2. L’evento del 2012 ha esaltato le ovvie criticità di strutture che, legittimamente edificate nel rispetto di
previgenti regimi normativi, non prevedevano tra le azioni di esercizio il sisma.
In altri termini sono state esaltate le intrinseche vulnerabilità e come tali strutture, sul territorio, sono
dislocati innumerevoli altri scenari industriali in cui il rischio sismico è divenuto non nullo in seguito
all’assegnazione, ex lege, di un livello di pericolosità sismica non nulla.
La pericolosità sismica P (definita anche sismicità del luogo) è costituita dalla probabilità che si
verifichino terremoti di una data entità in un data zona ed in un prefissato intervallo di tempo.
La vulnerabilità sismica V misura la predisposizione di una costruzione, di una infrastruttura o di
una parte del territorio a subire danni per effetto di un sisma di prefissata entità
L’esposizione E è costituita dal complesso dei beni e delle attività che possono subire perdite per
effetto del sisma.
Rischio sismico
4. E’ quindi chiaro che, anche in presenza di una bassa pericolosità P, elevati valori della vulnerabilità V e/o dell’esposizione E,
possono portare ad un livello di rischio R significativo.
La vulnerabilità di un’opera
«è un suo carattere comportamentale descritto attraverso una legge causa-effetto in cui la causa è il terremoto e l’effetto è il Danno»
(Sandi 1986)
Rischio sismico
• Misura la predisposizione di una costruzione, di una infrastruttura o di una parte del territorio a subire danni per
effetto di un sisma di prefissata entità
• Misura l’incapacità, congenita e/o dovuta ad obsolescenza, di resistere ad azioni simiche
Scenario normativo attuale:
- Decreto legislativo 9 aprile 2008 , n. 81 ・Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro - D.m. 14 gennaio 2008 «Nuove norme tecniche
per le costruzioni»
- Circolare 2 febbraio 2009 n.617 Istruzioni per l’applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni»
di cui al DM 14 gennaio 2008
5. Su una costruzione esistente che ospita attività di lavoro incidono, dunque, sia le norme tecniche, nelle stesse ipotesi di esecuzione di
interventi previsti al capitolo 8, sia il d.lgs.81/2008 i cui precetti sono di portata più ampia, e soprattutto estremamente chiari nell’individuare il
percorso di messa in sicurezza.
Nel TUSL, è limpido e pone i datori di lavoro, soprattutto in quelle zone del territorio italiano che sono di recente state classificate sismiche,
nella posizione di dover adeguare, o quantomeno avviare un processo di miglioramento della condizione statica dell’immobile ove si svolge
l’attività lavorativa, rispetto al rischio sismico e non solo.
Infatti il TUSL statuisce che gli ambienti dove si svolgono delle attività lavorative devono essere soggetti a valutazione di tutti i rischi e
rispetto ad essi devono essere sicuri e stabili.
6. Rischio basso:
• Anno di costruzione recente o post-classificazione sismica
• Interventi di consolidamento sismico recenti
• Documentazione di progetto completa
• Stato di conservazione dell’edificio buono
• Stato di conservazione degli elementi non strutturali buono
• Livello di sicurezza superiore o uguale al 60% del livello di sicurezza di un edificio nuovo
Rischio medio:
• Anno di costruzione pre-classificazione sismica
• Interventi di manutenzione/riparazione locale recenti
• Documentazione di progetto incompleta
• Stato di conservazione dell’edificio sufficiente o discreto
• Livello di sicurezza compreso tra il 30% e 60% del livello di sicurezza di un edificio nuovo
7. Rischio alto:
• Anno di costruzione pre-classificazione sismica
• Interventi di manutenzione assenti
• Documentazione di progetto incompleta
• Stato di conservazione dell’edificio mediocre
• Livello di sicurezza inferiore o pari al 30%
8. TITOLARE ATTIVITÀ PRODUTTIVA
(D.Lgs 81/08)
VALUTAZIONE SICUREZZA
p.To 8.3 NTC 2008
RISCHIO SISMICO
PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE
9. Valutazione della sicurezza ai sensi delle
NTC
COSTRUZIONI ESISTENTI
VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
QUANDO . . .
