R. VILLANO - COLOPHON LIBRO La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra eti...Raimondo Villano
vincitore della LXV edizione del Premio nazionale Fondazione Elide Stramezzi dell’A.S.A.S.-Mi.B.A.C., conferito in quanto contributo per l’assunzione di “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 22 nov 2007); patrocinato da: Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e Chiron Foundation, Praxys dpt. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce ora in questo suo volume agli studiosi di scienze farmaceutiche e farmacologia una serie di preziose informazioni e riflessioni. È, perciò, altamente meritoria quest’opera di sviscerare per un folto stuolo di lettori e studiosi della materia i diversi problemi del farmaco e, nello stesso tempo, evidenziare le difficoltà della promozione scientifica per un pubblico già maturo e temprato dalla situazione particolarmente grave, specie per quanto riguarda gli aspetti terapeutici. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. (Chiron Foundation, Praxys dpt, Ed. Effegibi, ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008); 3^ ediz.
The document discusses creativity in advertising and the challenges agencies face. It notes that thousands of great ideas are killed due to networks and agencies being run by those who know costs but not where to find ideas. Approval processes where many try to find flaws in ideas also hamper creativity. The document advocates taking risks to break rules and stand out in an emotionally connecting way, as all great work can easily be killed. Managing risk and having principles of creativity, collaboration and commercial focus are suggested for agencies to achieve great work.
R. VILLANO - COLOPHON LIBRO La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra eti...Raimondo Villano
vincitore della LXV edizione del Premio nazionale Fondazione Elide Stramezzi dell’A.S.A.S.-Mi.B.A.C., conferito in quanto contributo per l’assunzione di “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 22 nov 2007); patrocinato da: Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e Chiron Foundation, Praxys dpt. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce ora in questo suo volume agli studiosi di scienze farmaceutiche e farmacologia una serie di preziose informazioni e riflessioni. È, perciò, altamente meritoria quest’opera di sviscerare per un folto stuolo di lettori e studiosi della materia i diversi problemi del farmaco e, nello stesso tempo, evidenziare le difficoltà della promozione scientifica per un pubblico già maturo e temprato dalla situazione particolarmente grave, specie per quanto riguarda gli aspetti terapeutici. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. (Chiron Foundation, Praxys dpt, Ed. Effegibi, ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008); 3^ ediz.
The document discusses creativity in advertising and the challenges agencies face. It notes that thousands of great ideas are killed due to networks and agencies being run by those who know costs but not where to find ideas. Approval processes where many try to find flaws in ideas also hamper creativity. The document advocates taking risks to break rules and stand out in an emotionally connecting way, as all great work can easily be killed. Managing risk and having principles of creativity, collaboration and commercial focus are suggested for agencies to achieve great work.
The document discusses how the internet is revolutionizing education. It notes that online education is a $34 billion industry with over 25,000 online courses offered in the US alone. Nearly two-thirds of for-profit universities now offer online courses. Resources like iTunes U provide hundreds of thousands of free college lectures and videos. The internet allows for an ecosystem with access to endless content across languages and cultures, enabling people to learn from one another without barriers and hopefully form their own opinions to pass on.
Prime riflessioni dai questionari del Sinodo sulla famigliaRaffaele Nappi
Articolo di M.E. Gandolfi dalla rivista: "Il Regno"
Caro papa Francesco, grazie! Si potrebbe sintetizzare così il sentimento
generale e condiviso di chi ha deciso di rispondere al questionario preparatorio per il Sinodo straordinario sulla famiglia che si celebrerà nel
prossimo ottobre, e di farlo avere alla Segreteria vaticana tramite la nostra rivista, che ha lanciato ai lettori l’iniziativa chiamandola «Aiuta il papa ad ascoltare la Chiesa».
Progetto di Social Media Advertising: “#migliorisipuò”Raffaele Nappi
L’indagine a supporto della campagna “Anche le parole possono uccidere” è stata realizzata da SWG nell’ottobre 2014 attraverso una rilevazione demoscopica con metodo CAWI, su un campione di 706 italiani maggiorenni.
La campagna sarà veicolata in forma di locandine in oltre 10mila parrocchie, oratori e scuole. ‘Le parole possono uccidere’ vuole essere la prima iniziativa di altre, raccolte sotto il concept #migliorisipuò, con l’obiettivo di promuovere una comunicazione sociale di qualità, che possa affrontare nel tempo temi di rilevanza pubblica e per promuovere una nuova cultura e sensibilità sociale, stimolando il cambiamento.
CS Sessions - Where Digital Meets Real - PART 2Creative Social
The document is a collection of tweets and messages discussing digital campaigns and branding in the digital era. It contains recommendations that digital campaigns should be idea-driven, simple, and interactive. It also discusses how digital can help generate real smiles through interactive campaigns like toilets that count water usage or cars that can be shouted at. Branding in the digital era is about making digital campaigns funny, unexpected, lively, beautiful, smart, sympathetic, and relevant to the brand. The document provides examples of successful digital campaigns for Volkswagen that increased model awareness.
The document discusses the potential threats of an "Intelligent Earth" system that consists of trillions of networked sensors embedded throughout the environment. It argues that such a system, if combined with the Internet, could "thrall" humans by limiting consumption to sustainable levels based on a logical understanding that infinite growth is unsustainable on a finite planet. However, the document acknowledges that humans may resist being controlled in this way and proposes some options to maintain human autonomy, including understanding environmental limits, using brands to promote sustainable ideas, creating an Internet kill switch, or escaping to outer space.
Santificare la festa - Intervento del card. O'Malley al Family 2012Raffaele Nappi
"Essere un fedele discepolo di Gesu’ Cristo nella Chiesa Cattolica e’ molto di piu’ che un viaggio immaginario. E’un modo di vivere insieme; la persona intera e’ coinvolta nel processo. L’educazione a questo cammino deve essere percio’esperienziale, personale, coinvolgente e vivificante. Impariamo ad essere discepoli come impariamo una lingua, cioe’ facendo parte di una comunita’ che parla quella lingua. I giovani cattolici devono essere guidati dalla fede di chi e’ intorno, coetanei o adulti cattolici che stanno facendo lo stesso cammino."
This document appears to be notes from a presentation or talk given by Cyrus Vantoch-Wood, a creative director at Cheil. It includes brief introductions of various attendees of an event, with their names and affiliations. It then discusses topics like collaborative ownership of ideas, using process to navigate complexity, and unleashing human potential. Throughout there are references to Cheil Worldwide and the date 2014. The presentation emphasizes the importance of collaboration over individual ownership of ideas.
Questo è il nostro Ideale: Gesù crocefisso e abbandonato in noi e fuori di noi, nel mondo intero, da sollevare e confortare.
La nostra piccola esperienza ci dice che non c’è vita cristiana se non in coloro che si consacrano alla croce, perché la nostra esperienza non è che una delle innumerevoli attuazioni della parola di Gesù: "Chi vuol venire... prenda la sua croce e mi segua".
-- Chiara Lubich - Movimento dei Focolari.
