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Procedere per passi fino alla felicità
Published on August 14, 2018 |
Alessandro Mazzarisi
Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor
172 articles
240 24 5 6
Le storie di Mario: questa nuova storia scendendo nel più profondo delle scelte
personali del personaggio, tratteggia persone reali e fatti accaduti o in corso di
accadimento, dando uno spaccato attuale di come prepararsi ad affrontare la
senescenza con dignità, nonostante le difficoltà economiche che lo Stato e il servizio
sanitario nazionale si trovano ad affrontare, venendo meno al patto sociale di
prendersi cura di tutti i cittadini.
Successive integrazioni e mia interpretazione autentica alla fine della storia.
D'improvviso arrivò l'estate. Mario sentì che i suoi 55 anni cominciavano a pesargli come
mai; forse per gli affetti dei parenti più vicini che se ne stavano andando, uno dopo l'altro.
Così, potendolo fare, decise di investire sul suo futuro intervenendo in modo concreto, sia
dal punto di vista economico, sia per assicurarsi un'assistenza sanitaria certa nel caso
ce ne fosse stato bisogno, procedendo a piccoli passi, alla ricerca della felicità.
Fatti i suoi conti, decise di mettere da parte ogni mese una quota significativa delle sue
entrate per avere un piccolo capitale da farsi rimborsare, integro, al raggiungimento dei
suoi 67 anni, cioè, al momento di andare in pensione, usufruendo per ogni anno di contributi
versati delle deduzioni fiscali previste per legge per i piani individuali pensionistici. E se
gli fosse capitato qualcosa di spiacevole in termini di salute, eventi avversi o invalidanti, una
parte dei soldi accumulati, gli sarebbero stati resi fin da subito in termini di servizi sanitari, o
parte della quota versata.
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Mario come tutti coloro che erano consapevoli di voler vivere il più a lungo possibile nelle
migliori condizioni psico-fisiche possibili, cominciò a chiedersi come poter garantirsi delle
cure dignitose a lungo termine (Long Term Care) in caso gli fosse capitato di diventare non
autosufficente, un evenienza sempre più dietro l'angolo per tutti [6][7].
Al crescere dell'aspettativa di vita, era diventato indispensabile crearsi un piano B per
gestire in modo dignitoso quelle malattie invalidanti, a cui il mondo scientifico stava
cercando di trovare una soluzione senza ancora esserci riuscito, come la SLA, l'Alzheimer,
la demenza senile fino ai problemi cardio-metabolici più invalidanti.
Purtroppo per una persona di mezza età come Mario, i piani individuali pensionistici
pensati per ammortizzare l'entrata nel periodo della vita della senescenza associata alla terza
età, non sarebbero bastati a gestire eventi invalidanti per lungo tempo e in modo dignitoso.
Consapevole del percorso di vita già fatto e di quanto statisticamente gli rimaneva da
affrontare, decise di investire sul proprio futuro oltre che economicamente anche in termini
di salute e stili di vita per vivere il più a lungo possibile.
Il nuovo obiettivo di Mario tutto ad un tratto era diventato, almeno per quanto lo
riguardava, il non darla vinta alle previsioni degli studi demografici con le loro statistiche
ufficiali [1] su cui da sempre investivano con i loro conteggi sia l'INPS sia le assicurazioni.
Il ruolo delle assicurazioni in quel
tempo stava cambiando
Il partner privato di sempre per la gestione degli eventi avversi si stava trasformando in un
organizzazione, sempre profittevole, ma anche in grado di dare un supporto integrativo al
trattamento pensionistico sociale e garantire così un fine vita dignitoso, almeno per chi se lo
poteva permettere.
Sapendo già cosa poteva aspettarsi dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale una volta
arrivato nella terza età, per tutelarsi in caso di eventi avversi invalidanti, pensò seriamente di
avere bisogno di integrare le sue già misere entrate certe.
Così, alla sua pensione maturata secondo le regole del diritto corrente, avrebbe aggiunto una
piccola rendita vitalizia personalizzata per vivere dignitosamente il resto dei suoi giorni
insieme ai suoi cari.
Per raggiungere il suo scopo, dovette mettere da parte un'ulteriore piccola quota con cui
costruirsi fin da subito, una rendita vitalizia mensile di importo comparabile a quella che
avrebbe ricevuto dallo Stato, al momento di andare in pensione, migliorando le sue
probabilità di riuscire a vivere un fine vita dignitoso.
Sarebbe stato un gioco delle parti, tra un brocker delle assicurazioni e Mario, una quota
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che avrebbe versato [2] per un certo periodo di tempo, per costituire il suo fondo di garazia
nel caso che un evento avverso invalidante avesse dato adito alla sua non
autosufficienza. Un vitalizio in grado di garantirgli un supporto economico annuale del
valore di circa dieci volte quanto avesse versato.
Era evidente che gli istituti assicurativi che raccoglievano le somme versate speravano
nell'estinzione naturale di quel genere di accordi il prima possibile; d'altra parte il mestiere
delle assicurazioni è sempre stato la manipolazione delle probabilità, dei numeri e delle
statistiche per produrre ricavi.
Fuori da ogni scommessa contro il futuro e le aspettaive delle assicurazioni, Mario era
realmente interessato ad adottare uno stile di vita salutistico, improntato al benessere
fisico e psichico (wellness e well-being), per iniziare la sua partita da senescente nella
migliore forma fisica e vivere con dignità il più a lungo possibile. Infatti, Mario sapeva bene
che nel caso fosse diventato non autosufficiente per usufruire del premio finale cioè la
rendita vitalizia che gli avrebbe garantitito un po' più di sicurezza, avrebbe dovuto
dimostrare di essersi preso cura del proprio corpo con adeguati stili di vita.
Inoltre, come per il piano individuale pensionistico, fin da subito avrebbe potuto riavere
indietro una parte delle quote versate mensilmente in detrazioni fiscali.
A che fine ?
In quel tempo Mario aveva 55 anni e finalmente aveva iniziato a comprendere le diverse
sfumature di quella frase celebre dal significato sibillino che gli era riecheggiata in testa
durante tutta la sua vita di giovane e poi di adulto:
"Carpe Diem", "Cogli l’attimo"
Una frase celebre che solo dal quel momento gli apparve ammiccare a comportamenti
pregni di nuovo significato, da intendersi finalizzati si a vivere al meglio gli "infiniti
adesso", ma per guadagnarsi quotidianamente quel tempo tanto prezioso per mettere in atto
le promesse fatte a se stesso e ai propri cari, anche se molto, molto in la' nel tempo.
Come tutti anche Mario era consapevole che avrebbe fatto il suo tempo e quando sarebbe
venuto meno, come per tanti avrebbe lasciato a chi gli era stato caro il suo affetto, forse i
suoi sogni e i suoi insegnamenti; ma non era così per tutti.
Per gli scrittori, gli attori, gli statisti, i filosofi e i poeti invece ciò che lasciavano al termine
del loro percorso di vita da sempre diventava patrimonio universale, di tutti, estendendo di
fatto la loro vita fino a renderli eterni.
