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EDITORIALE
PATRIZIA TOIA
capodelegazione
degli eurodeputati Pd,
vicepresidente
commissione Industria
patrizia.toia@europarl.europa.eu
Africa può essere una minaccia, ma
può anche diventare un’opportu-
nità ed è, in ogni caso, il futuro. In
Italia a forza di polemiche autore-
ferenziali,anche all’interno del Partito De-
mocratico,alcuni non si sono resi conto né
della sfida che abbiamo di fronte né della
novità storica di un Governo che ha messo
l’Africa al centro della sua politica estera e
che sta cambiando in questa direzione la
stessa politica estera dell’Europa.La comu-
nicazione della Commissione europea sui
“patti” con i Paesi africani, esplicitamen-
te ispirata alle proposte avanzate da Mat-
teo Renzi con il Migration Compact, è il
punto di partenza di una nuova relazione
tra Ue e Africa. Ma questo atto è anche il
frutto e il punto di arrivo di un processo
di maturazione politica del Partito Demo-
cratico, che è riuscito a mettere insieme il
meglio della tradizione progressista italiana
e che sta modernizzando e allargando al
campo democratico tout-court la sinistra
europea, cominciando a costruire a Bru-
xelles una vera politica estera comune e
restituendo al Mediterraneo la centralità
che ha sempre avuto storicamente. Il caso
ha voluto che la Commissione abbia pre-
sentato la sua proposta due giorni dopo il
voto alle elezioni amministrative in Italia.
Il risultato paradossale è che,nel momento
in cui il nostro Paese ha ottenuto uno dei
suoi maggiori successi in Europa e nella
politica estera, in Italia giornalisti e poli-
tici non se ne sono accorti perché troppo
accalorati e “avvitati” su polemiche e tat-
tiche locali. Non è la prima volta. Quando
due anni fa Matteo Renzi ha insistito sul-
L’
la nomina di Federica Mogherini ad Alto
rappresentante per la politica estera euro-
pea sono stati in molti a dire che si trattava
di una battaglia inutile per l’Italia. Martedì
invece è stata proprio Federica Mogherini
a venire nell’aula della plenaria a Strasbur-
go per illustrare il piano della Commissio-
ne per l’Africa, a cui ha lavorato insieme
al vicepresidente della Commissione Frans
Timmermans e in contatto costante con
le autorità italiane. Sempre martedì a Stra-
sburgo è stato Gianni Pittella, che guida i
partiti progressisti europei nel Gruppo dei
Socialisti e Democratici, a lanciare l’allar-
me sui massacri in Congo, ed è stata l’eu-
rodeputata Pd Cécile Kyenge a firmare, da
co-relatrice, la relazione dell’Europarla-
mento sull’immigrazione,così come siamo
stati sempre noi eurodeputati Pd a tenere
alta l’ambizione della proposta del Grup-
po S&D e a costruire ampi consensi con
i deputati di tanti Paesi. Insomma, se oggi
l’Europa sta cominciando a prendere co-
scienza della necessità di mettere l’Africa
al centro delle sue politiche è anche e so-
prattutto grazie alla ritrovata credibilità e
al nuovo protagonismo dell’Italia a Bruxel-
les. L’Africa è un continente giovane, con
un miliardo e cento milioni di abitanti e
in pieno boom demografico. Se sarà una
grande opportunità o una grande minaccia
dipende in gran parte del ruolo che sarà in
grado di svolgere l’Ue. Nei prossimi anni
dall’Africa potrebbero venire flussi migra-
tori incontrollati e conflitti destabilizzanti
oppure l’Ue potrebbe costruire con i Paesi
africani dei partenariati economici e poli-
tici proficui per tutti, così come proposto
dal Governo Renzi e dalla Commissione.
Secondo tutte le stime nei prossimi dieci
anni il Pil dell’Africa crescerà a ritmi im-
pensabili per le economie europee. Poli-
tica ed economia non esauriscono, però,
la sfera delle relazioni tra i due continenti:
essenziale sarà in ogni caso il dialogo cul-
turale e la capacità di elaborare regole e
modalità di convivenza plurale, rispettosa
dei diritti comuni fondamentali e aperta
all’accettazione delle diversità.
STRASBURGO
PLENARIA 6-9 GIUGNO 2016
ELUSIONE FISCALE
La proposta della Commissione per una diretti-
va comunitaria anti-evasione fiscale nell’UE è
stata accolta dal Parlamento in una risoluzio-
ne approvata mercoledì. I deputati chiedono li-
miti più rigorosi alle detrazioni per i pagamenti
degli interessi e norme più severe sui redditi
esteri, con un’aliquota minima d’imposta al
15%.
IMMIGRAZIONE
Le nuove proposte della Commissione euro-
pea per una revisione del sistema della “blue
card” per i lavoratori altamente qualificati pro-
venienti da paesi terzi e per un piano d’azione
per promuovere l’integrazione dei migranti
all’interno dell’Unione europea sono state di-
scusse martedì con il Commissario Dimitris
Avramopoulos.
ALIMENTARE
I deputati hanno invitato la Commissione, in
una risoluzione votata martedì, a presentare
delle proposte contro le pratiche commercia-
li sleali nella filiera alimentare, in modo da
garantire un reddito equo per gli agricoltori e
una vasta scelta per i consumatori. L’obiettivo
dovrebbe essere quello di garantire relazioni
trasparenti tra produttori, fornitori e distributo-
ri di prodotti alimentari.
TUNISIA
Un prestito di 500 milioni di euro alla Tunisia,
effettuato a condizioni favorevoli, per aiutare il
paese a ridurre il suo debito estero e consoli-
dare i propri meccanismi democratici, è stato
approvato dal Parlamento mercoledì. Per ave-
re accesso al credito, la Tunisia dovrà firmare
un memorandum di intenti con la Commissione
europea, impegnandosi a realizzare riforme
strutturali e a perseguire una sana gestione
delle finanze pubbliche.
CERTIFICATI
Nuove norme comunitarie che semplificheran-
no le procedure per dimostrare l’autenticità̀ di
alcuni documenti pubblici ottenuti in altri Stati
membri, come i certificati di nascita, matrimo-
nio e paternità, e garantirne il riconoscimento
nel paese di residenza, sono state approvate
dal Parlamento giovedì.
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 1
IL GIRO DI VITE CONTRO L’ELUSIONE FISCALE
LA PLENARIA HA DATO IL VIA LIBERA ALLA CREAZIONE DI UNA COMMISSIONE
DI INCHIESTA CHE FACCIA LUCE SULLE RIVELAZIONI DEI PANAMA PAPERS E HA
INOLTRE APPROVATO A LARGHISSIMA MAGGIORANZA LA PROPRIA POSIZIONE
SULLA DIRETTIVA ANTI ELUSIONE PROPOSTA DALLA COMMISSIONE EUROPEA,
INVIANDO UN CHIARO SEGNALE AGLI STATI MEMBRI E CHIEDENDO MAGGIORE
AMBIZIONE NELLA LOTTA ALL’ELUSIONE FISCALE DELLE MULTINAZIONALI.
Nel corso della sessione plenaria di
giugno il Parlamento europeo ha preso
due decisioni importanti per la strate-
gia di lotta all’elusione fiscale all’interno
dell’Unione europea. In primo luogo, la
Plenaria ha dato il via libera alla creazione
di una commissione di inchiesta che fac-
cia luce sulle rivelazioni dei Panama Pa-
pers, proseguendo quanto già avviato con
le commissioni speciali TAXE e TAXE 2
sulle decisioni anticipate in materia fisca-
le (i cosiddetti “tax rulings”). La nuova
commissione di inchiesta, composta da
65 europarlamentari, avrà un mandato di
12 mesi per valutare le possibili violazioni
delle norme europee in materia di rici-
claggio di denaro, evasione ed elusione fi-
scale da parte della Commissione europea
o degli Stati membri e presentare una re-
lazione conclusiva delle indagini svolte. Il
Parlamento europeo ha inoltre approvato
a larghissima maggioranza la propria posi-
zione sulla direttiva anti elusione proposta
dalla Commissione europea, inviando un
chiaro segnale agli Stati membri e chie-
dendo maggiore ambizione nella lotta
all’elusione fiscale delle multinazionali. La
relazione a firma del socialista belga Bayet
raccoglie e rafforza le raccomandazioni
proposte dall’OCSE in materia fiscale,
insistendo su alcuni punti. Innanzitutto
una definizione precisa delle condizioni
di stabile organizzazione, in modo tale
che le imprese multinazionali paghino
le tasse dove vengono effettivamente re-
alizzati i profitti. Poi la creazione di una
lista nera a livello europeo sia dei para-
disi fiscali che dei paesi che distorcono la
concorrenza, cosi come una definizione
univoca della nozione di paradiso fiscale.
Inoltre un limite preciso alla deducibilità
degli interessi pagati dalle imprese. Infi-
ne, norme chiare e limiti sulle compagnie
estere controllate, per prevenire il ricorso
a sistemi di doppia non-imposizione fi-
scale e alle altre pratiche attraverso cui le
multinazionali possono spostare i propri
profitti verso paesi con un regime fiscale
più favorevole. La lotta all’elusione fiscale
e alle pratiche fiscali aggressive delle mul-
tinazionali è uno dei punti di forza della
Commissione europea, e il Parlamento è
un attore attivo nello sforzo di riformare
il sistema fiscale per le multinazionali ba-
sato su un principio essenziale,ossia che le
tasse devono essere pagate dove i profitti
vengono effettivamente realizzati. Spetta
ora al Consiglio seguire questo esempio
e adottare prontamente la direttiva anti-
evasione per garantire a livello europeo
regole vincolanti e un sistema equo di
tassazione delle imprese.
2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
ROBERTO GUALTIERI
presidente commissione
affari economici e monetari
roberto.gualtieri@europarl.europa.eu
LA POLITICA SPAZIALE EUROPEA
ABBIAMO CHIESTO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI ESSERE AMBIZIOSA
NELLA DEFINIZIONE DI UNA STRATEGIA CHE DEVE ESSERE LUNGIMIRANTE E IN
GRADO DI MASSIMIZZARE I BENEFICI SOCIALI, OCCUPAZIONALI, ECONOMICI E
SCIENTIFICI DEGLI INVESTIMENTI SPAZIALI DELL’UE. PER ESSERE EFFICACE, LA
NUOVA STRATEGIA DOVRÀ ESSERE IN GRADO DI GARANTIRE ALL’EUROPA NEL
BREVE E NEL LUNGO TERMINE UN ACCESSO INDIPENDENTE ALLO SPAZIO E UNA
POSIZIONE DOMINANTE NEI MERCATI GLOBALI NEL CAMPO DELLE TECNOLOGIE
E DEI SERVIZI SPAZIALI.