«In fondo l’“amore” è un’unica realtà, seppur con diverse
dimensioni; di volta in volta, l’una o l’altra dimensione
può emergere maggiormente. Dove però le due dimensioni
si distaccano completamente l’una dall’altra, si profila una
caricatura o in ogni caso una forma riduttiva dell’amore».
BENEDETTO XVI
Estratto da:
L. Bruni (2006), Reciprocità. Dinamiche di cooperazione, economia e società
civile, Mondadori, Milano.
I doni dello spirito santo - Udienze di papa FrancescoRaffaele Nappi
Raccolta dei testi delle udienze generali di papa Francesco dal 9 aprile al 11 giugno 2014, riguardanti le catechesi sui doni dello Spirito Santo
Un ringraziamento a CATECHISTI 2.0
http://www.catechistaduepuntozero.it/
CS Sessions - Where Digital Meets Real PART 3Creative Social
The document appears to be a list of Twitter handles and names mentioning several individuals, including @Alfie, Dave Bausola, Holly Gramazio, Steve Vranakis, @zeroinfluencer, @severalbees, @mervynACHTUNG, @samuelball, Perry Price, Tony Hogvist, and @thisisdare. Additional information is provided for Sam Ball including links to blog posts on social clothing, wearable haptics, and mind control. Perry Price and Tony Hogvist are also mentioned but no additional information is included.
This document discusses nostalgia for the past, particularly for rave culture in the late 1980s and early 1990s. It notes how responsibilities like money, housing, family, and career often make people nostalgic for their younger, carefree days. However, it argues that while the internet was fun in the past, it is now better, bolder, bigger, and more collaborative as technologies have advanced and connections have increased.
Effectiveness is often referred to as doing the right thing, while efficiency is doing things right. Effectiveness is an external measure of process output or quality.
Recita del Santo Rosario - traccia con meditazioniRaffaele Nappi
Il rosario (dal latino rosārium, "rosaio"; a partire dal XIII secolo acquisì il significato religioso indicante le preghiere che formano come una "corona", nell'accezione latina di corōna ovvero ghirlanda, di rose alla Madonna) è una preghiera devozionale e contemplativa a carattere litanico tipica del rito latino della Chiesa cattolica.
La preghiera consiste in cinque serie (chiamate "poste") di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei "misteri" (eventi, momenti o episodi significativi) della vita di Cristo e di Maria.
Il nome indica la "corona di rose", con riferimento al fiore "mariano" per eccellenza, simbolo della stessa "Ave Maria".
Interazioni tra uomo, gruppo e beni comuniMara Passuello
Variabili di contesto politico, di processi psico-sociali, di fattori antropologici e
di risonanza incarnata sembrano regolare il rapporto tra individui, gruppi e
patrimoni ambientali, producendo un continuo processo di traduzione.
The document discusses how the internet is revolutionizing education. It notes that online education is a $34 billion industry with over 25,000 online courses offered in the US alone. Nearly two-thirds of for-profit universities now offer online courses. Resources like iTunes U provide hundreds of thousands of free college lectures and videos. The internet allows for an ecosystem with access to endless content across languages and cultures, enabling people to learn from one another without barriers and hopefully form their own opinions to pass on.
Prime riflessioni dai questionari del Sinodo sulla famigliaRaffaele Nappi
Articolo di M.E. Gandolfi dalla rivista: "Il Regno"
Caro papa Francesco, grazie! Si potrebbe sintetizzare così il sentimento
generale e condiviso di chi ha deciso di rispondere al questionario preparatorio per il Sinodo straordinario sulla famiglia che si celebrerà nel
prossimo ottobre, e di farlo avere alla Segreteria vaticana tramite la nostra rivista, che ha lanciato ai lettori l’iniziativa chiamandola «Aiuta il papa ad ascoltare la Chiesa».
Progetto di Social Media Advertising: “#migliorisipuò”Raffaele Nappi
L’indagine a supporto della campagna “Anche le parole possono uccidere” è stata realizzata da SWG nell’ottobre 2014 attraverso una rilevazione demoscopica con metodo CAWI, su un campione di 706 italiani maggiorenni.
La campagna sarà veicolata in forma di locandine in oltre 10mila parrocchie, oratori e scuole. ‘Le parole possono uccidere’ vuole essere la prima iniziativa di altre, raccolte sotto il concept #migliorisipuò, con l’obiettivo di promuovere una comunicazione sociale di qualità, che possa affrontare nel tempo temi di rilevanza pubblica e per promuovere una nuova cultura e sensibilità sociale, stimolando il cambiamento.
CS Sessions - Where Digital Meets Real - PART 2Creative Social
The document is a collection of tweets and messages discussing digital campaigns and branding in the digital era. It contains recommendations that digital campaigns should be idea-driven, simple, and interactive. It also discusses how digital can help generate real smiles through interactive campaigns like toilets that count water usage or cars that can be shouted at. Branding in the digital era is about making digital campaigns funny, unexpected, lively, beautiful, smart, sympathetic, and relevant to the brand. The document provides examples of successful digital campaigns for Volkswagen that increased model awareness.
The document discusses the potential threats of an "Intelligent Earth" system that consists of trillions of networked sensors embedded throughout the environment. It argues that such a system, if combined with the Internet, could "thrall" humans by limiting consumption to sustainable levels based on a logical understanding that infinite growth is unsustainable on a finite planet. However, the document acknowledges that humans may resist being controlled in this way and proposes some options to maintain human autonomy, including understanding environmental limits, using brands to promote sustainable ideas, creating an Internet kill switch, or escaping to outer space.
Santificare la festa - Intervento del card. O'Malley al Family 2012Raffaele Nappi
"Essere un fedele discepolo di Gesu’ Cristo nella Chiesa Cattolica e’ molto di piu’ che un viaggio immaginario. E’un modo di vivere insieme; la persona intera e’ coinvolta nel processo. L’educazione a questo cammino deve essere percio’esperienziale, personale, coinvolgente e vivificante. Impariamo ad essere discepoli come impariamo una lingua, cioe’ facendo parte di una comunita’ che parla quella lingua. I giovani cattolici devono essere guidati dalla fede di chi e’ intorno, coetanei o adulti cattolici che stanno facendo lo stesso cammino."
This document appears to be notes from a presentation or talk given by Cyrus Vantoch-Wood, a creative director at Cheil. It includes brief introductions of various attendees of an event, with their names and affiliations. It then discusses topics like collaborative ownership of ideas, using process to navigate complexity, and unleashing human potential. Throughout there are references to Cheil Worldwide and the date 2014. The presentation emphasizes the importance of collaboration over individual ownership of ideas.
Questo è il nostro Ideale: Gesù crocefisso e abbandonato in noi e fuori di noi, nel mondo intero, da sollevare e confortare.
La nostra piccola esperienza ci dice che non c’è vita cristiana se non in coloro che si consacrano alla croce, perché la nostra esperienza non è che una delle innumerevoli attuazioni della parola di Gesù: "Chi vuol venire... prenda la sua croce e mi segua".
-- Chiara Lubich - Movimento dei Focolari.
