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I documenti raccontano
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Progetto i documenti raccontano
Progetto della Regione Lombardia
Direttore progetto: Roberto Grassi
U. O. Portale del patrimonio culturale
e valorizzazione degli archivi storici
Soggetto partner
Azienda di servizi alla persona
Istituti milanesi Martinitt e Stelline
e Pio Albergo Trivulzio
Archivio Storico e Iniziative Culturali
Dirigente amministrativo: Cristina Cenedella
Con il finanziamento di
Soggetto realizzatore
Cooperativa CAeB, Milano
Ricerca e redazione di: Giorgio Sassi
La Voce dei Martinitt
Cronologia
1892
Luogo
Milano
Vicenda
La mattina di domenica 10 aprile 1892 il sedicenne Eugenio Boles fu
espulso dall’Orfanotrofio maschile per aver contestato, mentre si
trovava in refettorio per la cena, la punizione inflittagli –
privazione del vino – per un episodio di insubordinazione di cui
era stato protagonista due giorni prima nella camerata.
La sera stessa, in segno di solidarietà verso il compagno espulso,
gli orfani della sezione II iniziarono a rumoreggiare, prima in
refettorio poi, terminata la cena, in cortile. E anche dopo il
ritorno nelle camerate i ragazzi continuarono a mormorare “come
mare in tempesta”.
La contestazione si ripeté la sera successiva, ma questa volta con
maggiore impeto. Alle grida in refettorio seguì un vero e proprio
tumulto in cortile, dove gli orfani iniziarono a lanciare sassi
contro i vetri degli uffici, rompendone parecchi; né a placare gli
animi valse l’intervento del personale dell’Orfanotrofio. Alcuni
addetti decisero allora di recarsi alla vicina caserma di Santa
Prassede per chiedere l’intervento dei soldati, all’arrivo dei
quali – circa una cinquantina - gli orfani cessarono la sassaiola e
rientrarono nelle camerate. Alle nove la calma era tornata
nell’Orfanotrofio. Ai disordini avevano partecipato oltre duecento
dei 360 orfani accolti presso l’Istituto.
L’episodio ebbe larga eco sulla stampa cittadina, soprattutto su
quella di orientamento conservatore, che criticò aspramente il
comportamento degli orfani, soprattutto quando, terminata la
rivolta, essi osarono avanzare delle rivendicazioni per mezzo della
Società Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio: un
sussidio all’orfano espulso fino al compimento dei 18 anni;
allontanamento dei due censori e sostituzione di questa figura con
quella di un vice-rettore unico; stesura di un nuovo regolamento,
con il contributo di un ex allievo, e sua successiva diffusione;
costituzione di un Consiglio di disciplina quale anello di
congiunzione tra il Consiglio di amministrazione e gli orfani;
scelta oculata degli assistenti di camerata; migliore qualità del
vitto; sostituzione del catechista e riduzione dell’insegnamento
religioso; riforma delle officine.
A questo punto fu chiaro che non si era più di fronte ad una
semplice protesta per l’espulsione di un compagno, quello che gli
orfani mettevano in discussione era il funzionamento stesso
dell’Istituto e la sua gerarchia, rivendicando per se stessi un
ruolo attivo nella riforma.
Immediatamente il quotidiano conservatore La Perseveranza parlò
allora di perniciose influenze provenienti dall’esterno
dall’Istituto - alludendo alle dottrine anarchica e socialista -
che furono la causa “di un pervertimento che fa davvero
rabbrividire per l’avvenire di questi giovanetti”.
Per difendersi da questi attacchi e per far valere le proprie
ragioni, gli orfani decisero allora di pubblicare anch’essi un
giornale. Il 24 aprile uscì il numero unico de “La Voce dei
Martinitt. Per la giustizia e per la verità”, che si apriva con
l’articolo di fondo “La nostra difesa” a firma de “gli orfani di
Milano”; seguivano altri articoli di importanti personalità della
sinistra italiana, da Filippo Turati a Pietro Gori.
Dopo aver rilevato come per taluni i “ragazzi per bene” fossero
soltanto quelli che fin dalla prima età si adattavano “a tutte le
forme della pecoraggine umana”, senza “scatti d’entusiasmo per
un’idea generosa, né ribellioni di sdegno contro un’ingiustizia
manifesta”, nel loro articolo “gli orfani di Milano” sostennero con
forza il loro diritto di protestare contro le ingiustizie e le
prepotenze di “qualche tirannello moderno in veste di rettore o
pedagogo di un qualche Istituto più o meno pio”. L’Orfanotrofio –
proseguivano gli orfani - non doveva essere una casa di correzione,
come qualcuno sembrava pensare; quegli stessi che ritenevano che i
“buoni e bravi operai” dovessero essere degli “uomini macchina”,
“pecorelle senza pensiero e senza cuore, che si lasciano vilmente
tosare e percuotere senza un moto di rivolta, senza un grido di
sdegno”. Godere dei benefici della carità cittadina non doveva
necessariamente comportare l’accettazione supina di ogni ingiuria o
sopruso e la ribellione contro l’ingiustizia non doveva essere
considerata violenza “ma lotta per il diritto”. L’articolo si
concludeva con un’esortazione ai milanesi: “Lasciateci non esser
più solamente una fabbrica di buoni e bravi operai, cessate di
considerarci come una semplice fucina di futuri strumenti di
produzione. Permettete […] che un po’ d’aria di libertà ci educhi
alla respirazione vasta e salubre delle primavere nuove che sorgono
[…]”
Ma gli avvenimenti che seguirono non andarono in questa direzione.
La rivolta dei martinitt, del resto, aveva provocato significativi
rivolgimenti anche ai vertici dell’Istituto. Subito dopo i
disordini, infatti, il rettore dell’Orfanotrofio venne collocato a
riposo e uno dei due censori fu sospeso per avere arbitrariamente
chiamato la truppa, il cui intervento costò inoltre l’arresto sia
al tenente comandante che al tenente di picchetto. Alla metà di
maggio fu infine lo stesso Consiglio di amministrazione a
rassegnare le proprie dimissioni, anch’esso nel mirino della stampa
conservatrice per la scarsa energia mostrata nell’affrontare la
situazione.
La repressione nei confronti dei martinitt a quel punto era
comunque già iniziata e con la nomina del nuovo Consiglio subì un
ulteriore inasprimento. Decine furono gli orfani sanzionati con l’
ammonizione presidenziale e per alcuni la misura scelta fu ancora
più drastica, ovvero l’espulsione dall’Orfanotrofio: tra essi Luigi
Luvoni, Giuseppe Guzzi, Amleto Corsetti, Luigi Spini, Alfredo
Labaiani, Enrico Vaghi e altri ancora. Contemporaneamente la
sorveglianza sugli orfani divenne opprimente, dentro e fuori
l’Istituto. Numerosi furono allora i sequestri di libri e di
riviste considerate sovversive e sistematici divennero i controlli
sugli orfani che si recavano a lavorare presso officine esterne.
L’intento era quello di individuare ed allontanare gli orfani
ritenuti pericolosi e di impedire la penetrazione dell’anarchismo
nell’Orfanotrofio, una vicenda che ci è nota attraverso il “diario
riservato della propaganda anarchica”, redatto dal nuovo rettore,
Francesco Pesenti, tra il settembre 1892 e l’agosto 1894.
Elenco documenti
01a. Frontespizio del fascicolo personale di Eugenio Boles, Milano, 1885-
1892
01b. Rapporto speciale dell'assistente alla camerata sulla mancanza
commessa dall’orfano Eugenio Boles, Milano, 6 aprile 1892
01c. Rapporto del censore Ossola sulle mancanze commesse dall’orfano
Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892
01d. Comunicazione del censore circa l’autorizzazione della Presidenza
all’espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892
01e. Rapporto del rettore dell’Orfanotrofio sul provvedimento preso nei
confronti dell’orfano Eugenio Boles, 12 apr. 1892 (prot. 569/1892)
02. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di
espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 15 apr. 1892
03. comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli
ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e
LL.PP. annessi circa le richieste fatte dai martinitt, Milano, 20 aprile
1892
04. Risposta del Consiglio degli Orfanotrofi alla presidenza della Soc.
Ordine e lavoro, Milano, 16 mag. 1892 (prot. 590/1892)
05. Comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli
ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e
LL.PP. annessi circa le richieste votate dall’assemblea degli orfani
tenutasi il 7 giugno, Milano, 14 giugno 1892
--------------
06. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di
collocamento a riposo del rettore dell’Orfanotrofio maschile cav.
Viganoni, Milano, 7 maggio 1892
07. Relazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile
sull’andamento disciplinare della Comunità, Milano, 13 maggio 1892
08. Comunicazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile
in merito alle ammonizioni comminate ad alcuni orfani, Milano, 16 maggio
1892
09. Elenco degli orfani che per cattiva condotta si propongono per
l’ammonizione presidenziale, Milano, s.d.
10. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi, con
cui viene inflitta l’ammonizione presidenziale a 18 orfani, Milano, 22
maggio 1892
11a. Rapporto del ff Rettore relativo all’ammonizione presidenziale
inflitta ad alcuni orfani e la reazione avuta dagli stessi, Milano, 23
maggio 1892 (prot. 294-1892)
11b. Elenco degli orfani che dopo i fatti delle giornate dell’11 e 12
aprile ricevettero l’ammonizione presidenziale, Milano, s.d. (prot. 294-
1892)
12. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di
espulsione degli orfani Corsetti, Spini e Labaiani, Milano, 25 maggio
1892
13a. Comunicazione della R. Questura di Milano al Presidente del
Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi
sequestrati a ricoverati dell’Orfanotrofio maschile, Milano, 7 giugno
1892
13b. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al
Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi
sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 8 giugno 1892
13c. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al
Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi
sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 10 giugno 1892
13d. Elenco degli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati
dell’Orfanotrofio maschile, Milano, s.d.
14. “Memorie del cav. Melzi Valentino”, ff. di rettore dell’Orfanotrofio
maschile, per il suo successore Francesco Pesenti, entrato in carica il
1° settembre 1892
15. “Diario della propaganda anarchica”, diario riservato del rettore
Francesco Pesenti, Milano, settembre 1892 - 5 agosto 1894.
Trascrizione dei documenti
01b. Rapporto speciale dell'assistente alla camerata sulla mancanza
commessa dall’orfano Eugenio Boles, Milano, 6 aprile 1892
Orfanotrofio maschile
Milano, 6 aprile 1892
Sez. 2° Rapporto speciale camerata 6
Eg. Sig. censore
Per quanto sembra l’orfano Boles deve credersi esonerato di tutto quanto
è dovere ed obbedienza. Per esempio questa mattina vedo che, al contrario
di quello che fanno gli altri, il su citato faceva i letto senza prima
disfarlo come è ordinato.
Lo scrivente faceva osservare a quegli che lasciasse i letto disfatto,
andasse a lavarsi, quindi tornare al suo lavoro, ma non ci fu mezzo da
farsi obbedire, anzi ne fece meraviglia che l’assistente dovesse guardare
a quelle Bambanate (come dice esso) e che quelle erano osservazioni da
farsi ai bambocci e non a lui e molte altre ragioni che tutte sommate
volevano dire (voglio far quello che mi piace e come mi piace) quando poi
gli dissi che gli avrei fatto rapporto al Sig. Censore, allora dando in
una sonora risata, rispose a me mi fa, lo faccia pure. Non dissi più
niente per non perdere la pazienza.
L’Assistente alla camerata, Bongiovanni
01c. Rapporto del censore Ossola sulle mancanze commesse dall’orfano
Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892
Il Censore
dell’Orfanotrofio maschile di Milano
9/4/1892
On. Sig. Rettore
Il Boles per la mancanza commessa il 6 and. in dormitorio – presente il
sig. Dongiovanni fu ammonito da me e privato della pietanza per una volta
e la punizione gli fu comunicata da me.Per inavvertenza dell’inserviente
Zappa non la subì ancora. S.S. aggiunse alla mia punizione la privazione
del vino per una volta, che subì ieri.
Ieri sera in refettorio appena finito di far dare i segnali, il Boles si
presentò a me a chiedere il perché fu privato del vino.
A dir la verità non lo so, risposi. Intervenne tosto il sig. Sidoli
dicendo che tale punizione fu aggiunta da S.S.a. Il Boles con fare
sardonico uscì con queste parole: e nient alter… e poi a poc a poc me
mandaran via dall’istituto per una mancanza da nulla. Indi andò al posto
suo e continuò con fare alterato a brontolare. Lo inviatai a finirla
perché avrebbe potuto provocare qualche disordine, ed egli: già loro
credono sempre agli assistenti e agli orfani mai… andrò io dove si deve
se non mi danno ragione loro. Dovetti tacere io. La condotta fu cattiva e
provocante assai.
Ossola
Visto Viganoni rettore
Ritenuta che ha già avuta l’ammonizione del Presidente ritengo il caso
dell’espulsione
Viganoni rettore
01d. Comunicazione del censore circa l’autorizzazione della Presidenza
all’espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892
Il Rettore
dell’Orfanotrofio maschile in Milano
9/4/1892
L’Illustrissimo sig. Presidente, reso edotto dei continui cattivi diporti
dell’orfano Boles Eugenio ha dato piena facoltà perché il medesimo sia
allontanato dall’Istituto.
Ossola
01e. Rapporto del rettore dell’Orfanotrofio sul provvedimento preso nei
confronti dell’orfano Eugenio Boles, 12 apr. 1892 (prot. 569/1892)
Onorevole Consiglio
L’orfano Boles Eugenio d’anni 16 ½ si diportò malissimo e cioè con modi
arroganti e provocanti coll’as. sig. Bongiovanni la mattina del giorno 6
corr. all’ora dell’alzata non volendo ottemperare alle giuste ingiunzioni
dell’as. Circa il modo di fare la pulizia e l’accomodatura del letto ecc.
Ammonito dal sig. censore Ossola per tale contegno coll’assist.
Dongiovanni e che fu di scandalo nella camerata, venne privato una volta
della pietanza e una volta anche del vino quantunque la mancanza era tale
che avrebbe dovuto subire una punizione più severa.
Il Boles che pure aveva ammesso la mancanza, ne volle aggiungere un’altra
più grave la sera dell’otto corr. in pieno refettorio, durante la cena di
tutti gli orfani di sez. II, venendo fuori con voce alta e alzandosi in
piedi con osservazioni ingiuriose verso i superiori. Il sig. censore
Ossola, che era presente, usò tutta la prudenza possibile pregando anzi
il Boles a smettere, che non era quello il luogo di far scene ecc.
Ricevuto il rapporto del sig. Ossola su questo fatto di grave infrazione
disciplinare, che era a notizia anche del censore sig. Rozza, il
sottoscritto ha deciso di proporre la espulsione dell’orfano Boles
Eugenio, a termine anche delle nuove disposizioni circa le punizioni,
essendo già stato il Boles ammonito dalla cessata Presidenza.
Il sottoscritto, indisposto, ha incaricato il sig. Ossola di riferire
verbalmente il fatto all’ill.mo sig. Presidente, il quale, preso atto dei
rapporti, dello stato disciplinare,e di tutto quanto riguarda il detto
orfano, ha dato piena facoltà a questo Rettorato di allontanare l’orfano
Boles dall’Istituto, ciò che venne fatto la mattina di domenica 10 corr.,
consegnandolo al suo tutore e fideiussore Augustoni Luigi,
bugandaio,corso Loreto n. 98. Il detto orfano è avviato con profitto
nella nell’arte del disegnatore litografico.
Ciò posto, il sottoscritto dimanda che sia approvata in via di sanatoria
l’espulsione dell’orfano Boles Eugenio e che, attesa la miserabilità dei
parenti dello stesso, si abbia a concedere oltre la quota dei guadagni,
se pure ne ha, l’indennizzo vestiario col condono dell’importo degli
eventuali guasti. Il mandato sarà intestato al tutore suddetto.
Il Rettore Viganoni
02. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di
espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 15 aprile 1892
Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi
Seduta del giorno 15 aprile 1892
Visto il rapporto […] il Consiglio, sulla proposta del suddetto Rettorato
e dell’onor. Delegato, approva in via di sanatoria l’avvenuta espulsione
del suddetto orfano […]
Il Presidente Cambiaghi Locatelli
----------------------
03. comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli
ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e
LL.PP. annessi circa le richieste fatte dai martinitt, Milano, 20 aprile
1892
Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi
dell’Orfanotrofio maschile – Presidenza
20 aprile 1892
On. Consiglio degli Orfanotrofi e e Pio albergo Trivulzio
Con lettera in data 12 corr. una quarantina di allievi dell’Orfanotrofio
rivolgeva istanza a questo Consiglio direttivo perché fosse concessa la
sede sociale per tenervi una riunione allo scopo di esporre i fatti che
avevano cagionata l’agitazione manifestatasi in questi ultimi giorni
nell’Istituto e per interessare il nostro Sodalizio a farsi intermediario
tra gli orfani e l’ on. Consiglio di amministrazione. La domanda fu
accolta favorevolmente e mentre questa Presidenza – accettando di
ascoltare i lagni degli orfani e di farsi interprete dei loro desideri –
credeva di far opera conciliativa e di non derogare dalle norme direttive
che guidarono costantemente questa Associazione e dal preciso disposto
dello Statuto che la regge, si riservava però il diritto di appoggiare
solo quelle domande che avrebbe ritenuto meritevoli di considerazione.
Nel presentare a codest’On. Consiglio il risultato dell’adunanza tenuta
da un gruppo di orfani usciti in regolare vacanza il giorno di Pasqua, 17
corr., ci permettiamo a pregarla a volerla prendere in esame e a
concedere a una rappresentanza di questa Presidenza di esporre con
maggior diffusione e verbalmente i lagni degli orfani onde meglio
motivare le domande avanzate. Lungi dalla pretesa di voler portare
suggerimenti o di influire sulle deliberazioni che in merito sarà per
adottare l’On. Consiglio sarebbe desiderio e compito della Commissione
di riferire in modo più completo il pensiero degli orfani e del Sodalizio
che rappresenta.
Fiduciosi che l’On. Consiglio vorrà far buon viso alla presente istanza e
che aggiungerà un nuovo merito ai molti che la legano alla riconoscenza
di tutti coloro che appartennero alla gran famiglia dell’Orfanotrofio,
coi sensi della più sincera gratitudine e colla massima deferenza ci
protestiamo di codest’On. Consiglio servi obb.
