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L’Oratorio di
Santa Maria al Fortino
di San Miniato
Presentazione
Quest’anno, ricorrendo per l’Italia il centenario dall’inizio della Prima
Guerra mondiale, abbiamo letto in classe un librino di narrativa
sull’argomento, «L’eco delle battaglie» di M. Santuliana, che ci ha fatto
conoscere i luoghi degli scontri e le difficili condizioni in cui i soldati si
trovavano a combattere.
Ci è venuta la curiosità di sapere se nel nostro Comune c’erano stati dei
caduti e, soprattutto, di conoscere il luogo in cui essi erano stati seppelliti.
Ricercando informazioni, abbiamo scoperto il sacrario all’interno
dell’Oratorio di Santa Maria al Fortino.
Successivamente abbiamo conosciuto anche altri sacrari italiani e stranieri
e abbiamo compreso che onorare i caduti per la patria è un gesto che
accomuna la sensibilità di tanti popoli.
La toponomastica: il fortino
Durante il regno di Federico Barbarossa, incoronato nel 1155, San Miniato
divenne un importante centro dell’amministrazione imperiale per la Toscana:
era sede dei vicari, del tribunale di suprema istanza regia, e centro di raccolta dei
tributi che le città toscane, e parte di quelle umbre, dovevano alla Corona.
E’ proprio a questo periodo che si deve far risalire la costruzione dei
cosiddetti “fortilizi”, che si trovavano alle estremità urbane di San
Miniato, in prossimità di altrettante porte cittadine. Erano almeno
quattro e uno di questi era il fortilizio delle Colline, una volta situato
nei pressi dell’attuale Istituto Tecnico “Cattaneo”.
•
È anche l’unico di cui si sia conservata la memoria nella toponomastica
sanminiatese, e cioè nel nome dell’oratorio di Santa Maria al
Fortino, costruito successivamente.
•
È l’unico dei quattro di cui disponiamo di informazioni più dettagliate;
•
Costituiva un vero e proprio presidio a controllo delle vie d’accesso;
L’antica struttura militare si trovava in una posizione elevata, strategica, in quanto controllava le
vie d’accesso a San Miniato delle strade provenienti da La Catena e dalla Valdegola.
Fu proprio per questa sua rilevanza che il fortilizio delle Colline dall’essere una struttura
costruita per scopi difensivi si rivelò in seguito una vera e propria spina nel fianco per San
Miniato. Non è un caso, infatti, che sia nel 1314 Uguccione della Faggiuola in testa
all’esercito pisano, sia nel 1369 Giovanni Malatacca al comando delle truppe fiorentine,
attaccarono San Miniato proprio da questo lato. 
Purtroppo è impossibile ricostruirne i caratteri architettonici, in quanto non ci è pervenuta
nessuna descrizione né testimonianza iconografica. E’ possibile tuttavia ipotizzare che il presidio
delle Colline fosse costituito, molto semplicemente, da una torre inserita in un piccolo recinto.
Il fortilizio militare
La posizione dell’oratorio all’incrocio delle vie
L’oratorio: l’esterno
Oggi la presenza di un antico fortilizio si ravvisa solamente nel nome del luogo, nei
pressi del quale si trova l’oratorio dedicato a Santa Maria.
•
Risale alla prima metà del XV secolo.
•
Si tratta di un piccolo oratorio in laterizio, di
struttura molto semplice ad aula unica, dotato di
un’abside quadrangolare.
•
È posto all’incrocio delle antiche direttrici viarie
verso Volterra e Pisa.
•
Risente degli influssi goticizzanti, visibili
nell’utilizzo dell’arco a sesto acuto, impiegato sia
nella decorazione che segna, subito sotto la
copertura, il perimetro dell’edificio sia nell’arco
che sormonta l’architrave della porta d’ingresso.
•
Una stretta monofora trilobata si apre su
ciascuna delle due pareti laterali della navata,
mentre una finestra circolare si apre al centro
della facciata.
•
Sopra il portale, una lunetta archiacuta,
all’interno della quale un tempo probabilmente
poteva trovarsi un affresco rappresentante la
Madonna col Bambino.
Particolare: monofora trilobata sulla parete laterale
L’oratorio: l’interno
•
L’unica navata è coperta da due
campate di volte a crociera con
costoloni, nascoste fra il 1460 ed il 1470
circa da arcature dell’epoca legate da
tiranti in ferro.•
Il presbiterio è quadrato e leggermente
sopraelevato, coperto da una campata
dello stesso tipo.
•
Sul piccolo presbiterio l’unico altare,
anticamente in pietra oggi sostituito da
uno in legno, originariamente ospitava
una pala d’altare, oggi conservata presso
il Museo dell’Arciconfraternita della
Misericordia di San Miniato.
•
Oggi al posto della pala, sulla parete di
fondo e su quella laterale sinistra del
presbiterio, si trovano due affreschi di
Luciano Guarnieri. Le nuove pitture
vennero impostate nella primavera del
1969, ma non furono portate a termine.
Gli affreschi di Luciano Guarnieri
Nel Quattrocento l’oratorio passò dal patronato del
Comune a quello della facoltosa famiglia Chellini, il
cui personaggio di spicco era il medico Giovanni,
sepolto in San Domenico, che ordinò la pala
raffigurante l'Incoronazione della Vergine e santi.
La pala d’altare
•
La tavola è datata 1480.
•
Fino a poco tempo fa il dipinto era riferito al
Maestro della Natività Johnson, che recenti studi
hanno consentito di identificare con Domenico
di Zanobi, discepolo di Filippo Lippi e suo
collaboratore.
•
Al centro della pala d’altare una piccola ancòna
con la Vergine e il bambino benedicente
(realizzata da Francesco Lanfranchi detto lo
Spillo, fratello del più famoso Andrea del Sarto)
viene portata in cielo da angeli dalle ali variopinte,
mentre al di sopra Dio Padre porge la corona a
Maria circondato da cherubini, gli angeli più
prossimi a Dio.•
Assistono all’evento divino, in primissimo piano,
le imponenti figure dei santi Bartolomeo, Cosimo,
Luca, Damiano e Sebastiano.
Soffitto a crociera
L’oratorio era annesso ad un omonimo ospedale per gli appestati, poi scomparso, che lo storico
Giuseppe Conti designa come hospitale Sanctae Mariae de Fortino prope et extra portam ser Rudolphi.
L’ospedale
« Fuori della porta Ser Ridolfo, sul bivio conducente da
una parte al Camposanto, e dall’altra alle colline, dove
anticamente fu un fortilizio a difesa di S. Miniato, era uno
spedale per gli appestati, detto delle colline, di S. Maria
Annunziata, ed anche di S. Maria a Fortino, che il Conti
dice probabilmente eretto in occasione della pestilenza del
1327, dagli operai di quell’oratorio, che pure lo am-
ministravano. A questo spedale si trovan fatte donazioni,
da benefattori di S. Miniato, in diversi testamenti del secolo
quattordicesimo e quindicesimo. Anche il Comune gli
pagava un annuo sussidio. Non sappiamo quando cessò di
esistere. Nel 1459 trovo che l’illustre medico Giovanni
Chellini, il quale in S. Domenico ha quel bel monumento,
lasciò, con suo testamento, ai domenicani l’oratorio di S.
Maria a Fortino coll’obbligo di farci la festa della Natività
della Madonna, cui è dedicato, e di celebrarvi alcune
messe».
Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San
Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 116.
I passaggi di proprietà
•
Abbiamo visto come intorno alla
metà del Quattrocento l’oratorio
fosse passato dalla proprietà del
Comune a quella della facoltosa
famiglia Chellini.
•
Nel 1459 l’illustre medico Giovanni
Chellini, con suo testamento, lasciò
ai frati domenicani l’oratorio.
•
Nel 1867 l’oratorio ritornò al
Comune, il quale il 29 agosto lo
cedette alla Venerabile Arciconfra-
ternita della Misericordia.
•
Il 17 novembre 1921 anche la pala
d’altare venne consegnata alla Mise-
ricordia, che la collocò prima nella
chiesa della Trinità poi all’interno del
Museo in Palazzo Roffia.
L’oratorio e il Re
Ritenuto fuori mano il sacrario di Santa Caterina, dove inizialmente erano stati seppelliti i
soldati morti nella Prima Guerra mondiale, l’Oratorio venne preparato perché diventasse un
tempietto votivo in onore ai Caduti .
Domenica 6 novembre 1932 fu il Re d’Italia Vittorio Emanuele III ad inaugurare sia la
nuova sede della Misericordia, in Palazzo Roffia, sia la Cappella Votiva dedicata ai Caduti
presso Santa Maria al Fortino.
Il re giunse a San Miniato attorno alle tre del pomeriggio, con l'automobile reale che lo condusse
al Municipio fra due ali di folla. Qui trovò ad attenderlo il Podestà Guarnieri Ricciotti, il Prefetto
di Pisa Marchese Francesco Dentice d'Accadia e il Podestà di Pisa On. Guido Buffartini Guidi. 
Di questo momento
rimane un’unica fo-
tografia della visita
del Re. Nell'immagi-
ne si nota il sovrano
al centro circondato
dalle personalità pre-
senti, accolto all'in-
terno di un palco con
baldacchino allestito
nella piazzetta a fian-
co al Palazzo Comu-
nale,l'attuale piazza
Giuseppe Mazzini.
Qui fu accolto dal
Vescovo S. E. Mons.
Ugo Giubbi e dal
Capitolo dei Canonici
della Cattedrale al
completo. Fu benedet-ta
la chiesa e, successiva-
mente, furono scoperte
due targhe in bronzo
collocate sulla
facciata, ai lati della
porta di ingresso.
Le targhe di bronzo
Terminata la cerimonia a Palazzo Roffia, Vittorio Emanuele III ripartì alla volta di Santa
Maria al Fortino, che divenne la Cappella Votiva in memoria dei 456 caduti sanminiatesi
nella Grande Guerra e dei “martiri” della rivoluzione fascista.
Questi due elementi furono probabilmente rimossi subito dopo il secondo conflitto mondiale,
forse perché contenenti simboli che in qualche modo richiamavano al fascismo e alla monarchia.
Non è dato sapere con certezza che fine abbiano fatto, ma ancora oggi sul paramento in laterizio
della cappella è possibile apprezzare il profilo delle due targhe.
La traslazione delle salme
•
Dunque fu solamente nel gennaio del
1958 che le salme dei Caduti della Prima
Guerra Mondiale vennero traslate
nell‘Oratorio di Santa Maria al Fortino,
dove era stato ricavato un apposito
sacrario, come inciso sulla pietra di
ingresso all’area.
•
L'originaria collocazione dei caduti in
Santa Caterina fu dovuta al Canonico
Genesio Chelli, Cappellano di Guerra
durante il primo conflitto bellico
mondiale, che fece tumulare i soldati in
un'apposita cappella.•
Tuttavia, il parroco della chiesa nel 1958,
Don Eugenio Bellaveglia, decise di
smantel-lare la cappella, costringendo a
trovare una nuova sistemazione alle salme
dei caduti, che fu individuata nell’Oratorio
di Santa Maria al Fortino.