«In fondo l’“amore” è un’unica realtà, seppur con diverse
dimensioni; di volta in volta, l’una o l’altra dimensione
può emergere maggiormente. Dove però le due dimensioni
si distaccano completamente l’una dall’altra, si profila una
caricatura o in ogni caso una forma riduttiva dell’amore».
BENEDETTO XVI
Estratto da:
L. Bruni (2006), Reciprocità. Dinamiche di cooperazione, economia e società
civile, Mondadori, Milano.
I doni dello spirito santo - Udienze di papa FrancescoRaffaele Nappi
Raccolta dei testi delle udienze generali di papa Francesco dal 9 aprile al 11 giugno 2014, riguardanti le catechesi sui doni dello Spirito Santo
Un ringraziamento a CATECHISTI 2.0
http://www.catechistaduepuntozero.it/
CS Sessions - Where Digital Meets Real PART 3Creative Social
The document appears to be a list of Twitter handles and names mentioning several individuals, including @Alfie, Dave Bausola, Holly Gramazio, Steve Vranakis, @zeroinfluencer, @severalbees, @mervynACHTUNG, @samuelball, Perry Price, Tony Hogvist, and @thisisdare. Additional information is provided for Sam Ball including links to blog posts on social clothing, wearable haptics, and mind control. Perry Price and Tony Hogvist are also mentioned but no additional information is included.
This document discusses nostalgia for the past, particularly for rave culture in the late 1980s and early 1990s. It notes how responsibilities like money, housing, family, and career often make people nostalgic for their younger, carefree days. However, it argues that while the internet was fun in the past, it is now better, bolder, bigger, and more collaborative as technologies have advanced and connections have increased.
Effectiveness is often referred to as doing the right thing, while efficiency is doing things right. Effectiveness is an external measure of process output or quality.
Recita del Santo Rosario - traccia con meditazioniRaffaele Nappi
Il rosario (dal latino rosārium, "rosaio"; a partire dal XIII secolo acquisì il significato religioso indicante le preghiere che formano come una "corona", nell'accezione latina di corōna ovvero ghirlanda, di rose alla Madonna) è una preghiera devozionale e contemplativa a carattere litanico tipica del rito latino della Chiesa cattolica.
La preghiera consiste in cinque serie (chiamate "poste") di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei "misteri" (eventi, momenti o episodi significativi) della vita di Cristo e di Maria.
Il nome indica la "corona di rose", con riferimento al fiore "mariano" per eccellenza, simbolo della stessa "Ave Maria".
Interazioni tra uomo, gruppo e beni comuniMara Passuello
Variabili di contesto politico, di processi psico-sociali, di fattori antropologici e
di risonanza incarnata sembrano regolare il rapporto tra individui, gruppi e
patrimoni ambientali, producendo un continuo processo di traduzione.
Il cambiamento? Deriva dal bisogno di futuroSara Andreoli
"C'è una povertà crescente che ci impone di ripensare il capitalismo ibridandone i paradigmi con la sostenibilità sociale ed ambientale..." articolo pubblicato su l'ultimo numero del MAG di LC
Nella presentazione troverete un estratto dal libro "Conciliazione e Strategia" scritto da Gian Marco Boccanera, che pone l'accento sul ruolo delle Professioni nel rilancio del Sistema-Paese-Italia. In un'epoca in cui viene messo in discussione il Turbocapitalismo il Pensare deve riguadagnare posizioni perdute sul Produrre. Migliorare la conoscenza è comprendere per sopra-vivere, ovvero per vivere-meglio. Per vivere meglio e al (possibile) riparo dagli scossoni della Crisi attuale e da tutte le altre che la seguiranno.
Queste Pillole di Management di Strada rappresentano il tentativo di declinare per un pubblico attento, e non necessariamente esperto, esperienze vissute e pensieri maturati in anni di lavoro accanto agli imprenditori e dentro le aziende: proprio “sulla strada”!
Tutto quello che viene descritto è entrato dai piedi, è stato digerito a livello di pancia, ha attraversato il cuore ed è poi giunto alla testa per trasformarsi dunque in comandi alle mani per operare e, infine, tornare alle gambe per muoversi.
Alla luce della nostra esperienza italiana, unica e irripetibile, irriducibile a formule alchemiche di sorta, con queste pagine provo a formalizzare suggerimenti e riflessioni utili da applicare al mondo dell’impresa, agli affari, al lavoro dei “grandi”, e far così del mio meglio per “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” (B.-P.): buona strada a tutti, e buona lettura!
Capitolo1 - IL PROCESSO FORMATIVO: I MUTAMENTI DEI PARADIGMI STORICI Corrado Izzo
L’uomo moderno, in contrasto con le “originarie” forme di conoscenza basate sul sentire e sul pensare , ha affermato la possibilità della ragione di controllare da sé il processo di indagine e di verificare sperimentalmente come è fatta la realtà, esaltandone i poteri fino ad arrivare alla fede totale nella scienza positiva.
Questo passaggio ha segnato anche la rinuncia alla lettura complessiva della realtà e si è concentrata nei suoi segmenti con conseguente allargamento dell’enciclopedia delle discipline e produzione di saperi tecnologici segmentati con cui intervenire su parti della realtà. Ma la frattura più profonda avviene con la separazione della scienza dalla coscienza: il vero si distacca dal giusto in quanto la conoscenza oggettiva non ha coscienza, è neutra.
Similar to Crescita e sviluppo, ripartendo dall’uomo (20)
Le organizzazioni giornalistiche sono tenute a svolgere un ruolo decisivo nella trasmissione di notizie precise e di qualità
all’interno della società.
È una compito divenuto ancora più difficile a causa della grande quantità di falsi, informazioni errate e altri tipi di contenuti imprecisi che circolano costantemente tra le piattaforme digitali.
E i giornalisti oggi hanno l’obbligo – e l’opportunità – di setacciare la massa di contenuti che vengono creati e condivisi per separare il vero dal falso e per aiutare la diffusione della verità.
Noi e l'Islam (Discorso di S. Ambrogio - Milano, 6.12.1990)Raffaele Nappi
Anche se i musulmani nel mondo sono oggi diversi per origine etnica e correnti religiose interne e sono cittadini di diversi Stati indipendenti, rimane però vero che la fede musulmana è di per se stessa un universalismo che oltrepassa le frontiere e rimane sensibile a grandi appelli al ritorno alle origini, così come avviene oggi nei movimenti fondamentalisti. Se non è facile parlare di islam in generale, in conseguenza della storia molto complessa e ricca di questa religione, più difficile ancora è definire il fenomeno dell'islam tra noi, dell'islam in Europa.
Di recente, Crema è salita alla ribalta per le controversie legate alla presenza di profughi in una struttura diocesana e per la lettera scritta al riguardo dal vescovo Oscar Cantoni. Per completare il quadro di questa realtà, vale la pena di leggere la lettera di uno degli ospiti della casa di accoglienza della Caritas.
