1. L’orto biologico e sinergico: i principi
della permacultura applicati all’orto
Irene Benvegna* – Ursula Gamba* – Carlo Grignani**
Massimo Pinna* – Maria Pucci**– Emiliano Remogna**
ABSTRACT
The “permaculture” is a lifestyle’s philosophy, which rises from the need for
each person to assume their own responsibilities and bring their contribution
to maintain ecosystems, biodiversity by decreasing consumption for everyone
in everyday’s action. The principals of this philosophy it has been structured
within the years in real community villages which were based on the principle
of cultivation. Numerous gardens for the self- supply were set up in small per-
maculturals communities like: eco-villages, farms and schools, which are dif-
ferent from traditional communities for the intercropping of several species,
for the management strictly organic, for the no mixing of soil (plowing) for the
permanent covering of soil in order to reproduce the natural conditions of the
forest, which should justify a soil fertility’s progressive improvement, increa-
sed production and resistance of plants. Between 2005 and 2009 the C.R.A.B.
carried out a cultural comparison between organic garden traditionally con-
ceived and one managed in accordance with the principles of permaculture
arison between organic garden.
KEY WORDS
Permaculture, soil fertility, mulching, intercropping.
Introduzione
L a permacultura è un modello per
la progettazione di insediamenti
umani sostenibili, ben strutturati da un
mizzare il consumo energetico e ridurre
i rifiuti) ed economicamente produtti-
vi, in grado cioè di provvedere ai pro-
punto di vista ecologico (al fine di otti- pri fabbisogni (Mollison B., 2007). Tale
(*)
C.R.A.B. - Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologica, Via San Vincenzo 48 - Bibiana (TO).
(**)
Agro. Selvi. Ter. Università di Torino, Via Leonardo da Vinci 44 - Grugliasco (TO).
69
2. modello è stato ideato e definito intorno teorie di Masanobu Fukuoka, ispirato-
agli anni ‘70 dai ricercatori Bill Mollison re della cosiddetta “agricoltura natura-
e David Holmgren quale alternativa al le”, alle condizioni colturali e culturali
modello dominante, caratterizzato dal- presenti nel mondo occidentale.
l’incapacità di auto-sostenersi dipen- Alla base vi è il presupposto secondo
dendo da fonti esterne per soddisfare il quale non è la terra che fa crescere
l’enorme consumo di energia. di per sé le piante, ma sono le piante
Per questa ragione la permacultura che creano suolo fertile con i propri
prende in considerazione tutti gli ele- essudati radicali, i residui organici e le
menti del sistema cercando di valo- sinergie che si creano con microflora e
rizzarne le potenzialità e mettendoli microfauna presenti nel terreno.
armonicamente in relazione fra loro Applicando queste teorie alla coltiva-
(terra, acqua, piante, animali, edifici, zione si restituirebbe alla terra, in ter-
energia...). mini energetici, più di quanto le viene
La permacultura è un invito ad as- sottratto e si aumenterebbe la fertilità
sumersi le proprie responsabilità nel originando un’attività agricola soste-
mondo, contribuendo a mantenere gli nibile.
ecosistemi e la biodiversità e riducen- Gli aspetti colturali che caratterizzano
do il consumo in ogni azione del quo- questo metodo produttivo sono:
tidiano.