Giovanni Vincenzo Gallotti
All’On. Consiglio degli Orfanotrofi e Pio Albergo Trivulzio, Milano
Nell’adunanza del 17 aprile gli orfani chiesero:
1° Che all’orfano Boles Eugenio sia concesso un sussidio fino all’età di
18 anni;
2° Le dimissioni degli attuali censori e in via transitoria, finché
l’On. Consiglio non abbia preso una decisione definitiva, la destinazione
del signor Ossola alla sezione prima;
3° Il ritorno al vice rettore unico; ma che tale incarico non vengano
assunti né il censore sig. Ossola, né il censore sig. Rozza;
4° Che sia compilato un nuovo regolamento disciplinare e che a tale
compilazione prenda parte qualche ex-allievo dell’Orfanotrofio;
5° Che il nuovo regolamento disciplinare sia fatto conoscere alla madre e
al fidejussore dell’orfano, e che venga esposto nelle camerate;
6° Che sia istituito un Consiglio di disciplina che sollevi il Consiglio
d’amministrazione dalla parte disciplinare, coadiuvi il rettore colla
propria autorità, si occupi dell’andamento disciplinare
dell’Orfanotrofio, ascolti gli orfani ogni volta che lo desiderano,
sorvegli quelli che recansi alle officine esterne; sia insomma l’anello
di congiunzione tra gli orfani e il Consiglio, tra gli orfani e i capi
officina, cui sono affidati;
7° Che Gli assistenti di camerata conoscano il regolamento, lo applichino
con coscienza, siano educatori, non aguzzini;
8° Che la qualità del vitto sia più curata;
9° Che sia cambiato l’attuale catechista, che tradì il segreto
confessionale;
10° Che l’istruzione religiosa sia ridotta a vantaggio degli altri rami
d’insegnamento;
11° Che le officine diventino vere scuole d’arte obbligando gli assuntori
ad essere veri maestri e a corrispondere agli orfani un compenso
adeguato.
Questi i desideri degli orfani esposti nella forma ingenua e cruda da
essi adoperata. La Società, valendosi della riserva fatta, si riunì per
prenderne cognizione e decidere se doveva appoggiarle presso codest’On.
Consiglio. Si deliberò di interessare l’On. Consiglio a volerle prendere
in esame, ma di non appoggiare la prima parte della seconda domanda
riguardante le dimissioni dei due censori e la seconda parte della terza
domanda riguardante la esclusione dei censori stessi dalla nomina che
eventualmente potrà farsi del proposto Vice-Rettore unico. In complesso
il nostro Sodalizio ebbe per norma di astenersi dal sostenere le
questioni di interesse personale, ma di trattare quelle aventi carattere
generale, di riforma organica e presentanti una probabilità di vantaggio
alla Pia Istituzione.
La Presidenza
04. Risposta del Consiglio degli Orfanotrofi alla presidenza della Soc.
Ordine e lavoro, Milano, 16 mag. 1892 (prot. 590/1892)
14 maggio 1892
Onorevole Presidenza della Società di mutuo soccorso Ordine e Lavoro fra
gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile, Milano, via Zebedia 5
La conferenza tenutasi in questi uffici nella sera del 9 corr.e ha potuto
confermare il Consiglio scrivente nella persuasione che codesta O.
Presidenza, col farsi interprete dei voti di una parte degli orfani, non
ha inteso esercitare indebite ingerenze, ma fu animata solo da sincero
interessamento per le sorti dell’Orfanotrofio e dal desiderio di vedere
ripristinato in un Istituto, che i soci di quel Sodalizio considerano
sempre come la propria famiglia.
Il Consiglio spera in pari tempo che codesta O. Presidenza avrà potuto
convincersi che il Consiglio stesso, di propria iniziativa, aveva già
preso in considerazione alcuni dei progetti di convenienti riforme
organiche.
Tuttavia le speciali condizioni in cui trovasi oggi il Consiglio stesso
gli impediscono di condurre a termine gli studi intrapresi e tanto più di
applicare provvedimenti che impegnerebbero l’avvenire e toglierebbero
poco opportunamente la libertà di azione ai propri successori, i quali
però troveranno negli atti d’Ufficio tutte le opportune notizie.
Colla maggiore considerazione per il Presidente, Alessandro Pestalozza
05. Comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli
ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e
LL.PP. annessi circa le richieste votate dall’assemblea tenutasi il 7
giugno, Milano, 14 giugno 1892
Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi
dell’Orfanotrofio maschile – Presidenza
14 giugno 1892
Illustrissimo signor Presidente
Siamo spiacentissimi di non poter mandare subito il testo della
conferenza di martedì scorso, 7 corr. sulle cose dell’Orfanotrofio, sia
perché fu improvvisata su degli appunti, sia perché in seguito alle
sollecitazioni pervenuteci, ci siamo decisi a pubblicarla e a questo
intento ora attendiamo a riordinarla. Non appena ci saranno pervenute le
prime copie ci faremo dovere di inviarle alla S.V. ill.ma e agli
onorevoli membri del Consiglio di amministrazione degli Orfanotrofi.
Intanto ci affrettiamo a presentare le proposte che furono propugnate
nella Conferenza. Si possono compendiare nelle seguenti:
1° Ritorno all’antico Regolamento (1864), specie per quanto riguarda la
segregazione, il Vice-Rettore e l’influenza del catechista;
2° Passaggio delle scuole elementari al Comune e riforma dei programmi
delle scuole complementari;
3° Istituzione di un Consiglio di vigilanza che si interessi della
disciplina interna e della sorveglianza degli orfani applicati alle
officine esterne;
4° Abolizione delle officine interne.
La prova di fiducia che con la gentilissima lettera di martedì scorso
codesto On. Consiglio volle dare all’Ordine e Lavoro, ci incoraggia a
chiedere che una nostra rappresentanza venga udita affinché possa meglio
esporre a voce ed appoggiare con maggior copia d’argomenti le idee che
sono comuni alla gran maggioranza di coloro che ebbero la ventura di
appartenere all’Orfanotrofio e ci lusinga a sperare che la domanda sarà
favorevolmente accolta.
Crediamo necessario, ad ogni modo, dichiarare preventivamente, che
qualunque sarà il conto che l’On. Consiglio vorrà fare di questa istanza
e delle nostre proposte, noi ci riterremo paghi d’aver dimostrato il
nostro sincero attaccamento alla gran famiglia degli orfani. Che se
potremo giovare ai più giovani nostri compagni di sventura, ci parrò
d’avere per quanto in minima parte, contraccambiati nell’unico modo che
ci è consentito i molti benefici di cui andiamo debitori alla Pia Casa
che ci raccolse ed allevò.
Rinnovando l’attestazione della più viva gratitudine di tutti i nostri
consoci, aggiungiamo l’espressione della nostra particolare deferenza e
col più profondo rispetto ci protestiamo.
Pel Consiglio direttivo
Giovanni Vincenzo Gallotti
Ill.mo sig. avv. nobile Emanuele Greppi Presidente del Consiglio degli
Orfanotrofi e P.A. Trivulzio
----------------------
06. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di
collocamento a riposo del rettore dell’Orfanotrofio maschile cav.
Viganoni, Milano, 7 maggio 1892
Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi
Seduta del giorno 7 maggio 1892
[…] il Consiglio […] delibera di collocare a riposo per constatati motivi
di saluti il sig. avv. cav. Gior. Viganoni, accordandogli il normale
trattamento di pensione […]
per il Presidente Alessandro Pestalozza
07. Relazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile
sull’andamento disciplinare della Comunità, Milano, 13 maggio 1892
On. Consiglio
L’agitazione negli animi di questi ragazzi non è del tutto spenta e si
appalesa principalmente con irriverenze e atti di sprezzo verso i sigg.ri
assistenti, verso qualche assuntore e censore, non ché si manifesta con
una certa noncuranza delle discipline ed indifferenza alle ammonizioni e
punizioni. Occorre pertanto che si prenda qualche grave misura onde
impedire che si rinnovino i deplorevoli fatti dell’aprile e valga a
ridurre gli orfani insubordinati all’obbedienza, al rispetto verso i
superiori e alla stretta osservanza delle discipline, a raggiungere tale
scopo propongo che vengano ammoniti severamente dall’Ill.mo sig.
Presidente del Consiglio gli Orfani sottonominati che sono i più cattivi
e pericolosi:
1. Pesenti Ferruccio
2. Guzzi Giuseppe
3. Levati Ferdinando
4. Prina 2° Carlo
5. Besozzi Luigi
6. Scoli 2° Giuseppe
7. Gilardi Attilio
8. Gerli Eugenio
9. Mazzola Tullio
10.Diotti Giovanni
11.Orsenigo 1° Pietro
12.Campodonico Bartolomeo
Dei quali si uniscono le relative posizioni
Il ff. di Rettore Melzi
08. Comunicazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile
in merito alle ammonizioni comminate ad alcuni orfani, Milano, 16 maggio
1892
Li 16 [maggio] 1892
L’On. Consiglio nella sua seduta in data 13 corr.te accogliendo la
proposta dell’On. sig. Consigliere delegato incarica il ff. di Rettore
Melzi all’uopo delegato dall’On. sig. Presidente ad infliggere la
ammonizione presidenziale agli orfani Pesenti, Campodonico, Levati,
Besozzi, Gilardi e Prina; nello stesso tempo lo incarica pure di
infliggere per l’ultima volta l’ ammonizione agli orfani Guzzi, Scoli 2°,
Gerli Eugenio, Mazzola Tullio, Diotti Gio e Orsenigo 1° Pietro, con
minaccia ai primi che alla prima grave mancanza che dovessero commettere
in avvenire saranno senz’altro espulsi dall’Istituto ed i secondi alla
prima, anche non grave mancanza, che dovessero commettere verranno
sottoposti all’ammonizione del sig. Presidente indi al replicarsi di
un’altra saranno espulsi.
Riferito in merito ai parenti degli orfani sopramenzionati per loro norma
e regola.
Il ff. di Rettore Melzi
[…]
10. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi con
cui viene inflitta l’ammonizione presidenziale a 18 orfani, Milano, 22
maggio 1892
Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi
Seduta del giorno 22 maggio 1892
Sulla proposta del Rettorato dell’Orfanotrofio maschile, confermata
dall’On. Delegato di quel Pio Istituto il Consiglio autorizza, che a
mezzo del sig. ff. di Rettore, venga data l’ammonizione presidenziale
agli orfani indicati nell’unito elenco, meritevoli di tale punizione per
la loro cattiva condotta, ad eccezione dell’orfano Luoni Luigi, d’anni 17
½ pel quale viene autorizzata l’immediata espulsione dall’Istituto per la
gravissima mancanza da lui commessa. Identica misura vien presa per
l’orfano [Giuseppe] Guzzi, ritenuto che al solo Guzzi verrà concesso
l’indennizzo vestiario, in considerazione delle miserevoli condizioni
nelle quali versa la sua famiglia[…]
11a. Rapporto del ff Rettore relativo all’ammonizione presidenziale
inflitta ad alcuni orfani e la reazione avuta dagli stessi, Milano, 23
maggio 1892 (prot. 294-1892)
23 maggio 1892 – ore 9 pom.
Onor.le Consiglio
Come da Deliberazione Consigliare n. 714 in data 22 corr., oggi ho
inflitta l’ammonizione Presidenziale a n. 18 orfani, alcuni dei quali la
ricevettero con tracotanza, sdegno e con espressioni violente di
protesta.
Nel dubbio che durante la cena potesse avvenire qualche dimostrazione
ostile di qualche entità, mi sono fatto dovere di assistere al pasto in
refettorio, dove fui ripetutamente zittito ed anche fischiato.
Terminata la refezione mi incamminavo verso l’ufficio, quando fui colpito
da una manciata di ghiaia alle gambe e da una successiva alla schiena.
In questa condizione di cose non potrei reggere all’incarico affidatomi
se non si eliminasse dallo Stabilimento tutta la sezione 2° (orfani n.
240) o, per lo meno, tutti quelli che ricevettero l’ammonizione
presidenziale dopo i disordini del 10 e 11 p.p. aprile, compresi quelli
ai quali l’ammonizione fu decretata dall’On. Consiglio, ma non data in
giornata perché applicati alle officine esterne, più l’orfano Borghi
Alessandro, d’anni 17, il quale, oltre ai cattivi precedenti
disciplinari, è colpevole di essere stato arbitrariamente assente dall’
officina esterna tutto il 20 corr.te e di essersi appropriato di una
lettera indirizzata all’economato locale.
Il ff. di Rettore Melzi
Per intelligenze prese coll’On. Consiglio il presente rapporto venne
mandato agli atti, essendosi provveduto diversamente
Melzi
12. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di
espulsione degli orfani Corsetti, Spini e Labaiani, Milano, 25 maggio
1892
Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi
Seduta del giorno 25 maggio 1892
[…]
Sulla proposta del Rettorato dell’Orfanotrofio maschile e vista la grave
imperdonabile mancanza commessa dall’Orfano Amleto Corsetti, che lo pone
tra i principali eccitatori dei compagni alla rivolta, il Consiglio
unanime delibera l’espulsione del medesimo dall’Istituto e solo in vista
delle sue speciali circostanze gli accorda l’indennizzo vestiario.
Eguale deliberazione viene presa riguardo l’altro orfano, Spini Luigi,
che in vista delle sue molteplici mancanze, meritò già l’ammonizione
presidenziale, conservando modi provocatori e rendendosi da ultimo
colpevole di gravi insubordinazioni verso il maestro sig. Fugassola.
Così parimenti è decretata l’espulsione dell’orfano Labaiani Alfredo, il
quale, dopo aver subito l’ammonizione presidenziale,anziché correggere il
proprio contegno arrogante, continuò nella sua incorreggibile condotta di
agitatore, presentandosi da ultimo al Rettorato osando dichiarare che
riteneva nulla l’ammonizione del Presidente, se non gli si davano prove e
testimonianze delle sue colpe.
Letto confermato e sottoscritto
il Presidente Cambiagli Locatelli
----------------------
13a. Comunicazione della R. Questura di Milano al Presidente del
Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi
sequestrati a ricoverati dell’Orfanotrofio maschile, Milano, 7 giugno
1892
Ill.mo sig. Presidente del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi
R. Questura di Milano
7 giugno 1892
Per aderire ad analoga richiesta della locale Autorità Giudiziaria devo
pregare la cortesia della S.V. Ill.ma a volersi compiacere trasmettermi
gli opuscoli sovversivi che furono ritirati dal Rettore dell’Orfanotrofio
maschile ai giovanetti colà ricoverati, facendomi altresì pervenire
apposito elenco da cui risulti: il nome dell’allievo che ne era
possessore, il numero ed il titolo dell’opuscolo, la data ed il luogo
della consegna e la persona che la eseguiva, ove ciò le riesca agevole.
Del favore rendo alla S.V. Ill.ma le più sentite azioni di grazie,
esternandole intanto i sensi della massima stima ed ossequio.
Il Questore
13b. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al
Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi
sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 8 giugno 1892
8 giugno 1892
On. Consiglio
Perché codesto On. Consiglio possa farsi un concetto generico delle
condizioni morali di questo Istituto si rassegna una nota di libri
rinvenuti in questi ultimi giorni negli stipi delle camerate e nelle
cassette private di questi orfani di 2a. Sezione, ossia dei maggiori.
Il FF. di Rettore Melzi
13c. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al
Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi
sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 10 giugno 1892
10 giugno 1892
On. Consiglio
Nel rassegnare a codesto On. Consiglio gli opuscoli sovversivi
coll’elenco dei medesimi, richiesti dalla R. Questura colla nota
riservata n. 3909 – Divisione Gab. – si fa osservare che i tre orfani
tuttora esistenti nell’Istituto: Valtorta Giovanni, Erba Antonio e Vaghi
Enrico hanno ammesso di essere stati in possesso di opuscoli anarchici,
quali risultano dall’elenco. Il solo Valtorta declinò la provenienza
dello stampato sequestratogli, gli altri due si rifiutarono.
Melzi
13d. Elenco degli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati
dell’Orfanotrofio maschile, Milano, s.d.
Ispezione ai banchi alle cassette ed agli stipetti degli orfani di 2a.
Sezione:
1. Fascicolo di propaganda anarchica che comincia colle parole “Abbasso
gli anarchici” e continua “è questa ormai la parola d’ordine delle
classi dirigenti ecc”;
2. Biblioteca socialista “Prigioni e battaglie” dell’avv. Pietro Gori;
3. “Fra contadini” Propaganda socialista, nuova edizione riveduta
dall’autore, Londra, Tipografia dell’Associazione;
4. “La Plebe” Giornale socialistico uscito in Firenze, con poesia di
Pietro Gori;
5. “Il grido del popolo” Giornale settimanale anticlericale;
6. “Giorgio e Silvio” Fascicolo di propaganda socialista anarchica;
7. Fascicolo che inneggia all’anarchia e alla rivoluzione sociale;
8. “La nuova gioventù” Giornale anarchico che porta per epigrafe
“L’anarchia è l’avvenire dell’umanità” “la proprietà è il furto”;
9. “Il canto dei lavoratori”, poesia dell’avv. F. Turati;
10. “Giorgio e Silvio” dialogo fra due militari, fascicolo di propaganda
socialista anarchica;
11. Amori impudichi;
12. Gli amori della bella Nancy;
13. La Roma dei papi;
14. Il giornale “Cri Cri”, con figure e molti sconci;
15. “In tempo di elezione”, opuscolo di propaganda anarchica;
16. “Giorgio e Silvio” dialogo fra due militari, fascicolo di propaganda
socialista anarchica;
17. Quaderno contenente una raccolta manoscritta di sentenze, brani di
prosa e poesie socialistiche e anarchiche;
18. “Giorgio e Silvio” dialogo fra due militari, fascicolo di propaganda
socialista anarchica;
19. “La voce dei Martinitt”, giornale sovversivo per l’Orfanotrofio e
insultante pei superiori;
20. Raccolta di brani di giornali riguardanti la rivolta degli orfani;
21. Altro quaderno contenente scritti sovversivi e brani di giornali
relativi alla rivolta nell’Orfanotrofio;
22. “La Plebe” Giornale anarchico;
23. Inni socialisti e anarchici (manoscritti);
24. La Marsigliese(manoscritto);
25. “L’amico del popolo”, giornale organo dei socialisti anarchici;
26. “La voce dei Martinitt”, numero unico di giornale come sopra;
27. “L’amico del popolo”, giornale come sopra;
28. “La vipera nera”, giornale immorale e sovversivo;
29. Ravachol? Storia di un dinamitardo;
30. Album di uno scappato;
31. “La Messa”, saggio drammatico storico contrario alla messa ed ai
preti (questo volume venne sequestrato ad un orfano mentre lo
leggeva in una via di Milano);
32. Notes contenente minute di lettere amorose diretta a persona
conosciuta (1).
Vennero inoltre trovati molti giornali, quasi tutti con articoli relativi
alla rivolta nell’Orfanotrofio e un numero considerevole di libri più o
meno non permessi.
(1) persona avente attinenza coll’Istituto.
Visite dei giorni 30 maggio e 3 e 4 giugno
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14. “Memorie del cav. Melzi Valentino”, ff. di rettore dell’Orfanotrofio
maschile, per il suo successore Francesco Pesenti, entrato in carica il
1° settembre 1892
Rettorato dell’Orfanotrofio Maschile
Corso Porta Vittoria n. 31
Memorie
1. Nelle camerate ci sono cassettine a chiave e senza chiave appartenenti
agli orfani nelle quali si trovarono opuscoli e giornali socialisti,
anarchici ed immorali. Da togliersi. Vi sono anche stipi comuni, in cui
si dispongono, coi libri di scuola, opuscoli e giornali come sopra, per
incuria degli assistenti.