Leonardo è uno degli ospiti della casa di accoglienza Giovanni Paolo II, ai Sabbioni. Pochi giorni fa ha raccolto i suoi pensieri in una lettera (qui il testo integrale), in cui racconta la sua “vera presa di coscienza”: il momento in cui presso la struttura di via Toffetti sono arrivati i profughi e rifugiati sbarcati a Lampedusa. “Voglio riportare l’esperienza di un egiziano con cui condivisi in seguito la stanza – scrive Leonardo – un sedicenne, di religione cristiano-ortodossa”.
I prodotti Herbalife sono noti per la loro qualità ed efficacia. Per mantenere la nostra posizione di leader nel mondo nel campo della nutrizione, continuiamo a realizzare prodotti innovativi e formulati scientificamente in conformità con le normative più rigorose in materia di ricerca, sviluppo e produzione.
Per una consulenza nutrizionale con relativa valutazione del benessere, o semplicemente per ricevere ulteriori chiarimenti sul tema, il contatto mail è: cristina.saponaro@gmail.com
«Venite a vedere questo spettacolo» Milano piazza Duomo, 8 maggio 2014 ore 21Raffaele Nappi
Musica, teatro, danza, testimonianze e preghiere si uniranno per dare vita a un moderno sacro dramma nel cuore di Milano. Un grande evento di arte e di fede con la partecipazione dell 'Arcivescovo, cardinale Angelo Scola e animato da protagonisti della cultura e dello spettacolo.
Giovedì 8 maggio alle ore 21, in piazza Duomo, andrà in scena “Venite a vedere questo spettacolo”. Sul palco montato sul sagrato della Cattedrale, diretti dalla regia di Andrea Chiodi, si alterneranno il critico d 'arte Philippe Daverio, lo scrittore Luca Doninelli, gli attori Massimo Popolizio, Pamela Villoresi e Giacomo Poretti, il cantautore Davide Van de Sfroos , il tenore Vittorio Grigòlo e il busker Marco Sbarbati. E poi ancora l 'orchestra giovanile Futurorchestra e il coro Song voluti da Claudio Abbado. Gemma Capra Calabresi, intervistata dal giornalista Michele Brambilla, porterà la sua testimonianza di fede e perdono.
La povertà oggi: sintomo, metodo, profeziaRaffaele Nappi
di Chiara Giaccardi
Custodire e coltivare i beni di comunità
Superare la frammentazione e la passività, produrre 'valore contestuale': rimettere in relazione moneta, servizi, legami, significati.
Valorizzare elementi di 'capacitazione', attivare riconoscimento e partecipazione.
Ripensare il welfare uscendo da impasse pubblico/privato per un
modello a tre pilastri: pubblico, privato e civile. Potenziare il civile
come luogo di apporto contributivo (per fronteggiare i nuovi bisogni,
vedi rapporto Caritas)
La recezione del concilio vaticano ii nei movimenti ecclesialiRaffaele Nappi
di Miguel Delgado Galindo
Sottosegretario del Pontificio
Consiglio per i Laici
---------------------------
Durante il Pontificio Consiglio
per i Laici nel 2008, Benedetto XVI
pronunciò queste parole:
«I movimenti ecclesiali e le nuove
comunità sono una delle novità più
importanti suscitate dallo Spirito Santo
nella Chiesa per l’attuazione del Concilio
Vaticano II. Si diffusero proprio a ridosso
dell’assise conciliare, soprattutto negli
anni immediatamente successivi, in
un periodo carico di entusiasmanti
promesse, ma segnato anche da difficili
prove. Paolo VI e Giovanni
Paolo II seppero accogliere e
discernere, incoraggiare e promuovere
l’imprevista irruzione delle nuove realtà
laicali che, in forme varie e sorprendenti,
ridonavano vitalità, fede e speranza a
tutta la Chiesa»
Alcune pagine su Chiara Amirante estratte dal numero di gennaio della rivista: "Credere" ed il primo capitolo del libro: "E gioia Sia" con prefazione di Lorella Cuccarini.
Quando si cade nell’abisso della disperazione è possibile risorgere a vita nuova e credere ancora nel futuro? Chiara Amirante – da vent’anni in prima linea con la comunità “Nuovi Orizzonti” per aiutare giovani e persone che vivono disagi di ogni genere – ne è convinta: nella sua lotta quotidiana a sostegno di chi soffre, ha incontrato ragazzi sbandati, alcolisti, barboni, disoccupati, manager affermati ma infelici, e tante persone impaurite e sole, che patiscono il peso di una società[...]
Quando si cade nell’abisso della disperazione è possibile risorgere a vita nuova e credere ancora nel futuro? Chiara Amirante – da vent’anni in prima linea con la comunità “Nuovi Orizzonti” per aiutare giovani e persone che vivono disagi di ogni genere – ne è convinta: nella sua lotta quotidiana a sostegno di chi soffre, ha incontrato ragazzi sbandati, alcolisti, barboni, disoccupati, manager affermati ma infelici, e tante persone impaurite e sole, che patiscono il peso di una società disumanizzata che ha smarrito la preziosità delle relazioni autentiche. Molti di loro sono riusciti a cambiare vita e a rinascere.In questo dialogo diretto e interlocutorio con il lettore – ricco di condivisioni personali – l’autrice invita a intraprendere un percorso di crescita interiore per vincere le proprie paure, le assuefazioni a droghe e sostanze, le tante forme nocive di dipendenza dal giudizio altrui, le sfide quotidiane che impone la crisi economica e culturale del nostro Paese e dell’intero Occidente.In ognuno di noi c’è un potenziale inespresso – ci confida Chiara – e la felicità dipende da come decidiamo di utilizzarlo per non fuggire di fronte a tutto ciò che di doloroso e meraviglioso la vita ci regala.
Quando si ha l'opportunità di accorgersi veramente del valore assoluto di un figlio, difficilmente si riesce a dimenticare il valore di ogni persona.
Quando si ha la possibilità di vivere l'alleanza con Dio, il far coppia con Lui, allora si riconosce ogni vita umana, e non solo quella dei nostri familiari, come scaturita dal progetto di Dio: «Domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, ad ognuno di suo fratello» (Gn 9,5).
Ogni persona viene affidata da Dio non solo ai propri genitori, ma anche alla paternità spirituale di tutti coloro che avranno modo di entrare in contatto con lei.
Coloro che incontro nella mia vita mi sono affidate. Le persone con cui ho l’occasione di stabilire relazioni, Dio vuole che le consideri in un certo senso «miei figli».
E non solo coloro che per la giovane età potrebbero essere veramente figli, ma anche chi è coetaneo o addirittura anziano, bisognoso però della nostra paternità spirituale per crescere nella sua pienezza di figli di Dio.