RIDUZIONE CAPACITA’ RESISTENTE DELLA
STRUTTURA
DEGRADO DELLE CARATTERISTICHE
MECCANICHE DEI MATERIALI
AZIONI ECCEZIONALI
CEDIMENTI DEL TERRENO DI FONDAZIONE
GRAVI ERRORI DI PROGETTO O DI
COSTRUZIONE
CAMBIO DESTINAZIONE D’USO
E
VARIAZIONE SIGNIFICATIVADEI CARICHI
INTERVENTI NON DICHIARATAMENTE
STRUTTURALI
10. VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA
CONTINUITA’ DELL’USO
SENZA INTERVENTI
MODIFICA DELL’USO
- DECLASSAMENTO
- CAMBIO DESTINAZIONE
- IMPOSIZIONE LIMITAZIONI
AUMENTO O RIPRISTINO
CAPACITA’ PORTANTE
S T A B I L I S C E
CLASSIFICAZIONE
DEGLI INTERVENTI
ADEGUAMENTO
MIGLIORAMENTO
RIPARAZIONI O INTERVENTI
LOCALI
…atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle presenti norme
…atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza
necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle presenti norme
…che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un
miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti
NTC 2008 §8.3
NTC 2008 §8.4
11. «…il riassetto e la riforma delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei
lavoratori nei luoghi di lavoro.»(Art. 1) e «…si applica a tutti i settori di attività privati e pubblici, e a tutte le
tipologie di rischio.» (Art. 3.)
- Art. 15. Misure generali di tutela; (Titolo I ・PRINCIPI COMUNI)
- Art. 63. Requisiti di salute e di sicurezza; (Titolo II ・LUOGHI DI LAVORO)
- Art. 64. Obblighi del datore di lavoro; (Titolo II ・LUOGHI DI LAVORO)
Infine il TUSL dedica un intero allegato alla stabilità dell’ambiente di lavoro, e le cui prescrizioni sono più
che limpide:
- ALLEGATO IV - Requisiti dei luoghi di lavoro
Prescrizioni del d.lgs 81/2008
14. Prescrizioni del d.lgs 81/2008
L’Art. 1.1.1 E’ limpido e non lascia alcun dubbio interpretativo circa i requisiti che gli ambienti di lavoro devono possedere:
essi devono essere solidi (anche) rispetto alle caratteristiche ambientali.
L’Art. 1.1.2, di fatto, riconosce alle politiche di manutenzione il ruolo di garantire i requisiti di solidità di tutto ciò che fa parte del
luogo di lavoro, elementi strutturali e non strutturali compresi.
15. ORDINANZA 3274/2003
Ha previsto l’obbligo di procedere, a cura dei proprietari, alla valutazione della vulnerabilità sismica sia degli edifici esistenti, la cui
funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per la finalità di Protezione Civile che degli edifici che possono assumere
rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.
L’ordinanza indica le tipologie degli
edifici e delle opere infrastrutturali di
interesse strategico da assoggettare alla
valutazione di vulnerabilità sismica
Aziende a rischio rilevate
Centri Commerciali
Il termine per effettuare la valutazione della vulnerabilità sismica, dopo numerose proroghe, è definito con la Legge di stabilità 2013 (art.
421 Legge 23.12.2012 n°228, G.U. 29.12.2012) ed è scaduto il 31 marzo 2013.
16. ASL BERGAMO
Il servizio PSAL ha intrapreso una ricognizione statica sull’applicazione della normativa in materia di
valutazione del rischio sismico nelle aziende a rischio di incidente rilevante e nei centri commerciali
presenti sul territorio della Provincia di Bergamo
Sul territorio della Provincia di Bergamo sono attualmente presenti 49 aziende a rischio di
incidente rilevante, di cui due in fase di liquidazione
46 aziende hanno risposto alla nostra richiesta di informazioni
In tutte e 46 aziende è stato predisposto un piano di emergenza ed evacuazione
In tutte e 46 le aziende sono presenti edifici non costruiti con criteri antisismici
17. Indagine su 46 aziende
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
Effettuata valutazione di vulnerabilità sismica
Effettuata valutazione preliminare
Conferito a professionista incarico per V.Sismica
Aziende a rischio rilevate
In Corso SI NO
18. Indagine su 10 centri commerciali
0 1 2 3 4 5 6 7
Costruito con criteri antisismici
Effettuata valutazione vulnerabilità sismica
Effettuata valutazione preliminare
Conferito incarico ad un professionista per V.V.Sismica
Centri Commerciali
SI NO
19. Business Continuity
Ricerca documentale
(geometria, materiali, verifiche di conformità urbanistica, etc…)
Indagini distruttive e non
Laser scanner, ind. geologiche, ect…
Verifica di sicurezza sismica dello stato di fattoProgetto e realizzazione