[…]
17. Fra tutti gli orfani il solo Beretta non si associò ai compagni nella
rivolta dell’aprile.
30. Gli orfani hanno comunicazioni segrete col di fuori in modo che
ricevono lettere, stampati, robe etc. indipendentemente da ciò che
introducono i compagni applicati alle officine esterne.
[…]
35. Si dovrebbero espellere tutti gli anarchici: Levati, Prina, Borgazzi
ecc.
[…]
39. Se si potesse estendere le officine interne ed impedire agli orfani
di recarsi alle officine esterne lo stabilimento non sarebbe disturbato
dalle mene anarchiche.
[…]
41. Gli assuntori delle officine interne sono altrettanti vampiri che
succhiano il sangue agli orfani – Vedansi le paghe.
43. Il servizio degli assistenti è alquanto rilasciato. Il tutore di un
ragazzo ed un signore dissero che alcuni di essi professano idee
anarchiche! Pare che l’assistente Giannoni abbia contribuito alla
pubblicazione del giornale sovversivo La voce dei Martinitt. Vari
assistenti se la svignano prima che gli orfani entrino nelle officine.
51. Un gruppo di ex orfani espulsi nei giorni di sortita per vacanza si
trova alla porta per ricevere i permessati; talvolta si presenta sotto le
finestre di via Stella per conferire coi ricoverati.
55. Levare ordinariamente il 40, 50 e talvolta anche l’80 d’importanza ai
rapporti degli assistenti, quando le accuse non riflettano casi di
immoralità o furto; anche ai rapporti dei signori maestri, esclusi quelli
del prof. Burlando, non si deve attribuire molta importanza. In generare
si tende ad esagerare da tutti.
57. Evitare, se è possibile, le punizioni in massa, tanto più se
consistono in privazioni dietetiche, perché il refettorio è il luogo dove
avvengono ordinariamente le esplosioni o per lo meno le dimostrazioni.
65. Gli orfani maggiori di età comandano ai piccoli, quanto e forse più
del Rettore. Dei castighi di cui può disporre il Rettore tengono poco
conto e grandi e piccoli.
I maggiori, ossia i più grandi della sezione 2°, i quali, per la più
parte, lavorano alle officine esterne pare ricevano la parola d’ordine
dal comitato anarchico del fortino di P.ta Vittoria e fors’anche da un
altro comitato moderato (?) che protegge gli anarchici.
71. Ieri (28 agosto) ho fatto cancellare dal muro sotto il portico a
sinistra del I° cortile arrivandovi dall’ufficio del Rettore le parole
scritte in apis con certa cura = morte a Rozza = (censore). Gli
assistenti sorvegliano.
[...]
15. “Diario della propaganda anarchica”, diario riservato del rettore
Francesco Pesenti, Milano, settembre 1892 - 5 agosto 1894.
1892 settembre -
Da quanto mi viene riferito, i disordini deplorati in questo Istituto nel
corrente anno, se ebbero origini e cause diverse, vennero però fomentati
da affigliati anarchici, i quali avevano largamente seminato e propagate
le loro idee sovversive fra gli allievi dell’Orfanotrofio.
I risultati delle inchieste fatte per deliberazioni consigliari
figureranno probabilmente fra gli atti del Consiglio stesso;
nell’archivio del Rettorato non v’ha traccia in proposito. Gli unici
documenti consistono in una serie di opuscoli e di scritti vari
sequestrati agli alunni dopo i torbidi, quali:
Il manifesto del partito comunista, 1847 sequestrato all’orfano Orsenigo
Abbasso gli anarchici, gennaio 1892 id. Borgazzi Giovanni
L’uguaglianza sociale, Marsala 23 luglio – giornale
id. Borgazzi provenienza Prina
Giornale Sempre avanti, Livorno
I prodotti della terra, opuscolo popolare socialista id. Parnisari
Fra contadini, opuscolo popolare socialista id. Braga Tomaso
Giorgio e Silvio, dialogo tra due militari id. Valtorta Giovanni, Erba
In tempo di elezione, opuscolo anarchico id. Erba Antonio
Ravachol, storia di un dinamitardo id. Vaghi Enrico
Il canto dei lavoratori dell’avv. F. Turati id.
La voce dei Martinitt
Giornali altri: La Plebe, Sempre avanti, La Plebe, L’uguaglianza sociale etc.
Molti opuscoli andarono dispersi.
Le numerose espulsioni deliberate dal nuovo Consiglio avevano teso ad
allontanare dall’istituto molti degli elementi anarchici; ma
sgraziatamente si opinava che il semenzaio fosse rimasto e s’indicavano
appunto fra i sospetti: Prina Carlo, Levati Ferdinando, Merli Alfredo,
Parnisari Arturo, Panigatti Augusto, Mauri Oreste, Cicala Pietro, Borghi
Alessandro, Zilocchi Luigi, Orsenigo 2° Pietro, Borgazzi Giovanni etc.
Tranne forse quest’ultimo, tutti gli altri indicati conservano un
contegno veramente biasimevole, da classificare come indisciplinato. Era
pertanto indicatissima una speciale sorveglianza a loro riguardo, e si
cercò di farla esercitare sempre quando fosse possibile. Pur troppo
l’impossibilità si rendeva manifesta nei giorni di uscita in vacanza
giornaliera, perché molti parenti, dopo aver ritirato al mattino gli
allievi dell’Istituto non si curavano poi più di curarli durante la
giornata, ma li abbandonavano a se stessi.
La sorveglianza esterna doveva estendersi in modo speciale anche su gli
ex allievi indicati come anarchici, quali il Vaghi Enrico, Mazzucchelli
Alessandro, Rubino Arturo, Erba Antonio, Mantovani Alfredo, Petrali
Raffaele, Parnisari Rodolfo, Corsetti Amleto.
1892 novembre 6 –
Segnala il censore Rozza la presenza del Vaghi nella casa in via Larga
18, dove si trovano per lavoro di officina i due allievi Tirinanzi e
Campi. Dalle informazioni assunte si ritiene che non vi sia contatto fra
i medesimi.
1892 dicembre 3 –
Ulteriori notizie danno positiva la definitiva partenza dell’anarchico
Vaghi, avvenuta, pare, dopo ammonizione dalla Questura.
Dice che il medesimo trovasi ora a Broni (Pavia).
1892 dicembre 25 –
Natale, giorno di vacanza fra gli allievi.
La musica dell’Orfanotrofio interviene al pranzo degli spazzacamini, in
via S. Spirito.
Nel locale delle scuole fanno apparizione gli ex allievi anarchici:
Mazzucchelli Alessandro, Rubino Arturo, Petrali Raffaele, Erba Antonio,
Parnisari Rodolfo. Usciti nella via S. Spirito si uniscono a loro gli
allievi Levati Ferdinando, Parnisari Arturo (fratello del Rodolfo),
Legnoni Angelo e Merli Alfredo, sospetti di coltivare idee anarchiche.
Disposto poscia un servizio di vigilanza presso la Camera del Lavoro e in
via Fustagnari, nulla apparve che potesse dare luogo a sospetti, e
risultò anche che nessuno degli allievi che frequentano la casa del
Mazzucchelli nei giorni di Natale e S. Stefano.
1893 marzo 9 –
La Lombardia di stamane reca la notizia che presso Chiasso vennero
arrestati, come spacciatori di monete false, gli ex allievi Mazzucchelli
e Rubino, gli stessi cioè nelle cui abitazioni si ritiene sia stata
organizzata la rivolta dello scorso anno.
[1893] marzo 12 –
Oggi avendo luogo l’uscita in vacanza degli allievi della II sezione,
dopo la messa, riunita la sezione raccomandai caldamente agli orfani di
essere guardinghi nello scegliere i compagni fuori dell’Istituto, perché
sotto la veste di apostoli di nuove idee e di altre aspirazioni, non era
difficile trovare dei volgari malfattori e degli spacciatori di monete
false. Mentre parlavo fissai specialmente lo sguardo sugli alunni Cicala,
Zilocchi, Parnisari Arturo e Panigatti.
[1893] aprile 2 –
Pasqua, uscita in vacanza
Si approfitta dell’assenza degli allievi per procedere ad una visita agli
stipi e tavoli e al conseguente ritiro degli oggetti proibiti.
Si rinvennero al Panigatti Augusto due opuscoli Primo passo all’anarchia
– Biblioteca del “Sempre avanti”, Il manifesto del partito comunista,
1847,
e al Parnisari Arturo l’opuscolo I prodotti della terra (popolare
socialista), Milano 1893.
Il Panigatti asserisce che detti opuscoli gli vennero regalati, involti
in carta, da uno sconosciuto sul ponte di Porta Vittoria, il 2 o 3 marzo
p.p.
Il Parnisari invece dopo aver dichiarato d’ignorare tra le cose sue
l’esistenza di tale opuscolo, confessò poi di averlo acquistato in
un’edicola, negli ultimi giorni della scorsa settimana, al prezzo di £
0,25.
[1893] aprile 4 –
Di questo fatto riferii oggi verbalmente all’on. Consiglio.
[1893] aprile 5 –
Col n. 178 , in data odierna, inoltro regolare rapporto al Consiglio
sugli opuscoli sequestrati, invocando per i due allievi l’ammonizione
presidenziale, la quale viene infatti, oggi stesso, inflitta alle 8 ½
pomeridiane, nella sala dedicata ai defunti benefattori, presenti le tre
camerate, 5a 6° 7°, degli allievi addetti alle officine esterne.
[1893] aprile 7 –
Convoco nell’ufficio tutti gli assistenti della sez. II e i sig. censori
per esortare ad un’oculata vigilanza sugli orfani, in relazione al
precedente fatto.
1893 aprile 20 –
Il sig. censore Rozza si è abboccato col delegato di P.S., che ha la
direzione della squadra politica, per avere notizie sul come, quando e
dove gli anarchici fanno propaganda.
Attualmente il luogo prescelto sarebbe il piazzale del Fortino di Porta
Vittoria.
Il detto funzionario, nel reciproco interesse, pregò di tenerlo informato
nel caso si accentuasse nell’Orfanotrofio la propaganda anarchica, affine
di poter predisporre uno speciale servizio di sorveglianza.
All’infuori dei pochi fatti narrati in addietro, finora nulla di grave
venne segnalato per giustificare uno speciale servizio di sorveglianza,
in ogni modo non si mancherà, al caso, di richiederlo.
[1893] giugno 4 –
Viene segnalato il ritorno a Milano del Vaghi Enrico, valigiaio,
aspirante al lavoro nell’officina Franzi, dove trovasi il nostro allievo
Sioli II° Giuseppe.
Il pericolo viene opportunamente scongiurato.
[1893] giugno 28 –
Da qualche tempo desta qualche preoccupazione il contegno circospetto e
l’attrazione del Beretta Francesco, allievo, verso il Parnisari Arturo,
già colpito dall’ammonizione presidenziale il 5 aprile scorso.
Il fatto desta tanto maggiore impressione in quanto che il Beretta fu
l’unico allievo che si segnalò per contegno corretto durante i torbidi.
Si è raccomandato all’assistente Albertella, col quale ebbe sempre una
speciale confidenza, di indagare il pensiero del Beretta, ma
infruttuosamente. Riferì soltanto che realmente nota un sensibile
cambiamento nel giovane.
[1893] agosto 26 –
Rientrando da venti giorni di vacanza, durante i quali resse
interinalmente l’Istituto, il censore sig. Ossola crede d’intravedere,
nonostante le continue assicurazioni inviatemi dallo stesso censore a
Brivio, che l’andamento della Comunità era regolare e anzi soddisfacente,
che il contegno in genere degli allievi ha sensibilmente peggiorato: la
camerata 6°, quella dei più anziani, specialmente denota indisciplina,
dalla quale cosa è molto preoccupato l’assistente Colombo.
Ritiensi necessario uno stringimento di freni, tanto più che durante la
mia assenza all’orfano Caremoli, il quale disse all’assistente “che gli
avrebbe rotto la faccia” si limitò la punizione all’Ammonizione
presidenziale.
[…]
[1893] ottobre 15 –
Nella occasione della cerimonia per la distribuzione dei premi avvenne un
deplorevole incidente: i 23 alunni ai quali era stato concesso il Fregio
di Merito si presentarono nella sala senza tale distintivo.
Un’inchiesta aperta dai sig. consiglieri immediatamente dopo la cerimonia
(e confermata nel seguente giorno dagli assistenti delle camerate) induce
a credere che, più della pressione dei compagni, ebbe presa sui fregiati
un ingiustificato panico; non è però escluso che massime nella camerata
6° non siasi accentuata una corrente contraria. Si verificò la stessa
cosa allorquando s’inaugurò il quadro dei distinti, ma in forma più
contenuta.
Riunita la sez. II.a, l’ill.mo sig. presidente, presenti gli onorevoli
consiglieri, stigmatizzò severamente l’avvenuto, avvertendo che si
sarebbero adottate le più severe misure contro gli istigatori. Nessun
seguito ebbe l’incidente.
L’insistenza tuttavia con cui si parlava di desiderio di conservare
l’uguaglianza fra gli orfani, che si riteneva turbata col Fregio, pareva
richiamare qualche idea di socialismo affatto intempestiva, cosicché
parve consigliabile di eliminare man mano quegli allievi riconosciuti per
turbolenti, i quali si trovavano nel 18° anno di età.
16 ottobre 1893 –
Tenuto rapporto di tutti gli assistenti, vengo confermato che
costituiscono un elemento assolutamente indisciplinato gli allievi:
Spinelli Andrea della 6a camerata
Panigatti Augusto id.
Parnisari Arturo
Mazzini Salvatore
Tonietti Giovanni
Giudici Giovanni
Galimberti Giuseppe della 5a camerata
Orsenigo Pietro id.
Faccio pertanto pratiche pel loro allontanamento.
21 ottobre [1893] –
Dietro consiglio del Rettorato viene ritirato l’orfano Spinelli Andrea.
Stasera ore 6 pom., transitando avanti alla camerata 5° della sez. IIa
m’avvidi che l’allievo Locatelli Pietro (altro degli indicati come di
opinioni anarchiche) nascondeva sotto il banco alcuni giornali che
ritirai, ossia gli ultimi numeri del “Sempre avanti” della “Favilla” e
dell’”Ordine”.
22 ottobre [1893] –
Propongo l’espulsione del Locatelli.
26 ottobre [1893] –
In seguito ad un attacco epilettico sofferto dal Luca Lelli e a concerti
presi coll’ill.mo sig. Presidente, si decide di concedere alla madre del
Locatelli di ritirare il figlio dall’Istituto.
29 ottobre [1893] –
In seguito a consiglio del Rettorato, viene ritirato dall’Istituto
l’orfano Panigatti Augusto.
4 novembre [1893] –
come sopra l’orfano Parnisari Arturo.
7 novembre 1893 –
Dietro consiglio viene ritirato dall’Istituto l’allievo Mazzini Salvatore
9 [novembre 1893] – id. Tonietti Giovanni
14 [novembre 1893] – id. Galimberti Giuseppe
15 [novembre 1893] – id. Orsenigo Pietro
7 novembre [1893] –
Con rapporto 30 ottobre l’assistente Oggioni della cam. V.a mi notificava
ritenere che l’allievo Beretta Francesco appartenesse alla setta
anarchica per i continui segreti discorsi tenuti coll’orfano Parnisari
Arturo.
In seguito a tale rapporto pregai lo zio del Beretta, il sig. Attilio
Pirinoli, stundente di medicina (via Principe Amedeo 3), conosciuto da me
per tre anni consecutivi al Convitto Longone, di favorire al mio ufficio,
e gli esposi i dubbi che si avevano, pregandolo di profittare dell’uscita
ordinaria del seguente giorno per scandagliare il terreno e appurare
quanto di vero esistesse nelle supposizioni dell’assistente. Feci notare
al sig. Pirinoli come non potessi rassegnarmi al pensiero di una radicale
trasformazione nei sentimenti del Beretta, l’unico allievo che siasi
segnalato per fermo e lodevole contegno durante i torbidi del 1892; un
giovane che dall’ottobre 92 figurò sempre sul quadro dei distinti , ed è
insignito del “Fregio di merito”. Aggiunsi che per combattere le insane
teorie che avessero potuto infiltrare in lui i cattivi compagni, mi
sembrava più opportuno l’intervento di un parente amico, giovane e di
sani propositi.
Il 2 nov. Il sig. Pirinoli venne a riferirmi sul colloquio avuto il
giorno precedente col nipote.
Vengono purtroppo confermate le supposizioni, avendo il Beretta
dichiarato che da un anno all’incirca coltiva delle idee che,
classificate come tendenze anarchiche, in lui avrebbero maggiore affinità
colla Società Umanitaria, mirando a soccorrere gli indigenti e gli
oppressi, ma non col mezzo della violenza, anzi in codesta missione
ch’egli crede in buona fede di adempiere, sente il bisogno di essere
d’esempio con una condotta irreprensibile. Nega di aver fatto proseliti,
ammettendo invece di essere intervenuto in qualche discussione quando vi
era sospinto dal proprio raziocinio.
S. loda del trattamento morale e materiale che gli viene fatto
nell’Istituto, e solo gli rimorde il pensiero che le sue idee non si
trovino in armonia collo spirito dell’Istituzione.
Accenna all’esistenza di una biblioteca clandestina circolante fra gli
orfani, che viene gelosamente custodita; e riconferma che le nuove
tendenze trovano maggiore alimento tra gli orfani esterni.
Il 6 novembre ha dato comunicazione all’Ill. sig. Presidente di quanto
concerne il Beretta, il quale convenne non essere il caso di prendere
misure di rigore per detto allievo, ma limitarsi a sorvegliarlo e, al
caso, consigliarlo.
Stasera, 7 novembre, alle 20 ½, mentre passavo in prossimità della
Camerata V.a, l’assistente Oggioni m’avvertì d’aver sequestrato al
Beretta l’ultimo numero del giornale “Sempre avanti!” in data 4 corrente.
Ritirato il giornale e chiamato in ufficio il Beretta gli feci
paternamente osservare come avesse mancato alla parola data allo zio di
astenersi da ogni cosa fosse in opposizione alle interne regole; mi
rispose in modo molto franco che il giornale rappresenta le sue idee, di
averlo acquistato ieri in un’edicola, di non averlo dato ad altri in
lettura; che infine le sue promesse erano conseguenze di riguardo alla
parentela, non di spirito disciplinare.
Messo alle strette nel fargli constatare come egli, di sua volontà, si
mettesse in aperto contrasto colla possibilità di permanere nell’Istituto
e che reclamavo un’esplicita sua dichiarazione di troncare recisamente
simile procedimento, non volle pronunciarsi, ma accettò di rispondere
dopo un giorno di riflessione.
Ordinai che all’indomani non si recasse all’officina affinché potesse
pronunciarsi senza suggestione di persona alcuna.