(da "La fecondità degli sposi oltre la fertilità", di Renzo Bonetti, ed. San Paolo)
Il decalogo nella catechesi: perché puntare sui dieci comandamenti?Raffaele Nappi
Qual è il primo comandamento? Quello dell’idolatria! Siamo idolatri perché cerchiamo la vita (quindi divinizziamo) esagerando l’importanza di cose e persone che non ci possono dare quello che chiediamo. Questo è fonte di infelicità per noi e di violenza e incomunicabilità nelle relazioni con gli altri. Per tutti gli altri comandamenti si procede con lo stesso tono: si scavalca l’interpretazione semplificata (pur vera) del comandamento di Dio e ne si annuncia il significato profondo, spesso sorprendente. Il secondo comandamento non è solo la proibizione di bestemmiare, è un invito a invocare il nome di Dio con verità, ad entrare in rapporto totalizzante con Lui. Il terzo comandamento non è solo l’imperativo di andare a messa la domenica, ma l’annuncio che esiste il vero riposo che non dipende dalle circostanze favorevoli ma dall’amare e conoscere la volontà di Dio. Il quarto comandamento non impone di credere che i genitori hanno sempre ragione ma l’annuncio che esiste una Paternità divina che dà senso e dignità ad ogni paternità terrena.
Il quinto comandamento è la descrizione dell’essenza di una nuova vita, descrive quali sono gli atti tipici di questa nuova natura: gli atti dell’amore. Non uccidere quindi non si riferisce solo al togliere la vita fisica ma, secondo l’esegesi di Gesù, a quel santo debito di amore che tutti abbiamo nei confronti di tutti, compresi i nostri nemici. Poi il decalogo insegna come questo amore si concretizza: si tratta di amare con il corpo (sesto comandamento) e di amare con beni (settimo comandamento). L’ottavo comandamento invita, in questa prospettiva, a considerare in modo più completo ed esistenziale il problema della verità: non si tratta solo di dire la verità ma di essere veri, dare testimonianza con tutto ciò che siamo e facciamo a favore della bontà e dell’amore di Dio Padre. Gli ultimi due comandamenti, che a molti sembrano una specie di appendice trascurabile, diventano la chiave di volta di tutto il percorso, unificandosi nel comandamento non desiderare. Esso ci inchioda tutti ad un problema insormontabile: anche qualora riuscissimo a controllare i nostri comportamenti per conformarci alla legge, il nostro cuore smetterebbe di desiderare il male? Ma apre gli ascoltatori all’opera santificatrice dello Spirito, al desiderio nuovo di una vita santa.
Il Decanato di Cesano Boscone (MI) apre il suo percorso "Famiglia: dalle ferite alla speranza" con la la conferenza dal titolo:
Famiglia e Lavoro: quale speranza?
16 ottobre 2013, ore 18.30
Sala "La Pianta"
Via Leopardi 7
20094 Corsico (MI)
Relatore: Luigino Bruni
“Non si esce da nessuna crisi se non ci si esercita nell’arte dell’attesa di una salvezza, arte gioiosa e dolorosa assieme. Per chiedere “ quanto manca al giorno?“ è necessario il desiderio dell’alba, e saperne riconoscere i segni” (L.Bruni)
FAMIGLIA, VIVI LA GIOIA DELLA FEDE! Roma, 26-27 ottobre 2013Raffaele Nappi
Le famiglie di tutto il mondo si recheranno in Pellegrinaggio a Roma sulla Tomba di San Pietro, il prossimo 26 e 27 Ottobre . Questo evento, promosso dal nostro Dicastero, si inserisce nel quadro delle iniziative proposte per l’Anno della Fede, indetto dal Papa Emerito Benedetto XVI.
Lo stesso titolo dell’evento, "FAMIGLIA, VIVI LA GIOIA DELLA FEDE! Pellegrinaggio delle Famiglie alla Tomba di San Pietro per l’Anno della Fede", ci fa comprendere come questo pellegrinaggio sarà un’occasione di condivisione gioiosa per le famiglie del mondo. Così, accompagnate anche dai figli e dai nonni, le famiglie sono invitate a testimoniare la loro fede con gioia e fiducia proprio sulla Tomba di San Pietro, primo confessore di Cristo.
L’importanza della famiglia come luogo privilegiato di trasmissione della fede, infatti, ci spinge a pregare e riflettere sul valore stesso della famiglia e ad essere testimoni in tutto il mondo della nostra fede
Tratto da Avvenire del 18 aprile:
"Si assiste così al paradosso di un esibizionismo narcisistico da un lato e di un richiamo a costruirci porte blindate digitali dall’altro, per poter fare liberamente quello che ci pare nel perimetro del nostro nascondimento. Personalmente, concordo con chi identifica nell’«epoca delle passioni tristi» l’esito di questa pedagogia implicita della cultura contemporanea. Questo 'dualismo morale' – terzo elemento di perplessità – si combina perfettamente, rafforzandolo, con il 'dualismo digitale' che vede la rete come una dimensione separata e minacciosa, densa di pericoli per la nostra incolumità e reputazione. Altro è insegnare ai giovani che niente di ciò che fanno è senza conseguenze, sulla rete così come nella vita offline"
Lamento e mugugno. Al lavoro, a scuola, a casa, per i soldi, per i figli, per gli altri.Oltre il lamento quotidiano, l'autore ha scritto un decalogo laico, brillante e convincente per imparare a vivere bene. Ecco i titoli: accogli la realtà, soffri con coraggio e con senso della realtà, affronta la situazione come una sfida e come un'opportunità, impara a perdere senza perdere te stesso, combatti con decisione e con intelligenza, riconosci e apprezza quello che possiedi, guarda gli altri e ama i tuoi fratelli, aspetta con pazienza e con speranza, perdona, se li conosci, quelli che ti hanno fatto del male, prega il tuo Dio, se sei credente
1. EDITORIALE
Crescita e sviluppo,
ripartendo dall’uomo
Angelo
Scola
Crescita economica, sviluppo umano, Angelo Scola è cardinale arci-
vescovo di Milano e presidente
valori spirituali: questa triade mette sinte- dell’Istituto Giuseppe Toniolo di
ticamente in campo la necessità di ripensa- Studi Superiori. Questo testo ri-
prende la lectio magistralis pronun-
re i paradigmi che hanno finora regolato la ciata presso l’Università Cattolica
vita economica attraverso una ricentratura del Sacro Cuore lo scorso 4 mag-
gio 2012, in occasione dell’Interna-
antropologica. È infatti evidente che i mo- tional Conference della Fondazione
Centesimus Annus Pro Pontifice.
delli economici più affermati, sbilanciati
sulla crescita economica e fondati sull’idea
di uno sviluppo lineare inarrestabile, non siano riusciti a mantenere
le proprie promesse. Occorre tuttavia riconoscerlo: da quando, or-
mai quasi quattro anni or sono, è esplosa la terribile crisi finanziaria
ed economica che ancora ci attanaglia, non sono mancati gli appel-
li a favore di una radicale inversione di rotta. Siamo intanto passati
dall’emergenza finanziaria iniziale alla non meno grave questione del
debito sovrano degli Stati. Eppure, sebbene la crisi abbia già cambia-
to le vite di tante persone (penso in particolare al dramma di quanti
hanno perso il lavoro o si sono tolti la vita), mi sembra che una presa
Vita e Pensiero 5 2012
di coscienza culturale del passaggio epocale che stiamo ora attraver-
sando fatichi a prodursi.