• assenza di lavorazioni del terreno, re-
La prima azione possibile è quella di sponsabili di accellerare il processo di
provare a produrre almeno una parte mineralizzazione della sostanza orga-
del cibo consumato ogni giorno. È in- nica;
teressante osservare come negli ultimi
• riduzione del calpestamento del terre-
anni siano stati realizzati, sull’onda di
no, causa di compattamento e asfissia
questi precetti, numerosi orti sinergici
radicale;
negli ecovillaggi, nelle scuole e nelle
piccole aziende famigliari o agrituristi- • esclusione di fitofarmaci e/o concimi di
che in diverse regioni italiane. sintesi o naturali;
In campo agrario si parla di agricoltura • impiego della tecnica del sovescio come
sinergica come metodo di applicazione unica eventuale fonte di approvvigiona-
dei principi fondamentali della perma- mento di sostanza organica;
cultura. • mantenimento permanente della coper-
L’agricoltura sinergica può essere defi- tura del terreno mediante un rinnovo
nita come un adattamento (realizzato continuo delle specie coltivate, ma an-
negli anni ‘40 da Emilia Hazelip) delle che con pacciamature naturali (paglia,
70
3. lana, foglie, sfalci ecc.) per evitare gli ec- essere sempre presenti diverse specie
cessi di evapotraspirazione, lo sviluppo di piante:
di specie infestanti, lo spreco di acqua e • nella porzione centrale della parte pia-
il compattamento del terreno; na si devono trapiantare solanacee come
• raccolta delle sole parti eduli della pianta, pomodori, peperoni, melanzane e cru-
lasciando in loco le radici e le altre par- cifere come cavoli, ma anche zucchini,
ti vegetali che contribuiranno all’incre- finocchi, barbabietole, coste e spinaci;
mento di sostanza organica nel terreno; • sul margine esterno della parte piana
• consociazione di almeno tre famiglie di vanno seminate le leguminose quali pi-
piante diverse, in particolare non do- selli, fagiolini e fave;
vrebbero mancare liliacee, leguminose e • sui lati inclinati vanno trapiantate in-
composite, allo scopo di favorire la bio- salate e seminate bulbose quali aglio,
diversità. cipolla e scalogno;
L’applicazione di queste regole com- • in posizione più esterna devono essere
porterebbe, secondo la teoria dell’agri- inserite le erbe aromatiche, come rosma-
coltura sinergica, un incremento tale rino, salvia, timo, basilico, prezzemolo,
della biodiversità, per la compresenza lavanda, menta, melissa e i fiori come
di differenti specie e varietà coltivate calendula e tagete.
e spontanee, di insetti, lombrichi e mi- La consociazione stretta fra le piante è
crorganismi, da indurre una sinergia ricercata, perché si ritiene che queste si
fra i fattori agrari, anziché una compe- influenzino fra loro per effetto di parti-
tizione, con conseguenti buone produ- colari caratteristiche degli essudati ra-
zioni con il minimo sforzo ed il minimo dicali, delle resine e degli olii essenziali
intervento da parte dell’uomo. prodotti.
Per evitare di calpestare il suolo colti- Alcune specie sembrerebbero produrre
vato, l’orto sinergico prevede l’utilizzo sostanze chimiche in grado di stimo-
del sistema a bancali: il terreno viene lare lo sviluppo di altre specie vegetali
sistemato in modo da ottenere dei let- o al contrario di reprimerlo, oppure di
ti di semina più alti dei sentieri per il allontanare insetti dannosi o attrarne di
camminamento. utili, o ancora contenere lo sviluppo di
Una volta predisposti i bancali il ter- funghi patogeni (Mollison B., 2007). Di
reno non dovrà più essere smosso, in- altre è certo che favoriscano, attraver-
fatti anche l’operazione di scerbatura so la simbiosi con batteri azotofissato-
dovrà essere eseguita manualmente, ri, l’arricchimento in azoto del terreno
cercando di smuovere il meno possibi- (Borreani G., 2003) necessario per lo svi-
le il terreno. Su ogni bancale dovranno luppo di colture esigenti. È importante
71
4. considerare queste specifiche caratte- Allestimento dell’orto
ristiche nel realizzare le consociazioni
(Tabelle 1 e 2). L’impianto dell’orto è avvenuto a fine
Oltre a questi effetti benefici tra le pian- aprile 2005 su una superficie di circa
te, la consociazione risulta essere im- 400 mq. A seguito di una leggera aratu-
portante anche per la struttura del ter- ra (30 cm) sono stati realizzati 16 ban-
reno, in quanto consociando piante con cali aventi sezione trapezoidale (base
apparati radicali con differente confor- maggiore 1.3 m e base minore 0.9 m),
mazione e sviluppo verrà migliorata la lunghezza di 10 m e altezza di 0,30 m.
struttura del suolo sia negli strati su- È stato necessario provvedere all’ir-
perficiali sia in quelli profondi. rigazione con manichetta per colture
Infine, ottimizzando gli spazi e non la- orticole ad erogatori autocompensanti
sciando terreno nudo, si previene il fe- ogni 30 cm.
nomeno dell’erosione dovuto all’azio-
L’irrigazione a goccia è da preferire
ne battente e di scorrimento dell’acqua
rispetto alle altre tecniche irrigue poi-
sulla superficie.
ché permette di evitare eccessivi spre-
chi di acqua e di avere un’azione più
localizzata.