Ma i più - i più semplici - ne erano fuori. Eppure per cercare un po' di immortalità c'era
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ancora chi affidava le proprie visioni, i propri sogni e le proprie speranze a una capsula del
tempo come Mario, e poi c'era chi scriveva di loro.
Anche Mario nel corso della sua vita aveva fatto promesse a persone a lui care, per curarle e
tenerne di conto il più a lungo possibile. Promesse da realizzarsi molto il là nel tempo fino al
limite estremo dell'aspettiva di vita umana ( +120 [3] ).
Uno è lieto di poter servire
Per Mario, porsi traguardi ambiziosi da raggiungere e onorare, per le promesse fatte agli
altri e a se stesso, era divenato un metodo per affrontare con resilienza la vita e le sue
inevitabili trasformazioni dovute alla società e al tempo che scorre, a tutto vantaggio di una
possibile vita attiva e felice (well-being).
Così da quel momento in poi Mario visse in salute, giocando con la sua vita che amava
ricordare solo attraverso gli eventi positivi che di tanto in tanto accadevano, ben sapendo che
ogni suo attimo di felicità strappata alla routine era solo una pausa più o meno lunga nella
corsa della vita a gestire i più numerosi eventi avversi che capitano sempre e che non
sarebbero dipesi da lui.
Alessandro Mazzarisi
Interpretazione autentica
Questa storia, come tante altre, vuole ricordare a tutti che nel tempo che ci è stato dato,
occorre vivere la propria vita e non quella degli altri, che poi è l'esatto opposto di sperperare
il tempo presente sopravvivendo e vivere e consumarsi per obiettivi che non siano i nostri
[maggiori dettagli a seguire nella sezione Integrazione].
Nel racconto è da notarsi il mood del personaggio Mario che evidenzia le motivazioni
esistenziali della sua generazione, i baby-boomers. Non potendo fare affidamento sulle
promesse di un sistema pensionistico e sanitario in affanno, Mario trova nelle nuove forme
di contratto proposte dalle assicurazioni, una risposta alle sue esigenze di adulto attivo che si
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preoccupa di scommettere sul futuro per vivere al meglio la stagione della vita che va a
inaugurare. Resta il fatto che il modello proposto è sempre indirizzato a una gestione
mista di assistenza pubblico/privata e non più universalistica, con la premessa non da
poco di stressare la classe media, a cui è richiesto di poter disporre fin da subito delle risorse
economiche per affrontare questo genere di percorsi molto lunghi, che per avere una
propria validità, richiedono di impegnarsi con versamenti mensili importanti da un
minimo di 10 anni in su.
Sebbene le nuove proposte che vedremo arrivare sul mercato, per essere di una qualche
utilità, dovranno avere comunque un impatto significativo sul bilancio degli assicurati
(soggetti singoli e famiglie), quando i patti venissero mantenuti tutto sommato potrebbero
non pesare più di tanto.
Nell’ipotesa fatta nella storia di Mario, 12 anni per 130€/mese produrrebbero un esborso
dell’assicurato di circa 18K€ da accantonarsi prima di andare in pensione e stando in salute.
Un’operazione pensata per essere remunerativa da ambo le parti, scommettendo di poter
recuperare l’investimento economico sapendo benissimo che la statistica e in particolare le
curve di sopravvivenza indicano un’efficacia in contro tendenza per entrambi [6].
Ho provato a immaginare la rappresentazione grafica delle dinamiche interne del prodotto
che illustri la previsione del margine di utilità di questi contratti al variare della durata
della malattia, permettendo anche a chi volesse calarsi in questo scenario, di prendere le
proprie decisioni con più trasparenza.
Sempre facendo riferimento ai dati particolari del Mario della storia, è possibile provare a
visualizzare gli andamenti attuali delle variabili in gioco e quelli modificati
dinamicamente dovuti al cambiamento di comportamento dello stile di vita del soggetto
che sa’ di andare in contro alla stagione di senescenza facendo più attenzione a se stesso:
nell’alimentazione, sport, uso del tempo libero e del riposo, composto con i
miglioramenti ancor più imponderabili della qualità delle cure sanitarie disponibili,
intese come farmacologiche, prostetiche e riabilitative, reperibili localmente sul territorio
nazionale se disponibili, oppure dovunque esse siano per l’ormai diffuso accesso alle cure
sanitarie in altre nazioni [4].
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Ragionando da committenti del prodotto possiamo immaginare un grafico di variabili
composte anche solo qualitativo, sufficiente a ragionare e prendere decisioni. Sebbene le
variabili tracciate non siano in scala, e senza nessun riferimento oggettivo alle vere ipotesi
fatte dalle aziende che hanno sotto mano i loro BIG DATA ricavati dai profili degli
assicurati permettendo loro di proporre sul mercato prodotti con un margine ragionevole di
redditività, questi trend qualitativi ci fanno comunque capire chi ci perde e chi ci guadagna
al variare del comportamento degli stili di vita, e dei miglioramenti delle tecnologie
sanitarie: i processi di cura, i prodotti farmacologici e i dispositivi biomedicali (diagnostica
per immagini, robotica chirurgica, dispositivi innovativi).
Tendenze
Grazie alla cura della propria persona, la percentuale di rischio di non autosufficienza si
ridurrà allontanandosi nel tempo l’inevitabile impennata (curva rossa),
contemporaneamente, anche la probabilità che accada un evento avverso grave che limiti
la sopravvivenza naturale, inevitabilmente si protrarrà nel tempo (curva verde).
Così, dato un intervallo di tempo fissato per raggiungere gli obbiettivi dell'accordo, ogni
miglioramento nella qualità della vita personale, ridurrà la performance della polizza,
in termini di minori premi pagati per il vitalizio di protezione, ma farà vivere
l'assicurato di più.
Così come, ogni miglioramento nelle tecnologie, cure e forme di assistenza sanitaria
estendendo la sopravvivenza dell’assicurato, in caso di invalidità, produrranno un
esborso per un intervallo di tempo maggiore da parte delle compagnie assicurative - in
questo caso migliorando la performance della polizza.
Attraverso questa prima analisi dinamica qualitativa, si vede che due curve (la verde che
interessa le Assicurazioni e la rossa che interessa la probabilità di eventi avversi
dell’Assicurato) in parte si compensano determinando un ritardo di erogazione la cui entità
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dipenderà dall’ordine e il grado delle due funzioni, cioè dalla velocità di discesa e di salita.
Sarà questo ritardo, risultato dell'intersezione delle due curve (verde e rossa) che
determinerà i margini di guadagno dell’assicurazione e di convenienza dell’assicurato,
cambiando il momento e la durata di erogazione del premio, all’accadere di un evento
invalidante.
