2. PANCREATITE ACUTA
INCIDENZA IN ITALIA: 5-80 su 100.000
MORTALITÀ: 2,1–7,8% (metà delle morti nella
prima e seconda settimana)
PRINCIPALI FATTORI INFLUENZANTI LA
PROGNOSI: necrosi pancreatica e insufficienza
multiorgano
PANCREATITE NECROTIZZANTE: 10-20% dei
pazienti, con mortalità fino al 25% (il 30-40%
sviluppa infezione della necrosi)
CRONICIZZAZIONE dopo episodio acuto: 3-13%
3. PANCREATITE ACUTA
EZIOLOGIA IN ITALIA
- BILIARE 60 %
- ALCOLICA 8,5 %
- ALTRA 10,5 % (uso di farmaci, malattie infettive
con possibile interessamento pancreatico, infezione
da HIV, iperlipidemia, ipercalcemia, malnutrizione,
ERCP, ostruzione del dotto di Wirsung, recente
intervento chirurgico, ischemia, traumi, malattie
autoimmunitarie)
- NON IDENTIFICATA 21 %
4. ASSOCIAZIONE TRA USO DI FARMACI E
PANCREATITE ACUTA
CERTA (almeno 20 casi descritti, con almeno 1 dopo rechallenge)
Corticosteroidi, mesalazina, sulindac; tetracicline,
sulfametoxazolo+trimetoprim, sulfasalazina, didanosina;
azatioprina, mercaptopurina, citarabina; furosemide;
estrogeni; oppioidi; acido valproico; asparaginasi;
antimoniali pentavalenti
PROBABILE (almeno 10 casi descritti)
Rifampicina, eritromicina; interferone alfa-2b, lamivudina;
octreotide; idroclorotiazide; ciclopentiazide; enalapril;
fenformina; acetaminofene; carbamazepina; cisplatino
POSSIBILE
Salicilati; metronidazolo; isoniazide; ciclosporina; H2-
antagonisti; inibitori di pompa protonica
5. DIAGNOSI DI PANCREATITE ACUTA
CLINICA
DOLORE ADDOMINALE INTENSO, VOMITO
INSUFFICIENZA MULTIORGANO
LABORATORIO
IPERLIPASEMIA, IPERAMILASEMIA, aumento PCR
IMAGING
TC CON MEZZO DI CONTRASTO (da eseguire entro 48-72 ore nei
pazienti con malattia severa)
La RM può diagnosticare meglio la litiasi delle vie biliari
L’ecografia spesso NON è utile alla diagnosi
DETERMINAZIONE DELLA SEVERITÀ DELLA
MALATTIA (essenziale per un corretto trattamento)
APACHE II score (PaO2, temperatura, pressione arteriosa, pH arterioso, frequenza cardiaca, e
respiratoria, sodiemia, potassiemia, creatininemia, ematocrito, conta bianchi, Glasgow Coma Scale)
6. CONFERMANO LA DIAGNOSI
STADIANO LA MALATTIA con precoce
identificazione delle forme severe
(necrotizzanti e con ampie raccolte liquide)
IDENTIFICANO LE COMPLICAZIONI
(infezione, emorragia) che costituiscono
un’indicazione al drenaggio percutaneo o
all’intervento chirurgico)
PANCREATITE ACUTA
METODICHE D’IMMAGINE
7. LIMITI DELL’ECOGRAFIA NELLA DIAGNOSI
DI PANCREATITE ACUTA
inesplorabilità della regione pancreatica per
presenza di meteorismo intestinale (ileo
paralitico)
difficoltà nell’evidenziare pancreatiti di grado
lieve
difficoltà nel distinguere l’edema dalla necrosi
difficoltà nell’evidenziare le raccolte
retrointestinali
8. PANCREATITE ACUTA
RUOLO DELL’ECOGRAFIA
- CONFERMA DEL SOSPETTO CLINICO
- DIAGNOSI EZIOLOGICA (biliare, neoplastica)
- IDENTIFICAZIONE DI RACCOLTE FLUIDE
- GUIDAALLA PUNTURA PER ESAME
CITOLOGICO E COLTURALE
- FOLLOW-UP
11. PANCREATITE ACUTA
ELEMENTI SEMEIOLOGICI
aumento delle dimensioni della ghiandola
scarsa delineazione dei contorni
alterazione della normale ecogenicità
eventuale dilatazione del dotto di Wirsung
presenza di raccolte fluide (sensibilità del 50-75%
per tutti i tipi di raccolta, piú elevata per le raccolte