L’interno del sacrario sotterraneo
La cerimonia
•
Le immagini dell’epoca sono molto suggestive, con il lungo e composto corteo che
percorre San Miniato dalla sua estre-mità orientale al suo limite occidentale, attra-
versando tutto il centro cittadino.
•
Al corteo avevano preso parte sia autorità militari, sia rappresentanti delle istituzioni
religiose, ma soprattutto tanta gente comune; non mancò nemmeno la banda
musicale.
•
L'edificio del Liceo che ancora non era stato inaugurato, essendo in posizione
rialzata rispetto alla chiesetta, fu letteralmente preso d'assalto dalla gente che voleva
vedere la cerimonia d'ingresso in Santa Maria al Fortino.
•
Davvero bellissima è una delle immagini conclusive, con la porta della chiesa
spalancata per accogliere le salme al suo interno e sullo sfondo il panorama
sanminiatese, dove si intravede la Rocca ricostruita: il segno che la guerra era davvero
finita e che era possibile sperare in un futuro di pace e di benessere.
Dall’esperienza diretta:
le nostre descrizioni,
le nostre riflessioni e approfondimenti,
i nostri disegni
Jacopo Pertici
Cronaca della visita all’Oratorio di Santa Maria al Fortino
Il giorno 28 Gennaio 2015 la classe IV e la classe V della scuola primaria di Cigoli, insieme
alle maestre, sono andate a Santa Maria al Fortino per visitare l’Oratorio e per vederlo
dall’esterno e all’interno, per un progetto a cui stanno lavorando.
I ragazzi sono stati accolti da Mariano, un esperto di arte che lavora al Museo Diocesano, e
Sauro Mori, un pittore ed esperto conoscitore del nostro territorio.
Mariano ha cominciato a spiegare ai bambini la storia dell’Oratorio, poi ha fatto vedere
tutte le parti dell’esterno e l’interno.
Appena entrati, si vedono due quadri: uno rappresenta la Bruna di Poggighisi e l’altro le
persone che scappano da San Miniato per sfuggire dalla guerra.
Alle pareti sono attaccate sei lapidi con i nomi dei soldati morti durante la Grande Guerra e
la Seconda Guerra mondiale.
Di seguito i bambini hanno potuto visitare i sotterranei dell’Oratorio dove ci sono alcune
tombe. Mariano ha spiegato cosa raffiguravano tutte le lapidi.
Quando sono usciti, i bambini sono di nuovo saliti sullo scuolabus e sono andati a visitare
il Museo della Misericordia, presso Palazzo Roffia, per ammirare il grande quadro
dell’Incoronazione della Vergine, fatto nel 1480 da Domenico Zanobi.
Racconto la mia esperienza
Ieri io e i miei amici di scuola, con le maestre, siamo andati a vedere l’Oratorio di Santa
Maria al Fortino. Quando siamo partiti con il pulmino, io ero molto emozionato di scoprire
cose nuove e molto antiche.
Appena arrivati all’Oratorio, abbiamo trovato Sauro Mori e Mariano, che ci hanno spiegato
le caratteristiche della chiesina e la sua storia. Insieme a loro abbiamo fatto un giro intorno
all’Oratorio per osservarlo meglio dall’esterno.
Poi siamo entrati dentro, ci siamo seduti tutti sulle panche e Mariano ci ha spiegato tutti i
particolari dell’interno, compresi i dipinti che erano appesi al muro. Io a questo argomento
mi ero molto interessato.
Dopo siamo scesi giù, nel sacrario, dove ci sono a destra i caduti della Prima Guerra
mondiale e a sinistra quelli della Seconda Guerra mondiale. A me faceva molta impressione
vedere tutte quelle tombe.
C’era anche una croce illuminata per fare luce lì sotto e per fare compagnia ai defunti.
Poi siamo risaliti su e con il pulmino siamo andati al Museo della Misericordia, dove
abbiamo visti il dipinto della Madonna con Gesù, che si trovava un tempo sopra l’altare
dell’Oratorio.
Giorgio Fabbian Jacopo Buccolini
L’esterno dell’Oratorio
Appena sono sceso dal pulmino, a prima vista, ho notato che il posto era molto
interessante.
Lorenzo Balducci
La struttura è molto vecchia e, per non farla cadere giù, hanno inserito nei muri dei pezzi
di ferro di sostegno, vicino al soffitto.
Marco Candela
Appena arrivato, io ero molto emozionato.
L’Oratorio è circondato da una cancellata alta di ferro. Sopra la porta c’è un arco a sesto
acuto e Mariano ci ha raccontato che prima lì era rappresentata la Madonna col Bambino.
Sopra l’arco a sesto acuto c’è un tettuccio per riparare l’ingresso. Ancora sopra, una
finestra circolare con la rappresentazione di Gesù, un po’ danneggiata.
Jacopo Buccolini
Jacopo Seghetti
Sotto il tetto ci sono dei piccoli archi
a sesto acuto intrecciati, che
formano una decorazione che
abbellisce l’Oratorio. Secondo me,
questo ornamento è molto bello e
potrebbe essere utilizzato come
motivo decorativo per stoffe o
piastrelle.
Jacopo Buccolini
Lorenzo Balducci
Guardando la decorazione dell’Oratorio, abbiamo
immaginato questa stoffa per abiti femminili.
Stefano dell’Unto
Petra Lauria
La facciata
Appena sono arrivato, ho visto l’Oratorio e la sua facciata, che è stupenda.
Sono andato subito a vederla da vicino: c’è un grosso portone di legno marrone
scuro. Tutto l’Oratorio è stato costruito con dei mattoni rossastri e ho notato che
alcuni sono un po’ danneggiati, ma è abbastanza normale perché è stato costruito
moltissimi anni fa.
La cosa che più mi ha colpito è la decorazione che si trova in alto: è fatta con archi a
sesto acuto che si intrecciano.
Sopra il portone, un tempo, c’era un affresco con la Madonna con Gesù che non ha
resistito al tempo. Mi sarebbe piaciuto tanto vederla.
In alto, sul vetro della finestra circolare, si vede in parte l’immagine di Gesù.
Giacomo Bettocchi
Nelle pareti laterali, sia a destra che a sinistra, ci sono due finestrelle molto particolari:
due monofore trilobate.
Chiara Tacchi
Appoggiato a una parete laterale, si trova l’altare originale, rotto in più pezzi.
Stefano dell’Unto
Ricerca all’Archivio Storico
Ci è dispiaciuto molto vedere l’altare originale abbandonato all’esterno
dell’edificio. Una struttura così antica, come lo è l’Oratorio, necessita di una
manutenzione periodica.
Di alcuni restauri, fatti nel passato, abbiamo trovato traccia all’Archivio Storico
del nostro Comune. Si tratta di due documenti di spesa che si riferiscono proprio
all’Oratorio di Santa Maria al Fortino.
Il primo riguarda un restauro del 1901 ed è stato emesso dal Regio Ispettorato dei
monumenti e scavi d’Antichità di San Miniato.
In questo si possono controllare nel dettaglio i lavori effettuati e le spese
sostenuto, per un totale di Lire 645.
Il secondo è stato rilasciato dal Comune di San Miniato nel 1907 (quando San
Miniato apparteneva ancora alla provincia di Firenze). In questo l’ingegnere
comunale si accerta della condizioni della struttura, anche per garantire la
sicurezza del quadro lì conservato. I piccoli lavori di manutenzione ammontavano
L’interno
Siamo entrati all’interno dopo aver superato due scalini.
Subito la mia attenzione è andata al grande dipinto situato dietro l’altare, che rappresenta la
Bruna di Poggighisi. Ad essere sincera, la sua espressione mi faceva un po’ paura, ma
riconosco che il pittore è stato veramente bravo a rappresentarla.
Comunque, secondo me, il dipinto accanto è più bello. Rappresenta la gente che scappa da
San Miniato a causa della guerra.
Sulle pareti ci sono anche delle lapidi con incisi i nomi dei soldati morti in guerra ed erano
veramente tantissimi! Mi veniva da pensare alla disperazione di tutti i loro parenti.
L’altare è piccolo e di legno. Il soffitto è diviso in tre campate, ognuna delle quali è a
crociera perché formata da due archi che si incrociano perfettamente. Io non avevo mai
visto un soffitto così!
Le panche di legno sono disposte in due file, una accanto all’altra, e appena ti ci siedi sopra
scricchiolano tutte. Le pareti sono dipinte di bianco.
Quando sono uscita, ho sentito che l’aria cambiava perché dentro c’era l’odore dell’umido.
Mi è piaciuta molto questa visita. È stata per me una nuova esperienza!
L’interno: i dipinti
Il primo dipinto che si vede appena si entra dentro l’Oratorio raffigura la Bruna di
Poggighisi. L’altro, un po’ nascosto, ritrae le persone che scappano da San Miniato per via
della guerra.
Il primo mi è piaciuto moltissimo. Si trova nella parete al centro e Sauro Mori mi ha detto
che il pittore aveva raffigurato il viso di sua moglie perché non sapeva esattamente come
fosse il volto della strega Barbuccia. Questa cosa mi ha incuriosito ancora di più!
Il pittore ha rappresentato sua moglie con gli abiti del tempo di Barbuccia: indossa un
vestito è rosso fuoco e un mantello blu acqua. Lo sfondo è giallo e arancione con qualche
sfumatura scura.
L’altro dipinto, invece, quello delle persone che fuggono dalla guerra, è colorato con colori
scuri. In primo piano, ci sono alcuni volti, fra cui quello della moglie del pittore, che ha
un’espressione molto spaventata. Sullo sfondo si vede la rocca. Secondo me, l’immagine
nel complesso è molto triste. Mi è sembrato di vedermi dentro il dipinto e ho provato una
sensazione molto brutta, come se quella cosa fosse successa a me.
Entrambi i quadri sono molto belli. Io avevo già visto alcuni dipinti simili e mi è rivenuta
un’emozione forte.
Chiara Tacchi
Matteo Campinoti
La cosa che mi è piaciuta di più è stata il dipinto della Bruna di Poggighisi, conosciuta
come Strega Barbuccia, perché i colori erano belli e l’immagine era molto realistica.
Mattia Valori
Guardando il dipinto che
rappresenta i samminiatesi in fuga
durante la guerra, io mi sono
immaginata il terrore di quella
povera gente.
Ho pensato che è davvero brutta la
guerra.
Isabella Spagli
La pala d’altare (Museo della Misericordia)
Questo quadro fu fatto da Domenico Zanobi e rappresenta l’Incoronazione della
Vergine con i santi.
La Vergine e Gesù vengono portati in cielo dagli angeli: la portano da Dio, che la
incorona.
Al tempo in cui il pittore ha dipinto la pala, le immagini erano importanti perché
spiegavano alle persone, che non sapevano leggere, la vita dei santi e della Madonna.
Quando io ho visto quest’opera d’arte ho provato emozioni di felicità perché
nell’insieme era bellissima e stupenda, con tanti colori caldi e freddi in contrasto.