"Secondo studi inglesi (Glennester, 1996) circa metà delle donne ed un terzo degli
uomini che compiono 65 anni avranno bisogno di assistenza intensiva per un
periodo che dura mediamente due anni antecedenti alla morte." [6]
Oggi però sappiamo che:
Un malato di Parkinson ha una parabola di oltre venti anni e l’Alzheimer comincia a
prendere di mira i baby boomers in modo diffuso.
E dato che l'eventualità di continuare ad essere mantenuti in vita a seguito di un evento
invalidante per anni e anni, conducendo un’esistenza comunque dignitosa e meritevole
di essere vissuta è sempre più una realtà.
In questi casi di LTC potranno le assicurazioni sostenere il supporto vitalizio ai loro clienti a
lungo nel tempo?
I broker delle assicurazioni spiegano che il loro rischio viene distribuito sui grandi numeri,
ma è mia opinione personale che questa materia, attualmente, sia solo fonte di una
speculazione sul futuro senza riscontri oggettivi.
INTEGRAZIONE
Gira in rete un’interpretazione genuina della morale: carpemus diem "Non abbiamo tempo
di perdere tempo. Smettiamo di esistere e cominciamo a vivere". [Mattia Murnigotti]
In queste fortissime parole è racchiuso il senso di amarezza di tanti, ed è stato così anche per
il sottoscritto, poi vi ho intravisto un senso ben più profondo.
Infatti condivido perfettamente la frase "Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ci
rendiamo conto di averne solo una" [Genséric Cantournet], eppure la logica comune
suggerisce che: “il tempo è la nostra unica moneta, e si deprezza con l'età, nel senso che
diminuendo la qualità di vita di ogni anno marginale aggiunto (salute, lucidità mentale,
flessibilità di pensiero), non fare un'esperienza importante oggi, significa sostenere un costo
ampiamente superiore al non farla domani. Esattamente l'opposto del paradigma "accumulo
ora per avere i mezzi necessari poi" che l'intero mondo applica. In sostanza, scambiamo la
moneta tempo con la moneta soldi per poi ricomprare il tempo a quello stesso prezzo,
quando il tempo ormai vale la metà.” [Andrea Faré]
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A mio avviso, queste conclusioni pur non essendo del tutto sono sbagliate inducono in forte
errore le nuove generazioni: “Così se investi a lunghissimo termine e poi ti ritrovi nel posto
sbagliato, la sorte ti costringe a sostenere l'ultimo dei costi smisurati, morale: carpemus
diem.” [immagino sia un triste riferimento alla tragedia accaduta a Genova con il crollo del
ponte Morandi]
Invece per me "carpe diem", vivi adesso, è un viatico fondamentale per essere pronti
domani ad affrontare la propria sorte nel modo migliore. È vero che la vita è a rischio
continuo, superiore a quello di molti asset finanziari, ma vivere una vita da cicala, nel
momento del massimo vigore fisico e intellettuale, espone a inverni impredicibili, che
arrivano per tutti e non possono essere ignorati - e in prospettiva sappiamo che saranno
sempre più lunghi - che poi è il tema di questo racconto immaginario.
Costruirsi uno scivolo utile alla fase della vita della senescenza (un piccolo capitale certo
e un vitalizio in caso di non autosufficienza) mettendo in pratica: "accumulo ora per avere i
mezzi necessari poi" se fatto con discernimento ed educazione ai valori, è una forma di
rispetto di sé stessi e delle persone care che riusciamo ad aggregare intorno a noi, per
pesare il meno possibile su gli altri e crearsi l’opportunità di vivere degnamente questa fase
della vita.
Infatti, il modello attuale di welfare sociale è ancora basato sul presupposto della presenza
di famiglie allargate e multigenerazionali. Purtroppo, attualmente il modello del nucleo base
della società è sempre più micro e quando va bene comprende da tre unità in giù: due
adulti e un figlio, due adulti che si aiutano tra loro con una qualche forma di accordo, fino a
modello più sponsorizzato dai media diventato anche il più critico, fragile e costoso di tutti,
il “single” che per ogni problema importante, anche durante la normale vita lavorativa (25-
67 anni), finisce per essere completamente a carico della società e del “parentato”.
Per questo è sempre più importante, vivere e fare esperienze oggi, usando bene il tempo
prezioso che ci è stato dato per crearsi le condizioni di vita che ci garantiscano un futuro
quanto meno accettabile, accumulando oggi, in misura personalizzata nel tempo, la moneta
di scambio necessaria per andare a realizzarlo.
Se pensiamo che anche gli accumulatori di ricchezze più o meno vaste devono cedere prima
o poi perché la qualità di vita di ogni anno marginale aggiunto diminuisce sempre
(salute, lucidità mentale, flessibilità di pensiero) è ovvio che di soldi ne serviranno molti,
perché a mano che il tempo passa, il valore relativo del tempo che ci rimane aumenterà
sempre di più.
Non si tratta perciò di scambiare la moneta tempo con la moneta soldi, in modo
pedissequo, bensì imparare ad usare bene il nostro tempo. Si dovrebbe lavorare per vivere
la nostra vita e fare le nostre esperienze il più frequentemente possibile e nel modo più vario,
e non vivere per lavorare sobbarcandoci preoccupazioni e magari morire per gli interessi di
altri (istituzioni, datore di lavoro, diretto responsabile, partner, figli e influencer etc).
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Opportunità - Oggi grazie ai progressi della tecnologia, possiamo muoverci in tutto il
mondo a costi ragionevoli. Abbiamo molte più possibilità di un tempo per lavorare e
sviluppare le nostre conoscenze, secondo i nostri tempi. Possiamo fare qualsiasi esperienza e
adattarci alle necessità che si possono presentare in qualsiasi momento della nostra vita sia
in modo diretto sia in modo virtuale. L'importante e riuscire a vivere secondo le nostre
possibilità facendo scelte che siano le nostre.
Conclusioni - Per costruire ognuno la propria “exit-strategy” adattata alle proprie
possibilità, con dignità, occorre riuscire a trovare in sé la saggezza che ci faccia andare
avanti, attimo dopo attimo, senza farsi prendere dallo sconforto da quante atrocità,
ingiustizia e dolore può riservarci la vita, o propendere per un modello di vita pigro e
indolente per le gioie e la felicità che possiamo ricavarne vivendo da protagonisti dell'attimo
- cicale - entrambe due false visioni della vita che in egual misura come un impostore, ogni
giorno ci tentano [5].
REFERENZE
[1] ISTAT e EUROSTAT
[2] Cito con piacere le Ass. GENERALI il partner con cui il personaggio vero del racconto
andrà a misurarsi per un'intesa lunga e duratura, per una LUNGAVITA, oltre gli orizzonti
contrattuali.
[3] How to achieve ‘biological immortality’ naturally
[4] EU patients unaware of cross-border healthcare rights
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[5] Se è il titolo di una celeberrima poesia di Joseph Rudyard Kipling scritta nel 1895. La si
trova nel capitolo "Brother Square Toes" del libro "Ricompense e Fate" ("Rewards and
Fairies"). Contiene una serie di precetti e istruzioni su come comportarsi o, meglio, spiega
che colui che riesca a conseguire questi comportamenti è davvero degno di essere chiamato
Uomo.