Congedato dall’ufficio il Beretta, scorsi il giornale e lessi una
corrispondenza da Milano, in 4° pagina, in data 30 settembre che si
riferisce all’avvenuto arresto dell’anarchico Baldini alla porta
dell’Orfanotrofio il giorno 15 ottobre, nell’occasione della
distribuzione dei premi, e si chiude con minacce al personale
dell’Istituto, lasciando intravedere per l’avvenire fatti più gravi di
quelli deplorati nell’aprile 1892.
7 novembre 93 –
Del nuovo fatto diedi comunicazione verbale all’ill. sig. Presidente e
pregai pure il sig. Pirinoli di favorire al mio ufficio; ma questi
trovasi a Pavia per gli studi.
L’ill. sig. Presidente, convenuto nel mio ufficio, e fatto chiamare il
Beretta, gli espose la situazione delicata in cui si era messo,
dimostrandogli come fosse doppiamente deplorevole la sua caduta in fallo.
Soggiunse che l’incidente, per potersi ritenere estinto, ammetteva
un’unica soluzione, che cioè il Beretta impegnasse la propria parola
d’onore di astenersi da qualsiasi atto o fatto del genere, per
l’avvenire. La parola venne data.
Nell’intendimento però di far concorrere anche i parenti nella intrapresa
opera, scrissi a Pavia al sig. Pirinoli, pregandolo di favorire in
ufficio al suo ritorno.
10 novembre [1893] –
Il sig. Pirinoli ringraziando e mostrandosi dolente di essere trattenuto
a Pavia dagli studi, ma proponendosi però di scrivere al Beretta…
Annuisco, consigliando al sig. Pirinoli di scrivere direttamente al
nipote.
22 novembre 93 –
Ho ritirato dal sig. censore Rozza 5 opuscoli stati sequestrati al
Beretta, in ua visita inopinata eseguita dietro mio ordine il 1°
corrente. Sono opuscoli editi da Sonzogno nella Biblioteca Universale e
fra essi tre non hanno neppure le pagine tagliate: vi figurano “Darwin e
il darwinismo – Giordano Bruno – Arnaldo da Brescia – Il libro del popolo
“sulla schiavitù moderna” di Lemennais – libri tutti prescritti dalla
Chiesa, ma privi di qualsiasi attinenza all’anarchia.
19 dicembre 93 –
Il “Sempre avanti!” del giorno 16 reca una corrispondenza
sull’Orfanotrofio in data 11 corrente, in cui si asserisce che “ogni
settimana ben più d’un centinaio di copie fra il “Sempre avanti!” e
“L’Ordine” vengono acquistati da quei bravi ragazzi e diffusi fra i
ricoverati.
Fa recriminazioni sulle espulsioni e le solite minacce.
Oggi stesso perviene in ufficio lettera del Questore (Divisione
Gabinetto) che parla della diffusione stessa e offre un’azione combinata
con un funzionario da designare.
Data notificazione e visione all’ill. sig. Presidente e all’avv. Braghi
si conclude con quest’ultimo di rispondere in conformità a quanto si
legge nella lettera del Rettorato n. 15 Ris[ervato].
26 dicembre 93 –
In seguito alla lettera anzidetta, oggi, mentre si trovava nel mio
ufficio il sig. Presidente, fu annunciato il sig. Galante segretario
particolare del Questore.
Dopo lo scambio d’idee si convenne che il rettorato avrebbe accettato il
concorso della Questura per la sorveglianza, fuori delle officine, degli
orfani esterni.
Venne assodato che nessuna traccia di fomento anarchico esiste
nell’Istituto.
30 dicembre 93 –
Con foglio Ris. N. 16 si trasmette al Questore l’elenco degli esterni,
con l’indicazione di quelli che lasciano a desiderare nella condotta
disciplinare, affinché siano tenuti specialmente in vista. Si unisce pure
lo stato indicante le uscite in vacanza della II.a Sezione.
1894 gennaio 26 –
Stasera mi si è presentato nell’ufficio l’allievo Bianchi Giovanni per
notificarmi che oggi un agente di questura, il quale aveva in mano una
lunga lista di annotati, si è recato dal suo principale Giuseppe Bardelli
calzolaio, via Vetra 4, per avvertire che detto allievo è un anarchico.
Più tardi gli allievi Bardelli Enea e Giudici Giuseppe mi avvertirono che
altro agente di questura si è presentato oggi dal loro principale sig.
Giobbio, via Milazzo, per informarsi sugli orari d’officina; ciò che
destò qualche apprensione.
Nel dubbio che tali visite fossero un’inopportuna conseguenza dell’azione
sorvegliante richiesta alla Questura, mi rivolsi a questo ufficio con
nota n. 1 Ris.
[1894] gennaio 27 –
In vista della commozione suscitata fra gli allievi credetti conveniente,
dopo aver informato l’On. Consiglio, di recarmi dal Questore. In sua
assenza ebbi un colloquio col segretario, sig. Galante, al quale esposi
la situazione, invocando la sospensione immediata delle investigazioni
dannose agli orfani.
Il sig. Galante mi diede comunicazione verbale di una circolare riservata
alla sezione, in relazione al mio rapporto 30 dicembre ‘93, in data 24
corrente, colla quale si raccomanda un’oculata vigilanza sugli orfani in
riguardo alle suggestioni anarchiche cui possono esser fatti segno. Le
visite alle officine Bardelli e Giobbio, avvenute il 26 costituiscono una
conseguenza logica e immediata della circolare, della quale non si è
compreso affatto lo spirito.
La confidenza di cui mi hanno dato prova i tre allievi nominati
costituisce un sintomo rassicurante e soddisfacente.
Però stasera ho riunito nel mio ufficio la camerata dei maggiori per
assicurare d’aver proceduto in loro vantaggio e presi occasione per far
notare che la loro condotta era invigilata, in conseguenza delle
insinuazioni dei giornali anarchici, cosicché si rendeva necessario il
più riservato contegno anche fuori dell’Istituto, per evitare spiacevoli
avvenimenti.
L’impressione ricevuta dagli allievi fu molto buona.
29 gennaio [1894] –
Con foglio 269 delli 27 andante la Questura conferma per iscritto le
disposizioni date.
18 febbraio [1894] –
Noto a titolo di cronaca che i moti recenti della Sicilia e della
Lunigiana non trovano eco alcuno fra gli orfani e lasciarono questi nella
più completa indifferenza.
1 aprile [1894] –
Ieri un agente ha fatto una visita all’Officina Ripamonti Carpani del Dr.
Caen, via Cicco Simonetta 9, interrogando l’orfano Del Torchio.
In seguito a rapporto verbale fattomi dal medesimo ho scritto oggi al
sig. Questore come dalla minuta del n. 4 Ris.
3 aprile [1894] –
Il questore risponde in modo evasivo.
9 aprile [1894] –
Da qualche tempo l’orfano Beretta dà nuovi segni di coltivare idee
sovversive, associandosi cogli allievi Bianchi Pietro e Gatti Vincenzo.
Il Beretta essendo entrato nel 18° anno, ho consigliato con mia lettera
odierna allo zio sig. Pirinoli, di ritirarlo definitivamente
dall’Istituto.
28 giugno [1894] –
In seguito a grande infrazione disciplinare venne inflitta il 24 corrente
l’Ammonizione presidenziale all’orfano Bianchi Pietro; oggi dietro mio
consiglio venne il Bianchi definitivamente dimesso.
30 giugno [1894] –
Il sig. Pirinoli ha accettato con animo grato il mio consiglio, e oggi il
Beretta venne regolarmente dimesso
8 luglio [1894] –
L’allievo Gatti Vincenzo avendo commesso una grave mancanza lo scorso
mese verso il sig. M. Fugazzola durante la lezione di diritti e doveri,
venne espulso e licenziato definitivamente dal III° corso complementare e
punito in via disciplinare.
La madre, opportunamente informata del fatto, nella tema di vedere
pregiudicata la posizione del figlio, mi presentò oggi domanda di
ritirarlo dall’Istituto definitivamente col 21 corrente.
In tal modo l’Orfanotrofio si è in breve liberato di tre giovani i quali
potevano fare proseliti.
Credo di poter affermare che la vigilanza esercitata, il rigore usato
verso gli orfani implicati o tendenti ad idee sovversive, e le
eliminazioni piuttosto numerose provocate durante gli ultimi 10 mesi,
abbiano sensibilmente migliorate le condizioni morali della comunità.
L’attentato contro Crispi e l’assassinio di Carnet non ebbero certo
un’eco di approvazione fra gli orfani, e così l’Istituto ha creduto
d’interpretare il comune sentimento esponendo, per l’ultima luttuosa
circostanza, la bandiera a mezz’asta abbrunata.
Cito anzi una circostanza per dare un’idea delle opinioni politiche della
comunità, favorevoli anziché no, vale a dire che nell’occasione del
cimento degli orfani all’Esposizione operaia l’orfano Nulli Carlo ha
eseguito e presentato alla Mostra, senza che alcuno vi trovasse a ridire,
un brelogne d’oro con ritratti e iniziali delle LL.MM., sovrastato da
corona reale.
Ciò non toglie che, massime nelle officine interne – nelle tipografie in
ispecial modo – gli orfani non siano soggetti a continui pericoli e che
si abbiano a temere fra essi nuovi affiliati alle sette sovversive; ma le
lezioni severe date finora debbono dare motivo a serie riflessioni, e
d’altra parte la posizione precaria che si formarono in società parecchi
fra gli allievi dimessi, conosciuti di tendenze anarchiche, non
costituisce certo un coefficiente d’incoraggiamento a seguirli.
5 agosto 1894 –
Rassegnata copia all’On. Consiglio come all. B della relazione annuale e
con nota n. 7 riservata.
Contesto archivistico
La ricerca è stata effettuata negli archivi della Direzione e
dell’Amministrazione dell’Orfanotrofio maschile conservati presso il Museo
Martinitt e Stelline di Milano.
Dell’archivio di Amministrazione dell’Orfanotrofio è dotata di inventario
la serie del Patrimonio attivo (2001), dell’archivio della Direzione è
inventariata la serie dei fascicoli personali (2004), entrambi realizzati
da CAeB – Cooperativa archivistica e bibliotecaria.
Per il presente dossier sono state consultate le seguenti serie archivistiche:
- Archivio della direzione, serie Orfani, Dimissioni dallo Stabilimento
[fascicoli personali].
- Archivio della direzione, serie Orfani, Disordini 1892.
- Archivio della direzione, serie Orfani, Disposizioni disciplinari
- Archivio della direzione, serie Origine e dotazione, Relazioni
sull’andamento dell’istituto.
- Archivio di amministrazione, serie Orfani, Mancanze e punizioni.
- Archivio di amministrazione, serie Orfani, Oggetti generali, Disordini
del 1892.
- Archivio di amministrazione, Verbali del Consiglio degli Orfanotrofi e
Luoghi pii annessi, 1892
Sono state inoltre consultate le seguenti pubblicazioni periodiche:
- La Perseveranza, aprile-maggio 1892;
- Il Corriere della sera, 13-14 aprile 1892.
Contesto specifico
L’Orfanotrofio maschile
Al crepuscolo del ducato sforzesco, tra il 1532 e il 1533, risale la
fondazione dell’orfanotrofio maschile dei Martinitt. Le occupazioni, le
invasioni e le guerre succedutesi sotto l’ultimo duca milanese, avevano
creato povertà e miseria nelle classi subalterne, facendo lievitare la
piaga endemica della mendicità.
In questo contesto sociale la creazione di un nuovo ricovero intese provvedere
alle elementari necessità dei tanti fanciulli in stato di abbandono. L’iniziativa
fu di un nobile veneziano, Gerolamo Emiliani, che nelle città della terraferma
veneta aveva già fondato diversi luoghi di ricovero: a Brescia, a Bergamo, a
Somasca.
Nella città ambrosiana il primo ricovero sorse rapidamente, nei pressi
dell’odierna via Morone, dove, per la vicinanza con la chiesa di San Martino, i
ragazzi ebbero da allora il nome di Martinitt.
Il luogo pio era amministrato da 18 deputati, esponenti della nobiltà cittadina,
mentre la direzione interna era affidata ai padri della Congregazione Somasca.
Gli istitutori posero sempre grande attenzione all’educazione: fin dal
Cinquecento si impartiva un’istruzione, sia pur elementare, e si insegnavano quei
fondamenti di arti manuali che avrebbero permesso ai fanciulli di entrare
attivamente nel mondo del lavoro.
Nel 1772 Maria Teresa d’Austria, nell’ambito della politica di riforme
assistenziali condotta dai sovrani nella seconda metà del secolo, destinò ai
Martinitt una sede più ampia: i locali del soppresso monastero di San Pietro in
Gessate, di fronte all’odierno tribunale, dopo averne trasferito i monaci.
Nel 1778 il capitolo dei deputati approvò un nuovo regolamento organico, in
applicazione dei decreti teresiani e giuseppini in materia assistenziale, in cui
ogni aspetto della gestione amministrativa sembrava sottoposto all’immediato
controllo del governo, attraverso procuratori, mentre l’insegnamento e la
direzione spirituale erano sempre affidate ai padri somaschi.
Vennero in questo periodo aboliti una serie di doveri tradizionali, quali
l’accompagnamento ai funerali e la questua, la tonaca, sostituita da una divisa
laica; venne dato forte impulso all’istruzione tecnica e pratica, caratteristica
che rimase per tutto il secolo successivo, qualificando l’orfanotrofio per le
molte “officine interne”.
Nell’orfanotrofio venivano accolti ragazzi di almeno 7 anni, tramite segnalazioni
al Capitolo dei Deputati, orfani di uno solo o di entrambi i genitori, dimessi al
compimento dei 18 anni.
In questo periodo il luogo pio venne dotato di cospicue donazioni, per garantirne
i redditi necessari alla sua amministrazione: nel 1772 vennero destinati i beni
della soppressa Inquisizione di Milano e di Como, nel 1776 quelli dell’ospedale
di San Giacomo dei Pellegrini e quelli dei santi Pietro e Paolo dei Pellegrini, e
infine quelli dell’orfanotrofio di Santa Caterina e San Martino.
Grande eco ha sempre suscitato il ricordo dei Martinitt durante le insurrezioni
del 1848, quando i ragazzi vennero utilizzati dagli insorti come staffette
portaordini tra le barricate.
Lo stato italiano, all’indomani dell’Unità, intervenne con apposite legislazioni
per disciplinare il complesso mondo dei luoghi pii e degli istituti di
assistenza. Dal 1863 l’orfanotrofio dei Martinitt ricevette un unico consiglio di
amministrazione, unitamente all’orfanotrofio delle Stelline e al Pio Albergo
Trivulzio. Vennero rivisti statuti e regolamenti del luogo pio: l’educazione
degli orfani diventò il punto centrale “affinché fatti saggi, intelligenti e
laboriosi riescano utili a sé e alla società, alla quale vanno restituiti”.
Per il ricovero nell’orfanotrofio, oltre alla dichiarazione di povertà, occorreva
essere orfani dei genitori (o almeno del padre), essere cittadini italiani e
residenti nel comune di Milano. L’età per l’ammissione doveva essere tra i 7 e i
10 anni, occorreva superare la visita medica e un semestre di prova, al termine
del quale il ricovero in istituto diventava definitivo.
L’istituto ebbe allora due sezioni: in una gli alunni della scuola elementare,
nell’altra gli apprendisti operai e gli alunni delle scuole professionali
(attivate dapprima con laboratori interni e in un secondo momento esterni).
Con il processo di industrializzazione, che andava trasformando l’aspetto
urbanistico e le strutture della società, che vedeva impegnati entrambi i
genitori con lunghissimi orari di lavoro nelle fabbriche a condizioni precarie e
di scarsa sicurezza, cresceva il numero di richieste di accoglienza per ragazzi
rimasti orfani; in taluni momenti l’istituto ospitò oltre 400 Martinitt.
Con il nuovo secolo l’orfanotrofio passò tra due guerre e il fascismo.
Durante la Grande Guerra i Martinitt, in seguito alla trasformazione del
Trivulzio in ospedale militare e al trasferimento dei suoi ospiti nello stabile
di S. Pietro in Gessate, vennero alloggiati a Canzo e a Maresso, dove possedevano
due ville per le vacanze estive.
Il regime fascista fece della preparazione tecnica dei ragazzi una delle sue
bandiere per la “rinnovazione del popolo”; l’istituto venne dotato di mezzi
cospicui e perfino di una nuova enorme e attrezzata sede (inaugurata nel 1932),
nella periferia Est di Milano, nel quartiere dell’Ortica, dove tuttora si trova.
La posizione dell’orfanotrofio durante la guerra del ’40-’45 fu pericolosissima:
vicina allo smistamento merci ferroviarie di Lambrate, accanto a ditte di
produzione bellica, poteva essere facilmente colpito durante i bombardamenti. I
Martinitt con le Stelline venero sfollati in parte a Canzo e in parte a Fano.
A questo oscuro periodo seguirono gli anni della ricostruzione, il boom
dell’immigrazione e quello economico, che videro, all’interno delle mura
dell’istituto, non solo l’avvicendamento di numerosissimi ragazzini, ma anche il
dibattito sulle nuove forme pedagogiche da attuare.
Nacquero così, negli anni Settanta, le “comunità alloggio”, tuttora funzionanti,
nelle quali ristretti gruppi di ragazzi, seguiti da vicino da più istitutori,
vivevano e vivono una sorta di “vita familiare allargata.”
(nota storica a cura di Cristina Cenedella e tratta dall’inventario Archivio
della direzione dell’Orfanotrofio maschile – Fascicoli personali)
Sull’Orfanotrofio maschile si segnala la seguente bibliografia:
- Monografia dell’Orfanotrofio maschile di Milano. Omaggio di onoranza di
benefattori defunti e viventi, Milano, stab. tip. Enrico Reggiani, 1910.
- Le varie sedi dell’Orfanotrofio maschile di Milano dalla sua fondazione (1532)
al tempo presente (1933), a cura di Aurelio Angeleri, Milano, Vallardi, s.d.
- Enzo Catania, I Martinitt. Milano tra cuore e storia, Milano 1988.
- Maria Angela Previtera, Martinitt e Stelline, istruzione e lavoro attraverso le
esposizioni tra ‘800 e ‘900 in 200 anni di solidarietà milanese nei 100 quadri
restaurati da Trivulzio, Martinitt e Stelline, a cura di Paolo Biscottini,
Milano, Motta, 1990.
- Luisa Dodi, L’Orfanotrofio dei Martinitt nell’età delle riforme, in Dalla
carità all’assistenza. Orfani, vecchi e poveri a Milano tra Settecento e
Ottocento, a cura di Cristina Cenedella, atti del convegno, Milano, Electa, 1992.
- Antonio Barbato, Vincenzo Guastafierro, Martinitt. Trovarsi – ritrovarsi,
Milano, Greco & Greco editori, 1993.