Sembrava di essere in un meraviglioso paese.
Il dipinto è fatto su legno. Si vedono i cherubini, cioè gli angeli più vicini a Dio.
Gesù tiene in mano un cardellino macchiato di rosso, simbolo che lui da grande
doveva sopportare tante cose brutte e, inoltre, il pittore gli fece le guance rosse,
simbolo di sacrificio e di sofferenza.
Assistono a questo evento dell’Incoronazione di Maria alcuni santi: Bartolomeo,
Cosimo, Mattia, Luca, Damiano e Sebastiano.
È uno spettacolo guardare questo dipinto: mi suscitava emozioni coloratissime.
Particolare della pala d’altare: Madonna
con Bambino
Lorenzo Bettini
Particolare della pala d’altare: i Santi che assistono all’Incoronazione di Maria
Jacopo Partici
Il sacrario al piano interrato dell’Oratorio
Siamo scesi giù nell’interrato, dove si trova il sacrario. Questa stanza mi dava malinconia
per quelle persone che sono morte anche per noi, per assicurarci la libertà e la democrazia.
Se mia sorella fosse stata lì con me sarebbe subito tornata su, perché a lei fanno paura i
morti e i cimiteri.
C’è scritto sulle lapidi «Morto», «Morto», «Morto», nel 1916, 1917, 1918, «Nato nel 1896…
1897… 1898». Faceva impressione vedere tanti morti in giovane età.
Tante date, tanti morti! E poi c’è un riassunto che spiegava chi erano quei morti, cioè i
soldati caduti nelle due guerre mondiali.
Sulle tombe ci sono la foto, il nome, le date di nascita e di morte.
C’è anche una croce che illuminava il sacrario e alcune tombe contengono due morti
insieme.
Il pavimento è grigio e il soffitto bianco. A destra ci sono i morti della Prima Guerra
mondiale e a sinistra quelli della Seconda.
Dobbiamo dare onore a questi morti perché loro hanno combattuto anche per noi e per
questo oggi siamo liberi.
Le corone poste all’interno del sacrario
Nico Buggiani Tristan Divito
Nel sacrario c’è una croce illuminata che fa
compagnia ai morti.
Gemma Falaschi
La cosa che mi ha interessato tantissimo è
stata il sacrario perché i soldati che sono lì
seppelliti si sono sacrificati per noi e
questo mi ha dato molta emozione.
Tommaso Turini
Jacopo Seghetti
Mi ha interessato tantissimo vedere le tombe dei morti per la patria. Mi ha trasmesso
tante emozioni perché sapere che loro sono morti per la nostra libertà mi dà una
sensazione di ammirazione.
Riccardo Cucchiara
Boldrini Dino (1923-1941)
Una lapide, all’interno del sacrario, riporta l’effige di Boldrini Dino.
Grazie alla disponibilità della sorella, che si è fatta intervistare dalla nostra compagna
Chiara Tacchi, abbiamo potuto avere altre informazioni su di lui.
Cognome: BOLDRINI
Nome: DINO
Nato a: SAN MINIATO
il 5 Gennaio 1923
Morto a: Derna (LIBIA)
Il sig. Boldrini Dino si arruolò nella marina militare italiana presso il Battaglione San
Marco e si imbarcò sulla nave da guerra «Zara».
Morì durante un combattimento navale, nel mare vicino alla città di Derna (Libia).
La notizia della sua morte arrivò alla famiglia presso i carabinieri della Caserma di San
Miniato.
Il soldato fu seppellito, in un primo momento, nella Chiesa di santa Caterina e, in
seguito, spostato all’interno del Sacrario di San Maria al Fortino.
La sorella del sig. Boldrini Dino ci ha fornito anche il testo di una lettera scritta dal
soldato alla famiglia, da cui emergono l’amore per i propri cari e i desideri e la voglia
di vivere tipici di ogni giovane ragazzo.
Chiede, infatti, di avere la macchina fotografica per poter immortalare una ragazza a
cui teneva particolarmente. Nonostante in quel momento vivesse in una situazione
molto precaria, pensava comunque alla sua vita futura.
Dalla Storia alla Fantasia
Dopo aver conosciuto attraverso le nostre ricerche la storia
dell’Oratorio, abbiamo pensato che questo, per la sua
posizione strategica, vicino al fortilizio delle Colline e alla
porta di accesso alla città, fosse un luogo molto frequentato e
un punto di riferimento soprattutto per i viandanti.
Ci siamo immaginati la realtà di allora e la vita che ruotava
attorno a questo edificio nel passato.
Ognuno di noi si è calato in un probabile personaggio …
Sono… il parroco di Santa Maria al Fortino.
Ciao, mi chiamo Jacopo e ho cinquantaquattro anni. Abito a San Miniato e sono il parroco
dell’Oratorio di Santa Maria al Fortino.
Oggi mi è capitata una giornata bellissima. Mi ero appena alzato dal letto quando delle urla
sono arrivate alle mie orecchie. Io mi sono vestito in fretta e sono andato fuori a vedere
che cosa era successo. Subito ho visto davanti a me un bambino che era scivolato e si era
fatto male a un ginocchio. Allora io sono tornato in casa, ho preso l’acqua benedetta e gli
ho fatto una croce sul ginocchio. Lui mi ha detto che il dolore era passato e, per
ingraziarmi, mi ha dato un sacchetto di monetine e poi se ne è andato.
Io ero molto contento che stava meglio, ma anche felice per il sacchetto di monetine.
Poi sono andato all’Oratorio a fare la messa e, dopo la celebrazione, mi sono inginocchiato
davanti alla Madonna e ho iniziato a pregare. All’improvviso la porta si è aperta e un
uomo, vestito abbastanza bene, mi ha detto che si doveva confessare per aver maltrattato
sua moglie. Ci siamo seduti su una panca e io l’ho confessato. Alla fine, anche lui mi ha
dato un sacchetto di monete e io, tutto contento, l’ho ringraziato.
Tornato a casa, mi sono messo a contare le monete e mi sono accorto che in tutto il
giorno avevo ricavato dieci monete d’oro.
Era sera e dalla finestra una luce rossa mi veniva in contro.
Jacopo Pertici
Sono… un ladro.
Io sono un ladro di professione, ho trent’anni e sto andando a San Miniato a cercare « un
pollo da spennare ».
Quando sono arrivato, ero stanco e assetato. Per fortuna c’era il piccolo Oratorio di
Santa Maria al Fortino con accanto il pozzo, così ho potuto bere e ho cominciato a
guardarmi intorno. Ho visto un signore anziano con molte monete e allora ho deciso di
derubarla.
Piano piano mi sono avvicinato e, mentre con una scusa lo distraevo, con la mia mano
leggera gli ho sfilato dalla tasca il sacchetto delle monete. Quando il signore se ne è
accorto, lo ha detto alla sentinella del fortino. Io sono corso via veloce, ma la guardia mi
inseguiva e mi stava alle calcagna.
Ad un certo punto mi sono nascosto. Quando la sentinella si è girata, si è guardata
intorno e io gli sono saltato addosso, gli ho preso la spada e ordinato di togliersi i vestiti,
per fare a cambio con i miei. Dopo l’ho costretto a seguirmi in campagna e l’ho legato
ben stretto a una pianta.
Sono tornato a casa tranquillo perché tutti pensavano che fossi una sentinella vera.
Ragazzi, è dura fare il ladro! Però mi tengo in forma con le corse, come ho fatto oggi.
Sono… una giovane ragazza.
Era domenica ed era una bellissima giornata. Io mi annoiavo, così quando mio zio
Francesco mi disse: - «Io vado a San Miniato a vendere i polli. Vuoi venire con me?» -
subito accettai la proposta.
Dopo tanto tanto viaggio, con i polli, il sole che bruciava, le salite e le discese, arrivammo
in città.
Aiutai mio zio a sistemare la merce e dopo me ne andai in giro per conto mio. Incontrai
un signore che mi chiese se, per caso, avevo merce da vendere. Io risposi che avevo dei
polli e lui mi disse: «Io ti darò una gemma preziosa e tu in cambio mi darai i tuoi polli».
Io, anche se non sapevo nulla di gemme preziose, accettai: la pietra mi sembrava
bellissima e volevo regalarla alla mamma.
Dissi allo zio che era una vera gemma. Per averla, lo convinsi a dare quasi tutti i polli a
quel signore.
Io ero molto sudata per il viaggio e così vidi il pozzo vicino all’Oratorio di Santa Maria al
Fortino e mi avvicinai. Stavo per bagnarmi la faccia quando sentii le urla dello zio. Corsi
subito verso di lui, che mi disse arrabbiato: «Questo è verto, non una gemma preziosa!
Me lo ha appena detto quel gioielliere che è uscito adesso dall’Oratorio!»
Sono… un contadino anziano.
Sono un anziano contadino di nome Lorenzo, allevo tanti animali e vivo nella
campagna vicino alla Catena.
Devo recarmi in città per comprare al mercato alcuni esemplari di polli per la
riproduzione.
Comincio a camminare, ma dopo cento metri sono già stanco. Però non mi perdo
d’animo senza pensare al dolore dei calli ai piedi.
Ad un certo punto sono esausto quindi mi fermo un attimo.
Osservo la strada ripida che sale al colle, sulla cima scorgo S.Miniato.
Camminando camminando vedo l’Oratorio di S.Maria al Fortino e decido di fare una
sosta.
Vado alla fontanella e mi lavo la faccia, poi entro nella chiesina, mi riposo al fresco e
faccio qualche preghiera.
Dopo un po’ riprendo il cammino e dopo tanta strada al centro di S.Miniato e a
comprare i polli.
Ritornando a casa mi fermo di nuovo alla chiesina e prego la Madonna dicendo:
“Oh, Madonna mia, fai che questo viaggio vada bene e che io torni a casa senza alcun
Lorenzo Bettini
Sono…un soldato di guardia al Fortino.
Salve, mi chiamo Tristan e sono un soldato del Fortino.
Oggi vi racconterò di una volta, quando un ladro, armato di pugnale, attaccò un
contadino.
Io dovevo fare la sentinella, ma siccome era tutto tranquillo mi ero unito e dei miei
amici per fare una partita a carte. All’improvviso un grido arrivò alle mie orecchie.
“Aiuto! Al ladro!”
Io vidi un uomo che fuggiva così mi armai di spada e lo rincorsi per lungo e per largo
finchè non entrò in un vicolo cieco.
Arrabbiato lo immobilizzai, gli legai i polsi e lo portai in carcere.
Non sapevamo che pena dargli, ma quando scoprimmo che aveva rubato gioielli…
“20 anni di prigione!!!” Disse il giudice, perché tutti i gioielli messi insieme facevano
tantissime monete d’oro!!!
Questa è la storia di quel giorno, però ogni giorno ce n’è una…
Infatti… “Aiuto! Al ladro!!!”. Uffa… però!!! Sapete ragazzi…è proprio stancante fare
la sentinella!!!
Tristan Divito
Sono… un contadino.
Mi chiamo Primo e abito a Moriolo.