Contributi esterni
[6] Documento interessantissimo suggerito da Massimo Tacchini prodotto dall'Ivass [8] per
il costo e il finanziamento dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia:
Qui un framemnto | Assistenza ai non autosufficienti e meccanismo assicurativo -
L'argomento economico chiave nel caso di assistenza ai non autosufficienti è il meccanismo
dell'assicurazione - in senso lato - del rischio. Il bisogno di LTC si presenterà solo per alcuni
individui - ma per questi con entità variabile e costi e durata anche rilevanti. Ma quanto è
grave questo rischio? In altre parole: quali sono le probabilità di divenire non autosufficienti,
e in tale evenienza a quali costi va incontro l'individuo?
 Secondo studi inglesi (Glennester,
1996) circa metà delle donne ed un terzo degli uomini che compiono 65 anni avranno
bisogno di assistenza intensiva per un periodo che dura mediamente due anni antecedenti
alla morte. Per ciò che concerne i costi, secondo la Royal Commission (1999) il costo medio
annuale dell'assistenza domiciliare è pari a 6.188 sterline (per una durata media di 5 anni),
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quello dell'assistenza in una casa di riposo (residential home) 12.844 sterline (per una
permanenza media di 3 anni), e quello in una residenza sanitaria protetta (nursing home)
17.524 sterline (per una degenza media di 18 mesi).
[7] Altro documento L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN
ITALIA 6° Rapporto 2017/2018 - Il tempo delle risposte - Rapporto promosso dalla
Fondazione Cenci Gallingani - Qui un frammento | Come ha concluso un noto studio Ocse:
“I fondi assicurativi privati hanno alcune potenzialità, ma paiono destinati a rimanere
prodotti di nicchia” (Ocse, 2011, pag. 258). Non ci si può aspettare, infatti, che raggiungano
la parte maggioritaria della popolazione, anche mettendo in campo tutti i possibili incentivi
(a partire dalle agevolazioni scali): non a caso, in nessun paese occidentale – compresi quelli
dove ci investe da più tempo – ciò avviene (Gori, Fernandez e Wittenberg, a cura di, 2016). I
fondi tendono, peraltro, a coprire perlopiù alcuni tra i segmenti della società che già versano
nelle migliori condizioni socio-economiche (18). Se si vogliono fornire interventi consoni,
dunque, la principale risposta ai crescenti bisogni di LTC non può che provenire da un
adeguato finanziamento pubblico. Per quanto questo costituisca un obiettivo evidentemente
complicato, bisogna accettare il fatto che non esistono alternative. D’altra parte, poiché
l’impegno pubblico potrà comunque coprire una quota circoscritta dei bisogni, è necessario
costruire un mix di finanziamenti ben congegnato con le risorse private.
[8] IVASS - Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni
(18) Le assicurazioni private collettive, le più diffuse, in Italia sono maggiormente presenti
nel Centro-nord, nelle grandi imprese, nel terziario avanzato e tra i lavoratori dipendenti
(Pavolini, Ascoli e Mirabile, 2013).
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5 Comments
Giorgia Zunino
Strategic Project Manager at ASL ROMA 1
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2d
Bello, utile e profondo come sempre
17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn
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Massimo Tacchini
--
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1d
Interessante racconto che molti dovrebbero leggere e interpretare a propria immagine e
somiglianza. Non voglio addentrarmi in parametri matematici comparativi e attuariali per
definire la base del rischio assicurativo sul premio da pagare in funzione ad una LTC, ma mi
permetto alcune considerazioni.
Affinché ci sia un adeguato premio finale per sostenere il pesante costo di una assistenza
h12/24 per un non autosufficiente, l'inizio del versamento della quota dovrebbe iniziare
molto presto obbligando già i genitori ad accantonare piccoli importi in forma assicurativa
e/o mutualistica a favore dei figli non ancora autonomi. In più lo Stato dovrebbe integrare e
prevedere una quota contributiva per sostenere la non autosufficienza. Il tutto insieme ai
versamenti previdenziali individuali, per generare un importo sufficiente a garantire una
assistenza domiciliare adeguata per non meno di 1,5-2 mila euro al mese per i casi meno
gravi e circa 3-4mila euro al mese per quelli più impegnativi.
A tal proposito suggerisco la lettura di un interessante documento prodotto dall'Ivass per il
costo e il finanziamento dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia:
https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-
statistiche/pubblicazioni/quaderni/2001/is11/isvq0011.pdf
Alessandro Mazzarisi
Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor
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21h
Documento interessantissimo. In linea con i prospetti di LTC presenti sul mercatoi
oggi. Qui un framemnto:
Assistenza ai non autosufficienti e meccanismo assicurativo
L'argomento economico chiave nel caso di assistenza ai non autosufficienti è il
meccanismo dell'assicurazione - in senso lato - del rischio.
Il bisogno di LTC si
presenterà solo per alcuni individui - ma per questi con entità variabile e costi e
durata anche rilevanti.
Ma quanto è grave questo rischio? In altre parole: quali sono le probabilità di divenire
non autosufficienti, e in tale evenienza a quali costi va incontro l'individuo?
Secondo
studi inglesi (Glennester, 1996) circa metà delle donne ed un terzo degli uomini che
compiono 65 anni avranno bisogno di assistenza intensiva per un periodo che dura
mediamente due anni antecedenti alla morte.
Per ciò che concerne i costi, secondo la Royal Commission (1999) il costo medio
annuale dell'assistenza domiciliare è pari a 6.188 sterline (per una durata media di 5
anni), quello dell'assistenza in una casa di riposo (residential home) 12.844 sterline
(per una permanenza media di 3 anni), e quello in una residenza sanitaria protetta
(nursing home) 17.524 sterline (per una degenza media di 18 mesi).
Alessandro Mazzarisi
Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor
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21h
L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN ITALIA 6° Rapporto
2017/2018 - Il tempo delle risposte - Rapporto promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani
https://www.maggioli.it/rna/pdf/9788891625175.pdf
Alessandro Mazzarisi
Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor
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21h
Tratto dal 6° Rapporto 2017/2018 Come ha concluso un noto studio Ocse: “I fondi
assicurativi privati hanno alcune po- tenzialità, ma paiono destinati a rimanere prodotti di
nicchia” (Ocse, 2011, pag. 258). Non ci si può aspettare, infatti, che raggiungano la parte
maggio- ritaria della popolazione, anche mettendo in campo tutti i possibili incentivi (a
partire dalle agevolazioni scali): non a caso, in nessun paese occidentale – compresi quelli
dove ci investe da più tempo – ciò avviene (Gori, Fernandez e Wittenberg, a cura di, 2016). I
fondi tendono, peraltro, a coprire perlopiù alcuni tra i segmenti della società che già versano
nelle migliori condizioni socio-economiche (18).