La Commissione Europea lancerà in
autunno la prima strategia spaziale euro-
pea. Ci troviamo quindi in un momento
cruciale per la sua definizione. Per questo,
con il dibattito sul futuro della politica
europea dello spazio tenutosi in Plena-
ria nella serata di martedì, il Parlamento
europeo si è espresso in modo deciso e
chiaro. Abbiamo chiesto alla Commissio-
ne europea di essere ambiziosa nella de-
finizione di una strategia che deve essere
lungimirante e in grado di massimizzare i
benefici sociali, occupazionali, economi-
ci e scientifici degli investimenti spaziali
dell’UE. Ritengo che, per essere efficace,
la nuova strategia dovrà essere in grado di
garantire all’Europa nel breve e nel lungo
termine un accesso indipendente allo spa-
zio e una posizione dominante nei merca-
ti globali nel campo delle tecnologie e dei
servizi spaziali. Questo sarà possibile solo
con un supporto coerente e massiccio ai
programmi spaziali Galileo e Copernicus
e facendo in modo che i loro servizi siano
disponibili al più presto sul mercato. Inol-
tre, nonostante sia aumentato negli ultimi
anni, il budget dell’Unione Europea per
lo spazio rimane estremamente ridotto
rispetto ai nostri concorrenti sulla scena
mondiale. É quindi imperativo aumen-
tare le risorse destinate ai programmi di
ricerca spaziale ed è altresì necessario
dare un sostegno adeguato all’industria
spaziale europea, sostenere l’imprendito-
rialità e favorire l’internazionalizzazione
e l’accesso ai finanziamenti delle PMI. Si
deve tener conto del fatto che le tecno-
logie sviluppate nel quadro della ricer-
ca spaziale hanno un valore aggiunto in
moltissimi altri settori di grande portata
politica quali i trasporti, l’agricoltura, gli
aiuti umanitari, il clima e l’energia e che
quindi una maggiore attenzione da parte
di tutti gli ambiti politici dovrebbe essere
riservata alle questioni spaziali. L’industria
spaziale sta attraversando un periodo di
profonda evoluzione dovuta soprattutto
alle innovazioni tecnologiche che crea-
no opportunità per i cittadini. Per que-
sto è fondamentale individuare i possibili
ostacoli tecnici e legislativi e concentrarsi
sull’istituzione di un quadro normativo
coerente e stabile per favorire una mi-
gliore fruizione e commercializzazione
dei servizi basati sui dati spaziali.
Se l ’Europa vuole essere un attore globa-
le non può permettersi di restare indietro
sulla partita spaziale.
3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
FLAVIO ZANONATO
membro commissione
industria, ricerca ed energia
flavio.zanonato@europarl.europa.eu
IL GIAPPONE RIPRENDE LA CACCIA ALLE BALENE
RIPRENDENDO LA CACCIA ALLE BALENE IL GIAPPONE STA CHIARAMENTE
IGNORANDO LA SENTENZA DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA E
GLI IMPEGNI INTERNAZIONALI. L’INTENZIONE DEL GIAPPONE È PALESEMENTE
IN CONTRASTO CON LA MORATORIA INTERNAZIONALE SULLA CACCIA
COMMERCIALE AI GIGANTI DEL MARE IMPOSTA NEL 1986 DALLA COMMISSIONE
BALENIERA INTERNAZIONALE. STIAMO ASSISTENDO AD UNA CONTINUA
VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E DEGLI OBBLIGHI DI TUTELA DELLA
BIODIVERSITÀ E DEGLI ECOSISTEMI MARINI.
Lo scorso novembre il Giappone ha
notificato alla Commissione Balenie-
ra Internazionale un nuovo piano di 12
anni che permetterà l’uccisione di circa
4.000 balene a fini scientifici. Nella sta-
gione estiva appena conclusa di caccia
‘scientifica’ alle balene nei mari antartici,
le baleniere giapponesi hanno riportato
in patria 333 balenottere minori uccise,
di cui circa 200 incinte. La Corte inter-
nazionale di giustizia dell’Aia aveva giu-
dicato necessaria la sospensione di questa
pratica in quanto priva di fini scientifici,
anche perché le cosiddette prove scien-
tifiche finivano spesso negli scaffali dei
supermercati nipponici. Riprendendo la
caccia alle balene il Giappone sta chiara-
mente ignorando la sentenza della Corte
Internazionale di Giustizia e gli impegni
internazionali sottoscritti per l’arresto del
massacro annuale nell’Oceano del Sud.
L’intenzione del Giappone, infatti, è pa-
lesemente in contrasto con la moratoria
internazionale sulla caccia commerciale ai
giganti del mare imposta nel 1986 dalla
Commissione Baleniera Internazionale,
organismo istituito per tutelare i cetacei
a rischio di estinzione. Stiamo assistendo
ad una continua violazione del diritto
internazionale e degli obblighi di tutela
della biodiversità e degli ecosistemi ma-
rini. Inoltre, la ricerca scientifica non ri-
chiede più la macellazione delle balene
perché esistono ormai nuove tecnologie
per raccogliere i dati. Inoltre provengo da
una zona geografica nota per il Santuario
dei Cetacei, un’area marina internaziona-
le caratterizzata da una significativa pre-
senza di questi mammiferi, fondamentale
dal punto di vista ecologico, la cui tutela
è garantita dall’Unione europea, che ne
proibisce la cattura. Non possiamo più
permettere che questa mattanza abbia an-
cora luogo con il complice silenzio delle
istituzioni. L’Europa deve opporsi affin-
ché gli interessi commerciali non abbiano
una priorità sugli interessi di tutela am-
bientale e faunistica. Purtroppo però, in
occasione del G7, i vertici europei sono
stati abbastanza ambiziosi nel richiedere
che il Giappone onori i suoi obblighi in-
ternazionali; al contrario hanno istruito i
rispettivi negoziatori ad accelerare il pro-
cesso di libero scambio Giappone-UE e
ribadire il forte impegno a concludere un
accordo il più presto possibile nel 2016.
Ecco, ritengo che anche in quella sede
l’Europa avrebbe dovuto essere più ferma
ed imporre come condizione la cessazio-
ne di pratiche annoverabili come pesca
illegale. In occasione della giornata inter-
nazionale degli oceani, abbiamo chiesto
alla Commissione europea ed al Consiglio
cosa intendano fare per condannare in un
senso più stretto la decisione del Giappo-
ne di riprendere la caccia alle balene, con
la scusa della ricerca e indebolendo quin-
di anche la credibilità della scienza di cui
invece abbiamo tanto bisogno per tutelare
i nostri oceani.
4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
RENATA BRIANO
vicepresidente commissione
pesca
renata.briano@europarl.europea.eu
LA TRASPARENZA DEGLI STRUMENTI FINANZIARI
LO SVILUPPO ACCELERATO E CONTINUO DEI MERCATI E DEGLI STRUMENTI
FINANZIARI E LA LORO COMPLESSITÀ HANNO MESSO IN LUCE L’IMPORTANZA
DI AVERE UN INVESTITORE-RISPARMIATORE ADEGUATAMENTE INFORMATO.
QUESTA NECESSITÀ IMPONE DI GARANTIRE UNA REGOLAMENTAZIONE CHE
PREVEDA PRECISE INDICAZIONI CIRCA LA TUTELA DEL CLIENTE-INVESTITORE,
CHE DEVE ESSERE, ANZITUTTO, MESSO NELLA CONDIZIONE DI CONOSCERE I
PRODOTTI.
La politica monetaria della Banca Cen-
trale Europea, con tassi di interesse molto
bassi, la richiesta di risparmio con rendi-
mento e le possibilità offerte dal Mercato
Unico Europeo e dalle tecnologie digita-
li hanno accresciuto il ricorso all’utiliz-
zo degli strumenti finanziari da parte di
investitori retail. Lo sviluppo accelerato
e continuo dei mercati e degli strumenti
finanziari e la loro complessità hanno,tut-
tavia, messo in luce l’importanza di avere
un investitore-risparmiatore adeguata-
mente informato. Questa necessità impo-
ne di garantire una regolamentazione che
preveda precise indicazioni circa la tutela
del cliente-investitore, che deve essere,
anzitutto, messo nella condizione di co-
noscere i prodotti. D’altro canto, impone
anche di garantire che gli intermediari
comunichino le caratteristiche degli stru-
menti finanziari offerti, selezionando e
fornendo i prodotti più adeguati. Favorire
la protezione del consumatore significa
trasparenza ed educazione finanziaria del
consumatore.Trasparenza delle condizio-
ni contrattuali, per assicurare l’accesso a
tutte le informazioni, per compiere scelte
consapevoli. Maggiore cultura finanzia-
ria, per investitori informati su prodotti
e servizi finanziari, capaci di cogliere le
opportunità del mercato, ben consapevoli
dei rischi. Questo approccio avrebbe ri-
cadute positive sull’intera industria finan-
ziaria europea, in termini di maggiore ef-
ficienza, competitività e innovazione. Che
informazione ed educazione finanziaria
siano essenziali, lo hanno dimostrato le
vicende legate alle nuove regole europee
sul bail-in e sulla gestione delle crisi ban-
carie. Chi investe in strumenti finanziari
più rischiosi, infatti, sostiene prima degli
altri le perdite e deve esserne assoluta-
mente consapevole, per evitare nuove e
spiacevoli sorprese. La normativa europea
va in questa direzione.Ad esempio,la pro-
posta della Commissione sui mercati de-
gli strumenti finanziari (MIFID II, Mar-
ket in Financial Instruments Directive),
che entrerà in vigore dal 2018, specifica
che ai potenziali clienti debbano essere
fornite tempestivamente le informazio-
ni appropriate su strumenti, strategie di
investimento ed eventuali rischi o costi.
La protezione degli investitori costituisce
un’attività fondamentale, perché essi sono
i più esposti alla difficoltà di comprendere
i rischi di un sistema, che - se si dimostra
incapace di tutelare i segmenti più deboli
ed esposti - perde in credibilità e in capa-
cità di attrarre investitori.
 
5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
ANDREA COZZOLINO
vicepresidente commissione
sviluppo regionale
andrea.cozzolino@europarl.europa.eu
LE PRATICHE SLEALI NELLA FILIERA ALIMENTARE
COL VOTO A LARGA MAGGIORANZA DELLA RELAZIONE CZESAK, MARTEDÌ
SCORSO IL PARLAMENTO SI È ESPRESSO CHIARAMENTE CHIEDENDO ALLA
COMMISSIONE EUROPEA DI PRESENTARE UNA PROPOSTA LEGISLATIVA PER
ARGINARE I NUMEROSI COMPORTAMENTI SCORRETTI CHE DANNEGGIANO
SEMPREPIÙCONSUMATORIEIMPRESEEUROPEE.L’OBIETTIVOÈSALVAGUARDARE
LE AZIENDE AGRICOLE E LE PMI DEL SETTORE AGROALIMENTARE, SPESSO
COSTRETTE A SUBIRE TALI PRATICHE NEL LORO RAPPORTO CON LA GRANDE
DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA.
