1. FIGURE CARATTERISTICHE INTORNO AL BANCHETTO
RINASCIMENTALE
• Il banchetto rinascimentale era una forma di arte vera e
propria, in cui confluivano l’arte culinaria, la forma
estetica dei cibi e lo spettacolo.
• Il banchetto era, per il signore, l’occasione per dimostrare
pubblicamente la propria grandezza, la propria ricchezza e
il proprio stato sociale e politico.
• La tavola del signore era sopraelevata, rispetto alle altre e
spesso coperta da un baldacchino, simbolo di prestigio. Era,
inoltre, impreziosita da posate e saliere d'argento, coppe,
bicchieri di vetro di Murano.
2. • Ogni banchetto era caratterizzato da cibi presentati come
composizioni artistiche, da servizi governati dagli ufficiali
della tavola (scalchi, trincianti e coppieri) e da musiche e
rappresentazioni che cambiavano, con il mutare delle
vivande.
3. • Il trinciante, cioè
l’arnese usato in
cucina dai cuochi,
per tagliare con
precisione la carne,
era, durante il
Rinascimento, anche
un mestiere, che
consisteva nel saper
tagliare le carni,
secondo il desiderio e il gusto del padrone di casa.
• In quel periodo, un ruolo importante ebbe lo scalco
trinciante, che doveva manifestare la potenza del padrone
di casa: al momento del pranzo, il trinciante si disponeva a
capo della tavola e a fianco del signore di casa, si metteva
sulla spalla sinistra la salvietta che copriva il vassoio e
restava in attesa delle
sue personali esigenze,
circa quali parti di
carne volesse e, una
volta effettuata la
scelta, cominciava a
trinciare.
4. • Il trinciante prendeva la “forcina”, un acuminato
forchettone, con la mano destra e con un abile ed elegante
movimento, come se fosse un giocoliere, lo lanciava nella
sinistra, mentre quasi contemporaneamente, con la destra
prendeva un coltello
da trancio, che
richiamava più
l’eleganza della
spada che un
utensile da cucina.
• Pronto con i due
utensili nelle
rispettive mani,
infilava ben saldo
con la forcina il
pezzo di carne da
tagliare e,
tenendolo sospeso
in aria, cominciava
a trinciarlo, così da
ottenere piccoli pezzi o strisce facilmente mangiabili, che
lasciava cadere ordinatamente nel vassoio sottostante.
• Prima di autorizzare la servitù a servire le carni, così
tagliate, ai commensali, con la punta del trinciante
prendeva un pizzico di sale dall’elegante saliera e, con un
lancio perfetto, cospargeva solo il bordo del piatto.
• Successivamente, con la salvietta, puliva sia il forchettone
che il coltello e li riponeva sul vassoio.
5. • Il valletto, in sfarzosi costumi, presentava le singole
pietanze ai commensali e porgeva loro acqua profumata, in
bacili e caraffe
d'argento, in modo che
essi potessero lavarsi
le mani prima del
pranzo.
• Lo scalco (termine che
deriva dal latino e
significa "servitore")
era il sovrintendente
alle cucine
principesche e
aristocratiche: spettava
a lui selezionare e
dirigere i cuochi e la
servitù, provvedere alla
mensa quotidiana del suo signore, rifornirne la dispensa,
organizzare i banchetti nei minimi dettagli.
• Egli era un gentiluomo per nascita e, a differenza dei
cuochi, poteva vestire in modo ricercato e portare baffi,
barba e parrucca.
6. • Due erano, invece, le figure che si occupavano del servizio
dei vini: il coppiere, ruolo di rango superiore, che aveva
l'incarico di offrire la coppa al tavolo del signore e il
bottigliere, al quale era affidata la preparazione dei vini e
l'incombenza di assaggiare le bevande, per verificare
l'assenza di veleni.
• In genere, il coppiere era giovane, elegante, con "mani
bianche e delicate" e godeva di particolari privilegi come
quello di prelevare, per proprio uso, i fiaschetti del vino
rimasto imbevuto.
Classe 2^ D