Se si vogliono fornire interventi consoni, dunque, la principale risposta ai crescenti bisogni di
LTC non può che provenire da un adeguato nanzia- mento pubblico. Per quanto questo
costituisca un obiettivo evidentemente complicato, bisogna accettare il fatto che non
esistono alternative. D’altra parte, poiché l’impegno pubblico potrà comunque coprire una
quota circo- scritta dei bisogni, è necessario costruire un mix di nanziamenti ben conge-
gnato con le risorse private. (18) Le assicurazioni private collettive, le più diffuse, in Italia
sono maggiormente presenti nel Centro-nord, nelle grandi imprese, nel terziario avanzato e
tra i lavoratori di- pendenti (Pavolini, Ascoli e Mirabile, 2013).

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  • 2. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 2 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ Mario come tutti coloro che erano consapevoli di voler vivere il più a lungo possibile nelle migliori condizioni psico-fisiche possibili, cominciò a chiedersi come poter garantirsi delle cure dignitose a lungo termine (Long Term Care) in caso gli fosse capitato di diventare non autosufficente, un evenienza sempre più dietro l'angolo per tutti [6][7]. Al crescere dell'aspettativa di vita, era diventato indispensabile crearsi un piano B per gestire in modo dignitoso quelle malattie invalidanti, a cui il mondo scientifico stava cercando di trovare una soluzione senza ancora esserci riuscito, come la SLA, l'Alzheimer, la demenza senile fino ai problemi cardio-metabolici più invalidanti. Purtroppo per una persona di mezza età come Mario, i piani individuali pensionistici pensati per ammortizzare l'entrata nel periodo della vita della senescenza associata alla terza età, non sarebbero bastati a gestire eventi invalidanti per lungo tempo e in modo dignitoso. Consapevole del percorso di vita già fatto e di quanto statisticamente gli rimaneva da affrontare, decise di investire sul proprio futuro oltre che economicamente anche in termini di salute e stili di vita per vivere il più a lungo possibile. Il nuovo obiettivo di Mario tutto ad un tratto era diventato, almeno per quanto lo riguardava, il non darla vinta alle previsioni degli studi demografici con le loro statistiche ufficiali [1] su cui da sempre investivano con i loro conteggi sia l'INPS sia le assicurazioni. Il ruolo delle assicurazioni in quel tempo stava cambiando Il partner privato di sempre per la gestione degli eventi avversi si stava trasformando in un organizzazione, sempre profittevole, ma anche in grado di dare un supporto integrativo al trattamento pensionistico sociale e garantire così un fine vita dignitoso, almeno per chi se lo poteva permettere. Sapendo già cosa poteva aspettarsi dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale una volta arrivato nella terza età, per tutelarsi in caso di eventi avversi invalidanti, pensò seriamente di avere bisogno di integrare le sue già misere entrate certe. Così, alla sua pensione maturata secondo le regole del diritto corrente, avrebbe aggiunto una piccola rendita vitalizia personalizzata per vivere dignitosamente il resto dei suoi giorni insieme ai suoi cari. Per raggiungere il suo scopo, dovette mettere da parte un'ulteriore piccola quota con cui costruirsi fin da subito, una rendita vitalizia mensile di importo comparabile a quella che avrebbe ricevuto dallo Stato, al momento di andare in pensione, migliorando le sue probabilità di riuscire a vivere un fine vita dignitoso. Sarebbe stato un gioco delle parti, tra un brocker delle assicurazioni e Mario, una quota
  • 3. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 3 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ che avrebbe versato [2] per un certo periodo di tempo, per costituire il suo fondo di garazia nel caso che un evento avverso invalidante avesse dato adito alla sua non autosufficienza. Un vitalizio in grado di garantirgli un supporto economico annuale del valore di circa dieci volte quanto avesse versato. Era evidente che gli istituti assicurativi che raccoglievano le somme versate speravano nell'estinzione naturale di quel genere di accordi il prima possibile; d'altra parte il mestiere delle assicurazioni è sempre stato la manipolazione delle probabilità, dei numeri e delle statistiche per produrre ricavi. Fuori da ogni scommessa contro il futuro e le aspettaive delle assicurazioni, Mario era realmente interessato ad adottare uno stile di vita salutistico, improntato al benessere fisico e psichico (wellness e well-being), per iniziare la sua partita da senescente nella migliore forma fisica e vivere con dignità il più a lungo possibile. Infatti, Mario sapeva bene che nel caso fosse diventato non autosufficiente per usufruire del premio finale cioè la rendita vitalizia che gli avrebbe garantitito un po' più di sicurezza, avrebbe dovuto dimostrare di essersi preso cura del proprio corpo con adeguati stili di vita. Inoltre, come per il piano individuale pensionistico, fin da subito avrebbe potuto riavere indietro una parte delle quote versate mensilmente in detrazioni fiscali. A che fine ? In quel tempo Mario aveva 55 anni e finalmente aveva iniziato a comprendere le diverse sfumature di quella frase celebre dal significato sibillino che gli era riecheggiata in testa durante tutta la sua vita di giovane e poi di adulto: "Carpe Diem", "Cogli l’attimo" Una frase celebre che solo dal quel momento gli apparve ammiccare a comportamenti pregni di nuovo significato, da intendersi finalizzati si a vivere al meglio gli "infiniti adesso", ma per guadagnarsi quotidianamente quel tempo tanto prezioso per mettere in atto le promesse fatte a se stesso e ai propri cari, anche se molto, molto in la' nel tempo. Come tutti anche Mario era consapevole che avrebbe fatto il suo tempo e quando sarebbe venuto meno, come per tanti avrebbe lasciato a chi gli era stato caro il suo affetto, forse i suoi sogni e i suoi insegnamenti; ma non era così per tutti. Per gli scrittori, gli attori, gli statisti, i filosofi e i poeti invece ciò che lasciavano al termine del loro percorso di vita da sempre diventava patrimonio universale, di tutti, estendendo di fatto la loro vita fino a renderli eterni. Ma i più - i più semplici - ne erano fuori. Eppure per cercare un po' di immortalità c'era