- Associazione “ex Martinitt” Ordine e Lavoro, 120 anniversario, 1884-2004
Milano, Milano, Associazione “ex Martinitt”, s.d.
- Trivulzio, Martinitt e Stelline. Due secoli dedicati ai poveri,
Catalogo della mostra, Milano, 2004.
- La vita fragile. Dipinti, ambienti, immagini dei Martinitt, Stelline e
Pio Albergo Trivulzio nella Milano del lungo Ottocento 1815-1915, a cura
di Maria Canella e Cristina Cenedella, Milano, 2007.
Per alcuni aspetti relativi alla vicenda narrata nel presente dossier si veda
anche, tra gli altri, Umanitaria cento anni di solidarietà, Charta, Milano-
Firenze, 1993.
Scansione dei documenti
Documento 1 (1d)
Documento g-1
Documento 3 (1 e 2)
Documento op-00
Documento 7 (1 e 2)
Documento 8
Documento 11 (11b)
Documento 13 (13b)
(13e-01)
(13e-02)
(13e-03)
Documento d-01
Associazione ordine e lavoro tra ex Martinitt
Associazione ordine e lavoro tra ex Martinitt
Associazione ordine e lavoro tra ex Martinitt
Associazione ordine e lavoro tra ex Martinitt
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Associazione ordine e lavoro tra ex Martinitt

  • 2. Progetto i documenti raccontano Progetto della Regione Lombardia Direttore progetto: Roberto Grassi U. O. Portale del patrimonio culturale e valorizzazione degli archivi storici Soggetto partner Azienda di servizi alla persona Istituti milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio Archivio Storico e Iniziative Culturali Dirigente amministrativo: Cristina Cenedella Con il finanziamento di Soggetto realizzatore Cooperativa CAeB, Milano Ricerca e redazione di: Giorgio Sassi
  • 3. La Voce dei Martinitt Cronologia 1892 Luogo Milano Vicenda La mattina di domenica 10 aprile 1892 il sedicenne Eugenio Boles fu espulso dall’Orfanotrofio maschile per aver contestato, mentre si trovava in refettorio per la cena, la punizione inflittagli – privazione del vino – per un episodio di insubordinazione di cui era stato protagonista due giorni prima nella camerata. La sera stessa, in segno di solidarietà verso il compagno espulso, gli orfani della sezione II iniziarono a rumoreggiare, prima in refettorio poi, terminata la cena, in cortile. E anche dopo il ritorno nelle camerate i ragazzi continuarono a mormorare “come mare in tempesta”. La contestazione si ripeté la sera successiva, ma questa volta con maggiore impeto. Alle grida in refettorio seguì un vero e proprio tumulto in cortile, dove gli orfani iniziarono a lanciare sassi contro i vetri degli uffici, rompendone parecchi; né a placare gli animi valse l’intervento del personale dell’Orfanotrofio. Alcuni addetti decisero allora di recarsi alla vicina caserma di Santa Prassede per chiedere l’intervento dei soldati, all’arrivo dei quali – circa una cinquantina - gli orfani cessarono la sassaiola e rientrarono nelle camerate. Alle nove la calma era tornata nell’Orfanotrofio. Ai disordini avevano partecipato oltre duecento dei 360 orfani accolti presso l’Istituto. L’episodio ebbe larga eco sulla stampa cittadina, soprattutto su quella di orientamento conservatore, che criticò aspramente il comportamento degli orfani, soprattutto quando, terminata la rivolta, essi osarono avanzare delle rivendicazioni per mezzo della Società Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio: un sussidio all’orfano espulso fino al compimento dei 18 anni; allontanamento dei due censori e sostituzione di questa figura con quella di un vice-rettore unico; stesura di un nuovo regolamento, con il contributo di un ex allievo, e sua successiva diffusione; costituzione di un Consiglio di disciplina quale anello di congiunzione tra il Consiglio di amministrazione e gli orfani; scelta oculata degli assistenti di camerata; migliore qualità del vitto; sostituzione del catechista e riduzione dell’insegnamento religioso; riforma delle officine. A questo punto fu chiaro che non si era più di fronte ad una semplice protesta per l’espulsione di un compagno, quello che gli orfani mettevano in discussione era il funzionamento stesso dell’Istituto e la sua gerarchia, rivendicando per se stessi un ruolo attivo nella riforma.
  • 4. Immediatamente il quotidiano conservatore La Perseveranza parlò allora di perniciose influenze provenienti dall’esterno dall’Istituto - alludendo alle dottrine anarchica e socialista - che furono la causa “di un pervertimento che fa davvero rabbrividire per l’avvenire di questi giovanetti”. Per difendersi da questi attacchi e per far valere le proprie ragioni, gli orfani decisero allora di pubblicare anch’essi un giornale. Il 24 aprile uscì il numero unico de “La Voce dei Martinitt. Per la giustizia e per la verità”, che si apriva con l’articolo di fondo “La nostra difesa” a firma de “gli orfani di Milano”; seguivano altri articoli di importanti personalità della sinistra italiana, da Filippo Turati a Pietro Gori. Dopo aver rilevato come per taluni i “ragazzi per bene” fossero soltanto quelli che fin dalla prima età si adattavano “a tutte le forme della pecoraggine umana”, senza “scatti d’entusiasmo per un’idea generosa, né ribellioni di sdegno contro un’ingiustizia manifesta”, nel loro articolo “gli orfani di Milano” sostennero con forza il loro diritto di protestare contro le ingiustizie e le prepotenze di “qualche tirannello moderno in veste di rettore o pedagogo di un qualche Istituto più o meno pio”. L’Orfanotrofio – proseguivano gli orfani - non doveva essere una casa di correzione, come qualcuno sembrava pensare; quegli stessi che ritenevano che i “buoni e bravi operai” dovessero essere degli “uomini macchina”, “pecorelle senza pensiero e senza cuore, che si lasciano vilmente tosare e percuotere senza un moto di rivolta, senza un grido di sdegno”. Godere dei benefici della carità cittadina non doveva necessariamente comportare l’accettazione supina di ogni ingiuria o sopruso e la ribellione contro l’ingiustizia non doveva essere considerata violenza “ma lotta per il diritto”. L’articolo si concludeva con un’esortazione ai milanesi: “Lasciateci non esser più solamente una fabbrica di buoni e bravi operai, cessate di considerarci come una semplice fucina di futuri strumenti di produzione. Permettete […] che un po’ d’aria di libertà ci educhi alla respirazione vasta e salubre delle primavere nuove che sorgono […]” Ma gli avvenimenti che seguirono non andarono in questa direzione. La rivolta dei martinitt, del resto, aveva provocato significativi rivolgimenti anche ai vertici dell’Istituto. Subito dopo i disordini, infatti, il rettore dell’Orfanotrofio venne collocato a riposo e uno dei due censori fu sospeso per avere arbitrariamente chiamato la truppa, il cui intervento costò inoltre l’arresto sia al tenente comandante che al tenente di picchetto. Alla metà di maggio fu infine lo stesso Consiglio di amministrazione a rassegnare le proprie dimissioni, anch’esso nel mirino della stampa conservatrice per la scarsa energia mostrata nell’affrontare la situazione. La repressione nei confronti dei martinitt a quel punto era comunque già iniziata e con la nomina del nuovo Consiglio subì un ulteriore inasprimento. Decine furono gli orfani sanzionati con l’ ammonizione presidenziale e per alcuni la misura scelta fu ancora più drastica, ovvero l’espulsione dall’Orfanotrofio: tra essi Luigi Luvoni, Giuseppe Guzzi, Amleto Corsetti, Luigi Spini, Alfredo
  • 5. Labaiani, Enrico Vaghi e altri ancora. Contemporaneamente la sorveglianza sugli orfani divenne opprimente, dentro e fuori l’Istituto. Numerosi furono allora i sequestri di libri e di riviste considerate sovversive e sistematici divennero i controlli sugli orfani che si recavano a lavorare presso officine esterne. L’intento era quello di individuare ed allontanare gli orfani ritenuti pericolosi e di impedire la penetrazione dell’anarchismo nell’Orfanotrofio, una vicenda che ci è nota attraverso il “diario riservato della propaganda anarchica”, redatto dal nuovo rettore, Francesco Pesenti, tra il settembre 1892 e l’agosto 1894.
  • 6. Elenco documenti 01a. Frontespizio del fascicolo personale di Eugenio Boles, Milano, 1885- 1892 01b. Rapporto speciale dell'assistente alla camerata sulla mancanza commessa dall’orfano Eugenio Boles, Milano, 6 aprile 1892 01c. Rapporto del censore Ossola sulle mancanze commesse dall’orfano Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892 01d. Comunicazione del censore circa l’autorizzazione della Presidenza all’espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892 01e. Rapporto del rettore dell’Orfanotrofio sul provvedimento preso nei confronti dell’orfano Eugenio Boles, 12 apr. 1892 (prot. 569/1892) 02. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 15 apr. 1892 03. comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi circa le richieste fatte dai martinitt, Milano, 20 aprile 1892 04. Risposta del Consiglio degli Orfanotrofi alla presidenza della Soc. Ordine e lavoro, Milano, 16 mag. 1892 (prot. 590/1892) 05. Comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi circa le richieste votate dall’assemblea degli orfani tenutasi il 7 giugno, Milano, 14 giugno 1892 -------------- 06. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di collocamento a riposo del rettore dell’Orfanotrofio maschile cav. Viganoni, Milano, 7 maggio 1892 07. Relazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile sull’andamento disciplinare della Comunità, Milano, 13 maggio 1892 08. Comunicazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile in merito alle ammonizioni comminate ad alcuni orfani, Milano, 16 maggio 1892 09. Elenco degli orfani che per cattiva condotta si propongono per l’ammonizione presidenziale, Milano, s.d. 10. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi, con cui viene inflitta l’ammonizione presidenziale a 18 orfani, Milano, 22 maggio 1892
  • 7. 11a. Rapporto del ff Rettore relativo all’ammonizione presidenziale inflitta ad alcuni orfani e la reazione avuta dagli stessi, Milano, 23 maggio 1892 (prot. 294-1892) 11b. Elenco degli orfani che dopo i fatti delle giornate dell’11 e 12 aprile ricevettero l’ammonizione presidenziale, Milano, s.d. (prot. 294- 1892) 12. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di espulsione degli orfani Corsetti, Spini e Labaiani, Milano, 25 maggio 1892 13a. Comunicazione della R. Questura di Milano al Presidente del Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Orfanotrofio maschile, Milano, 7 giugno 1892 13b. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 8 giugno 1892 13c. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 10 giugno 1892 13d. Elenco degli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Orfanotrofio maschile, Milano, s.d. 14. “Memorie del cav. Melzi Valentino”, ff. di rettore dell’Orfanotrofio maschile, per il suo successore Francesco Pesenti, entrato in carica il 1° settembre 1892 15. “Diario della propaganda anarchica”, diario riservato del rettore Francesco Pesenti, Milano, settembre 1892 - 5 agosto 1894.
  • 8. Trascrizione dei documenti 01b. Rapporto speciale dell'assistente alla camerata sulla mancanza commessa dall’orfano Eugenio Boles, Milano, 6 aprile 1892 Orfanotrofio maschile Milano, 6 aprile 1892 Sez. 2° Rapporto speciale camerata 6 Eg. Sig. censore Per quanto sembra l’orfano Boles deve credersi esonerato di tutto quanto è dovere ed obbedienza. Per esempio questa mattina vedo che, al contrario di quello che fanno gli altri, il su citato faceva i letto senza prima disfarlo come è ordinato. Lo scrivente faceva osservare a quegli che lasciasse i letto disfatto, andasse a lavarsi, quindi tornare al suo lavoro, ma non ci fu mezzo da farsi obbedire, anzi ne fece meraviglia che l’assistente dovesse guardare a quelle Bambanate (come dice esso) e che quelle erano osservazioni da farsi ai bambocci e non a lui e molte altre ragioni che tutte sommate volevano dire (voglio far quello che mi piace e come mi piace) quando poi gli dissi che gli avrei fatto rapporto al Sig. Censore, allora dando in una sonora risata, rispose a me mi fa, lo faccia pure. Non dissi più niente per non perdere la pazienza. L’Assistente alla camerata, Bongiovanni 01c. Rapporto del censore Ossola sulle mancanze commesse dall’orfano Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892 Il Censore dell’Orfanotrofio maschile di Milano 9/4/1892 On. Sig. Rettore Il Boles per la mancanza commessa il 6 and. in dormitorio – presente il sig. Dongiovanni fu ammonito da me e privato della pietanza per una volta e la punizione gli fu comunicata da me.Per inavvertenza dell’inserviente Zappa non la subì ancora. S.S. aggiunse alla mia punizione la privazione del vino per una volta, che subì ieri. Ieri sera in refettorio appena finito di far dare i segnali, il Boles si presentò a me a chiedere il perché fu privato del vino. A dir la verità non lo so, risposi. Intervenne tosto il sig. Sidoli dicendo che tale punizione fu aggiunta da S.S.a. Il Boles con fare sardonico uscì con queste parole: e nient alter… e poi a poc a poc me mandaran via dall’istituto per una mancanza da nulla. Indi andò al posto suo e continuò con fare alterato a brontolare. Lo inviatai a finirla perché avrebbe potuto provocare qualche disordine, ed egli: già loro credono sempre agli assistenti e agli orfani mai… andrò io dove si deve se non mi danno ragione loro. Dovetti tacere io. La condotta fu cattiva e provocante assai. Ossola
  • 9. Visto Viganoni rettore Ritenuta che ha già avuta l’ammonizione del Presidente ritengo il caso dell’espulsione Viganoni rettore 01d. Comunicazione del censore circa l’autorizzazione della Presidenza all’espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 9 aprile 1892 Il Rettore dell’Orfanotrofio maschile in Milano 9/4/1892 L’Illustrissimo sig. Presidente, reso edotto dei continui cattivi diporti dell’orfano Boles Eugenio ha dato piena facoltà perché il medesimo sia allontanato dall’Istituto. Ossola 01e. Rapporto del rettore dell’Orfanotrofio sul provvedimento preso nei confronti dell’orfano Eugenio Boles, 12 apr. 1892 (prot. 569/1892) Onorevole Consiglio L’orfano Boles Eugenio d’anni 16 ½ si diportò malissimo e cioè con modi arroganti e provocanti coll’as. sig. Bongiovanni la mattina del giorno 6 corr. all’ora dell’alzata non volendo ottemperare alle giuste ingiunzioni dell’as. Circa il modo di fare la pulizia e l’accomodatura del letto ecc. Ammonito dal sig. censore Ossola per tale contegno coll’assist. Dongiovanni e che fu di scandalo nella camerata, venne privato una volta della pietanza e una volta anche del vino quantunque la mancanza era tale che avrebbe dovuto subire una punizione più severa. Il Boles che pure aveva ammesso la mancanza, ne volle aggiungere un’altra più grave la sera dell’otto corr. in pieno refettorio, durante la cena di tutti gli orfani di sez. II, venendo fuori con voce alta e alzandosi in piedi con osservazioni ingiuriose verso i superiori. Il sig. censore Ossola, che era presente, usò tutta la prudenza possibile pregando anzi il Boles a smettere, che non era quello il luogo di far scene ecc. Ricevuto il rapporto del sig. Ossola su questo fatto di grave infrazione disciplinare, che era a notizia anche del censore sig. Rozza, il sottoscritto ha deciso di proporre la espulsione dell’orfano Boles Eugenio, a termine anche delle nuove disposizioni circa le punizioni, essendo già stato il Boles ammonito dalla cessata Presidenza. Il sottoscritto, indisposto, ha incaricato il sig. Ossola di riferire verbalmente il fatto all’ill.mo sig. Presidente, il quale, preso atto dei rapporti, dello stato disciplinare,e di tutto quanto riguarda il detto orfano, ha dato piena facoltà a questo Rettorato di allontanare l’orfano Boles dall’Istituto, ciò che venne fatto la mattina di domenica 10 corr., consegnandolo al suo tutore e fideiussore Augustoni Luigi, bugandaio,corso Loreto n. 98. Il detto orfano è avviato con profitto nella nell’arte del disegnatore litografico. Ciò posto, il sottoscritto dimanda che sia approvata in via di sanatoria l’espulsione dell’orfano Boles Eugenio e che, attesa la miserabilità dei parenti dello stesso, si abbia a concedere oltre la quota dei guadagni,
  • 10. se pure ne ha, l’indennizzo vestiario col condono dell’importo degli eventuali guasti. Il mandato sarà intestato al tutore suddetto. Il Rettore Viganoni 02. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di espulsione dell’orfano Eugenio Boles, Milano, 15 aprile 1892 Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi Seduta del giorno 15 aprile 1892 Visto il rapporto […] il Consiglio, sulla proposta del suddetto Rettorato e dell’onor. Delegato, approva in via di sanatoria l’avvenuta espulsione del suddetto orfano […] Il Presidente Cambiaghi Locatelli ---------------------- 03. comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi circa le richieste fatte dai martinitt, Milano, 20 aprile 1892 Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile – Presidenza 20 aprile 1892 On. Consiglio degli Orfanotrofi e e Pio albergo Trivulzio Con lettera in data 12 corr. una quarantina di allievi dell’Orfanotrofio rivolgeva istanza a questo Consiglio direttivo perché fosse concessa la sede sociale per tenervi una riunione allo scopo di esporre i fatti che avevano cagionata l’agitazione manifestatasi in questi ultimi giorni nell’Istituto e per interessare il nostro Sodalizio a farsi intermediario tra gli orfani e l’ on. Consiglio di amministrazione. La domanda fu accolta favorevolmente e mentre questa Presidenza – accettando di ascoltare i lagni degli orfani e di farsi interprete dei loro desideri – credeva di far opera conciliativa e di non derogare dalle norme direttive che guidarono costantemente questa Associazione e dal preciso disposto dello Statuto che la regge, si riservava però il diritto di appoggiare solo quelle domande che avrebbe ritenuto meritevoli di considerazione. Nel presentare a codest’On. Consiglio il risultato dell’adunanza tenuta da un gruppo di orfani usciti in regolare vacanza il giorno di Pasqua, 17 corr., ci permettiamo a pregarla a volerla prendere in esame e a concedere a una rappresentanza di questa Presidenza di esporre con maggior diffusione e verbalmente i lagni degli orfani onde meglio motivare le domande avanzate. Lungi dalla pretesa di voler portare suggerimenti o di influire sulle deliberazioni che in merito sarà per adottare l’On. Consiglio sarebbe desiderio e compito della Commissione di riferire in modo più completo il pensiero degli orfani e del Sodalizio che rappresenta. Fiduciosi che l’On. Consiglio vorrà far buon viso alla presente istanza e che aggiungerà un nuovo merito ai molti che la legano alla riconoscenza
  • 11. di tutti coloro che appartennero alla gran famiglia dell’Orfanotrofio, coi sensi della più sincera gratitudine e colla massima deferenza ci protestiamo di codest’On. Consiglio servi obb. Giovanni Vincenzo Gallotti All’On. Consiglio degli Orfanotrofi e Pio Albergo Trivulzio, Milano Nell’adunanza del 17 aprile gli orfani chiesero: 1° Che all’orfano Boles Eugenio sia concesso un sussidio fino all’età di 18 anni; 2° Le dimissioni degli attuali censori e in via transitoria, finché l’On. Consiglio non abbia preso una decisione definitiva, la destinazione del signor Ossola alla sezione prima; 3° Il ritorno al vice rettore unico; ma che tale incarico non vengano assunti né il censore sig. Ossola, né il censore sig. Rozza; 4° Che sia compilato un nuovo regolamento disciplinare e che a tale compilazione prenda parte qualche ex-allievo dell’Orfanotrofio; 5° Che il nuovo regolamento disciplinare sia fatto conoscere alla madre e al fidejussore dell’orfano, e che venga esposto nelle camerate; 6° Che sia istituito un Consiglio di disciplina che sollevi il Consiglio d’amministrazione dalla parte disciplinare, coadiuvi il rettore colla propria autorità, si occupi dell’andamento disciplinare dell’Orfanotrofio, ascolti gli orfani ogni volta che lo desiderano, sorvegli quelli che recansi alle officine esterne; sia insomma l’anello di congiunzione tra gli orfani e il Consiglio, tra gli orfani e i capi officina, cui sono affidati; 7° Che Gli assistenti di camerata conoscano il regolamento, lo applichino con coscienza, siano educatori, non aguzzini; 8° Che la qualità del vitto sia più curata; 9° Che sia cambiato l’attuale catechista, che tradì il segreto confessionale; 10° Che l’istruzione religiosa sia ridotta a vantaggio degli altri rami d’insegnamento; 11° Che le officine diventino vere scuole d’arte obbligando gli assuntori ad essere veri maestri e a corrispondere agli orfani un compenso adeguato. Questi i desideri degli orfani esposti nella forma ingenua e cruda da essi adoperata. La Società, valendosi della riserva fatta, si riunì per prenderne cognizione e decidere se doveva appoggiarle presso codest’On. Consiglio. Si deliberò di interessare l’On. Consiglio a volerle prendere in esame, ma di non appoggiare la prima parte della seconda domanda riguardante le dimissioni dei due censori e la seconda parte della terza domanda riguardante la esclusione dei censori stessi dalla nomina che eventualmente potrà farsi del proposto Vice-Rettore unico. In complesso il nostro Sodalizio ebbe per norma di astenersi dal sostenere le questioni di interesse personale, ma di trattare quelle aventi carattere generale, di riforma organica e presentanti una probabilità di vantaggio alla Pia Istituzione. La Presidenza
  • 12. 04. Risposta del Consiglio degli Orfanotrofi alla presidenza della Soc. Ordine e lavoro, Milano, 16 mag. 1892 (prot. 590/1892) 14 maggio 1892 Onorevole Presidenza della Società di mutuo soccorso Ordine e Lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile, Milano, via Zebedia 5 La conferenza tenutasi in questi uffici nella sera del 9 corr.e ha potuto confermare il Consiglio scrivente nella persuasione che codesta O. Presidenza, col farsi interprete dei voti di una parte degli orfani, non ha inteso esercitare indebite ingerenze, ma fu animata solo da sincero interessamento per le sorti dell’Orfanotrofio e dal desiderio di vedere ripristinato in un Istituto, che i soci di quel Sodalizio considerano sempre come la propria famiglia. Il Consiglio spera in pari tempo che codesta O. Presidenza avrà potuto convincersi che il Consiglio stesso, di propria iniziativa, aveva già preso in considerazione alcuni dei progetti di convenienti riforme organiche. Tuttavia le speciali condizioni in cui trovasi oggi il Consiglio stesso gli impediscono di condurre a termine gli studi intrapresi e tanto più di applicare provvedimenti che impegnerebbero l’avvenire e toglierebbero poco opportunamente la libertà di azione ai propri successori, i quali però troveranno negli atti d’Ufficio tutte le opportune notizie. Colla maggiore considerazione per il Presidente, Alessandro Pestalozza 05. Comunicazione della Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi circa le richieste votate dall’assemblea tenutasi il 7 giugno, Milano, 14 giugno 1892 Società di mutuo soccorso Ordine e lavoro fra gli ex allievi dell’Orfanotrofio maschile – Presidenza 14 giugno 1892 Illustrissimo signor Presidente Siamo spiacentissimi di non poter mandare subito il testo della conferenza di martedì scorso, 7 corr. sulle cose dell’Orfanotrofio, sia perché fu improvvisata su degli appunti, sia perché in seguito alle sollecitazioni pervenuteci, ci siamo decisi a pubblicarla e a questo intento ora attendiamo a riordinarla. Non appena ci saranno pervenute le prime copie ci faremo dovere di inviarle alla S.V. ill.ma e agli onorevoli membri del Consiglio di amministrazione degli Orfanotrofi. Intanto ci affrettiamo a presentare le proposte che furono propugnate nella Conferenza. Si possono compendiare nelle seguenti: 1° Ritorno all’antico Regolamento (1864), specie per quanto riguarda la segregazione, il Vice-Rettore e l’influenza del catechista; 2° Passaggio delle scuole elementari al Comune e riforma dei programmi delle scuole complementari; 3° Istituzione di un Consiglio di vigilanza che si interessi della disciplina interna e della sorveglianza degli orfani applicati alle officine esterne; 4° Abolizione delle officine interne.
