Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
La scoperta del diverso
1. LA SCOPERTA DEL DIVERSO
Concetti e storiografia della scoperta dell’America
2. LE PRIME ESPLORAZIONI
Alla fine del ‘400 partono le prime grandi esplorazioni geografiche verso
occidente, ma perché questa necessità di iniziare a esplorare?
• Motivo economico: difficoltà di commercio con l’oriente dopo la conquista
dell’Impero Bizantino da parte dei turchi ottomani che ostacolavano le rotte
terrestri verso oriente dettando i prezzi di commercio o chiudendo le strade;
• Motivo tecnico-culturale: invenzione di una nuova imbarcazione: la caravella
portoghese, leggera, maneggevole e con vele mobili che permise di
avventurarsi verso l’Africa meridionale fino a oltrepassare Capo di Buona
Speranza, 1487. Perfezionamento della bussola e mappamondo di Tolomeo;
• Motivo politico: Spinta espansionistica dopo la Reconquista (1222-1492) da
parte di Spagna e Portogallo, stati moderni con risorse ed entrate che
potevano organizzare spedizioni complete.
3. LA SCOPERTA DELL’AMERICA
Il genovese Cristoforo Colombo propose un’alternativa alla circumnavigazione
dell’Africa per raggiungere le Indie, più rapida e meno costosa: la navigazione
da ovest a est. Fu finanziato dai regnanti spagnoli Ferdinando d’Aragona e
Isabella di Castiglia. Colombo partì da Palos il 3 Agosto 1492 con tre caravelle, la
Niña, la Pinta e la Santa Maria. Il 12 Ottobre 1492 Colombo sbarcò su un’isoletta
del Mar delle Antille che chiamò San Salvador. Colombo pensava di essere
sbarcato in Cina ma trovò un clima e paesaggi diversi da quelli descritti dai
viaggiatori dell’oriente e popolazioni che niente avevano a che vedere col
Celeste Impero. Successivamente furono finanziate altre spedizioni e l’italiano
Amerigo Vespucci, che aveva viaggiato in oriente, riconobbe questa terra
come mai esplorata prima d’ora, chiamandola America.
4. LOS CONQUISTADORES
Dopo lo shock iniziale della scoperta del nuovo continente iniziò un’epoca volta
alla conquista del maggior numero di territori possibili. Nacquero così i
conquistadores: bande di mercenari incaricati dal proprio re di conquistare
terre; questi furono i primi ad avere contatti coi millenari imperi sudamericani
(Maya, Azteca, Inca) che erano popoli feroci, tecnologicamente primitivi, con
religioni pagane che prevedevano anche sacrifici umani; queste caratteristiche
non furono viste come diversità ma come ostilità, per questo furono
completamente annientati.
• Cortés conquistò l’Impero Maya e Azteca in Messico;
• Pizarro conquistò l’Impero Inca in Perù.
5. DOPO LA CONQUISTA
• I territori vennero divisi in encomiendas (come le curtis medievali) il cui
comando era affidato agli encomenderos, cioè coloro che avevano
contribuito alla conquista;
• Venne istituito il Consiglio delle Indie e una sede dell’ Inquisizione al fine di
creare un impero territoriale sullo stesso modello di governo di quello della
madrepatria.
• Le popolazioni furono decimate dalle guerre, dalle malattie portate dai
conquistatori e dai lavori forzati. Inoltre gli indios furono obbligati alla
conversione alla religione cristiana.
6. CONFRONTO STORIOGRAFICO
Già a quel tempo la conquista, il comportamento dei conquistadores e le
popolazioni americane furono oggetto di dibattito con diversi punti di vista,
come per esempio quello di Sepúlveda e di Las Casas.
Sepúlveda Las Casas
L’umanista spagnolo Sepúlveda nella sua
opera Democrate, sulla base dei testi
aristotelici, espone la sua idea secondo la
quale gli indios erano omuncoli poiché
vivevano allo stato di selvaggi, non
avevano leggi, non conoscevano la
scrittura, praticavano cannibalismo e
sacrifici umani e avevano una religione
pagana.