La sperimentazione Per il tutoraggio delle piante sono sta-
ti piazzati, in corrispondenza dell’asse
Il C.R.A.B. ha realizzato e monitorato centrale delle parcelle, pali di cemento
per cinque anni un orto sinergico speri- intercalati da canne di bambù a soste-
mentale con i principali obiettivi di: nere un filo di ferro ad un’altezza di
• verificare la coerenza tecnica e scientifi- 1.60 m dal colmo dell’aiuola.
ca dei principi dell’agricoltura sinergica Sono state individuate 4 tesi e 4 ripe-
(in particolare l’impatto del metodo sul- tizioni:
la fertilità del terreno); 1) colture consociate e pacciamate con resi-
• verificare la risposta delle differenti spe- dui colturali e paglia (tesi paglia);
cie agrarie; 2) colture consociate e pacciamate con resi-
• quantificare le risorse necessarie per dui colturali e lana (tesi lana);
l’allestimento e la conduzione. 3) colture consociate e pacciamate con soli
Nei tre anni centrali di attività la speri- residui colturali (tesi pacciamata con re-
mentazione è stata sostenuta dal con- sidui colturali);
tributo finanziario della Regione Pie- 4) testimone di confronto con il metodo
monte. biologico “tradizionale”: colture conso-
72
5. Tab. 1 - Azioni sinergiche di alcune specie vegetali
inibizione dello sviluppo dei nematodi, per mezzo di so-
Tagete
stanze a base di zolfo presenti nelle loro radici
azione antibatterica e di allontanamento dalle colture di
Calendula aleurodidi, o mosche bianche, e dei principali parassiti di
pomodori e asparagi
utili per limitare gli attacchi della cavolaia (lepidottero
Salvia, Timo, Menta, Rosmarino
defogliatore)
Leguminose azione azoto-fissatrice
Spinacio, Lattuga limitano i danni di Altica su bietole
Tab. 2 - Schema delle consociazioni delle specie coltivate
Insalata da taglio
consociazione
favorevole
Bieta a coste
Fagioli nani
Prezzemolo
Cavoli rapa
Bieta rossa
Pomodori
consociazione
Zucchini
Finocchi
Lattuga
Cetrioli
Spinaci
Cipolla
Cicoria
Indivia
Cavoli
Menta
sconsigliata
Piselli
Salvia
Aglio
Porri
Aglio
Bieta rossa
Bieta a coste
Cavoli
Cavoli rapa
Cetrioli
Cicoria
Cipolla
Fagioli nani
Finocchi
Indivia
Insalata da taglio
Lattuga
Menta
Piselli
Pomodori
Porri
Prezzemolo
Salvia
Spinaci
Zucchini
73
6. ciate, suolo nudo, lavorato e concimato Fra le parcelle sono stati lasciati sen-
annualmente (tesi testimone). tieri di circa 0,5 metri. La superficie di
I materiali da impiegare per la coper- questi è stata ricoperta con cippato di
tura del suolo, sono stati scelti in base legno, ossia con pezzi di legno ridotti
alla facile reperibilità degli stessi, sia in frammenti di dimensioni variabili
per quanto riguarda la paglia che per da alcuni millimetri fino a un paio di
quanto riguarda la lana che solitamen- centimetri (Figura 7).
te costituisce uno scarto per gli alleva- La coltivazione è stata avviata prov-
tori della zona. vedendo, nel corso delle diverse sta-
Nel 2005, durante l’allestimento del- gioni, alla semina di fagiolini, fagioli,
l’orto, sono stati impiegati, per la co-
pertura delle parcelle pacciamate, 70
kg di lana sudicia e 120 kg di paglia di
frumento (Tabella 3).