Sono dovuto andare dal fabbro a S.Miniato per farmi fare una nuova chiave per la porta
della stalla, perché mi si è rotta.
Ho dovuto percorrere tanta strada a piedi; circa a metà del percorso ho ammirato il
Fortino e le case sul colle.
Mi sono fermato al Fortino, ma solo per pochi minuti perché dovevo sbrigare la
faccenda della chiave.
Per tornare a casa la strada mi è sembrata lunga e faticosa. Il freddo si faceva sempre più
sentire, le mie mani sembravano ghiaccioli.
Tornato a casa, mi sono riscaldato e ho ripensato all’Oratorio.
Ho pensato a quante persone ogni giorno ci si fermano per fare una preghiera, per
chiedere informazioni o semplicemente per riscaldarsi un po’, in queste giornate gelide.
L’Oratorio è diventato un luogo d’incontro per tante persone e per me è stato molto
bello fermarmi lì, anche se per pochi minuti.
Sono….il servitore di una famiglia ricca.
Sono il servitore di una famiglia molto benestante di S. miniato e voglio farvi sapere
com’è la mia giornata.
Mi chiamo Matteo ed essendo un uomo sono addetto ai lavori più duri.
Mi occupo del parco, quindi taglio l’erba, poto gli alberi, raccolgo le foglie, concimo i
fiori e in estate annacquo.
Nel bel pezzo di terreno dedicato agli ortaggi, zappo la terra, semino, tengo in ordine
e raccolgo, quando è il momento, il frutto di tutto il lavoro.
Gli ortaggi li porto in cucina dove ci sono altri servi che si occupano di altre
mansioni, come cucinare, pulire, lavare e tante altre cose.
La mia giornata è molto impegnata specialmente in primavera e in estate, quando è
giorno fino a tardi e la vegetazione cresce molto più in fretta che in inverno e
autunno.
Siccome sono molto religioso, ogni mattina presto mi reco all’Oratorio di Santa Maria
al Fortino.
Appena arrivo vedo dei viandanti a pregare così mi unisco a loro e, finite le preghiere,
ci scambiamo qualche parola e ci auguriamo una buona giornata. Alcuni di loro li
Matteo Campinoti
Sono…un contadino derubato.
Io sono un contadino e dovevo andare al pozzo dell’Oratorio di Santa Maria al
Fortino per riempire i secchi d’acqua, necessari per irrigare i campi.
Mi sono incamminato, ma vicino all’Oratorio mi sono accorto che mi avevano
derubato.
Mi avevano preso tutto il denaro che avevo in tasca.
Mi sono disperato, ho provato a cercare il piccolo sacco di monete, ma per terra e
anche lungo la strada che avevo percorso non ho trovato niente.
A quel punto sono entrato nella chiesina a fare una piccola preghiera, sperando che la
Madonna mi aiutasse a ritrovare le mie monete.
Ormai scoraggiato sono tornato a casa con i secchi pieni , pesantissimi.
Mentre stavo irrigando i campi ho visto il mio sacchetto di monete nel solco della
terra e a quel punto ho provato una gioia immensa.
Probabilmente mi era caduto dalla tasca prima ancora che mi incamminassi verso
l’Oratorio.
Sono tornato in casa a dare la bella notizia a mia moglie e ho pensato che la mia
Stefano Dell’Unto
Sono… una giovane contadina.
Un giorno dovevo andare al mercato di San Miniato a vendere la frutta e la di verdura.
Mi sono avviata con il cavallo e il carretto pieno.
Arrivata alla porta della città mi sono riposata all’Oratorio di Santa Maria al Fortino,
ho fatto riposare anche il cavallo e gli ho dato da bere l’acqua del pozzo. Dopo sono
ripartita e sono arrivata alla piazza del mercato. In poco tempo ho venduto tutta la
frutta e la verdura che avevo e ho ricavato tante monetine. Durante il ritorno a casa
mi sono fermata in un campo per prendere dei “regalini” per la mia famiglia.
Per la mia mamma ho colto dei bellissimi fiori di papavero, per il mio babbo ho preso
dei fiori di girasole, così potrà prendere i semi e li potrà seminare.
Infine ho pensato anche alla mia sorellina: con una pannocchia di mais costruirà una
bambolina perfetta.
Saranno tutti fieri di me!
Eleonora Barone
Sono…una guardia di S.Maria al Fortino.
Era una giornata soleggiata e io, come guardia, ero a badare che nessuno rubasse i
soldi o i gioielli, nella zona di S.Maria al Fortino.
Dopo qualche ora di calma pensavo che non succedesse nulla per quel giorno, invece
ecco un contadino di nome Stefano che mi dice che è stato derubato.
Io ho iniziato a indagare, ho perquisito molte persone e ne ho interrogate molte altre.
Infine ho notato una persona molto sospetta di nome Giacomo.
L’ho seguito per conoscerlo e all’inizio sembrava molto cordiale.
Abbiamo cominciato a parlare di denaro e diceva che lui era ricco.
A me è venuto un dubbio: avevo forse trovato l’uomo giusto?
Forse lui ha capito i mie sospetti perché a un certo punto mi ha detto che era lui il
ladro, mi ha tirato contro un cazzotto e mi ha steso!
Appena rialzato, ho preso il manganello e ho iniziato a rincorrerlo per catturarlo e
sbatterlo in prigione.
Ci sono riuscito: dopo una violenta colluttazione si è arreso.
Nico Buggiani
Sono… una contadinella.
Stamattina mio padre mi ha detto di andare in città a vendere i polli e la verdura.
Io sono partita a piedi con una gabbia di polli in mano e una cesta di verdura in testa.
Sto camminando in una strada tutta motosa perché sta piovendo.
Con le mie scarpe rotte scivolo continuamente e rischio di far cadere la cesta che
porto in capo. Vedo davanti a me le case sulla collina…non vedo l’ora di arrivare.
Giunta alla porta della città, mi fermo all’Oratorio di S.Maria al Fortino.
Vedo arrivare delle persone con le scarpe nuove così propongo loro di fare un baratto.
Una signora accetta, così le consegno la mia verdura e io mi ritrovo con le scarpe
nuove.
“Che belle!!!”
Mi siedo all’interno della chiesina e mi riposo per qualche minuto.
Infine prego guardando il dipinto della Madonna, sperando che il babbo non si
arrabbi per questo baratto!
Chiara Tacchi
Chiara Tacchi
Sono… il compratore di un terreno.
Sono partito da casa e si è messo a piovere.
Dopo poco che camminavo ero già tutto bagnato.
Ero anche un po’ stanco ma non mi volevo arrendere, dovevo recarmi in tutti i modi in
Comune a firmare per l’acquisto di un nuovo terreno.
Per fortuna tornò il sole. Quando vidi la porta della città in lontananza, mi rilassai
pensando che sarei presto giunto all’Oratorio di S.Maria al Fortino dove avrei potuto
fermarmi e riposare.
Vicino alla chiesina però caddi e, siccome per terra c’era un po’ bagnato, l’erba mi rimase
attaccata ai vestiti e mi toccò levarla filo per filo con le mani.
Sarebbe stato imbarazzante presentarmi in Comune con tutti i vestiti sporchi! Meno male
che accanto alla chiesina c’è un pozzo, così con un fazzoletto bagnato con l’acqua pulita
sono riuscito a ripulirmi!
Finalmente ero pronto per l’incontro in Comune, mi incamminai e dopo qualche ora ero
già pronto per tornare a casa.
Mi fermai di nuovo all’Oratorio, e siccome prima non avevo osservato bene, vidi che lì
vicino c’era una torre e delle sentinelle: un vero e proprio fortino a difesa dell’entrata
Riccardo Cucchiara
Sono… un contadino di Moriolo.
Ciao, io sono un contadino di settantadue anni e abito nella campagna di Moriolo.
Nella mia famiglia ci sono sempre stati agricoltori e pastori.
A me si è rotta la zappa, così ho deciso di andare di martedì mattina a S.Miniato per
comprarne una nuova, al mercato.
Di mattina presto, appena sveglio, sono partito a piedi.
A metà strada avevo una sete terribile e non vedevo l’ora di andare a bere al pozzo di
S.Maria al Fortino.
Meno male che l’Oratorio, quando sono arrivato, era poco frequentato e non ho
dovuto stare in fila: l’acqua era limpida e fresca.
Dopo ho fatto una preghiera, mi sono lavato la faccia (perché ero sudato) e mi sono
diretto verso il mercato.
Dopo un ultimo tratto di salita sono arrivato al centro della città dove c’erano esposte
le mercanzie. Non riuscivo a vedere dove vendevano la verdura e gli attrezzi da lavoro,
proprio le cose che mi interessavano!
Ho girato per un po’, finché finalmente sono riuscito a comprare i pomodori e le
carote, perché la siccità aveva fatto seccare tutte le pinte del mio orto.
… mentre camminavo la carta si è rotta e la verdura è caduta: i pomodori rotolavano
per la discesa e un uomo li ha pestati. E’ persino caduto a terra e per fortuna non si è
fatto male!
Mi sono scusato e sono andato via mentre lui continuava a imprecare.
Alla fine ho trovato il venditore di attrezzi agricoli, così ho comprato la zappa e la pala
nuove.
Avevano un bel bastone lungo: con quelle avrei potuto lavorare bene la mia terra!
Durante la strada di ritorno, in discesa, sono inciampato nella pala e sono caduto a
terra.
Mi sono rialzato, ma ho visto che avevo due lividi alla gamba e uno sbuccico sul
ginocchio.
Sono arrivato a casa quasi al tramonto e mia moglie mi ha chiesto preoccupata perché
ero sudato, con i lividi e con i graffi.
Sono salito al primo piano e mi sono cambiato i vestito sudati e sporchi.
Infine sono andato a letto stanchissimo: mi sono detto, dentro di me, che settantadue
anni sono tanti e si fanno sentire.
Giuseppe Musciotto
La nostra conclusione…
L’Oratorio di Santa Maria al Fortino, secondo noi è una costruzione molto particolare
e cattura l’attenzione di coloro che si trovano a transitare in via Catena per andare e
venire a San Miniato.
Quasi tutti noi avevamo notato questa costruzione, ma, vedendola quasi sempre
chiusa e recintata, avevamo pensato si trattasse di una cappella privata.
Nessuno di noi era a conoscenza della sua storia e nemmeno che fosse un sacrario e
custodisse al suo interno i resti dei soldati caduti nelle due guerre mondiali.
Pensiamo che sarebbe bello rivalutare l’Oratorio, magari inserendolo in un percorso
dedicato ai turisti, in modo che tutti possano conoscerlo e dare onore a quei soldati
che lì riposano.
Onorare i caduti per la patria è un gesto che accumuna la sensibilità di tanti
popoli. In tutto il mondo, infatti, si trovano sacrari e cimiteri militari.
Sacrari nel mondo
Ogni nazione rende onore ai propri caduti e in ogni Stato si trovano sacrari militari
che aiutano a mantenere viva la memoria.