  • 4. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 4 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ ancora chi affidava le proprie visioni, i propri sogni e le proprie speranze a una capsula del tempo come Mario, e poi c'era chi scriveva di loro. Anche Mario nel corso della sua vita aveva fatto promesse a persone a lui care, per curarle e tenerne di conto il più a lungo possibile. Promesse da realizzarsi molto il là nel tempo fino al limite estremo dell'aspettiva di vita umana ( +120 [3] ). Uno è lieto di poter servire Per Mario, porsi traguardi ambiziosi da raggiungere e onorare, per le promesse fatte agli altri e a se stesso, era divenato un metodo per affrontare con resilienza la vita e le sue inevitabili trasformazioni dovute alla società e al tempo che scorre, a tutto vantaggio di una possibile vita attiva e felice (well-being). Così da quel momento in poi Mario visse in salute, giocando con la sua vita che amava ricordare solo attraverso gli eventi positivi che di tanto in tanto accadevano, ben sapendo che ogni suo attimo di felicità strappata alla routine era solo una pausa più o meno lunga nella corsa della vita a gestire i più numerosi eventi avversi che capitano sempre e che non sarebbero dipesi da lui. Alessandro Mazzarisi Interpretazione autentica Questa storia, come tante altre, vuole ricordare a tutti che nel tempo che ci è stato dato, occorre vivere la propria vita e non quella degli altri, che poi è l'esatto opposto di sperperare il tempo presente sopravvivendo e vivere e consumarsi per obiettivi che non siano i nostri [maggiori dettagli a seguire nella sezione Integrazione]. Nel racconto è da notarsi il mood del personaggio Mario che evidenzia le motivazioni esistenziali della sua generazione, i baby-boomers. Non potendo fare affidamento sulle promesse di un sistema pensionistico e sanitario in affanno, Mario trova nelle nuove forme di contratto proposte dalle assicurazioni, una risposta alle sue esigenze di adulto attivo che si
  • 5. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 5 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ preoccupa di scommettere sul futuro per vivere al meglio la stagione della vita che va a inaugurare. Resta il fatto che il modello proposto è sempre indirizzato a una gestione mista di assistenza pubblico/privata e non più universalistica, con la premessa non da poco di stressare la classe media, a cui è richiesto di poter disporre fin da subito delle risorse economiche per affrontare questo genere di percorsi molto lunghi, che per avere una propria validità, richiedono di impegnarsi con versamenti mensili importanti da un minimo di 10 anni in su. Sebbene le nuove proposte che vedremo arrivare sul mercato, per essere di una qualche utilità, dovranno avere comunque un impatto significativo sul bilancio degli assicurati (soggetti singoli e famiglie), quando i patti venissero mantenuti tutto sommato potrebbero non pesare più di tanto. Nell’ipotesa fatta nella storia di Mario, 12 anni per 130€/mese produrrebbero un esborso dell’assicurato di circa 18K€ da accantonarsi prima di andare in pensione e stando in salute. Un’operazione pensata per essere remunerativa da ambo le parti, scommettendo di poter recuperare l’investimento economico sapendo benissimo che la statistica e in particolare le curve di sopravvivenza indicano un’efficacia in contro tendenza per entrambi [6]. Ho provato a immaginare la rappresentazione grafica delle dinamiche interne del prodotto che illustri la previsione del margine di utilità di questi contratti al variare della durata della malattia, permettendo anche a chi volesse calarsi in questo scenario, di prendere le proprie decisioni con più trasparenza. Sempre facendo riferimento ai dati particolari del Mario della storia, è possibile provare a visualizzare gli andamenti attuali delle variabili in gioco e quelli modificati dinamicamente dovuti al cambiamento di comportamento dello stile di vita del soggetto che sa’ di andare in contro alla stagione di senescenza facendo più attenzione a se stesso: nell’alimentazione, sport, uso del tempo libero e del riposo, composto con i miglioramenti ancor più imponderabili della qualità delle cure sanitarie disponibili, intese come farmacologiche, prostetiche e riabilitative, reperibili localmente sul territorio nazionale se disponibili, oppure dovunque esse siano per l’ormai diffuso accesso alle cure sanitarie in altre nazioni [4].
  • 6. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 6 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ Ragionando da committenti del prodotto possiamo immaginare un grafico di variabili composte anche solo qualitativo, sufficiente a ragionare e prendere decisioni. Sebbene le variabili tracciate non siano in scala, e senza nessun riferimento oggettivo alle vere ipotesi fatte dalle aziende che hanno sotto mano i loro BIG DATA ricavati dai profili degli assicurati permettendo loro di proporre sul mercato prodotti con un margine ragionevole di redditività, questi trend qualitativi ci fanno comunque capire chi ci perde e chi ci guadagna al variare del comportamento degli stili di vita, e dei miglioramenti delle tecnologie sanitarie: i processi di cura, i prodotti farmacologici e i dispositivi biomedicali (diagnostica per immagini, robotica chirurgica, dispositivi innovativi). Tendenze Grazie alla cura della propria persona, la percentuale di rischio di non autosufficienza si ridurrà allontanandosi nel tempo l’inevitabile impennata (curva rossa), contemporaneamente, anche la probabilità che accada un evento avverso grave che limiti la sopravvivenza naturale, inevitabilmente si protrarrà nel tempo (curva verde). Così, dato un intervallo di tempo fissato per raggiungere gli obbiettivi dell'accordo, ogni miglioramento nella qualità della vita personale, ridurrà la performance della polizza, in termini di minori premi pagati per il vitalizio di protezione, ma farà vivere l'assicurato di più. Così come, ogni miglioramento nelle tecnologie, cure e forme di assistenza sanitaria estendendo la sopravvivenza dell’assicurato, in caso di invalidità, produrranno un esborso per un intervallo di tempo maggiore da parte delle compagnie assicurative - in questo caso migliorando la performance della polizza. Attraverso questa prima analisi dinamica qualitativa, si vede che due curve (la verde che interessa le Assicurazioni e la rossa che interessa la probabilità di eventi avversi dell’Assicurato) in parte si compensano determinando un ritardo di erogazione la cui entità
  • 7. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 7 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ dipenderà dall’ordine e il grado delle due funzioni, cioè dalla velocità di discesa e di salita. Sarà questo ritardo, risultato dell'intersezione delle due curve (verde e rossa) che determinerà i margini di guadagno dell’assicurazione e di convenienza dell’assicurato, cambiando il momento e la durata di erogazione del premio, all’accadere di un evento invalidante. "Secondo studi inglesi (Glennester, 1996) circa metà delle donne ed un terzo degli uomini che compiono 65 anni avranno bisogno di assistenza intensiva per un periodo che dura mediamente due anni antecedenti alla morte." [6] Oggi però sappiamo che: Un malato di Parkinson ha una parabola di oltre venti anni e l’Alzheimer comincia a prendere di mira i baby boomers in modo diffuso. E dato che l'eventualità di continuare ad essere mantenuti in vita a seguito di un evento invalidante per anni e anni, conducendo un’esistenza comunque dignitosa e meritevole di essere vissuta è sempre più una realtà. In questi casi di LTC potranno le assicurazioni sostenere il supporto vitalizio ai loro clienti a lungo nel tempo? I broker delle assicurazioni spiegano che il loro rischio viene distribuito sui grandi numeri, ma è mia opinione personale che questa materia, attualmente, sia solo fonte di una