Negli anni successivi questo materiale
di copertura è stato rinnovato, ma, in
ragione del differente tempo di decom-
posizione, è stato necessario apportare
ogni anno un quantitativo di paglia
pari a quello iniziale, mentre il quan-
titativo di lana da rinnovare è stato
pari a quello iniziale ad anni alterni, e
dimezzato negli anni pari. In sostanza Fig. 1 - L’impianto dell’orto biologico sinergico
il consumo medio annuo è stato di 120
Kg di paglia e 52,5 Kg di lana.
Tab. 3 - Quantità di materiale necessario per
la pacciamatura dell’orto sulle tesi lana e
paglia, ciascuna della superficie di 40 m2
Anno Paglia (Kg) Lana (Kg)
2005 120 70
2006 120 35
2007 120 70
2008 120 35
Fig. 2 - L’orto biologico sinergico
2009 120 70
allestito dal C.R.A.B.
74
7. fave, aglio, cipolle, nonché al trapian-
to di pomodori, melanzane, peperoni,
insalate, radicchi, coste, costine, spina-
ci, cavoli estivi e autunnali, cavolfiori,
bietole rosse, cardi, porri.
Le bulbose (aglio, cipolla, scalogno)
sono state collocate ai lati del bancale,
alternate a lattughe ed erbe aromatiche
(erba di San Pietro, timo, rosmarino,
salvia, borragine, basilico e prezzemo-
Fig. 5 - Tesi pacciamata con la paglia
Fig. 3 - L’impianto di irrigazione a goccia Fig. 6 - Testimone
Fig. 4 - Tesi pacciamata con la lana Fig. 7 - Copertura degli stradini con cippato
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8. lo). Le solanacee sono state collocate Alla costituzione dell’orto, nel 2005,
nella porzione centrale del bancale, al- è stato realizzato il trapianto di al-
ternate alle crucifere, alle erbe aromati- cune piante aromatiche perenni (ro-
che ed ai fiori. smarino, lavanda, timo, salvia, erba
Negli anni successivi al 2005 il ter- cipollina, menta e melissa) e annuali
reno non è più stato smosso, i lavori (prezzemolo, basilico), in numero di
preparatori dell’orto hanno previsto una essenza/parcella, con lo scopo di
solo il rinnovo delle pacciamature aumentare la biodiversità e favorire lo
per le tesi 1 e 2, la lavorazione e la sviluppo di sinergie tra le piante, oltre
concimazione mediante apporto di che arricchire l’offerta produttiva del-
compost (200 q/ha) per la tesi 4. l’orto (Tabella 4).
Da inizio marzo a fine agosto si sono Negli anni successivi si è proceduto solo
susseguiti semine e trapianti, in base al ripristino delle eventuali fallanze.
al periodo ottimale per ogni coltura, La raccolta ha riguardato la sola parte
disponendo le varie specie secondo i edule della pianta mentre i resti della
criteri dettati dall’agricoltura sinergica, coltura venivano lasciati a fertilizzare e
quindi sfruttando le varie consociazio- pacciamare il terreno, così come le radici
ni utili fra le specie coltivate. che non venivano estirpate dal terreno.
Tab. 4 - Specie coltivate nell’orto: i primi quattro gruppi sono quelli considerati indispensabili
a garantire la permanente copertura del terreno e la necessaria biodiversità dell’impianto
Coltura Ciclo Autunno Vernino Ciclo Primaverile Estivo
Rosmarino, Salvia, Menta, Melissa, Erba di San Pietro, Timo, Basi-
Aromatiche e perenni
lico, Prezzemolo, Borragine, Tagete, Calendula, Erba cipollina
Cipolle bianche e dorate, Porri
Alliacee Aglio, Scalogno, Porri
estivi
Cicorie, Valeriane, Spinaci e
Insalate ed Ortaggi a foglia Lattughe, Coste e Catalogne
Radicchi
Leguminose Fave e piselli Fagioli nani e fagiolini nani
Cavoli cappucci, Verze, Finocchi, Pomodori, Peperoni, Melan-
Annuali avvicendate Cavolfiori, Broccoli, Cavolini di zane, Cavoli cappucci estivi,
Bruxelles, Barbabietole rosse Cavolfiori estivi
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9. Rilievi del suolo (QBS) attraverso l’osser-
vazione dei microartropodi estratti.
