Inizia l’avventura di Starina, una creatura galattica che cavalca tra onde gravitazionali, stringhe, adroni, bosoni e buchi neri, alla quale è stato assegnato (dalla sua formazionutrice) il compito di spostare un po’ in avanti il tempo e ridurre contemporaneamente la massa delle informazioni inutili che circolano sul PianetaTerra2016.
Partita da una cometa col suo veicolo bosonico (e con la borsa falsa di Gucci regalatale dall’amica Nebuleide), arriva su Pianetaterra2016 dove, uscendo dai laboratori INFN del Gran Sasso d’Italia, scopre la fame e quindi, con un po’ di confusione fra spazio e tempo dovuta al principio di indeterminazione, visita le città di Prato e Hangzhou (centri di produzione delle borse false di Gucci).
2. 1. Inizia la cavalcata di Starina
Il sabbatico di Starina era giunto al termine.
Aveva già impacchettato i suoi quark nella valigetta marcata (abusivamente, dai cinesi di Prato)
“Gucci” ed era pronta a lasciare la cometa che l’aveva portata alla
giusta distanza fra i due buchi neri vicini alla loro dissoluzione,
giusto in tempo per salire sull’onda gravitazionale che ne sarebbe
scaturita.
Avrebbe viaggiato su un veicolo bosonico, fatto di stringhe: un
veicolo standard ben diverso dai lussuosi veicoli fermionici, costruiti
dalle esperte di supersimmetrie, ma riservati alle formazionutrici.
Ed era giusto così, visto che non la attendeva certo un viaggio di piacere.
Si sarebbe infatti ritrovata nello spazio-tempo del PianetaTerra2016 che tutte le avevano descritto
come orripilante.
Il suo compito era quello di manipolare le stringhe e di utilizzare la forza delle onde gravitazionali
per spostare un po’ in avanti il tempo e ridurre contemporaneamente la massa delle informazioni
inutili che circolavano su quel pianeta.
Starina aveva qualche dubbio. Non aveva capito bene se la diminuzione delle informazioni avrebbe
comportato o no una riduzione dell’entropia. Secondo la sua convinzione l’informazione diminuiva
l’entropia, ma le formazionutrici le avevano detto che su questo c’era da discutere, perché il
concetto di entropia non teneva conto dell’influenza della gravità sul tempo (e le avevano fatto
l’esempio del gatto di Maxwell che poteva morire o non morire: dipendeva da quanto erano forti le
onde gravitazionali).
In realtà Starina era scocciata.
Ma come ?
Aveva appena dimostrato, con una tesina molto discussa ed apprezzata, che prima del big bang
c’era stato uno small pufff (una specie di respiro del vuoto) … e adesso la costringevano ad
occuparsi di una cavolata come quella ?
Però in fondo non le dispiaceva.
Era sul PianetaTerra2016 che, nella sesta dimensione, la sua amica Nebuleide le aveva procurato
(applicando furtivamente un pacchetto spaziotempo) la falsa borsa di Gucci, confezionata dai
cinesi: quindi, perché lamentarsi ?
E allora ... via !
3. 2. Arrivo su PianetaTerra2016
L’onda gravitazionale si affiancò ad un fascio di neutrini cosmici e
così Starina si ritrovò sul PianetaTerra2016, nel laboratorio INFN
del Gran Sasso d’Italia.
Abituata allo spazio cosmico pieno di nulla di cui godeva sulla
cometa, Starina si sentì soffocata dall’enorme massa rocciosa che
sovrastava il laboratorio e decise di uscire all’aria aperta.
E improvvisamente scoprì di avere fame.
Fame ? Ma cos’era la fame ?
Forse il viaggio spaziotemporalgravitazionale le aveva indotto un nuovo tipo di desiderio.
Rapida ricerca fra le stringhe … nella sesta dimensione di Nebuleide … PianetaTerra2016 …
dizionario … vediamo …
Ecco: fame. Trattasi di desiderio/necessità di incamerare energia … e questo è ovvio … ma ci sono
tanti modi di assorbire energia.