peripancreatiche e perirenali)
13. RACCOLTE FLUIDE NECROTICHE
EPIDEMIOLOGIA E PROGNOSI
si sviluppano nel 10-20% delle pancreatiti acute e
nel 5-10% delle pancreatiti croniche riacutizzate
il 30-40% tende a complicarsi con infezione, che può
essere fatale in circa metà dei casi
regrediscono spontaneamente nel 75-85% dei casi
se hanno un diametro superiore a 6 cm e/o
persistono per più di 6 settimane non tendono alla
regressione e formano pseudocisti
14. VIE DI DIFFUSIONE
DELLE RACCOLTE FLUIDE
RETROCAVITÀ DEGLI
EPIPLOON
SPAZI PARA-E PERI-RENALI
LEGAMENTO EPATO-
DUODENALE
“AREA NUDA” DEL FEGATO
MESENTERE E MESOCOLON
LOGGIA SPLENICA
DOCCE PARIETO-COLICHE
SPAZIO SUBFRENICO
MEDIASTINO
19. UTILITÀ DELL’ECOGRAFIA NEL FOLLOW-UP
DELLA PANCREATITE ACUTA
NORMALIZZAZIONE DELLE
DIMENSIONI E DELL’ECOSTRUTTURA
DELLA GHIANDOLA
EVOLUZIONE DELLE RACCOLTE
FLUIDE (regressione, estensione,
ascessualizzazione, organizzazione)
20. La sensibilità dell’ecografia nella
diagnosi di pancreatite acuta è
comunque relativamente bassa
pertanto
UN QUADRO ECOGRAFICO
NORMALE NON ESCLUDE LA
PANCREATITE ACUTA
25. PANCREATITE CRONICA
CALCIFICANTE
- alterazione dei dotti intralobulari
(dilatati e stenotici)
- calcoli intraduttali
- calcificazioni parenchimali
OSTRUTTIVA
- lesioni diffuse
- dotti pancreatici regolari
Infiammazione cronica dell’intera ghiandola, o più raramente di un suo segmento,
che determina la progressiva e irreversibile atrofia parenchimale, con sostituzione
fibro-calcifica del tessuto ghiandolare e graduale perdita della funzione esocrina
26. PANCREATITE CRONICA
L’ECOGRAFIA È L’ESAME DI PRIMA SCELTA
(sensibilità 60-90%, specificità ~ 95%)
RUOLO DELL’ECOGRAFIA
- conferma del sospetto clinico
- rilievo occasionale in paziente con sintomi
aspecifici o con esami di laboratorio dubbi
- ricerca di complicazioni (raccolte fluide, litiasi)
- follow-up
27. PANCREATITE CRONICA
ELEMENTI SEMEIOLOGICI
modificazioni delle dimensioni o della forma della
ghiandola (aumento o riduzione)
contorni irregolari e bozzuti per retrazione fibrotica
ecostruttura grossolana, disomogenea e iperecogena
calcificazioni puntiformi o grossolane, talora con cono
d'ombra distale
dilatazione e irregolarità del dotto di Wirsung (> 2mm a
digiuno) talora con materiale proteinaceo denso
endoluminale
calcoli duttali e parenchimali
raccolte fluide parenchimali e perighiandolari
dilatazione vie biliari e stenosi duodenale
28. aumento dimensioni, disomogeneità ecostrutturale,
iperecogenicità, calcificazioni, dilatazione del dotto di Wirsung
PANCREATITE CRONICA
30. PANCREATITE CRONICA FOCALE
estrema difficoltà nella diagnosi differenziale con le
neoplasie del pancreas
spesso è indispensabile l'esecuzione di CEUS e FNB
POSSIBILI ELEMENTI DIAGNOSTICI:
- massa talora contenente calcificazioni
- coesistenza di segni di pancreatite cronica
- assenza di segni di invasione extra-
pancreatica
- vascolarizzazione simile a quella del resto della
ghiandola (valutata con color power
Doppler e mezzi di contrasto)
33. La CEUS può aiutare la diagnosi differenziale con l’ADK
Si può evidenziare enhancement “parenchimografico” con
ecogenicità della lesione del tutto simile a quella del parenchima
circostante
PANCREATITE CRONICA FOCALE
