XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
PROGETTO 71- CLIMA, SUOLO, VEGETAZIONE: CAMBIARE SI PUO'
1. Documentazione dell'Unità di
competenza:
Progetto 71
CLIMA, SUOLO E VEGETAZIONE: cambiare si può
Istituto scolastico:
Scuola Media «G. Galilei» sede di
Palazzi, Cecina
Destinatari:
Classi 1° G -1° H -2°M della Scuola Secondaria di primo grado
Ore dedicate al percorso: 22 ore
2. Descrizione della genesi del percorso didattico
Descrizione
Codice U589 - Il clima: dalle considerazioni
storiche sul clima alle varie tematiche
ambientali come l'innalzamento globale delle
temperature, effetto serra, il riscaldamento
del Mar Mediterraneo.
Sono stati effettuati collegamenti di
Geostoria-scienze-statistica.
3. Descrizione
Codice U590: Il suolo: da sterile a fertile e viceversa
Studio dell’influenza delle caratteristiche del clima e
dell’azione antropica sul suolo. Analisi dei
cambiamenti avvenuti nell’ambito geostorico e a livello
locale, focalizzando il lavoro sui tipi di cambiamenti
intervenuti sui tipi di culture. Procedere ad uno studio
del suolo locale.
Sono stati effettuati collegamenti di Geostoria-scienze-
statistica.
4. Descrizione: codice U591
La vegetazione: buone pratiche per
un’agricoltura e una piantumazione
consapevole.
Sono stati effettuati collegamenti con
geografia, storia, scienze e tecnologia
5. Partendo dalla visione di un filmato stimolo relativo alla
tematica , i ragazzi hanno potuto effettuare alcune
riflessioni sul fatto che i cambiamenti climatici hanno
portato ad una diversificazione della vegetazione. Tale
diversificazione è presente non solo in terre lontane da noi
ma anche intorno a noi, nella nostra cittadina. Attraverso
attività laboratoriali e operative-pratiche si è cercato di
favorire negli alunni una maggiore consapevolezza del
proprio vivere quotidiano nel rispetto della terra, in modo
da non incidere ma da ridurre la portata dei fenomeni dei
cambiamenti climatici e al fine di diventare cittadini più
consapevoli.
6. Attraverso delle semplici attività laboratoriali i
ragazzi hanno potuto potenziare alcune competenze
trasversali come «imparare ad imparare»,
«collaborare e partecipare» e migliorare infine la
capacità di agire in modo autonomo, consapevole e
responsabile.
Sono state gettate le basi per il raggiungimento in
itinere di alcuni obiettivi come quelli di comprendere
l’importanza del mondo animale e vegetale per la
vita dell’uomo attraverso una maggiore conoscenza
dei ritmi delle stagioni e che, quando tali ritmi sono
sconvolti da cambiamenti climatici causati spesso
dall’uomo, vi siano gravi conseguenze
nell’ecosistema. Per questo si rende necessaria uno
sfruttamento del suolo attraverso la riscoperta di
metodi naturali e uno sfruttamento sostenibile del
nostro pianeta.
7. Descrizione del percorso didattico
Visione di un filmato sui cambiamenti climatici dal sito
https://www.youtube.com/watch?v=o-xISJMB2Dk
Con attività di brainstorming
8. Lettura con relativo laboratorio tratto dal libro di storia in adozione
StoriAttiva di E. Stumpo Ed. Le Monnier.
GEOSTORIA: I CAMBIAMENTI CLIMATICI
I CAMBIAMENTI CLIMATICI DAL MEDIOEVO AD OGGI
9. Il suolo
Il suolo è lo strato che ricopre la crosta terrestre ed è
chiamato anche PEDOSFERA.
Sul nostro pianeta esistono vari tipi di suoli, alcuni sono aridi.
L'aridità è una caratteristica del clima, che dura periodi molto
lunghi, chiamata anche "siccità", cioè quando non c'è acqua
per molto tempo e quando c'è una elevata
evapotraspirazione, cioè l'umidità evapora velocemente dal
terreno.
Dipende dalle precipitazioni medie annue, dalle temperature e dai parametri relativi all' eliofania cioè la
misurazione della presenza dell'illuminazione del sole e della sua energia.
L'eliofania massima la troviamo nel Sahara (Africa), nel deserto dell'Atacama (America meridionale), in Italia,
la maggiore insolazione la troviamo in Sicilia, Sardegna, Puglia e Maremma.
