XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
Viaggio di istruzione 27 aprile
1. VIAGGIO DI ISTRUZIONE – 27/04/2017
ITINERARIO: PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA – BAIA
SOMMERSA – SOLFATARA DI POZZUOLI
PARCO ARCHEOLOGICO DI CUMA
Virgilio nell'Eneide), la Cripta Romana, i resti di un grandioso Edificio Termale di
epoca imperiale e dell'Anfiteatro. Fondata nell'VIII secolo a.C. da un gruppo di coloni
calcidesi, è il più antico centro archeologico d'Italia.
L'Acropoli conserva ancora le mura del V secolo e comprende i resti del Tempio di
Giove, il famoso Antro della Sibilla (descritto da
Numerosi i sepolcri di età greca e romana. Nelle immediate vicinanze si staglia l'Arco
Felice, viadotto costruito da Domiziano. per il passaggio della via che collegava
Pozzuoli a Roma.
2. Sul limite settentrionale dei Campi Flegrei, in una zona sviluppata in direzione nord-
sud, secondo l'attuale andamento del litorale domizio, si trova il sito dell'antica Cuma.
Il paesaggio cumano è articolato in una fascia costiera bassa e sabbiosa; in un'altra
parallela più interna e pianeggiante; infine in una collinare (caratterizzata da versanti
non molto ripidi e dolcemente modellati dalle acque fluviali). Questa continuità è
interrotta solo dal Monte di Cuma, sperone tufaceo di origine vulcanica che si eleva
fino a m. 80 sul livello del mare, quasi al centro del territorio individuato. Non
sorprende, quindi, che questa collina, circondata dal mare su tre lati, naturalmente
munita per i suoi ripidi versanti e accessibile solo da sud, rappresentasse un luogo
idoneo per un insediamento.
La storia. In età preellenica Cuma era abitata da indigeni che avevano il loro villaggio
sui terrazzamenti naturali del Monte di Cuma e la necropoli nella piana ad est di esso.
Successivamente, i Greci, stanziati fin dall' VIII secolo a.C. sull'isola di Ischia,
decisero di fondare una vera e propria polis sulla terraferma, che chiamarono Cuma
(730 a.C.).
Distrutto con la forza il villaggio indigeno, i coloni ubicarono sulla collina l'Acropoli ed
i suoi edifici sacri. L'insenatura naturale a sud-sud-ovest di quest'ultima ed i laghi
costieri costituirono gli approdi e i ripari delle navi per consentire, su più vasta scala,
lo svolgimento di attività mercantili già iniziate ad Ischia. La costruzione di porti-
fortezza cumani a Miseno, Pozzuoli, Pizzofalcone (Napoli) e Capri costituì un'efficace
sistema di controllo territoriale. Seguì l'insediamento di vere e proprie 'subcolonie',
con l'arrivo di nuovi Greci, anche per fronteggiare l'avanzamento degli Etruschi.
Con il dominio romano, allorchè Cuma dal 338 a.C. divenne civitas sine suffragio (città
alleata di Roma ma senza diritto di voto) la sua compagine territoriale, già
precedentemente divisa, fu ulteriormente ridimensionata. I primi resti della necropoli
cumana furono portati alla luce nel XVII secolo, durante occasionali lavori di scavo
agricolo. Gli altri splendidi nuclei dell'attuale parco archeologico cumano vennero
scoperti soltanto nel corso della campagna promossa dalla Soprintendenza alla
Antichità nel 1924.
Di particolare interesse, oltre al monumentale complesso dell'Acropoli, l'antro della
Sibilla, la cripta romana, il Tempio di Giove, il Tempio di Apollo, le terme del Foro, il
Foro ed il Capitolium.
3. L'Antro della Sibilia. La lunga galleria rettilinea e a sezione trapezoidale fu scoperta
e scavata a partire dal maggio 1932. Il suo scopritore, Maiuri, riconobbe in essa il
luogo dove la Sibilla, ossia la profetessa del dio Apollo, riceveva i suoi fedeli e
prediceva loro il futuro. La galleria era fuggita alle precedenti ricerche perchè
l'ingresso era stato murato con un forno e l'intero camminamento era colmo di terra.
Nel Medioevo l'interesse per la figura della Sibilla sopravvisse e si cercò di
individuare la sede dell'oracolo sulla base dell'opera di Virgilio. Fu individuata, allora,
una 'Grotta della Sibilla' sul lago d'Averno, connesso all'Eneide per l'episodio della
discesa agli Inferi. L'identificazione fu universalmente accettata fino a tutto il
Rinascimento e credettero in essa Petrarca, Boccaccio, oltre ad uno stuolo di antiquari
locali viaggiatori stranieri. L' “Antro della Sibilla” si presenta oggi come una lunga
galleria rettilinea, scavata nella roccia tufacea in direzione trapezio con la base di
metri 2,50 ed in basso da un rettangolo di base più corto di metri 2,15. Questa
seconda parte è stata interpretata da alcuni autori come un abbassamento del
primitivo piano pavimentale.
Il Tempio di Apollo. Un santuario doveva esistere in questo luogo già dal VI secolo
a.C, ma la sua consacrazione ad Apollo risulta solo da iscrizioni di epoca romana ivi
rinvenute. In base al materiale reperito il santuario potrebbe essere stato
originariamente dedicato anche a Hera. Davanti al tempio sono i resti di una
costruzione semicircolare, forese un'esedra di età romana, posta accanto ad un pozzo:
strutture da riferire all'attività oracolare. Poco si conserva della fase più antica del
4. santuario, di età greca o sannitica. Ad esso appartengono alcune strutture emerse
nell'aria circostante, interpretate come un sacello anteriore al primo impianto
templare themenos del santuario, attualmente non visibili perchè interrate o nascoste
dalla vegetazione. Saliti sul podio, presso il pronao augusteo, sono visibili resti della
documentazione i lastre di travertino, del peristilio e del colonnato frontale; notevoli
sono le triplici colonne angolari. La parte centrale del tempio era occupata dalla cella,
tripartita da due file di pilastri quadrangolari, terminanti a sud con due ambienti di
minori dimensioni. Il santuario intorno al V secolo d.C. fu trasformato in basilica
cristiana.