Quando, girando tra gli scaffali del su-
permercato, ci ritroviamo a scegliere tra
questo e quel prodotto agroalimentare,
non siamo portati a riflettere sulle even-
tuali scorrettezze avvenute nei passaggi
precedenti, tra il produttore e l’arrivo ai
canali della grande distribuzione. Eppure,
quello delle pratiche commerciali sleali è
un fenomeno sempre più diffuso nella fi-
liera agroalimentare europea. Col voto a
larga maggioranza della relazione Czesak,
martedì scorso il Parlamento si è espres-
so chiaramente chiedendo alla Commis-
sione europea di presentare una proposta
legislativa per arginare i numerosi com-
portamenti scorretti che danneggiano
sempre più consumatori e imprese eu-
ropee. Ma di cosa parliamo, esattamente,
quando parliamo di pratiche sleali nella
filiera agroalimentare? Esse consistono,
ad esempio, nel ritardo dei pagamenti,
nella limitazione dell’accesso al mercato,
nelle modifiche unilaterali dei contrat-
ti coi fornitori, nel trasferimento del ri-
schio commerciale e dei costi di trasporto
e stoccaggio a monte della filiera. Uno
degli obiettivi della relazione è proprio
quello di salvaguardare le aziende agri-
cole e le PMI del settore agroalimentare,
spesso costrette a subire tali pratiche nel
loro rapporto con la grande distribuzione
organizzata. L’UE dispone già di una le-
gislazione generale sulle pratiche sleali nel
commercio, ma non di norme specifiche
per combattere efficacemente comporta-
menti scorretti tra i diversi operatori della
filiera agroalimentare. Per questo è neces-
sario definire il più velocemente possibile
un quadro normativo a livello europeo
che definisca regole trasparenti e mec-
canismi di controllo efficaci, e che con-
senta di garantire condizioni contrattuali
eque a tutti i soggetti coinvolti, in par-
ticolare a quelli più deboli. La relazione
chiede inoltre di monitorare il fenomeno
crescente nella grande distribuzione dei
prodotti a marchio privato – le cosiddet-
te private labels – la cui vendita avviene
spesso al di sotto del costo di produzione
e rappresenta pertanto una minaccia alla
sostenibilità della produzione UE di tali
prodotti. Se le richieste del Parlamento
saranno ascoltate, i consumatori potran-
no in definitiva beneficiare di maggiore
libertà nella scelta dei prodotti, e di più
qualità sulla base di prezzi competitivi.
Ora come sempre toccherà alla Commis-
sione tradurre questa chiara indicazione
politica in un quadro legislativo comune
che stabilisca finalmente un rapporto più
equilibrato tra tutti i livelli della filiera.
6NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
NICOLA DANTI
vicepresidente commissione mercato
interno e tutela dei consumatori
nicola.danti@europarl.europea.eu
GLI AIUTI ALLA TUNISIA
LA TUNISIA È STATA PIÙ VOLTE COLPITA CUORE DA ATTACCHI TERRORISTICI
CHE NE HANNO MINATO L’ASSETTO SECURITARIO E MESSO IN GINOCCHIO
ECONOMICAMENTE IL PAESE: LA DISOCCUPAZIONE RESTA ALTISSIMA E
SERVONO ULTERIORI FONDI PER IL FUNZIONAMENTO DELLA MACCHINA
DEMOCRATICA E LA REALIZZAZIONE DELLE RIFORME DEMOCRATICHE. PER
QUESTI MOTIVI, NEL 2014, LA COMMISSIONE EUROPEA HA ELARGITO IL PRIMO
PROGRAMMA DI ASSISTENZA DI 300 MILIONI DI EURO IN DUE TRANCHE, A CUI
OGGI SI AGGIUNGONO I 500 MILIONI DI EURO MESSI A DISPOSIZIONE SOTTO
FORMA DI PRESTITI. SAREBBE NECESSARIO PERÒ FARE DI PIÙ
Questa settimana il Parlamento euro-
peo ha approvato un importante Rappor-
to, della collega Desarnez, che ha sottoli-
neato la necessita di intervenire con aiuti
a livello macro economico,per supportare
l’economia tunisina. LaTunisia, è stata più
volte colpita cuore da attacchi terroristici
che ne hanno minato l’assetto securitario
e messo in ginocchio economicamente il
Paese: la disoccupazione resta altissima e
servono ulteriori fondi per il funziona-
mento della macchina democratica e la
realizzazione delle riforme democratiche.
Per questi motivi,nel 2014,la Commissio-
ne Europea ha elargito il primo program-
ma di assistenza di 300 milioni di euro in
due tranche, a cui oggi si aggiungono i
500 milioni di Euro messi a disposizione
sotto forma di prestiti a medio termine
sui mercati finanziari a condizioni van-
taggiose. Sarebbe necessario però fare di
più, come stiamo facendo per l’Ucraina,
nella consapevolezza che la Tunisia gioca
un ruolo importante anche per la sicu-
rezza Europea.A seguito dei cambiamenti
che si sono susseguiti dal 2011 ad oggi nel
nostro vicinato meridionale, sembra esse-
re l’unico esempio di successo in termini
di consolidamento democratico. La rifor-
ma costituzionale, da poco approvata, ne
è una prova concreta. Inoltre, fatto di non
secondaria importanza, il partito tunisino
Ennahda, la scorsa settimana si è riunito
per il suo Congresso ad Hammamet, ed
ha approvato una tesi per la separazione
fra le attività politiche e religiose.Molte le
ragioni di questa svolta. Nella nuova Co-
stituzione si afferma che la Tunisia è uno
stato civile fondato sulla cittadinanza, che
garantisce la libertà di coscienza e proi-
bisce l’accusa di apostasia, anche se viene
sancito chiaramente che l’Islam è la reli-
gione ufficiale. E stato trovato quindi un
equilibrio che potrebbe essere in grado di
porre fine al conflitto identitario, consen-
tendo così una separazione fra gli obiet-
tivi politici e quelli religiosi anche all’in-
terno del partito. Ennahda, in occasione
dei due assassini politici avvenuti sotto il
suo governo, era stata accusata di lassismo
nei confronti dei gruppi salafiti radicali.
La risposta a queste accuse è stata la svolta
decisa impressa alla struttura del partito,
con la separazione della lotta politica dalla
parte di assistenza e predicazione. Ennah-
da ha cercato di cancellare molte ombre
del suo recente passato, dimostrando, di
saper leggere il mutato contesto sociale e
politico, mettendosi cosi in condizione di
tornare a lottare per il potere.
7
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
PIER ANTONIO PANZERI
membro commissione
affari esteri
antonio.panzeri@europarl.europa.eu
LE NUOVE COMPETENZE PER L’EUROPA
LA COMMISSIONE EUROPEA HA VOLUTO RIDARE PRIORITÀ AI TEMI DEL LAVORO.
FRA LE ALTRE INIZIATIVE, MARTEDÌ 7 GIUGNO, DI FRONTE AL PARLAMENTO
RIUNITO IN SESSIONE PLENARIA, HA PRESENTATO LA NUOVA AGENDA DELLE
NUOVECOMPETENZEPERL’EUROPA,CHELANCERÀUFFICIALMENTEIL20GIUGNO.
SI TRATTA DI UN DOCUMENTO IMPORTANTE. IN UN’ECONOMIA GLOBALE
E DIGITALE IN RAPIDA EVOLUZIONE, L’ADEGUATEZZA DELLE COMPETENZE
INDIVIDUALI SARÀ DETERMINANTE PER SOSTENERE L’INNOVAZIONE, LA
COMPETITIVITÀ E LA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO DI QUALITÀ.
L’Europa ha bisogno di ridare stabili-
tà alla crescita per rilanciare l’economia e
per risaldare i legami valoriali che unisco-
no i paesi membri dell’Unione,così fragili
in questo periodo di esacerbati populismi
e nazionalismi. Dopo anni di ricette sba-
gliate, torniamo a parlare di investimenti,
anche grazie al ruolo giocato dall’Italia,
che ha saputo guidare una positiva spinta
rigeneratrice.Nel solco di questo cambia-
mento, la Commissione Europea ha volu-
to ridare priorità ai temi del lavoro. Fra le
altre iniziative, martedì 7 giugno, di fronte
al Parlamento riunito in sessione plenaria,
ha presentato la nuova Agenda delle nuo-
ve competenze per l’Europa, che lancerà
ufficialmente il 20 giugno. Si tratta di un
documento importante. In un’economia
globale e digitale in rapida evoluzione,
l’adeguatezza delle competenze indivi-
duali sarà determinante per sostenere l’in-
novazione, la competitività e la creazione
di posti di lavoro di qualità. Ad oggi, le
discordanze e le lacune nel mercato del
lavoro sono impressionanti, ed è un vuo-
to che va colmato. Mercati del lavoro in-
clusivi dovrebbero attingere alle compe-
tenze e talenti di tutti, compresi i gruppi
vulnerabili e a rischio; abbiamo bisogno
di riqualificare la forza lavoro, impiegare
meglio quella qualificata, ridurre la fuga
di cervelli, attirare talenti dall’estero e fare
un uso migliore delle competenze dei
migranti. Affrontare le sfide in materia di
competenze richiede sforzi politici signi-
ficativi a tutti i livelli, riforme sistemiche
in materia di istruzione e formazione,
oltre a investimenti intelligenti in capi-
tale umano. La Commissione Europea e
il Parlamento sono pronti a fare la loro
parte, anche a livello di investimento eco-
nomico: dal combinato disposto di fondi
diretti per la mobilità e fondi strutturali,
il budget europeo fino al 2020 intende
impiegare risorse per 45 miliardi di Euro.
Lavoreremo nei prossimi mesi alle pro-
poste concrete scaturite dalla Agenda per
le nuove competenze, che si concentra
in particolare su tre aspetti: migliorare la
qualità e la pertinenza della formazione
competenze; migliorarne l’armonizzazio-
ne e i quadri di comparabilità; aumentare
la appropriatezza delle informazioni per
una migliore scelta di carriera individuale.
Al via nei prossimi giorni la discussione
sulle prime due iniziative: la creazione di
una Skills Guarantee Europea e la rifor-
ma del Quadro Europeo per le Qualifiche
professionali e l’apprendimento perma-
nente.
8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
BRANDO BENIFEI
membro commissione
occupazione e affari sociali
brando.benifei@europarl.europa.eu
L’INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA
SECONDO IL TESTO ADOTTATO DALL’EUROPARLAMENTO SI DOVRANNO PORRE
IN ESSERE MISURE CHE FACILITINO L’ADOZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE,
ASSICURANDO L’ACCESSO ANCHE ALLE PICCOLE AZIENDE. GRAZIE
ALL’INNOVAZIONE, L’AGRICOLTURA PUÒ NON SOLO CONTRIBUIRE IN MODO PIÙ
DECISO A CRESCITA E OCCUPAZIONE, MA ANCHE DIVENTARE PARTE ATTIVA
NELLE SOLUZIONI AL SUO IMPATTO SUGLI ECOSISTEMI. LE SFIDE ATTUALI
DEVONOESSEREAFFRONTATEAPPLICANDOINNOVAZIONITECNOLOGICHECOME
L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE, CHE PUNTINO A UNA MAGGIORE EFFICIENZA
NELL’UTILIZZO DEGLI INPUT, AGGIORNANDO ANCHE I METODI DI COLTIVAZIONE
La Risoluzione approvata lo scorso
martedì a Strasburgo dimostra, ancora
una volta, la nostra volontà di sostenere le
aziende agricole con misure a lungo ter-
mine, incoraggiando l’innovazione e l’av-
vicinamento di un sempre maggior nu-
mero di giovani all’agricoltura. Abbiamo
invitato la Commissione europea ad adot-
tare le iniziative necessarie a garantire un
maggiore e migliore accesso alle tecnolo-
gie e alle pratiche agricole più innovati-
ve, in un orizzonte di crescita economica
e di riduzione dell’impatto ambientale.