  • 13. La prova di fiducia che con la gentilissima lettera di martedì scorso codesto On. Consiglio volle dare all’Ordine e Lavoro, ci incoraggia a chiedere che una nostra rappresentanza venga udita affinché possa meglio esporre a voce ed appoggiare con maggior copia d’argomenti le idee che sono comuni alla gran maggioranza di coloro che ebbero la ventura di appartenere all’Orfanotrofio e ci lusinga a sperare che la domanda sarà favorevolmente accolta. Crediamo necessario, ad ogni modo, dichiarare preventivamente, che qualunque sarà il conto che l’On. Consiglio vorrà fare di questa istanza e delle nostre proposte, noi ci riterremo paghi d’aver dimostrato il nostro sincero attaccamento alla gran famiglia degli orfani. Che se potremo giovare ai più giovani nostri compagni di sventura, ci parrò d’avere per quanto in minima parte, contraccambiati nell’unico modo che ci è consentito i molti benefici di cui andiamo debitori alla Pia Casa che ci raccolse ed allevò. Rinnovando l’attestazione della più viva gratitudine di tutti i nostri consoci, aggiungiamo l’espressione della nostra particolare deferenza e col più profondo rispetto ci protestiamo. Pel Consiglio direttivo Giovanni Vincenzo Gallotti Ill.mo sig. avv. nobile Emanuele Greppi Presidente del Consiglio degli Orfanotrofi e P.A. Trivulzio ---------------------- 06. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di collocamento a riposo del rettore dell’Orfanotrofio maschile cav. Viganoni, Milano, 7 maggio 1892 Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi Seduta del giorno 7 maggio 1892 […] il Consiglio […] delibera di collocare a riposo per constatati motivi di saluti il sig. avv. cav. Gior. Viganoni, accordandogli il normale trattamento di pensione […] per il Presidente Alessandro Pestalozza 07. Relazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile sull’andamento disciplinare della Comunità, Milano, 13 maggio 1892 On. Consiglio L’agitazione negli animi di questi ragazzi non è del tutto spenta e si appalesa principalmente con irriverenze e atti di sprezzo verso i sigg.ri assistenti, verso qualche assuntore e censore, non ché si manifesta con una certa noncuranza delle discipline ed indifferenza alle ammonizioni e punizioni. Occorre pertanto che si prenda qualche grave misura onde impedire che si rinnovino i deplorevoli fatti dell’aprile e valga a ridurre gli orfani insubordinati all’obbedienza, al rispetto verso i superiori e alla stretta osservanza delle discipline, a raggiungere tale
  • 14. scopo propongo che vengano ammoniti severamente dall’Ill.mo sig. Presidente del Consiglio gli Orfani sottonominati che sono i più cattivi e pericolosi: 1. Pesenti Ferruccio 2. Guzzi Giuseppe 3. Levati Ferdinando 4. Prina 2° Carlo 5. Besozzi Luigi 6. Scoli 2° Giuseppe 7. Gilardi Attilio 8. Gerli Eugenio 9. Mazzola Tullio 10.Diotti Giovanni 11.Orsenigo 1° Pietro 12.Campodonico Bartolomeo Dei quali si uniscono le relative posizioni Il ff. di Rettore Melzi 08. Comunicazione del ff. funzione di Rettore dell’Orfanotrofio maschile in merito alle ammonizioni comminate ad alcuni orfani, Milano, 16 maggio 1892 Li 16 [maggio] 1892 L’On. Consiglio nella sua seduta in data 13 corr.te accogliendo la proposta dell’On. sig. Consigliere delegato incarica il ff. di Rettore Melzi all’uopo delegato dall’On. sig. Presidente ad infliggere la ammonizione presidenziale agli orfani Pesenti, Campodonico, Levati, Besozzi, Gilardi e Prina; nello stesso tempo lo incarica pure di infliggere per l’ultima volta l’ ammonizione agli orfani Guzzi, Scoli 2°, Gerli Eugenio, Mazzola Tullio, Diotti Gio e Orsenigo 1° Pietro, con minaccia ai primi che alla prima grave mancanza che dovessero commettere in avvenire saranno senz’altro espulsi dall’Istituto ed i secondi alla prima, anche non grave mancanza, che dovessero commettere verranno sottoposti all’ammonizione del sig. Presidente indi al replicarsi di un’altra saranno espulsi. Riferito in merito ai parenti degli orfani sopramenzionati per loro norma e regola. Il ff. di Rettore Melzi […] 10. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi con cui viene inflitta l’ammonizione presidenziale a 18 orfani, Milano, 22 maggio 1892 Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi Seduta del giorno 22 maggio 1892
  • 15. Sulla proposta del Rettorato dell’Orfanotrofio maschile, confermata dall’On. Delegato di quel Pio Istituto il Consiglio autorizza, che a mezzo del sig. ff. di Rettore, venga data l’ammonizione presidenziale agli orfani indicati nell’unito elenco, meritevoli di tale punizione per la loro cattiva condotta, ad eccezione dell’orfano Luoni Luigi, d’anni 17 ½ pel quale viene autorizzata l’immediata espulsione dall’Istituto per la gravissima mancanza da lui commessa. Identica misura vien presa per l’orfano [Giuseppe] Guzzi, ritenuto che al solo Guzzi verrà concesso l’indennizzo vestiario, in considerazione delle miserevoli condizioni nelle quali versa la sua famiglia[…] 11a. Rapporto del ff Rettore relativo all’ammonizione presidenziale inflitta ad alcuni orfani e la reazione avuta dagli stessi, Milano, 23 maggio 1892 (prot. 294-1892) 23 maggio 1892 – ore 9 pom. Onor.le Consiglio Come da Deliberazione Consigliare n. 714 in data 22 corr., oggi ho inflitta l’ammonizione Presidenziale a n. 18 orfani, alcuni dei quali la ricevettero con tracotanza, sdegno e con espressioni violente di protesta. Nel dubbio che durante la cena potesse avvenire qualche dimostrazione ostile di qualche entità, mi sono fatto dovere di assistere al pasto in refettorio, dove fui ripetutamente zittito ed anche fischiato. Terminata la refezione mi incamminavo verso l’ufficio, quando fui colpito da una manciata di ghiaia alle gambe e da una successiva alla schiena. In questa condizione di cose non potrei reggere all’incarico affidatomi se non si eliminasse dallo Stabilimento tutta la sezione 2° (orfani n. 240) o, per lo meno, tutti quelli che ricevettero l’ammonizione presidenziale dopo i disordini del 10 e 11 p.p. aprile, compresi quelli ai quali l’ammonizione fu decretata dall’On. Consiglio, ma non data in giornata perché applicati alle officine esterne, più l’orfano Borghi Alessandro, d’anni 17, il quale, oltre ai cattivi precedenti disciplinari, è colpevole di essere stato arbitrariamente assente dall’ officina esterna tutto il 20 corr.te e di essersi appropriato di una lettera indirizzata all’economato locale. Il ff. di Rettore Melzi Per intelligenze prese coll’On. Consiglio il presente rapporto venne mandato agli atti, essendosi provveduto diversamente Melzi 12. Deliberazione del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi di espulsione degli orfani Corsetti, Spini e Labaiani, Milano, 25 maggio 1892 Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi Seduta del giorno 25 maggio 1892 […]
  • 16. Sulla proposta del Rettorato dell’Orfanotrofio maschile e vista la grave imperdonabile mancanza commessa dall’Orfano Amleto Corsetti, che lo pone tra i principali eccitatori dei compagni alla rivolta, il Consiglio unanime delibera l’espulsione del medesimo dall’Istituto e solo in vista delle sue speciali circostanze gli accorda l’indennizzo vestiario. Eguale deliberazione viene presa riguardo l’altro orfano, Spini Luigi, che in vista delle sue molteplici mancanze, meritò già l’ammonizione presidenziale, conservando modi provocatori e rendendosi da ultimo colpevole di gravi insubordinazioni verso il maestro sig. Fugassola. Così parimenti è decretata l’espulsione dell’orfano Labaiani Alfredo, il quale, dopo aver subito l’ammonizione presidenziale,anziché correggere il proprio contegno arrogante, continuò nella sua incorreggibile condotta di agitatore, presentandosi da ultimo al Rettorato osando dichiarare che riteneva nulla l’ammonizione del Presidente, se non gli si davano prove e testimonianze delle sue colpe. Letto confermato e sottoscritto il Presidente Cambiagli Locatelli ---------------------- 13a. Comunicazione della R. Questura di Milano al Presidente del Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Orfanotrofio maschile, Milano, 7 giugno 1892 Ill.mo sig. Presidente del Consiglio degli Orfanotrofi e LL.PP. annessi R. Questura di Milano 7 giugno 1892 Per aderire ad analoga richiesta della locale Autorità Giudiziaria devo pregare la cortesia della S.V. Ill.ma a volersi compiacere trasmettermi gli opuscoli sovversivi che furono ritirati dal Rettore dell’Orfanotrofio maschile ai giovanetti colà ricoverati, facendomi altresì pervenire apposito elenco da cui risulti: il nome dell’allievo che ne era possessore, il numero ed il titolo dell’opuscolo, la data ed il luogo della consegna e la persona che la eseguiva, ove ciò le riesca agevole. Del favore rendo alla S.V. Ill.ma le più sentite azioni di grazie, esternandole intanto i sensi della massima stima ed ossequio. Il Questore 13b. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 8 giugno 1892 8 giugno 1892 On. Consiglio Perché codesto On. Consiglio possa farsi un concetto generico delle condizioni morali di questo Istituto si rassegna una nota di libri rinvenuti in questi ultimi giorni negli stipi delle camerate e nelle cassette private di questi orfani di 2a. Sezione, ossia dei maggiori.
