sono isole in quella zona, dove il mare è profondo oltre 1 400 metri.
  • 7. L'isola Ferdinandea è invece veramente esistita. Oggi è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina, nel Canale di Sicilia, una zona dove vulcani simili sono molto diffusi, tra Sciacca e l'isola di Pantelleria. Essa costituisce i resti di un apparato vulcanico che emerse nel 1831, a seguito dell'eruzione sottomarina di un vulcano, si innalzò dall'acqua formando l'isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza.
  • 8. Essendo composta prevalentemente da tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall'azione delle onde, l'isola Ferdinandea non ebbe vita lunga. A conclusione dell'episodio eruttivo si verificò un rapido smantellamento erosivo dell'isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832, ponendo fine temporaneamente alle dispute internazionali sorte circa la sua sovranità. primo disegno dell'isola
  • 9. Nel periodo in cui si è elevata sopra il livello del mare, l'isola si presentava con una forma tronco conica per via della sua attività vulcanica; proprio a causa di quest'ultima la sua superficie era esclusivamente rocciosa e formata interamente da materiale residuo delle varie eruzioni. Altre manifestazioni osservate dell'attività vulcanica sopra la superficie marina furono due laghetti sulfurei costantemente in ebollizione, situati all'esterno del vulcano; essi si possono considerare, insieme allo pseudotorrente formatosi quando tracimava l'acqua che vi era nel cratere, come gli unici aspetti idrografici dell'isola.
  • 10. Recenti ricerche oceanografiche hanno evidenziato che l’isola costituisce – con i vicini banchi “Terribile” e “Nerita” – uno dei coni accessori del vulcano sottomarino chiamato Empedocle, un edificio vulcanico paragonabile all’Etna per larghezza della base e elevato mediamente di circa 500 metri dal fondo del mare. La “caccia” al gigante inabissato dal cuore di lava è partita poco più di dieci anni fa, nel 1999. il vulcano Empedocle
  • 11. Verso la fine di giugno del 1831, nel tratto di mare a metà strada tra Sciacca e Pantelleria si verificarono alcune scosse sismiche di fortissima intensità, che vennero avvertite fino a Palermo e che causarono gravi danni alla costa sudoccidentale della Sicilia. L'emersione
  • 12. Fu poi segnalata nei giorni seguenti dai pescatori del luogo, una zona in cui il mare ribolliva continuamente e dove vi erano morìe di pesci, causate molto probabilmente dall'esalazione dei gas vulcanici. Successivamente gli abitanti delle zone vicine e gli equipaggi di alcune navi di passaggio affermarono di aver visto colonne di fumo e pietra pomice uscire dalle acque, assieme a violenti zampilli di lava eruttati dal vulcano.
  • 13. Il 7 luglio, il capitano della nave Gustavo, riferì di aver avvistato un isolotto alto circa 8 metri che sputava cenere e lapilli. La completa emersione dell'isola avvenne però nella notte fra il 10 e l'11 luglio 1831, quando dopo una scossa tellurica, il vulcano sottomarino aprì la sua bocca eruttando detriti e lava che formarono una piccola isola di circa quattro chilometri di circonferenza e sessanta metri d'altezza. L'isoletta suscitò subito l'interesse di alcune potenze straniere europee, che nel mar Mediterraneo cercavano punti strategici per gli approdi delle loro flotte, sia mercantili sia militari.
  • 14. L'Inghilterra, che si trovava nelle acque dell'isola, dopo un'accurata ricognizione, il 24 agosto 1831 prese possesso di questa in nome di sua maestà, piantando la bandiera britannica e chiamando l'isola "Graham". Il nome "Banco di Graham" è utilizzato ancora oggi nella cartografia per indicare il banco sottomarino che costituisce l'area su cui si trova il vulcano che diede origine all'isola Ferdinandea. Il 26 settembre dello stesso anno la Francia, per contrastare l'azione inglese, inviava il brigantino La Fleche. Infatti l'isola è stata battezzata in vari modi dai suoi scopritori e "pretendenti" poiché si ritrova al centro di una travagliata disputa territoriale tra la Gran Bretagna, la Francia ed il Regno delle Due Sicilie. Isola Ferdinandea, stampa anonima dell'epoca
  • 15. I Francesi fecero approfonditi rilievi e ricognizioni accurate. Il contenuto di queste relazioni stabiliva che l'isola, sotto l'azione delle onde, aveva subito diverse frane, che a loro volta avevano provocato grandi erosioni sui fianchi; quindi i crolli avevano trascinato con sé una grande quantità di detriti. Pertanto l'isola, non avendo una base consistente, si poteva inabissare bruscamente. Come gli Inglesi, anche i Francesi approdarono sull'isola senza chiedere alcun permesso a re Ferdinando II di Borbone, nonostante l'isola fosse sorta entro acque prossime alle coste siciliane. Anzi i Francesi la ribattezzarono "Iulia“, in riferimento alla sua comparsa avvenuta nel mese di luglio, poi posero una targa a futura memoria e in segno di possesso venne innalzata sul punto più alto la bandiera francese.