Secondo il testo adottato dall’Europarla-
mento, si dovranno porre in essere misure
che facilitino l’adozione di nuove tec-
nologie, assicurando l’accesso anche alle
piccole aziende. Grazie all’innovazione,
l’agricoltura può non solo contribuire in
modo più deciso a crescita e occupazio-
ne, ma anche diventare parte attiva nelle
soluzioni al suo impatto sugli ecosistemi.
Le sfide attuali devono essere affrontate
applicando alle colture innovazioni tec-
nologiche come l’agricoltura di precisio-
ne, che puntino a una maggiore efficienza
nell’utilizzo degli input come fertilizzanti
e fitofarmaci, aggiornando anche i meto-
di di coltivazione. Nondimeno, l’applica-
zione del paradigma digitale permetterà
la creazione di nuovi posti di lavoro, con
un nuovo mercato per i servizi agli agri-
coltori, avvicinando - grazie a una trac-
ciabilità sempre più precisa - consumatori
e produttori. Ricollegandoci al dibattito
in corso nell’UE sulle nuove norme per
i fertilizzanti, ispirate alla cosiddetta eco-
nomia circolare, abbiamo chiesto un ag-
giornamento delle attuali norme per dar
spazio a soluzioni nuove, come il pieno
riconoscimento sul mercato dei concimi
organici animali che affianchino e, lad-
dove possibile, sostituiscano quelli mi-
nerali. Un ambito che in questa fase sta
conoscendo un intenso sviluppo è anche
quello delle tecniche innovative di incro-
cio genetico, che danno la possibilità di
migliorare e accelerare la pratica dell’in-
crocio tradizionale, con costi di investi-
mento contenuti e quindi potenzialmen-
te accessibili anche alle aziende di piccola
e media scala. Ma va accelerato anche il
rinnovamento generazionale nel settore.
Per questo motivo nella risoluzione chie-
diamo un incremento delle agevolazio-
ni per l’accesso ai finanziamenti per gli
agricoltori più giovani, per i quali sarebbe
opportuna la creazione di corsi di forma-
zione per una nuova coscienza sui temi
dell’efficienza nell’impiego delle risorse
nella prospettiva di una riduzione degli
sprechi alimentari.
9NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
PAOLO DE CASTRO
coordinatore commissione
agricoltura e sviluppo rurale
paolo.decastro@europarl.europa.eu
LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE SULL’IMMIGRAZIONE
LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE METTE IN CAMPO LE BASI DI UN PIANO
D’INVESTIMENTI CON L’AFRICA, PER INCIDERE SULLE CAUSE, SUI FATTORI
CHE GENERANO I FLUSSI MIGRATORI, UN PIANO FONDATO SU ACCORDI CON I
SINGOLI PAESI AFRICANI DA CUI PROVENGONO I MAGGIORI FLUSSI DI MIGRANTI
E RIFUGIATI. COSA NE PENSO? LA DIREZIONE È QUELLA GIUSTA, RACCOGLIE LO
SPIRITO DEL MIO RAPPORTO E QUELLO DEL MIGRATION COMPACT DEL NOSTRO
GOVERNO, MA LA LOGICA CON CUI LA SI ATTUERÀ CONCRETAMENTE SIA
QUELLA DI CONTRASTARE NON L’IMMIGRAZIONE, MA LE CAUSE CHE FORZANO
L’IMMIGRAZIONE, NON ACCETTEREI LA PRIMA DERIVA.
Crisi migratoria e dei rifugiati. Non è
vero che nulla si muove in Europa, no-
nostante tutto, ho la speranza che le cose
possano cambiare, risolvendo insieme i
problemi, come Europa. Ciò per cui mi
sto battendo perché questa è innanzitutto
una crisi di solidarietà fra gli Stati mem-
bri. Martedì a Strasburgo è stato uno di
quei giorni in cui la mia speranza si è
rafforzata. Avevo messo al centro del mio
Rapporto parlamentare sull’immigrazio-
ne, approvato durante la sessione plena-
ria di aprile, due punti chiave: il rapporto
con l’Africa e l’apertura di canali legali di
immigrazione. E la Commissione Euro-
pea ha presentato in Aula due pacchetti di
proposte che puntano esattamente a que-
sti obiettivi, onorando l’impegno preso
con il Parlamento. La prima proposta del-
la Commissione mette in campo le basi di
un piano d’investimenti con l’Africa, per
incidere sulle cause, sui fattori che gene-
rano i flussi migratori, un piano fondato
su accordi con i singoli Paesi africani da
cui provengono i maggiori flussi di mi-
granti e rifugiati. Cosa ne penso? La dire-
zione è quella giusta, raccoglie lo spirito
del mio Rapporto e quello del Migration
Compact del nostro Governo, ma la lo-
gica con cui la si attuerà concretamente
sia quella di contrastare non l’immigra-
zione, ma le cause che forzano l’immi-
grazione, non accetterei la prima deriva.
Dall’Africa provengono e proverranno
i maggiori flussi migratori. La logica sia
quindi, finalmente, non più quella dell’a-
zione in via d’emergenza ‘per’ l’Africa ma
quella dell’azione di sviluppo ‘con’ l’Afri-
ca. Questo passo è importante, ma è solo
l’inizio. La Commissione Europea ha pro-
posto anche una riforma del sistema della
Blue card, varata nel 2009 per l’impiego
in Europa dei lavoratori altamente quali-
ficati di Paesi terzi. La proposta prevede
con l’abolizione degli schemi nazionali e
l’apertura ai rifugiati di unificare tutto in
un solo strumento, la Blue card Ue, che
secondo le previsioni di Bruxelles porterà
a un impatto economico che potrà equi-
valere tra 1,4 e 6,2 miliardi di euro l’anno.
La direttiva della Blu Card è stata adottata
dagli Stati membri Ue nel 2009, e non
vi partecipano Danimarca, Irlanda e Gran
Bretagna. Accogliamo positivamente la
proposta legislativa sulla modifica della
Blue card, tuttavia le sfide demografiche
e le molteplici carenze di manodopera
impongono all’Europa di andare oltre il
concetto di lavoratore altamente qualifi-
cato. Dobbiamo rispondere ai bisogni e
alle nuove esigenze nel mercato del lavoro
dei diversi Stati membri e non seleziona-
re i curricula dei migranti. Rafforziamo i
diritti di tutti i lavoratori migranti, indi-
pendentemente dal loro titolo di studio.
10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
CECILE KASHETU KYENGE
membro commissione libertà civili
giustizia e affari interni
kashetu.kyenge@europarl.europa.eu
L’ACCORDO UE-FILIPPINE
LE FILIPPINE SONO PARTICOLARMENTE STRATEGICHE. IN UNA POSIZIONE
POLITICA NEVRALGICA, HANNO RAPPRESENTATO STORICAMENTE UN AMICO
ED ALLEATO DELL’OCCIDENTE. LA LORO CULTURA È INTRECCIATA ALLA NOSTRA.
BASTI PENSARE AL LORO SPLENDIDO CINEMA. C’È UNA DIFFUSIONE ALTISSIMA
DI UN CATTOLICESIMO FERVENTE E SINCERO. ANCHE LA LORO COSTITUZIONE È
ISPIRATA A PRINCIPI DI RISPETTO DELLA PERSONA E DI PROMOZIONE UMANA.
LE FILIPPINE SONO, DUNQUE, UNA GRANDE DEMOCRAZIA; GOVERNATA FINO AD
ORA DA UN PRESIDENTE PERSONALMENTE ONESTO E RIFORMATORE.
Mercoledì abbiamo votato in Parla-
mento l’accordo di partenariato e coo-
perazione tra l’UE e la Repubblica delle
Filippine. Esso conferma la linea maestra
dell’Europa che considera la promozio-
ne e la libertà degli scambi commerciali
tra i vari Paesi, decisivi per il progresso
sociale e economico e lo sviluppo della
democrazia. In questo quadro il Sud est
asiatico ha un significato tutto particolare.
È un’area del mondo, infatti, investita da
una crescita impetuosa da almeno venti
anni; con una storia secolare ed una cul-
tura antica; assai popolata, in particolare
di giovani attivi, voraci di vita e protesi
verso il futuro. I diritti umani e il regime
democratico non hanno la solidità dell’e-
conomia. In alcuni Paesi stanno tornan-
do indietro. Tuttavia l’indirizzo generale
si muove verso l’apertura e l’integrazio-
ne con il resto dei popoli. Le Filippine
sono particolarmente strategiche. In una
posizione politica nevralgica, hanno rap-
presentato storicamente un amico ed
alleato dell’Occidente. La loro cultura
è intrecciata alla nostra. Basti pensare al
loro splendido cinema. C’è una diffusio-
ne altissima di un cattolicesimo fervente e
sincero.Anche la loro Costituzione è ispi-
rata a principi di rispetto della persona e
di promozione umana. Le Filippine sono,
dunque, una grande democrazia; gover-
nata fino ad ora da un presidente perso-
nalmente onesto e riformatore. Le elezio-
ni di qualche settimana fa hanno eletto
Rodrigo Duterte che va verificato sul
campo, in quanto ha destato non poche
preoccupazioni per le sue dichiarazioni
circa la necessità di una tolleranza zero
rispetto alla criminalità; che pure rappre-
senta un grande problema. Detto questo,
nella risoluzione approvata al Parlamento
Europeo è stata sottolineata la situazione,
ancora assai pesante degli squilibri sociali,
della corruzione e degli arbitri compiuti
dal sistema giudiziario e dagli organismi
di sicurezza. Essa non solo procura sof-
ferenze individuali ma ha un effetto ne-
gativo sulla competitività complessiva del
Paese. Come relatore, ombra del Gruppo
S&D sull’accordo commerciale stipula-
to, ho proposto emendamenti, in seguito
condivisi dal relatore Elmar Brok e dalla
stragrande maggioranza dei parlamenta-
ri, tesi a legare le osservazioni critiche e
le richieste di impegni sui diritti umani,
l’ambiente e il miglioramento delle con-
dizioni dei lavoratori, con la riconferma
di una fiducia nel Paese e un sentimento
di amicizia per il suo popolo. Paese, pe-
raltro, segnato dal terrorismo del gruppo
islamico Abu Sayyaf e dalla crisi nel mar
cinese meridionale dove permangono
iniziative aggressive della Cina. Questo
accordo di cooperazione, dunque, oltre ad
aprire ulteriori possibilità di iniziative per
le nostre imprese in quelle terre molto
amate, aiuta la pace e l’affermazione dei
diritti umani e della libertà.
11NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
GOFFREDO BETTINI
membro commissione
affari esteri
goffredo.bettini@europarl.europa.eu
12NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016
BRANDO BENIFEI
membro commissione
occupazione e affari sociali
ROBERTO GUALTIERI
presidente commissione
affari economici e monetari
NICOLA CAPUTO
membro commissione
agricoltura e sviluppo rurale
MASSIMO PAOLUCCI
membro commissione ambiente,
sanità e sicurezza alimentare
PAOLO DE CASTRO
coordinatore commissione
agricoltura e sviluppo rurale
PATRIZIA TOIA
vicepresidente commissione
industria, ricerca ed energia
GOFFREDO MARIA BETTINI
membro commissione
affari esteri
CECILE KASHETU KYENGE
membro commissione libertà civili,
giustizia e affari interni
CATERINA CHINNICI
membro commissione libertà civili,
giustizia e affari interni
PINA PICIERNO
membro
commissione bilanci
ISABELLA DE MONTE
membro commissione
trasporti e turismo
DANIELE VIOTTI
membro
commissione bilanci
SIMONA BONAFE’
membro commissione ambiente,
sanità e sicurezza alimentare
LUIGI MORGANO
membro commissione
cultura e istruzione
SILVIA COSTA
presidente commissione
cultura e istruzione
GIANNI PITTELLA
presidente
Gruppo S&D
ENRICO GASBARRA
membro
commissione giuridica
FLAVIO ZANONATO
membro commissione
industria, ricerca ed energia
MERCEDES BRESSO
coordinatrice commissione sviluppo
regionale e affari costituzionali
ALESSIA MOSCA
membro commissione
commercio internazionale
ANDREA COZZOLINO
vicepresidente commissione
sviluppo regionale
DAVID SASSOLI
vicepresidente
Parlamento europeo
ELENA GENTILE
membro commissione
occupazione e affari sociali
DAMIANO ZOFFOLI
membro commissione ambiente,
sanità e sicurezza alimentare
eurodeputatipd.eu
RENATA BRIANO
vicepresidente
commissione pesca
PIER ANTONIO PANZERI
membro commissione
affari esteri
NICOLA DANTI
vicepresidente commissione
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RENATO SORU
membro commissione
affari economici e monetari
MICHELA GIUFFRIDA
membro commissione
sviluppo regionale

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  • 1. EDITORIALE PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria patrizia.toia@europarl.europa.eu Africa può essere una minaccia, ma può anche diventare un’opportu- nità ed è, in ogni caso, il futuro. In Italia a forza di polemiche autore- ferenziali,anche all’interno del Partito De- mocratico,alcuni non si sono resi conto né della sfida che abbiamo di fronte né della novità storica di un Governo che ha messo l’Africa al centro della sua politica estera e che sta cambiando in questa direzione la stessa politica estera dell’Europa.La comu- nicazione della Commissione europea sui “patti” con i Paesi africani, esplicitamen- te ispirata alle proposte avanzate da Mat- teo Renzi con il Migration Compact, è il punto di partenza di una nuova relazione tra Ue e Africa. Ma questo atto è anche il frutto e il punto di arrivo di un processo di maturazione politica del Partito Demo- cratico, che è riuscito a mettere insieme il meglio della tradizione progressista italiana e che sta modernizzando e allargando al campo democratico tout-court la sinistra europea, cominciando a costruire a Bru- xelles una vera politica estera comune e restituendo al Mediterraneo la centralità che ha sempre avuto storicamente. Il caso ha voluto che la Commissione abbia pre- sentato la sua proposta due giorni dopo il voto alle elezioni amministrative in Italia. Il risultato paradossale è che,nel momento in cui il nostro Paese ha ottenuto uno dei suoi maggiori successi in Europa e nella politica estera, in Italia giornalisti e poli- tici non se ne sono accorti perché troppo accalorati e “avvitati” su polemiche e tat- tiche locali. Non è la prima volta. Quando due anni fa Matteo Renzi ha insistito sul- L’ la nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera euro- pea sono stati in molti a dire che si trattava di una battaglia inutile per l’Italia. Martedì invece è stata proprio Federica Mogherini a venire nell’aula della plenaria a Strasbur- go per illustrare il piano della Commissio- ne per l’Africa, a cui ha lavorato insieme al vicepresidente della Commissione Frans Timmermans e in contatto costante con le autorità italiane. Sempre martedì a Stra- sburgo è stato Gianni Pittella, che guida i partiti progressisti europei nel Gruppo dei Socialisti e Democratici, a lanciare l’allar- me sui massacri in Congo, ed è stata l’eu- rodeputata Pd Cécile Kyenge a firmare, da co-relatrice, la relazione dell’Europarla- mento sull’immigrazione,così come siamo stati sempre noi eurodeputati Pd a tenere alta l’ambizione della proposta del Grup- po S&D e a costruire ampi consensi con i deputati di tanti Paesi. Insomma, se oggi l’Europa sta cominciando a prendere co- scienza della necessità di mettere l’Africa al centro delle sue politiche è anche e so- prattutto grazie alla ritrovata credibilità e al nuovo protagonismo dell’Italia a Bruxel- les. L’Africa è un continente giovane, con un miliardo e cento milioni di abitanti e in pieno boom demografico. Se sarà una grande opportunità o una grande minaccia dipende in gran parte del ruolo che sarà in grado di svolgere l’Ue. Nei prossimi anni dall’Africa potrebbero venire flussi migra- tori incontrollati e conflitti destabilizzanti oppure l’Ue potrebbe costruire con i Paesi africani dei partenariati economici e poli- tici proficui per tutti, così come proposto dal Governo Renzi e dalla Commissione. Secondo tutte le stime nei prossimi dieci anni il Pil dell’Africa crescerà a ritmi im- pensabili per le economie europee. Poli- tica ed economia non esauriscono, però, la sfera delle relazioni tra i due continenti: essenziale sarà in ogni caso il dialogo cul- turale e la capacità di elaborare regole e modalità di convivenza plurale, rispettosa dei diritti comuni fondamentali e aperta all’accettazione delle diversità. STRASBURGO PLENARIA 6-9 GIUGNO 2016 ELUSIONE FISCALE La proposta della Commissione per una diretti- va comunitaria anti-evasione fiscale nell’UE è stata accolta dal Parlamento in una risoluzio- ne approvata mercoledì. I deputati chiedono li- miti più rigorosi alle detrazioni per i pagamenti degli interessi e norme più severe sui redditi esteri, con un’aliquota minima d’imposta al 15%. IMMIGRAZIONE Le nuove proposte della Commissione euro- pea per una revisione del sistema della “blue card” per i lavoratori altamente qualificati pro- venienti da paesi terzi e per un piano d’azione per promuovere l’integrazione dei migranti all’interno dell’Unione europea sono state di- scusse martedì con il Commissario Dimitris Avramopoulos. ALIMENTARE I deputati hanno invitato la Commissione, in una risoluzione votata martedì, a presentare delle proposte contro le pratiche commercia- li sleali nella filiera alimentare, in modo da garantire un reddito equo per gli agricoltori e una vasta scelta per i consumatori. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire relazioni trasparenti tra produttori, fornitori e distributo- ri di prodotti alimentari. TUNISIA Un prestito di 500 milioni di euro alla Tunisia, effettuato a condizioni favorevoli, per aiutare il paese a ridurre il suo debito estero e consoli- dare i propri meccanismi democratici, è stato approvato dal Parlamento mercoledì. Per ave- re accesso al credito, la Tunisia dovrà firmare un memorandum di intenti con la Commissione europea, impegnandosi a realizzare riforme strutturali e a perseguire una sana gestione delle finanze pubbliche. CERTIFICATI Nuove norme comunitarie che semplificheran- no le procedure per dimostrare l’autenticità̀ di alcuni documenti pubblici ottenuti in altri Stati membri, come i certificati di nascita, matrimo- nio e paternità, e garantirne il riconoscimento nel paese di residenza, sono state approvate dal Parlamento giovedì. NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 1
  • 2. IL GIRO DI VITE CONTRO L’ELUSIONE FISCALE LA PLENARIA HA DATO IL VIA LIBERA ALLA CREAZIONE DI UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA CHE FACCIA LUCE SULLE RIVELAZIONI DEI PANAMA PAPERS E HA INOLTRE APPROVATO A LARGHISSIMA MAGGIORANZA LA PROPRIA POSIZIONE SULLA DIRETTIVA ANTI ELUSIONE PROPOSTA DALLA COMMISSIONE EUROPEA, INVIANDO UN CHIARO SEGNALE AGLI STATI MEMBRI E CHIEDENDO MAGGIORE AMBIZIONE NELLA LOTTA ALL’ELUSIONE FISCALE DELLE MULTINAZIONALI. Nel corso della sessione plenaria di giugno il Parlamento europeo ha preso due decisioni importanti per la strate- gia di lotta all’elusione fiscale all’interno dell’Unione europea. In primo luogo, la Plenaria ha dato il via libera alla creazione di una commissione di inchiesta che fac- cia luce sulle rivelazioni dei Panama Pa- pers, proseguendo quanto già avviato con le commissioni speciali TAXE e TAXE 2 sulle decisioni anticipate in materia fisca- le (i cosiddetti “tax rulings”). La nuova commissione di inchiesta, composta da 65 europarlamentari, avrà un mandato di 12 mesi per valutare le possibili violazioni delle norme europee in materia di rici- claggio di denaro, evasione ed elusione fi- scale da parte della Commissione europea o degli Stati membri e presentare una re- lazione conclusiva delle indagini svolte. Il Parlamento europeo ha inoltre approvato a larghissima maggioranza la propria posi- zione sulla direttiva anti elusione proposta dalla Commissione europea, inviando un chiaro segnale agli Stati membri e chie- dendo maggiore ambizione nella lotta all’elusione fiscale delle multinazionali. La relazione a firma del socialista belga Bayet raccoglie e rafforza le raccomandazioni proposte dall’OCSE in materia fiscale, insistendo su alcuni punti. Innanzitutto una definizione precisa delle condizioni di stabile organizzazione, in modo tale che le imprese multinazionali paghino le tasse dove vengono effettivamente re- alizzati i profitti. Poi la creazione di una lista nera a livello europeo sia dei para- disi fiscali che dei paesi che distorcono la concorrenza, cosi come una definizione univoca della nozione di paradiso fiscale. Inoltre un limite preciso alla deducibilità degli interessi pagati dalle imprese. Infi- ne, norme chiare e limiti sulle compagnie estere controllate, per prevenire il ricorso a sistemi di doppia non-imposizione fi- scale e alle altre pratiche attraverso cui le multinazionali possono spostare i propri profitti verso paesi con un regime fiscale più favorevole. La lotta all’elusione fiscale e alle pratiche fiscali aggressive delle mul- tinazionali è uno dei punti di forza della Commissione europea, e il Parlamento è un attore attivo nello sforzo di riformare il sistema fiscale per le multinazionali ba- sato su un principio essenziale,ossia che le tasse devono essere pagate dove i profitti vengono effettivamente realizzati. Spetta ora al Consiglio seguire questo esempio e adottare prontamente la direttiva anti- evasione per garantire a livello europeo regole vincolanti e un sistema equo di tassazione delle imprese. 2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 ROBERTO GUALTIERI presidente commissione affari economici e monetari roberto.gualtieri@europarl.europa.eu