• Sono state annotate le produzioni Altri ancora, prelevati mediante un
conseguite nelle diverse tesi, per va- cilindro di volume noto (100 cm3),
lutare l’effetto sulla produzione del sono serviti per la determinazione
diverso materiale pacciamante. della densità apparente.
• Sono stati annotati i tempi neces-
sari allo svolgimento delle attività
di trapianto, scerbatura e raccolta Risultati e conclusioni
(ore/uomo), per valutare l’inciden-
za del costo di manodopera. Le risposte fornite dalle famiglie bo-
taniche delle specie orticole prese in
• È stato monitorato lo sviluppo del-
esame sono differenti sia per produt-
le erbe spontanee all’interno di due
tività che per adattamento alla tecnica
fasce trasversali alle parcelle, di lar-
colturale.
ghezza 20 cm, lasciate indisturbate
Nel 2006 il livello produttivo delle
dai lavori di scerbatura (determina-
quattro tesi è stato simile, eccezion fatta
zione specifica e copertura percen-
per cipolle e porri che hanno prodotto
tuale). A seguire, l’area osservata
in maniera significativamente superio-
veniva ripulita dalle erbe e nuova-
re nelle tre tesi gestite secondo i princi-
mente lasciata indisturbata fino al
pi della permacoltura (pacciamate con
rilievo successivo. I dati relativi a un
lana, paglia e residui colturali) rispetto
rilievo/anno particolarmente indi- alla tesi testimone. La mancanza di dif-
cativo (perché realizzato nel perio- ferenze significative nelle altre specie
do di maggior sviluppo delle erbe può essere legata al fatto che l’intero
spontanee) sono stati confrontati “sistema orto” era ancora in fase di sta-
per verificare l’efficacia dei materia- bilizzazione.
li pacciamanti sull’evoluzione della
Il 2007 e il 2008 sono stati caratterizzati
composizione floristica. da produzioni statisticamente superio-
• Sono stati prelevati campioni di ter- ri nella tesi lana per quanto riguarda
reno, nell’orizzonte superficiale, per cavoli, zucchine e solanacee in genere
rilevare eventuali differenze impu- e, per contro, una difficoltà di sviluppo
tabili alla diversa gestione fra le tesi. delle leguminose che sono state meglio
Alcuni campioni sono stati destinati prodotte nelle parcelle prive di paccia-
all’analisi chimico fisica, altri, prele- matura (Tabelle 5 e 6).
vati al termine della sperimentazio- Il 2009 ha confermato un potenziale
ne, all’analisi della qualità biologica produttivo della tesi lana superiore a
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10. Tab. 5 - Differenze statistiche nella produzione delle specie coltivate nelle quattro tesi nel 2007
Differenze statistiche per valori di p< 0.05
Test di Tukey e Test di Dunn
Pacciamato
Coltura Produzione Lana Paglia Testimone
Residui
Barbabietola Buona a+ b b b
Catalogna Media a ab ab b
Cavolfiore Buona n.s. n.s. n.s. n.s. +
Cavolo cappuccio Buona n.s. + n.s. n.s. n.s.
Cavolo verza Buona n.s. + n.s. n.s. n.s.
Composite
Molto scarsa n.s. n.s. n.s. n.s. +
(lattughe, radicchi e valeriana)
Coste Buona a+ ab ab b
Finocchi Media n.s. + n.s. n.s. n.s.
Fagioli e Fagiolini Molto scarsa n.s. n.s. n.s. n.s. +
Liliacee
Buona n.s. + n.s. n.s. n.s.