Il suolo arido è un suolo sterile, perchè manca l'acqua che è una fonte di vita per la natura, quindi non cresce
la flora e di conseguenza non si sviluppa la fauna. Questo tipo di suolo è un problema per l'uomo perchè se
non riesce a coltivare, non riesce a far mangiare i bovini e quindi l'uomo non riesce a sopravvivere se non
produce latte e carne, da questo si capisce che l' acqua è una risorsa preziosissima e va salvaguardata.
Metodo della classe capovolta
Che cos’è il suolo?
10. Vediamo i terreni fertili:
Il suolo è fertile quando presenta flora e fauna
molto varie, biologicamente attive cioè con
decomposizione (humus) grazie alla presenza
di microorganismi. Ciò vuol dire presenza di
acqua ( torrenti, fiumi, falde e precipitazioni).E'
importante la composizione del terreno, la
quantità di eliofania, la latitudine e l'altitudine.
La fertilità del terreno dipende anche dalla
presenza dell' uomo. I campi per la coltivazione
e l'allevamento sono resi fertili anche
dall'impiego di fertilizzanti biologici o chimici.
Soprattutto per quanto riguarda l'aridità e la
degradazione di un terreno, possiamo dire che
sono strettamente legati a comportamenti
umani sbagliati.
11. WHAT IS THE SOIL?
External part of the lithosphere made up of solid,
organic, inorganic materials, water and air.
WHAT IS ITS FORMATION PROCESS ?
The processes which lead to the soil formation are
different:
- Physical: changes in temperature, rain, wind, gla
ciers.
- Chemical: reactions to water and air.
- Biological: actions from animal and vegetable org
anisms.
PHYSICAL PROCESSES
Sudden changes in temperatures cause creaks in the
rocks where water flows into.
When the temperature goes below the 0 grades, ice
widens the creaks and breaks rocks. All that
is part of the erosion phenomenon together with the
a glacier action.
CHEMICAL PROCESSES
Chemical action is the reaction between water and g
ases. (Oxygen and Carbon dioxide that are in
the water itself and in the atmosphere).
BIOLOGICAL PROCESSES
Lichens are the first living beings to colonize roc
ks, by releasing acid substances they break rocks.
When they die they are decomposed by micro-organism
s and transformed into nourishing
substances which allow musk and fern to settle.
Then it’s the time of grass, shrubs and trees. Thus
soil becomes fertile, decomposing organisms
transform it into mineral salts useful for other li
ving beings. Part of the organic material is transformed into hu
mus, important for vegetation.
WHO LIVES IN THE SOIL?
The first layers of soil are inhabited by a lot of animals: earthworms,
slugs, insects, larvae. Moreover , mice ,moles, marmots, badgers
dig their den in the soil.
They all contribute to mix up the various layers im
proving the soil fertility.
WHAT IS THE SOIL COMPOSED OF?
The soil is composed of:
- Inorganic section
- Organic section
- Porosoty and permeability
INORGANIC SECTION
About the 45% of the soil. It is composed of rock
fragments containing:
pebbles, gravel, sand, clay, slime.
ORGANIC SECTION
About the 5% of the soil. It is composed of humus.
Air and water are each the 25% of the soil.
POROSITY AND PERMEABILITY
The presence of pores is important because it allow
s the water and air flow.
Permeability is the soil capability to let water in.
Gravel, sandy soils let water pass through while cl
ayey soils are impermeable.
DEEP DOWN INTO THE SOIL
Soil is formed by several layers.
LAYER 0 is the most superficial. It houses the beds
tead, a layer formed by leaves, seeds and died
animals’ organisms.
LAYER A contains humus in large quantity so it is d
ark and it is constituted by decomposed organic
material together with animal organisms and plant r
oots.
LAYER B mostly formed by sand, clay, gravel and min
eral salts from the previous layer contains
organic material in small quantity.
LAYER C contains rock fragments of different sizes
and no organic material or in tiny quantity.
LAYER D is composed by the original mother rock not
altered yet.
AGRICULTURAL SOIL
When man uses fertilizers or ploughs the soil he al
ters its original characteristics.
It becomes an agrarian soil.
The agrarian soil has two layers:
Active layer rich in humus and living organisms;
inactive layer, underneath, more compact poor of ox
ygen and humus but rich in mineral
components coming from the superior layer.
12. Mio nonno mi ha raccontato che le stagioni erano diverse rispetto a quelle di
oggi.
In inverno faceva molto più freddo e iniziava prima rispetto ad oggi.
Addirittura mi ha raccontato che durante il periodo della fiera a Cecina spesso i
campi erano ricoperti di brina. Oggi invece noi andiamo alla fiera a "maniche
corte".
