1. A Rachele
Alba di lotta
Risalendo l'abisso,
le insanguinate unghie
mordevano pareti friabili.
Ogni centimetro era sudore dalle tempie
e sapore acre della lotta.
Sull'orlo la luce,
poi la vertigine,
l'urlo strozzato in gola.
Le gocce divennero pioggia,
spezzai la paura
e mi trovai a camminare.
I sensi risvegliati
avvolsero l'istante.
Pian piano mi slanciai,
alzandomi, distendendomi,
trovando forma nel movimento,
trovando forma in ciò che abbracciavo.
Testo di Massimo Antonucci
2. A Rachele
Nel cammino,
nuovi compagni.
Oltre la porta del tempo,
i contorni dell'utopia.
Impegnati
a trovare gli anelli del tramite,
calcolammo traiettorie,
approssimazioni per eccesso,
per difetto,
e poi
lanciammo nuovi messaggi.
Difficili i codici,
inquinate le orecchie all'ascolto.
Distanza dalle ipotesi
e urto del reale,
duro,
difficile.
Il pensiero,
poi l'urlo:
l'immaginazione del possibile
è lotta!
Testo di Massimo Antonucci
3. A Rachele
Ripresi a camminare,
rovistando angoli di ricordi,
le promesse tradite
ferivano il cuore.
Il sangue,
ora,
tracciava il percorso:
lo seguii.
Caddi, mi rialzai,
con rabbia che non s’arrende.
Trovata l’altezza,
vidi la Storia,
curva sotto il peso del Destino.
Avidamente,
a grandi sorsi,
mi dissetai,
bevendo oceani d’orizzonte.
Il mio Io veloce spaziava
a coprire l’intera stagione.
Testo di Massimo Antonucci
4. A Rachele
Come equilibrista,
sul filo dell’ istante,
scavalcai il fantasma idiota del ripetere.
Infine,
ritrovando la gente,
cantai il mio messaggio,
straripando:
A quelli che
gettano sogni
tra le ortiche dei ricordi,
o
viaggiando,
fuggono se stessi
ignari che
ovunque è la loro ombra sul mondo.
A quelli che,
abbagliati dall'alba,
ridono del vecchio sul ciglio al tramonto,
o,
sprezzanti dell'altro,
chiudono all'uomo in favore di un Dio.
A tutti loro dico:
"Partite da voi e da ora
e,
amando i compagni,
guardate lontano."
Testo di Massimo Antonucci