Sembra vero piuttosto il contrario: la crisi ha contribuito ad aggra-
vare una sorta di paralisi culturale che si riflette in alcuni atteggiamen-
ti ormai piuttosto generalizzati in molte società europee: mi riferisco
alla scarsa tendenza, anche da parte delle istituzioni, a progettare il
futuro, al prevalere di legami revocabili a scapito di relazioni stabili, al
bisogno interpretato come diritto esclusivo al benessere da soddisfare
tramite il consumo.
Per questo sono sempre più convinto che parlare dell’attuale fran-
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2. |V ITA E PENSIERO
gente in termini di crisi economico-finanziaria sia riduttivo. La crisi va
letta nel più ampio contesto della transizione al nuovo millennio, in
termini di travaglio.
Paradigmatico delle difficoltà di elaborare una prospettiva culturale
a partire dai modelli su cui si è finora retta l’economia è l’accoglienza
ricevuta dall’enciclica sociale di Benedetto XVI. Non si può dire che
la Caritas in veritate sia stata ignorata, né che sia stata particolarmente
criticata. Anzi, da più parti ne sono stati messi in evidenza, magari in
maniera un po’ selettiva, molti meriti. Ma in generale mi pare di poter
dire che l’enciclica non sia ancora stata compresa nei suoi aspetti più
rilevanti e innovativi, venendo generalmente ricondotta alla necessità
di correggere l’economia in termini etici. Non è una lettura sbaglia-
ta, a patto di collocarla nella giusta prospettiva: lo stesso pontefice è
tornato nell’agosto 2011 sulla crisi economica e sui motivi già espressi
nella sua enciclica sociale, riaffermando in maniera sintetica ma in-
cisiva che «la dimensione etica non è una cosa esteriore ai problemi
economici, ma una dimensione interiore e fondamentale» (Incontro
con i giornalisti durante il volo verso Madrid, 18 agosto 2011). Non
intendo tuttavia dilungarmi in un commento dell’enciclica e del pen-
siero sociale di Benedetto XVI, quanto proporre, attraverso un’analisi
di alcuni suoi punti, una riflessione sull’attuale difficoltà di pensare un
progetto, secondo me improcrastinabile, di “conversione” culturale.
Il
dono, fra trascendenza e secolarizzazione
In più di un passaggio della Caritas in veritate, Benedetto XVI, ripren-
dendo il magistero di Paolo VI, parla dello sviluppo come vocazione,
legandone la realizzazione a una visione trascendente della persona. In
sua assenza «lo sviluppo o viene negato o viene affidato unicamente alle
mani dell’uomo, che cade nella presunzione dell’auto-salvezza e finisce
per promuovere uno sviluppo disumanizzato» (11). Tale dimensione,
aggiunge il papa in uno dei passaggi più originali dell’enciclica, si realiz-
Angelo Scola
za pienamente nella logica del dono. Infatti, «l’essere umano è fatto per
il dono, che ne esprime e attua la dimensione di trascendenza. Talvolta
l’uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di
se stesso, della sua vita e della società» (34). Di primo acchito, l’acco-
stamento del fenomeno del dono all’illusione auto-poietica dell’uomo
moderno può spiazzare. L’uomo contemporaneo – talmente assuefat-
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3. 5| 2012
to all’idea che la libertà consista primariamente, se non esclusivamente,
nella possibilità di scelta – ignora la necessità di aderire per essere vera-
mente libero. Così oblitera la dimensione “verticale” del dono. Eppure è
solo nell’ottica dell’accogliere che diventano pienamente comprensibili
sia la logica del dono, sia il principio di gratuità a essa collegato. Tutto
ciò che è decisivo per l’uomo (la vita, lo sposo, la sposa, il figlio, la voca-
zione…) incomincia da un ricevere, ha questo carattere di dato.
In un certo senso, collocare il dono e la gratuità nel loro orizzonte
più adeguato ne mette in luce anche la problematicità per la cultura
dominante. La questione non è più tanto il rischio di un rifiuto dell’etica
cristiana, come accadeva all’inizio della modernità, bensì una progres-
siva presa di distanza dalla sua universalità. Tanto più che la generale
diffidenza nei confronti dell’annuncio cristiano si inserisce in una più
ampia sfiducia nella capacità della ragione di conoscere la realtà e di
individuare “valori” universalmente condivisibili. Tale scetticismo si tra-
duce in un sostanziale disimpegno nei confronti della vita, esito ultimo
del processo di secolarizzazione: un «umanesimo esclusivo», dice Taylor
in L’età secolare (2009), in cui è diventata concepibile l’eclissi di tutti i
fini che trascendono la prosperità terrena dell’umanità. E si tratta di una
posizione che può avere ripercussioni negative anche sul rendimento
economico di un Paese, perché punta su un’ottica di brevissimo perio-
do, sul consumo indiscriminato di beni a scapito del dinamismo, della
creatività e dei sacrifici capaci di mettere in moto un reale sviluppo.
In questa situazione, il dono, la gratuità, la carità, la solidarietà non
sono negati a priori, anzi vengono spesso esaltati. Ma quanto più ven-
gono invocati, tanto più vengono privati della possibilità di dire qual-
cosa di vero dell’esperienza umana e non restano che vaghi appelli
retorici, o operazioni cosmetiche adoperate per mascherare le distor-
sioni di sistemi economici ingiusti.
Se questa è la situazione attuale, si capisce perché le contromisure
di natura meramente tecnica, per quanto necessarie, non siano suffi-
cienti. Occorre una proposta culturale che sia in grado restituire a una
ragione che si è autoridotta tutta la sua ampiezza: come dice il papa
«bisogna tornare a spalancare le finestre, dobbiamo vedere di nuovo
EDITORIALE
la vastità del mondo, il cielo e la terra e imparare a usare tutto questo
in modo giusto» (Discorso al Parlamento federale di Germania, 22 set-
tembre 2012). Ma è verosimile – in una cultura che può giungere fino
a decidere di dire, con Gianni Vattimo, «addio alla verità» – ripropor-
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4. |V ITA E PENSIERO
re una visione impegnativa di ragione, di libertà e quindi di persona,
che arrivi a riconoscere la dimensione trascendente vedendone il fon-
damento nel rapporto con il Dio creatore?
La possibilità di tornare a pensare la trascendenza, e tutte le sue
implicazioni antropologiche, sociali e cosmologiche, si trova proprio
nello spazio situato tra la pretesa di una ragione assoluta e quella di
una ragione debole.
«La modernità» afferma il sociologo Donati in La matrice teologica
della società (2010) «pensa Dio o come sopravvivenza superstiziosa
o come luce di una ragione immanente al mondo e alla sua storia. La
novità è che questi due modi di pensare oggi cadono. Che la religione
non sia una superstizione lo si vede dal fatto che, proprio quando tutti
i miti vengono abbattuti, il bisogno di una realtà soprannaturale, di un
Essere Altro che non può essere racchiuso in nessuno luogo e in nes-
suno mito, non scompare, ma anzi si fa più forte. Che non sia la luce
di una qualche ragione immanente alla storia lo si vede dal fatto che
il mondo perde non solo la fede nella ragione, ma la stessa ragione».