(porri, cipolle, aglio e scalogno)
Melanzane Scarsa a+ b b ab
Peperoncini Scarsa a+ ab b ab
Pomodori Buona a+ b b b
Zucchine Media a+ b b b
quello delle altre tesi nel caso di pomo- (Tabella 5, 6 e 7). La produttività del-
doro, peperone, melanzana, finocchi, la tesi lana si incrementa nel tempo
fagiolini e zucchine, e la medesima ten- rispetto alle altre tesi; una possibile
denza, anche se non confermata stati- spiegazione di questo fenomeno po-
sticamente, per il fagiolo e la maggior trebbe essere la seguente:
parte delle insalate (Tabella 7). • in tutte le tesi, nei primi quattro anni
La tesi lana si è dimostrata un ottimo di prova, le leguminose, piante azoto-
materiale pacciamante che nel caso di fissatrici che avrebbero dovuto com-
pomodori, zucchine e melanzane ha pensare l’assenza di fertilizzazione ed
permesso il conseguimento di pro- i consumi di azoto, non si sono mai
duzioni significativamente superiori sviluppate adeguatamente;
78
11. Tab. 6- Produzioni ottenute nelle differenti tesi (dati 2008).
Legenda: L (lana), P (paglia), C (pacciamato con residui colturali), T (testimone).
Differenze statistiche per valori di p< 0.05. Test di Tukey e Test di Dunn
Piante/tesi Produz./tesi Produz./pianta Differenze
2008 Tesi
n° (kg) (g) statistiche
L 96,0 35,0 365,0 a
Brassicacee P 96,0 9,3 97,0 b
(esclusi broccoletti, cavol-
fiori, cavolini di bruxelles) C 96,0 11,2 116,0 b
T 96,0 5,7 59,0 b
MEDIA 96,0 15,3 159,2
L 24,0 3,8 160,0 n.s.
P 18,0 1,7 96,0 n.s.
Cipollotti
C 12,0 1,5 126,0 n.s.
T 41,0 3,5 84,0 n.s.
MEDIA 23,7 2,6 116,5
L 12,0 0,7 58,0 n.s.
Cipolle P 6,0 0,2 33,0 n.s.
(rosse e dorate) C 16,0 0,5 30,0 n.s.
T 13,0 0,0 32,0 n.s.
MEDIA 11,7 0,4 38,2
L 224,0 3,0 14,0 n.s.
Composite P 224,0 2,3 10,0 n.s.
(insalate, cicoria,
radicchio, indivia) C 224,0 3,0 14,0 n.s.
T 224,0 5,5 24,0 n.s.
MEDIA 224,0 3,4 15,5
L scarsa dcb
P scarsa d
Leguminose
C scarsa ba
T scarsa + a
MEDIA
L 16,0 3,8 241,0 n.s.
P 28,0 2,6 94,0 n.s.
Finocchi
C 25,0 2,2 86,0 n.s.
T 29,0 3,0 104,0 n.s.
MEDIA 24,5 2,9 131,2
L 24,0 11,8 492,0 a
P 24,0 6,2 257,0 ab
Melanzane b
C 24,0 5,0 207,0
T 24,0 8,7 363,0 ab
MEDIA 24,0 7,9 329,7
79
12. Segue Tab. 6
Piante/tesi Produz./tesi Produz./pianta Differenze
2008 Tesi
n° (kg) (g) statistiche
L 8,0 0,6 76,0 n.s.
P 8,0 0,3 43,0 n.s.
Peperoni n.s.
C 8,0 0,8 104,0
T 8,0 0,7 86,0 n.s.
MEDIA 8,0 0,6 77,2
L 24,0 133,3 5552,0 a
P 24,0 79,2 3300,0 ab
Pomodori b
C 24,0 58,4 2431,0
T 24,0 32,5 1353,0 b
MEDIA 24,0 75,8 3159,0
L 89,0 4,2 47,0 n.s.
P 80,0 2,8 35,0 n.s.
Porri n.s.
C 58,0 2,4 42,0
T 104,0 4,4 42,0 n.s.