Chiara Tacchi
Stefano dell’Unto
Nel Cimitero Nazionale di Arlington (Virginia) riposano oltre 4000 vittime: veterani di
tutte le guerre statunitensi, dalla guerra d’Indipendenza agli attentati del 2001.
Il Cimitero Militare di Berlino conta 3198 vittime della Seconda Guerra mondiale,
provenienti dai campi di battaglia nell’area di Berlino e dalla Germania Est.
La mamma di una nostra compagna, che ha origini vietnamite, ci ha fornito del
materiale riguardo ai cimiteri militari e alla guerra del suo Paese.
Cimitero Militare a Vung Tau, nella provincia di Ba Ria, Vietnam
Gli autori: Classe IV e V Scuola primaria di Cigoli

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Santa maria al fortino

  • 1. L’Oratorio di Santa Maria al Fortino di San Miniato
  • 2. Presentazione Quest’anno, ricorrendo per l’Italia il centenario dall’inizio della Prima Guerra mondiale, abbiamo letto in classe un librino di narrativa sull’argomento, «L’eco delle battaglie» di M. Santuliana, che ci ha fatto conoscere i luoghi degli scontri e le difficili condizioni in cui i soldati si trovavano a combattere. Ci è venuta la curiosità di sapere se nel nostro Comune c’erano stati dei caduti e, soprattutto, di conoscere il luogo in cui essi erano stati seppelliti. Ricercando informazioni, abbiamo scoperto il sacrario all’interno dell’Oratorio di Santa Maria al Fortino. Successivamente abbiamo conosciuto anche altri sacrari italiani e stranieri e abbiamo compreso che onorare i caduti per la patria è un gesto che accomuna la sensibilità di tanti popoli.
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  • 4. La toponomastica: il fortino Durante il regno di Federico Barbarossa, incoronato nel 1155, San Miniato divenne un importante centro dell’amministrazione imperiale per la Toscana: era sede dei vicari, del tribunale di suprema istanza regia, e centro di raccolta dei tributi che le città toscane, e parte di quelle umbre, dovevano alla Corona. E’ proprio a questo periodo che si deve far risalire la costruzione dei cosiddetti “fortilizi”, che si trovavano alle estremità urbane di San Miniato, in prossimità di altrettante porte cittadine. Erano almeno quattro e uno di questi era il fortilizio delle Colline, una volta situato nei pressi dell’attuale Istituto Tecnico “Cattaneo”. • È anche l’unico di cui si sia conservata la memoria nella toponomastica sanminiatese, e cioè nel nome dell’oratorio di Santa Maria al Fortino, costruito successivamente. • È l’unico dei quattro di cui disponiamo di informazioni più dettagliate; • Costituiva un vero e proprio presidio a controllo delle vie d’accesso;
  • 5. L’antica struttura militare si trovava in una posizione elevata, strategica, in quanto controllava le vie d’accesso a San Miniato delle strade provenienti da La Catena e dalla Valdegola. Fu proprio per questa sua rilevanza che il fortilizio delle Colline dall’essere una struttura costruita per scopi difensivi si rivelò in seguito una vera e propria spina nel fianco per San Miniato. Non è un caso, infatti, che sia nel 1314 Uguccione della Faggiuola in testa all’esercito pisano, sia nel 1369 Giovanni Malatacca al comando delle truppe fiorentine, attaccarono San Miniato proprio da questo lato.  Purtroppo è impossibile ricostruirne i caratteri architettonici, in quanto non ci è pervenuta nessuna descrizione né testimonianza iconografica. E’ possibile tuttavia ipotizzare che il presidio delle Colline fosse costituito, molto semplicemente, da una torre inserita in un piccolo recinto. Il fortilizio militare
  • 6. La posizione dell’oratorio all’incrocio delle vie
  • 7. L’oratorio: l’esterno Oggi la presenza di un antico fortilizio si ravvisa solamente nel nome del luogo, nei pressi del quale si trova l’oratorio dedicato a Santa Maria. • Risale alla prima metà del XV secolo. • Si tratta di un piccolo oratorio in laterizio, di struttura molto semplice ad aula unica, dotato di un’abside quadrangolare. • È posto all’incrocio delle antiche direttrici viarie verso Volterra e Pisa. • Risente degli influssi goticizzanti, visibili nell’utilizzo dell’arco a sesto acuto, impiegato sia nella decorazione che segna, subito sotto la copertura, il perimetro dell’edificio sia nell’arco che sormonta l’architrave della porta d’ingresso. • Una stretta monofora trilobata si apre su ciascuna delle due pareti laterali della navata, mentre una finestra circolare si apre al centro della facciata. • Sopra il portale, una lunetta archiacuta, all’interno della quale un tempo probabilmente poteva trovarsi un affresco rappresentante la Madonna col Bambino.
  • 8. Particolare: monofora trilobata sulla parete laterale
  • 9. L’oratorio: l’interno • L’unica navata è coperta da due campate di volte a crociera con costoloni, nascoste fra il 1460 ed il 1470 circa da arcature dell’epoca legate da tiranti in ferro.• Il presbiterio è quadrato e leggermente sopraelevato, coperto da una campata dello stesso tipo. • Sul piccolo presbiterio l’unico altare, anticamente in pietra oggi sostituito da uno in legno, originariamente ospitava una pala d’altare, oggi conservata presso il Museo dell’Arciconfraternita della Misericordia di San Miniato. • Oggi al posto della pala, sulla parete di fondo e su quella laterale sinistra del presbiterio, si trovano due affreschi di Luciano Guarnieri. Le nuove pitture vennero impostate nella primavera del 1969, ma non furono portate a termine.
  • 10. Gli affreschi di Luciano Guarnieri
  • 11. Nel Quattrocento l’oratorio passò dal patronato del Comune a quello della facoltosa famiglia Chellini, il cui personaggio di spicco era il medico Giovanni, sepolto in San Domenico, che ordinò la pala raffigurante l'Incoronazione della Vergine e santi. La pala d’altare • La tavola è datata 1480. • Fino a poco tempo fa il dipinto era riferito al Maestro della Natività Johnson, che recenti studi hanno consentito di identificare con Domenico di Zanobi, discepolo di Filippo Lippi e suo collaboratore. • Al centro della pala d’altare una piccola ancòna con la Vergine e il bambino benedicente (realizzata da Francesco Lanfranchi detto lo Spillo, fratello del più famoso Andrea del Sarto) viene portata in cielo da angeli dalle ali variopinte, mentre al di sopra Dio Padre porge la corona a Maria circondato da cherubini, gli angeli più prossimi a Dio.• Assistono all’evento divino, in primissimo piano, le imponenti figure dei santi Bartolomeo, Cosimo, Luca, Damiano e Sebastiano.
  • 13. L’oratorio era annesso ad un omonimo ospedale per gli appestati, poi scomparso, che lo storico Giuseppe Conti designa come hospitale Sanctae Mariae de Fortino prope et extra portam ser Rudolphi. L’ospedale « Fuori della porta Ser Ridolfo, sul bivio conducente da una parte al Camposanto, e dall’altra alle colline, dove anticamente fu un fortilizio a difesa di S. Miniato, era uno spedale per gli appestati, detto delle colline, di S. Maria Annunziata, ed anche di S. Maria a Fortino, che il Conti dice probabilmente eretto in occasione della pestilenza del 1327, dagli operai di quell’oratorio, che pure lo am- ministravano. A questo spedale si trovan fatte donazioni, da benefattori di S. Miniato, in diversi testamenti del secolo quattordicesimo e quindicesimo. Anche il Comune gli pagava un annuo sussidio. Non sappiamo quando cessò di esistere. Nel 1459 trovo che l’illustre medico Giovanni Chellini, il quale in S. Domenico ha quel bel monumento, lasciò, con suo testamento, ai domenicani l’oratorio di S. Maria a Fortino coll’obbligo di farci la festa della Natività della Madonna, cui è dedicato, e di celebrarvi alcune messe». Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 116.
  • 14. I passaggi di proprietà • Abbiamo visto come intorno alla metà del Quattrocento l’oratorio fosse passato dalla proprietà del Comune a quella della facoltosa famiglia Chellini. • Nel 1459 l’illustre medico Giovanni Chellini, con suo testamento, lasciò ai frati domenicani l’oratorio. • Nel 1867 l’oratorio ritornò al Comune, il quale il 29 agosto lo cedette alla Venerabile Arciconfra- ternita della Misericordia. • Il 17 novembre 1921 anche la pala d’altare venne consegnata alla Mise- ricordia, che la collocò prima nella chiesa della Trinità poi all’interno del Museo in Palazzo Roffia.
  • 15. L’oratorio e il Re Ritenuto fuori mano il sacrario di Santa Caterina, dove inizialmente erano stati seppelliti i soldati morti nella Prima Guerra mondiale, l’Oratorio venne preparato perché diventasse un tempietto votivo in onore ai Caduti . Domenica 6 novembre 1932 fu il Re d’Italia Vittorio Emanuele III ad inaugurare sia la nuova sede della Misericordia, in Palazzo Roffia, sia la Cappella Votiva dedicata ai Caduti presso Santa Maria al Fortino. Il re giunse a San Miniato attorno alle tre del pomeriggio, con l'automobile reale che lo condusse al Municipio fra due ali di folla. Qui trovò ad attenderlo il Podestà Guarnieri Ricciotti, il Prefetto di Pisa Marchese Francesco Dentice d'Accadia e il Podestà di Pisa On. Guido Buffartini Guidi.  Di questo momento rimane un’unica fo- tografia della visita del Re. Nell'immagi- ne si nota il sovrano al centro circondato dalle personalità pre- senti, accolto all'in- terno di un palco con baldacchino allestito nella piazzetta a fian- co al Palazzo Comu- nale,l'attuale piazza Giuseppe Mazzini.
  • 16. Qui fu accolto dal Vescovo S. E. Mons. Ugo Giubbi e dal Capitolo dei Canonici della Cattedrale al completo. Fu benedet-ta la chiesa e, successiva- mente, furono scoperte due targhe in bronzo collocate sulla facciata, ai lati della porta di ingresso. Le targhe di bronzo Terminata la cerimonia a Palazzo Roffia, Vittorio Emanuele III ripartì alla volta di Santa Maria al Fortino, che divenne la Cappella Votiva in memoria dei 456 caduti sanminiatesi nella Grande Guerra e dei “martiri” della rivoluzione fascista.
  • 17. Questi due elementi furono probabilmente rimossi subito dopo il secondo conflitto mondiale, forse perché contenenti simboli che in qualche modo richiamavano al fascismo e alla monarchia. Non è dato sapere con certezza che fine abbiano fatto, ma ancora oggi sul paramento in laterizio della cappella è possibile apprezzare il profilo delle due targhe.
  • 18. La traslazione delle salme • Dunque fu solamente nel gennaio del 1958 che le salme dei Caduti della Prima Guerra Mondiale vennero traslate nell‘Oratorio di Santa Maria al Fortino, dove era stato ricavato un apposito sacrario, come inciso sulla pietra di ingresso all’area. • L'originaria collocazione dei caduti in Santa Caterina fu dovuta al Canonico Genesio Chelli, Cappellano di Guerra durante il primo conflitto bellico mondiale, che fece tumulare i soldati in un'apposita cappella.• Tuttavia, il parroco della chiesa nel 1958, Don Eugenio Bellaveglia, decise di smantel-lare la cappella, costringendo a trovare una nuova sistemazione alle salme dei caduti, che fu individuata nell’Oratorio di Santa Maria al Fortino.