Questa analisi permette di riguadagnare un varco verso la trascen-
denza. Tuttavia, affinché essa non rimanga un’indistinta consolazione
spirituale o una mera enunciazione teorica, ma abbia la capacità di
fondare un’etica nella prospettiva indicata dalla Caritas in veritate, oc-
corre che essa entri in relazione con la vita dell’uomo, in modo che,
per dirla con Del Noce, «la verità possa diventare la mia verità».
«L’uomo supera infinitamente l’uomo»: basterebbe un minimo di
lealtà con se stessi, osservandosi in azione, nel momento cioè in cui la
persona si rivela, per concordare con la geniale massima di Pascal. Sin
dalla nascita, l’uomo, più o meno consapevolmente, è messo di fronte
al fatto di essere spinto fuori di sé in una trama di relazioni. Balthasar
riconduce questo dato insopprimibile a tre polarità antropologiche
costitutive: anima/corpo, uomo/donna, individuo/comunità. Mette
così in campo l’unità duale della persona, cara anche al pensiero di
Wojtyla e al magistero del beato Giovanni Paolo II. Esse affermano la
capacità essenziale dell’io di essere per l’altro, di essere un io-in-rela-
Angelo Scola
zione. Tale natura relazionale, che rimanda ultimamente al rapporto
con il Dio creatore, determina in maniera decisiva, volenti o nolenti,
la posizione e il comportamento dell’uomo nella società, come la mi-
gliore sociologia non ha mancato di rilevare.
Margaret Archer, contro le forme di costruttivismo sociale che
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5. 5| 2012
mortificano l’umano, afferma – in Essere umani. Il problema dell’agire
(2007) – l’eccedenza della persona rispetto ai ruoli che essa svolge nella
società. Questa eccedenza si esprime in quelli che definisce «ultimate
concerns» (interessi ultimi) i quali indicano che «noi siamo ciò che più
ci prendiamo a cuore». Gli interessi ultimi emergono in una “conver-
sazione interiore” tra le richieste della società e le esigenze profonde
dell’io che fonda la riflessività e la trascendenza della persona.
Secondo questa prospettiva, l’uomo non è mai riducibile alla sua
“funzione” sociale, ma va sempre ultimamente considerato nella sua
dimensione di soggetto libero, per quanto sempre storicamente si-
tuato. L’alternativa è quella già lucidamente profetizzata nel 1951 da
Guardini: «quando l’azione» scriveva il celebre pensatore in [La fine
dell’epoca moderna.] Il potere (19999) «non è più sorretta dalla co-
scienza personale, un vuoto singolare si determina in colui che agisce.
Egli non ha più il senso di essere lui ad agire, il senso che l’azione
cominci in lui e che egli perciò ne debba rispondere. Sembra che egli
non esista più in quanto soggetto e che l’azione passi semplicemente
attraverso di lui, semplice anello di una catena». Non è forse questa
la sensazione della stragrande maggioranza dei cittadini di fronte a
discorsi economici e finanziari ormai lontanissimi dalla possibilità di
comprensione da parte dei loro destinatari e dei loro attori finali?
Il
lavoro e il suo soggetto
Il rispetto della dimensione trascendente della persona trova un decisivo
test di verifica nella concezione del lavoro, oggi più che mai chiave del-
lo sviluppo. Lo si vede bene riflettendo, in termini adeguati, sulla para-
bola del padrone che prende a giornata dei lavoratori (Mt 20,1-16). La
retribuzione cui Gesù fa riferimento supera i due aspetti, pur necessari,
della nozione di giustizia, quello commutativo – dare per avere – e quel-
lo distributivo – dare per dovere – e si allarga fino a ricomprendere la
dimensione del gratuito. Uno degli slogan delle tante manifestazioni sui
temi della crisi economica, suonava così: «Lavoro è dignità, non carità».
Si nota lo spostamento dal binomio classico di giustizia e carità. Vi è in
EDITORIALE
questo un’esigenza sacrosanta che occorre mettere in rilievo: «Non ba-
sta soddisfare un bisogno, bisogna riconoscere un desiderio», come nota
PierAngelo Sequeri (Misericordia, lo scambio perfetto, in P. Sequeri - D.
Demetrio, Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, 2012).
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6. |V ITA E PENSIERO
L’esigenza vale oggi a tutti le latitudini: soprattutto in Occidente,
osserva sempre Sequeri, «la riduzione del lavoro a grandezza econo-
mica mostra ora anche tutte le sue aporie [visto che] quando si tratta
del riconoscimento del valore della persona e dell’umanità della rela-
zione, il diritto e il mercato, nonostante il loro rapporto di razionalità
vincolante e di utilità calcolabile, non garantiscono nulla». Anche nel
mondo arabo il desiderio di dignità è stato la scintilla che ha scatenato
un cambiamento politico su ampia scala. Si vede così bene che l’espe-
rienza comune di ogni uomo, nella sua triplice dimensione elementare
di lavoro, affetti e riposo, per quanto declinata in modalità differenti, e
per quanto soffocata dalla morsa vuoi della rassegnazione, vuoi dell’i-
deologia, del potere, o della violenza, finisce sempre per riaffiorare.
È chiaro che l’accento posto sulla dignità non implica una svalu-
tazione della carità. Si tratta piuttosto di superare una concezione
della carità intesa come mera elargizione. Ciò che fa la differenza è
dunque la «maniera di dare» (Lévinas). E la dimensione gratuita del
lavoro, che pure è decisiva, non va confusa con il gratis. Non è infatti
in discussione «la dovuta mercede», come la Chiesa va ricordando dal
tempo della Rerum Novarum.
Anzi «il giusto salario diventa in ogni caso la concreta verifica della
giustizia di tutto il sistema socio-economico» (Laborem exercens, 19).
È piuttosto necessario riandare al senso ultimo del lavoro, che non è
puramente il lavoro in se stesso, ma l’uomo che lavora e lavora bene.
Come acutamente osservava il Péguy de L’argent, il falegname di una
volta faceva alla perfezione anche la parte della sedia che non si vedeva.
Perché solo se ben fatto il lavoro esprime e compie l’intenzione libera
della persona. Garantisce la dignità del soggetto del lavoro nell’esecu-
zione della sua opera: in questo sta il gratuito cui si fa riferimento. Si
capisce bene come questa posizione, che mette in campo dono e frater-
nità, implichi una riformulazione di tutte le categorie comuni al mondo
del lavoro, comprese quelle di mercato e di profitto, di produzione e
di finanza. Non sono espressioni ineluttabili di un fatto di natura, esse
sono categorie culturali modificabili a partire dal mutare delle circo-
Angelo Scola
stanze e dei rapporti. Questa è la strada per riandare al senso ultimo
del lavoro, fondandolo su un’antropologia adeguata in cui la persona è
vista a partire dall’origine, da ciò che precede il puro fare.