MEDIA 82,7 3,4 41,5
L 8,0 41,1 5139,0 a
P 8,0 10,1 1265,0 b
Zucchini b
C 8,0 13,1 1638,0
T 8,0 9,0 1126,0 b
MEDIA 8,0 18,3 2292,0
• il conseguente impoverimento del se seminate sono riuscite a vegetare e
terreno non si sarebbe per contro produrre (ad eccezione delle fave). I fa-
verificato nelle parcelle pacciama- giolini hanno prodotto in maniera sta-
te con lana in ragione della natura tisticamente superiore nella tesi lana
proteica della stessa e del fatto che rispetto alle altre due pacciamature.
si presentava sudicia. Nel caso dei fagioli si evidenzia la stes-
Nei primi quattro anni di conduzione sa tendenza, che non è però avvalorata
dell’orto le leguminose non sono riu- dall’analisi statistica.
scite ad affermarsi determinando un Dall’osservazione dei dati riferiti ai ri-
progressivo impoverimento del terre- lievi del solo periodo estivo, si eviden-
no, prima causa della riduzione negli zia un contenimento delle infestanti ef-
anni del potenziale produttivo, diver- ficiente e crescente nel corso degli anni
samente nel 2009 tutte le legumino- nelle parcelle pacciamate (con lana e
80
13. Tab. 7 - Produzioni ottenute nelle differenti tesi (dati 2009).
Legenda: L (lana), P (paglia), C (pacciamato con residui colturali), T (testimone).
Differenze statistiche per valori di p< 0.05. Test di Tukey e Test di Dunn
Piante/tesi Produz./tesi Produz./pianta Differenze
2009 Tesi
n° (kg) (g) statistiche
L 53,0 10,7 201,7 n.s.
Composite P 50,0 6,0 120,0 n.s.
(insalate, cicoria,
radicchio, indivia) C 49,0 5,7 116,2 n.s.
T 49,0 5,1 105,2 n.s.
MEDIA 42,7 6,9 135,8
L 18,0 3,5 196,5 n.s.
P 16,0 2,6 160,0 n.s.
Coste
C 11,0 2,2 197,3 n.s.
T 12,0 1,7 140,1 n.s.
MEDIA 14,2 2,5 173,5
L 9,0 3,3 371,3
P 1,0 0,2 216,0
Finocchi*
C 1,0 0,2 244,0
T 1,0 0,1 80,0
MEDIA 4,0 1,0 172,8
L 12,0 11,0 913,7 a
P 6,0 1,6 261,3 b
Melanzane
C 8,0 1,8 226,0 b
T 7,0 1,8 254,0 b
MEDIA 8,2 4,0 413,7
L 11,0 2,2 201,3 a
P 8,0 0,5 65,3 b
Peperoni
C 7,0 0,3 37,7 b
T 5,0 0,4 90,8 b
MEDIA 7,7 0,9 98,8
L 24,0 35,1 1463,9 a
P 24,0 10,0 417,1 b
Pomodori
C 20,0 3,7 187,5 b
T 24,0 7,3 305,1 b
MEDIA 24,0 593,4
L 12,0 11,6 970,3 n.s.
P 12,0 7,6 631,2 n.s.
Fagioli
C 12,0 4,7 391,7 n.s.
T 12,0 6,2 516,8 n.s.
MEDIA 12,0 7,5 627,5
*Non si è ritenuto necessario elaborare statisticamente i dati relativi ai finocchi
perchè la produzione è stata troppo bassa
81
14. Segue Tab. 7
Piante/tesi Produz./tesi Produz./pianta Differenze
2009 Tesi
n° (kg) (g) statistiche
L 12,0 18,9 1573,6 a
P 12,0 7,9 656,7 b
Fagiolini
C 12,0 7,9 660,3 b
T 12,0 12,9 1074,4 ab
MEDIA 12,0 11,9 991,3
L 8,0 28,4 3550,7 a
P 7,0 7,8 1119,7 b
Zucchini
C 8,0 5,9 732,5 b
T 8,0 8,7 1086,9 b
MEDIA 7,7 12,7 1622,5
paglia), rispetto alla tesi pacciamata sono stati differenti i tempi di gestio-
con soli residui colturali e a quella te- ne delle infestanti e delle pacciamature
stimone (Grafico 1). (la scerbatura nelle tesi pacciamate ha
Dall’esame di tutti i dati raccolti nel richiesto un impiego di ore di lavoro
2008, la lana risulta tuttavia contrasta- inferiore, in particolare quella paccia-
re più efficacemente lo sviluppo di un mata mediante lana). Alcune avversità
maggior numero di infestanti rispetto la come le limacce rimangono un proble-
paglia, con una copertura percentuale ma irrisolto.