  • 17. Il FF. di Rettore Melzi 13c. Comunicazione del ff. di Rettore dell’Orfanotrofio maschile al Consiglio degli Orfanotrofi in merito agli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Istituto, Milano, 10 giugno 1892 10 giugno 1892 On. Consiglio Nel rassegnare a codesto On. Consiglio gli opuscoli sovversivi coll’elenco dei medesimi, richiesti dalla R. Questura colla nota riservata n. 3909 – Divisione Gab. – si fa osservare che i tre orfani tuttora esistenti nell’Istituto: Valtorta Giovanni, Erba Antonio e Vaghi Enrico hanno ammesso di essere stati in possesso di opuscoli anarchici, quali risultano dall’elenco. Il solo Valtorta declinò la provenienza dello stampato sequestratogli, gli altri due si rifiutarono. Melzi 13d. Elenco degli opuscoli sovversivi sequestrati a ricoverati dell’Orfanotrofio maschile, Milano, s.d. Ispezione ai banchi alle cassette ed agli stipetti degli orfani di 2a. Sezione: 1. Fascicolo di propaganda anarchica che comincia colle parole “Abbasso gli anarchici” e continua “è questa ormai la parola d’ordine delle classi dirigenti ecc”; 2. Biblioteca socialista “Prigioni e battaglie” dell’avv. Pietro Gori; 3. “Fra contadini” Propaganda socialista, nuova edizione riveduta dall’autore, Londra, Tipografia dell’Associazione; 4. “La Plebe” Giornale socialistico uscito in Firenze, con poesia di Pietro Gori; 5. “Il grido del popolo” Giornale settimanale anticlericale; 6. “Giorgio e Silvio” Fascicolo di propaganda socialista anarchica; 7. Fascicolo che inneggia all’anarchia e alla rivoluzione sociale; 8. “La nuova gioventù” Giornale anarchico che porta per epigrafe “L’anarchia è l’avvenire dell’umanità” “la proprietà è il furto”; 9. “Il canto dei lavoratori”, poesia dell’avv. F. Turati; 10. “Giorgio e Silvio” dialogo fra due militari, fascicolo di propaganda socialista anarchica; 11. Amori impudichi; 12. Gli amori della bella Nancy; 13. La Roma dei papi; 14. Il giornale “Cri Cri”, con figure e molti sconci; 15. “In tempo di elezione”, opuscolo di propaganda anarchica; 16. “Giorgio e Silvio” dialogo fra due militari, fascicolo di propaganda socialista anarchica; 17. Quaderno contenente una raccolta manoscritta di sentenze, brani di prosa e poesie socialistiche e anarchiche; 18. “Giorgio e Silvio” dialogo fra due militari, fascicolo di propaganda socialista anarchica;
  • 18. 19. “La voce dei Martinitt”, giornale sovversivo per l’Orfanotrofio e insultante pei superiori; 20. Raccolta di brani di giornali riguardanti la rivolta degli orfani; 21. Altro quaderno contenente scritti sovversivi e brani di giornali relativi alla rivolta nell’Orfanotrofio; 22. “La Plebe” Giornale anarchico; 23. Inni socialisti e anarchici (manoscritti); 24. La Marsigliese(manoscritto); 25. “L’amico del popolo”, giornale organo dei socialisti anarchici; 26. “La voce dei Martinitt”, numero unico di giornale come sopra; 27. “L’amico del popolo”, giornale come sopra; 28. “La vipera nera”, giornale immorale e sovversivo; 29. Ravachol? Storia di un dinamitardo; 30. Album di uno scappato; 31. “La Messa”, saggio drammatico storico contrario alla messa ed ai preti (questo volume venne sequestrato ad un orfano mentre lo leggeva in una via di Milano); 32. Notes contenente minute di lettere amorose diretta a persona conosciuta (1). Vennero inoltre trovati molti giornali, quasi tutti con articoli relativi alla rivolta nell’Orfanotrofio e un numero considerevole di libri più o meno non permessi. (1) persona avente attinenza coll’Istituto. Visite dei giorni 30 maggio e 3 e 4 giugno ---------------------- 14. “Memorie del cav. Melzi Valentino”, ff. di rettore dell’Orfanotrofio maschile, per il suo successore Francesco Pesenti, entrato in carica il 1° settembre 1892 Rettorato dell’Orfanotrofio Maschile Corso Porta Vittoria n. 31 Memorie 1. Nelle camerate ci sono cassettine a chiave e senza chiave appartenenti agli orfani nelle quali si trovarono opuscoli e giornali socialisti, anarchici ed immorali. Da togliersi. Vi sono anche stipi comuni, in cui si dispongono, coi libri di scuola, opuscoli e giornali come sopra, per incuria degli assistenti. […] 17. Fra tutti gli orfani il solo Beretta non si associò ai compagni nella rivolta dell’aprile. 30. Gli orfani hanno comunicazioni segrete col di fuori in modo che ricevono lettere, stampati, robe etc. indipendentemente da ciò che introducono i compagni applicati alle officine esterne. […] 35. Si dovrebbero espellere tutti gli anarchici: Levati, Prina, Borgazzi ecc. […] 39. Se si potesse estendere le officine interne ed impedire agli orfani di recarsi alle officine esterne lo stabilimento non sarebbe disturbato dalle mene anarchiche. […]
  • 19. 41. Gli assuntori delle officine interne sono altrettanti vampiri che succhiano il sangue agli orfani – Vedansi le paghe. 43. Il servizio degli assistenti è alquanto rilasciato. Il tutore di un ragazzo ed un signore dissero che alcuni di essi professano idee anarchiche! Pare che l’assistente Giannoni abbia contribuito alla pubblicazione del giornale sovversivo La voce dei Martinitt. Vari assistenti se la svignano prima che gli orfani entrino nelle officine. 51. Un gruppo di ex orfani espulsi nei giorni di sortita per vacanza si trova alla porta per ricevere i permessati; talvolta si presenta sotto le finestre di via Stella per conferire coi ricoverati. 55. Levare ordinariamente il 40, 50 e talvolta anche l’80 d’importanza ai rapporti degli assistenti, quando le accuse non riflettano casi di immoralità o furto; anche ai rapporti dei signori maestri, esclusi quelli del prof. Burlando, non si deve attribuire molta importanza. In generare si tende ad esagerare da tutti. 57. Evitare, se è possibile, le punizioni in massa, tanto più se consistono in privazioni dietetiche, perché il refettorio è il luogo dove avvengono ordinariamente le esplosioni o per lo meno le dimostrazioni. 65. Gli orfani maggiori di età comandano ai piccoli, quanto e forse più del Rettore. Dei castighi di cui può disporre il Rettore tengono poco conto e grandi e piccoli. I maggiori, ossia i più grandi della sezione 2°, i quali, per la più parte, lavorano alle officine esterne pare ricevano la parola d’ordine dal comitato anarchico del fortino di P.ta Vittoria e fors’anche da un altro comitato moderato (?) che protegge gli anarchici. 71. Ieri (28 agosto) ho fatto cancellare dal muro sotto il portico a sinistra del I° cortile arrivandovi dall’ufficio del Rettore le parole scritte in apis con certa cura = morte a Rozza = (censore). Gli assistenti sorvegliano. [...] 15. “Diario della propaganda anarchica”, diario riservato del rettore Francesco Pesenti, Milano, settembre 1892 - 5 agosto 1894. 1892 settembre - Da quanto mi viene riferito, i disordini deplorati in questo Istituto nel corrente anno, se ebbero origini e cause diverse, vennero però fomentati da affigliati anarchici, i quali avevano largamente seminato e propagate le loro idee sovversive fra gli allievi dell’Orfanotrofio. I risultati delle inchieste fatte per deliberazioni consigliari figureranno probabilmente fra gli atti del Consiglio stesso; nell’archivio del Rettorato non v’ha traccia in proposito. Gli unici documenti consistono in una serie di opuscoli e di scritti vari sequestrati agli alunni dopo i torbidi, quali: Il manifesto del partito comunista, 1847 sequestrato all’orfano Orsenigo Abbasso gli anarchici, gennaio 1892 id. Borgazzi Giovanni L’uguaglianza sociale, Marsala 23 luglio – giornale id. Borgazzi provenienza Prina Giornale Sempre avanti, Livorno I prodotti della terra, opuscolo popolare socialista id. Parnisari Fra contadini, opuscolo popolare socialista id. Braga Tomaso Giorgio e Silvio, dialogo tra due militari id. Valtorta Giovanni, Erba In tempo di elezione, opuscolo anarchico id. Erba Antonio Ravachol, storia di un dinamitardo id. Vaghi Enrico Il canto dei lavoratori dell’avv. F. Turati id.
  • 20. La voce dei Martinitt Giornali altri: La Plebe, Sempre avanti, La Plebe, L’uguaglianza sociale etc. Molti opuscoli andarono dispersi. Le numerose espulsioni deliberate dal nuovo Consiglio avevano teso ad allontanare dall’istituto molti degli elementi anarchici; ma sgraziatamente si opinava che il semenzaio fosse rimasto e s’indicavano appunto fra i sospetti: Prina Carlo, Levati Ferdinando, Merli Alfredo, Parnisari Arturo, Panigatti Augusto, Mauri Oreste, Cicala Pietro, Borghi Alessandro, Zilocchi Luigi, Orsenigo 2° Pietro, Borgazzi Giovanni etc. Tranne forse quest’ultimo, tutti gli altri indicati conservano un contegno veramente biasimevole, da classificare come indisciplinato. Era pertanto indicatissima una speciale sorveglianza a loro riguardo, e si cercò di farla esercitare sempre quando fosse possibile. Pur troppo l’impossibilità si rendeva manifesta nei giorni di uscita in vacanza giornaliera, perché molti parenti, dopo aver ritirato al mattino gli allievi dell’Istituto non si curavano poi più di curarli durante la giornata, ma li abbandonavano a se stessi. La sorveglianza esterna doveva estendersi in modo speciale anche su gli ex allievi indicati come anarchici, quali il Vaghi Enrico, Mazzucchelli Alessandro, Rubino Arturo, Erba Antonio, Mantovani Alfredo, Petrali Raffaele, Parnisari Rodolfo, Corsetti Amleto. 1892 novembre 6 – Segnala il censore Rozza la presenza del Vaghi nella casa in via Larga 18, dove si trovano per lavoro di officina i due allievi Tirinanzi e Campi. Dalle informazioni assunte si ritiene che non vi sia contatto fra i medesimi. 1892 dicembre 3 – Ulteriori notizie danno positiva la definitiva partenza dell’anarchico Vaghi, avvenuta, pare, dopo ammonizione dalla Questura. Dice che il medesimo trovasi ora a Broni (Pavia). 1892 dicembre 25 – Natale, giorno di vacanza fra gli allievi. La musica dell’Orfanotrofio interviene al pranzo degli spazzacamini, in via S. Spirito. Nel locale delle scuole fanno apparizione gli ex allievi anarchici: Mazzucchelli Alessandro, Rubino Arturo, Petrali Raffaele, Erba Antonio, Parnisari Rodolfo. Usciti nella via S. Spirito si uniscono a loro gli allievi Levati Ferdinando, Parnisari Arturo (fratello del Rodolfo), Legnoni Angelo e Merli Alfredo, sospetti di coltivare idee anarchiche. Disposto poscia un servizio di vigilanza presso la Camera del Lavoro e in via Fustagnari, nulla apparve che potesse dare luogo a sospetti, e risultò anche che nessuno degli allievi che frequentano la casa del Mazzucchelli nei giorni di Natale e S. Stefano. 1893 marzo 9 – La Lombardia di stamane reca la notizia che presso Chiasso vennero arrestati, come spacciatori di monete false, gli ex allievi Mazzucchelli e Rubino, gli stessi cioè nelle cui abitazioni si ritiene sia stata organizzata la rivolta dello scorso anno. [1893] marzo 12 – Oggi avendo luogo l’uscita in vacanza degli allievi della II sezione, dopo la messa, riunita la sezione raccomandai caldamente agli orfani di
  • 21. essere guardinghi nello scegliere i compagni fuori dell’Istituto, perché sotto la veste di apostoli di nuove idee e di altre aspirazioni, non era difficile trovare dei volgari malfattori e degli spacciatori di monete false. Mentre parlavo fissai specialmente lo sguardo sugli alunni Cicala, Zilocchi, Parnisari Arturo e Panigatti. [1893] aprile 2 – Pasqua, uscita in vacanza Si approfitta dell’assenza degli allievi per procedere ad una visita agli stipi e tavoli e al conseguente ritiro degli oggetti proibiti. Si rinvennero al Panigatti Augusto due opuscoli Primo passo all’anarchia – Biblioteca del “Sempre avanti”, Il manifesto del partito comunista, 1847, e al Parnisari Arturo l’opuscolo I prodotti della terra (popolare socialista), Milano 1893. Il Panigatti asserisce che detti opuscoli gli vennero regalati, involti in carta, da uno sconosciuto sul ponte di Porta Vittoria, il 2 o 3 marzo p.p. Il Parnisari invece dopo aver dichiarato d’ignorare tra le cose sue l’esistenza di tale opuscolo, confessò poi di averlo acquistato in un’edicola, negli ultimi giorni della scorsa settimana, al prezzo di £ 0,25. [1893] aprile 4 – Di questo fatto riferii oggi verbalmente all’on. Consiglio. [1893] aprile 5 – Col n. 178 , in data odierna, inoltro regolare rapporto al Consiglio sugli opuscoli sequestrati, invocando per i due allievi l’ammonizione presidenziale, la quale viene infatti, oggi stesso, inflitta alle 8 ½ pomeridiane, nella sala dedicata ai defunti benefattori, presenti le tre camerate, 5a 6° 7°, degli allievi addetti alle officine esterne. [1893] aprile 7 – Convoco nell’ufficio tutti gli assistenti della sez. II e i sig. censori per esortare ad un’oculata vigilanza sugli orfani, in relazione al precedente fatto. 1893 aprile 20 – Il sig. censore Rozza si è abboccato col delegato di P.S., che ha la direzione della squadra politica, per avere notizie sul come, quando e dove gli anarchici fanno propaganda. Attualmente il luogo prescelto sarebbe il piazzale del Fortino di Porta Vittoria. Il detto funzionario, nel reciproco interesse, pregò di tenerlo informato nel caso si accentuasse nell’Orfanotrofio la propaganda anarchica, affine di poter predisporre uno speciale servizio di sorveglianza. All’infuori dei pochi fatti narrati in addietro, finora nulla di grave venne segnalato per giustificare uno speciale servizio di sorveglianza, in ogni modo non si mancherà, al caso, di richiederlo. [1893] giugno 4 – Viene segnalato il ritorno a Milano del Vaghi Enrico, valigiaio, aspirante al lavoro nell’officina Franzi, dove trovasi il nostro allievo Sioli II° Giuseppe. Il pericolo viene opportunamente scongiurato.
  • 22. [1893] giugno 28 – Da qualche tempo desta qualche preoccupazione il contegno circospetto e l’attrazione del Beretta Francesco, allievo, verso il Parnisari Arturo, già colpito dall’ammonizione presidenziale il 5 aprile scorso. Il fatto desta tanto maggiore impressione in quanto che il Beretta fu l’unico allievo che si segnalò per contegno corretto durante i torbidi. Si è raccomandato all’assistente Albertella, col quale ebbe sempre una speciale confidenza, di indagare il pensiero del Beretta, ma infruttuosamente. Riferì soltanto che realmente nota un sensibile cambiamento nel giovane. [1893] agosto 26 – Rientrando da venti giorni di vacanza, durante i quali resse interinalmente l’Istituto, il censore sig. Ossola crede d’intravedere, nonostante le continue assicurazioni inviatemi dallo stesso censore a Brivio, che l’andamento della Comunità era regolare e anzi soddisfacente, che il contegno in genere degli allievi ha sensibilmente peggiorato: la camerata 6°, quella dei più anziani, specialmente denota indisciplina, dalla quale cosa è molto preoccupato l’assistente Colombo. Ritiensi necessario uno stringimento di freni, tanto più che durante la mia assenza all’orfano Caremoli, il quale disse all’assistente “che gli avrebbe rotto la faccia” si limitò la punizione all’Ammonizione presidenziale. […] [1893] ottobre 15 – Nella occasione della cerimonia per la distribuzione dei premi avvenne un deplorevole incidente: i 23 alunni ai quali era stato concesso il Fregio di Merito si presentarono nella sala senza tale distintivo. Un’inchiesta aperta dai sig. consiglieri immediatamente dopo la cerimonia (e confermata nel seguente giorno dagli assistenti delle camerate) induce a credere che, più della pressione dei compagni, ebbe presa sui fregiati un ingiustificato panico; non è però escluso che massime nella camerata 6° non siasi accentuata una corrente contraria. Si verificò la stessa cosa allorquando s’inaugurò il quadro dei distinti, ma in forma più contenuta. Riunita la sez. II.a, l’ill.mo sig. presidente, presenti gli onorevoli consiglieri, stigmatizzò severamente l’avvenuto, avvertendo che si sarebbero adottate le più severe misure contro gli istigatori. Nessun seguito ebbe l’incidente. L’insistenza tuttavia con cui si parlava di desiderio di conservare l’uguaglianza fra gli orfani, che si riteneva turbata col Fregio, pareva richiamare qualche idea di socialismo affatto intempestiva, cosicché parve consigliabile di eliminare man mano quegli allievi riconosciuti per turbolenti, i quali si trovavano nel 18° anno di età. 16 ottobre 1893 – Tenuto rapporto di tutti gli assistenti, vengo confermato che costituiscono un elemento assolutamente indisciplinato gli allievi: Spinelli Andrea della 6a camerata Panigatti Augusto id. Parnisari Arturo Mazzini Salvatore Tonietti Giovanni Giudici Giovanni Galimberti Giuseppe della 5a camerata
  • 23. Orsenigo Pietro id. Faccio pertanto pratiche pel loro allontanamento. 21 ottobre [1893] – Dietro consiglio del Rettorato viene ritirato l’orfano Spinelli Andrea. Stasera ore 6 pom., transitando avanti alla camerata 5° della sez. IIa m’avvidi che l’allievo Locatelli Pietro (altro degli indicati come di opinioni anarchiche) nascondeva sotto il banco alcuni giornali che ritirai, ossia gli ultimi numeri del “Sempre avanti” della “Favilla” e dell’”Ordine”. 22 ottobre [1893] – Propongo l’espulsione del Locatelli. 26 ottobre [1893] – In seguito ad un attacco epilettico sofferto dal Luca Lelli e a concerti presi coll’ill.mo sig. Presidente, si decide di concedere alla madre del Locatelli di ritirare il figlio dall’Istituto. 29 ottobre [1893] – In seguito a consiglio del Rettorato, viene ritirato dall’Istituto l’orfano Panigatti Augusto. 4 novembre [1893] – come sopra l’orfano Parnisari Arturo. 7 novembre 1893 – Dietro consiglio viene ritirato dall’Istituto l’allievo Mazzini Salvatore 9 [novembre 1893] – id. Tonietti Giovanni 14 [novembre 1893] – id. Galimberti Giuseppe 15 [novembre 1893] – id. Orsenigo Pietro 7 novembre [1893] – Con rapporto 30 ottobre l’assistente Oggioni della cam. V.a mi notificava ritenere che l’allievo Beretta Francesco appartenesse alla setta anarchica per i continui segreti discorsi tenuti coll’orfano Parnisari Arturo. In seguito a tale rapporto pregai lo zio del Beretta, il sig. Attilio Pirinoli, stundente di medicina (via Principe Amedeo 3), conosciuto da me per tre anni consecutivi al Convitto Longone, di favorire al mio ufficio, e gli esposi i dubbi che si avevano, pregandolo di profittare dell’uscita ordinaria del seguente giorno per scandagliare il terreno e appurare quanto di vero esistesse nelle supposizioni dell’assistente. Feci notare al sig. Pirinoli come non potessi rassegnarmi al pensiero di una radicale trasformazione nei sentimenti del Beretta, l’unico allievo che siasi segnalato per fermo e lodevole contegno durante i torbidi del 1892; un giovane che dall’ottobre 92 figurò sempre sul quadro dei distinti , ed è insignito del “Fregio di merito”. Aggiunsi che per combattere le insane teorie che avessero potuto infiltrare in lui i cattivi compagni, mi sembrava più opportuno l’intervento di un parente amico, giovane e di sani propositi. Il 2 nov. Il sig. Pirinoli venne a riferirmi sul colloquio avuto il giorno precedente col nipote. Vengono purtroppo confermate le supposizioni, avendo il Beretta dichiarato che da un anno all’incirca coltiva delle idee che, classificate come tendenze anarchiche, in lui avrebbero maggiore affinità
  • 24. colla Società Umanitaria, mirando a soccorrere gli indigenti e gli oppressi, ma non col mezzo della violenza, anzi in codesta missione ch’egli crede in buona fede di adempiere, sente il bisogno di essere d’esempio con una condotta irreprensibile. Nega di aver fatto proseliti, ammettendo invece di essere intervenuto in qualche discussione quando vi era sospinto dal proprio raziocinio. S. loda del trattamento morale e materiale che gli viene fatto nell’Istituto, e solo gli rimorde il pensiero che le sue idee non si trovino in armonia collo spirito dell’Istituzione. Accenna all’esistenza di una biblioteca clandestina circolante fra gli orfani, che viene gelosamente custodita; e riconferma che le nuove tendenze trovano maggiore alimento tra gli orfani esterni. Il 6 novembre ha dato comunicazione all’Ill. sig. Presidente di quanto concerne il Beretta, il quale convenne non essere il caso di prendere misure di rigore per detto allievo, ma limitarsi a sorvegliarlo e, al caso, consigliarlo. Stasera, 7 novembre, alle 20 ½, mentre passavo in prossimità della Camerata V.a, l’assistente Oggioni m’avvertì d’aver sequestrato al Beretta l’ultimo numero del giornale “Sempre avanti!” in data 4 corrente. Ritirato il giornale e chiamato in ufficio il Beretta gli feci paternamente osservare come avesse mancato alla parola data allo zio di astenersi da ogni cosa fosse in opposizione alle interne regole; mi rispose in modo molto franco che il giornale rappresenta le sue idee, di averlo acquistato ieri in un’edicola, di non averlo dato ad altri in lettura; che infine le sue promesse erano conseguenze di riguardo alla parentela, non di spirito disciplinare. Messo alle strette nel fargli constatare come egli, di sua volontà, si mettesse in aperto contrasto colla possibilità di permanere nell’Istituto e che reclamavo un’esplicita sua dichiarazione di troncare recisamente simile procedimento, non volle pronunciarsi, ma accettò di rispondere dopo un giorno di riflessione. Ordinai che all’indomani non si recasse all’officina affinché potesse pronunciarsi senza suggestione di persona alcuna. Congedato dall’ufficio il Beretta, scorsi il giornale e lessi una corrispondenza da Milano, in 4° pagina, in data 30 settembre che si riferisce all’avvenuto arresto dell’anarchico Baldini alla porta dell’Orfanotrofio il giorno 15 ottobre, nell’occasione della distribuzione dei premi, e si chiude con minacce al personale dell’Istituto, lasciando intravedere per l’avvenire fatti più gravi di quelli deplorati nell’aprile 1892. 7 novembre 93 – Del nuovo fatto diedi comunicazione verbale all’ill. sig. Presidente e pregai pure il sig. Pirinoli di favorire al mio ufficio; ma questi trovasi a Pavia per gli studi. L’ill. sig. Presidente, convenuto nel mio ufficio, e fatto chiamare il Beretta, gli espose la situazione delicata in cui si era messo, dimostrandogli come fosse doppiamente deplorevole la sua caduta in fallo. Soggiunse che l’incidente, per potersi ritenere estinto, ammetteva un’unica soluzione, che cioè il Beretta impegnasse la propria parola d’onore di astenersi da qualsiasi atto o fatto del genere, per l’avvenire. La parola venne data. Nell’intendimento però di far concorrere anche i parenti nella intrapresa opera, scrissi a Pavia al sig. Pirinoli, pregandolo di favorire in ufficio al suo ritorno.