Prima le stagioni si riconoscevano molto meglio.
Oggi invece si può dire che ci sono solo due stagioni: una quasi invernale e una
quasi estiva.
Rispetto agli anni passati oggi piove molto di più e in maniera diversa.
Secondo gli esperti il nostro clima, che è mediterraneo, si sta tropicalizzando.
Questo è quello che si ricorda mio nonno del clima dei vecchi tempi.
Che cosa ne pensano i nostri nonni…..
13. I cambiamenti climatici. Intervista ai nostri
nonni…
Un giorno sono andata a intervistare la nonna di
mia cugina, che ha 90 anni. Le ho chiesto se
quando era giovane, il clima era come ora.
Mi ha raccontato che le estati erano molto
meno umide e che si alzava la Tramontana al
mattino e alla sera, mentre il giorno tirava il
Maestrale e non era umido.
Le estati di ora sono molto umide, a
mezzogiorno la temperatura è a 40°. Molto anni
fa il sole scaldava meno, rispetto a oggi, infatti,
le piante non sbocciavano a Febbraio, ma a
metà Marzo o ad Aprile.
Gli inverni erano più freddi e il sole era più
tiepido, ora, invece, sono più caldi e il sole
brucia di più, soprattutto c'é più escursione
termica tra il giorno e la notte.
Gli alberi a foglia caduca stavano a riposo per
3-4 mesi, mentre ora ci stanno per 2 mesi.
Le stagioni non sono così distinte come erano
una volta, soprattutto non ci sono le stagioni di
passaggio, come la primavera e l'autunno, è
tutto più mescolato.
IL CLIMA PRIMA E DOPO…
Ho intervistato la mia nonna su
come era il clima ai suoi tempi e se
ha notato qualche cambiamento fino
ad oggi.
Come era il clima durante le varie
stagioni dell’anno?
Hai notato qualche cambiamento sul
clima?
-A differenza di oggi le stagioni
avevano proprie caratteristiche:
l’inverno era molto freddo con molti
temporali forti, la primavera era
mite, l’estate era molto calda e
afosa, l’autunno era mite.
Oggi, invece, abbiamo la presenza
di più cambiamenti di tempo
nell’arco di una settimana, o di
addirittura di un giorno, quindi non
sappiamo mai bene come finirà una
giornata-
15. Che cosa dice il rapporto dell’Onu sul clima
Il comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici dell’Onu (Ipcc), ha presentato una sintesi dei suoi
ultimi rapporti sul clima. Ecco i punti salenti.
Nel settembre 2013 l’IPCC aveva pubblicato il primo documento del rapporto in cui
affermava con una certa durezza che la possibilità che il riscaldamento globale fosse
causato dall’uomo era del 95%.
Ecco in breve che cosa dicono gli esperti di clima dell'IPCC nella sintesi presentata a
Copenaghen:
•Il riscaldamento globale e l’influenza delle attività umane sul clima sono un dato di fatto e
non si possono negare.
•Dagli anni cinquanta a oggi i cambiamenti osservati sono senza precedenti.
•I trent’anni tra il 1983 e il 2012 sono stati probabilmente i più caldi degli ultimi 1.400 anni.
•Gli effetti del riscaldamento sono già visibili in tutto il pianeta: nell’acidificazione degli
oceani, nello scioglimento dei ghiacci artici e nella minor resa dei raccolti in molte regioni.
•Senza un’azione coordinata per ridurre le emissioni di CO2, le temperature
aumenteranno nei prossimi decenni e entro la fine di questo secolo potrebbero essere di
cinque gradi superiori ai livelli preindustriali.
•Per contrastare la tendenza, i paesi dovrebbero ridurre a zero le emissioni entro il 2100.
03 NOVEMBRE 2014
http://www.focus.it/ambiente/natura/che-cosa-dice-il-rapporto-
dellonu-sul-clima
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-
moon durante la presentazione del
rapporto sui cambiamenti climatici, a
Copenaghen, in Danimarca.|REUTERS
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20. Ricerca su metodi antiparassitari
naturali. Focus sulle coccinelle con
costruzione di relative case e
successivo posizionamento nel
giardino della scuola
21. Lezione con
etologo in classe
Analisi del giardino della scuola
Costruiamo i nidi con l’aiuto dei nonni
E adesso
posizioniamoli
nel giardino
22. Uscita con esperto ARDEA per
capire come l’uomo ha cambiato
il territorio in cui vive
modificando l’ambiente e il ciclo
naturale della vita.