  • 20. La cerimonia • Le immagini dell’epoca sono molto suggestive, con il lungo e composto corteo che percorre San Miniato dalla sua estre-mità orientale al suo limite occidentale, attra- versando tutto il centro cittadino. • Al corteo avevano preso parte sia autorità militari, sia rappresentanti delle istituzioni religiose, ma soprattutto tanta gente comune; non mancò nemmeno la banda musicale. • L'edificio del Liceo che ancora non era stato inaugurato, essendo in posizione rialzata rispetto alla chiesetta, fu letteralmente preso d'assalto dalla gente che voleva vedere la cerimonia d'ingresso in Santa Maria al Fortino. • Davvero bellissima è una delle immagini conclusive, con la porta della chiesa spalancata per accogliere le salme al suo interno e sullo sfondo il panorama sanminiatese, dove si intravede la Rocca ricostruita: il segno che la guerra era davvero finita e che era possibile sperare in un futuro di pace e di benessere.
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  • 23. Dall’esperienza diretta: le nostre descrizioni, le nostre riflessioni e approfondimenti, i nostri disegni
  • 25. Cronaca della visita all’Oratorio di Santa Maria al Fortino Il giorno 28 Gennaio 2015 la classe IV e la classe V della scuola primaria di Cigoli, insieme alle maestre, sono andate a Santa Maria al Fortino per visitare l’Oratorio e per vederlo dall’esterno e all’interno, per un progetto a cui stanno lavorando. I ragazzi sono stati accolti da Mariano, un esperto di arte che lavora al Museo Diocesano, e Sauro Mori, un pittore ed esperto conoscitore del nostro territorio. Mariano ha cominciato a spiegare ai bambini la storia dell’Oratorio, poi ha fatto vedere tutte le parti dell’esterno e l’interno. Appena entrati, si vedono due quadri: uno rappresenta la Bruna di Poggighisi e l’altro le persone che scappano da San Miniato per sfuggire dalla guerra. Alle pareti sono attaccate sei lapidi con i nomi dei soldati morti durante la Grande Guerra e la Seconda Guerra mondiale. Di seguito i bambini hanno potuto visitare i sotterranei dell’Oratorio dove ci sono alcune tombe. Mariano ha spiegato cosa raffiguravano tutte le lapidi. Quando sono usciti, i bambini sono di nuovo saliti sullo scuolabus e sono andati a visitare il Museo della Misericordia, presso Palazzo Roffia, per ammirare il grande quadro dell’Incoronazione della Vergine, fatto nel 1480 da Domenico Zanobi.
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  • 27. Racconto la mia esperienza Ieri io e i miei amici di scuola, con le maestre, siamo andati a vedere l’Oratorio di Santa Maria al Fortino. Quando siamo partiti con il pulmino, io ero molto emozionato di scoprire cose nuove e molto antiche. Appena arrivati all’Oratorio, abbiamo trovato Sauro Mori e Mariano, che ci hanno spiegato le caratteristiche della chiesina e la sua storia. Insieme a loro abbiamo fatto un giro intorno all’Oratorio per osservarlo meglio dall’esterno. Poi siamo entrati dentro, ci siamo seduti tutti sulle panche e Mariano ci ha spiegato tutti i particolari dell’interno, compresi i dipinti che erano appesi al muro. Io a questo argomento mi ero molto interessato. Dopo siamo scesi giù, nel sacrario, dove ci sono a destra i caduti della Prima Guerra mondiale e a sinistra quelli della Seconda Guerra mondiale. A me faceva molta impressione vedere tutte quelle tombe. C’era anche una croce illuminata per fare luce lì sotto e per fare compagnia ai defunti. Poi siamo risaliti su e con il pulmino siamo andati al Museo della Misericordia, dove abbiamo visti il dipinto della Madonna con Gesù, che si trovava un tempo sopra l’altare dell’Oratorio.
  • 29. L’esterno dell’Oratorio Appena sono sceso dal pulmino, a prima vista, ho notato che il posto era molto interessante. Lorenzo Balducci La struttura è molto vecchia e, per non farla cadere giù, hanno inserito nei muri dei pezzi di ferro di sostegno, vicino al soffitto. Marco Candela Appena arrivato, io ero molto emozionato. L’Oratorio è circondato da una cancellata alta di ferro. Sopra la porta c’è un arco a sesto acuto e Mariano ci ha raccontato che prima lì era rappresentata la Madonna col Bambino. Sopra l’arco a sesto acuto c’è un tettuccio per riparare l’ingresso. Ancora sopra, una finestra circolare con la rappresentazione di Gesù, un po’ danneggiata. Jacopo Buccolini
  • 31. Sotto il tetto ci sono dei piccoli archi a sesto acuto intrecciati, che formano una decorazione che abbellisce l’Oratorio. Secondo me, questo ornamento è molto bello e potrebbe essere utilizzato come motivo decorativo per stoffe o piastrelle. Jacopo Buccolini Lorenzo Balducci
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  • 33. Guardando la decorazione dell’Oratorio, abbiamo immaginato questa stoffa per abiti femminili. Stefano dell’Unto Petra Lauria
  • 34. La facciata Appena sono arrivato, ho visto l’Oratorio e la sua facciata, che è stupenda. Sono andato subito a vederla da vicino: c’è un grosso portone di legno marrone scuro. Tutto l’Oratorio è stato costruito con dei mattoni rossastri e ho notato che alcuni sono un po’ danneggiati, ma è abbastanza normale perché è stato costruito moltissimi anni fa. La cosa che più mi ha colpito è la decorazione che si trova in alto: è fatta con archi a sesto acuto che si intrecciano. Sopra il portone, un tempo, c’era un affresco con la Madonna con Gesù che non ha resistito al tempo. Mi sarebbe piaciuto tanto vederla. In alto, sul vetro della finestra circolare, si vede in parte l’immagine di Gesù. Giacomo Bettocchi Nelle pareti laterali, sia a destra che a sinistra, ci sono due finestrelle molto particolari: due monofore trilobate.
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  • 37. Appoggiato a una parete laterale, si trova l’altare originale, rotto in più pezzi. Stefano dell’Unto
  • 38. Ricerca all’Archivio Storico Ci è dispiaciuto molto vedere l’altare originale abbandonato all’esterno dell’edificio. Una struttura così antica, come lo è l’Oratorio, necessita di una manutenzione periodica. Di alcuni restauri, fatti nel passato, abbiamo trovato traccia all’Archivio Storico del nostro Comune. Si tratta di due documenti di spesa che si riferiscono proprio all’Oratorio di Santa Maria al Fortino. Il primo riguarda un restauro del 1901 ed è stato emesso dal Regio Ispettorato dei monumenti e scavi d’Antichità di San Miniato. In questo si possono controllare nel dettaglio i lavori effettuati e le spese sostenuto, per un totale di Lire 645. Il secondo è stato rilasciato dal Comune di San Miniato nel 1907 (quando San Miniato apparteneva ancora alla provincia di Firenze). In questo l’ingegnere comunale si accerta della condizioni della struttura, anche per garantire la sicurezza del quadro lì conservato. I piccoli lavori di manutenzione ammontavano
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  • 41. L’interno Siamo entrati all’interno dopo aver superato due scalini. Subito la mia attenzione è andata al grande dipinto situato dietro l’altare, che rappresenta la Bruna di Poggighisi. Ad essere sincera, la sua espressione mi faceva un po’ paura, ma riconosco che il pittore è stato veramente bravo a rappresentarla. Comunque, secondo me, il dipinto accanto è più bello. Rappresenta la gente che scappa da San Miniato a causa della guerra. Sulle pareti ci sono anche delle lapidi con incisi i nomi dei soldati morti in guerra ed erano veramente tantissimi! Mi veniva da pensare alla disperazione di tutti i loro parenti. L’altare è piccolo e di legno. Il soffitto è diviso in tre campate, ognuna delle quali è a crociera perché formata da due archi che si incrociano perfettamente. Io non avevo mai visto un soffitto così! Le panche di legno sono disposte in due file, una accanto all’altra, e appena ti ci siedi sopra scricchiolano tutte. Le pareti sono dipinte di bianco. Quando sono uscita, ho sentito che l’aria cambiava perché dentro c’era l’odore dell’umido. Mi è piaciuta molto questa visita. È stata per me una nuova esperienza!
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  • 43. L’interno: i dipinti Il primo dipinto che si vede appena si entra dentro l’Oratorio raffigura la Bruna di Poggighisi. L’altro, un po’ nascosto, ritrae le persone che scappano da San Miniato per via della guerra. Il primo mi è piaciuto moltissimo. Si trova nella parete al centro e Sauro Mori mi ha detto che il pittore aveva raffigurato il viso di sua moglie perché non sapeva esattamente come fosse il volto della strega Barbuccia. Questa cosa mi ha incuriosito ancora di più! Il pittore ha rappresentato sua moglie con gli abiti del tempo di Barbuccia: indossa un vestito è rosso fuoco e un mantello blu acqua. Lo sfondo è giallo e arancione con qualche sfumatura scura. L’altro dipinto, invece, quello delle persone che fuggono dalla guerra, è colorato con colori scuri. In primo piano, ci sono alcuni volti, fra cui quello della moglie del pittore, che ha un’espressione molto spaventata. Sullo sfondo si vede la rocca. Secondo me, l’immagine nel complesso è molto triste. Mi è sembrato di vedermi dentro il dipinto e ho provato una sensazione molto brutta, come se quella cosa fosse successa a me. Entrambi i quadri sono molto belli. Io avevo già visto alcuni dipinti simili e mi è rivenuta un’emozione forte. Chiara Tacchi
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  • 45. Matteo Campinoti La cosa che mi è piaciuta di più è stata il dipinto della Bruna di Poggighisi, conosciuta come Strega Barbuccia, perché i colori erano belli e l’immagine era molto realistica. Mattia Valori
  • 46. Guardando il dipinto che rappresenta i samminiatesi in fuga durante la guerra, io mi sono immaginata il terrore di quella povera gente. Ho pensato che è davvero brutta la guerra. Isabella Spagli
  • 47. La pala d’altare (Museo della Misericordia) Questo quadro fu fatto da Domenico Zanobi e rappresenta l’Incoronazione della Vergine con i santi. La Vergine e Gesù vengono portati in cielo dagli angeli: la portano da Dio, che la incorona. Al tempo in cui il pittore ha dipinto la pala, le immagini erano importanti perché spiegavano alle persone, che non sapevano leggere, la vita dei santi e della Madonna. Quando io ho visto quest’opera d’arte ho provato emozioni di felicità perché nell’insieme era bellissima e stupenda, con tanti colori caldi e freddi in contrasto. Sembrava di essere in un meraviglioso paese. Il dipinto è fatto su legno. Si vedono i cherubini, cioè gli angeli più vicini a Dio. Gesù tiene in mano un cardellino macchiato di rosso, simbolo che lui da grande doveva sopportare tante cose brutte e, inoltre, il pittore gli fece le guance rosse, simbolo di sacrificio e di sofferenza. Assistono a questo evento dell’Incoronazione di Maria alcuni santi: Bartolomeo, Cosimo, Mattia, Luca, Damiano e Sebastiano. È uno spettacolo guardare questo dipinto: mi suscitava emozioni coloratissime.