  • 3. LA POLITICA SPAZIALE EUROPEA ABBIAMO CHIESTO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI ESSERE AMBIZIOSA NELLA DEFINIZIONE DI UNA STRATEGIA CHE DEVE ESSERE LUNGIMIRANTE E IN GRADO DI MASSIMIZZARE I BENEFICI SOCIALI, OCCUPAZIONALI, ECONOMICI E SCIENTIFICI DEGLI INVESTIMENTI SPAZIALI DELL’UE. PER ESSERE EFFICACE, LA NUOVA STRATEGIA DOVRÀ ESSERE IN GRADO DI GARANTIRE ALL’EUROPA NEL BREVE E NEL LUNGO TERMINE UN ACCESSO INDIPENDENTE ALLO SPAZIO E UNA POSIZIONE DOMINANTE NEI MERCATI GLOBALI NEL CAMPO DELLE TECNOLOGIE E DEI SERVIZI SPAZIALI. La Commissione Europea lancerà in autunno la prima strategia spaziale euro- pea. Ci troviamo quindi in un momento cruciale per la sua definizione. Per questo, con il dibattito sul futuro della politica europea dello spazio tenutosi in Plena- ria nella serata di martedì, il Parlamento europeo si è espresso in modo deciso e chiaro. Abbiamo chiesto alla Commissio- ne europea di essere ambiziosa nella de- finizione di una strategia che deve essere lungimirante e in grado di massimizzare i benefici sociali, occupazionali, economi- ci e scientifici degli investimenti spaziali dell’UE. Ritengo che, per essere efficace, la nuova strategia dovrà essere in grado di garantire all’Europa nel breve e nel lungo termine un accesso indipendente allo spa- zio e una posizione dominante nei merca- ti globali nel campo delle tecnologie e dei servizi spaziali. Questo sarà possibile solo con un supporto coerente e massiccio ai programmi spaziali Galileo e Copernicus e facendo in modo che i loro servizi siano disponibili al più presto sul mercato. Inol- tre, nonostante sia aumentato negli ultimi anni, il budget dell’Unione Europea per lo spazio rimane estremamente ridotto rispetto ai nostri concorrenti sulla scena mondiale. É quindi imperativo aumen- tare le risorse destinate ai programmi di ricerca spaziale ed è altresì necessario dare un sostegno adeguato all’industria spaziale europea, sostenere l’imprendito- rialità e favorire l’internazionalizzazione e l’accesso ai finanziamenti delle PMI. Si deve tener conto del fatto che le tecno- logie sviluppate nel quadro della ricer- ca spaziale hanno un valore aggiunto in moltissimi altri settori di grande portata politica quali i trasporti, l’agricoltura, gli aiuti umanitari, il clima e l’energia e che quindi una maggiore attenzione da parte di tutti gli ambiti politici dovrebbe essere riservata alle questioni spaziali. L’industria spaziale sta attraversando un periodo di profonda evoluzione dovuta soprattutto alle innovazioni tecnologiche che crea- no opportunità per i cittadini. Per que- sto è fondamentale individuare i possibili ostacoli tecnici e legislativi e concentrarsi sull’istituzione di un quadro normativo coerente e stabile per favorire una mi- gliore fruizione e commercializzazione dei servizi basati sui dati spaziali. Se l ’Europa vuole essere un attore globa- le non può permettersi di restare indietro sulla partita spaziale. 3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 FLAVIO ZANONATO membro commissione industria, ricerca ed energia flavio.zanonato@europarl.europa.eu
  • 4. IL GIAPPONE RIPRENDE LA CACCIA ALLE BALENE RIPRENDENDO LA CACCIA ALLE BALENE IL GIAPPONE STA CHIARAMENTE IGNORANDO LA SENTENZA DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA E GLI IMPEGNI INTERNAZIONALI. L’INTENZIONE DEL GIAPPONE È PALESEMENTE IN CONTRASTO CON LA MORATORIA INTERNAZIONALE SULLA CACCIA COMMERCIALE AI GIGANTI DEL MARE IMPOSTA NEL 1986 DALLA COMMISSIONE BALENIERA INTERNAZIONALE. STIAMO ASSISTENDO AD UNA CONTINUA VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E DEGLI OBBLIGHI DI TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E DEGLI ECOSISTEMI MARINI. Lo scorso novembre il Giappone ha notificato alla Commissione Balenie- ra Internazionale un nuovo piano di 12 anni che permetterà l’uccisione di circa 4.000 balene a fini scientifici. Nella sta- gione estiva appena conclusa di caccia ‘scientifica’ alle balene nei mari antartici, le baleniere giapponesi hanno riportato in patria 333 balenottere minori uccise, di cui circa 200 incinte. La Corte inter- nazionale di giustizia dell’Aia aveva giu- dicato necessaria la sospensione di questa pratica in quanto priva di fini scientifici, anche perché le cosiddette prove scien- tifiche finivano spesso negli scaffali dei supermercati nipponici. Riprendendo la caccia alle balene il Giappone sta chiara- mente ignorando la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia e gli impegni internazionali sottoscritti per l’arresto del massacro annuale nell’Oceano del Sud. L’intenzione del Giappone, infatti, è pa- lesemente in contrasto con la moratoria internazionale sulla caccia commerciale ai giganti del mare imposta nel 1986 dalla Commissione Baleniera Internazionale, organismo istituito per tutelare i cetacei a rischio di estinzione. Stiamo assistendo ad una continua violazione del diritto internazionale e degli obblighi di tutela della biodiversità e degli ecosistemi ma- rini. Inoltre, la ricerca scientifica non ri- chiede più la macellazione delle balene perché esistono ormai nuove tecnologie per raccogliere i dati. Inoltre provengo da una zona geografica nota per il Santuario dei Cetacei, un’area marina internaziona- le caratterizzata da una significativa pre- senza di questi mammiferi, fondamentale dal punto di vista ecologico, la cui tutela è garantita dall’Unione europea, che ne proibisce la cattura. Non possiamo più permettere che questa mattanza abbia an- cora luogo con il complice silenzio delle istituzioni. L’Europa deve opporsi affin- ché gli interessi commerciali non abbiano una priorità sugli interessi di tutela am- bientale e faunistica. Purtroppo però, in occasione del G7, i vertici europei sono stati abbastanza ambiziosi nel richiedere che il Giappone onori i suoi obblighi in- ternazionali; al contrario hanno istruito i rispettivi negoziatori ad accelerare il pro- cesso di libero scambio Giappone-UE e ribadire il forte impegno a concludere un accordo il più presto possibile nel 2016. Ecco, ritengo che anche in quella sede l’Europa avrebbe dovuto essere più ferma ed imporre come condizione la cessazio- ne di pratiche annoverabili come pesca illegale. In occasione della giornata inter- nazionale degli oceani, abbiamo chiesto alla Commissione europea ed al Consiglio cosa intendano fare per condannare in un senso più stretto la decisione del Giappo- ne di riprendere la caccia alle balene, con la scusa della ricerca e indebolendo quin- di anche la credibilità della scienza di cui invece abbiamo tanto bisogno per tutelare i nostri oceani. 4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 RENATA BRIANO vicepresidente commissione pesca renata.briano@europarl.europea.eu
  • 5. LA TRASPARENZA DEGLI STRUMENTI FINANZIARI LO SVILUPPO ACCELERATO E CONTINUO DEI MERCATI E DEGLI STRUMENTI FINANZIARI E LA LORO COMPLESSITÀ HANNO MESSO IN LUCE L’IMPORTANZA DI AVERE UN INVESTITORE-RISPARMIATORE ADEGUATAMENTE INFORMATO. QUESTA NECESSITÀ IMPONE DI GARANTIRE UNA REGOLAMENTAZIONE CHE PREVEDA PRECISE INDICAZIONI CIRCA LA TUTELA DEL CLIENTE-INVESTITORE, CHE DEVE ESSERE, ANZITUTTO, MESSO NELLA CONDIZIONE DI CONOSCERE I PRODOTTI. La politica monetaria della Banca Cen- trale Europea, con tassi di interesse molto bassi, la richiesta di risparmio con rendi- mento e le possibilità offerte dal Mercato Unico Europeo e dalle tecnologie digita- li hanno accresciuto il ricorso all’utiliz- zo degli strumenti finanziari da parte di investitori retail. Lo sviluppo accelerato e continuo dei mercati e degli strumenti finanziari e la loro complessità hanno,tut- tavia, messo in luce l’importanza di avere un investitore-risparmiatore adeguata- mente informato. Questa necessità impo- ne di garantire una regolamentazione che preveda precise indicazioni circa la tutela del cliente-investitore, che deve essere, anzitutto, messo nella condizione di co- noscere i prodotti. D’altro canto, impone anche di garantire che gli intermediari comunichino le caratteristiche degli stru- menti finanziari offerti, selezionando e fornendo i prodotti più adeguati. Favorire la protezione del consumatore significa trasparenza ed educazione finanziaria del consumatore.Trasparenza delle condizio- ni contrattuali, per assicurare l’accesso a tutte le informazioni, per compiere scelte consapevoli. Maggiore cultura finanzia- ria, per investitori informati su prodotti e servizi finanziari, capaci di cogliere le opportunità del mercato, ben consapevoli dei rischi. Questo approccio avrebbe ri- cadute positive sull’intera industria finan- ziaria europea, in termini di maggiore ef- ficienza, competitività e innovazione. Che informazione ed educazione finanziaria siano essenziali, lo hanno dimostrato le vicende legate alle nuove regole europee sul bail-in e sulla gestione delle crisi ban- carie. Chi investe in strumenti finanziari più rischiosi, infatti, sostiene prima degli altri le perdite e deve esserne assoluta- mente consapevole, per evitare nuove e spiacevoli sorprese. La normativa europea va in questa direzione.Ad esempio,la pro- posta della Commissione sui mercati de- gli strumenti finanziari (MIFID II, Mar- ket in Financial Instruments Directive), che entrerà in vigore dal 2018, specifica che ai potenziali clienti debbano essere fornite tempestivamente le informazio- ni appropriate su strumenti, strategie di investimento ed eventuali rischi o costi. La protezione degli investitori costituisce un’attività fondamentale, perché essi sono i più esposti alla difficoltà di comprendere i rischi di un sistema, che - se si dimostra incapace di tutelare i segmenti più deboli ed esposti - perde in credibilità e in capa- cità di attrarre investitori.   5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissione sviluppo regionale andrea.cozzolino@europarl.europa.eu