  • 16. Il re Ferdinando II inviò sul posto la corvetta bombardiera Etna al comando del capitano Corrao il quale, sceso sull'isola, piantò la bandiera borbonica battezzando l'isola "Ferdinandea" in onore del sovrano, ed ottenendo di rimettere in discussione la proprietà. Non era così semplice da stabilire, in quanto l'isola era considerata come Insula in mari nata, cioè, in quanto emersa dal mare, la prima nazione o persona a mettervi piede avrebbe potuto rivendicarla legittimamente (in questo caso gli Inglesi). Questi avvenimenti fecero montare una protesta degli abitanti del Regno delle Due Sicilie; proteste che arrivarono anche alla casa borbonica, chiedendo al re provvedimenti contro i soprusi inglese e francese.
  • 17. Non passò molto tempo che il pronostico francese cominciò ad avverarsi. Le persone che viaggiavano sul vaporetto Francesco I riferirono che l'isola aveva un perimetro di mezzo miglio e l'altezza si era abbassata. Dalla fine dell'eruzione l'isola è soggetta a crolli ed sprofondamenti. Il 7 novembre si nota solo una grande e bassa spiaggia sulla quale si erge una collina alta 20 metri; a dicembre non si vede altro che il frangere delle onde su un basso fondale ed a gennaio 1832 si notano dei picchi solo a due metri di profondità.
  • 18. L'8 dicembre il capitano Allotta, del brigantino Achille, ne constatò la scomparsa, mentre alcune colonne d'acqua si alzavano e si abbassavano. Dell'isola rimaneva un vasto banco di roccia lavica. Nel 1846 e nel 1863 l'isoletta è riapparsa ancora in superficie, per poi scomparire nuovamente dopo pochi giorni.
  • 19. A questo punto la storia dell’isola è conclusa Di essa rimangono solo i molti nomi avuti in seguito alla disputa internazionale: Giulia, Corrao, Graham, Sciacca, Ferdinandea …
  • 20. Con il terremoto del 1968 nella valle del Belice le acque circostanti il banco di Graham furono viste intorbidirsi e ribollire, cosa che venne interpretata come un probabile segnale che l'isola Ferdinandea stesse per riemergere. Così non fu, ma venne segnalato un movimento nelle acque internazionali di alcune navi britanniche della flotta del Mediterraneo. A scanso di equivoci i Siciliani posero sulla superficie del banco sottomarino una targa in pietra, sulla quale si legge: « Questo lembo di terra una volta isola Ferdinandea era e sarà sempre del popolo siciliano. » Andata successivamente distrutta, probabilmente colpita da un'ancora, la targa è stata prontamente sostituita. piatto in ceramica del XIX secolo
  • 21. Nel 2002 una nuova attività sismica nella zona ha indotto i vulcanologi a immaginare una nuova eruzione con relativa emersione dell’isola. Per evitare in anticipo una nuova disputa di sovranità, dei sommozzatori italiani hanno piantato un tricolore sulla cima del vulcano di cui si aspettava la riemersione. Anche allora le eruzioni non si sono verificate e la cima di Ferdinandea è rimasta circa 8 metri sotto il livello del mare. Successivamente il vulcano è rimasto dormiente per decenni, con la cima circa 8 metri sotto il pelo dell'acqua. Nel 1986 fu erroneamente scambiato per un sottomarino libico e colpito da un missile della U.S. Air Force nella sua rotta per bombardare Tripoli.