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  • 49. Particolare della pala d’altare: Madonna con Bambino Lorenzo Bettini
  • 50. Particolare della pala d’altare: i Santi che assistono all’Incoronazione di Maria Jacopo Partici
  • 51. Il sacrario al piano interrato dell’Oratorio Siamo scesi giù nell’interrato, dove si trova il sacrario. Questa stanza mi dava malinconia per quelle persone che sono morte anche per noi, per assicurarci la libertà e la democrazia. Se mia sorella fosse stata lì con me sarebbe subito tornata su, perché a lei fanno paura i morti e i cimiteri. C’è scritto sulle lapidi «Morto», «Morto», «Morto», nel 1916, 1917, 1918, «Nato nel 1896… 1897… 1898». Faceva impressione vedere tanti morti in giovane età. Tante date, tanti morti! E poi c’è un riassunto che spiegava chi erano quei morti, cioè i soldati caduti nelle due guerre mondiali. Sulle tombe ci sono la foto, il nome, le date di nascita e di morte. C’è anche una croce che illuminava il sacrario e alcune tombe contengono due morti insieme. Il pavimento è grigio e il soffitto bianco. A destra ci sono i morti della Prima Guerra mondiale e a sinistra quelli della Seconda. Dobbiamo dare onore a questi morti perché loro hanno combattuto anche per noi e per questo oggi siamo liberi.
  • 52. Le corone poste all’interno del sacrario Nico Buggiani Tristan Divito
  • 53. Nel sacrario c’è una croce illuminata che fa compagnia ai morti. Gemma Falaschi La cosa che mi ha interessato tantissimo è stata il sacrario perché i soldati che sono lì seppelliti si sono sacrificati per noi e questo mi ha dato molta emozione. Tommaso Turini
  • 54. Jacopo Seghetti Mi ha interessato tantissimo vedere le tombe dei morti per la patria. Mi ha trasmesso tante emozioni perché sapere che loro sono morti per la nostra libertà mi dà una sensazione di ammirazione. Riccardo Cucchiara
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  • 57. Boldrini Dino (1923-1941) Una lapide, all’interno del sacrario, riporta l’effige di Boldrini Dino. Grazie alla disponibilità della sorella, che si è fatta intervistare dalla nostra compagna Chiara Tacchi, abbiamo potuto avere altre informazioni su di lui. Cognome: BOLDRINI Nome: DINO Nato a: SAN MINIATO il 5 Gennaio 1923 Morto a: Derna (LIBIA)
  • 58. Il sig. Boldrini Dino si arruolò nella marina militare italiana presso il Battaglione San Marco e si imbarcò sulla nave da guerra «Zara». Morì durante un combattimento navale, nel mare vicino alla città di Derna (Libia). La notizia della sua morte arrivò alla famiglia presso i carabinieri della Caserma di San Miniato. Il soldato fu seppellito, in un primo momento, nella Chiesa di santa Caterina e, in seguito, spostato all’interno del Sacrario di San Maria al Fortino.
  • 59. La sorella del sig. Boldrini Dino ci ha fornito anche il testo di una lettera scritta dal soldato alla famiglia, da cui emergono l’amore per i propri cari e i desideri e la voglia di vivere tipici di ogni giovane ragazzo. Chiede, infatti, di avere la macchina fotografica per poter immortalare una ragazza a cui teneva particolarmente. Nonostante in quel momento vivesse in una situazione molto precaria, pensava comunque alla sua vita futura.
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  • 61. Dalla Storia alla Fantasia Dopo aver conosciuto attraverso le nostre ricerche la storia dell’Oratorio, abbiamo pensato che questo, per la sua posizione strategica, vicino al fortilizio delle Colline e alla porta di accesso alla città, fosse un luogo molto frequentato e un punto di riferimento soprattutto per i viandanti. Ci siamo immaginati la realtà di allora e la vita che ruotava attorno a questo edificio nel passato. Ognuno di noi si è calato in un probabile personaggio …
  • 62. Sono… il parroco di Santa Maria al Fortino. Ciao, mi chiamo Jacopo e ho cinquantaquattro anni. Abito a San Miniato e sono il parroco dell’Oratorio di Santa Maria al Fortino. Oggi mi è capitata una giornata bellissima. Mi ero appena alzato dal letto quando delle urla sono arrivate alle mie orecchie. Io mi sono vestito in fretta e sono andato fuori a vedere che cosa era successo. Subito ho visto davanti a me un bambino che era scivolato e si era fatto male a un ginocchio. Allora io sono tornato in casa, ho preso l’acqua benedetta e gli ho fatto una croce sul ginocchio. Lui mi ha detto che il dolore era passato e, per ingraziarmi, mi ha dato un sacchetto di monetine e poi se ne è andato. Io ero molto contento che stava meglio, ma anche felice per il sacchetto di monetine. Poi sono andato all’Oratorio a fare la messa e, dopo la celebrazione, mi sono inginocchiato davanti alla Madonna e ho iniziato a pregare. All’improvviso la porta si è aperta e un uomo, vestito abbastanza bene, mi ha detto che si doveva confessare per aver maltrattato sua moglie. Ci siamo seduti su una panca e io l’ho confessato. Alla fine, anche lui mi ha dato un sacchetto di monete e io, tutto contento, l’ho ringraziato. Tornato a casa, mi sono messo a contare le monete e mi sono accorto che in tutto il giorno avevo ricavato dieci monete d’oro. Era sera e dalla finestra una luce rossa mi veniva in contro.
  • 64. Sono… un ladro. Io sono un ladro di professione, ho trent’anni e sto andando a San Miniato a cercare « un pollo da spennare ». Quando sono arrivato, ero stanco e assetato. Per fortuna c’era il piccolo Oratorio di Santa Maria al Fortino con accanto il pozzo, così ho potuto bere e ho cominciato a guardarmi intorno. Ho visto un signore anziano con molte monete e allora ho deciso di derubarla. Piano piano mi sono avvicinato e, mentre con una scusa lo distraevo, con la mia mano leggera gli ho sfilato dalla tasca il sacchetto delle monete. Quando il signore se ne è accorto, lo ha detto alla sentinella del fortino. Io sono corso via veloce, ma la guardia mi inseguiva e mi stava alle calcagna. Ad un certo punto mi sono nascosto. Quando la sentinella si è girata, si è guardata intorno e io gli sono saltato addosso, gli ho preso la spada e ordinato di togliersi i vestiti, per fare a cambio con i miei. Dopo l’ho costretto a seguirmi in campagna e l’ho legato ben stretto a una pianta. Sono tornato a casa tranquillo perché tutti pensavano che fossi una sentinella vera. Ragazzi, è dura fare il ladro! Però mi tengo in forma con le corse, come ho fatto oggi.
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  • 66. Sono… una giovane ragazza. Era domenica ed era una bellissima giornata. Io mi annoiavo, così quando mio zio Francesco mi disse: - «Io vado a San Miniato a vendere i polli. Vuoi venire con me?» - subito accettai la proposta. Dopo tanto tanto viaggio, con i polli, il sole che bruciava, le salite e le discese, arrivammo in città. Aiutai mio zio a sistemare la merce e dopo me ne andai in giro per conto mio. Incontrai un signore che mi chiese se, per caso, avevo merce da vendere. Io risposi che avevo dei polli e lui mi disse: «Io ti darò una gemma preziosa e tu in cambio mi darai i tuoi polli». Io, anche se non sapevo nulla di gemme preziose, accettai: la pietra mi sembrava bellissima e volevo regalarla alla mamma. Dissi allo zio che era una vera gemma. Per averla, lo convinsi a dare quasi tutti i polli a quel signore. Io ero molto sudata per il viaggio e così vidi il pozzo vicino all’Oratorio di Santa Maria al Fortino e mi avvicinai. Stavo per bagnarmi la faccia quando sentii le urla dello zio. Corsi subito verso di lui, che mi disse arrabbiato: «Questo è verto, non una gemma preziosa! Me lo ha appena detto quel gioielliere che è uscito adesso dall’Oratorio!»
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  • 68. Sono… un contadino anziano. Sono un anziano contadino di nome Lorenzo, allevo tanti animali e vivo nella campagna vicino alla Catena. Devo recarmi in città per comprare al mercato alcuni esemplari di polli per la riproduzione. Comincio a camminare, ma dopo cento metri sono già stanco. Però non mi perdo d’animo senza pensare al dolore dei calli ai piedi. Ad un certo punto sono esausto quindi mi fermo un attimo. Osservo la strada ripida che sale al colle, sulla cima scorgo S.Miniato. Camminando camminando vedo l’Oratorio di S.Maria al Fortino e decido di fare una sosta. Vado alla fontanella e mi lavo la faccia, poi entro nella chiesina, mi riposo al fresco e faccio qualche preghiera. Dopo un po’ riprendo il cammino e dopo tanta strada al centro di S.Miniato e a comprare i polli. Ritornando a casa mi fermo di nuovo alla chiesina e prego la Madonna dicendo: “Oh, Madonna mia, fai che questo viaggio vada bene e che io torni a casa senza alcun
  • 70. Sono…un soldato di guardia al Fortino. Salve, mi chiamo Tristan e sono un soldato del Fortino. Oggi vi racconterò di una volta, quando un ladro, armato di pugnale, attaccò un contadino. Io dovevo fare la sentinella, ma siccome era tutto tranquillo mi ero unito e dei miei amici per fare una partita a carte. All’improvviso un grido arrivò alle mie orecchie. “Aiuto! Al ladro!” Io vidi un uomo che fuggiva così mi armai di spada e lo rincorsi per lungo e per largo finchè non entrò in un vicolo cieco. Arrabbiato lo immobilizzai, gli legai i polsi e lo portai in carcere. Non sapevamo che pena dargli, ma quando scoprimmo che aveva rubato gioielli… “20 anni di prigione!!!” Disse il giudice, perché tutti i gioielli messi insieme facevano tantissime monete d’oro!!! Questa è la storia di quel giorno, però ogni giorno ce n’è una… Infatti… “Aiuto! Al ladro!!!”. Uffa… però!!! Sapete ragazzi…è proprio stancante fare la sentinella!!!