Interventi di 1° fase
Progetto e realizzazione
Interventi di 2° fase
Livello di sicurezza finale
Restituzione stato di progetto
Piano di manutenzione
Digitalizzazione stato di fatto
B I M – Data file (Fascicolo ASSET)
22. STRUTTURE PREFABBRICATE
IMI
Sez. pilastro Verifiche
Num. C/D
1-2-3-5-6-7-9 45%
4-12-13 48%
8 25%
10-11 (I°) 30%
10-11 (II°) 32%
14-15-16 (I°) 49%
14-15-16 (II°) 51%
17 100%
20-21-22-23 42%
24-25-26 71%
Stato di FATTO
Modellazione
Analisi
Stabilimento produttivo con 8000 m2 corpo fabbrica
1800 m2 corpo uffici
23. STRUTTURE PREFABBRICATE
IMI Stato di PROGETTO
ELEMENTI C/D (C/D)min
PILASTRI
1-2-3-5-6-7-9 100% ≥ 60%
4-12-13 100% ≥ 60%
8 74% ≥ 60%
10-11 (I°) 71% ≥ 60%
10-11 (II°) 77% ≥ 60%
14-15-16 (I°) 100% ≥ 60%
14-15-16 (II°) 100% ≥ 60%
20-21-22-23 100% ≥ 60%
Progettazione architettonica
Progettazione strutturale
Stabilimento produttivo con 8000 m2 corpo fabbrica
1800 m2 corpo uffici
24. STRUTTURE PREFABBRICATE
IMI Fasi di lavorazione
Trivellazione pali Gabbie pali Plinti su pali per controventi
Stabilimento produttivo con 8000 m2 corpo fabbrica
1800 m2 corpo uffici
25. STRUTTURE PREFABBRICATE
IMI Fasi di lavorazione
Telai di controvento Realizzazione ultima del miglioramento sismico
Stabilimento produttivo con 8000 m2 corpo fabbrica
1800 m2 corpo uffici
33. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Liquefazione Italia
Zone geologicamente suscettibili a liquefazione
all’interno delle quali vi siano stati risentimenti del VI MCS
Zone geologicamente suscettibili a liquefazione
all’interno delle quali vi siano stati risentimenti del VII MCS o superiore
34. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
ESEMPIO DI PROGETTAZIONE
Complesso industriale di 6000 m2
35. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole
Complesso composto da 4 unità strutturali di varia tecnologia costruttiva, muratura 60’/70’, prefabbricati 2000:
• Palazzina uffici - Struttura portante in muratura di mattoni di laterizio e malta cemento
• Guidetti Grande – Struttura prefabbricata in c.a./c.a.p.
• Opificio – Struttura in muratura di mattoni di laterizio e malta cemento
• Mozzo – Martini – Struttura prefabbricata in c.a./c.a.p.
Complesso industriale 6000 m2
36. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole Complesso industriale 6000 m2
Complesso A
Complesso B
37. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole
Elaborando tutte le prove CPTU, con una Magnitudo di 6,14 ed una PGA di 0,22g, falda a -1,80m dal p.c. si ricavano indici del
potenziale di liquefazione compresi tra 3,6 e 10,3.
Analisi INDICE di LIQUEFAZIONEComplesso industriale 6000 m2
38. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole Progettazione strutturaleMitigazione liquefazione complesso B 3000 m2
40. Fasciatura con FRPRingrosso plinto di fondazione
EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Mitigazione liquefazione complesso B 3000 m2
41. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole Fasi di lavorazione
DreniPerforazione per dreniUscita dreni
Mitigazione liquefazione complesso B 3000 m2
42. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole Fasi di LAVORAZIONE
Pali trivellatiPali MEGA
Mitigazione liquefazione complesso A 3000 m2
43. EFFETTI DINAMICI DEL TERRENO
Gambale Tegole Fasi di lavorazione
Applicazione resina strutturale Rinforzo FRP Ringrosso plinto con pali
Interventi in sovrastruttura
56. SICUREZZA DEI MAGAZZINI – SCAFFALATURE
Indagine del danno
Un corrente, una mensola o un ripiano è da considerarsi sovraccarico se si è verificata una deformazione
permanente o se la flessione è maggiore di quella specificata.
L/200 per correnti di scaffalature porta-pallet e scaffali di acciaio
Per tutte le scaffalature e strutture di scaffali servite da carrello elevatore a forche, la non verticalità sotto
carico non deve eccedere 1/200.
Qualsiasi spostamento oltre tale livello deve essere comunicato al fornitore per un controllo del progetto.
Si deve, inoltre, tenere conto di tutte le ulteriori deformazioni del pavimento dovute a consolidamento e
assestamento del terreno sotto il massetto.
In caso di montanti di scaffalature a mensola, la flessione laterale sotto il carico verticale influenza
sostanzialmente la non verticalità