Osservazione del Tombolo
di Cecina presso la pineta
delle Gorette e del mare
antistante
Un futuro
innalzamento del
mare che cosa
provocherebbe
nelle nostre
zone? Dove
arriverebbe il
mare? Forse
sommergerebbe
anche la nostra
scuola
23. L’uomo preistorico:
dal semplice rifiuto organico allo scarto di
produzione
L’uomo nell’antichità:
dal villaggio alla città
L’uomo moderno:
i nuovi materiali e l’idea ecologica
1-Proviamo ad immaginare quali rifiuti
potevamo
vedere nei pressi di un insediamento
preistorico.
2-Quali difficoltà, derivate dai rifiuti, incontrava
l' uomo preistorico ?
L’uomo moderno:
i nuovi materiali e l’idea ecologica
24. LA RICERCA IL PROGETTO «CAMBIA IL CLIMA» E QUANDO UN FRUTTO
RIDUCE IL NOSTRO «PESO» SUL PIANETA
Fragole di qui, fragole di là. Purchè di stagione
GRAZIE al progetto «Cambia il clima» promosso dall’associazione OXfam in partenariato con l’Associazione Oikos e il
progetto Cambiamenti climatici con il Lamma e la Regione Toscana, la nostra classe ha esplorato il sito http://pensa-al-
clima.istituto-oikos.org e ha svolto molti laboratori sul tema. Ciò ci ha permesso di fare alcune riflessioni sul fatto che il
mondo può cambiare anche in base alle nostre scelte, di acquisto, alimentari e di comportamento. Questo ci aiuta a
diventare cittadini attivi in grado di ridurre nel nostro piccolo il peso sul
pianeta. Ma che peso hanno le nostre scelte quotidiane? A che cosa dobbiamo fare attenzione? Se compriamo un
cestino di fragole «di qui», sono proprio identiche alle fragole «di là» provenienti ad esempio dal sud del mondo? Cosa
cambia? Il modo in cui sono coltivate, trasportate, distribuite e impacchettate, modifica radicalmente il loro impatto
ambientale per la terra, quindi per noi, per il nostro futuro. A COSA dobbiamo fare attenzione allora quando acquistiamo
dei prodotti? Quali sono i fattori che incidono sull’ambiente, causando inquinamento? Grazie alla visione di questa
piattaforma e ai vari laboratori svolti, possiamo dare alcune risposte. Diversi infatti sono i fattori che incidono
sull’ambiente, essere relativi alla produzione come i materiali di costruzione delle serra stessa, il consumo d’acqua, i
fertilizzanti,gli antiparassitari e i prodotti chimici usati per coltivare. Ognuno ha un impatto inquinante diverso. È
importante capire l’impronta ecologica calcolata in CO2e (anidride carbonica equivalente) che un prodotto o un’attività
hanno sul cambiamento climatico.
Non dimentichiamo inoltre quanto incide la distanza tra il luogo di produzione e il luogo di vendita e la tipologia di
trasporto (aereo, via mare o su ruota). Alla fine di questa attività abbiamo capito che mangiare fragole coltivate sul
balcone, fa bene a noi, ma anche a tutto il mondo. E allora? Mangiamone a volontà, ma aspettiamo che siano di
stagione!
25.
26.
27. Risultati ottenuti
I risultai ottenuti rappresentano solo un piccolo passo verso una
consapevolezza maggiore relativa a comportamenti quotidiani
che possono in qualche modo contribuire a migliorare la nostra
qualità di vita in merito ai cambiamenti climatici.
Sicuramente la motivazione e la partecipazione dei ragazzi è
stata buona durante le attività pratiche come la costruzione di
nidi per accogliere gli uccellini nel giardino della scuola, la
costruzione della casa delle coccinelle e la piantumazione.
Alcune difficoltà si sono evidenziate nelle attività che
prevedevano un minimo di introduzione attraverso una lezione
frontale. Per questo si è optato sempre e ove possibile, per una
didattica laboratoriale, inclusiva e partecipativa.
28. Sicuramente i risultati di tale unità di
competenza non possono essere misurati
nell’immediato, ma in itinere e forse nemmeno
alla fine del triennio. Per costruire un cittadino
consapevole e attivo non è sufficiente infatti un
lasso di tempo così breve. Speriamo solo di
aver gettato un seme e di vederlo germogliare
prima o poi nella consapevolezza che spesso,
come insegnanti, ci ritroviamo a vestire i panni
di «giardinieri sovversivi»