speculazione sul futuro senza riscontri oggettivi. INTEGRAZIONE Gira in rete un’interpretazione genuina della morale: carpemus diem "Non abbiamo tempo di perdere tempo. Smettiamo di esistere e cominciamo a vivere". [Mattia Murnigotti] In queste fortissime parole è racchiuso il senso di amarezza di tanti, ed è stato così anche per il sottoscritto, poi vi ho intravisto un senso ben più profondo. Infatti condivido perfettamente la frase "Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una" [Genséric Cantournet], eppure la logica comune suggerisce che: “il tempo è la nostra unica moneta, e si deprezza con l'età, nel senso che diminuendo la qualità di vita di ogni anno marginale aggiunto (salute, lucidità mentale, flessibilità di pensiero), non fare un'esperienza importante oggi, significa sostenere un costo ampiamente superiore al non farla domani. Esattamente l'opposto del paradigma "accumulo ora per avere i mezzi necessari poi" che l'intero mondo applica. In sostanza, scambiamo la moneta tempo con la moneta soldi per poi ricomprare il tempo a quello stesso prezzo, quando il tempo ormai vale la metà.” [Andrea Faré]
  • 8. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 8 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ A mio avviso, queste conclusioni pur non essendo del tutto sono sbagliate inducono in forte errore le nuove generazioni: “Così se investi a lunghissimo termine e poi ti ritrovi nel posto sbagliato, la sorte ti costringe a sostenere l'ultimo dei costi smisurati, morale: carpemus diem.” [immagino sia un triste riferimento alla tragedia accaduta a Genova con il crollo del ponte Morandi] Invece per me "carpe diem", vivi adesso, è un viatico fondamentale per essere pronti domani ad affrontare la propria sorte nel modo migliore. È vero che la vita è a rischio continuo, superiore a quello di molti asset finanziari, ma vivere una vita da cicala, nel momento del massimo vigore fisico e intellettuale, espone a inverni impredicibili, che arrivano per tutti e non possono essere ignorati - e in prospettiva sappiamo che saranno sempre più lunghi - che poi è il tema di questo racconto immaginario. Costruirsi uno scivolo utile alla fase della vita della senescenza (un piccolo capitale certo e un vitalizio in caso di non autosufficienza) mettendo in pratica: "accumulo ora per avere i mezzi necessari poi" se fatto con discernimento ed educazione ai valori, è una forma di rispetto di sé stessi e delle persone care che riusciamo ad aggregare intorno a noi, per pesare il meno possibile su gli altri e crearsi l’opportunità di vivere degnamente questa fase della vita. Infatti, il modello attuale di welfare sociale è ancora basato sul presupposto della presenza di famiglie allargate e multigenerazionali. Purtroppo, attualmente il modello del nucleo base della società è sempre più micro e quando va bene comprende da tre unità in giù: due adulti e un figlio, due adulti che si aiutano tra loro con una qualche forma di accordo, fino a modello più sponsorizzato dai media diventato anche il più critico, fragile e costoso di tutti, il “single” che per ogni problema importante, anche durante la normale vita lavorativa (25- 67 anni), finisce per essere completamente a carico della società e del “parentato”. Per questo è sempre più importante, vivere e fare esperienze oggi, usando bene il tempo prezioso che ci è stato dato per crearsi le condizioni di vita che ci garantiscano un futuro quanto meno accettabile, accumulando oggi, in misura personalizzata nel tempo, la moneta di scambio necessaria per andare a realizzarlo. Se pensiamo che anche gli accumulatori di ricchezze più o meno vaste devono cedere prima o poi perché la qualità di vita di ogni anno marginale aggiunto diminuisce sempre (salute, lucidità mentale, flessibilità di pensiero) è ovvio che di soldi ne serviranno molti, perché a mano che il tempo passa, il valore relativo del tempo che ci rimane aumenterà sempre di più. Non si tratta perciò di scambiare la moneta tempo con la moneta soldi, in modo pedissequo, bensì imparare ad usare bene il nostro tempo. Si dovrebbe lavorare per vivere la nostra vita e fare le nostre esperienze il più frequentemente possibile e nel modo più vario, e non vivere per lavorare sobbarcandoci preoccupazioni e magari morire per gli interessi di altri (istituzioni, datore di lavoro, diretto responsabile, partner, figli e influencer etc).
  • 9. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 9 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ Opportunità - Oggi grazie ai progressi della tecnologia, possiamo muoverci in tutto il mondo a costi ragionevoli. Abbiamo molte più possibilità di un tempo per lavorare e sviluppare le nostre conoscenze, secondo i nostri tempi. Possiamo fare qualsiasi esperienza e adattarci alle necessità che si possono presentare in qualsiasi momento della nostra vita sia in modo diretto sia in modo virtuale. L'importante e riuscire a vivere secondo le nostre possibilità facendo scelte che siano le nostre. Conclusioni - Per costruire ognuno la propria “exit-strategy” adattata alle proprie possibilità, con dignità, occorre riuscire a trovare in sé la saggezza che ci faccia andare avanti, attimo dopo attimo, senza farsi prendere dallo sconforto da quante atrocità, ingiustizia e dolore può riservarci la vita, o propendere per un modello di vita pigro e indolente per le gioie e la felicità che possiamo ricavarne vivendo da protagonisti dell'attimo - cicale - entrambe due false visioni della vita che in egual misura come un impostore, ogni giorno ci tentano [5]. REFERENZE [1] ISTAT e EUROSTAT [2] Cito con piacere le Ass. GENERALI il partner con cui il personaggio vero del racconto andrà a misurarsi per un'intesa lunga e duratura, per una LUNGAVITA, oltre gli orizzonti contrattuali. [3] How to achieve ‘biological immortality’ naturally [4] EU patients unaware of cross-border healthcare rights
  • 10. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 10 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ [5] Se è il titolo di una celeberrima poesia di Joseph Rudyard Kipling scritta nel 1895. La si trova nel capitolo "Brother Square Toes" del libro "Ricompense e Fate" ("Rewards and Fairies"). Contiene una serie di precetti e istruzioni su come comportarsi o, meglio, spiega che colui che riesca a conseguire questi comportamenti è davvero degno di essere chiamato Uomo. Contributi esterni [6] Documento interessantissimo suggerito da Massimo Tacchini prodotto dall'Ivass [8] per il costo e il finanziamento dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia: Qui un framemnto | Assistenza ai non autosufficienti e meccanismo assicurativo - L'argomento economico chiave nel caso di assistenza ai non autosufficienti è il meccanismo dell'assicurazione - in senso lato - del rischio. Il bisogno di LTC si presenterà solo per alcuni individui - ma per questi con entità variabile e costi e durata anche rilevanti. Ma quanto è grave questo rischio? In altre parole: quali sono le probabilità di divenire non autosufficienti, e in tale evenienza a quali costi va incontro l'individuo?