E qui Starina sorrise al ricordo di come si era energizzata con le stelle nere (quelle cose che non si
distinguevano dai buchi neri se non per il fatto che non avevano un orizzonte degli eventi,
qualunque cosa ciò potesse significare). Infatti una stella nera, oltre alla radiazione termica emessa
dai buchi neri, emetteva anche informazioni che, se ben gestite, permettevano di saltare alcuni dei
corsi di formazione più noiosi ai quali tutte dovevano partecipare.
Nel frattempo era successo un fatto strano (anzi, a pensarci bene, neanche tanto strano).
Infatti Starina si era dimenticata che la sesta dimensione, senza alcun’altra indicazione, l’avrebbe
ricondotta a due specifiche “location”
“Location” ? Sì, location, le aveva detto Nebuleide: in quel pianeta, a quei tempi, dicevano
“location” e non luogo.
Le due “location”, che erano ovviamente quelle legate alla produzione delle false borse di Gucci,
non potevano quindi che essere Prato (Italia) e Hangzhou (Cina).
Starina decise di fermarsi sia a Prato che Hangzhou, spezzando la stringa del suo veicolo bosonico
come se fosse quella di una scarpa.
Una scarpa ?
Sì, adesso ricordava, glielo aveva detto Nebuleide: erano delle cose usate dagli abitanti di
PianetaTerra2016.
E finalmente comprese. La fame, a Prato, era desiderio di una ribollita e di una bistecca alla
fiorentina, e, a Hangzhou, di una zuppa di nidi di rondine e di uno spezzatino agrodolce.
Starina si divise in due e assecondò i desideri nutrizionali dei pratesi e quelli degli hangzuiani.
Sopita la fame, adesso Starina doveva adempiere al suo compito.
4. Però, come le avevano insegnato, per assolvere al suo compito (spostare un po’ avanti il tempo e
ridurre contemporaneamente la massa delle informazioni inutili) avrebbe dovuto influire sugli
abitanti di PianetaTerra2016.
Allora era meglio avere qualche informazione in più su queste strane creature … chiamiamole
terrestri.
Non restava che ricorrere alla miliardmilionmillesima dimensione,
quella degli archivi passati/presenti/futuri.
Ok.
E cosa cavolo ci trovò ?
Un’anomalia della curvatura dello spazio/tempo.
E cosa significava ?
Forse che le creature terrestri credevano che lo spazio e il tempo
fossero realtà tra loro separate ?
Ormai non più, così dicevano gli archivi, anche se c’era ancora qualche persona legata a certe teorie
sviluppate da un certo Kant.
Fosse o non fosse così, c’era un’anomalia.
“Ecco” esclamò Starina “Ecco cosa mi ha combinato quella stronza della mia formazionutrice !
Un’anomalia !”
Ma c’era poco da discutere. C’era un compito da svolgere e non si poteva che andare avanti.
5. 3. Da Heisemberg a Bhudda, via Prato-Hangzhou
“E allora cominciamo da quel quark di questa anomalia chiamato Prato.”
“Ma che cavolo …. ? …. Acc. … mi sono dimenticata di passare alle meccanica newtoniana !”
Era per quello che si trovava immersa in un turbine di immagini contrastanti.
C’era il conte Guidi che massacrava i contadini ribelli della Val di Bisenzio.
C’erano le case degli operai con i telai che lavoravano giorno e notte con un fracasso infernale.
E anche gli spagnoli che saccheggiavano la città … e i cenciaioli che rovistavano negli indumenti
usati arrivati dall’America … e la partita a tamburello in Piazza del Mercatale … e Filippo Lippi
che sottraeva la suorina sua futura compagna al convento … e l’ingloriosa fine della Cassa di
Risparmio … e l’esser diventata Provincia e la cancellazione delle province.
Tutta colpa del principio di indeterminazione di Heisenberg. Se voleva stabilire di essere in una
certa precisa posizione (a Prato per l’appunto) non poteva determinare con esattezza in quale tempo
ritrovarcisi.