  • 22. È quanto è avvenuto in Germania, esattamente nel Parco Nazionale di Wattenmeer (una sorta di laguna del Mare del Nord), dove è nato un isolotto sabbioso di 14 ettari di superficie già colonizzato da uccelli e oltre 50 specie di piante autoctone. Natura incredibile. E’ nata un’isola: Norderoogsan La nuova isola è stata ribattezzata con il nome di Norderoogsand e gli esperti confermano che l’emersione del primo fazzoletto di terra è iniziato improvvisamente una decina di anni fa, complici i venti, le correnti e le perfette condizioni meteorologiche.
  • 23. La sopravvivenza di Norderoogsand è dipesa pertanto sia dall'assenza nella zona di gravi fenomeni meteorologici marini nell'ultima decade sia dalla sua collocazione geografica. L'isola è infatti situata a ridosso di altre isole che le offrono riparo dalla violenza del mare del Nord. La formazione dell'isolotto sarebbe dovuta pertanto a condizioni particolari, poiché non è raro che a causa dell'azione delle correnti e dei venti si formino improvvisamente banchi di sabbia che raggiungono la superficie, ma di solito vengono distrutti dalle violente tempeste invernali.
  • 24. Nel frattempo la natura ha preso possesso del bianco isolotto. Sono circa cinquanta infatti le specie di piante (ma cinque anni fa erano solo cinque) che hanno trovato terreno fertile per crescere sulla sabbia di Norderoogsand. Le foche non disdegnano una sosta tra le dune, alte fino a quattro metri, della neonata isola e molti sono anche gli uccelli che qui hanno trovato un incontaminato habitat per nidificare, tra i quali il gabbiano reale nordico, la beccaccia di mare e persino un falco pellegrino. Gli esperti non sono in grado di prevedere se l'isola continuerà a esistere. Le possenti correnti del mare del Nord e i venti sferzanti infatti potrebbero dissolverla così come l'hanno creata.
  • 25. Quello che è certo è che la sussistenza di Norderoogsand non dipenderà dall'azione dell'uomo, ma soltanto dalla «volontà» di Madre Natura. https://www.youtube.com/watch?v=YqC78qhfgCU «Visto che l'isola sta crescendo in altezza e in ampiezza», hanno auspicato le autorità locali, «non ci resta che sperare che le tempeste continuino a tenersi alla larga da Norderoogsand». Di fronte a tanta incertezza sul futuro, vi è la rassicurazione da parte delle autorità che mai e poi mai l'isola diventerà un'attrazione turistica di massa. Chi per interesse scientifico vorrà avvicinarsi alla striscia di sabbia, lunga sette chilometri e mezzo e larga poco più di due, potrà farlo ma rimanendo a bordo di una barca, sarà infatti severamente proibito l'approdo.
  • 26. L'isola Terremoto ( in arabo Zalzala Jazeera) è sorta a ridosso delle coste del Pakistan in seguito al terremoto di magnitudo 7.7 che lo ha colpito il 24 settembre 2013. Ma nuove isole continuano a nascere dal mare … Le prime immagini satellitari dell'isola sono state scattate il 26 settembre. L'isola si trova nel mare Arabico, non lontana dal confine con l'Iran; ha una forma un po' ellittica - 176 metri per 160 - con una superficie quindi di 23.000 metri quadrati circa, ed un'altezza massima di circa 20 metri sul livello del mare.
  • 27. Gli scienziati sono divisi: chi afferma che l'emersione dell'isola è stata causata da un'emissione di gas metano sul fondo del mare; chi che potrebbe essere un castello di fango appoggiato su un fondo marino e chi che l'isola potrebbe scomparire in pochi mesi, dato che forse si è originata da un vulcano di fango.
  • 28. 1) Per quali motivi nel passato si aveva notizia di isole che in realtà non esistevano? 2) Cosa resta oggi dell’Isola Ferdinandea? 3) Quando nacque e dove? 4) Quali manifestazioni precedettero la comparsa vera e propria dell’isola? 5) Perché ebbe solo pochi mesi di vita? 6) Quali manifestazioni idrografiche si potevano osservare? 7) Perché venne chiamata Ferdinandea? 8) Oggi sappiamo che l’isola era uno dei coni secondari di un vulcano sottomarino: come si chiama? 9) Quali Nazioni si contesero questo isolotto? 10) Quale particolarità giuridica ha un “insula in mari nata”? 11) L’isola è mai più riemersa? 12) A quale profondità si trova?