Sottolinea la facilità con cui i pochi
spagnoli hanno sottomesso gli indigeni
americani, sia militarmente che
religiosamente.
Il domenicano Las Casas, figlio di un
encomendero, espone la sua tesi
completamente opposta a quella di
Sepúlveda. Afferma che gli indios erano
popoli docili e mansueti, ubbidienti ai loro
dominatori; quindi con le caratteristiche
ideali per poter essere ottimi cristiani
(«…veramente questo sarebbe stato il
popolo più felice del mondo, se solo avesse
conosciuto Dio…»)e sudditi spagnoli. Inoltre
denuncia le azioni dei conquistadores nei
confronti degli indigeni definendole barbarie
e ingiustizie.
Proprio perché Sepùlveda era un umanista e Las Casas un domenicano, le loro
opinioni rispecchiano la loro professione.
Sepùlveda e Las Casas
7. CONFRONTO STORIOGRAFICO
Montaigne
Montaigne, nei Saggi, introduce il concetto di relativismo culturale secondo il
quale non possiamo definire barbara una cultura rispetto all’altra seguendo solo
il proprio criterio, di fatto per Montaigne l’incontro è puramente un’occasione
per riflettere su se stessi. Il francese afferma che giudicare barbaro ciò che non è
nelle proprie usanze è un’ipocrisia data la specularità tra i comportamenti degli
europei, che uccidevano gli eretici, e gli indios, che praticavano sacrifici umani;
entrambe le pratiche in entrambe le culture derivavano dalla religione e
comportavano la morte.
Montaigne
Come Las Casas, il filosofo francese Montaigne espone una tesi per dimostrare la
superficialità dell’opinione della maggior parte degli europei sugli indios.
8. CONFRONTO STORIOGRAFICO Wachtel e Todorov
Col passare dei secoli gli avvenimenti della conquista dell’America e le sue
conseguenze sono rimaste oggetto di discussione anche se la maggior parte delle
opinioni si è spostata a favore degli indios.
Wachtel Todorov
Lo storico francese Wachtel si propose di spiegare
come sia stata possibile la vittoria degli spagnoli e
la reazione degli indios all’arrivo dei bianchi. La
superiorità tecnologica degli spagnoli non fu un
fattore rilevante in quanto gli indios si adattarono a
combattere contro tali avversari; le malattie
portate dagli occidentali influirono maggiormente
ma non in modo decisivo come invece la diversa
concezione della guerra. Per gli indios era infatti
impensabile imporre la propria religione o
comunque distruggere completamente i vinti,
infatti la guerra serviva quasi esclusivamente per
accumulare schiavi da sacrificare agli dei e si
concludeva con un trattato di pace. Aggiungendo
il comportamento ingannevole degli spagnoli risulta
evidente la totale disfatta delle popolazioni
americane.
Lo studioso francese Todorov si sofferma
sull’ammirazione che gli spagnoli nutrivano verso le
popolazioni degli imperi americani. I conquistadores,
come Cortès, riportano per iscritto le somiglianze degli
indios agli europei arrivando in un certo senso ad
ammirarli, però, non come soggetti al pari dei
conquistatori stessi ma come produttori di oggetti o
fenomeni da baraccone. Come dice Todorov stesso
«…nel migliore dei casi, gli autori spagnoli parlano
bene degli indiani, ma –salvo alcune eccezioni- non
parlano mai agli indiani. Ma è solo parlando all’altro
(non dandogli degli ordini, bensì aprendo un dialogo
con lui) che io gli riconosco la qualità di soggetto,
paragonabile a quell’altro soggetto che sono io.»,
così Todorov spiega l’errore commesso dagli spagnoli
nel modo di approcciare alla cultura degli indigeni
americani.
9. PRESENTAZIONE A CURA DI GIOVANNI
GUIDI, ALBERTO MINI E PAOLO AUGIENTI
CLASSE III D