2013 anemo nurse - destrebecq - il ruolo e la formazioen dell'infermiere nella gestione del sangue nel paziente chirurgico
1. IL RUOLO E LA FORMAZIONE
DELL’INFERMIERE nella gestione
del sangue nel paziente chirurgico
Dott.ssa Anne Destrebecq
Ricercatore MED/45 UniMI
2. Profilo professionale
dell’infermiere
DM 739/94, art. 1: “L’infermiere è l’operatore
sanitario che, in possesso del diploma
abilitante e dell’iscrizione all’albo, è
responsabile dell’assistenza generale
infermierisitca”.
“L’assistenza infermieristica preventiva,
curativa, palliativa e riabilitativa è di natura
tecnica, relazionale, educativa”.
3. Codice deontologico 2009
Art 40 – Capo IV:
L’infermiere favorisce l’informazione e
l’educazione sulla donazione di sangue,
tessuti ed organi quale atto di solidarietà e
sostiene le persone coinvolte nel donare e nel
ricevere.
(IPASVI, 2009)
4. Codice deontologico 2009
Art 10 – Capo II:
L’infermiere contribuisce a rendere equo le scelte
allocative, anche attraverso l’uso ottimale delle risorse
disponibili.
Art 47 – Capo IV:
L’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità,
contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del
sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti
degli assistiti, l’utilizzo equo ed appropriato delle risorse
e la valorizzazione del ruolo professionale(IPASVI, 2009)
5. Codice deontologico 2009
Art 14 – Capo III:
L’infermiere riconosce che
l’interazione fra professionisti e
l’integrazione interprofessionale sono
modalità fondamentali per far fronte
ai bisogni dell’assistito.
(IPASVI, 2009)
6. Formazione infermieristica Americana
BLOODLESS COORDINATOR Care:
Continuità assistenziale (dall’ingresso alla
dimissione + sul territorio)
Riferimento stabile per la persona assistita e
le persone significative
Accoglie, educa alle procedure, da
consulenza, interagisce con gli specialisti
Eroga l’assistenza infermieristica
(EAPC, 2007)
7. Ruolo dell’infermiere
L’infermiere non è un esecutore di prestazioni:
è fondamentale la presa in carico.
Competenze trasversali educative e relazionali
Conoscenza e rispetto dell’ambiente: la storia
del paziente
(Carpanelli, 2002)
8. Necessità di processi formativi
mirati
Percorso di progressivo innalzamento del
livello di competenza specifica che consenta
una logica articolazione delle differenti fasi
della prassi e della pragmatica assistenziale
Caratteristiche del percorso formativo:
Gradualità
Verifica
Trasversalità/multidisciplinarietà
Rapporto sistematica con il contesto
Editor's Notes
Autoconsapevolezza= auto-adattamento alla morte, prevenzione e riconoscimento segni di burnout
La comunicazione è fatta di parole e di ascolto, anche quando il paziente non sa parlare, per individuare i bisogni espressi in vari modi da lui e dalla famiglia.
Contributo alla qualità della vita: attenzione a tutti i sintomi e segni che ogni giorno si possono presentare, avvalendosi di cure farmacologiche e assistenziali.
Dolore: è soggettivo, possiede aspetti anche culturali e sociali. È dunque importante comprendere la personalità del paziente e rassicurarlo sulla possibilità di controllare il suo dolore. Significa dirgli che non l’abbandoneremo, che siamo lì insieme alla sua famiglia. Questo è il concetto di accompagnamento, fondamentale nelle cure pallliative.
L’infermiere deve conoscere le caratteristiche dei farmaci analgesici (vie e modi di somministrazione, tempi d’azione, effetti collaterali).
Conoscenza e rispetto dell’ambiente: soprattutto a casa, siamo ospiti temporanei nella vita del paziente, anche se la famiglia si ricorderà sempre di noi. Le sue cose, il modo in cui sono disposte nella stanza, la “copertina di Linus” (oggetti preferiti e rassicuranti) esigono da noi un’attenta valutazione prima di qualsiasi intervento, anche se motivato dalle più solide esigenze assistenziali.