  • 6. LE PRATICHE SLEALI NELLA FILIERA ALIMENTARE COL VOTO A LARGA MAGGIORANZA DELLA RELAZIONE CZESAK, MARTEDÌ SCORSO IL PARLAMENTO SI È ESPRESSO CHIARAMENTE CHIEDENDO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI PRESENTARE UNA PROPOSTA LEGISLATIVA PER ARGINARE I NUMEROSI COMPORTAMENTI SCORRETTI CHE DANNEGGIANO SEMPREPIÙCONSUMATORIEIMPRESEEUROPEE.L’OBIETTIVOÈSALVAGUARDARE LE AZIENDE AGRICOLE E LE PMI DEL SETTORE AGROALIMENTARE, SPESSO COSTRETTE A SUBIRE TALI PRATICHE NEL LORO RAPPORTO CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA. Quando, girando tra gli scaffali del su- permercato, ci ritroviamo a scegliere tra questo e quel prodotto agroalimentare, non siamo portati a riflettere sulle even- tuali scorrettezze avvenute nei passaggi precedenti, tra il produttore e l’arrivo ai canali della grande distribuzione. Eppure, quello delle pratiche commerciali sleali è un fenomeno sempre più diffuso nella fi- liera agroalimentare europea. Col voto a larga maggioranza della relazione Czesak, martedì scorso il Parlamento si è espres- so chiaramente chiedendo alla Commis- sione europea di presentare una proposta legislativa per arginare i numerosi com- portamenti scorretti che danneggiano sempre più consumatori e imprese eu- ropee. Ma di cosa parliamo, esattamente, quando parliamo di pratiche sleali nella filiera agroalimentare? Esse consistono, ad esempio, nel ritardo dei pagamenti, nella limitazione dell’accesso al mercato, nelle modifiche unilaterali dei contrat- ti coi fornitori, nel trasferimento del ri- schio commerciale e dei costi di trasporto e stoccaggio a monte della filiera. Uno degli obiettivi della relazione è proprio quello di salvaguardare le aziende agri- cole e le PMI del settore agroalimentare, spesso costrette a subire tali pratiche nel loro rapporto con la grande distribuzione organizzata. L’UE dispone già di una le- gislazione generale sulle pratiche sleali nel commercio, ma non di norme specifiche per combattere efficacemente comporta- menti scorretti tra i diversi operatori della filiera agroalimentare. Per questo è neces- sario definire il più velocemente possibile un quadro normativo a livello europeo che definisca regole trasparenti e mec- canismi di controllo efficaci, e che con- senta di garantire condizioni contrattuali eque a tutti i soggetti coinvolti, in par- ticolare a quelli più deboli. La relazione chiede inoltre di monitorare il fenomeno crescente nella grande distribuzione dei prodotti a marchio privato – le cosiddet- te private labels – la cui vendita avviene spesso al di sotto del costo di produzione e rappresenta pertanto una minaccia alla sostenibilità della produzione UE di tali prodotti. Se le richieste del Parlamento saranno ascoltate, i consumatori potran- no in definitiva beneficiare di maggiore libertà nella scelta dei prodotti, e di più qualità sulla base di prezzi competitivi. Ora come sempre toccherà alla Commis- sione tradurre questa chiara indicazione politica in un quadro legislativo comune che stabilisca finalmente un rapporto più equilibrato tra tutti i livelli della filiera. 6NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 NICOLA DANTI vicepresidente commissione mercato interno e tutela dei consumatori nicola.danti@europarl.europea.eu
  • 7. GLI AIUTI ALLA TUNISIA LA TUNISIA È STATA PIÙ VOLTE COLPITA CUORE DA ATTACCHI TERRORISTICI CHE NE HANNO MINATO L’ASSETTO SECURITARIO E MESSO IN GINOCCHIO ECONOMICAMENTE IL PAESE: LA DISOCCUPAZIONE RESTA ALTISSIMA E SERVONO ULTERIORI FONDI PER IL FUNZIONAMENTO DELLA MACCHINA DEMOCRATICA E LA REALIZZAZIONE DELLE RIFORME DEMOCRATICHE. PER QUESTI MOTIVI, NEL 2014, LA COMMISSIONE EUROPEA HA ELARGITO IL PRIMO PROGRAMMA DI ASSISTENZA DI 300 MILIONI DI EURO IN DUE TRANCHE, A CUI OGGI SI AGGIUNGONO I 500 MILIONI DI EURO MESSI A DISPOSIZIONE SOTTO FORMA DI PRESTITI. SAREBBE NECESSARIO PERÒ FARE DI PIÙ Questa settimana il Parlamento euro- peo ha approvato un importante Rappor- to, della collega Desarnez, che ha sottoli- neato la necessita di intervenire con aiuti a livello macro economico,per supportare l’economia tunisina. LaTunisia, è stata più volte colpita cuore da attacchi terroristici che ne hanno minato l’assetto securitario e messo in ginocchio economicamente il Paese: la disoccupazione resta altissima e servono ulteriori fondi per il funziona- mento della macchina democratica e la realizzazione delle riforme democratiche. Per questi motivi,nel 2014,la Commissio- ne Europea ha elargito il primo program- ma di assistenza di 300 milioni di euro in due tranche, a cui oggi si aggiungono i 500 milioni di Euro messi a disposizione sotto forma di prestiti a medio termine sui mercati finanziari a condizioni van- taggiose. Sarebbe necessario però fare di più, come stiamo facendo per l’Ucraina, nella consapevolezza che la Tunisia gioca un ruolo importante anche per la sicu- rezza Europea.A seguito dei cambiamenti che si sono susseguiti dal 2011 ad oggi nel nostro vicinato meridionale, sembra esse- re l’unico esempio di successo in termini di consolidamento democratico. La rifor- ma costituzionale, da poco approvata, ne è una prova concreta. Inoltre, fatto di non secondaria importanza, il partito tunisino Ennahda, la scorsa settimana si è riunito per il suo Congresso ad Hammamet, ed ha approvato una tesi per la separazione fra le attività politiche e religiose.Molte le ragioni di questa svolta. Nella nuova Co- stituzione si afferma che la Tunisia è uno stato civile fondato sulla cittadinanza, che garantisce la libertà di coscienza e proi- bisce l’accusa di apostasia, anche se viene sancito chiaramente che l’Islam è la reli- gione ufficiale. E stato trovato quindi un equilibrio che potrebbe essere in grado di porre fine al conflitto identitario, consen- tendo così una separazione fra gli obiet- tivi politici e quelli religiosi anche all’in- terno del partito. Ennahda, in occasione dei due assassini politici avvenuti sotto il suo governo, era stata accusata di lassismo nei confronti dei gruppi salafiti radicali. La risposta a queste accuse è stata la svolta decisa impressa alla struttura del partito, con la separazione della lotta politica dalla parte di assistenza e predicazione. Ennah- da ha cercato di cancellare molte ombre del suo recente passato, dimostrando, di saper leggere il mutato contesto sociale e politico, mettendosi cosi in condizione di tornare a lottare per il potere. 7 NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 PIER ANTONIO PANZERI membro commissione affari esteri antonio.panzeri@europarl.europa.eu
  • 8. LE NUOVE COMPETENZE PER L’EUROPA LA COMMISSIONE EUROPEA HA VOLUTO RIDARE PRIORITÀ AI TEMI DEL LAVORO. FRA LE ALTRE INIZIATIVE, MARTEDÌ 7 GIUGNO, DI FRONTE AL PARLAMENTO RIUNITO IN SESSIONE PLENARIA, HA PRESENTATO LA NUOVA AGENDA DELLE NUOVECOMPETENZEPERL’EUROPA,CHELANCERÀUFFICIALMENTEIL20GIUGNO. SI TRATTA DI UN DOCUMENTO IMPORTANTE. IN UN’ECONOMIA GLOBALE E DIGITALE IN RAPIDA EVOLUZIONE, L’ADEGUATEZZA DELLE COMPETENZE INDIVIDUALI SARÀ DETERMINANTE PER SOSTENERE L’INNOVAZIONE, LA COMPETITIVITÀ E LA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO DI QUALITÀ. L’Europa ha bisogno di ridare stabili- tà alla crescita per rilanciare l’economia e per risaldare i legami valoriali che unisco- no i paesi membri dell’Unione,così fragili in questo periodo di esacerbati populismi e nazionalismi. Dopo anni di ricette sba- gliate, torniamo a parlare di investimenti, anche grazie al ruolo giocato dall’Italia, che ha saputo guidare una positiva spinta rigeneratrice.Nel solco di questo cambia- mento, la Commissione Europea ha volu- to ridare priorità ai temi del lavoro. Fra le altre iniziative, martedì 7 giugno, di fronte al Parlamento riunito in sessione plenaria, ha presentato la nuova Agenda delle nuo- ve competenze per l’Europa, che lancerà ufficialmente il 20 giugno. Si tratta di un documento importante. In un’economia globale e digitale in rapida evoluzione, l’adeguatezza delle competenze indivi- duali sarà determinante per sostenere l’in- novazione, la competitività e la creazione di posti di lavoro di qualità. Ad oggi, le discordanze e le lacune nel mercato del lavoro sono impressionanti, ed è un vuo- to che va colmato. Mercati del lavoro in- clusivi dovrebbero attingere alle compe- tenze e talenti di tutti, compresi i gruppi vulnerabili e a rischio; abbiamo bisogno di riqualificare la forza lavoro, impiegare meglio quella qualificata, ridurre la fuga di cervelli, attirare talenti dall’estero e fare un uso migliore delle competenze dei migranti. Affrontare le sfide in materia di competenze richiede sforzi politici signi- ficativi a tutti i livelli, riforme sistemiche in materia di istruzione e formazione, oltre a investimenti intelligenti in capi- tale umano. La Commissione Europea e il Parlamento sono pronti a fare la loro parte, anche a livello di investimento eco- nomico: dal combinato disposto di fondi diretti per la mobilità e fondi strutturali, il budget europeo fino al 2020 intende impiegare risorse per 45 miliardi di Euro. Lavoreremo nei prossimi mesi alle pro- poste concrete scaturite dalla Agenda per le nuove competenze, che si concentra in particolare su tre aspetti: migliorare la qualità e la pertinenza della formazione competenze; migliorarne l’armonizzazio- ne e i quadri di comparabilità; aumentare la appropriatezza delle informazioni per una migliore scelta di carriera individuale. Al via nei prossimi giorni la discussione sulle prime due iniziative: la creazione di una Skills Guarantee Europea e la rifor- ma del Quadro Europeo per le Qualifiche professionali e l’apprendimento perma- nente. 8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 BRANDO BENIFEI membro commissione occupazione e affari sociali brando.benifei@europarl.europa.eu
  • 9. L’INNOVAZIONE IN AGRICOLTURA SECONDO IL TESTO ADOTTATO DALL’EUROPARLAMENTO SI DOVRANNO PORRE IN ESSERE MISURE CHE FACILITINO L’ADOZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE, ASSICURANDO L’ACCESSO ANCHE ALLE PICCOLE AZIENDE. GRAZIE ALL’INNOVAZIONE, L’AGRICOLTURA PUÒ NON SOLO CONTRIBUIRE IN MODO PIÙ DECISO A CRESCITA E OCCUPAZIONE, MA ANCHE DIVENTARE PARTE ATTIVA NELLE SOLUZIONI AL SUO IMPATTO SUGLI ECOSISTEMI. LE SFIDE ATTUALI DEVONOESSEREAFFRONTATEAPPLICANDOINNOVAZIONITECNOLOGICHECOME L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE, CHE PUNTINO A UNA MAGGIORE EFFICIENZA NELL’UTILIZZO DEGLI INPUT, AGGIORNANDO ANCHE I METODI DI COLTIVAZIONE La Risoluzione approvata lo scorso martedì a Strasburgo dimostra, ancora una volta, la nostra volontà di sostenere le aziende agricole con misure a lungo ter- mine, incoraggiando l’innovazione e l’av- vicinamento di un sempre maggior nu- mero di giovani all’agricoltura. Abbiamo invitato la Commissione europea ad adot- tare le iniziative necessarie a garantire un maggiore e migliore accesso alle tecnolo- gie e alle pratiche agricole più innovati- ve, in un orizzonte di crescita economica e di riduzione dell’impatto ambientale. Secondo il testo adottato dall’Europarla- mento, si dovranno porre in essere misure che facilitino l’adozione di nuove tec- nologie, assicurando l’accesso anche alle piccole aziende. Grazie all’innovazione, l’agricoltura può non solo contribuire in modo più deciso a crescita e occupazio- ne, ma anche diventare parte attiva nelle soluzioni al suo impatto sugli ecosistemi. Le sfide attuali devono essere affrontate applicando alle colture innovazioni tec- nologiche come l’agricoltura di precisio- ne, che puntino a una maggiore efficienza nell’utilizzo degli input come fertilizzanti e fitofarmaci, aggiornando anche i meto- di di coltivazione. Nondimeno, l’applica- zione del paradigma digitale permetterà la creazione di nuovi posti di lavoro, con un nuovo mercato per i servizi agli agri- coltori, avvicinando - grazie a una trac- ciabilità sempre più precisa - consumatori e produttori. Ricollegandoci al dibattito in corso nell’UE sulle nuove norme per i fertilizzanti, ispirate alla cosiddetta eco- nomia circolare, abbiamo chiesto un ag- giornamento delle attuali norme per dar spazio a soluzioni nuove, come il pieno riconoscimento sul mercato dei concimi organici animali che affianchino e, lad- dove possibile, sostituiscano quelli mi- nerali. Un ambito che in questa fase sta conoscendo un intenso sviluppo è anche quello delle tecniche innovative di incro- cio genetico, che danno la possibilità di migliorare e accelerare la pratica dell’in- crocio tradizionale, con costi di investi- mento contenuti e quindi potenzialmen- te accessibili anche alle aziende di piccola e media scala. Ma va accelerato anche il rinnovamento generazionale nel settore. Per questo motivo nella risoluzione chie- diamo un incremento delle agevolazio- ni per l’accesso ai finanziamenti per gli agricoltori più giovani, per i quali sarebbe opportuna la creazione di corsi di forma- zione per una nuova coscienza sui temi dell’efficienza nell’impiego delle risorse nella prospettiva di una riduzione degli sprechi alimentari. 9NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 PAOLO DE CASTRO coordinatore commissione agricoltura e sviluppo rurale paolo.decastro@europarl.europa.eu
  • 10. LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE SULL’IMMIGRAZIONE LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE METTE IN CAMPO LE BASI DI UN PIANO D’INVESTIMENTI CON L’AFRICA, PER INCIDERE SULLE CAUSE, SUI FATTORI CHE GENERANO I FLUSSI MIGRATORI, UN PIANO FONDATO SU ACCORDI CON I SINGOLI PAESI AFRICANI DA CUI PROVENGONO I MAGGIORI FLUSSI DI MIGRANTI E RIFUGIATI. COSA NE PENSO? LA DIREZIONE È QUELLA GIUSTA, RACCOGLIE LO SPIRITO DEL MIO RAPPORTO E QUELLO DEL MIGRATION COMPACT DEL NOSTRO GOVERNO, MA LA LOGICA CON CUI LA SI ATTUERÀ CONCRETAMENTE SIA QUELLA DI CONTRASTARE NON L’IMMIGRAZIONE, MA LE CAUSE CHE FORZANO L’IMMIGRAZIONE, NON ACCETTEREI LA PRIMA DERIVA. Crisi migratoria e dei rifugiati. Non è vero che nulla si muove in Europa, no- nostante tutto, ho la speranza che le cose possano cambiare, risolvendo insieme i problemi, come Europa. Ciò per cui mi sto battendo perché questa è innanzitutto una crisi di solidarietà fra gli Stati mem- bri. Martedì a Strasburgo è stato uno di quei giorni in cui la mia speranza si è rafforzata. Avevo messo al centro del mio Rapporto parlamentare sull’immigrazio- ne, approvato durante la sessione plena- ria di aprile, due punti chiave: il rapporto con l’Africa e l’apertura di canali legali di immigrazione. E la Commissione Euro- pea ha presentato in Aula due pacchetti di proposte che puntano esattamente a que- sti obiettivi, onorando l’impegno preso con il Parlamento. La prima proposta del- la Commissione mette in campo le basi di un piano d’investimenti con l’Africa, per incidere sulle cause, sui fattori che gene- rano i flussi migratori, un piano fondato su accordi con i singoli Paesi africani da cui provengono i maggiori flussi di mi- granti e rifugiati. Cosa ne penso? La dire- zione è quella giusta, raccoglie lo spirito del mio Rapporto e quello del Migration Compact del nostro Governo, ma la lo- gica con cui la si attuerà concretamente sia quella di contrastare non l’immigra- zione, ma le cause che forzano l’immi- grazione, non accetterei la prima deriva. Dall’Africa provengono e proverranno i maggiori flussi migratori. La logica sia quindi, finalmente, non più quella dell’a- zione in via d’emergenza ‘per’ l’Africa ma quella dell’azione di sviluppo ‘con’ l’Afri- ca. Questo passo è importante, ma è solo l’inizio. La Commissione Europea ha pro- posto anche una riforma del sistema della Blue card, varata nel 2009 per l’impiego in Europa dei lavoratori altamente quali- ficati di Paesi terzi. La proposta prevede con l’abolizione degli schemi nazionali e l’apertura ai rifugiati di unificare tutto in un solo strumento, la Blue card Ue, che secondo le previsioni di Bruxelles porterà a un impatto economico che potrà equi- valere tra 1,4 e 6,2 miliardi di euro l’anno. La direttiva della Blu Card è stata adottata dagli Stati membri Ue nel 2009, e non vi partecipano Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna. Accogliamo positivamente la proposta legislativa sulla modifica della Blue card, tuttavia le sfide demografiche e le molteplici carenze di manodopera impongono all’Europa di andare oltre il concetto di lavoratore altamente qualifi- cato. Dobbiamo rispondere ai bisogni e alle nuove esigenze nel mercato del lavoro dei diversi Stati membri e non seleziona- re i curricula dei migranti. Rafforziamo i diritti di tutti i lavoratori migranti, indi- pendentemente dal loro titolo di studio. 10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 CECILE KASHETU KYENGE membro commissione libertà civili giustizia e affari interni kashetu.kyenge@europarl.europa.eu
  • 11. L’ACCORDO UE-FILIPPINE LE FILIPPINE SONO PARTICOLARMENTE STRATEGICHE. IN UNA POSIZIONE POLITICA NEVRALGICA, HANNO RAPPRESENTATO STORICAMENTE UN AMICO ED ALLEATO DELL’OCCIDENTE. LA LORO CULTURA È INTRECCIATA ALLA NOSTRA. BASTI PENSARE AL LORO SPLENDIDO CINEMA. C’È UNA DIFFUSIONE ALTISSIMA DI UN CATTOLICESIMO FERVENTE E SINCERO. ANCHE LA LORO COSTITUZIONE È ISPIRATA A PRINCIPI DI RISPETTO DELLA PERSONA E DI PROMOZIONE UMANA. LE FILIPPINE SONO, DUNQUE, UNA GRANDE DEMOCRAZIA; GOVERNATA FINO AD ORA DA UN PRESIDENTE PERSONALMENTE ONESTO E RIFORMATORE. Mercoledì abbiamo votato in Parla- mento l’accordo di partenariato e coo- perazione tra l’UE e la Repubblica delle Filippine. Esso conferma la linea maestra dell’Europa che considera la promozio- ne e la libertà degli scambi commerciali tra i vari Paesi, decisivi per il progresso sociale e economico e lo sviluppo della democrazia. In questo quadro il Sud est asiatico ha un significato tutto particolare. È un’area del mondo, infatti, investita da una crescita impetuosa da almeno venti anni; con una storia secolare ed una cul- tura antica; assai popolata, in particolare di giovani attivi, voraci di vita e protesi verso il futuro. I diritti umani e il regime democratico non hanno la solidità dell’e- conomia. In alcuni Paesi stanno tornan- do indietro. Tuttavia l’indirizzo generale si muove verso l’apertura e l’integrazio- ne con il resto dei popoli. Le Filippine sono particolarmente strategiche. In una posizione politica nevralgica, hanno rap- presentato storicamente un amico ed alleato dell’Occidente. La loro cultura è intrecciata alla nostra. Basti pensare al loro splendido cinema. C’è una diffusio- ne altissima di un cattolicesimo fervente e sincero.Anche la loro Costituzione è ispi- rata a principi di rispetto della persona e di promozione umana. Le Filippine sono, dunque, una grande democrazia; gover- nata fino ad ora da un presidente perso- nalmente onesto e riformatore. Le elezio- ni di qualche settimana fa hanno eletto Rodrigo Duterte che va verificato sul campo, in quanto ha destato non poche preoccupazioni per le sue dichiarazioni circa la necessità di una tolleranza zero rispetto alla criminalità; che pure rappre- senta un grande problema. Detto questo, nella risoluzione approvata al Parlamento Europeo è stata sottolineata la situazione, ancora assai pesante degli squilibri sociali, della corruzione e degli arbitri compiuti dal sistema giudiziario e dagli organismi di sicurezza. Essa non solo procura sof- ferenze individuali ma ha un effetto ne- gativo sulla competitività complessiva del Paese. Come relatore, ombra del Gruppo S&D sull’accordo commerciale stipula- to, ho proposto emendamenti, in seguito condivisi dal relatore Elmar Brok e dalla stragrande maggioranza dei parlamenta- ri, tesi a legare le osservazioni critiche e le richieste di impegni sui diritti umani, l’ambiente e il miglioramento delle con- dizioni dei lavoratori, con la riconferma di una fiducia nel Paese e un sentimento di amicizia per il suo popolo. Paese, pe- raltro, segnato dal terrorismo del gruppo islamico Abu Sayyaf e dalla crisi nel mar cinese meridionale dove permangono iniziative aggressive della Cina. Questo accordo di cooperazione, dunque, oltre ad aprire ulteriori possibilità di iniziative per le nostre imprese in quelle terre molto amate, aiuta la pace e l’affermazione dei diritti umani e della libertà. 11NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 GOFFREDO BETTINI membro commissione affari esteri goffredo.bettini@europarl.europa.eu
  • 12. 12NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 6-9 giugno 2016 BRANDO BENIFEI membro commissione occupazione e affari sociali ROBERTO GUALTIERI presidente commissione affari economici e monetari NICOLA CAPUTO membro commissione agricoltura e sviluppo rurale MASSIMO PAOLUCCI membro commissione ambiente, sanità e sicurezza alimentare PAOLO DE CASTRO coordinatore commissione agricoltura e sviluppo rurale PATRIZIA TOIA vicepresidente commissione industria, ricerca ed energia GOFFREDO MARIA BETTINI membro commissione affari esteri CECILE KASHETU KYENGE membro commissione libertà civili, giustizia e affari interni CATERINA CHINNICI membro commissione libertà civili, giustizia e affari interni PINA PICIERNO membro commissione bilanci ISABELLA DE MONTE membro commissione trasporti e turismo DANIELE VIOTTI membro commissione bilanci SIMONA BONAFE’ membro commissione ambiente, sanità e sicurezza alimentare LUIGI MORGANO membro commissione cultura e istruzione SILVIA COSTA presidente commissione cultura e istruzione GIANNI PITTELLA presidente Gruppo S&D ENRICO GASBARRA membro commissione giuridica FLAVIO ZANONATO membro commissione industria, ricerca ed energia MERCEDES BRESSO coordinatrice commissione sviluppo regionale e affari costituzionali ALESSIA MOSCA membro commissione commercio internazionale ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissione sviluppo regionale DAVID SASSOLI vicepresidente Parlamento europeo ELENA GENTILE membro commissione occupazione e affari sociali DAMIANO ZOFFOLI membro commissione ambiente, sanità e sicurezza alimentare eurodeputatipd.eu RENATA BRIANO vicepresidente commissione pesca PIER ANTONIO PANZERI membro commissione affari esteri NICOLA DANTI vicepresidente commissione mercato interno RENATO SORU membro commissione affari economici e monetari MICHELA GIUFFRIDA membro commissione sviluppo regionale