2. Cosa sono le fiabe?
Le fiabe sono una narrazione
della tradizione popolare
destinate ai bambini. Sono
caratterizzate da racconti medio-
brevi, che narrano di avvenimenti
e personaggi fantastici. Molte di
queste hanno radici religiose.
3. Che cosa fanno le fiabe?
Le fiabe sono la forma d'arte
unica che intrattengono e
divertono il bambino, aiutandolo
contemporaneamente a
crescere.
4. Che cosa fanno le fiabe?
Accompagnano il bambino alla
ricerca della sua identità e della
sua vocazione, suggerendo
quali esperienze sono
necessarie per sviluppare il suo
carattere.
5. Qual è il proposito delle fiabe?
Il loro proposito è chiarire
utilizzando un linguaggio
simbolico e comprensibile, i
processi interiori che hanno
origine nel bambino.
6. Origine delle fiabe...
● Nel V sec. a.C. Platone scriveva che le anziane per educare i
bambini raccontavano loro i “Mythoi”;
● Alcune fiabe sono state ritrovate in papiri e stele d'Egitto;
● Nel corso dell'800 i Fratelli Grimm iniziarono a raccogliere e
trascrivere le fiabe popolari.
7. Origine delle fiabe...
Durante il XIX sec. alcuni
studiosi cercarono di capire e
di spiegare per quale motivo
nelle fiabe vi fossero dei
motivi ricorrenti. Non
trovarono spiegazioni a
riguardo e si dedicarono alla
ricerca del luogo e del
momento in cui nacquero le
fiabe.
8. Origine delle fiabe...
Oggi si va diffondendo l'interpretazione psicologica delle
fiabe, utilizzata nel corso del '900 da:
● Freud: si è preoccupato di mostrare quali tipi di processi
repressi o inconsci ci siano alla base dei miti e delle fiabe;
● Jung: propone la teoria dell'inconscio collettivo, sostenendo
che le fiabe siano l'espressione di questo e che consentano
di studiare meglio l'anatomia della psiche.
9. Fiabe e miti
I miti e le fiabe ci parlano
attraverso un linguaggio di
simboli che rappresenta un
contenuto inconscio. Essi si
rivolgono sia alla nostra
mente conscia che inconscia
e ai suoi tre aspetti: Es, Io e
Super-io.
10. Fiabe e miti
Le fiabe illustrano
un'integrazione dell'Io, con
una conseguente
soddisfazione dei desideri
dell'Es.
I miti rappresentano le
richieste del Super-io in
conflitto con l'Es e con i
desideri di
autoconservazione dell'Io.
11. Fiabe e miti
Le fiabe sono ottimistiche,
rassicurano, infondono speranza
nel futuro e il loro finale è
sempre lieto.
Il mito è pessimistico, infatti il
finale dei miti è quasi sempre
tragico.
12. Fiabe e storie reali
Oggi alcuni genitori raccontano ai propri figli solo storie reali,
ovvero storie false per la realtà interiore del bambino.
Fanno tutto ciò per due motivi:
1) credono che le fiabe illudano il bambino, poiché parlano di un
mondo fantastico che non esiste;
2) temono di raccontare loro bugie.
13. Personaggi delle fiabe
I personaggi delle fiabe sono
buoni o cattivi, incarnano cioè il
bene o il male.
I personaggi e gli eventi nelle
fiabe personificano e illustrano
al bambino i suoi conflitti interiori
suggerendogli come risolverli.
14. Come raccontare le fiabe
Le fiabe dovrebbero essere
narrate e non lette per
trasmettere tutti i loro
significati simbolici.
Chi narra le fiabe dovrebbe
essere coinvolto emotivamente,
sia dalla storia sia dal bambino,
comprendendo quanto la fiaba
scelta dal piccolo sia importante
per lui.
15. Fiabe e sviluppo cognitivo
Le fiabe promuovono lo sviluppo cognitivo del bambino
attraverso la trasmissione di informazioni dettagliate
riguardanti il mondo della natura e i rapporti interpersonali.
16. Fiabe e sviluppo emotivo
Le fiabe promuovono lo sviluppo emotivo del bambino, lo porta
a conoscenza delle emozioni che prova, anche quelle negative,
come la rabbia, il disgusto, la paura e l'ansia.
17. Le fiabe promuovono lo sviluppo linguistico del bambino,
perché il bambino comincerà a utilizzare il linguaggio acquisito
per narrare le fiabe che lo rappresentano.