  • 72. Sono… un contadino. Mi chiamo Primo e abito a Moriolo. Sono dovuto andare dal fabbro a S.Miniato per farmi fare una nuova chiave per la porta della stalla, perché mi si è rotta. Ho dovuto percorrere tanta strada a piedi; circa a metà del percorso ho ammirato il Fortino e le case sul colle. Mi sono fermato al Fortino, ma solo per pochi minuti perché dovevo sbrigare la faccenda della chiave. Per tornare a casa la strada mi è sembrata lunga e faticosa. Il freddo si faceva sempre più sentire, le mie mani sembravano ghiaccioli. Tornato a casa, mi sono riscaldato e ho ripensato all’Oratorio. Ho pensato a quante persone ogni giorno ci si fermano per fare una preghiera, per chiedere informazioni o semplicemente per riscaldarsi un po’, in queste giornate gelide. L’Oratorio è diventato un luogo d’incontro per tante persone e per me è stato molto bello fermarmi lì, anche se per pochi minuti.
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  • 74. Sono….il servitore di una famiglia ricca. Sono il servitore di una famiglia molto benestante di S. miniato e voglio farvi sapere com’è la mia giornata. Mi chiamo Matteo ed essendo un uomo sono addetto ai lavori più duri. Mi occupo del parco, quindi taglio l’erba, poto gli alberi, raccolgo le foglie, concimo i fiori e in estate annacquo. Nel bel pezzo di terreno dedicato agli ortaggi, zappo la terra, semino, tengo in ordine e raccolgo, quando è il momento, il frutto di tutto il lavoro. Gli ortaggi li porto in cucina dove ci sono altri servi che si occupano di altre mansioni, come cucinare, pulire, lavare e tante altre cose. La mia giornata è molto impegnata specialmente in primavera e in estate, quando è giorno fino a tardi e la vegetazione cresce molto più in fretta che in inverno e autunno. Siccome sono molto religioso, ogni mattina presto mi reco all’Oratorio di Santa Maria al Fortino. Appena arrivo vedo dei viandanti a pregare così mi unisco a loro e, finite le preghiere, ci scambiamo qualche parola e ci auguriamo una buona giornata. Alcuni di loro li
  • 76. Sono…un contadino derubato. Io sono un contadino e dovevo andare al pozzo dell’Oratorio di Santa Maria al Fortino per riempire i secchi d’acqua, necessari per irrigare i campi. Mi sono incamminato, ma vicino all’Oratorio mi sono accorto che mi avevano derubato. Mi avevano preso tutto il denaro che avevo in tasca. Mi sono disperato, ho provato a cercare il piccolo sacco di monete, ma per terra e anche lungo la strada che avevo percorso non ho trovato niente. A quel punto sono entrato nella chiesina a fare una piccola preghiera, sperando che la Madonna mi aiutasse a ritrovare le mie monete. Ormai scoraggiato sono tornato a casa con i secchi pieni , pesantissimi. Mentre stavo irrigando i campi ho visto il mio sacchetto di monete nel solco della terra e a quel punto ho provato una gioia immensa. Probabilmente mi era caduto dalla tasca prima ancora che mi incamminassi verso l’Oratorio. Sono tornato in casa a dare la bella notizia a mia moglie e ho pensato che la mia
  • 78. Sono… una giovane contadina. Un giorno dovevo andare al mercato di San Miniato a vendere la frutta e la di verdura. Mi sono avviata con il cavallo e il carretto pieno. Arrivata alla porta della città mi sono riposata all’Oratorio di Santa Maria al Fortino, ho fatto riposare anche il cavallo e gli ho dato da bere l’acqua del pozzo. Dopo sono ripartita e sono arrivata alla piazza del mercato. In poco tempo ho venduto tutta la frutta e la verdura che avevo e ho ricavato tante monetine. Durante il ritorno a casa mi sono fermata in un campo per prendere dei “regalini” per la mia famiglia. Per la mia mamma ho colto dei bellissimi fiori di papavero, per il mio babbo ho preso dei fiori di girasole, così potrà prendere i semi e li potrà seminare. Infine ho pensato anche alla mia sorellina: con una pannocchia di mais costruirà una bambolina perfetta. Saranno tutti fieri di me! Eleonora Barone
  • 79. Sono…una guardia di S.Maria al Fortino. Era una giornata soleggiata e io, come guardia, ero a badare che nessuno rubasse i soldi o i gioielli, nella zona di S.Maria al Fortino. Dopo qualche ora di calma pensavo che non succedesse nulla per quel giorno, invece ecco un contadino di nome Stefano che mi dice che è stato derubato. Io ho iniziato a indagare, ho perquisito molte persone e ne ho interrogate molte altre. Infine ho notato una persona molto sospetta di nome Giacomo. L’ho seguito per conoscerlo e all’inizio sembrava molto cordiale. Abbiamo cominciato a parlare di denaro e diceva che lui era ricco. A me è venuto un dubbio: avevo forse trovato l’uomo giusto? Forse lui ha capito i mie sospetti perché a un certo punto mi ha detto che era lui il ladro, mi ha tirato contro un cazzotto e mi ha steso! Appena rialzato, ho preso il manganello e ho iniziato a rincorrerlo per catturarlo e sbatterlo in prigione. Ci sono riuscito: dopo una violenta colluttazione si è arreso.
  • 81. Sono… una contadinella. Stamattina mio padre mi ha detto di andare in città a vendere i polli e la verdura. Io sono partita a piedi con una gabbia di polli in mano e una cesta di verdura in testa. Sto camminando in una strada tutta motosa perché sta piovendo. Con le mie scarpe rotte scivolo continuamente e rischio di far cadere la cesta che porto in capo. Vedo davanti a me le case sulla collina…non vedo l’ora di arrivare. Giunta alla porta della città, mi fermo all’Oratorio di S.Maria al Fortino. Vedo arrivare delle persone con le scarpe nuove così propongo loro di fare un baratto. Una signora accetta, così le consegno la mia verdura e io mi ritrovo con le scarpe nuove. “Che belle!!!” Mi siedo all’interno della chiesina e mi riposo per qualche minuto. Infine prego guardando il dipinto della Madonna, sperando che il babbo non si arrabbi per questo baratto! Chiara Tacchi
  • 83. Sono… il compratore di un terreno. Sono partito da casa e si è messo a piovere. Dopo poco che camminavo ero già tutto bagnato. Ero anche un po’ stanco ma non mi volevo arrendere, dovevo recarmi in tutti i modi in Comune a firmare per l’acquisto di un nuovo terreno. Per fortuna tornò il sole. Quando vidi la porta della città in lontananza, mi rilassai pensando che sarei presto giunto all’Oratorio di S.Maria al Fortino dove avrei potuto fermarmi e riposare. Vicino alla chiesina però caddi e, siccome per terra c’era un po’ bagnato, l’erba mi rimase attaccata ai vestiti e mi toccò levarla filo per filo con le mani. Sarebbe stato imbarazzante presentarmi in Comune con tutti i vestiti sporchi! Meno male che accanto alla chiesina c’è un pozzo, così con un fazzoletto bagnato con l’acqua pulita sono riuscito a ripulirmi! Finalmente ero pronto per l’incontro in Comune, mi incamminai e dopo qualche ora ero già pronto per tornare a casa. Mi fermai di nuovo all’Oratorio, e siccome prima non avevo osservato bene, vidi che lì vicino c’era una torre e delle sentinelle: un vero e proprio fortino a difesa dell’entrata
  • 85. Sono… un contadino di Moriolo. Ciao, io sono un contadino di settantadue anni e abito nella campagna di Moriolo. Nella mia famiglia ci sono sempre stati agricoltori e pastori. A me si è rotta la zappa, così ho deciso di andare di martedì mattina a S.Miniato per comprarne una nuova, al mercato. Di mattina presto, appena sveglio, sono partito a piedi. A metà strada avevo una sete terribile e non vedevo l’ora di andare a bere al pozzo di S.Maria al Fortino. Meno male che l’Oratorio, quando sono arrivato, era poco frequentato e non ho dovuto stare in fila: l’acqua era limpida e fresca. Dopo ho fatto una preghiera, mi sono lavato la faccia (perché ero sudato) e mi sono diretto verso il mercato. Dopo un ultimo tratto di salita sono arrivato al centro della città dove c’erano esposte le mercanzie. Non riuscivo a vedere dove vendevano la verdura e gli attrezzi da lavoro, proprio le cose che mi interessavano! Ho girato per un po’, finché finalmente sono riuscito a comprare i pomodori e le carote, perché la siccità aveva fatto seccare tutte le pinte del mio orto.
  • 86. … mentre camminavo la carta si è rotta e la verdura è caduta: i pomodori rotolavano per la discesa e un uomo li ha pestati. E’ persino caduto a terra e per fortuna non si è fatto male! Mi sono scusato e sono andato via mentre lui continuava a imprecare. Alla fine ho trovato il venditore di attrezzi agricoli, così ho comprato la zappa e la pala nuove. Avevano un bel bastone lungo: con quelle avrei potuto lavorare bene la mia terra! Durante la strada di ritorno, in discesa, sono inciampato nella pala e sono caduto a terra. Mi sono rialzato, ma ho visto che avevo due lividi alla gamba e uno sbuccico sul ginocchio. Sono arrivato a casa quasi al tramonto e mia moglie mi ha chiesto preoccupata perché ero sudato, con i lividi e con i graffi. Sono salito al primo piano e mi sono cambiato i vestito sudati e sporchi. Infine sono andato a letto stanchissimo: mi sono detto, dentro di me, che settantadue anni sono tanti e si fanno sentire.
  • 88.
  • 89. La nostra conclusione… L’Oratorio di Santa Maria al Fortino, secondo noi è una costruzione molto particolare e cattura l’attenzione di coloro che si trovano a transitare in via Catena per andare e venire a San Miniato. Quasi tutti noi avevamo notato questa costruzione, ma, vedendola quasi sempre chiusa e recintata, avevamo pensato si trattasse di una cappella privata. Nessuno di noi era a conoscenza della sua storia e nemmeno che fosse un sacrario e custodisse al suo interno i resti dei soldati caduti nelle due guerre mondiali. Pensiamo che sarebbe bello rivalutare l’Oratorio, magari inserendolo in un percorso dedicato ai turisti, in modo che tutti possano conoscerlo e dare onore a quei soldati che lì riposano. Onorare i caduti per la patria è un gesto che accumuna la sensibilità di tanti popoli. In tutto il mondo, infatti, si trovano sacrari e cimiteri militari.
  • 90. Sacrari nel mondo Ogni nazione rende onore ai propri caduti e in ogni Stato si trovano sacrari militari che aiutano a mantenere viva la memoria.
  • 92. Nel Cimitero Nazionale di Arlington (Virginia) riposano oltre 4000 vittime: veterani di tutte le guerre statunitensi, dalla guerra d’Indipendenza agli attentati del 2001.
  • 93. Il Cimitero Militare di Berlino conta 3198 vittime della Seconda Guerra mondiale, provenienti dai campi di battaglia nell’area di Berlino e dalla Germania Est.
  • 94. La mamma di una nostra compagna, che ha origini vietnamite, ci ha fornito del materiale riguardo ai cimiteri militari e alla guerra del suo Paese.
  • 95. Cimitero Militare a Vung Tau, nella provincia di Ba Ria, Vietnam
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  • 97. Gli autori: Classe IV e V Scuola primaria di Cigoli

Editor's Notes

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