  • 25. 10 novembre [1893] – Il sig. Pirinoli ringraziando e mostrandosi dolente di essere trattenuto a Pavia dagli studi, ma proponendosi però di scrivere al Beretta… Annuisco, consigliando al sig. Pirinoli di scrivere direttamente al nipote. 22 novembre 93 – Ho ritirato dal sig. censore Rozza 5 opuscoli stati sequestrati al Beretta, in ua visita inopinata eseguita dietro mio ordine il 1° corrente. Sono opuscoli editi da Sonzogno nella Biblioteca Universale e fra essi tre non hanno neppure le pagine tagliate: vi figurano “Darwin e il darwinismo – Giordano Bruno – Arnaldo da Brescia – Il libro del popolo “sulla schiavitù moderna” di Lemennais – libri tutti prescritti dalla Chiesa, ma privi di qualsiasi attinenza all’anarchia. 19 dicembre 93 – Il “Sempre avanti!” del giorno 16 reca una corrispondenza sull’Orfanotrofio in data 11 corrente, in cui si asserisce che “ogni settimana ben più d’un centinaio di copie fra il “Sempre avanti!” e “L’Ordine” vengono acquistati da quei bravi ragazzi e diffusi fra i ricoverati. Fa recriminazioni sulle espulsioni e le solite minacce. Oggi stesso perviene in ufficio lettera del Questore (Divisione Gabinetto) che parla della diffusione stessa e offre un’azione combinata con un funzionario da designare. Data notificazione e visione all’ill. sig. Presidente e all’avv. Braghi si conclude con quest’ultimo di rispondere in conformità a quanto si legge nella lettera del Rettorato n. 15 Ris[ervato]. 26 dicembre 93 – In seguito alla lettera anzidetta, oggi, mentre si trovava nel mio ufficio il sig. Presidente, fu annunciato il sig. Galante segretario particolare del Questore. Dopo lo scambio d’idee si convenne che il rettorato avrebbe accettato il concorso della Questura per la sorveglianza, fuori delle officine, degli orfani esterni. Venne assodato che nessuna traccia di fomento anarchico esiste nell’Istituto. 30 dicembre 93 – Con foglio Ris. N. 16 si trasmette al Questore l’elenco degli esterni, con l’indicazione di quelli che lasciano a desiderare nella condotta disciplinare, affinché siano tenuti specialmente in vista. Si unisce pure lo stato indicante le uscite in vacanza della II.a Sezione. 1894 gennaio 26 – Stasera mi si è presentato nell’ufficio l’allievo Bianchi Giovanni per notificarmi che oggi un agente di questura, il quale aveva in mano una lunga lista di annotati, si è recato dal suo principale Giuseppe Bardelli calzolaio, via Vetra 4, per avvertire che detto allievo è un anarchico. Più tardi gli allievi Bardelli Enea e Giudici Giuseppe mi avvertirono che altro agente di questura si è presentato oggi dal loro principale sig. Giobbio, via Milazzo, per informarsi sugli orari d’officina; ciò che destò qualche apprensione.
  • 26. Nel dubbio che tali visite fossero un’inopportuna conseguenza dell’azione sorvegliante richiesta alla Questura, mi rivolsi a questo ufficio con nota n. 1 Ris. [1894] gennaio 27 – In vista della commozione suscitata fra gli allievi credetti conveniente, dopo aver informato l’On. Consiglio, di recarmi dal Questore. In sua assenza ebbi un colloquio col segretario, sig. Galante, al quale esposi la situazione, invocando la sospensione immediata delle investigazioni dannose agli orfani. Il sig. Galante mi diede comunicazione verbale di una circolare riservata alla sezione, in relazione al mio rapporto 30 dicembre ‘93, in data 24 corrente, colla quale si raccomanda un’oculata vigilanza sugli orfani in riguardo alle suggestioni anarchiche cui possono esser fatti segno. Le visite alle officine Bardelli e Giobbio, avvenute il 26 costituiscono una conseguenza logica e immediata della circolare, della quale non si è compreso affatto lo spirito. La confidenza di cui mi hanno dato prova i tre allievi nominati costituisce un sintomo rassicurante e soddisfacente. Però stasera ho riunito nel mio ufficio la camerata dei maggiori per assicurare d’aver proceduto in loro vantaggio e presi occasione per far notare che la loro condotta era invigilata, in conseguenza delle insinuazioni dei giornali anarchici, cosicché si rendeva necessario il più riservato contegno anche fuori dell’Istituto, per evitare spiacevoli avvenimenti. L’impressione ricevuta dagli allievi fu molto buona. 29 gennaio [1894] – Con foglio 269 delli 27 andante la Questura conferma per iscritto le disposizioni date. 18 febbraio [1894] – Noto a titolo di cronaca che i moti recenti della Sicilia e della Lunigiana non trovano eco alcuno fra gli orfani e lasciarono questi nella più completa indifferenza. 1 aprile [1894] – Ieri un agente ha fatto una visita all’Officina Ripamonti Carpani del Dr. Caen, via Cicco Simonetta 9, interrogando l’orfano Del Torchio. In seguito a rapporto verbale fattomi dal medesimo ho scritto oggi al sig. Questore come dalla minuta del n. 4 Ris. 3 aprile [1894] – Il questore risponde in modo evasivo. 9 aprile [1894] – Da qualche tempo l’orfano Beretta dà nuovi segni di coltivare idee sovversive, associandosi cogli allievi Bianchi Pietro e Gatti Vincenzo. Il Beretta essendo entrato nel 18° anno, ho consigliato con mia lettera odierna allo zio sig. Pirinoli, di ritirarlo definitivamente dall’Istituto. 28 giugno [1894] – In seguito a grande infrazione disciplinare venne inflitta il 24 corrente l’Ammonizione presidenziale all’orfano Bianchi Pietro; oggi dietro mio consiglio venne il Bianchi definitivamente dimesso.
  • 27. 30 giugno [1894] – Il sig. Pirinoli ha accettato con animo grato il mio consiglio, e oggi il Beretta venne regolarmente dimesso 8 luglio [1894] – L’allievo Gatti Vincenzo avendo commesso una grave mancanza lo scorso mese verso il sig. M. Fugazzola durante la lezione di diritti e doveri, venne espulso e licenziato definitivamente dal III° corso complementare e punito in via disciplinare. La madre, opportunamente informata del fatto, nella tema di vedere pregiudicata la posizione del figlio, mi presentò oggi domanda di ritirarlo dall’Istituto definitivamente col 21 corrente. In tal modo l’Orfanotrofio si è in breve liberato di tre giovani i quali potevano fare proseliti. Credo di poter affermare che la vigilanza esercitata, il rigore usato verso gli orfani implicati o tendenti ad idee sovversive, e le eliminazioni piuttosto numerose provocate durante gli ultimi 10 mesi, abbiano sensibilmente migliorate le condizioni morali della comunità. L’attentato contro Crispi e l’assassinio di Carnet non ebbero certo un’eco di approvazione fra gli orfani, e così l’Istituto ha creduto d’interpretare il comune sentimento esponendo, per l’ultima luttuosa circostanza, la bandiera a mezz’asta abbrunata. Cito anzi una circostanza per dare un’idea delle opinioni politiche della comunità, favorevoli anziché no, vale a dire che nell’occasione del cimento degli orfani all’Esposizione operaia l’orfano Nulli Carlo ha eseguito e presentato alla Mostra, senza che alcuno vi trovasse a ridire, un brelogne d’oro con ritratti e iniziali delle LL.MM., sovrastato da corona reale. Ciò non toglie che, massime nelle officine interne – nelle tipografie in ispecial modo – gli orfani non siano soggetti a continui pericoli e che si abbiano a temere fra essi nuovi affiliati alle sette sovversive; ma le lezioni severe date finora debbono dare motivo a serie riflessioni, e d’altra parte la posizione precaria che si formarono in società parecchi fra gli allievi dimessi, conosciuti di tendenze anarchiche, non costituisce certo un coefficiente d’incoraggiamento a seguirli. 5 agosto 1894 – Rassegnata copia all’On. Consiglio come all. B della relazione annuale e con nota n. 7 riservata.
  • 28. Contesto archivistico La ricerca è stata effettuata negli archivi della Direzione e dell’Amministrazione dell’Orfanotrofio maschile conservati presso il Museo Martinitt e Stelline di Milano. Dell’archivio di Amministrazione dell’Orfanotrofio è dotata di inventario la serie del Patrimonio attivo (2001), dell’archivio della Direzione è inventariata la serie dei fascicoli personali (2004), entrambi realizzati da CAeB – Cooperativa archivistica e bibliotecaria. Per il presente dossier sono state consultate le seguenti serie archivistiche: - Archivio della direzione, serie Orfani, Dimissioni dallo Stabilimento [fascicoli personali]. - Archivio della direzione, serie Orfani, Disordini 1892. - Archivio della direzione, serie Orfani, Disposizioni disciplinari - Archivio della direzione, serie Origine e dotazione, Relazioni sull’andamento dell’istituto. - Archivio di amministrazione, serie Orfani, Mancanze e punizioni. - Archivio di amministrazione, serie Orfani, Oggetti generali, Disordini del 1892. - Archivio di amministrazione, Verbali del Consiglio degli Orfanotrofi e Luoghi pii annessi, 1892 Sono state inoltre consultate le seguenti pubblicazioni periodiche: - La Perseveranza, aprile-maggio 1892; - Il Corriere della sera, 13-14 aprile 1892. Contesto specifico L’Orfanotrofio maschile Al crepuscolo del ducato sforzesco, tra il 1532 e il 1533, risale la fondazione dell’orfanotrofio maschile dei Martinitt. Le occupazioni, le invasioni e le guerre succedutesi sotto l’ultimo duca milanese, avevano creato povertà e miseria nelle classi subalterne, facendo lievitare la piaga endemica della mendicità. In questo contesto sociale la creazione di un nuovo ricovero intese provvedere alle elementari necessità dei tanti fanciulli in stato di abbandono. L’iniziativa fu di un nobile veneziano, Gerolamo Emiliani, che nelle città della terraferma veneta aveva già fondato diversi luoghi di ricovero: a Brescia, a Bergamo, a Somasca. Nella città ambrosiana il primo ricovero sorse rapidamente, nei pressi dell’odierna via Morone, dove, per la vicinanza con la chiesa di San Martino, i ragazzi ebbero da allora il nome di Martinitt. Il luogo pio era amministrato da 18 deputati, esponenti della nobiltà cittadina, mentre la direzione interna era affidata ai padri della Congregazione Somasca. Gli istitutori posero sempre grande attenzione all’educazione: fin dal Cinquecento si impartiva un’istruzione, sia pur elementare, e si insegnavano quei fondamenti di arti manuali che avrebbero permesso ai fanciulli di entrare attivamente nel mondo del lavoro.
  • 29. Nel 1772 Maria Teresa d’Austria, nell’ambito della politica di riforme assistenziali condotta dai sovrani nella seconda metà del secolo, destinò ai Martinitt una sede più ampia: i locali del soppresso monastero di San Pietro in Gessate, di fronte all’odierno tribunale, dopo averne trasferito i monaci. Nel 1778 il capitolo dei deputati approvò un nuovo regolamento organico, in applicazione dei decreti teresiani e giuseppini in materia assistenziale, in cui ogni aspetto della gestione amministrativa sembrava sottoposto all’immediato controllo del governo, attraverso procuratori, mentre l’insegnamento e la direzione spirituale erano sempre affidate ai padri somaschi. Vennero in questo periodo aboliti una serie di doveri tradizionali, quali l’accompagnamento ai funerali e la questua, la tonaca, sostituita da una divisa laica; venne dato forte impulso all’istruzione tecnica e pratica, caratteristica che rimase per tutto il secolo successivo, qualificando l’orfanotrofio per le molte “officine interne”. Nell’orfanotrofio venivano accolti ragazzi di almeno 7 anni, tramite segnalazioni al Capitolo dei Deputati, orfani di uno solo o di entrambi i genitori, dimessi al compimento dei 18 anni. In questo periodo il luogo pio venne dotato di cospicue donazioni, per garantirne i redditi necessari alla sua amministrazione: nel 1772 vennero destinati i beni della soppressa Inquisizione di Milano e di Como, nel 1776 quelli dell’ospedale di San Giacomo dei Pellegrini e quelli dei santi Pietro e Paolo dei Pellegrini, e infine quelli dell’orfanotrofio di Santa Caterina e San Martino. Grande eco ha sempre suscitato il ricordo dei Martinitt durante le insurrezioni del 1848, quando i ragazzi vennero utilizzati dagli insorti come staffette portaordini tra le barricate. Lo stato italiano, all’indomani dell’Unità, intervenne con apposite legislazioni per disciplinare il complesso mondo dei luoghi pii e degli istituti di assistenza. Dal 1863 l’orfanotrofio dei Martinitt ricevette un unico consiglio di amministrazione, unitamente all’orfanotrofio delle Stelline e al Pio Albergo Trivulzio. Vennero rivisti statuti e regolamenti del luogo pio: l’educazione degli orfani diventò il punto centrale “affinché fatti saggi, intelligenti e laboriosi riescano utili a sé e alla società, alla quale vanno restituiti”. Per il ricovero nell’orfanotrofio, oltre alla dichiarazione di povertà, occorreva essere orfani dei genitori (o almeno del padre), essere cittadini italiani e residenti nel comune di Milano. L’età per l’ammissione doveva essere tra i 7 e i 10 anni, occorreva superare la visita medica e un semestre di prova, al termine del quale il ricovero in istituto diventava definitivo. L’istituto ebbe allora due sezioni: in una gli alunni della scuola elementare, nell’altra gli apprendisti operai e gli alunni delle scuole professionali (attivate dapprima con laboratori interni e in un secondo momento esterni). Con il processo di industrializzazione, che andava trasformando l’aspetto urbanistico e le strutture della società, che vedeva impegnati entrambi i genitori con lunghissimi orari di lavoro nelle fabbriche a condizioni precarie e di scarsa sicurezza, cresceva il numero di richieste di accoglienza per ragazzi rimasti orfani; in taluni momenti l’istituto ospitò oltre 400 Martinitt. Con il nuovo secolo l’orfanotrofio passò tra due guerre e il fascismo. Durante la Grande Guerra i Martinitt, in seguito alla trasformazione del Trivulzio in ospedale militare e al trasferimento dei suoi ospiti nello stabile di S. Pietro in Gessate, vennero alloggiati a Canzo e a Maresso, dove possedevano due ville per le vacanze estive. Il regime fascista fece della preparazione tecnica dei ragazzi una delle sue bandiere per la “rinnovazione del popolo”; l’istituto venne dotato di mezzi cospicui e perfino di una nuova enorme e attrezzata sede (inaugurata nel 1932), nella periferia Est di Milano, nel quartiere dell’Ortica, dove tuttora si trova. La posizione dell’orfanotrofio durante la guerra del ’40-’45 fu pericolosissima: vicina allo smistamento merci ferroviarie di Lambrate, accanto a ditte di produzione bellica, poteva essere facilmente colpito durante i bombardamenti. I Martinitt con le Stelline venero sfollati in parte a Canzo e in parte a Fano. A questo oscuro periodo seguirono gli anni della ricostruzione, il boom dell’immigrazione e quello economico, che videro, all’interno delle mura dell’istituto, non solo l’avvicendamento di numerosissimi ragazzini, ma anche il dibattito sulle nuove forme pedagogiche da attuare.
  • 30. Nacquero così, negli anni Settanta, le “comunità alloggio”, tuttora funzionanti, nelle quali ristretti gruppi di ragazzi, seguiti da vicino da più istitutori, vivevano e vivono una sorta di “vita familiare allargata.” (nota storica a cura di Cristina Cenedella e tratta dall’inventario Archivio della direzione dell’Orfanotrofio maschile – Fascicoli personali) Sull’Orfanotrofio maschile si segnala la seguente bibliografia: - Monografia dell’Orfanotrofio maschile di Milano. Omaggio di onoranza di benefattori defunti e viventi, Milano, stab. tip. Enrico Reggiani, 1910. - Le varie sedi dell’Orfanotrofio maschile di Milano dalla sua fondazione (1532) al tempo presente (1933), a cura di Aurelio Angeleri, Milano, Vallardi, s.d. - Enzo Catania, I Martinitt. Milano tra cuore e storia, Milano 1988. - Maria Angela Previtera, Martinitt e Stelline, istruzione e lavoro attraverso le esposizioni tra ‘800 e ‘900 in 200 anni di solidarietà milanese nei 100 quadri restaurati da Trivulzio, Martinitt e Stelline, a cura di Paolo Biscottini, Milano, Motta, 1990. - Luisa Dodi, L’Orfanotrofio dei Martinitt nell’età delle riforme, in Dalla carità all’assistenza. Orfani, vecchi e poveri a Milano tra Settecento e Ottocento, a cura di Cristina Cenedella, atti del convegno, Milano, Electa, 1992. - Antonio Barbato, Vincenzo Guastafierro, Martinitt. Trovarsi – ritrovarsi, Milano, Greco & Greco editori, 1993. - Associazione “ex Martinitt” Ordine e Lavoro, 120 anniversario, 1884-2004 Milano, Milano, Associazione “ex Martinitt”, s.d. - Trivulzio, Martinitt e Stelline. Due secoli dedicati ai poveri, Catalogo della mostra, Milano, 2004. - La vita fragile. Dipinti, ambienti, immagini dei Martinitt, Stelline e Pio Albergo Trivulzio nella Milano del lungo Ottocento 1815-1915, a cura di Maria Canella e Cristina Cenedella, Milano, 2007. Per alcuni aspetti relativi alla vicenda narrata nel presente dossier si veda anche, tra gli altri, Umanitaria cento anni di solidarietà, Charta, Milano- Firenze, 1993.
  • 34.
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