Accelerando il suo sviluppo linguistico.
Fiabe e sviluppo linguistico
18. Cenerentola: origine della fiaba
“Cenerentola” è una delle più antiche e
famose fiabe, nata come novella in Cina
durante il IX sec. a.C..
Di Cenerentola esistono varie versioni,
ma tutto ha inizio dalla novella di Basile
“La Gatta Cenerentola” .
19. Cenerentola: significato simbolico
Il nome “Cenerentola” in origine indicava una condizione di
inferiorità rispetto ai propri fratelli e sorelle,
indipendentemente dal sesso.
Successivamente è stato Perrault a conferire a “Cenerentola”
il significato di ragazza che vive in mezzo alla cenere.
20. Cenerentola così come la
conosciamo noi oggi viene
recepita come una storia
che racconta della rivalità
fraterna nella sua forma più
estrema.
Cenerentola: significato simbolico
21. In questa fiaba i rapporti tra
fratelli e sorelle vengono
sostituiti con i rapporti tra
sorellastre, per rendere più
accettabile la rivalità
fraterna che tra fratelli e
sorelle non dovrebbe mai
venirsi a creare.
Cenerentola: significato simbolico
22. Cenerentola: significato simbolico
Le varie versioni di questa fiaba mostrano le esperienze
interiori del bambino che è alle prese con la sensazione di
essere primeggiato dai suoi fratelli o sorelle.
Un figlio unico può provare la rivalità fraterna nei confronti di
altri bambini che potrebbero avere dei vantaggi su di lui.
23. “Cenerentola” ricorda al bambino
quanto è fortunato, perché il
bambino tende a identificarsi
nella protagonista, ma per
quanto gli possa sembrare che lo
trattino male, tutto questo non è
nulla rispetto alla sorte toccata a
Cenerentola.
Cenerentola: significato simbolico
24. Questa storia insegna a chi la ascolta che è grazie ai
propri sforzi e alla propria personalità che Cenerentola
trascende la sua condizione degradata.
L'ascoltatore è così portato a pensare che anche per lui
varrà lo stesso.
Cenerentola: significato simbolico
25. Differenze tra “La Gatta Cenerentola”
e “Cenerentola”
LA GATTA CENERENTOLA
La protagonista si chiama
Zezolla;
È la protagonista a crearsi il
suo destino con le sue trame.
CENERENTOLA
La protagonista si chiama
Cenerentola;
La protagonista è innocente
26. Differenze tra “La Gatta Cenerentola”
e “Cenerentola”
LA GATTA CENERENTOLA
Zezolla ha una relazione
edipica con il padre;
Non vi è rivalità fraterna.
CENERENTOLA
Cenerentola non ha alcuna
relazione edipica con il
padre;
Vi è rivalità fraterna.
27. Cenerentola: versioni
Le due versioni più conosciute di Cenerentola successive
alla novella di Basile sono:
● Cenerentola di Pennault
● Cenerentola dei Fratelli Grimm
28. Cenerentola di Perrault e dei Fratelli
Grimm a confronto
PERRAULT
Cenerentola di propria
iniziativa consigliò alle
sorellastre i migliori dei modi
e si offrì di acconciare loro i
capelli;
FRATELLI GRIMM
Le sorellastre ordinano a
Cenerentola di pettinarle e
lucidare le loro scarpe;
29. Cenerentola di Perrault e dei Fratelli
Grimm a confronto
PERRAULT
Un gentiluomo che cerca la
legittima proprietaria della
scarpina;
La scarpina è di vetro;
FRATELLI GRIMM
Il principe che cerca la
proprietaria della scarpetta;
La scarpina è d'oro;
30. Cenerentola di Perrault e dei Fratelli
Grimm a confronto
PERRAULT
Non si narra delle sorellastre
che si mutilano i piedi;
FRATELLI GRIMM
Le sorellastre si mutilano i
piedi (simbolo inconscio di
castrazione);
31. Cenerentola di Perrault e dei Fratelli
Grimm a confronto
PERRAULT
Alla fine della storia
Cenerentola da alle sue
sorellastre un appartamento
ciascuno a palazzo e trova
loro marito.
FRATELLI GRIMM
Le sorellastre vanno al
matrimonio di Cenerentola
volutamente per
ingraziarsela, ma degli uccelli
all'andata e al ritorno,
strappano un occhio
ciascuno alle due sorellastre,
rendendole cieche.