CEUS
D'Onofrio, Abdom Imag 2007
34. PANCREATITE CRONICA
La sensibilità diagnostica dell’ecografia varia a
seconda della severità e dello stadio evolutivo
della malattia
È maggiore negli stadi avanzati della malattia,
mentre nelle fasi iniziali e nelle forme lievi le
modeste alterazioni strutturali della ghiandola
possono non essere rilevate dalle tecniche
diagnostiche
35. NEOPLASIE PANCREATICHE
ELEMENTI SEMEIOLOGICI ECOGRAFICI
masse ipoecogene disomogenee con margini
irregolari e polilobati, a crescita infiltrativa
dilatazione del dotto di Wirsung e dell’albero
biliare
possibile infiltrazione delle strutture
circostanti (vasi splenici e mesenterici)
metastasi epatiche e linfonodali
ascite neoplastica
41. NEOPLASIE DEL PANCREAS
INFILTRAZIONE DELLE STRUTTURE VASCOLARI
Segno precoce di infiltrazione del tratto venoso mesenterico-portale è
la scomparsa focale dell'interfaccia ecogena della parete vasale
45. SIEROSE MUCINOSE
ASPETTO
ECOGRAFICO
presenza di cisti in n° > 6
diametro della singola cisti
< 2 cm
contenuto
prevalentemente liquido
presenza di cisti in n° < 6
diametro della singola cisti
> 2 cm
contenuto corpuscolato
ASPETTO
MORFOLOGICO
presenza di cellule cuboidali
piatte contenenti glicogeno
assenza di mucina
presenza di epitelio
mucinoso colonnare
pleiomorfismo nucleare
presenza di mucina
POTENZIALE
BIOLOGICO
BENIGNO MALIGNO
NEOPLASIE CISTICHE DEL PANCREAS
47. IPMN (Intraductal Papillary Mucinous Neoplasm)
Proliferazione di cellule mucinose dell’epitelio duttale che formano proiezioni
papillari all’interno dei dotti pancreatici (principale o secondari), e provocano
dilatazioni cistiche contenenti aggregati di mucina
forma centrale o del dotto principale
forma periferica o dei rami secondari
forma mista
o
o
o
o
48. Caratteristiche di allerta
Lesione cistica > 3 cm
Ispessimento della parete cistica che assume m.d.c.
Componente solida nel contesto della lesione cistica (nodulo
murale) che non assume m.d.c.
Dilatazione del dotto pancreatico principale compresa tra 5 e
9 mm o brusco cambio di calibro
Ingrandimento dei linfonodi regionali
Caratteristiche ad alto rischio
Componente solida nel contesto della lesione cistica (nodulo
murale) che assume m.d.c.
Dilatazione del dotto pancreatico principale ≥ 10 mm
IPMN (Intraductal Papillary Mucinous Neoplasm)
49. Lesione cistica < 3 cm
Parete cistica non ispessita
Nessuna componente solida nel contesto della lesione
Dilatazione del dotto pancreatico principale inferiore ai 9 mm
IPMN (Intraductal Papillary Mucinous Neoplasm)
Esempio di lesione a basso rischio
50. Dilatazione del dotto pancreatico principale > 10 mm
Componente solida nel contesto della lesione cistica (nodulo
murale) con evidente vascolarizzazione
IPMN (Intraductal Papillary Mucinous Neoplasm)
Esempio di lesione ad alto rischio
51. IPMN - Gestione
Le forme centrali e miste hanno un elevato potenziale di
degenerazione maligna (70-80%)e vanno trattate
chirurgicamente
Le forme periferiche presentano un rischio di malignità
molto più basso rispetto alle forme centrali/miste (20-25 %)
Sintomi rilevanti e presenza di caratteristiche ad elevato
rischio (ma anche solo di allerta) sono fattori correlati con un
comportamento biologico aggressivo