 Secondo studi inglesi (Glennester, 1996) circa metà delle donne ed un terzo degli uomini che compiono 65 anni avranno bisogno di assistenza intensiva per un periodo che dura mediamente due anni antecedenti alla morte. Per ciò che concerne i costi, secondo la Royal Commission (1999) il costo medio annuale dell'assistenza domiciliare è pari a 6.188 sterline (per una durata media di 5 anni),
  • 11. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 11 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ +14 quello dell'assistenza in una casa di riposo (residential home) 12.844 sterline (per una permanenza media di 3 anni), e quello in una residenza sanitaria protetta (nursing home) 17.524 sterline (per una degenza media di 18 mesi). [7] Altro documento L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN ITALIA 6° Rapporto 2017/2018 - Il tempo delle risposte - Rapporto promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani - Qui un frammento | Come ha concluso un noto studio Ocse: “I fondi assicurativi privati hanno alcune potenzialità, ma paiono destinati a rimanere prodotti di nicchia” (Ocse, 2011, pag. 258). Non ci si può aspettare, infatti, che raggiungano la parte maggioritaria della popolazione, anche mettendo in campo tutti i possibili incentivi (a partire dalle agevolazioni scali): non a caso, in nessun paese occidentale – compresi quelli dove ci investe da più tempo – ciò avviene (Gori, Fernandez e Wittenberg, a cura di, 2016). I fondi tendono, peraltro, a coprire perlopiù alcuni tra i segmenti della società che già versano nelle migliori condizioni socio-economiche (18). Se si vogliono fornire interventi consoni, dunque, la principale risposta ai crescenti bisogni di LTC non può che provenire da un adeguato finanziamento pubblico. Per quanto questo costituisca un obiettivo evidentemente complicato, bisogna accettare il fatto che non esistono alternative. D’altra parte, poiché l’impegno pubblico potrà comunque coprire una quota circoscritta dei bisogni, è necessario costruire un mix di finanziamenti ben congegnato con le risorse private. [8] IVASS - Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (18) Le assicurazioni private collettive, le più diffuse, in Italia sono maggiormente presenti nel Centro-nord, nelle grandi imprese, nel terziario avanzato e tra i lavoratori dipendenti (Pavolini, Ascoli e Mirabile, 2013). TAGs #PIP, #DetrazioniFiscali, #DeduzioniFiscali, #INPS, #ISTAT, #EUROSTAT, #Assicurazioni, #Vitalizzi, #Pensione, #Senescenza, #Resilienza, #Wellness, #Wellbeing, #AutonomiaEconomica, #Felicita, White Economy, #CarpeDiem, #Piu120, #Longevity, #BabyBoomers Report this 24 Likes 5 Comments Giorgia Zunino Strategic Project Manager at ASL ROMA 1 Like Reply 1 Like 2d Bello, utile e profondo come sempre
  • 12. 17/08/18 21:37(1) Procedere per passi fino alla felicità | LinkedIn Page 12 of 13https://www.linkedin.com/pulse/procedere-per-passi-fino-alla-felicità-alessandro-mazzarisi/ Massimo Tacchini -- Like Reply 1 Like · 1 Reply 1d Interessante racconto che molti dovrebbero leggere e interpretare a propria immagine e somiglianza. Non voglio addentrarmi in parametri matematici comparativi e attuariali per definire la base del rischio assicurativo sul premio da pagare in funzione ad una LTC, ma mi permetto alcune considerazioni. Affinché ci sia un adeguato premio finale per sostenere il pesante costo di una assistenza h12/24 per un non autosufficiente, l'inizio del versamento della quota dovrebbe iniziare molto presto obbligando già i genitori ad accantonare piccoli importi in forma assicurativa e/o mutualistica a favore dei figli non ancora autonomi. In più lo Stato dovrebbe integrare e prevedere una quota contributiva per sostenere la non autosufficienza. Il tutto insieme ai versamenti previdenziali individuali, per generare un importo sufficiente a garantire una assistenza domiciliare adeguata per non meno di 1,5-2 mila euro al mese per i casi meno gravi e circa 3-4mila euro al mese per quelli più impegnativi. A tal proposito suggerisco la lettura di un interessante documento prodotto dall'Ivass per il costo e il finanziamento dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia: https://www.ivass.it/pubblicazioni-e- statistiche/pubblicazioni/quaderni/2001/is11/isvq0011.pdf Alessandro Mazzarisi Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor Like Reply 1 Like 21h Documento interessantissimo. In linea con i prospetti di LTC presenti sul mercatoi oggi. Qui un framemnto: Assistenza ai non autosufficienti e meccanismo assicurativo L'argomento economico chiave nel caso di assistenza ai non autosufficienti è il meccanismo dell'assicurazione - in senso lato - del rischio.
Il bisogno di LTC si presenterà solo per alcuni individui - ma per questi con entità variabile e costi e durata anche rilevanti. Ma quanto è grave questo rischio? In altre parole: quali sono le probabilità di divenire non autosufficienti, e in tale evenienza a quali costi va incontro l'individuo?
Secondo studi inglesi (Glennester, 1996) circa metà delle donne ed un terzo degli uomini che compiono 65 anni avranno bisogno di assistenza intensiva per un periodo che dura mediamente due anni antecedenti alla morte. Per ciò che concerne i costi, secondo la Royal Commission (1999) il costo medio annuale dell'assistenza domiciliare è pari a 6.188 sterline (per una durata media di 5 anni), quello dell'assistenza in una casa di riposo (residential home) 12.844 sterline (per una permanenza media di 3 anni), e quello in una residenza sanitaria protetta (nursing home) 17.524 sterline (per una degenza media di 18 mesi). Alessandro Mazzarisi Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor Like Reply 1 Like 21h L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN ITALIA 6° Rapporto 2017/2018 - Il tempo delle risposte - Rapporto promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani https://www.maggioli.it/rna/pdf/9788891625175.pdf Alessandro Mazzarisi Senior Technician, Storyteller, Linkedin Contributor Like Reply 21h Tratto dal 6° Rapporto 2017/2018 Come ha concluso un noto studio Ocse: “I fondi assicurativi privati hanno alcune po- tenzialità, ma paiono destinati a rimanere prodotti di nicchia” (Ocse, 2011, pag. 258). Non ci si può aspettare, infatti, che raggiungano la parte maggio- ritaria della popolazione, anche mettendo in campo tutti i possibili incentivi (a partire dalle agevolazioni scali): non a caso, in nessun paese occidentale – compresi quelli dove ci investe da più tempo – ciò avviene (Gori, Fernandez e Wittenberg, a cura di, 2016). I fondi tendono, peraltro, a coprire perlopiù alcuni tra i segmenti della società che già versano nelle migliori condizioni socio-economiche (18). Se si vogliono fornire interventi consoni, dunque, la principale risposta ai crescenti bisogni di LTC non può che provenire da un adeguato nanzia- mento pubblico. Per quanto questo costituisca un obiettivo evidentemente complicato, bisogna accettare il fatto che non esistono alternative. D’altra parte, poiché l’impegno pubblico potrà comunque coprire una quota circo- scritta dei bisogni, è necessario costruire un mix di nanziamenti ben conge- gnato con le risorse private. (18) Le assicurazioni private collettive, le più diffuse, in Italia sono maggiormente presenti nel Centro-nord, nelle grandi imprese, nel terziario avanzato e tra i lavoratori di- pendenti (Pavolini, Ascoli e Mirabile, 2013).