media da erbe spontanee del 8,58% per Cinque anni di sperimentazione non
la lana, 18% per la paglia, 39,40 % per consentono ancora di fornire risposte
la tesi pacciamata con i residui colturali esaurienti ad alcuni quesiti posti rela-
e 28% per il testimone (Grafico 2), dato tivamente alle possibili modifiche del
confermato nel 2009. È stata rilevata terreno per struttura e composizione,
una maggior presenza di specie rizoma- i quali richiederebbero tempi di osser-
tose o perenni favorite dalle non lavora- vazione più lunghi. Dalle analisi fatte
zioni del terreno. I tempi impiegati per emerge che l’uso della lana si dimostra
le principali operazioni colturali sono significativamente acidificante per il
generalmente risultati inferiori nelle tesi terreno, mentre l’uso della paglia de-
pacciamate con lana e paglia (Grafico 3). termina un aumento della S.O. e del
Non sono state osservate differenze fra tenore di potassio.
le tesi per quanto riguarda i tempi di I campioni di terreno prelevati nel
semina, trapianto e raccolta, mentre 2009 hanno permesso di evidenzia-
82
15. Percentuali di copertura vegetale dovuta ad infestanti
anni 2006 - 2008
60
% Superficie coperta
50
40 2006
30 2007
20 2008
10
0
lana paglia pacciamato testimone
con residui
Graf. 1 - Percentuale di copertura media del terreno ad opera di specie spontanee,
nei tre anni di osservazione
Infestanti 2008
45
40
35
% Superficie coperta
30
25
20
15
10
5
0
lana paglia pacciamato testimone
con residui
Graf. 2 - Percentuale di copertura del terreno ad opera di specie spontanee.
Valore medio dei sei rilievi del 2008
83
16. 1000
900
800
700
600
Minuti
500
400
300
200
100
0
lana
lana
lana
pacciamato
pacciamato
pacciamato
testimone
testimone
testimone
paglia
paglia
paglia
con residui
con residui
con residui
2006 2007 2008
raccolta semina + trapianto scerbatura pacciamatura
Graf. 3 - Tempi necessari per la realizzazione delle principali operazioni
nelle diverse tesi, negli anni 2006-2008
re come la copertura permanente del Il funzionamento regolare ed efficien-
suolo influenzi, aumentandola, la va- te di un simile impianto si raggiunge
rietà e la complessità delle popolazio- quindi dopo un lungo assestamento del
ni di microartropodi. sistema al suo interno ed anche dopo
Sono stati verificati valori decrescen- una quasi altrettanto lunga familiariz-
ti dell’indice di QBS rispettivamente zazione degli operatori addetti alla col-
nelle tesi: lana, paglia, pacciamato con tivazione.
soli residui vegetali e testimone nudo I principi dell’agricoltura sinergica pos-
(Grafico 4). sono risultare interessanti ed applica-
Nonostante le poche semplici regole, le bili in aziende a conduzione famigliare
operazioni necessarie per l’allestimen- su piccole superfici e per conseguire
to di un orto sinergico risultano com- produzioni diversificate destinate alla
plesse tanto nei tempi che nei modi. vendita diretta.
84
17. 120
100
80
Indice di QBS
60
40
20
0
a a to ne
lan gli ma ui mo
pa a ti
cci d tes
pa resi
con
Graf. 4 - Valori medi dell’indice di QBS in campioni di terreno prelevati nel 2009
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