A Starina non restò che passare alla meccanica newtoniana.
E cos’era questa cosa che le girava intorno ?
Un neutrino che le si era nascosto fra i capelli nel laboratorio INFN del Gran Sasso ?
Una mosca ?
No, una zanzara.
Ed ecco una folla urlante di pratesi armati di ammazzamosche alla caccia
della zanzara, l’unica sopravvissuta alla strage ordinata per evitare il
diffondersi dello Zika virus.
Starina rientrò per un momento nella sua stringa e si ritrovò a Hangzhou, nella provincia di
Zhejiang, sul delta del Fiume Azzurro, in mezzo a una folla urlante di cinesi.
In questo caso non si trattava di una caccia alla zanzara, ma di una folla urlante formata dai cinesi
che erano emigrati a Prato, dove avevano sbaragliato, grazie al loro basso costo del lavoro, le
fabbriche dei pratesi, e che ora rischiavano di essere sbaragliati dai cinesi di Hangzhou che, dopo
aver importato i macchinari dall’Italia, adesso erano in grado di produrre gli stessi tessuti a costi
ancora più bassi.
Meglio non mischiarsi, meglio sorvolare il Lago dell'ovest (secondo una
leggenda il lago era stato generato dalla caduta di una perla della Via Lattea).
“Vedi te” si autocommentò Starina “ allora non sono proprio ignoranti queste
creature terrestri”.
E poi sorvolare la Pagoda delle sei armonie per poi andare a riposarsi sul
Feilaifeng (il Picco Venuto in Volo), sotto la protezione delle 338 statue
buddiste e magari riflettere sul significato dell’antica ed imponente statua del
Buddha sorridente.
6. Ne aveva sentito parlare dalla sua amica Nebuleide, che già aveva avuto il suo stesso incarico più di
duemila anni terrestri fa … oppure ne avrebbe sentito parlare nel futuro ?
Starina non si ricordava mai se le onde gravitazionali la portavano avanti o indietro nel tempo.
Comunque la storia era che Nebuleide aveva pensato di assolvere il compito assegnatole
incarnandosi in un certo Siddharta, predicando quindi che era preferibile una vita tranquilla e che
tutto era apparenza (Nebuleide non poteva certo a quei tempi spiegare le distorsioni dei tanti spazi
temporali) e che tutto questo portava pace e serenità.
Non furono molti a darle retta, ma i suoi seguaci le dedicarono templi e cappelle dove installarono
grandi statue di Buddha, molti delle quali sorridenti (a simbolo della loro serenità).
“Mi sa che questo iniziare dalle città legate alle falsificazioni delle borse “Gucci” non mi porta da
nessuna parte” concluse Starina.
Ma poi arrivò la scoperta: mentre curiosava in un negozio dove
vendevano strumenti musicali, CD, dischi in vinile (il ritorno del vintage !)
e altri articoli vari, scoprì un CD dei Pan Sonic (il gruppo musicale
formato dai due finlandesi Mika Vainio e Ilpo Väisänen), contenente la
loro ultima raccolta di musica elettronica sperimentale, che comprendeva
un brano intitolato “Gravitoni”.
“Gravitoni … mmmm …. Forse allora c’è qualche aggancio da cui partire” pensò Starina.
Ma dopo aver dato una scorsa ai testi scientifici che erano in vendita nella vicina libreria dovette
ricredersi. Questi terragnoli, no, questi terrestri (come aveva deciso di chiamarli) erano ancora
troppo arretrati.
C’era alcuni autori che avevano descritto una situazione più avanzata, ma si trattava di autori di libri
di fantascienza che ovviamente non godevano di alcun credito nella comunità scientifica.
Niente da fare allora.
Bisognava proprio partire da zero.
Ma lo zero, come le aveva detto Nebuleide, lo avevano inventato gli abitanti di quel penisolone che
chiamavano India.
E allora perché non partire proprio dall’India ?
… segue …