Attraverso il lavoro l’uomo si eleva a Dio e diventa cooperatore
della sua opera. «Il lavoro» dice il Catechismo «proviene immediata-
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7. 5| 2012
mente da persone create a immagine di Dio e chiamate a prolungare,
le une con le altre e per le altre, l’opera della creazione sottomettendo
la terra» (2427). Certo, il lavoro ha anche i caratteri ruvidi del dovere,
(«Chi non vuol lavorare, neppure mangi», cfr. 2Ts, 3,10); e comporta
sempre una fatica (labor significa, infatti, fatica), attestata fin dalle pri-
me pagine della Bibbia, che la inserisce all’interno della maledizione
inflitta all’uomo per il peccato originale: «Maledetto il suolo per causa
tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Con il
sudore del tuo volto mangerai il pane…» (Gen 3,17-19). Eppure il la-
voro non perde mai la dimensione di compito svolto insieme a Dio e a
imitazione di Dio («il Padre mio opera e anch’io opero», Gv 5,17). In
questa relazione con il Creatore è custodita la dignità del lavoratore,
salvato in questo modo dal rischio della mercificazione, e con essa (il
primato spetta al soggetto) quella del lavoro stesso.
Anche in una fase di transizione come quella odierna, in cui il la-
voro è esposto a cambiamenti talmente rapidi da esigere di essere af-
frontato con nuovi schemi, ripartire dalla centralità del soggetto e dal
primato del lavoro sul capitale – caposaldo della Dottrina sociale della
Chiesa – offre una prospettiva praticabile per rilanciare lo sviluppo.
D’altra parte, ci dicono gli esperti, in economie già avanzate come
quelle occidentali, oggi tremendamente in affanno, una delle risorse
più efficaci per produrre crescita e sviluppo è l’innovazione. E da dove
può provenire l’innovazione se non mobilitando l’energia, il dinami-
smo e la creatività di soggetti liberi e responsabili? Non c’è innovazio-
ne senza cultura e non c’è cultura senza educazione. L’educazione è
la miglior garanzia del bene prioritario che consiste nell’insuperabile
primato del soggetto in relazione.
Salvaguardare
la solidarietà
La dimensione relazionale dell’uomo mette inoltre in campo il biso-
gno urgente di preservare la solidarietà interna e internazionale. Ciò
è particolarmente evidente nel caso europeo. Se sul piano interno le
difficoltà stanno mettendo a dura prova la coesione sociale, sul piano
EDITORIALE
internazionale le ricorrenti ondate di attacchi speculativi che hanno
interessato molti Paesi dell’Eurozona e la debolezza strutturale di al-
cuni di essi interrogano il funzionamento dell’unione monetaria e le
possibilità di equilibrare riforme fiscali interne e iniziative di sostegno
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8. |V ITA E PENSIERO
reciproco. Non tocca a me ovviamente entrare nello specifico di que-
ste questioni scottanti, se non per sottolineare che il dibattito in pro-
posito chiede anche di essere collocato in una prospettiva più ampia.
I Paesi europei hanno una responsabilità globale: da un lato le turbo-
lenze finanziarie producono effetti fortemente negativi su Paesi appa-
rentemente periferici ai movimenti finanziari, in particolare attraverso
una forte fluttuazione dei prezzi dei beni primari; d’altra parte una
crescita sostenibile del benessere deve essere inclusiva per non essere
compromessa da eccessive disuguaglianze.
Occorre perciò dire con forza che rispondere all’urgente bisogno
di gran parte dell’umanità, sia nel mondo economicamente più avan-
zato (dove sappiamo bene che non mancano le povertà), sia in quelli
a basso reddito, rappresenta anche un’occasione di creare lavoro, in-
novazione e sviluppo per tutti. Una via di uscita sostenibile dall’emer-
genza economico-finanziaria implica il coinvolgimento nelle dinami-
che economico-sociali globali di gruppo e di Paesi precedentemente
esclusi o emarginati.
Anche in questo caso è tuttavia necessario recuperare l’ampiezza
dell’idea stessa di solidarietà, minata oggi da un preoccupante im-
poverimento concettuale. Forse anche per questo le scienze sociali
si stanno già dando da fare per mettere in questione la solidarietà, se
non addirittura per ripensarla da cima a fondo.
La Dottrina sociale della Chiesa, dal canto suo, non ha rimanda-
to il compito di sfidare i luoghi comuni, proponendo con coraggio
un’articolata architettura per pensare l’essere in società. Essa si basa,
come si legge nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa (162-
163), sull’unità, sull’interrelazione e sull’articolazione dei principi della
Dottrina, tra i quali ovviamente c’è anche la solidarietà. Quindi estra-
polare il concetto di solidarietà è già un errore. Ecco perché Benedetto
XVI, in occasione della 14a sessione della Pontificia Accademia per le
Scienze Sociali, ha ritenuto imprescindibile collegare la solidarietà ad
altri tre concetti fondamentali della Dottrina sociale: il bene comune,
la sussidiarietà e la dignità umana.
Angelo Scola
L’idea architettonica è la seguente: perché abbia senso parlare di
solidarietà, occorre riconoscere un bene comune sociale, che è in-
nanzitutto il bene dell’essere insieme (in comune), di cui la solidarie-
tà esprime appunto la compartecipazione nei beni e nei pesi sociali.
D’altra parte, per godere di questo bene comune in un modo non le-
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9. 5| 2012
sivo della dignità umana non si può mortificare (paternalisticamente)
l’agire degli attori sociali: la sussidiarietà serve proprio a questo scopo,
perché esprime il fatto che l’iniziativa, singola o collettiva, è altrettan-
to fondamentale e non è riducibile al tutto sociale stesso. Ne risulta
un vero e proprio schizzo architettonico a forma di croce. Dice infatti
Benedetto XVI: «Possiamo tratteggiare le interconnessioni fra questi
quattro principi ponendo la dignità della persona nel punto di inter-
sezione di due assi, uno orizzontale, che rappresenta la “solidarietà”
e la “sussidiarietà”, e uno verticale, che rappresenta il “bene comu-
ne”» (Discorso ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Pontificia
Accademia delle Scienze Sociali, 3 maggio 2008).
Se vogliamo smontare i luoghi comuni del discorso corrente sulla
solidarietà dobbiamo dunque trattenere due assi fondamentali.
Sull’asse orizzontale: la dignità umana non può essere rispettata se
non c’è una cura solidale di chi è in difficoltà e se la sussidiarietà non
garantisce la dimensione di singolarità irriducibile della persona.
Sull’asse verticale: il bene comune, il bene condiviso nella stessa
socialità, è compiutamente inteso quando non si esaurisce in quello
storico sociale, ma è aperto a una prospettiva escatologica tesa al bene
che va oltre la morte, cioè a Dio, da cui veniamo e a cui torniamo.
Se il bene comune della convivenza diventasse l’orizzonte totale in-
trascendibile, si rischierebbe la deriva totalitaria, cioè l’appiattimento
della persona entro l’angusta misura di un’aspettativa di salvezza in-
trastorica: ogni totalitarismo è, in fondo, la divinizzazione di un’idea
puramente mondana di vita buona. Ovviamente questo non significa
la sottomissione della politica al regime della teologia. Significa, però,
liberarsi dal delirio di poter garantire da soli la promessa di felicità che
spinge gli esseri umani a costruire società ordinate secondo giustizia.
EDITORIALE
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